di Francesco Contorno - Se ci fermassimo a guardare, con distacco e obiettività, le vicende politiche attuali, ci renderemmo conto di essere storditi dal fiume di parole, dalle conflittualità, dalle accuse, dalle promesse, dai rancori che imperversano senza tregua.
E che nella società serpeggia un dubbio agghiacciante, e cioè che la mafia di questo Paese possa essere il sistema stesso, il modo di pensare, il modo di agire.
Qualcuno ha detto che nella delinquenza organizzata ci sono più “mafie”. Ma la caratteristica dominante è l’intreccio fra il lecito e l’illecito, tra il potere legittimo e quello arbitrario, tra il diritto e la concessione, o meglio la permissività garantita dal potere stesso. La mafia non ha un solo volto, un solo nome, una sola identità, una sola casa, ed è penetrata alla radice del sistema e si sostanzia con ogni azione illegittima o abuso di potere. Dunque, se il pensarla diversamente, il dissentire, il criticare, lo scegliere una linea rispetto ad un’altra, sono comportamenti legittimi, lo sono molto meno l’abuso di potere, l’ingerenza o la sopraffazione di una istituzione su un’altra, l’arbitrarietà e la temerarietà di certe scelte che possono determinare tensioni incontrollabili e reazioni a catena.
La prima cosa da stabilire in questo guazzabuglio politico non è chi ha torto o ragione, ma se tutte le istituzioni stiano dalla stessa parte, dalla parte della legge, dalla parte dei diritti e dei doveri, dalla parte del bene comune, dalla parte della legittimazione popolare. Che in un sistema democratico è l’unico soggetto di riferimento.
Se ci fermiamo un attimo, è facile invece percepire che il sentimento dominante fra la gente comune, al di là delle convinzioni di ciascuno, è l’incertezza. La preoccupazione che nasce dalla mancanza di dialogo e di confronto sulle idee e sull’eticità dei comportamenti, che determina un senso di sconforto, perché comunque andranno le cose nulla di buono si profila all’orizzonte e il Paese tende a scivolare sempre più giù senza riuscire a raddrizzarne il percorso.
Personalmente, non facendo parte di schieramenti partitici e non coltivando antipatia o simpatia per alcuno, intravedo in questa politica forme di violenza assurda e spietata, alimentate dall’utilizzo spropositato dei mezzi di comunicazione e dalle distorsioni di verità oggettive, da ingerenze artificiose e pilotate, da un bombardamento mediatico che confonde gli stessi addetti ai lavori.
La cosa moralmente scorretta, però, che si rileva da molti ragionamenti comuni, è che il senso dell’appartenenza politica - esplicita o camuffata - porta a evadere dalla logicità dell’evidenza e induce ad assumere atteggiamenti intransigenti a difesa delle proprie posizioni e contro le posizioni altrui.
Questo ovviamente non vale per una sola realtà politica, ma è diventato un modo d'essere di ogni schieramento. E chi si pone in questa linea sa perfettamente che non sta agendo per il bene di tutti e prima o poi sarà chiamato a rendere conto della propria ambiguità e faziosità.
Pur essendo palese che la logica del nemico/amico non abbia prodotto mai del bene nel nostro Paese, il continuare a perseverare in un momento così carico di angoscia per molte donne e uomini, per non parlare dei giovani, rivela scarsa sensibilità e disinteresse per i più deboli. Ma, ancora peggio, evidenzia perfidia, difesa di privilegi consolidati, ambizioni represse, suggestioni di potere che, purtroppo, sono le leve che muovono l’agire di tanti politici.
Dunque, senza entrare nel merito della riforma costituzionale, amareggia e inquieta il modo con cui si sta conducendo la campagna pubblicitaria a favore della sua approvazione. Come se dal referendum dovesse dipendere realmente la governabilità, il recupero della democrazia e della dimensione etica della politica, con pesanti rischi per il futuro dell’Italia.
Le fibrillazioni personalistiche di molti notabili fanno ben comprendere che la partita in gioco non è l’interesse del Paese, ma la salvaguardia del potere e dei privilegi consolidati. Così come gli attacchi scomposti nei confronti di un'amministrazione locale, come sta accadendo a Roma, non possono trovare rispondenza nell’opinione comune, ben consapevole che al di là di una capacità gestionale e di possibili errori, la legittimazione ad amministrare trova fondamento nel consenso ottenuto e nella voglia di cambiamento. Per cui qualsiasi giudizio di merito, qualora non si evidenzino fatti di giustizia accertati dagli organi istituzionali preposti, non può essere delegato o assunto da organi diversi che anzi, al di la della diversificazione politica, debbono assicurare mutuo sostegno e strumenti idonei a realizzare i programmi, come nello spirito e nel dettato dei padri costituenti attraverso il principio della sussidiarietà.
Sarebbe tempo, come suggerisce Einaudi, uno dei più autorevoli padri fondatori, che i governanti per fare un buon servizio al Paese cominciassero ad ascoltare l’uomo della strada che ha più consapevolezza dei problemi reali.
Francesco Contorno con la sua premessa ha sostanziato le fondamenta di un processo di degrado della politica che, da portatrice di valori, si è fatta strumento operativo di interessi che nulla hanno a che fare con trasparenza, interesse del bene comune e legalità.
RispondiEliminaUn degrado che ha reso possibile la nascita e crescita vertiginosa di un movimento il cui ideale è l'onestà: un'aggregazione che nasce alimentata dalla disonestà diffusa e dalla mancanza di riferimenti certi nelle Istituzioni.
Complimenti all'autore dell'articolo che ha fatto una nitida fotografia del bruttissimo clima che aleggia nel Paese...Purtroppo tv e giornali si ostinano a descrivere un'altra realtà,sono assolutamente complici del degrado,si ostinano ad additare come nemici della democrazia tutti coloro che non si allineano col pensiero unico...eppure basta cosi' poco per fare di ciascuno di noi un cittadino consapevole e obiettivo,senza pericolose tifoserie...basta guardarsi intorno e nel proprio portafogli e farsi un'idea della realtà,ignorando la propaganda che ci viene propinata da una informazione falsa.
RispondiEliminaCiao Francesco, ho letto per intero il tuo articolo e non solo, l'ho letto anche a mio marito !! Innanzi tutto oltre a complimentarmi con l'autore, devo dirti che l'analisi che tu hai fatto di ciò che sta accadendo nel mondo politico attuale è più che esaustiva e noi non possiamo che condividerla in toto. Io mi domando solamente, da ignorante in materia,se esiste un unica speranza per una eventuale salvezza,oppure dobbiamo tristemente rassegnarci ad una catastrofe, oramai così prossima ?? Grazie, di essere presente sempre !!
RispondiElimina"la prima cosa da stabilire in questo guazzabuglio politico non è chi ha torto o ragione, ma se tutte le istituzioni stiano dalla stessa parte, dalla parte della legge, dalla parte dei diritti e dei doveri, dalla parte del bene comune, dalla parte della legittimazione popolare. Che in un sistema democratico è l’unico soggetto di riferimento."
RispondiEliminaIn questo breve periodo stanno tutte le indicazioni di cosa è e di cosa, per contro, dovrebbe essere una buona politica.
E' da molto che la deriva politica scarroccia e segue una rotta opposta a quella che dovrebbe essere, ovvero, onesta, illuminata, previdente, di lungo respiro, attenta ai bisogni del popolo, che si esprime essenzialmente nei bisogni dell'uomo della strada.
E' scritto nella Costituzione ancora vigente che è in capo alla Res-Publica e, quindi ai politici seguaci ed ossequienti della Politica, il lavoro, in modo che anche l'ultimo dei cittadini abbia vita decorosa; che la salute del cittadino sia a carico della Repubblica;.............. ; e diverse altre cose dovrebbero essere a carico della governance politica.
Diamoci un'occhiata intorno: Qualcuno, di destra, di sinistra, di centro, riesce a vedere non proprio la traduzione pratica del dettato costituzionale? Od anche una sola parvenza di quello?
Altra cosa che riguarda i giovani: l'Istruzione. La norma costituzionale recita che la scuola deve essere "Pubblica". Al privato è concesso di fare scuola, con la sola limitazione che essa non vada ad incidere sul bilancio dello Stato. Oggi vediamo scuole private di ogni ordine e grado.sovvenzionate largamente allo Stato, mentre la scuola pubblica è abbandonata asfittica al punto che un gli alunni sono costretti a portare da casa sin la carta igienica per i bagni, assistiamo al fatto non unico di solai che cadono in testa ai ragazzi causando loro ferite, e che basta un sisma di magnitudo neppure troppo elevata, per causare la morte di un'intera classe di alunni di un piccolo paese.
Ed ancora vogliamo parlare di potere politico? Questa che oggi ci governa non è una classe politica, ma assomiglia tanto ad una lotta per bande in cui il debole soccombe e, letteralmente, muore mentre il potente si pasce di ogni più completa elargizione di danaro, di potere, di supponenza senza un minimo di vergogna, di fremito di giustizia di mutuo aiuto verso che soffre.
Vogliamo dare a costoro che in tal modo agiscono la possibilità di disgregare completamente il tessuto connettivo nazionale? Vogliamo ancora credere che ogni riforma che venga da questi elementi che guardano soltanto a non perdere il loro potere voltandosi, umane bandoliere, dalla parte in cui soffia il vento? Allora votiamo "SI". In caso contrario votiamo "NO".
Non avevo dubbi a riguardo, condivido pienamente il tuo pensiero, che aggiunge una pennellata al quadro a tinte fosche,dipinto da Francesco. La stessa cosa che domando a lui, la formulo a te, ma dove stiamo andando quando i nostri giovani per lavorare se ne vanno all'estero ??? E qui in un paese di esodati, in un paese che si dimentica o peggio ancora ignora i propri cittadini ?? Un caro saluto !!!
EliminaAnalisi perfetta, linguaggio chiarissimo, realtà quotidiana.
RispondiEliminaE' questa la vera sostanza di questo articolo del Sig. Contorno del quale condivido ogni parola, ogni virgola e punto.
Il declino sostanzialmente etico del nostro Paese è proprio quello denunciato dall'Autore e non vi è altra interpretazione da dare.
Se i Fondatori della Repubblica erano persone assolutamente inattaccabili purtroppo, nel prosieguo del tempo, la politica ha spostato il suo asse naturale di cura della "res publicae" alla sostanziale cura della "res mafie" e i personaggi che ne hanno compiuto l'attività, lentamente hanno ceduto il passo ai "parvenu" che, con ardore giovanile (?) li hanno sostituiti con l'aiuto, direi delinquenziale e distruttivo, di "vecchie cariatidi" a cui forse non si è fatta molta attenzione nell'affidare loro posizioni di dominio che hanno condotto, in particolare negli ultimi trenta anni di storia, alla situazione attuale.
Se ne potrà uscire? Tutto dipende ora non più dai politici in carica ma, sostanzialmente, da quella "volontà popolare" che la Costituzione reclama per essere totalmente e sapientemente applicata.
Non vi è dubbio che dei cambiamenti di rotta sono urgenti e fra i primi provvedimenti innovativi va affrontato quello della regolamentazione degli Istituti Rappresentativi, Camera e Senato, che, assolutamente restando di forma elettiva, necessitano di sostanziale ridimensionamento e di una limitazione di costo sopportabile per equità amministrativa ed etica. Il Senato deve essere quello previsto dalla Costituzione ed utile ad uno stato federale che, non vi sono dubbi, va al più presto aggiornato con la concessione dell'autonomia amministrativa alle Regioni affidando al Governo Centrale solo il compito di riequilibrio delle differenze economiche in senso solidaristico, la rappresentanza internazionale e la di tutela dei confini naturali dello Stato Unitario.
Il discorso sarebbe molto lungo se si dovesse entrare nei dettagli dell'amministrazione fiscale del territorio. Un discorso speciale e lungo si dovrebbe fare sull'evidente successo in questi ultimi tempi, del M5S che prepotentemente sta allignando forse più che per merito proprio per la macroscopica incapacità di governo dell'attuale classe politica al potere che, lentamente, sta portando alla disperazione tutto il popolo italiano che è stufo, ormai, di sentir parlare di "mazzette" - "corruzione" - "tribunali" - "indagati" - "assolti e condannati". Il quadro è talmente desolante che anche il più pacifico degli uomini ne avverte sensibilmente il disagio.
Infine mi si consenta di dare a titolo personale il Benvenuto tra i vecchi amici di Politica Prima al Sig. Francesco Contorno con questo suo preziosissimo scritto.
Caro Franco, condivido la Tua posizione e Tuo parere, ma, vorrei aggiungere un punto spesso ignorato: La perdita di valori tradizionali importantissimi, ereditati in forma religiosa, ma, non tradotti in forma laica e rispettosa di tutte le religioni ed anche di chi religione non ha, Valori come onestà, sincerità , reciproco rispetto ed aiuto, dare la colpa agli atei ed agnostici sarebbe spagliato ed un torto nel loro confronto, ma, esiste un ateismo arrogante ed ottuso, senza cultura ne valori morali, che ha sostituito tutti valori cristiani, musulmani ed ebrei con il dio denaro e questo neo dio con il neo-neo dio , la divinità assoluta del neoliberismo: Il denaro che non deriva dal lavoro.
EliminaLa mafiocrazia , quasi universale, non solo italiana, deriva proprio da questo processo di ridicolarizzazione della moralità e del giusto e misurato senso d'onore.
Dobbiamo ricostruire questi valori in forma laica, altrimenti torneremo ad uno stato preumano, non solo in Italia, ma sull'intero pianeta.
Mi congratulo con Francesco Contorno, per la sua analisi chiara, lineare ed equilibrata. Ormai, da qualche decennio ed in particolare negli ultimi anni, che hanno visto al governo dei diretti ed inequivocabili esponenti della finanza internazionale, è sotto gli occhi di tutti quanto le politiche economiche, sociali,del lavoro, sulla sanità, sulla scuola etc... siano tutte indirizzate nella direzione opposta rispetto agli interessi dei cittadini. L'ingerenza della cosiddetta Europa, espressione della troika nelle scelte della linea dei governi,è sotto gli occhi di tutti, eppure, ci sono quelli che pur vivendole, si rifiutano di vederle come tali, spesso abbagliati da una presunta nostalgica appartenenza ad ideali politici, da tempo del tutto evaporati nella classe politica di questo paese, per lasciare spazio ad affarismi, mero ritorno personale e privilegi della poltrona, nonché ad inciuci di palazzo di chi vuole ad ogni costo,nella propria megalomania sentirsi al di sopra degli altri e servilmente seguiti quasi in toto dai media, opportunamente foraggiati. Ne è un esempio questo PdC, che ha trasformato il servizio pubblico televisivo in un proprio comitato elettorale. Ne è un esempio più lampante l'ex Presidente della Repubblica. Infatti, chiediamoci chi ha nominato gli ultimi tre governi e nell'interesse di chi,grazie proprio agli inviuci di palazzo ed avallato questa riforma costituzionale che sbilancia lo strapotere di chi governerà, potendo così nominarsi persino gli organi che invece dovrebbe controllare il suo operato, oltre alle più alte cariche dello stato. Un pericolo enorme per la democrazia a beneficio dei poteri forti. Per esempio, chi ha nominato Mario Monti, l'emissario della Goldman Sachs bank americana e membro del Consiglio direttivo della Trilateral e Bilderberg, solo per citarne alcune? E, chi Enrico Letta, l'uomo delle lobby per eccellenza, al punto che ne aveva creata una tutta propria, la VeDrò? E chi ha nominato Matteo Renzi? Guarda caso sempre lo stesso: Giorgio Napolitano, fervente sostenitore proprio di quei poteri forti in nome del quale ha operato ed ancora trama, in particolare del criminale NWO, di cui non fa più neppure mistero, come nel suo noto discorso ormai da senatore a vita, alla Camera, in cui invita tutti apertamente ad accettare il Nuovo Ordine Mondiale. E Renzi...? L'ultimo capolavoro di Re Giorgio, nominato per portare va termine quello che non è riuscito ai suoi due predecessori. Infatti, se a Monti rimproveriamo la Fornero, il pareggio di bilancio ed altro, a Renzi dobbiamo l'abolizione del pilastro dei lavoratori tanto indigesto alle lobby, l'art. 18, poi il jobs act, la "buona scuola", lo smantellamento della sanità etc...Adesso manca solo la sottrazione di democrazia di questa riforma, per concentrare il potere nelle mani di una sola persona ed il gioco dei poteri forti è fatto.
RispondiEliminaNon che una mia riflessione sia capace di cambiare le cose, ma sono convinto che il megalomane per eccellenza, quello che attualmente, "pare" che diriga l'orchestra, non sopravviverà alla sua devastazione perché quegli stessi poteri forti che lo hanno innalzato, non si fidano di lui perché sanno che persone che tradiscono hanno il tradimento nel loro DNA e sono inaffidabili: supremamente inaffidabili. Ed appena possono se ne liberano. Non mi passa neppure per l'anticamera del cervello l'idea che il guascone italiano possa essere un grande; per me è solo una testa di paglia presa per la sua loquela accattivante da ottimo piazzista, molto migliore di chi l'ha preceduto per un ventennio, una testa di paglia di cui servirsi e poi gettare nel fuoco per un' ultima violenta, inutile fiammata che la distrugge.
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RispondiEliminaGiù il cappello davanti ad un ritratto tanto nitido della nostra povera Italia. E' verissimo, l'attuale classe politica pensa soprattutto a mantenere i propri privilegi, accusando quei pochi esponenti politici che vorrebbero togliere le pensioni d'oro e dimezzare il numero di parlamentari di "populismo e demagogia", salvo poi promettere mari e monti in occasione della campagna elettorale di turno, promesse puntualmente tutte disattese per la desolante mancanza di fondi. Vedi il caso emblematico della recente promessa, l'ennesima, dell'edificazione del Ponte sullo stretto, opera inutile e incredibilmente pericolosa, mentre è di queste ore la notizia secondo cui mancherebbero i fondi per la messa in sicurezza del territorio, dal punto di vista idrogeologico: una catastrofe annunciata visto che il nostro Paese si trova esattamente sopra due faglie: il rischio che tutti noi corriamo credo sia sotto gli occhi di tutti. Tranne ahimè sotto gli occhi dei cosiddetti "addetti ai lavori" che invece di prevenire simili tragedie, sghignazzano al telefono pregustando i futuri guadagni.
RispondiEliminaQuanto poi al legame tra parti deviate dello Stato e la criminalità organizzata beh, non posso non pensare alla Trattativa (che è tutt'altro che presunta come i media si ostinano a dire invece ogni volta che sono costretti a parlarne: le sentenze parlano chiaro, non c'è niente di presunto. Basta andare a leggere le carte). Trattativa che, per quanto ne sappiamo, potrebbe benissimo essere ancora in corso e che dovrebbe tenerci tutti all'erta, soprattutto adesso che la fase stragista è cessata. La mafia infatti, è molto più pericolosa quanto tace, almeno in apparenza. Significa che non ha più motivo di alzare la voce perché ha già ottenuto tutto quello che voleva.
Il livello della attuale classe politica non è certamente altissimo; mancano uomini di statura, sia come formazione politica sia come idealita'. Purtroppo questa classe politica è figlia dei nostri tempi e rispecchia perfettamente la società civile dove tutti viviamo. Non si può negare la crisi dei valori che attraversa il nostro mondo, la superficialità con cui si affrontano i problemi, l'attrazione verso l'esteriorita' e l'effimero. Tutto questo è frutto dei tempi; nonostante la feroce crisi economica che ci attanaglia, non siamo ancora in grado di rivolgerci ed aggrapparci ai valori morali necessari per rigenerare la società. L'aumento della povertà e del disagio sociale sono fenomeni preoccupanti; soprattutto i giovani sono facile preda della disperazione perché non vedono opportunità nel futuro prossimo. Questo sacrosanto malessere sfocia spesso in espressioni di qualunquismo e populismo, che purtroppo non rappresentano valide alternative perché incapaci di elaborare un progetto politico concreto e valido. In Italia ed in Europa ce ne sono diversi di questi movimenti. L'autore dell'articolo fa un quadro molto negativo della nostra rappresentanza politica; per alcuni aspetti ha ragione perché spesso la politica si esprime ad urli e improperi, vedi l'esempio di Grillo e Salvini; tuttavia l'articolo non menziona quella marea di cittadini onesti che, pur mantenendo il proprio lavoro, si impegna nelle amministrazioni locali e nelle loro comunità. Ce ne sono tantissimi, onesti e motivati, che lavorano senza celebrità. La politica non è solo diatribe personali o scontri verbali o interessi personali; c'è anche un'alta percentuale di cittadini che credono nell'impegno sociale e politico. È da lì che bisogna ripartire, chiedendo garanzie e regole, correttezza ed onestà.
RispondiEliminaSe come dicono, ogni popolo ha la classe dirigente/politica che si merita, si evince che non siamo neppure più un popolo, ma una accozzaglia di persone che pensa solo al proprio interesse, al proprio smisurato ego.
RispondiEliminaSiamo rappresentati da persone che hanno come ultimo fine, il potere, non importa come e con che mezzo conquistato, la distruzione che, spero venga fermata dall'esito del referendum, della nostra Carta Costituzionale, ne è l'esempio più lampante.
Dovremmo riuscire a trovare persone che intendano la politica come "servizio" se accadrà, potremo tornare a chiamarci popolo, altrimenti... il disfacimento attuale, si compirà.
Dall'analisi di Francesco Contorno viene fuori che la politica italiana non viaggia nel binario del buon senso ma su quello del protagonismo. La situazione è ancora più grave in quanto il protagonismo investe tutto e tutti: dagli eletti agli elettori, dalle amministrazioni decentrate a quelle centrali e purtroppo a volte ci tocca assistere a conflitti fra gli Organi Costituzionali. E' doveroso testimoniare che, nel passato, la situazione politica ha vissuto momenti più esaltanti. Parliamo del periodo in cui idealità e fede politica animavano eletti ed elettori. Un grande politico, Aldo Moro, affermava che la democrazia non è solo espressione di libertà ma anche approfondimento della dignità umana nel suo pieno significato. Aldo Moro ed Enrico Berlinguer sapevano che per garantire la trasformazione del Paese era necessario rafforzare il sistema democratico allargandone la base. Dopo la loro scomparsa è iniziato il degrado della politica. Politici poco illuminati e a volte corrotti hanno conquistato la scena politica con il consenso elettorale. Manca un progetto politico per affermare la giustizia sociale. Gli sforzi sono concentrati per consolidare privilegi e posizioni di potere. Il mondo politico nel difendere le proprie prerogative appare unito mentre si contrappone quando bisogna dare risposte alle esigenze della collettività. La cosa più buffa è assistere alla conflittualità fra gli elettori che, scimmiottando i politici, rimangono divisi anche sugli obiettivi di comune interesse. Mentre in basso ci si divide, in alto si domina (Divide et impera). Molti per mantenere il potere si vendono l'anima, un eufemismo per dire che sono privi di etica politica. Questi comportamenti indeboliscono il sistema rendendolo penetrabile al malaffare. Per modificare il sistema occorre un progetto sostenuto da tutti quei politici animati da ideali di giustizia sociale. Pretendere una politica di buon senso deve essere una richiesta della più ampia base popolare. Gli osservatori descrivono un Paese spaccato in due, sbagliano: il Paese è frammentato. Quelli che votano, superano di poco il 50% dell'elettorato complessivo, non riescono ad esprimere una maggioranza rappresentativa; la parte rimanente, che oscilla fra il 40 e 45 %, diserta le urne mostrando indifferenza o disgusto per la politica. La frammentazione non agevola il dialogo, le idee non si confrontano ma si contrappongo e il richiamo ai governanti di affrontare i problemi reali che affliggono i cittadini arriva debole. Il quadro politico-istituzionale non fa altro che vivere e agire con conflittualità a volte danneggiando i cittadini. La riforma costituzionale, dalla formulazione all'iter parlamentare e al mancato numero qualificato per approvarla ha rivelato l'inadeguatezza dei riformatori e il rifiuto degli oppositori a convergere su un progetto condivisibile. Da un processo riformatorio unitario poteva nascere una buona riforma. L'indifferenza è stata tale da far passare un titolo che non rispecchia la finalità della riforma. Con il referendum la decisione di confermare o bocciare la riforma è affidata al voto popolare. Questo voto, libero da vincoli di appartenenza politica e da significati impropri, potrebbe rappresentare il momento giusto per conoscere e valorizzare la Carta Costituzionale che rappresenta un compromesso garantista con la funzione di fissare un disegno sociale in cui ad una parte non sia possibile di prevalere sull'altra.
RispondiEliminaAssolutamente condivisibile. Fortuna che siamo amici di FB !
RispondiEliminaSenza fermarci e senza prendere le giuste distanze, siamo ben consapevoli di ciò che ci sta intorno e con quale politica ci misuriamo. Tantissime le denuncie su questo blog sulla corruzione e il modo di politicare Tantissimi gli articoli adesso, la riflessione, mi sembra di capire è se la mafia è arrivata al potere?Dopo anni e studi del rapporto mafia politica ci troviamo davanti alla mafia che ci governa o,comunque,una mentalità mafiosa?. Ripeto un passo dell’articolo “Se il pensarla diversamente, il dissentire, il criticare, lo scegliere una linea rispetto a un’altra, sono comportamenti legittimi ….”Non credo che sia legittimo scegliere una linea rispetto a una un’altra, quando è legata solo a poteri e all’uscita da empasse. Visto quello che succede in parlamento, non mi sembra che le scelte siano caratterizzate dal rispetto dell’elettorato o da un partito con una propria ideologia. Nemmeno noi abbiamo scelto “Staiserenoenrico”. Sono in sintonia con l’articolista quando dice che domina l’intransigenza nel difendere le proprie posizioni! Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla fine il tuo diritto a dirlo (Voltaire)-Infine vorrei capire se la frase di Enaudi va bene per i nostri politicanti. NO perché sanno benissimo di come la politica abbia perso attendibilità e sanno i problemi, le incertezze, le paure degli italiani. Resto sempre meravigliata di come leggi che sembravano lontane si stanno realizzando in vista del referendum e come le promesse aumentino.Grazie al nostro articolista per averci proposto,in forma limpida,un articolo che ci porta ad approfondire la riflessione.
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