di Lorenzo Romano - La legge elettorale detta “Italicum”, approvata con i voti di fiducia, era legata a doppio filo alla riforma costituzionale.
Se passava la riforma la Consulta, che aveva spostato il suo giudizio a dopo l’esito del referendum, possibilmente avrebbe emesso un giudizio diverso. Il Presidente della Repubblica avrebbe potuto tentare di bloccare la legge elettorale sollecitando un riesame al Parlamento: non intervenire è stata una scelta dovuta ai suoi poteri discrezionali. Comportamento criticabile! Allora, un suo intervento avrebbe potuto incidere anche sull’iter dell’approvazione della riforma.
L’azione politica irresponsabile del governo e della maggioranza è stata sconfessata dagli elettori e il progetto ambizioso e per certi versi arrogante di Renzi si è frantumato contro la volontà dei cittadini che con l’esercizio della democrazia hanno voluto affermare la sovranità popolare. Ora dobbiamo analizzare la situazione generata da un certo modo di far politica.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 25 gennaio scorso, ad eccezione di Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Sinistra Italiana, tutti chiedono “IL VOTO SUBITO”. Il Presidente del Senato invita ad armonizzare i sistemi del voto delle due Camere. Effettivamente sono in vigore due sistemi elettorali: l’Italicum di Renzi alla Camera e il Porcellum di Calderoli al Senato. Entrambi, modificati dalle due sentenze della Corte Costituzionale, sono in vigore.
Non abbiamo un vuoto normativo per cui si potrebbe andare a votare subito, anche, con due sistemi disomogenei: unica sostanziale differenza il premio di maggioranza. Alla Camera come al Senato funzionerà il sistema proporzionale. Quello della Camera è un sistema proporzionale con un premio di maggioranza alla singola lista che supera il 40% dei consensi. Se questa soglia non viene raggiunta si passa al riparto proporzionale tra tutti i partiti che hanno superato il 3% su base nazionale.
Nelle liste dei cento collegi: il primo candidato è bloccato mentre per gli altri l’elettore ha la facoltà di scegliere esprimendo due preferenze, una per una donna e una per un uomo. Non è garantito che venga eletto un numero consistente di donne, tutto dipende da come saranno presentate le liste e dalle preferenze che le donne otterranno. Come capolista ci si può candidare in non più di dieci collegi. Se eletto in più collegi, la scelta del seggio definitivo è affidata al sorteggio. Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta sono escluse dal sistema proporzionale: qui si voterà su collegi uninominali.
Il sistema elettorale del Senato è un proporzionale puro con una soglia, su base regionale, dell’8% per coalizioni o partiti che corrono da soli e del 3% per i partiti all’interno delle coalizioni. Niente liste bloccate e si può esprimere una sola preferenza. I due sistemi elettorali, né singolarmente né combinati, possono garantire la governabilità del Paese. La frammentazione tripolare presente nel sistema politico italiano, con due leggi proporzionali, difficilmente può garantire una maggioranza chiara e uguale in entrambe le Camere. Due sistemi simili ma disomogenei per Camera e Senato.
Vista l’impossibilità, a meno di un sorprendente ribaltamento dei sondaggi, per qualsiasi forza politica, di raggiungere il 40% dei consensi per aggiudicarsi il premio di maggioranza, non si comprende la volontà di andare al voto senza rendere omogenei i due sistemi.
Subito dopo il risultato del referendum, nel rispetto della volontà degli elettori, il Parlamento avrebbe dovuto dotare il Paese di una legge elettorale equilibrata, e valida per gli anni a venire, senza affidarsi alla decisione della Consulta. Si direbbe che il Parlamento abbia delegato alla Corte Costituzionale l’incarico di legiferare in materia elettorale: nel 2014 con l’intervento sul Porcellum che aveva già prodotto i suoi effetti negativi sul sistema istituzionale; oggi con l’intervento preventivo, ideato dalla riforma bocciata, l’Italicum è stato modificato prima della sua applicazione.
Questo sistema non regge: non possono essere confusi i ruoli degli organi costituzionali. Il Parlamento non può derogare al suo diritto dovere di legiferare; alla Consulta è demandato quello della rilevanza delle questioni di legittimità sollevati da un dubbio di costituzionalità. La grave crisi economica e morale non può essere affrontata con l’andare a votare subito: occorrono progetti validi per il Paese e una legge elettorale che armonizza il sistema di voto fra le due Camere come richiesto anche dal Presidente della Repubblica.
Se agli interessi dell’Italia prevalgono quelli di parte, dopo il voto, si prospetta una situazione analoga al 2013. Torneremo ad assistere ai balletti per formare una coalizione allargata che, su un accordo programmatico, dia vita ad un Governo stabile. Nei prossimi giorni misureremo il senso di responsabilità del mondo politico. In questo momento, tutti quelli che sono convinti di essere transitati nella seconda o nella terza Repubblica dovranno ricredersi per il fatto che il sistema elettorale ci fa precipitare nella prima Repubblica dalla quale forse non ne siamo mai usciti.
Lorenzo Romano
31 Gennaio 2017
Sentivo giorni fa in televisione, credo un giornalista che riportava un dato che dovrebbe fare riflettere tanto. dal 48 al 92 e quindi nella prima repubblica, si sono verificati nelle due camere, solo 11 dico undici, cambi di casacca. dal 94 in poi forse sono 11 gli eletti rimasti al loro posto. Direte che c'entra questo con il tema principale? io dico che nello sguardo complessivo che si deve alla necessità di una legge elettorale che funzioni, questo aspetto non vada trascurato. Molti e i 5stelle in particolare, insistono sulla cancellazione del non vincolo di mandato, ritenendo questa misura la soluzione al problema. Personalmente ritengo il non vincolo, una condizione alta prevista dalla Costituzione a tutela dell'eletto.La cancellazione di questo istituto, finirebbe con il costringere su alcuni argomenti, l'eletto a votare non secondo coscienza ma secondo le indicazioni delle segreterie di partito. La prima repubblica, aveva trovato nella multipreferenza l'antidoto,a questo problema. Un deputato per diventare tale aveva bisogno di diverse decine di migliaia di voti, che solo lo stare in un partito con le sue strutture e la sua presenza nel territorio, poteva garantire. l'avere abolito questo sistema, ha finito con il creare potenzialmente tanti partiti quanti sono gli eletti. e questo succede dal consiglio circoscrizionale, fino ad arrivare al parlamento europeo. E quel sistema ha consentito a tanti di dissentire in sede di voto su argomenti importanti quali divorzio e aborto, senza che questo sconvolgesse il quadro politico di riferimento per i governi e le maggioranze ad essi garantiti. Parlare di riforma elettorale senza tener conto della necessità, di vincolare l'eletto al partito di riferimento, ma nel contempo renderlo libero in determinate scelte, rischia di rimanere un'altra incompiuta, con la conseguenza che continueremo a non dare stabilità al paese. Chi spinge per il proporzionale, non può consentirsi, in caso di alleanze a cercarsi in parlamento, che gli eletti possano mettere sotto ricatto chicchessia, con la minaccia del "me ne vò". Un deputato che per essere tale ha bisogno di 100mila voti non lo farebbe mai, come non lo faceva mai in passato. Occorrono pesi e contrappesi, come è normale che sia, e sono convinto che guardando al passato verrebbero fuori ottimi suggerimenti.
RispondiEliminaQuesta situazione è il frutto di una politica dissennata alla quale chi avrebbe potuto e dovuto mettere un freno non lo ha fatto. E mi riferisco al Presidente della Repubblica che avrebbe dovuto, oltre a rinviare la legge elettorale voluta a colpi di fiducia da Renzi, inviare un messaggio alle camere indicando la giusta via. Si è consentito invece tentare lo stravolgimento della costituzione e L'approvazione di una legge elettorale come l'Italicum che regolava soltanto la modalità elettorale della Camera dando per certa la non elezione diretta del Senato. Una follia.
RispondiEliminaPerchè ci fa precipitare nella prima Repubblica? Semmai siamo precipitati dalla prima Repubblica nel fango berlusconiano e renziano, dal quale siamo riemersi grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale. Desso, come tu dici bene, Lorenzo,è il tempo della responsabilità. Vedremo.
RispondiEliminaIl dito sulla piaga quella di Lorenzo Romano. È curioso osservare come quelli capaci e preparati politici di lungo corso, abbiano prodotto una lunga serie di leggi, poi puntualmente bocciate perché incostituzionali, perché prive di coperture finanziarie etc... comprese quella Costituzionale e quelle elettorali, decantate in largo ed in lungo come le migliori del mondo ed infaustamente mai utilizzate, dopo aver monopolizzato il parlamento per oltre un anno.
RispondiEliminaAlla evidente incapacità e pressapochismo, si aggiunge il "distratto" garante della Costituzione, che lascia passare per buono di tutto, salvo poi vederselo bocciato dalla Corte Costituzionale, inanellando una figuraccia dietro l'altra. Opportunità politiche? Peccato che questa non è una valutazione richiesta, ne prevista per il Presidente della Repubblica. La discrezionalità concessagli dalla Costituzione, è limitata alla sola svalutazione costituzionale delle leggi a lui sottoposte e non la facoltà di considerazioni politiche. Non c'è dubbio che anch'egli come il suo predecessore, è andato ben oltre il limite del suo mandato. Distrazione, eccessivo protagonismo o cieca ubbidienza ai diktat di partito?
Secondo me è ormai inutile risalire alle colpe del passato e di chi erano le responsabilità per avere una legge costituzionale. E’ vergognoso avere avuto consecutivamente 2 leggi bocciati dalla Corte Costituzionale. Secondo me anche la Corte Costituzionale ha le sue colpe e i suoi difetti. Adesso non solo ha bocciato l’ITALICUM ma ha preteso di fare una nuova legge elettorale subito applicabile. Peccato che difficilmente porterà alla costituzione di un governo stabile, e forse sarà impossibile costituire un governo. Il premio di maggioranza alla coalizione costituita prima del voto avrebbe dato possibilità di coalizioni capaci di raggiungere il 40% e, col premio di maggioranza, poi formare un governo.
RispondiEliminaNaturalmente i tre Irresponsabili, Renzi, Salvini, e Grillo che gridano “Al VOTO, AL VOTO questo lo sanno Però vogliono dimostrare subito la quantità di elettori che li segue.
Penso che con un po’ di volontà e serietà questi tre SIGNORI, potrebbero mettersi d’accordo per una nuova legge elettorale che assicuri la governabilità e al più tardi in autunno andare al voto.
Cioe' e' colpa della Corte Costituzionale che applica la costituzione e non dei somari che volevano un certo tipo di legge per essere sicuri di farsi eleggere? la Corte non ha detto che e' "subito applicabile" (si applicherebbe alla Camera quello che resta) mentre per il Senato si applica la legge che gia' c'era visto che la riforma del senato e' stata sonoramente bocciata. Invece di preoccuparsi di chi ha proposto l'Italicum con la tracotanza di chi era sicuro di vincere il referendum....
Eliminacertuni hanno un'idea strana e idolatrica dello Stato...tre governi di nominati...ma che cavolo di democrazia è questa...(nella sostanza) la forma è solo "un cesso" senza di essa...questo paese fa schifo...è una dittatura, il popolo dovrebbe eleggere direttamente il premier...solo da noi in Europa c'è ancora questo sistema...e si capisce perché!
RispondiEliminaOttimo articolo, costruito su riflessioni perfette e pacate, una caratteristica fondamentale, che appartiene a è disponibile ad instaurare un confronto serio e costruttivo. Lontanissima la tua analisi da coloro che si avvalgono solo ed esclusivamente del legittimo diritto di critica, spesso condita di insulti e notizie non sempre corrispondenti alla verità. Hai perfettamente ragione nel prendere atto di un atteggiamento non proprio risoluto del Presidente Mattarella, però mi scuserai se al tuo posto avrei sostituito il punto esclamativo con un punto interrogativo (Comportamento criticabile?). Tuttavia, la tua onestà intellettuale ti ha suggerito di far rientrare questo atteggiamento, inusuale, del nostro Presidente, nelle sue prerogative costituzionali. Probabilmente, ha ritenuto più giusto affidarsi al responso della Consulta, visto che il governo, con la sua testardaggine aveva voluto approvare la legge elettorale con l’apposizione della fiducia. Anch’io ritengo necessario, per non creare ulteriori discrasie funzionali, alcune sostanziali modifiche per una omogeneità tra i due rami del parlamento. Quasi tutti, ad eccezione dei piccoli partiti, favorevoli al proporzionale puro, chiedono di andare a votare, ma temo che oltre al ristretto numero dei dirigenti di partito, la base parlamentare non ha alcuna intenzione di votare per non perdere il vitalizio. Secondo una mia personale opinione, non avremo mai una legge elettorale che possa soddisfare gli interessi di tutti i partiti, perché di interessi si tratta, senza escludere nessuno. Ora non si grida più ad un Parlamento eletto con una legge incostituzionale, le poltrone per magia sono diventate legittime… e nessuno ha intenzione di abbandonarle. Hai visto bene, caro Lorenzo, noi ci auguriamo di no, ma si prospetta una situazione ingarbugliata come il 2013, ed io, anche se sarò l’unico a crederlo in tutta l’Italia, sono convinto, (anche abusando) che solo Giorgio Napolitano ha avuto il coraggio di districarsi in una situazione difficilissima. Un uomo che, dopo essere stato supplicato da tutti (eccetto la Lega) a restare ancora in carica, in questi ultimi due anni è stato deriso da tutti con nomignoli ed appellativi di ogni genere. Mi auguro che possa in qualche modo, trovarsi una soluzione e si vada a votare al più presto, altrimenti come disse Annibale quando si trovò di fronte una situazione difficile nell’attraversamento delle Alpi : AUT VIAM INVENIAM AUT FACIAM…. La via o c’è o la si fa…. Poi è inutile lamentarsi e puntare sempre il dito verso qualcuno !!
RispondiEliminaSpesso deformiamo il concetto di politica e democratico delle istituzioni. Seguiamo la logica del tifo sportivo che difficilmente ci fanno notare le contraddizioni delle forze politiche e le relative conseguenze negative alle istituzioni. Sono molti i politici che gridano al voto e, moltissimi elettori, il 57%, ripetono il medesimo ritornello. Sono in pochi quelli che pensano che prima di votare occorre modificare e armonizzare i due sistemi elettorali per garantire la governabilità. Attualmente da una media dei sondaggi che girano risulta che alla Camera si potrebbe verificare la seguente ripartizione dei seggi: 199 al PD, 182 al M5S, 82 alla Lega Nord, 78 a Forza Italia, 30 a Fratelli d'Italia, 22 a NCD/AP, 20 a Sinistra Italiana e 5 ad altri. Per il Senato tenendo conto del doppio scenario, nessuna coalizione o coalizioni in tutte le Regioni, la situazione è analoga rapportata alla relativa consistenza numerica. Questi sono i numeri che potrebbero, nella realtà, essere modificati in modo inconsistente e, se non sperate in un miracolo dobbiamo chiederci quali e quante possibilità potrebbero agevolare la formazione di una maggioranza. Questa prospettiva dovrebbe far riflettere le forze politiche e gli elettori. Da quando è nata la Repubblica, tutte le leggi elettorali sono state fatte non nell'interesse del Paese ma ad uso e consumo dei partiti. Il Porcellum, partorito nel dicembre del 2005, prima della sentenza di incostituzionalità del 2014 era stato utilizzato per ben tre volte. La Consulta aveva annullato il premio di maggioranza introducendo la possibilità di esprimere un voto di preferenza. Mi sono chiesto perché la sentenza sull'Italicum abbia mantenuto il premio di maggioranza con la contraddizione del veto alla formazione di coalizioni e mantenuto le vergognose liste bloccate. Oggi abbiamo due Consultellum che dimostrano l'incapacità della politica a dare al Paese una legge elettorale. Questo è il momento di dimostrare che sta per iniziare una nuova era incominciando col dotare, con consapevolezza ed unità, il Paese di un sistema elettorale al di sopra delle parti. Dopo si va a votare. Con l'esternazione della mia riflessione volevo attirare l'attenzione su un problema, quello della governabilità garantita da un sistema elettorale chiaro. Ringrazio quelli che sono intervenuti nel dibattito. I commenti, per me, rappresentano confronto approfondimento e arricchimento.
RispondiEliminaCaro Lorenzo, ormai abbiamo capito che tutti fanno gli interessi di parte e non quelli del Paese. Nella paura infondata di derive autoritarie si fanno leggi pasticciate, che non passano neanche al vaglio della Consulta perché essa stessa è condizionata dagli stessi Partiti. Tutte le leggi elettorali hanno le loro pecche, ma alcune di certo assicurano la governabilità e sono le più semplici. Il Presidenzialismo ed il maggioritario sono un esempio di semplicità e governabilità nei Paesi democratici e repubblicani dove operano. No, noi abbiamo tanti illustri dotti costituzionalisti che sciorinano concetti blasonati di alta democrazia e di costituzionalità repubblicana, trascurando o perdendo di vista quello che una legge elettorale dovrebbe produrre: una legge che dia al Partito o al raggruppamento del candidato premier la possibilità di governare per 5 anni e poi togliere il disturbo se non si fosse dimostrato all'altezza del suo incarico. 70 anni di questo refrain è troppo...e i problemi degli Italiani restano irrisolti.
RispondiElimina... sì è giusto. Solo il voto subito ferma la deriva di un sistema illegittimo.
RispondiEliminaQuanti cultori di politica!
RispondiEliminaTutti parlano e discutono su che cosa si e' fatto e su che cosa si poteva fare.
Divertitevi pure, ma la sostanza qual e'?
Sono trascorsi 70 anni e questo paese ancora manca di una legge elettorale.
Allora penso che se questo paese, ancora oggi, non e' capace di garantire un sistema di voto ai propri cittadini, e' una Repubblica che non c'e'.
Questa fantomatica legge, non va per nulla garantire la stabilità di governo del paese, ma tanto aggaddo serve solo ad assicurare quante poltrone deve tirarsi l'uno e quante se ne deve tirare un'altro.
E del popolo?
A questa classe politica non gliene forte nulla.
Secondo il mio punto di vista, questa e' la sola ed unica verita'.
Storicamente e culturalmente hai ragione... l'Italia è una finta democrazia... più che altro è una forma di oligarchia feudale. La nostra Costituzione nacque come reazione al Fascismo (che fu uno Stato sociale); i padri costituenti pretesero di bypassare quel periodo "riagganciandosi" a 80 anni prima (1870) e "rattoppando" la storia con il falso mito dei "mille e di Garibaldi", il numero dei componenti delle due camere, infatti, non è casuale...il problema del Mezzogiorno d'Italia nasce con l'unità d'Italia e ritorna a essere demagogicamente "rimorchiato" con la nascita della Repubblica, dopo che il Fascismo lo aveva superato, durante il Ventennio, infatti, non era ben visto parlare di Garibaldi, veniva tenuto in ombra, ben sapendo che fu tutto opera della massoneria. Dopo la sconfitta della II guerra mondiale il "Triangolo" massonico Washington-Londra-Torino torna a dominare e ad annodarsi con il potere ecclesiastico dando vita ad un assetto istituzionale che ha una struttura e un'anima alto medievale, feudale, oligarchica che ha tenuto le redini del potere fino ad oggi, attraverso un legante fatto di interessi economici e privilegi sociali stratificato in caste (principi-vassalli-valvassori-valvassini...alla base la gleba). I Padri costituenti però avevano introdotto nella Costituzione, quasi illuminati, se pur condizionati dalle potenze vincitrici, dei principi etici validissimi che potrebbero portare a vere riforme verso asseti democratici più diretti e partecipativi (analogo a quello tedesco che secondo me è preferibile perché più vicino alla nostra tradizione); la riforma renziana subdorando questa possibilità, sotto la guida massonica, ha tentato (fallendo...per fortuna) di affossare questa possibilità costruendo un impianto corazzato con una "finta" di cambiamento. Questa è in sintesi l'analisi vera, non solo politica ma anche psico-social-moral-culturale.
EliminaNon dimenticate che il presidente Mattarella e' stato eletto con i voti dei partiti che governano... e sicuramente la scelta e' stata pilotata infatti questo presidente si distingue per il suo ..strano ..SILENZIO.. non posso dimenticare che al suo insediamento fu persino invitato il nano di Arcore già condannato e cacciato dal parlamento.. o lo avete già dimenticato??
RispondiEliminaControllare se qualcuno vi ha comprato appartamenti o intestato polizze vita.
RispondiEliminaSono cose frequentissime ma è bene saperlo.