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venerdì 14 ottobre 2016

Riforma costituzionale. Patti chiari e amicizia lunga

Patti chiaridi Francesco Salvatore - Firmereste mai un contratto in cui non tutte le clausole siano puntualmente definite o dove alcune troveranno piena formulazione - non ancora definita - in ipotetico futuro?

Il buon senso suggerisce di non firmare un tale contratto, soprattutto se potrà avere ripercussioni per molti anni a venire.

NO Si referendumAnalogamente c’è da chiedersi perché siamo chiamati a giudicare, sottoscrivendo o meno, una modifica della Costituzione, tra l’altro esplicitamente finalizzata a:

· “contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni” il cui ammontare però anche se valutato in modo certificato non viene quantificato

· “il superamento del bicameralismo paritario”, rimandando a una futura legge il meccanismo di elezione di rappresentati del “Senato riformato”

massimo-d-alemaGià il fatto di essere chiamati ad accettare o rifiutare una riforma costituzionale che presenta per taluni aspetti incerta e incompleta negli elementi necessari alla formulazione di un giudizio autonomo e consapevole, non depone bene, Ciò induce a pensare male e cioè che il problema sia frutto di “ingenuità” dei padri della riforma o, peggio, della consapevolezza che il popolo a cui si rivolgono sia ingenuotto.

Posto il vizio di fondo, c’è anche da registrare che tra i fautori della riforma c’è poca chiarezza sul tema del risparmio dei costi di funzionamento delle istituzioni.

Secondo la Ragioneria dello Stato - una valutazione almeno certificata - i risparmi ammontano a 57,7 milioni di euro e, in particolare, le spese del Senato avranno una diminuzione solo del 9%.

La scarsa chiarezza si riscontra nel fatto che tali cifre appaiono assai modeste se sono riferite al miliardo di euro dichiarato il 31 Marzo 2014 da Renzi nel corso di un intervista rilasciata al direttore di TgSky24 o del mezzo miliardo (50% in meno) della dichiarazione dallo stesso Renzi riportata dall’ANSA il 22 Settembre scorso.

In questa confusione, i meno spudorati sostenitori della riforma costituzionale dichiarano che la riduzione dei costi di funzionamento delle istituzioni non caratterizza la riforma, ma dà un segnale positivo nella prospettiva di un miglior utilizzo delle risorse pubbliche.

NO Si referendumMa allora viene da chiedersi perché riportare questo particolare aspetto nel quesito referendario? Qualcuno dirà perché è il titolo del testo di riforma approvato in sede parlamentare.

Ma se è così viene ancora da chiedersi perché il titolo di una legge riporta aspetti marginali dei suoi contenuti. In ogni caso la cosa non è certamente incoraggiante e tanto meno depone a favore dei promotori.

Ancora il testo di modifica costituzionale chiede ai cittadini di esprimersi sulla riforma del Senato per il quale verranno privati del diritto di scelta diretta - fatto già di per sé poco esaltante - senza nemmeno chiarire le regole con cui i futuri Senatori verranno scelti fra presidenti di Regione e Sindaci.

A fronte di tale vuoto c’è solo una promessa che si farò qualcosa. Insomma si chiede di esprimere un giudizio su un argomento in cui mancano informazioni che potranno essere disponibili solo dopo il voto ma il cui merito non si conosce con certezza.

De Gasperi su TimeConsiderato che le Costituzioni vanno pensate “per sempre” il minimo che si possa chiedere a chi ha proposto e votato questa riforma di ampio impatto è il rispetto di coloro che vengono chiamati a confermarla o respingerla, fornendo loro non soltanto elementi di giudizio certi ma anche evitando di colmare i vuoti di informazione con promesse che, a differenza dei fatti, non sono rilevanti per maturare autonomamente un giudizio consapevole e adeguato alla statura della legge in discussione.

Francesco Salvatore okFrancesco Salvatore
14 Ottobre 2016

18 commenti:

  1. Signor Salvatore allora non andava firmata neanche quella del 47 Infatti nessuno ce lo ha chiesto

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    1. oltre al fatto che nel 47 la Costituzione era un passo indispensabile per chiudere definitivamente un sipario su un periodo orribile e aprirne uno nuovo improntato su uno Stato sociale democratico che aborriva la guerra.... in quella del 47 non c'erano lacune con promessa di emendamenti

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    2. Signor Salvatore vero lo hanno detto tutti i ns padri costituenti come la giustificazione di una cosa che ben sapevano i danni che avrebbe fatto in futuro. Loro sapevano che sarebbe stato necessario cambiarla subito dopo ma l'hanno fatta in maniera tale che il popolo italiano non avrebbe mai avuto il potere di cambiarla ed oggi ci troviamo come ci troviamo. Come dico sempre 940 nulla facenti da mantenere 154 partiti ed un popolo sovrano del nulla.

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    3. Dimentichi che in quella occasione fu eletta con sistema proporzionale un'Assemblea ad hoc e che quindi rappresentava tutto il popolo, mentre questa è stata approvata da un Parlamento eletto con una legge incostituzionale e che nei programmi di quella elezione non c'era in nessun partito la riforma costituzionale. Riforma invece introdotta con un colpo di Stato di Napolitano che ci ha regalato tre governi non votati da nessuno e men che meno rappresentanti della volontà della maggioranza del popolo italiano. Prima di tranciare giudizi andiamoci a studiare un po' di storia se non lo abbiamo fatto nelle aule scolastiche.

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  2. Sig. Magrini, come di solito Lei si diletta a discutere di "lana caprina". Con il fatto stesso che il popolo avesse eletto una assemblea costituente era chiaro che era d'accordo nel far fissare delle regole che regolamentassero la vita della neonata Repubblica pertanto, già in partenza, approvava le leggi che tale Assemblea avrebbe promulgato. Le regole che vennero discusse e approvate non le formulò il governo ma furono concordate da un arco di forze politiche che, al contrario di quelle odierne s'erano assunte il compito di riscattare l'Italia intera da una schiavitù che la affliggeva da più di un trentennio. Questa volta, cosa assurda, ci si ritrova davanti ad una proposta di riforma promossa dal governo e che, anche ad una semplice lettura, ci dice quale trasformazione antidemocratica verrebbe portata avanti da questo governo che l'ha proposta e già per questo si qualifica come "anomala", un governo nato da un vero vero e proprio colpo di stato e che palesamente manifesta che più che fare gli interessi dell'Italia si dispone a fare gli interessi di forze potenti ma che, come tutte le nequizie, agiscono nell'oscurità di logge e covi. Cerchiamo di essere seri, per favore, e guardiamo alle riforme, che dovranno esservi, ciò è indiscutibile, ma che siano utili alla comunità e non alle varie "gang" e che principalmente ci mettano al sicuro dai colpi di testa di Primi Ministri nati per colpi di stato e mai convalidati da una elezione in Parlamento.

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    1. Sig. Franco Gentile, la provocazione di Eugenio Magrini, non è assolutamente una riflessione da annoverare come di "lana caprina", al limite è il paragone che ha introdotto nel merito chi ha prodotto l'articolo che non calza!! Mi dispiace dirlo, ma considerare un atto politico, con un atto notarile non ha alcun senso logico. Qui, caro Franco dobbiamo prendere coscienza che ogni riferimento che facciamo con quelli che furono i “Padri Costituenti”, è del tutto inutile, erano altri tempi in cui prevaleva la ragione di stato sul personalismo, l’esatto contrario di quanto avviene oggi. Possibile che nessuno si accorga dello stato di confusione che regna in Italia? Possibile che nessuno si avvede che nell’intero scenario politico primeggia un narcisismo esasperato? Una guerra di tutti contro tutti. Convinciamoci una volta per tutte che una condivisione, seppure approssimata tra le varie forze politiche, non ci sarà MAI. Quando governava Berlusconi , nell’opposizione c’era di tutto, ad iniziare dal miscuglio che era l'Ulivo. Ora c’è Renzi e si coalizzano tutti contro di lui. Se alle prossime elezioni andranno a governare i pentastellati, si ripeterà la stessa manfrina. Questo caro Franco è la grande anomalia italiana, siamo privi di veri politici, di quelli definiti con una sola parola: statisti, capaci di cogliere il pur minimo sussulto di condivisione. Come risolvere questo grave problema? Ritornando ai vecchi partiti, dove si discuteva anche animatamente ma i cavalli imbizzarriti venivano messi alla porta, forse è l’unico punto che condivido con Grillo.

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  3. La riforma è scritta coi piedi e il quesito è posto in modo da ingannare. Per questi e altri motivi io voterò "no"

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  4. Ottime motivazioni per non firmare questo contratto unilaterale e ad occhi bendati . Io non firmo perchè la Costituzione deve essere condivisa da tutti , perché trattasi di regole per la convivenza collettiva e non vorrei trovarmi , domani , in piena guerra civile nel malaugurato caso dovesse essere approvata . Andrò a votare no , il 4 dicembre , cercando di distogliere lo sguardo dal leggere le imbecillità scritte a sostegno delle motivazioni del si !

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  5. infatti lasciamo tutto incasinato come prima, alla mercè di maneggioni

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  6. Nessuno di buon senso firmerebbe un contratto incerto e questa riforma presente lacune in tutti i sensi oltre a rendere nominabili delinquenti e mafiosi .

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  7. Le osservazioni benevole di Francesco Salvatore sono pienamente condivisibili e poiché io sono meno benevolo aggiungo qualche considerazione.

    Il bicameralismo paritario non è superato ma solo ridimensionato, quindi siamo in presenza di un contratto che tradisce l'oggetto stesso del contratto.

    Non si affronta "il contenimento del costo delle Istituzioni" ma solo di alcune Istituzioni in modo marginale, non quantificato, non verificabile e truffaldino.

    L'elemento truffaldino è rappresentato dalla singolarità che i neo-costituenti ritengono importante inserire in Costituzione un tetto per l'emolumento dei consiglieri regionali, ma perché non adottano lo stesso criterio per i deputati?
    Forse perché non costa nulla decidere sulle tasche altrui?

    La riforma introduce lo Statuto delle opposizioni di cui si sa che sarà disciplinato dal regolamento della Camera ... che potrà essere approvato anche dal solo partito di maggioranza. Bello vero?

    Non sappiamo quasi nulla del Senato tranne che sarà eletto con metodo proporzionale ma non dagli elettori e che non rappresenterà la Nazione. Ma allora perché potrà influire sulle leggi nazionali, sulle modifiche costituzionali e sulla elezione degli organi di garanzia?

    Ecco, giusto per aggiungere qualche elemento di discussione.

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  8. Nulla da obiettare alle considerazioni dell'ottimo Salvatore. Problemi di spazio impediscono di sviscerare i contenuti della riforma, che invito a leggere, naturalmente a chi ha voglia di conoscerla senza posizioni pregiudiziali. Soprattutto consiglierei di confrontare l'ormai famigerato Art. 70 versione Boschi-Verdini con quello scritto dai padri costituenti nel '46-'48. Apparirà subito evidente il deficit di chiarezza (detto con eufemismo), che pervade le nuove norme. Di regola quando si scrive male, si pensa anche male e attribuire cattivi pensieri agli autori di questo sconcio è, quanto meno, altamente probabile. La Costituzione del '46, oltre ad essere stata condivisa da tutte le forze politiche, è stata scritta per essere compresa anche da parte di chi aveva la quinta elementare, proprio perché si riteneva che fosse patrimonio di tutti senza distinzioni di classe sociale. Inoltre c'è da chiedersi perché tante norme rinviano a successivi provvedimenti. Perché non si è previsto tutto ciò che c'era da specificare. Questa è la riprova dell'improvvisazione che ha guidato questa squadra di giuristi della domenica, diventati di colpi illuminati giuristi.

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  9. Ho letto con la massima attenzione il servizio di Francesco Salvatore, credo di non scoprire nulla di nuovo da poter aggiungere alle tante critiche esposte dal fronte del NO. Per onestà intellettuale, devo ammettere che alcune sono pienamente condivisibili. Tante altre però sono frutto di timori inesistenti. E’ notorio che sia del tutto fisiologico che ogni novità porta con se interrogativi e paure, quando dobbiamo far scorrere il nostro pensiero su un percorso, in parte conosciuto. Percorrere un sentiero alla luce del sole ci dà più sicurezza, in quanto possiamo renderci conto di eventuali “ostacoli” o “buche” che possono intralciare il nostro cammino. Tante volte però, per necessità o per costrizione, dobbiamo muoverci in un ambiente buio per evitare di restare in inerziale staticità, e per ovvie ragioni, si ricorre a procedere con i mezzi che abbiamo a disposizione, l’importante è non “inciampare”. Secondo il mio modo di vedere abbiamo trovato una candela, ma non abbiamo il coraggio di andare avanti se qualcuno non ci fornisce, prima di muoverci, anche un candelabro dove porre la candela. ” ACCEPTA CANDELA, CANDELABRUM QUAERIS”… avrebbe sentenziato qualche nostro progenitore. Caro Francesco, a mio parere, credo sia del tutto inutile discettare sull’eventuale risparmio che possa essere incamerato dalle casse dello Stato, il risparmio certamente ci sarà, ma nessuno attualmente è in grado di quantificarlo, e se Renzi ha dato delle cifre, ha mentito o si è fidato di qualche funzionario a lui vicino. Il risparmio dipenderà da una lunga serie di fattori e di rimborsi che potranno essere quantificati solo all’atto dell’esborso. Se quanto affermo non fosse vero, non ci sarebbe bisogno in una pubblica amministrazione o in una qualsiasi attività economico-finanziaria del bilancio di previsione ed di quello consuntivo. Sono d’accordo con te , quando affermi che le Costituzioni devono avere la più ampia condivisione possibile, ma con sommo rincrescimento dobbiamo constatare che qualunque sia il responso delle urne, quella condivisione di cui tutti auspichiamo, non ci sarà. Questo è uno dei tanti motivi, come ho già dichiarato in altri commenti, che mi spingono a votare SI’ convinto. Alcuni passaggi parlamentari saranno velocizzati e 221 soggetti andranno a continuare il lavoro che hanno abbandonato che vanno a sommarsi ai 65 del CNEL. Caro Francesco, spero che sarai disposto ad accettare una mia osservazione a domanda: “ Perché definire “spudorati” i difensori come il sottoscritto? Probabilmente in una competizione referendaria, chi esce fuori dal coro perde anche il senso della vergogna? “ Nessuno può fregiarsi o essere il detentore della verità, perché essa è figlia del tempo.

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  10. Lucio Nicolò Fonti Castelbonesi16 ottobre 2016 alle ore 19:02

    mi domando solo chi vi porta a discutere di un colpo di stato con gente che per ignorantita' (direbbe fra antonino da scasazza) o per malafede è schierato con il si, tertium non datur

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    1. Signor Castelbonesi oggi con GOOGLE si può sapere tutto ma sarebeb interessante avere una sua spiegazione o anche lei andrebbe in trip mentale???? Poi chiariamo un punto non esiste nessuna finta maggioranza in quanto tutte le procedure le leggi elettorali sono secondo la ns bellissima costituzione Poi mi scusi con l'attuale sistema parlamentare anzi partitocratico gestito da 940 nulla facenti da una magistratura di parte sistema in cui nessuno paga per i propri errori lei quale garanzia si aspetta Oppure quando mai ha avuto garanzia e di cosa nei passati 70 anni

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    2. Lucio Nicolò Fonti Castelbonesi16 ottobre 2016 alle ore 19:44

      sig. Magrini sono tanto secondo la "nostra" Costituzione, che la Corte Costituzionale ha dichiarato la legge elettorale illegittima perché violava... sa che cosa? La Costituzione.

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  11. La riforma potrà essere migliorata, nel frattempo votate SI al referendum, poi....poi. NO, prima non poi.
    Una riforma fatta con i piedi, pasticciata, giusto per mettere un potere praticamente illimitato nelle mani del premier di turno, oggi, a lui che, diciamolo, se la è confezionata su misura, forte dei risultati alle europee, senza contare che, la gente, alla fine si stanca e vota altrove, allora si puo' cambiare. #IOVOTONO

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  12. Leggendo l’articolo di Francesco Salvatore, una delle considerazioni che a caldo mi viene da fare è che questo Referendum, in fondo, qualcosa di buono la stia portando: gli Italiani ridotti quasi alla miseria, scippati dal proprio potere decisionale, conculcati da provvedimenti usuranti che hanno intaccato l’economia reale, si svegliano improvvisamente da un lungo letargo e vogliono capire i motivi veri che hanno indotto la classe politica dirigente a costruire un “marchingegno legislativo” che si vorrebbe far passare come esigenza popolare.
    L’articolo pone infatti una serie di dubbi, legittimi e condivisibili, circa la bontà della proposta referendaria, in quanto evidenzia che essa non soltanto è approssimativa e raffazzonata (ma questo lo dicono gli stessi sostenitori del sì), ma non risponde neppure minimamente al “raccontino” che propone Renzi della riduzione dei costi della politica.
    Che Renzi non abbia letto la proposta nata da un parto che ha messo alla luce, invece di un elefante un topolino, sembra difficile, ma che egli stesso non abbia compreso il danno che potrebbe arrecare all’Italia se passasse questa riforma, appare possibile se non evidente, sempre che si voglia considerare la sua buona fede e che il suo agitarsi non sia altro che l’aspetto goliardico di un “ragazzotto sotto esami”.
    Possibile che non si sia accorto che con questa riforma cede parte del potere dello Stato italiano all’Unione Europea? Possibile che non comprenda che con la modifica dell’art. 117 “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione Europea e dagli obblighi internazionali.”, di fatto si finisce con l’abdicare alla esclusiva sovranità nazionale e ci si assoggetta in modo acritico alle direttive di Bruxelles?
    L’articolo di Francesco Salvatore si presta a tante altre considerazioni che svelano il volto subdolo di questa riforma e questo mi richiama il pensiero di Platone “Se esistesse uno stato di soli uomini onesti e competenti, la competizione sarebbe per non assumere le redini del governo, e non, come ora, per governare a tutti i costi”, che parafrasandolo e riportandolo alla realtà attuale ci svela in maniera inequivocabile che tutta la “forzatura renziana” tende esclusivamente ad accaparrarsi spazi di potere a livello personale e di gruppo e non certo per perseguire il bene del Popolo italiano.

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