di Giangiuseppe Gattuso - Il 23 dicembre 2014, quasi a tempo di record, venne inaugurato il viadotto “Scorciavacche”.
Un tratto, costato 13 milioni di euro, delle opere di “ammodernamento” della veloce e pericolosa Palermo-Agrigento. Il 30 dello stesso mese, però, un inaspettato cedimento del fondo stradale della rampa d’accesso costrinse i tecnici Anas a chiuderlo.
Il 4 gennaio 2015, pochissimi giorni dopo, un potente e minaccioso tweet del Presidente del Consiglio lasciava presagire un veloce intervento risolutivo.
Sono passati due anni, 24 mesi, 730 giorni. Un’inezia. Il viadotto è ancora chiuso. Stanno ancora riflettendo. La veloce Palermo-Agrigento, per circa 35 chilometri è, ormai da oltre tre anni, un percorso più simile a una gincana che a una “strada” statale di grande collegamento.
Il 10 aprile 2015, per una frana in movimento da anni, cede un pilone della corsia da Palermo verso Catania del viadotto Himera dell'A19. Resta intatta la corsia di ritorno ma il traffico viene interrotto su entrambe le direzioni. La Sicilia è spezzata in due. Le conseguenze per i trasporti sono enormi, intere comunità dell'entroterra restano praticamente isolate. La linea ferrata che collega le due città a binario unico fa durare il viaggio un’eternità. Vergogna immane.
La bretella urgente e “provvisoria” per bypassare l'interruzione, costata 30 milioni di euro, viene realizzata e aperta al traffico soltanto il 16 novembre 2015. Oltre sette mesi dopo. Nello stesso lasso di tempo, in altre parti del mondo avrebbero rifatto l’intero viadotto. Incredibile.
Nel mentre, in soli 37 giorni, con un finanziamento di 300.000 euro a carico del M5S di Sicilia, viene sistemata e aperta al traffico, seppur in emergenza, una regia trazzera di circa un chilometro e larga cinque metri. La collaborazione tra imprenditori, amministratori comunali avveduti, come quelli di Caltavuturo, uno dei comuni colpiti dalle frane, ha consentito di realizzare una valida alternativa al tortuoso lungo percorso per superare il viadotto autostradale interrotto. Una quasi follia, positiva.
Ma non è finita. Il 30 aprile 2016, a oltre un anno dalla chiusura, viene organizzata in pompa magna una manifestazione per la riapertura del viadotto Himera. Attenzione, non è stato ricostruito il viadotto ceduto, è stato riaperta al traffico la corsia dello stesso viadotto che non era stata interessata dalla frana dell’anno precedente e rimasta praticamente integra. Hanno preso parte alla celebrazione le massime autorità governative nazionali, regionali e locali, oltre ai vertici dell’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade.
Da non crederci. Non so se sia mai stata fatta in precedenza qualcosa del genere. A mia memoria assolutamente no. Credo possa essere considerata la più grottesca iniziativa propagandistica politica dell’Italia repubblicana.
Cosa voglio dire con questo mio ragionamento fatto tra Natale e Capodanno. Che manifestare propositi, sparando tweet e postando dichiarazioni su facebook, ai politici e ai responsabili di governo non costa nulla. Come sappiamo tutti noi, utilizzatori dei social, è facilissimo postare qualcosa e godersi gli effetti mediatici. Soltanto che i problemi sociali, le emergenze, le difficoltà enormi causate dalla carenza di infrastrutture continuano a persistere e le soluzioni vere, spesso, non arrivano o sopraggiungono con ritardi mostruosi.
E mi permetto di affermare con sincera convinzione che le difficoltà operative che si riscontrano quando si tratta di “intervenire” per un ponte crollato, una frana, un’alluvione, o per fronteggiare situazioni di urgenza sociale, non sono mai dipese dalle cosiddette lungaggini parlamentari. Ma sono la diretta conseguenza di una struttura burocratica complessa, resa ancora più inefficiente da normative contraddittorie e procedure di controllo che poi spesso attivano interventi giudiziari. Con la più classica delle conseguenze: il fermo delle attività e dei lavori a prescindere dalle esigenze evidenti dei cittadini.
Il 2017 è ormai dietro l’angolo. Strategie e avvenimenti politici incombono. Chissà che qualcosa di buono possa arrivare.
Giangiuseppe Gattuso
28 Dicembre 2016
Chissà???
RispondiEliminaLa cosa buona che potrebbe arrivare nel 2017, per quanto mi riguarda, è che si possa togliere dalle scatole questo inutile, mortificante e riciclato Governo Renzi bis, con la imminente partecipazione straordinaria di (udite udite), mister B.
RispondiEliminaMa il pregiudicato di hardcore è stato sempre alleato dei delinquenti del PD, sottobanco ma sempre alleato, sempre pronto a dare una mano e farsela dare, come nel caso dei venti miliardi per salvare le banche.
EliminaCon la Salerno-Reggio Calabria è andata uguale uguale...Renzi bluff...Che il 2017 spazzi via questa classe politica di mentitori e approfittatori....
RispondiEliminaConcordo pienamente con il Dr.Alesi! Fino a che in Italia non avremo un governo che più che pensare agli interessi di una certa classe sociale si dedica, coscientemente al bene comune, senza esibizioni maramaldistiche non si andrà da nessuna parte.Se si continua sulla strada ormai intrapresa da trenta anni di trasformare la politica in uno spettacolo per vanesi e in un affare personale o di cosca siamo destinati ad un avvenire degno del peggiore dei paesi sottosviluppati. Certo che sarebbe davvero la più misera delle fini per un paese con la storia italiana!
RispondiEliminaL'avevo scritto fin da subito, che questo governo era una farsa diretta da un bugiardo appositamente scelto a tavolino dall'establishment. Dopo oltre tre anni di bugie,ed annunci, puntualmente disattesi, questo governo del twitter, ha confermato in pieno di aver fondato tutta la sua credibilità esclusivamente sulle menzogne giornaliere del venditore di Rignano con la complicità calcolata della stampa e delle televisioni, per realizzare le vergognose riforme scritte da banche e multinazionali. Ma il vero paradosso è rappresentato dai molti cittadini, che ancora oggi non riescono a prendere coscienza di tutto questo.
RispondiEliminaIn effetti, di questo sono sconcertato anch'io... non mi capacito quando leggo di gente, non capi d'azienda o comunque imprenditori di un certo livello che, si sa (NON tutti però), tendono a supportare le scelte governative, che, notoriamente, vertono nella loro direzione, ma gente comune, operai, casalinghe, pensionati... imbambolati dalle parole di quello pseudo incantatore di serpenti...
EliminaNeanche nel tanto bistrattato ventennio si era mai giunti ad una così becera, Ipocrita forma di propaganda di regime....
RispondiEliminaNon si sa se ridere o piangere
RispondiEliminaCome del resto TUTTO ciò che ha (non) fatto...
RispondiEliminaPazzesco. ..ma che popolo è quello che, massificato nel cervello, non ragiona e prende tutto per oro colato .non c'è rimedio alla stupidità.
RispondiEliminaInaugurare una "cosa" alla quale mancano ancora 57 km per essere terminata, dopo le innumerevoli inaugurazioni del passato, poteva essere fatta solo dal pifferaio magico..
RispondiEliminaE' riuscito a: Farsi bocciare la Legge elettorale. La riforma della PA... perdere il referemdum... ed inaugurare la Salerno Reggio C: Facendoci prendere in giro dall'Universo intero. Si voti, appena possibile e si cancelli questo obbrobrio dal nostro Parlamento-.
Si lo so, in tutti casi citati nell'artico la nostra Regione e i governanti locali non c’entrano. La ricostruzione non dipende da loro. Ma mi domando: Crocetta e compagnia non potrebbero interessarsi un po’ di più Facendo pressione continua e sollecitando continuamente gli enti responsabili?
RispondiEliminaLe patrie galere sono vuote di tutti quei costruttori e politici compiacenti che hanno turlupinato e truffato i cittadini per ingrossare la propria già esuberante epa. Sì, perché gente di tal fatta e' sempre recidiva e approfitta delle lungaggini burocratiche e della lentezza o carenza legislativa per rimanere indenne e continuare a delinquere. Nessuna responsabilità, nessun processo per i corrotti e i corruttori.Nessuna responsabilità per comportamenti come questi che, in moltissimi casi, odorano di mafia. Giangiuseppe enumera alcuni casi emblematici, ma in ogni paese possiamo riscontrare un caso di cattiva gestione sulle infrastrutture. Il caso Himera poi ti mostra come al "danno si unisca la beffa"; come questi signorotti abbiano poca considerazione e stima del popolo; come, in definitiva, queste persone reputino imbecilli i cittadini italiani, sempre disposti a farsi turlupinare.
RispondiEliminaPer il 2017: " Chissà che qualcosa di buono possa arrivare". Che l'augurio, di Giangiuseppe Gattuso, per una diversa prospettiva politica per il Paese e in particolare per la Sicilia possa realizzarsi. Poiché noi siamo persone razionali dobbiamo valutare la realtà e, purtroppo, quella siciliana è da sempre un disastro. Una Regione, a statuto speciale per eccellenza, quale la Sicilia non può rivolgere accuse al governo nazionale senza prima analizzare le proprie colpe: sono tante, di tutti i governi regionali e anche degli elettori. La vergognosa situazione delle infrastrutture siciliane mi fa soffrire al solo pensiero di doverla affrontare tutti gli anni nel periodo estivo, ovviamente quella mia non è paragonabile a quella degli stanziali. Allora, da figli della magnifica Sicilia, auguriamoci che, con l'impegno di tutti, le infrastrutture siciliane da una storia ridicola si trasformi in una sicura ed immediata realizzazione.
RispondiEliminaLeggendo l'articolo mi sono chiesto cosa fa la Regione Sicilia e mi trovo d'accordo con Michele Maniscalco nel constatare che è completamente assente sul piano politico, nel senso che non fa alcuna pressione affinché gli impegni dello Stato Centrale vengano rispettati anche in barba delle prerogative riconosciute dallo Statuto Speciale.
RispondiEliminaE' evidente che ognuno ha i rappresentanti che si merita ma è altrettanto logico chiedersi se sono questi i rappresentanti che vorremo per i nostri figli