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martedì 15 novembre 2016
Maria Elena Boschi. Riforma Referendum Democrazia
di Giangiuseppe Gattuso - Notoriamente mi è simpatica, mi piace. Ne apprezzo la faccia tosta, la furbizia, e l’intelligenza. E anche il coraggio. Perché ci vuole coraggio ad affrontare da “tutrice” della Riforma “presidenti della Corte costituzionale, segretari degli altri partiti, centri sociali”. Lo fa con disinvoltura e ostentata sicurezza avendo ben impresso nella memoria il copione ormai standardizzato.
Da giovane dalemiana è diventata tra le più forti sostenitrici del rottamatore per antonomasia. A 27 anni consigliere giuridico del sindaco di Firenze (il comune doveva essere sicuramente sfornito di ufficio legale), per tre anni nel CDA di Publiacqua S.P.A., la società che gestisce il servizio idrico di buona parte della Toscana. A 32 anni diventa deputata e a 33 appena compiuti è Ministro per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento. La riforma della Costituzione, 47 articoli su 139, porta, impressa a fuoco, la sua firma. Bisogna prendere atto che in politica non ci sono limiti.
Un traguardo notevole e probabilmente impensabile solo qualche anno fa. Una ragazza, giovanissima donna di provincia, che si è trovata a svolgere un ruolo enorme in un momento difficile e particolare. Chi avrebbe mai potuto immaginare una carriera politica così dirompente, sostanzialmente il vero numero due del governo Renzi, il motore operativo che ha dato avvio ad un meccanismo infernale capace di stravolgere il nostro assetto istituzionale.
Inarrestabile e infaticabile affronta tutto e tutti girando in lungo e in largo l’Italia. E il resto del mondo per incontrare e spiegare la bontà della riforma ai nostri connazionali con diritto di voto residenti all’estero. Quattro milioni trecentomila e passa di italiani in giro per il pianeta, dati AIRE al 31 dicembre 2012. Oltre il 7% dell’intero corpo elettorale, che potrebbero addirittura cambiare l’esito del voto del referendum del 4 dicembre. Non è uno scherzo.
E pensare che c’è chi ritiene la “Politica” e, ancor di più, gli incarichi di responsabilità di governo, spazi e ruoli per gente con il pelo sullo stomaco. Cioè riservato ai cosiddetti “professionisti”. A quelli che iniziando dai quartieri, piano piano, e facendo esperienza, potranno finalmente, un giorno, assurgere alla cerchia degli illuminati. Una regola non scritta che, nel suo caso, e per certi versi anche per il Presidente del Consiglio, così come per la coetanea ministra Marianna Madia, si è dimostrata senza valore.
La “Politica”, infatti, lo penso anch’io, è, e deve essere, accessibile a chiunque abbia passione, intelligenza, e buon senso. Le altre qualità, le capacità tecniche specifiche, le competenze scolastiche e accademiche sono utili, ma possono essere un corollario non strettamente indispensabile.
Purtuttavia, fatte salve le riflessioni appena scritte, non condivido quasi nulla della politica fin qui svolta. Tutta protesa a portare avanti una riforma che considero inutile, non richiesta dai cittadini, forse dannosa, che può effettivamente tracciare un solco profondo tra ciò che hanno sancito i padri costituenti e una visione della democrazia, del rapporto cittadini istituzioni e politica, che va da tutt’altra parte. Un qualcosa che limita la sovranità popolare, il sacrosanto diritto ad eleggere i propri rappresentanti sempre e comunque, una revisione che modifica sensibilmente gli equilibri di potere. E che spacca in due il Paese bloccandolo per troppo tempo.
Ma Maria Elena “Non è cattiva. È che proprio la democrazia non la capisce.” È il titolo, che mi ha incuriosito, dell’articolo di Ilaria Bonaccorsi, direttore responsabile della rivista Left pubblicato il 14 novembre scorso. Il riferimento era all’incidente nel corso di un incontro di Maria Elena a Zurigo sempre per convincere gli elettori a votare per il “SI”. Un momento che ha visto la ministra in difficoltà per le contestazioni di una signora poco convinta delle argomentazioni. Uno “sbrocco”, riporta l’autrice, che ha fatto emergere una qualche incertezza della stessa sul concetto di democrazia. Intesa come concessione faticosa nei confronti dei cittadini, forse, pure perditempo. Ecco il problema.
C’è in giro un sentimento, neanche troppo sotteso, di quasi insofferenza verso la democrazia partecipativa. La convinzione che il popolo è bene che faccia quello che sa fare. Votare ogni tanto e senza troppo entusiasmo, impegnando poco la sua intelligenza e immischiandosi meno negli affari della politica e delle decisioni di governo.
Infatti, come va dicendo Scalfari, la democrazia può essere soltanto oligarchia, altrimenti non è: “Io penso che la democrazia, di fatto, sia guidata da pochi e quindi, di fatto, altro non sia che un’oligarchia”. “La vera democrazia non può che essere oligarchica”. Renzi è oligarchico? “Magari lo fosse ma ancora non lo è. Credo e spero che alla fine senta la necessità di avere intorno a sé una classe dirigente che discuta e a volte contrasti le sue decisioni per poi cercare la necessaria unità d'azione. Ci vuole appunto un'oligarchia”.
Non ci resta che aspettare speranzosi il 4 dicembre, per fermare con un “NO” deciso questa deriva.
Giangiuseppe Gattuso
15 Novembre 2016
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indubbiamente ha "Il fisico" adatto al ruolo!!
RispondiEliminaUn presidente del consiglio non passato da regolari elezioni, la cricca del giglio magico, la figlia di un bancarottiere, un pluri-condannato, un parlamento parzialmente incostituzionale modificano la Costituzione. E' il mosaico di un'Italia surreale ma tragicamente vera.
RispondiEliminami sento portata a pensar male. Anzi, penso molto male.
RispondiEliminaCaro Giangiuseppe Gattuso purtroppo ormai, a mio modesto parere, siamo gestiti da una mediocre categoria di politici che in linea di massima piu' che figlia di un ideologia politica è "figlia di un colpo di culo"!
RispondiEliminaLa Bosch di mammuro ie'....non ci resta che ....mandarla a casa.
RispondiEliminaChi non conosce la brillante vena ironica del direttore potrebbe essere indotto a pensare che la madonnina Maria Elena Etruria sia arrivata al Governo per meriti e competenze. In verità, fin da quando bazzicava Palazzo Vecchio, era sotto tutela del bullo di Rignano. Essendo una madonnina è stata oggetto di miracoli che l'hanno portata a ricoprire spazi per lei inimmaginabili, che l'hanno allontanata da una sicura carriera di showgirl. Trovo che i suoi confronti con noti costituzionalisti siano davvero temerari per lei che, goffamente, si ritiene all'altezza di poter dibattere con personalità per lei irraggiungibili che la liquidano, infatti, con un sorriso.
RispondiEliminaCapisco che sorprenderò i commentatori di questo blog.
RispondiEliminaNon credo nella democrazia diretta. Non credo nella democrazia del Web. Non credo nell'uno vale uno.
Credo nel fatto che come adesso noi eleggiamo i nostri rappresentanti in base alle nostre aspirazioni e ai loro programmi. Poi durante la legislatura giudicheremo se hanno meritato il nostro voto o meno e ne terremo conto successivamente. Non credo nella consultazione popolare prima di approvare le leggi.
La Boschi? Non condivido quello che ha fatto, ma questo non mi impedisce di dire che nel governo in cui opera ha lavorato bene.
Una carriera molto rapida ed invidiabile ..... peccato non sia laureata in fisica .... saremmo gia' andati oltre Marte !!! Possiede molti numeri .....ma non nel cervello
RispondiEliminaChe dire?
RispondiEliminaLa guardi,
La ascolti
Ed è tutto chiaro.
Se ci pensa è un curricula ben più corposo di quello di Di Maio, vice presidente della Camera dei deputati e Presidente del Consiglio dei ministri in pectore... O sbaglio?
RispondiEliminaLa terribile dittatrice che fa paura ai pentastellini...dove Beppe Grillo fa scuola di democrazia...
RispondiElimina"Ne apprezzo la faccia tosta, la furbizia, e l’intelligenza" poi arriva uno studente di giurisprudenza e la zittisce.
RispondiEliminaUna carriera folgorante quella Maria Elena Boschi, a dispetto di tanti altri giovani, eterni disoccupati. Ma la Madonna di Laterina è nata con la sottoveste bianca ed un destino già scritto, con un cotanto babbo come Pierluigi, che è uno che conta e che soprattutto, ha già un tasca il pass di vice Presidente di Banca Etruria Infatti, dopo la laurea, alla giovane Marie Elena, gli si spalancano subito le porte del più prestigioso studio legale di Firenze, quello di Umberto Tombari, che guarda caso, è anche vicepresidente dell'Associazione delle Fondazioni bancarie, mica un azzeccacarbugli qualsiasi. Studio dove conosce anche l'attuale tesoriere Pd Bonifazi poi ex fidanzato. È la svolta. Entra definitivamente nel giro del PD fino a diventare ministro. Qualche "mala lingua", sostiene che deve i suoi successi, soprattutto ai buoni salotti della massoneria aretina, quella di Verdini, tanto per intendenderci e del famoso giglio magico, i cui componenti, Matteo Renzi compreso, sono tutti aggrappati a questo governo con il sostegno delle banche d'affari, delle lobby e multinazionali. Ma per governo di Matteo che è stato battezzato dal governo americano, come del resto, tutti i precedenti, cominciano tempi duri ed i mentori americani del boy scout di Rignano, sono inaspettatamente crollati rovinosamente e così anche pololtrona della Boschi comincia a scricchiolare, mentre il prossimo referendum potrebbe diventare una vero Caporetto. Il lato positivo è, che se dovesse abbandonare la politica, come ha anche preannunciato, la bella Maria Elena, avrà finalmente tanto tempo libero e cercarsi persino un fidanzato.
RispondiEliminaLa storia dimostra come, oltre un certo livello, l'ascesa sociale, lavorativa, politica, ecc... non è una questione di competenze personali bensì di cooptazione da parte di chi a vario titolo copre un ruolo nella gestione del potere.
RispondiEliminaSe eccezioni ci sono state, come per esempio Tommaso Aniello - detto Masaniello - protagonista e capopopolo della rivolta popolare del 1647, sono durate lo spazio di un mattino e si concludono con la prematura scomparsa di chi ha osato sottrarsi al rito della cooptazione.
Non è difficile dimostrare bravura quando si viene aiutati ad apparire più bravi di quanto si sia e la Boschi come tanti atri oggi sugli scudi sono esempi illuminanti
La Boschi è un Ministro di Renzi: egli l'ha scelta insieme ad altri per creare quella compagine governativa che avrebbe potuto aiutarlo nell' espletamento delle sue funzioni. L'atto formale è stato assolto; quello sostanziale consiste nel mettere in pratica tutto ciò che il Capo comanda. Renzi dunque è responsabile di tutte le politiche pseudo riformiste e che la Boschi abbia fatto noviziato o meno in politica, ha poca importanza; che sia figlia "di" o provenga "da", non è rilevante. È l'onesta intellettuale quella che contraddistingue un politico e lo fa diventare coerente e ben accetto al popolo; non trascurando l'incorruttibilità e l'imparzialità. Abbiamo già parlato dei difetti del nostro premier e del vulnus inferto allo Stato sociale ed alla Democrazia. A questo riguardo potrei indirizzare frasi biasimevoli verso quell'ottimo giornalista che è stato Scalfari, ma mi limito a dire che non è necessario avere una grande cultura classica e letteraria per distinguere l'Oligarchia dalla Democrazia.
RispondiEliminaCondivido totalmente e ritengo quasi superfluo fare commenti perché la realtà della situazione italiana dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti. Questo governo è composto da esclusivamente da "sottoposti" al premier arrivati al posto dove sono arrivati in virtù della loro capacità di "obbedir tacendo:::::::::" Tutta l'azione di governo è indirizzata ad un solo fine: distruggere la democrazia per sostituirla con un regime autoritario mascherato da coreografie democratiche che sono solo coreografie per contentare l'occhio ma vuote d'ogni contenuto serio sul piano politico, etico, economico e via dicendo. L'Italia si sta lentamente sciogliendo nel nulla, grazie anche a coloro che continuano a sostenere questo classe politica non si sa bene se per ignoranza, mania di contraddizione e interessi particolari , il certo è che se si continuerà ad andare avanti sulla strada intrapresa non saremo neppure più una repubblica delle banane ma una nullità totale di fronte al mondo........una terra da sfruttare, spremere, dal primo che ne vorrà approfittare. Pertanto si può solo dire: Continuate gente, dategli dentro, battete le mani al "direttore" e al suo staff..............ma, alla fine, non lamentatevi più di tanto:::calatevi le braghe e auguratevi che ci sia una buona scorta di vaselina!
EliminaScusate il finale non molto "etico" ma ormai non c'è da usare altro linguaggio per farsi capire.
Un profilo della Boschi straordinario!
RispondiEliminaMi viene da rifare i complimenti alla “penna d'oro” del Gattuso.
Evitiamo...!
Certamente la Maria Elena non è una donna sciocca, tutt'altro! Intelligente, capace, algida, furba.
A volte un po' impacciata nell'organizzare e fare scorrerte le parole di un discorso; che poi porta avanti con un certo nervosismo: panico?
Sicuramente una prima della
classe...antipaticuccia, tipo la Clinton a guardare le foto di quella studentessa americana.
La Boschi è una di razza, di valore, ma pericolosa; senza tanti scrupoli pur di portare avanti ciò che si è proposto di fare, ostinatamente e a qualunque prezzo.
E l'astuzia la fa da padrona...!
Non ha nulla a che vedere con un partito politico di sinistra; eppure se ne arroga il diritto di appartenenza spudoratamente.
Per il popolo...contro il popolo!
Aiutata in questo dal mastino di Renzi!
Non oso pensare che potrebbe succedere se dovesse vincere il SI'!
Troppo giovane e non ha lavorato per capire i problemi reali che avrebbe potuto avere.....insomma è lì perché è stata aiutata. Conosco gente che fino a lì perché onesta non c'è mai arrivata.....
RispondiEliminaGiangiuseppe, ma che fai? Un colpo al cerchio e uno alla botte? Da quando ti conosco (e ti apprezzavo) ora sei diventato una specie di imbonitore della più vuota parte dello schieramento politico. E hai il coraggio di affermare di essere "contro l'indifferenza, il qualunquismo e le generalizzazioni"! Ti manca solo il pulpito!
RispondiEliminaLa storia dei partiti strutturati ci racconta che alcuni militanti predestinati, in tempi brevi, scalano le alte vette della direzione da dove, con facilità, passano agli incarichi di rappresentanza politica nelle diverse istituzioni pubbliche. Non so se Maria Elena Boschi sia mai passata da una sezione territoriale del partito e tantomeno partecipato ad un dibattito di base, ho i miei dubbi. La democrazia partecipativa si misura dalla vita interna di un partito. La bozza della revisione costituzionale poteva essere illustrata agli iscritti con dibattiti, nelle sezioni territoriali, aperti a tutti con il duplice obiettivo di informare e sondare l'opinione pubblica. Questa può sembrare una considerazione esagerata ma significativa per dimostrare la consistenza della vita democratica di un partito. Oggi i partiti hanno modificato la struttura organizzativa, poche sezioni territoriali, molte delle quali risultano commissariate, quindi poco dibattito. Qualsiasi decisione viene imposta dall’alto e a volte le proposte vengono dall’esterno ed elaborate da gente che sta nell’ombra. Non credo che la revisione costituzionale sia tutta farina del sacco della Ministro né concepita dal capo del governo, lo si nota dalle ridicole argomentazioni usate per difenderla. Fin dall’inizio, Maria Elena Boschi, è stata smascherata in un dibattito nell’aula magna dell’Università di Catania. Un bravo studente della facoltà di giurisprudenza, con le sue argomentate osservazioni, ha messo in crisi la Ministro e il mondo accademico. Siamo in tanti a sperare che il 4 dicembre il NO esca vittorioso dalle urne per salvare la visione della democrazia concepita dai padri costituenti. Ho un presentimento: la vittoria del NO non sarà sufficiente per modificare l’attuale sistema. Renzi, sconfitto dai NO, rivendicherà quale vittoria personale la percentuale dei SI e cercherà di allargare le alleanze a destra con l‘appoggio di Berlusconi. Dopo aver modificato la legge elettorale si tornerà a votare: quale sarà il risultato!?
EliminaOgni sistema sociale esprime i propri fenomeni giuridici: Ubi societas, ibi ius. Ora se al fenomeno giuridico incrociamo la nozione concettuale del diritto otteniamo il luogo istituzionale che limita ma sostiene ogni elemento giuridico. Premessa lunga ma necessaria per arrivare al nocciolo del problema che solleva Giangiuseppe e che incontra incidentalmente le doti di Maria Elena Boschi: l'Ordinamento costituzionale del nostro Paese, riproponendo la domanda se il Parlamento il 12 aprile 2016 ha approvato una legge di Riforma o ha violentato la Carta Costituzionale. Provo a rileggere tentativi e tentazioni del riformismo italiano e devo necessariamente ritornare al 1978 quando Craxi comiziava sulla necessità di "rivedere i meccanismi di produzione delle leggi e revisionare la Costituzione per dare stabilità all'esecutivo". Sulla Grande RRifrma di Giuliano Amato costruì' buona parte del suo successo politico. Ricordate Spadolini e le sue ricette per dare stabilità ai Governi (Giangi allora era delegato provinciale del giovanile).E venne il tempo delle bicamerali, i comitati per il collegio uninomiale, il comitato dei 31, Mariotto Segni, la riforma della Pubblica Ammnistrazione, lòa riforma della Prtesdenza del Consiglio, la Riforma delle Autonomie, l'abolizione del bicameralismo, la riforma elettorale con la preferenza unica verso il maggioritario e l'abolizione del proporzionale. E siamo appena arrivati alla Presidenza Cossiga. L'Elezione diretta del Sindaco e le leggi per la riforma elettorale scritte con gli esiti plebiscitari dei referendum. Berlusconi fa presentare una riforma pesantissima della Costituzione dal "vaqueros Speroni". Poi arriva Prodi e il prof Sartori delina una forma mediata tra il Presidenzialismo ed il ruolo pregnante del Parlamento. Vi ricordate che arrivò D'Alema dal cui forno partorì la Crostata del Patto. E nel 2001 arriva la riforma del titolo V della Costituzione che ridisegna il rapporto centro periferia riscrivendo regole e modalità del governo territoriale. La "devolution".....ovvero il contenzioso tra Stato centrale e periferie...... E ora? Una riforma leggera che con qualche ritocco riscrive identità e missione legislativa del Parlamento consegnando le Autonomie al nuovo Senato e quest'ultimo alle Autonomie.Il dilemma dell'uovo e la gallina lascia il posto a chi ha scritto il testo di questa riforma allegerita D'Alema, passando per Violante, Violante, Fini oppure la Boschi dopo una veloce consultazione con Casini? Nel dubbio io una rilettura alla odierna legge di Riforma me la regalerei chissà può succedere che, al di là della Boschi, tutto questo squilibrio ce lo abbiamo già e forse forse, dopo 40 anni dai comizi di Craxi, qualche giovane puntello all'ordinamento istituzionale del Paese male non farebbe?
RispondiEliminaGiangiuseppe viva la tua ironia!Maria Elena è bella?Io la definisco bella senz’anima. Fredda e calcolatrice, non si cura dei danni del paparino. Ritenersi, poi, una professionista della politica suscita sorrisi amari. E’ solamente una donna che ha avuto fortuna?Appoggi?Conoscenze con Renzi?Una delle ragioni per cui voterò NO è PROPRIO LA BOSCHI!In questa riforma Renzi ha messo troppo accanimento e questo mi fa riflettere. Le bugie non si contano più. Una riforma di questo genere non può avere come promotori Verdini,Boschi,Renzi. Spero che il populismo (parola inflazionata e usata dispreggiativamente) trionfi. Trump ha vinto e non sono contenta,ma dobbiamo riconoscere che il popolo americano ha espresso un voto contro la politica tutta. Perchè non succederà da noi?
RispondiEliminadispregiativamente
RispondiEliminaSignora Marisa Bertini, lei ha colto il senso dell'articolo. In genere, non è difficile constatare che è proprio chi sostiene di non essere oggetto di attenzioni mediatiche ad essere il più esposto a tentativi di condizionamenti ed è proprio questo che intendo quando scrivo che: " È sufficiente osservare il fiume di commenti sui social per rendersi conto che, questi, sono frutto di idee surrogate, imposte dai media tv e giornali, e hanno radici ben lontane dalla nostra sfera personale". Esserne immune è difficilissimo e non solo su questioni politiche, sia in negativo ma anche in positivo. Persino entrando in un supermercato facciamo spesso le nostre scelte in base alla marca conisciuta o meno,senza leggerne gli ingredienti o caratteristiche. Non prendere coscienza del costante tentativo di chi ha in mano le chiavi dell'informazione, di surrogare le nostre idee e di conseguenza le nostre scelte a proprio vantaggio, è infatti, il primo passo di un inevitabile successo del tentativo di condizionamento di cui siamo oggetto quotidianamente.
RispondiEliminaSignora Marisa Bertini, lei ha colto il senso dell'articolo. In genere, non è difficile constatare che è proprio chi sostiene di non essere oggetto di attenzioni mediatiche ad essere il più esposto a tentativi di condizionamenti ed è proprio questo che intendo quando scrivo che: " È sufficiente osservare il fiume di commenti sui social per rendersi conto che, questi, sono frutto di idee surrogate, imposte dai media tv e giornali, e hanno radici ben lontane dalla nostra sfera personale". Esserne immune è difficilissimo e non solo su questioni politiche, sia in negativo ma anche in positivo. Persino entrando in un supermercato facciamo spesso le nostre scelte in base alla marca conisciuta o meno,senza leggerne gli ingredienti o caratteristiche. Non prendere coscienza del costante tentativo di chi ha in mano le chiavi dell'informazione, di surrogare le nostre idee e di conseguenza le nostre scelte a proprio vantaggio, è infatti, il primo passo di un inevitabile successo del tentativo di condizionamento di cui siamo oggetto quotidianamente.
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