di Giuseppe Bianca - La prima Repubblica era fatta di tante cose, non tutte da condividere, non tutte da buttare.
Si è compiuta in un giorno come tanti in cui Bettino Craxi fu preso a colpi di monetine all’uscita dall’Hotel Raphael, la sua casa romana.
Era fatta anche di cose chiare, di un’algebra visibile e di un’etica forse discutibile, ma riconoscibile.
La seconda agonizzante Repubblica, a cui non riusciamo a trovare una legge elettorale che vada bene in sé e non per chi ne deve beneficiare, comincia a mal tollerare i segni di riconoscimento e li riduce a impulsi di pancia e di protesta, o a schemi logori e da furbetti.
Prendiamo il caso di Palermo. Elezioni amministrative della prossima primavera. A lungo, cominciamo da un nome a caso, Gianfranco Miccichè, l’uomo simbolo di Berlusconi in Sicilia, quello del 61 a 0 alle politiche del 2001, ha trascorso l’estate a dire che nella quinta città d’Italia non poteva non mettere il simbolo: «che figura ci facciamo» - sussurrava a chi lo andava a trovare a Sant’Ambrogio, piccola frazione di Cefalù, enclave della politica degli incontri tornata di moda.
Il primo lui però, ne avrebbe fatto a meno, volentieri, portando a confluire le proprie truppe nel contenitore laico messo in piedi dal giovane Fabrizio Ferrandelli, l’unico deputato dimessosi dall’ARS, in polemica con il governatore Crocetta, prima della scadenza. Che sta predisponendo la sua battaglia per giocarsi la rivincita contro Leoluca Orlando.
Quest’ultimo, sulla scena politica dal 1980, già sindaco di Palermo dal 1985 al 1990, da oltre vent’anni ha la capacità di resistere ad ogni forma di rottamazione. Si è alzato dal tappeto, nel 2001 contro Totò Cuffaro e nel 2007 contro il candidato sindaco Diego Cammarata, come se niente fosse ed ha dribblato i simboli, quello del Pd per primo, con bravura e velocità. A partire dalle primarie del 2012 vinte da Ferrandelli contro Rita Borsellino, alle quali non partecipò. Si candidò lo stesso e vinse. Oggi non è così stupido da farsi ricordare dall’ultimo che capita che i simboli non sono treni da cui si sale e si scende a piacimento.
In ultimo Ferrandelli, propone un’aggregazione anche di uomini della politica a cui chiede di non portare la propria bandiera. Forse l’unico tra questi che, in coerenza con gli ultimi quindici mesi del suo percorso, ha un motivo per farlo, avendo chiarito che, dal suo ex partito in poi, il Pd, vuol prendere le distanze.
Sarebbe stato interessante, e forse lo è ancora, chiedere al segretario nazionale dei DEM, Matteo Renzi che ne pensa della grottesca ipotesi in cui, sempre nella quinta città d’Italia, il partito di maggioranza relativa all’Ars e a Roma, non sa come correrà.
Mi piacerebbe essere una mosca fastidiosa e ronzare nella stanza quando i suoi plenipotenziari, trovano gli argomenti.
I simboli della prima Repubblica avevano soli che ridevano, falci e martelli, fiori, fiamme e scudi crociati. Niente di che, ma cose che si capivano ed esprimevano un potere simbolico. O almeno ci provavano.
Oggi scappiamo dall’identità. Siamo all’opposizione di un’idea e di un progetto.
Così, a meno di sei mesi dal voto, l’unico simbolo certo è quello del Movimento Cinque Stelle, che, per non sbagliare, forse stavolta esternalizzerà la raccolta delle firme per le liste, ma almeno mantiene il vanto dell’appartenenza e dei suoi colori.
Il resto esprime tristezza.
A Palermo i vuole discontinuità assoluta col passato e col presente.Quindi Cinquestelle.
RispondiEliminaE certo useranno qualche lista civetta che fa capo al PD o FI.
RispondiEliminaDi certo Ferrandelli quel che dice "LO SA FARE" ha dato prova.
RispondiEliminaferrandelli è solo una deriva di quello che già cè,fuori il vecchio da Palermo
RispondiEliminaPer l'elezione del nuovo Sindaco di Palermo i giochi sono ancora da fare. Per il momento in campo abbiamo già due candidati, ma entrambi sono scontati: Orlando perchè uscente e Ferrandelli perchè cerca la rivincita. Penso che l'elettorato aspetti un terzo candidato che allo stesso tempo sia nuovo, ma anche credibile. Di sicuro non sarà uno del M5S che soprattutto a Palermo sconterà lo scandalo delle firme falsificate.
RispondiEliminaSe fossi palermitano voterei il candidato sindaco pentastellato. Solo cosi in un solo colpo sarebbero rottamati Orlando e compagnia. Sperando che che il nuovo Sindaco sappia cambiare veramente Palermo, senza lamentarsi della situazione disastrosa che ha trovato (la conosce già) e degli attacchi degli sconfitti attraverso la stampa e tutti gli altri mezzi come sta facendo la Sindaca di Roma. Amministrate bene se ci riuscite con la maggioranza che vi ha eletti. Il resto sono solo scuse.
RispondiEliminaNon conosco la realtà siciliana, vorrei solo non fossero più costretti a vedere gente come Crocetta.
RispondiEliminaIl M5S ha sperperato tutta la sua credibilità e la sua forza rivoluzionaria, a causa della sua dimostrata palese incapacità di governare le città.
RispondiEliminaLa realtà siciliana è meno misterica di quanto sembra: Crocetta provò a cambiare il sistema, ma il sistema gli ha resistito e vinto, e a lui non è rimasto altro da fare che omologarsi. E lo ha fatto.
Credo che l'esperienza di Renzi a livello nazionale insegni che non è saggio invocare il cambiamento, pur che sia, senza tenere conto che cambiare non vuol dire necessariamente migliorare. Ci sono anche i cambiamenti in negativo e, certo, l’età anagrafica non è di per sé un valore aggiunto. Detto questo, non mi sentirei di dire che Orlando debba essere (usando l’orrenda parola di renziana memoria), rottamato per il semplice fatto che ha già fatto più volte il sindaco. Ciò che dovrebbe contare è il giudizio sulla qualità della sua sindacatura e non il tempo nel quale ha amministrato la città. Perché se fosse così dovremmo dire che Cammarata è stato meglio di Orlando solo perché ha amministrato Palermo per un tempio minore. E invece, guarda caso, la sua breve esperienze ha distrutto e mandato al fallimento la città, l’azienda per l’ambiente, ha lasciato un dissesto finanziario al limite del default e ha massacrato tutto ciò che era stato faticosamente costruito. Ecco perché credo che prima di esprimere giudizi sui futuri candidati a sindaco, dovremmo aspettare di conoscere gli sfidanti e i loro compagni di strada. Anche la compagnia al seguito è indicativa del tipo di amministrazione che si intende perseguire. Vedremo di chi si circonderà il giovane Ferrandelli. Finora ha lanciato messaggi a tutti senza alcuna distinzione morale, politica ed etica. Ha detto testualmente che lui accoglie tutti, proprio tutti quelli che condividono il suo (futuro) programma. Registriamo che i primi a condividere la sua candidatura sono stati quei virgulti di primo pelo che rispondono al nome di Miccichè e Cuffaro e tutti i vicerè della prima Repubblica. Ha mandato a quel paese il PD solo dopo che i democratici gli hanno dato il ben servito, scaricandolo di brutto. Fino al un momento prima aveva in tasca la tessera del partito. Ma non fa nulla, è il nuovo che avanza. Attendiamo che vengano ufficializzati i nomi degli altri candidati per fare un’attenta disamina sulle loro storie personali, sui loro programmi, se vogliamo esprimere un giudizio di testa e non di pancia. Quello che non trovo sensato è dare addosso ad Orlando solo perché si invoca il cambiamento. Magari a ben guardare con, occhio imparziale, l’attuale sindaco ha rimesso in piedi una città che era in ginocchio risanando i bilanci, salvando migliaia di lavoratori della Gesip divorata dallo sperpero e dalle spese allegre, e riportando Palermo sulla strada della normalità. Qualcuno avrebbe potuto fare di più? Certo, nessuno è perfetto, ma qualcuno può giurare che altri non avrebbero potuto fare anche molto peggio? Come sempre c’è chi guarda a ciò che con tanta fatica è stato fatto, e chi pensa solo a quello che c’è ancora da fare.
RispondiEliminaVorrei scrivere tante cose a partire da una nota da me pubblicata quando Ferrandelli e Orlando si contesero la poltrona di Sindaco di Palermo.Il PD aveva dato come indicazione Ferrandelli ma ...non so poi alla fine in quale dei tanti salotti si decise per Orlando.Ai tempi ho dato il mio voto a Fabrizio Ferrandelli e lo stesso farò adesso perchè sempre più convinta che Orlando abbia ormai fatto il suo tempo e non si tratta di rottamazione o di denigrare Orlando. Fabrizio è l'unico caso di mia conoscenza che abbia abbandonato la poltrona inoltre ha anche revocato la sua iscrizione al PD. Mi ricordo bene quando sempre Fabrizio Ferrandelli diceva di voler cambiare il Partito dal di dentro.A quel tempo avevo già rinunciato alla mia tessera PD, un Partito nato bene e trasformatosi strada facendo in qualcosa di veramente...beh! Lascio a voi la definizione.Nel Mov. 5 Stelle Non credo, non mi ispira fiducia. Al momento vedo il Progetto politico di Ferrandelli come una speranza. Almeno quella non ce la può togliere nessuno.
RispondiEliminaRispetto la tua opinione. Credo che tuttavia, per amore di verità, non si possano tacere alcuni dati oggettivi. Sul cosiddetto abbandono della poltrona da parte di Ferrandelli, basta andare un po' in giro per le strade per sapere che è stata una mossa tattica, legata al momento storico in cui quelle dimissioni maturarono. Infatti erano giorni in cui venivano date per certe le dimissioni di Crocetta (e quindi lo scioglimento dell'Assemblea regionale), a seguito dello scandalo (poi rientrato), della presunta telefonata tra lo steso Crocetta e il dr. Tutino, che avrebbe riferito frasi pesantissime sulla figlia di Paolo Borsellino. Tutti i partiti erano già pronti a farsi le valigie e ad andarsene a casa. Ferrandelli, forse consigliato da taluno, giocò d’anticipo pensando di poter monetizzare quelle dimissioni, cosa che infatti sta usando per accreditarsi come esempio raro di politico che lascia la poltrona. In realtà si è trattato di un conto fatto male perché, inaspettatamente, la crisi regionale rientrò e a Ferrandelli non restò altro che attaccarsi la medaglietta del politico casto e puro. Molti osservatori notarono infatti una grave incoerenza per la circostanza che Ferrandelli, restò iscritto nel PD dal quale disse di essere sdegnato diventando renziano. Dopodichè ognuno è libero di votarlo anche con la sua storia personale. Ma, per favore, smettiamola di dire che Ferrandelli è il nuovo e Orlando ha fatto il suo tempo.
EliminaI simboli quando rappresentavano un ideale le aggregazioni erano animate dagli obiettivi da realizzare. Questo modo di far politica fa parte di un periodo tramontato, non vuol dire che dalla Prima siamo transitati alla Seconda Repubblica. Oggi i simboli, privi di ideali, non hanno il fascino di una volta e le aggregazioni fluttuanti si spostano da un simbolo all'altro senza garantire quella base di consenso identificata quale zoccolo duro. Poiché gli elettori non si sentono legati ai simboli, i candidati, nelle competizioni amministrative, ne fanno a meno sostituendole con liste civiche. Le liste civiche dovrebbero nascere, prima, su un programma unitario e, dopo passare alle candidature. Nel rito siciliano, il successo dei simboli, ieri, era legato ai nomi dei candidati. Oggi che i simboli, ad eccezione di quello del M5S, sono compromessi, i candidati pensano di superare gli ostacoli con una identità simbolica modificata. Visti i danni provocati dalla quasi totalità della classe politica siciliana, può funzionare il mito del nome del candidato!? Io credo di no, ma tutto dipende dalla reale volontà di cambiamento del popolo siciliano.
RispondiEliminaConcordo con Maurizio Alesi, prima di esprimere giudizi, sarebbe saggio attendere che la griglia dei candidati sia completa. Tuttavia, non si può non considerare, la più che giustificata aspirazione della città e dei suoi cittadini, di una netta discontinuità con il passato, dettata dalla legittima voglia di un riscatto atteso da troppo tempo. Peserà moltissimo l'eredità di una città economicamente disastrata e l'assurda regola del patto di stabilità,così come è già successo ad Orlando, costretto a fare nozze con fichi secchi, grazie alle allegre e scellerate amministrazioni precedenti. Al nuovo sindaco, non basterà un buon programma, ma dovrà anche possedere capacità taumaturgiche e saper compiere prodigi di non poco conto per ottenere qualche risultato apprezzabile e tra i probabili aspiranti alla poltrona di palazzo delle aquile, al momento, non mi sembra di scorgere candidati in odore di santità.
RispondiEliminaSono in disaccordo sul fatto che Orlando sia giustificato "nel fare nozze con fichi secchi" per colpa delle amministrazioni precedenti...le amministrazioni precedenti vanno attribuite per ben tre (3) volte a lui...questa è la quarta. Siamo abituati alle cariatidi; le ultime elezioni sono state un esempio di accordi sotto banco...Ferrandelli fu usato come "lepre". Si parla di scelte scellerate, bisogna avere il coraggio di una critica schietta e razionale...purtroppo in quest'Italia dove la libertà di stampa è scesa al 77° posto nel mondo dopo il Burkina Faso...la critica è sempre condizionata pesantemente da preconcetti di appartenenza ideologica o di interesse lobbistici; per es. il tram, fate un'indagine tra gli abitanti di via Leonardo da Vinci, sarebbe molto istruttivo - quanto vale l'effettivo ben-essere dei cittadini ? - questo è il punto...ne dico solo una, per attraversare se non sei fortunato ad abitare nei due o tre palazzi a ridosso dei passaggi pedonali (1 in circa 400 metri), devi farti un bel po'di strada ogni qualvolta di serve di passare dall'altro lato, direte ecco Orlando ha pensato alla salute dei cittadini per consumare calorie...la signora con bambino in braccio che deve fare la spesa o le persone più anziane hanno ogni giorno grandi difficoltà. Ecco a cosa è dovuto il disastro causato dalla politica in Italia: la politica ormai viene intesa esclusivamente come finalizzata alla gestione del denaro su un piano meramente finanziario, nell'interesse capitalistico di pochi, non come servizio per migliorare la vita dei cittadini, anzi cavalcare il disagio dei cittadini è la bussola demagogica della mens politica italiana (amplificata all'estremo al sud, dove la capacità di controllo sociale dei cittadini è scarsissima). Vediamo oggi che il tram è stato un fallimento a tappeto, non lo prende quasi nessuno semplicemente perché è inadeguato non corrisponde alle esigenze di una città come Palermo sotto l'aspetto della configurazione urbanistica. Si fanno le cose astraendo...non secondo una progettualità che parte da un attento studio delle esigenze sul territorio in modo da pervenire alla scelta più opportuna e consona al miglioramento delle condizioni di vita della collettività. Via Maqueda è stata chiusa al traffico dopo che è stato finito il palazzo all'angolo con la Discesa dei Giovenchi...coincidenza...? A Palermo, una città che si sviluppa principalmente nell'asse est-ovest lungo la costa, avrebbe dovuto avere questo schema: metropolitana veloce con costruzione di binario esclusivo da Villabate fino a Punta Raisi seguendo il tracciato dell'attuale ferrovia. Da studi che ormai risalgono agli anni 90 si sa che ogni giorno circa il 50% (è una percentuale enorme) del traffico palermitano, è dovuto a coloro che entrano in città per vari motivi o di lavoro o altro ogni mattina e che si riversano dall'interland fino a coprire un raggio di circa 40-50 km nelle due direttrici autostradali est-ovest e scorrimento veloce PA-AG. Lo sviluppo del trasporto veloce su rotaia è l'unica soluzione per il futuro ed è triste constatare come fin'ora è stato trascurato con tutte le conseguenze che ne subiamo. Interessante è fare una triste constatazione storica che ancor di più ci condanna per la colpevole negligenza politica dal dopoguerra ad oggi; durante il Fascismo si sviluppo il trasporto con il trenino che collegava ogni paesino, lo può vedere chiunque andando in giro per la Sicilia, con i caselli ancora in piedi nelle campagne;furono costruiti ponti e gallerie arditi e robustissimi ancora oggi praticabili. I trenini funzionarono fino al 1957, moltissimi paesi erano raggiunti da questo mezzo che era molto usato, e ognuno aveva la sua stazioncina. Nessuna apologia ideologica in quello che dico, ma vuole essere solo uno spunto di riflessione sulla fuga dalla concretezza della politica quando essa è corrotta nella sua anima profonda!
EliminaSe mi permetti Silvio, aggiungerei un commento sui muretti divisori con tanto di ringhiera lungo i binari. Proprio non ne comprendo l'utilità, se non quella di rendere difficile la vita ai cittadini con l'isolamento che creano. A Roma, Milano, Napoli ed in tante altre città europee non esistono. Perché qualche architetto scienziato ha deciso che a Palermo dovessero essere realizzati?
EliminaDi Orlando ricordo tante accuse, tante cattiverie, tra queste, indimenticabile, il veleno contro Giovanni Falcone, qualche Samarcanda fa. Purtroppo si fa presto a dimenticare il bene come il male...
RispondiEliminaIo sono palermitana ed ero orientata verso i cinquestelle. Ora però sinceramente propendo più per l'astensione. Non mi sento rappresentata neanche da loro.
RispondiEliminati consiglio di approfondire la conoscenza con Fabrizio Ferrandelli che ho votato anche precedentemente
EliminaPiù che il simbolo, il problema è l'identità, il migliore ha sei facce come il caciocavallo!
RispondiEliminaSperiamo che la terza volta la batteria mi lasci finire un commento che già avevo quasi completato.
RispondiEliminaSarò breve
Credo che la prima Repubblica si sia chiusa con risultati deludenti: il debito pubblico in ascesa, i privilegi ratificati e rimpolpati, il malaffare, pur accuratamente celato, lasciava già quella scia puzzolente che adesso noi sentiamo più fortemente. Erano i Partiti ed i simboli a farla da padroni, latori di un ideale politico che induceva gli elettori a votare secondo il loro credo incarnato dalle formazioni politiche. Oggi, in Sicilia, chi sono i Micciche', gli Orlando ed i Ferrandelli? Sono uomini del vecchio sistema od intrisi di quel maleodorante fetore che questo lercio sistema inevitabilmente produce. No! Non voterei più un Sindaco siciliano che, attraverso giochi di potere e alchimie, preparati in covi pseudo massonici, mi propina un miscuglio di menzogne, facendolo passare per elisir: sono già stato scottato da Crocetta. Oggi non serve cambiare la Costituzione; bisogna cambiare l'etica politica; bisogna con ogni mezzo moralizzare la società e soprattutto il mondo politico. Si devono imporre delle leggi semplici e ferree e pene altrettanto severe per chi ha la pretesa di gabbare il popolo per fare solo i propri sporchi interessi. Non si nasce onesti e non lo si diventa facilmente in questo mondo corrotto. Ecco perché si deve imporre l'onestà e la moralità ed ecco perché si deve abbattere questo sistema. L'unico Movimento che parla di questo e che non si è mai contaminato con questa triste realtà è il M5S ed è per questo che non ci dovrebbero essere dubbi sulla scelta. E' una speranza fondata
Il podestà della Primavera di Palermo alla munnizza panoramita che mortifica la vocazione turistica della Città che dovrebbe vivere alla GRANDE col turismo. Ma non si possono accogliere i turisti in mezzo alla munnizza: Si schifiano e ci schifiano. Palermo sempre sporca per colpa di tanta gente che pratica lo sport "usa e getta a terra ed insozza ", ma anche dell ' Amministrazione Comunale che ha il dovere di far rispettare la pulizia. Però, per fortuna, Palermo ha un Sindaco che imposto' la sua ultima campagna elettorale col ritornello: ORLANDO IL SINDACO LO SA FARE
RispondiEliminaChi, a Palermo, esce la mattina sa che sta per affrontare un giorno di ordinaria follia Lavori appaltati e sospesi, lasciando strettoie. palazzi bloccati, strade a traffico chiuso. Il tram ha fatto sospendere molte linee di autobus e dunque interminabili attese; marciapiedi dissestati che sono vere trappole; Immondizia a perdere; traffico impazzito; piste ciclabili che s’interrompono all’improvviso o collocate per eventuali suicidi e altro ancora……E’ forse un caso che Palermo, in uno studio di Confartigianato è capitale dell'infelicità. Lo studio interessa il grado di soddisfazione dei cittadini sulla qualità della vita connessa ai servizi pubblici locali. Orlando risponde che siamo lagnoni e che tutto va bene. Lui il Sindaco lo sa fare anzi lo vuole fare sempre. Capisco che avrà tante difficoltà e che ha ereditato situazioni difficili ma la sua professione non è fare il Sindaco a vita. Mi piace Ferrandelli che ho conosciuto, per caso, a Mondello. Francamente non ho capito i candidati Grillini. Non ho mai votato Orlando perché non riesco a dimenticare come si è scagliato contro il Giudice Falcone a Samarcarda (tra l’altro suo amico) Forse Falcone disturbava i suoi interessi?Parlate tanto di Roma e delle sue difficoltà, della Raggi. Se a Roma si discute Palermo, si è già arresa. Seguo i post di un politico siciliano. Prima bellissime parole sul nuovo, sul cambiamento che ci deve essere. Continui i richiami all’onestà e purezza della politica. Ho chiesto di farmi capire meglio la sua appartenenza e mi ha risposto che fa parte di un movimento. Ma?? Per farla breve, il nostro personale esaltatore del rinnovamento, si porta alle elezioni comunali nella lista che appoggia Orlando. All’anima del nuovo. Io so sicuramente il simbolo che dovremmo avere. Santa Rosalia e la scritta “Salvaci dalla peste politica”.
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