di Giovanni Caianiello - Dal 24 agosto del 2016 la terra continua a tremare. Le scosse si susseguono senza tregua e dopo la devastazione di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto
e altri piccoli centri abitati, l’ultima scossa ha distrutto anche Norcia.
Alla fine, gli sfollati sono circa 5000. Tra chi vive ancora in macchina, chi avvolto tra piumini di fortuna sotto una tenda, tra anziani e bambini, con temperature ben al di sotto dello zero. Poi ci sono quelli che hanno accettato una sistemazione in albergo a oltre due ore di pullman dai luoghi d’origine. Lamentano di essere stati scaricati e abbandonati a se stessi: “siamo in albergo ma nessuno si è fatto più vedere”.
In casi di emergenza come quella di un terremoto, l’utilizzo delle tende e degli alberghi, sono sicuramente determinanti, ma rientrano solo nella prima fase di intervento, alla quale segue quella intermedia che prevede il trasferimento degli sfollati in container.
E, come precisò l’ex presidente del consiglio “…sono meno piacevoli delle casette di legno con gli elementi tipici dell'abitazione, ma per averle sono necessari sei/sette mesi …”. Infatti, è stato prontamente creato un bando di gara nazionale per oltre un miliardo di euro a un costo medio di ciascuna unità abitativa, dai 60.000 ai 65000 euro, secondo la quadratura.
Peccato però, che saranno pronte soltanto tra la primavera e l’estate del 2017 quando le temperature invernali e le abbondanti disastrose nevicate, e il gelo, saranno un brutto ricordo. Ma il governo, notoriamente molto impegnato in altre faccende, evidentemente, non guarda le previsioni meteorologiche del Col. Morico o quelle di Petrucci, quello delle due lauree, capace di operare senza touch screen. Persino Giuliacci aveva previsto per tempo nevicate di forte e straordinaria intensità, e nessuno l’ha informato che ad Arquata del Tronto la neve scende regolarmente ogni anno.
Questo è il Paese dei compartimenti stagno, dove ognuno ragiona, cammina ed opera per i fatti suoi. Succede così che a qualche decina di chilometri da Norcia, di casette di legno ce n’erano già circa settecento pronte all’uso. Erano quelle del terremoto dell'Umbria nel ‘97, in buonissimo stato d’uso, facilmente riscaldabili, con angolo cottura, bagno e ben due camere da letto. A sottolinearne la possibilità d’utilizzo è stato il consigliere regionale dell'Umbria Andrea liberati, che ha più volte segnalato alla regione la presenza di quelle casette: “…che senso ha fare la manutenzione ogni anno in attesa di una calamità naturale, se poi non vengono utilizzate quando servono? Continua ad essere a tutt’oggi la sua domanda. “Alle segnalazioni, la Regione ci ha riposto che quelle cassette non potevano essere rimosse da dove si trovano per ragioni tecniche”.
Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria e vice commissario alla ricostruzione post sisma, nomina della quale non si capisce il senso, posto che prima della ricostruzione viene certamente l’emergenza, ha dichiarato: “…non sono utilizzabili perché non sono trasferibili”. Ma proprio un tecnico del Comune di Foligno, addetto alla loro manutenzione, oltre a sottolineare che il comune spende intorno ai 160.000 ed euro l'anno per tenerle in efficienza, dichiara che “facendo una piccola modifica sono spostabili, infatti due casette sono già state tolte un anno e mezzo fa per altre esigenze e sono state riutilizzate dai pompieri. Le hanno semplicemente smontate e portate da un’altra parte”. E la conferma che fossero spostabili, arriva direttamente dall’azienda costruttrice: “Sono progettate apposta per essere smontate e rimontate, però pare che molti trovano più utile ricomprarle ogni volta…”.
Ovviamente gli sfollati, quasi mai sanno dell'esistenza di queste strutture, che invece, risultano ben conosciute da molti turisti che d’estate le occupano per trascorrervi le vacanze. Addirittura una di queste casette, è occupata da una associazione motociclistica, che la utilizza per radunarsi o per fare qualche salsicciata.
Un’altra assurdità ha visto protagonista un ricco imprenditore, evidentemente di gran cuore. Voleva donare delle abitazioni in legno per i terremotati dell’Umbria, pronte e nella sua disponibilità, ma si è sentito rispondere dalla Protezione Civile, che avevano bisogno solo di soldi. Insomma, chi materialmente vuole donare qualcosa di concreto ai terremotati viene rifiutato e non se ne comprende il motivo… o forse si?
Intanto, le abbondanti nevicate che tutti si aspettavano, fuorché quelli di Roma, hanno sepolto le popolazioni, le strade di comunicazioni, mentre migliaia di terremotati sono senza energia elettrica ed è impossibile raggiungere alcuni comuni, neppure per prestare soccorsi ai malati.
Solo incapacità, incompetenza e superficialità, oppure anche altro? Fatto sta che questo governo, come il precedente sembra accartocciato nella sua stessa burocrazia che sembra giustificare il suo ritardo cronico.
E quindi nessuno si è preoccupato di dotare almeno quei comuni di turbine antineve, unici mezzi capaci di aprire le vie di comunicazioni e liberare dalla prigionia quei cittadini, limitandosi a utilizzare quelle dell'Esercito, solo dopo la paralisi generale delle zone terremotate. Toppo difficile prevedere per tempo che sarebbero servite in casi estremi come questi? Ugualmente, troppo difficile reperire le abitazioni prefabbricate in legno, già pronte e disponibili per tutti sul mercato, anziché acquistarle da un unico fornitore, costringendo i terremotati ad un vergognoso sorteggio quando queste andavano arrivando?
A realizzare le casette, sarà invece il Consorzio Nazionale Servizi, che guarda caso, è iscritto alla Legacoop, una associazione di 192 cooperative. Che si è aggiudicato il diritto di costruirle ma potrà consegnarle soltanto dal Marzo 2017! lo stesso CNS che nel 2014 finì coinvolto in mafia capitale, l’inchiesta della procura romana che ha portato a scoprire l’associazione criminale guidata da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi.
È così che funzionano le cose in questo paese, è così che sono sempre andate, ma certo fa rabbia immaginare che continueranno a funzionare nello stesso modo. È squallido ed incomprensibile pensare che, al di là del cattivo tempo, gli elicotteri della Guardia Forestale siano rimasti a terra, perché l’impegno principale è quello del passaggio di consegne nell’assorbimento nell’Arma dei Carabinieri del Corpo. Cittadini vittime della burocrazia ad ogni costo. Ma oggi si piange anche un incosciente depotenziamento della Protezione Civile, fortemente azzoppata con la cacciata politica di Bertolaso e la scellerata riforma imposta dai governi post Berlusconi.
“Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”, furono le parole del Cardinale Pappalardo dopo l’uccisione del Gen. Dalla Chiesa, le prese in prestito dall’amaro commento di Livio quando, Roma invitata ad intervenire, tergiversò per otto mesi, alla fine la città di Sagunto si arrese e Annibale la rase al suolo.
Una nota attualissima che descrive perfettamente la situazione. “Mentre a Roma si discute Sagunto viene espugnata”. Infatti a mentre si discute, di legge elettorale e dei venti miliardi alla banca del PD, i cittadini soffrono e muoiono per l’inerzia dello Stato.
Giovanni Caianiello
20 Gennaio 2017
In Abruzzo ed a certe quote non c'e' nemmeno bisogno di una previsione!!! NEVICA SEMPRE!!!
RispondiEliminaSiamo da ...sempre un paese soggetto a terremoti (pensare che il piu' potente avvenne a Messina reggio calabria con credo 40 mil morti !! E meno male che il fallimentare Governo Renzi con il suggerimento di berlusconi ci vuole fare il ponte !!Gia questo la dice lunga ..in questi tempi fa rabbia vedere le stato aiutare una banca con 20 miliardi di euro ..non aiutare Roma devastata da decenni di malaffare ..e stanzia credo notizia di oggi 30 milioni di euro per i disastri dovuti alla neve ..ormai e' tutto scontato ripetitivo monotono ...appunto l'abruzzo credo da sempre ha una nevosita' notevole ..poi ci ha messo lo zampino il terremoto ..che sfiga assoluta !!Poi appunto non parliamo del depotenziamento della protezione civile ..che dire di piu?Pero' si vedono ..gli eroi che lottavano e sono riusciti a salvare qualcuno ....
RispondiEliminaun pò sciacalli ed un pò avvoltoi.
RispondiEliminaLa magnifica Roma ha solo il torto di dovere ospitare dei vituperevoli consessi. È qui che si decidono le sorti del Paese ed e' questo il luogo dove si decidono le strategie che dovrebbero tutelare il territorio ed i cittadini da qualsiasi evento prevedibile e funesto. Ciò che non è stato fatto e non si è fatto nemmeno in questa triste occasione. Gli errori diventano orrori quando vengono fatti in modo continuativo e, la maggior parte delle volte, doloso.Giovanni Caianello ci ha reso edotti delle carenze, delle manchevolezze e degli sporchi maneggi col suo ottimo articolo. Non c'è altro da dire se non ringraziare tutte le Forze impegnate in questo momento a salvare vite umane ed alleviare le sofferenze dei sopravvissuti.
RispondiEliminaSiamo nelle mani di persone che pensano solo al suo orticello e non al bene della collettività, non c'è più programmazione si va avanti sempre su lavori urgenti per dare sempre i lavori agli amici degli amici Un lavoro che costa dieci con questo sistema costa venti e fatto male.
RispondiEliminasolo una cosa, penso a quanto guadagna un Vigile del Fuoco, e quanto un Parlamentare...
RispondiEliminaMi pare una cosa vergognosa.
Come trovo disdicevoli le polemiche, inutili, che stanno uscendo, lasciamole, al momento da parte, c'è tempo per quelle. E, che le verità, le responsabiltà una buona volta escano.
Diciamo che 3 metri sono una nevicata eccezionale (però è già accaduto) ma che 2 sono la normalità e non c'è molta differenza? erano. comunque impreparati, nonostante fosse stata prevista. E' che se passi una volta sola quando ci sono già giù 3 metri, spendi meno che passare molte volte per non farli accumulare. Lo so perchè è lo stesso discorso che negli ultimi anni fa anche qui la Provincia. (che non c'è ma c'è e gestisce i soldi). E che vale per tutto il resto della prevenzione. E si sapeva, ma quando arrivano i bollettini meteo, allerta compresa, nessuno li guarda e se lo fanno dicono infastiditi a te che ti preoccupi e dici che sarebbe il caso di: ma sì...oppure: so cosa devo fare. Cioè nulla. Tanto se succede qualcosa in qualche modo la responsabilità sarà di qualcun altro e con tanto tempo perché non sia di nessuno, passata l'onda della commozione e della rabbia.
RispondiEliminaE da subito ho pensato e scritto, da ignorante: appena letto l'articolo, ho appunto scritto: "Il Rigopiano è in fondo a un canalone, ma quella non era zona a rischio" .........Può essere. I vecchi qui in montagna dicono che non si costruisce mai in fondo ad un canalone. Se si è formato, c'è un motivo. E mai sotto una montagna. E nel paese qui vicino, dove vengono di solito 1-2 metri di neve, ma poi ci sono gli anni che ne vengono 3, da ottobre ad aprile, come la strada, è chiuso. Lì ci possono essere solo seconde case, esclusivamente per l'estate. Ma certo i vecchi non sono laureati, e quindi avranno sicuramente ragione i geologi.
RispondiEliminaE sicuramente, se è stata una nevicata eccezionale che non si vedeva da 50 anni, non significa che quindi era già accaduto, che la cosa era possibile.
E altrettanto sicuramente quando è prevista così tanta neve non si incomincia a liberare le strade man mano, in modo che la gente non resti isolata al freddo con 2 metri davanti alla porta e l'impossibilità di eventuali mezzi di soccorso di percorrerle.
Queste sono cose che naturalmente solo una facilona come me può pensare.
Le esperienze italiane del passato insegnano che gli interventi di soccorso alle popolazioni colpite dalle calamità si concentrano nel breve periodo e attengono alle attività volte dagli organi operativi istituzionali - vigili del fuoco, corpi di polizia, esercito, protezione civile - e volontari che con grande abnegazione si prodigano sul campo.
RispondiEliminaIn altri termini le cose funzionano nelle delicate e faticose operazioni per salvare vite umane e sistemare tendopoli per la prima accoglienza dei superstiti ma sono un disastro quando, nel medio e lungo periodo, si tratta di pianificare e realizzare interventi di "normalizzazione" funzionali alla ripartenza socio-economica dei territori colpiti.
Allo slancio generoso delle prime ore segue sempre un progressivo abbandono determinato dalla mala-burocrazia: cieca e sorda alle esigenze per sostegno alla ripresa. Un esempio non unico, ma sconcertante. di mala-burocrazia che rammento fu quando ai terremotati dell'Emilia fu chiesto il pagamento delle tasse sugli immobili crollati o inagibili.
Questa mala-burocrazia fiorita da un enorme impianto di leggi e regolamenti che si sono affastellati nel tempo per contrastare il malaffare, paradossalmente alimenta la palude nel cui torbido si annida e agisce lo stesso malaffare abile nel cambiare il pelo ....ma non il vizio.
Non so quanti hanno avuto la possibilità di vedere e sentire la ministra Finocchiaro che nell'aula di Montecitorio, al quesito sull'impiego delle donazioni degli sms, ha sciorinato un comunicato che, in perfetto burocratese, elencava l'istituzione di Organi di Controllo e Commissioni di Vigilanza, Garanzie per la Trasparenza, ecc... che dovranno gestire le risorse, già da tempo disponibili, ma ancora ferme nonostante le condizioni di estrema difficoltà da parte di chi, per preservare le attività, è dovuto restare sui territori disastrati.
“Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”
Fa bene Giovanni Caianiello a puntualizzate aspetti, della situazione odierna delle zone terremotate, sconosciuti all'opinione pubblica. Situazioni ridicole che mettono a nudo le carenze decisionali che si ripercuotono sull'efficienza allungando i tempi degli interventi che vanificano i sacrifici degli operatori coordinati dalla Protezione Civile. Da sempre, ad ogni calamità, all'impegno organizzativo e politico del periodo dell'emergenza non corrisponde adeguata continuità per la completa ricostruzione e la programmazione della tutela preventiva dell'ambiente. Governo centrale e regionali non hanno stanziato i fondi adeguati mentre si continuava a saccheggiare il territorio con la complicità delle amministrazioni decentrate. Tutte le forze politiche, dimenticando le colpe del passato, gareggiano nella critica. Critica che in considerazione della perdita di credibilità oltre ad essere ridicola, è vergognosa. Non hanno capito che il primo aspetto dell'etica politica è rappresentato dalla capacità, nei momenti difficili, di mettere da parte la propaganda elettorale e confrontarsi per programmare, una volta per sempre, quegli interventi di prevenzione ambientale per la tutela dei cittadini. Guardando, con commozione, le operazioni del salvataggio degli ospiti dell'albergo sento di esprimere gratitudine per i soccorritori e i vigili del fuoco che hanno operato con sacrificio e coraggio. I politici, nessuno escluso, in questo momento mi rammentano il vecchio proverbio " Vulpes pilum mutat, non mores " (La volpe cambia il pelo, non i costumi).
RispondiEliminaLorenzo apprezzo il tuo saggio e ponderato commento, a differenza di chi sconsideratamente riduce la propria critica a valutazioni esclusive di carattere politico. Purtroppo si verificano evenienze che rivestono straordinarietà che per prevenirle o per impedire che si ripetono, occorre un grande senso di responsabilità e lungimiranza non solo da parte della politica. Come spesso ho avuto modo di commentare, noi commetteremmo un errore grave condannando solo i politici, queste tragedie spesso sono frutto dei nostri stessi errori. Ora a fatto compiuto ci accorgiamo della precaria ubicazione del “Rigopiano” , secondo me, trattasi di un disastro annunciato da tempo. In questi giorni, nessuno si sta scagliando contro quei signori che pur di fare soldi, hanno voluto quella costruzione, a suo tempo dichiarata non conforme alle leggi urbanistiche, ma resa LEGITTIMA da una sentenza della magistratura, “il fatto non sussiste” dissero allora. Attualmente la stessa magistratura apre un fascicolo per presunto omicidio colposo, per l’arrivo in ritardo dei soccorsi, dimenticando che è stata una sua sentenza ha rendere legittima una costruzione raggiungibile, in caso di forte nevicata, solo con gli sci. In questo momento, non abbiamo altra scelta, che affidarci al sacrificio di quei volontari che mettono a rischio la propria vita, per salvare quella degli altri. Questa è L’Italia, caro amico mio, uno Stato dove albergano grossi disonesti, ma nello stesso tempo uomini con un cuore enorme. Accadono queste catastrofi, facciamo finta di dispiacerci, tutti d’accordo a condividere lutti e disagi, poi ….il tutto cade sistematicamente nel dimenticatoio, per essere pronti ancora una volta a compiere altre illegalità pur di salvaguardare i nostri interessi.
Eliminacondivido in toto
RispondiEliminaIo dico che è il momento della rabbia...invece...certamente non una rabbia implosiva che risulta alla fine infruttuosa e autolesiva...sotto l'aspetto morale c'è un limite superato il quale la rabbia DIVENTA UN IMPERATIVO ETICO...se no non avremmo avuto la Rivoluzione Francese...il valore vita non può essere posposto a nulla e a nessuna burocrazia è solo una questione di buona volontà politica...di fronte all'emergenza e alla vita delle persone non ci sono giustificazioni che tengano...come loro non sentono giustificazioni di sorta se uno non può pagare le tasse semplicemente perché non ha i soldi manco per mangiare...
RispondiEliminaGiuseppe Caianiello, di cui apprezzo sempre gli articoli, ci mette di fronte ad una tragedia che tutta Italia sta seguendo con grande sgomento. Io sono siciliana e ricordo il terremoto della valle del Belice. I morti furono circa 400, gli sfollati novanta mila. Sono trascorsi 50anni e ancora si parla di ricostruzione!eppure tantissimi i soldi erogati a favore della ricostruzione. Ciò che è stato ricostruito, in certi casi, fa venire la pelle d’oca. Viene da chiedersi quali sporchi interessi siano stati il vero obiettivo. Trenta famiglie vivono ancora nelle baracche di amianto e ancora devono essere completate opere di urbanizzazione. Il terremoto e maremoto a Messina condannò diverse generazioni a vivere nei container. Spero che questo non accada più. Nei paesi dove la neve cade, abbondante gli spalaneve non smettono mai di funzionare giorno e notte, evitando così l’eccessivo accumulo di neve. Visto i morti che si aggiungono al terremoto per l’emergenza neve, siamo tenuti a chiederci tutti i perché che vogliamo. Noi siamo un paese fragile ad alto rischio di terremoti,dighe,disastri ambientali,La protezione civile deve lavorare non sull’emergenza ma sulla prevenzione. Per quanto riguarda la risposta della Finocchiaro,sono basita. A noi italiani si chiede aiuto per tutto. Per i vari disastri, per ricerca sul cancro, leucemie, sulle malattie genetiche e altro e non dobbiamo sapere come hanno utilizzato la somma raccolta?Infine caro articolista i terremoti non si possono prevedere ma le nevicate e le valanghe Sì e all’allerta slavine era stata messa in evidenza. Resto agghiacciata dinanzi alle parole di un padre che ha il figlio ancora sepolto nell’albergo di Rigopiano, “Sono morti assassinati”L’unica cosa che possediamo,sfruttata e malpagata, è un’eccezionale dotazione umana.Il resto ,per chi è credente lo lasciamo, ai vari Santi e a Dio!
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