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venerdì 21 ottobre 2016

Sig. Presidente del Consiglio, proprio Calamandrei…

Renzi Alcide Pierodi Giangiuseppe Gattuso - Raramente mi capita di leggere articoli  comprensibili, semplici e oggettivi quando si tratta del sistema istituzionale e delle sue regole fondamentali.

Mi riferisco alla riflessione di Annibale Marini, presidente emerito della Corte Costituzionale, pubblicata qualche giorno fa sul quotidiano digitale Affaritaliani.it.  Credo sia il migliore articolo in circolazione da quando è scoppiata la battaglia referendaria. Una disputa aspra, esagerata nei toni, inopportuna e inutile. Che travolge le intelligenze, genera aspettative fuorvianti sulla reale questione sul tappeto.

Il 4 dicembre i cittadini si esprimeranno, non sappiamo con quanta consapevolezza, con un Si o con un No. Una scelta secca per una riforma complessa che cambia (o stravolge a seconda dei punti di vista) 47 articoli su 139 della Costituzione, sapendo bene che le refluenze favorevoli per i cittadini, nel breve e medio termine, saranno pressoché nulle.

Una riforma portata avanti dal governo e da una maggioranza politica non rappresentativa della variegata società italiana. Utilizzando meccanismi e procedure parlamentari al limite della decenza che fanno a pugni con il buon senso in particolare quando l’argomento riguarda regole fondamentali per tutti come nel caso della Costituzione.

Che non può essere minimamente paragonata, per la sua essenza fondante e universale, con qualsiasi altra riforma, pur importante, effettuata con legge ordinaria. E per questo deve essere trattata con accortezza, con i guanti gialli, coinvolgendo ogni più piccola rappresentanza evitando forzature e scontri politici. E invece assistiamo a una vera e propria campagna elettorale fatta di comizi, manifesti giganti, spot televisivi del servizio pubblico che rappresentano l’esempio massimo della mistificazione.

Marini AnnibaleEcco perché ritengo illuminante l'articolo di Annibale Marini. Una riflessione precisa che centra alcuni punti della riforma spiegandone con scioltezza le carenze e gli errori. Una questione con al centro un interesse generale sul quale il governo per primo avrebbe dovuto astenersi. Insieme a un parlamento composto da deputati e senatori eletti con una legge dichiarata incostituzionale che avrebbe dovuto soltanto occuparsi delle emergenze, sollecitando l’approvazione di una nuova legge elettorale per poi andare immediatamente al voto.

Un Parlamento che, riporto testualmente, “Si cura poco o niente della sentenza della Corte e si mette disinvoltamente non solo a fare riforme ma a riformare la stessa Costituzione in allegra compagnia non solo di un Presidente del Consiglio (non parlamentare) ma anche, quel che è più grave, del padre dei padri di questa riforma e cioè di quel Presidente della Repubblica che il Parlamento avrebbe dovuto, ripeto, ancora una volta, sciogliere”.

E riguardo la spinosa dibattuta questione della legittimazione del Parlamento a seguito delle sentenza n. 1 del 2014 di incostituzionalità del Porcellum: “La Corte Costituzionale richiamando il principio di continuità dello Stato fa corretto riferimento a quegli atti che tale principio verrebbero a compromettere e non alle riforme costituzionali”.

Ancora: “Sono sicuro che il presidente Renzi, che pur dice di aver letto centinaia di libri del collega Zagrebelski, confondendo le enciclopedie con un testo universitario, non ha invece sentito parlare di Piero Calamandrei. Uno dei più grandi giuristi del nostro paese e di un giurista che è stato sempre onorato e continua ad essere onorato come uno dei più alti spiriti democratici”.

Piero_Calamandrei_2E rivolgendosi direttamente: “Signor Presidente del Consiglio, proprio Calamandrei riferendosi a quell’Assemblea costituente da cui è nata la nostra Repubblica ebbe ad affermare”: – <<Quando l’Assemblea discuterà pubblicamente la nuova Costituzione i banchi del Governo dovranno essere vuoti>> -. E “Alcide De Gasperi, facendo proprio l’insegnamento di Calamandrei; intervenne una sola volta nella discussione in sede di Assemblea: quando venne in considerazione l’art. 7 della Costituzione”.

Riporto un’ultima affermazione ripresa dall’articolo di Marini che ritengo importante sottolineare: “Il Presidente Renzi presiede un Governo della Repubblica e non può né deve diventare un governo di una parte soltanto della Repubblica. Anche perché Ella Signor Presidente, sa bene e lo sanno anche tutti i cittadini italiani, che il governo, quel governo che viene impropriamente e illegittimamente da lei chiamato a partecipare alla campagna referendaria dispone di mezzi, di vario genere, di cui non dispongono i comuni mortali i quali dunque si trovano svantaggiati in una competizione in cui la c.d. parità delle armi dovrebbe rappresentare una regola assoluta e inderogabile, prima ancora che giuridica, di natura morale”.

Concludo questa mia breve riflessione sulle tesi di Annibale Marini, ma consiglio vivamente i lettori di leggere con attenzione l’intero corposo testo sulla riforma costituzionale direttamente cliccando qui.

Giangiuseppe Gattuso
20 Ottobre 2016

42 commenti:

  1. Condivido pienamente. A conferma cito il prof. Pace: "la riforma è eversiva della Costituzione, è stata votata da un Parlamento"drogato"."

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    1. Articolo chiarissimo e molto interessante. Comunque ritengo che a questo punto mi sembra superfluo ripetere all'infinito : governo illeggitimo, presidente non eletto, parlamento incostituzionale che non poteva modificare la Costituzione ecc ecc.. Lo ha fatto. Ha modificato la Costituzione e secondo me non ci rimane altro da fare che votare e fare votare NO!

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  2. Bravissimo Giangiuseppe. Invito tutti a leggere il tuo articolo perché possano capire coloro che hanno preso le distanze dalla politica e non hanno più alcun interesse delusi come sono per questa; che è importante conoscere il perché si vuole cambiare questa riforma. Non vi invito a leggere il plico che ha scritto quell"individuo che indegnamente ci rappresenta perché ci capirete molto poco, vi invito unicamente a prendere atto che il sudetto individuo approfitta del suo ruolo di presidente per poter mantenere lo scettro del comando a tempo indeterminato. Ve ne accorgerete da tutte le manovre convulse che sta attuando in questi ultimi tempi, distribuendo mance a chiunque può essere un probabile votante della sua ignobile manovra per cambiare la costituzione che non è stata scritta da persone da poco come lui e i suoi scagnozzi bensì da persone di grande valore conoscitori della politica e dei diritti di ogni uomo perché possa sempre essere salvaguardata la propria dignità.

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  3. Credo che tra quelle che andranno al voto, ben poche persone avranno la reale consapevolezza del vero significato di questa riforma ed ancor meno delle conseguenze sulla democrazia di questo paese. Presso la facoltà di giurisprudenza della Sapienza, sono stati interpellati studenti e professori, che unanimemente l'hanno giudicata incomprensibile e raffazzonata anche in materia di lingua italiana. Mi domando quindi, quali maggiori qualità possiederebbe l'uomo della strada per decidere con coscienza qual è il meglio per il paese? Quindi, tutti quelli che si esprimeranno nelle urne, per il Si o per il No, in base a quali convinzioni lo faranno se non per effetto della suggestione ad opera dei media Tv e giornali? Ora considerando che la maggior parte dei media e sopratutto quelli della televisione, cosiddetta pubblica, sono interamente al servizio del Si, dopo la nomina di direttori e giornalisti da parte del PdC, in sostituzione di quelli meno gestibili, così come pure i giornali, la lotta è realmente impari. Soprattutto se consideriamo che il governo, così come ricorda anche l'articolo, non brilla certo in correttezza istituzionale, partecipando all'influncer di parte, figurarsi farlo poi indirizzando i media del servizio pubblico, pagato con il canone dei cittadini verso il Si.

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  4. Michele Maniscalco ha sintetizzato bene ciò che anch'io penso.
    Inutile tirarla lunga col "governo" non eletto da popolo, non rappresentativo, ecc. ecc.... Ormai c'è, prendiamone amaramente atto e votiamo convintamente NO!!!

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    1. Parlare di Piero Calamandrei a Renzi e al suo governo, credo che pensino ad una ala sinistra della Fiorentina degli anni'40/50.

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  5. Concentriamoci nella battaglia per il no! Sarà durissima ma si può vincere. Evitiamo di pensare ai sondaggi che man mano il voto si avvicini diventeranno tutti favorevoli al SI! Palle!

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    1. Secondo me, a volere essere ottisti, solo un massimo del 20% delle persone andrà a votare SI o NO con cognizioni di causa. Il restante 80% andrà andrà votare con un SI a favore del governo Renzi e con un NO contro il governo Renzi. Io col mio No faccio parte dell80%

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  7. Buonasera Direttore
    Come sempre articolo interessante che tocca diversi punti della situazione referendum Penso che si sia oramai detto di tutto e di più Quindi i miei commenti non aggiungerebbero nulla di nuovo di quanto da me e altri già detto. Personalmente anche se trovo l’articolo molto interessante non cambierò idea sui padri costituenti e sulla ns costituzione che trovo obsoleta e da rivedere profondamente ( mi limito solo a questo ) Penso che ne riparleremo a lungo di nuovo dal 5 dicembre qualunque sia il risultato anche se so già che vinceranno i NO PURTROPPO

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    1. Una Costituzione obsoleta merita di essere modificata da una Costituente

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  8. ...E sottolineerei le parole di Calamandrei... "QUANDO L'ASSEMBLEA DISCUTERÀ PUBBLICAMENTE LA NUOVA COSTITUZIONE, I BANCHI DEL GOVERNO DOVRANNO ESSERE VUOTI!"

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  9. CHAPEAU... Bravissimo... condivido.
    E che dire di personaggi televisivi come la Gruber che ieri sera ha addirittura detto che il si è in vantaggio per l'endorsement di Obama! e di Gerardo Greco che stamattina diceva che c'è solo un punto di differenza... GIOCANO SPORCO!!!

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  10. Bravissimo Giangiuseppe Gattuso...personalmente ho un senso di soffocamento già adesso,figurarsi se,malauguratamente,dovesse vincere il si....chi e cosa potrebbe fermare l'arroganza di questo governo fatto da voltagabbana,inciuciari,privi di ideali,quelli che hanno consentito in poco piu' di 2 anni ,di distruggere diritti acquisiti in anni e anni...Sono molto preoccupata....

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  11. Credo che basti leggere questo illuminante articolo di Marini per apprezzarne lo stile, l’eleganza, la profondità degli argomenti usati. Questa è la classe dei giuristi schierati a difesa della Costituzione (e quindi che votano NO). Salta subito agli occhi la differenza abissale, incolmabile, siderale con gli argomenti usati da chi fa la propaganda per il SI. Da questi ultimi si sentono soltanto slogan, frasi fatte, riferimenti impropri alla salvezza del Paese che, se non passa il SI, va a scatafascio (come se adesso l’Italia fosse un eldorado). Leggendo Annibale Marini può essere superfluo anche approfondire i contenuti della riforma per votare NO, tanto è convincente l’analisi sul contesto di delegittimazione nel quale sono state pensate e scritte modifiche così pesanti e devastanti dell’equilibrio istituzionale. Non c’è precedente, infine, sull’iperattivismo di un Governo (peraltro solo frutto di accordi di palazzo), che ha incarnato in prima persona una legge, che dovrebbe essere di esclusiva prerogativa del Parlamento e soltanto del Parlamento. Evidentemente Renzi non ha letto Calamandrei.

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  12. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  13. Nella revisione della Costituzione operata dal governo Renzi non c’è praticamente nulla da salvare.
    Facendo un’anamnesi storica di quanto è accaduto in tempi recenti, troviamo parecchie anomalie che si possono riassumere in cinque grossi pasticci.

    1) IL PREMIER. Renzi è stato nominato premier da Napolitano con il classico gioco di palazzo, svilendo le regole fondamentali della rappresentatività democratica. L’ex sindaco di Firenze, infatti, dopo avere vinto le primarie ed essere diventato il nuovo segretario del suo partito, ha sostituito Enrico Letta portando a Palazzo Chigi un programma completamente diverso, se non opposto nel suo spirito d’impostazione, da quello con il quale Bersani aveva portato il PD a vincere le elezioni politiche del 2013 a pari merito con Forza Italia e il M5S (quest’ultimo, in verità, leggermente avvantaggiato come numero di voti ottenuti). Gli elettori del Partito Democratico, di fatto, si sono trovati con un premier che perseguiva un programma diverso da quello per il quale essi avevano votato. E gli italiani si sono trovati per la terza volta consecutiva (dopo Monti e Letta) un pdc non passato direttamente dalle elezioni. Primo bel pasticcio.

    2) IL PARLAMENTO. Il Porcellum era stato dichiarato incostituzionale dalla Consulta (con sentenza 1/2014) per la parte di rappresentatività popolare a causa dell’abnorme premio di maggioranza. Questo avrebbe dovuto comportare l’immediata sostituzione di quella legge elettorale con un’altra che doveva rispettare le indicazioni della Corte Costituzionale. Renzi, invece, che cosa ha fatto? Ha fatto votare a colpi di maggioranza un Italicum che è l’esatta fotocopia del Porcellum, quindi fregandosene altamente della Consulta. Doppia anomalia: un Parlamento incostituzionale che vota una legge altrettanto incostituzionale. E Mattarella ci mette del suo firmando quella stessa legge che lui, in qualità di membro della Corte, aveva respinto. Secondo pasticcio.

    3) RIFORME VARIE. Job Act, Scuola, Sanità: a parte il fallimento totale di questi provvedimenti, il Parlamento incostituzionale ha votato queste leggi a colpi di fiducia e di canguri, come mai si era visto in precedenza. Più che di leggi si dovrebbe parlare di espedienti disastrosi che hanno prodotto solo caos e sofferenze nei tre settori citati. Terzo pasticcio.

    4) REVISIONE COSTITUZIONALE. A maggior ragione questo Parlamento incostituzionale non è abilitato per mettere mano alla Carta Costituzionale che, per essere modificata, richiede la più ampia rappresentanza delle forze politiche in campo. Il governo Renzi, invece, che ha fatto? L’ha fatta votare a colpi di maggioranza e di fiducia con un risicato vantaggio sulle opposizioni. In pratica ha fatto l’esatto opposto. Quarto pasticcio.

    5) CONTENUTI DELLA REVISIONE. Le ragioni che portano a giudicare negativamente la revisione renziana nel suo complesso sono già state ampiamente e puntualmente esposte dall’articolo di G. Gattuso e si possono sintetizzare in un unico concetto: accentramento dei poteri nelle mani dell’esecutivo attraverso l’esproprio del diritto dei cittadini di eleggere i propri rappresentanti, con gravi ripercussioni sull’assetto parlamentare della nostra Repubblica. Quinto e ultimo pasticcio.

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  14. Se dovesse vincere il SI l'area della partecipazione democratica andrebbe a restringersi. Le decisioni politiche saranno prese da poche persone e c'è da pensare che queste le prenderanno valutando in esse più l'interesse privato che quello della collettività. D'altronde il Parlamento sarà maggiormente esautorato e quindi il controllo sarà minore. Per la maggior parte della popolazione, per quella che spinge il macigno lungo l'erta della propria esistenza, non cambierà di molto la qualità della propria vita. Ma se dovesse vincere il NO...in questo caso bisognerà che ci si sbracci tutti per riedificare il magistero della Democrazia.

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    1. Signor Consiglio io come sempre mi ripromettevo di non intervenire più su questo tema. Tuttavia i suoi commenti mi spingono a porle una domanda. Ma quando mai il popolo italiano ha avuto una possibilità di una partecipazione democratica e di quale sarebbe l'attuale democrazia esistente in italia. Grazie

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    2. Eugenio Magrini e che facciamo peggioriamo la situazione?

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    3. Eugenio Magrini, le rispondo volentieri anche se però lei non contesta la validità dei miei assunti. Il popolo italiano non ha mai avuto quell'occasione a cui allude perchè è stato sempre drogato. D'altronde già nell'antica Roma si usava gestire con "panem et circensis" che oggi possiamo tradurre come "partite di pallone e televisione". Fin quando c'è stato un minimo di pane la TV è andata bene bene ma quando il pane è venuto a diminuire sensibilmente il tempo di vedere la TV manca pure perché viene occupato a cercare cibo. E il malessere si diffonde...Comunque tutti si sono accorti che chi ha il potere cerca di mantenerselo e questo non va bene tranne per coloro che campano col clientelismo passivo e allora, anche se può sembrare utopico, io credo si deve sperare nell'affrancamento delle classi subalterne dalle vessazioni del bisogno e ciò senza ricorrere alla violenza ma con la CULTURA. E chi l'ha la deve offrire agli altri.

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    4. Enorme pataccata. Basta guardarsi attorno per capire che attorno a noi si governa con una camera sola che ottiene la maggioranza.

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    5. Gigi, ma mi vuoi spiegare dove hai letto che la partecipazione democratica si restringerà laddove dovesse passare il SI ?

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    6. È il risultato naturale del combinato disposto fra il SI e l'Italicum . Se non ci credi non devi che aspettare e mi darai ragione ...spero di no !

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    7. Gigi, dici pure che voti No per tue rispettabilissime convinzioni, ma non confondere le idee alla gente dicendo una cosa che nella riforma non esiste.

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  15. Idem come Michele Maniscalco...#IOVOTONO.

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  16. Caro Giangiuseppe mi complimento vivamente per il tuo mirabile articolo molto, esaustivo, perfettamente in inea con quelle che sono le idee e le speranze di moltissimi italiani che voteranno con un NO. Secco e deciso per porre fine alla nefanda speranza di sovvertire la nostra grande COSTITUZIONE e rimanipolarla a uso e consumo di coloro che hanno i loro più svariati interessi privati.
    Costoro non hanno la benchè minima idea di un Calamandrei e dei veri padri che hanno fatto grande l'Italia. Ci sarebbe molto altro da dire ma preferisco non proseguire... Come Santussa Andriano RIBADISCO IL MIO NO, a chiare lettere.

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  17. Come Caianello e Maniscalco credo anche io che una minoranza andrà alle urne con la consapevolezza del voto da esprimere.

    Credo anche che questo sia chiaro al governo che sta appunto usando tutti i mezzi per realizzare il disegno di "dopaggio" del maggior numero di analfabeti funzionali affinché esprimano un SI.

    Che piaccia o meno il numero di analfabeti funzionali in Italia varia dal 47% rilevato nel 2009 dal Human Development Report al 75% sottolineato dal governatore della Banca d'Italia in una lezione al liceo Tasso di Roma nel marzo del 2016 e, poiché costoro non sono in grado di svolgere un'analisi comparata del testo costituzionale riformato e originale, è evidente che la bilancia potrà pendere dalla parte di chi sa meglio usare gli slogan.

    Tuttavia, tenuto anche conto che l'astensionismo alberga proprio tra gli analfabeti funzionali, il compito più arduo per il governo sarà quello di convincerli a recarsi a votare.

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  18. Caro Direttore, di questo referendum si è discusso tante volte su questo blog, che mi riesce quasi impossibile trovare nuovi motivi per discuterne. A mio parere la rotta è già stata ampiamente tracciata con un linea che divide in due grossi tronconi il mondo degli elettori: chi vuole la permanenza di Renzi fino alla scadenza del mandato e chi scalpita per vederlo immediatamente fuori da Palazzo Ghigi. Tuttavia a questi due filoni di pensiero, se ne aggiunge un terzo, certamente ne renziano e ne simpatizzante del PD che intende votare SI perché stanco del doppio cameralismo inteso come istituzioni uguali e parallele. Io vedo in vantaggio il fronte del NO, ma un capovolgimento a favore del SI potrebbe essere un consistente apporto del terzo fronte sopra citato.
    Non avendo alcuna remora su questa consultazione referendaria, io mi ritengo appartenere a quest’ultimo fronte, per i motivi già ampiamente spiegati. Non ho MAI CREDUTO al discorso sulle riforme cosiddette “perfette”o ampiamente condivise. Riportare alla memoria l’esempio dei nostri “Padri Costituenti” è del tutto inutile, un paradigma ormai rimasto unico e non più applicabile. Non credo che ci sia qualcuno ancora convinto che possa ripetersi quel costruttivo confronto di 70 anni orsono. Calamandrei e così tutti coloro che parteciparono responsabilmente alla stesura della nostra costituzione potranno essere citati solo negli annali della storia d’Italia. In politica, attualmente, è in essere un continuo stato di guerra permanente, non si ascolta, non si dialoga, ma solo la ferrea volontà di aggredire e distruggere l’avversario di turno.
    Caro Direttore, non pensi che è ormai superato, continuare a ripetere sulla illegittimità di questo Parlamento? Perlomeno rimane anche illegittimo tutto ciò che propongono le varie opposizioni. Però giustamente come fa rilevare Annibale Marini, modificare la Carta Costituzionale non è la stessa cosa come modificare una legge ordinaria. Sono d’accordo, però la sentenza n. 1 del 2014 dobbiamo leggerla tutta, non solo la parte che interessa allo scopo. Così recita la sentenza:…” Le elezioni che si sono svolte in applicazione anche delle norme elettorali dichiarate costituzionalmente illegittime costituiscono, in definitiva, e con ogni evidenza, un fatto concluso, posto che il processo di composizione delle Camere si compie con la proclamazione degli eletti. Del pari, non sono riguardati gli atti che le Camere adotteranno prima che si svolgano nuove consultazioni elettorali. Rileva nella specie il principio fondamentale della continuità dello Stato, che non è un’astrazione e dunque si realizza in concreto attraverso la continuità in particolare dei suoi organi costituzionali: di tutti gli organi costituzionali, a cominciare dal Parlamento. È pertanto fuori di ogni ragionevole dubbio – è appena il caso di ribadirlo – che nessuna incidenza è in grado di spiegare la presente decisione neppure con riferimento agli atti che le Camere adotteranno prima di nuove consultazioni elettorali: le Camere sono organi costituzionalmente necessari ed indefettibili e non possono in alcun momento cessare di esistere o perdere la capacità di deliberare. Tanto ciò è vero che, proprio al fine di assicurare la continuità dello Stato, è la stessa Costituzione a prevedere, ad esempio, a seguito delle elezioni, la prorogatio dei poteri delle Camere precedenti «finchè non siano riunite le nuove Camere» (art. 61 Cost.), come anche a prescrivere che le Camere, «anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni» per la conversione in legge di decreti-legge adottati dal Governo (art. 77, secondo comma, Cost.).”

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    1. Gentile Signor Franco Luce il non credere alle cosiddette riforme “perfette” non impedisce di perseguire l'obiettivo di "ampia condivisione" soprattutto quando sono in gioco i pilastri dell'ordinamento di un Stato.

      Inoltre, riportare alla memoria l’esempio dei nostri “Padri Costituenti” è tutt'altro che inutile: è un esempio che serve di sprono ed è un faro per fare le cose per bene.

      Anche se questa via è ardua per i piccoli uomini che emergono solo grazie al loro pungiglione avvelenato, chi riconosce il "paradigma del passato" se crede che sia "unico e non più applicabile" allora ammette la sconfitta del buon senso e dell'onestà intellettuale.

      Credo che è un dovere morale lasciare in eredità alle future generazioni esempi di lotta e non di rassegnazione al meno peggio.

      Concludo riportando un pensiero di Pablo Neruda: "La speranza ha due bellissime figlie: lo sdegno e il coraggio.
      Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle".

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    2. Egregio Francesco Salvatore, le tue parole sono certamente condivisibili. Apprezzo ancora di più il tuo ammirevole garbo nel disquisire un argomento che ci vede su due fronti diversi. Purtroppo il monosillabo voto da esprimere al referendum non permette di percorrere strade intermedie, solo per questo mi permetto di dirti che la nostra visione è diametralmente opposta. Pur essendo cattolico, non ho mai creduto ai “miracoli” politici, mi attengo alla reale situazione italiana, in cui è difficilissimo se non impossibile trovare un accordo tra le forze politiche presenti in parlamento. Non abiuro l’esempio dei nostri “Padri costituenti”, ma escludo categoricamente che possa far breccia in una situazione politica in cui regna uno sfacciato personalismo, e vige la regola: “togliti tu che mi devo mettere io”. Scusami la volgarità dell’esempio, ma la situazione italiana, è questa. Si formano maggioranze estremamente eterogenee alle quali corrispondono opposizioni altrettante eterogenee. Mica hai dimenticato che abbiamo dovuto pregare il vituperato Giorgio Napolitano a restare in carica perché non eravamo in grado di eleggere uno nuovo? Come faccio ad ammettere la sconfitta del buon senso, se questo sano principio manca del tutto? Caro Francesco, è doloroso affermarlo, ma la situazione reale è questa!! Per un periodo tempo, ho creduto nel cambiamento, speravo di vedere il M5S dialogare con le altre forze politiche, ammetto di essere rimasto fortemente deluso, nessuno può rappresentare la “panacea” di tutti i mali. L’unica politica portata avanti è solo quella dell’abbattimento del nemico di turno …. Arbore deiecta, quivis ligna colligit.(Caduto l’albero, ognuno corre a far legna).

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  19. Ribadisco il mio No, che va inteso come opposizione totale all'operato di Renzi sui pilastri dello Stato Sociale - Scuola, Sanità, Ambiente, Giustizia Sociale - e non tanto al merito costituzionale del referendum.

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    1. Nino, apprezzo la tua sincerità, non c'entra nulla il referendum, ma la caduta di Renzi.

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  20. Il cambiamento anche parziale delle regole costituzionali dovrebbe rimanere estraneo alle dinamiche degli schieramenti e agli indirizzi di governo. Nel nostro caso si è verificato tutto l'opposto: riforma frutto di un progetto del governo e il suo iter parlamentare nella totale contrapposizione delle forze politiche. Una riforma che interessa un terzo dell'intero impianto richiede, per la sua complessità, conoscere gli effetti, più negativi che positivi, sul futuro assetto politico-istituzionale. Il referendum è uno strumento che ci permette di maturare la consapevole scelta del Si o del NO, diversamente diventa una occasione per confermare o rinnovare la fiducia alla maggioranza che ha votato la riforma. Dai dibattiti viene fuori poca chiarezza e tanta confusione alimentata anche dalla contrapposizione dottrinale. Da tempo ho maturato la scelta consapevole di votare NO, i motivi li ho descritti in occasione di altri commenti. In merito alle riflessioni di Annibale Marini condivido tutto ad eccezione della teoria degli effetti della sentenza 1/2014, della Corte Costituzionale, sulla legge elettorale c.d. porcellum. Il principio fondamentale della continuità dello Stato prevede la funzionalità di tutti gli organi costituzionali a cominciare dal Parlamento che rappresenta la sovranità popolare. La sentenza della corte non poteva produrre effetti sulla legittimità del Parlamento, la convalida dei parlamentari spetta alle due Camere. Una simile ipotesi comporta la morte dello Stato con l'avvio di una fase di incertezza degli equilibri istituzionali. Verrebbero messi in discussioni tutti gli atti del Parlamento dalle leggi alle nomine del Presidente della Repubblica e degli stessi giudici della Corte Costituzionale, compresi gli emolumenti dei parlamentari. Consolidato questo importante e inequivocabile aspetto istituzionale possiamo passare a valutazioni diverse. Allora tutti sapevano che quella legge elettorale era incostituzionale, quindi la responsabilità è di tutta la politica. Avrebbero potuto trasmettere un segnale positivo all'opinione pubblica dichiarano al Presidente della Repubblica la volontà di sostenere un governo di transizione solo per il periodo di approvare una nuova legge elettorale e, subito dopo andare a votare. Non è stato fatto! Quanto accaduto è colpa di tutti. Pensare che non essendo stati capaci di emendare il titolo della riforma ora, per avere visibilità, si affidano ai ricorsi. Dimostrazione della loro poca affidabilità. La certezza consiste nel potere che abbiamo con il voto di difendere la Costituzione da modifiche mistificatorie.

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  21. Se fossi italiano, voterei chiaramente NO, questi cambiamenti nella costituzione sono troppo , e vistosamente, in favore d'un sistema politico antidemocratico (per non dirlo con parole più pesanti) ed una porta aperta per una futura dittatura monopersona.

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  22. In 2 anni abbiamo purtroppo avuto: Riforma del lavoro, della scuola, della pubblica amministrazione, delle provincie, della legge elettorale e della costituzione!
    E vengono a raccontarci di un sistema ingessato, immobile!
    Gli stessi slogan di Berlusconi che si vantava costantemente di aver fatto più riforme lui che altri in 70 di repubblica e che purtroppo è vero non saremmo in queste condizioni.

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    1. Signor Nardone per me sarebbe solo l'inizio di una rivoluzione nelle riforme. Dopo la costituzione e riforma elettorale seria la magistratura la giustizia la PA guardi lei quante cose ci sono urgentemente da rifare da rifondare direi.

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  23. Caro Giangiuseppe, grazie per avere pubblicato il tuo articolo che ho apprezzato, trovandolo interessante e per certi versi con approcci nuovi rispetto ad altri. Per me che credo nel valore della ricerca, del confronto, dell’ascolto, lo ritengo un ulteriore arricchimento non privo di significato.
    Ho riscontrato qualche commento che tende a sminuirne la portata, e ritengo ciò verosimilmente dovuto alla stanchezza di alcuni di dovere difendere una posizione che a me pare, pur con rispetto per ogni posizione, ambigua e fuorviante.
    Personalmente credo che nulla sia immutabile e che tutto sia perfettibile, e su questo credo che tutti conveniamo senza bisogno di differenziarci. Quindi, se nel cangiare dei tempi si avverte l’esigenza di dovere adeguare alcune norme alla nuova realtà, non credo possa essere considerato pregiudizialmente uno scandalo, anzi credo che sia necessario confrontarsi affinché le norme che si vogliono definire possano corrispondere alle nuove esigenze.
    Se non si ravvisa però l’esigenza reale e i rimedi proposti non possono garantire i miglioramenti declamati, anzi vanno a depotenziare la stessa Carta Costituzionale, non pare assecondabile una linea artificiosa e quasi personalistica.
    La caratteristica della Carta Costituzionale è quella di una impalcatura giuridica e etico morale che regola i rapporti complessivi di un Popolo, ponendo a fondamento “l’uguale dignità” di ogni suo membro. Quindi rapporto fra i cittadini stessi, fra i cittadini e le istituzioni, fra le istituzioni fra loro, fra le istituzioni nazionali e quelle sovranazionali secondo gli accordi e i trattati..
    La sovranità per individuare le nuove esigenze e definire eventuali altre norme è demandata dal diritto naturale e dalla Carta Costituzionale al Popolo e per sua delega al Parlamento che lo rappresenta. Non ad altri: né al Presidente della Repubblica, né al Governo, né ad altri Organi Istituzionali.
    Allora la domanda è questa: il governo rappresenta legittimamente il Popolo Italiano? Il presidente del Consiglio ha il diritto di svolgere propaganda nelle e con le proprie funzioni, se non da comune cittadino dato che non ha alcuna legittimazione elettiva parlamentare?
    Se le regole sancite dalla Carta Costituzionale rappresentano ancora per gli Italiani un punto di riferimento e un valore, allora la posizione odierna del premier Renzi è quantomeno illegittima.
    Ma c’è una seconda caratteristica che non bisogna sottovalutare.
    La richiamata sentenza n.1 del 2014, pur salvaguardando il principio fondamentale della continuità dello Stato e, di conseguenza, degli organi costituzionali, i quali come recita la stessa sentenza non possono in alcun momento cessare di esistere o perdere la capacità di deliberare, non elimina l’illegittimità degli atti compiuti, anzi ne prevede l’opportuno e celere superamento e il ripristino della legittimità costituzionale negli atti che si andranno ad adottare.
    Di fatto, dunque, il perseverare nell’esercizio di funzioni non legittime pone una questione di arbitrarietà sia formale che sostanziale e implica il necessario ripensamento nel rapporto fra chi ha autorità, secondo la Costituzione, di legiferare per il bene comune e chi detiene realmente il potere, ovvero esercita il monopolio sociale della forza.
    Inserire nell’esperienza costituzionale la logica dell’arbitrio che va ad intaccare il principio di giustizia, che è principio legittimante il potere, finisce per diventare un cancro capace di corrodere dal di dentro tutto il sistema giuridico istituzionale, rendendolo fragile, anche quando apparentemente si presenta in modo determinista, se non assoluto.
    ...continua

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    1. In questa logica, non solo verrebbe messo in grave crisi il principio democratico che regge l’impalcatura costituzionale, ma addirittura verrebbe intaccata qualsiasi logica di pluralità e di alternanza, tanto che il primato della democrazia che rappresenta l’elemento di continuità del nostro sistema, si rivelerebbe ancora più ambiguo di quel che di fatto è, e detentori del potere potrebbero a piacimento stabilire non solo le modalità del voto, sottraendo il diritto ai cittadini come è avvenuto con la perversa legge elettorale, ma addirittura stabilendo su che cosa sia lecito essere chiamati a votare.

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  24. Ben detto Direttore, ho letto con molto piacere il tuo chiaro articolo e quello del presidente Marini e sono sempre più convinta che voterò No, No a questa riforma anticostituzionale che non mi convince proprio, No a un governo che fa propaganda elettorale servendosi di un giullare che tutti chiamiamo presidente, No, come giustamente osserva Marini alla semplificazione del lavoro parlamentare,perchè non ci sevono più leggi ma leggi fatte bene da politici che lavorano seriamente.

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  25. Mi fa ridere lo slogan “Un’Italia più semplice e più forte”. Giornali che si aggregano, direttori di giornali che sono sostituiti perché sono del fronte del NO. Che democrazia è questa? Dov’è la pluralità dell’informazione?Voterò NO perché sono per la modernizzazione della costituzione e non per la deformazione!

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  26. Petulante fino alla noia, insisto.....nell'affermare che per essere Presidenti del consiglio bisogna essere prima cittadini, perche' dico questo, perche' c'e'la necessita' di rappresentare tutto il ceto sociale, dall'ultimo uomo, sino all'uomo facoltoso che nientemeno si potrebbe comprare senatori e deputati. Ci vorrebbe rappresentare tutti, ma la fiducia e'una cosa seria, si concede solo alle persone serie, quelle che la meritano. Tante macchie dietro di lui, a partire dalle banche, dai pacchi che ha regalato aicorrentisti, sino al petrolio della Basilicata, sono troppi gl'errori e sono troppi gl'amici intriganti che vogliono fare di lui solo il mezzo per prendersi tutto. All'oscuro di grandi salotti e di strani figuri si gioca sulle spalle della povera gente. Grandi parole, dette ed acclamate dal famoso fiorentino non servono piu'....: "hai perso gia', prima di cominciare, meno malede ltuo comportamento, adesso sappiamo come ti dobbiamo cacciare........

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