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lunedì 10 ottobre 2016

Il NO consapevole di Bersani e il lungo inverno dell’Italia

Campagna elettorale PDdi Francesco Contorno - Non è la simpatia o l’antipatia per le persone che fa esprimere giudizi positivi o negativi sul loro operato, ma il guardare la linea di pensiero che guida le loro scelte,

il tentare cioè di comprendere le ragioni di fondo che inducono a una decisione piuttosto che a un’altra.

Pur non facendo parte ne dei suoi ammiratori ne dei suoi odierni interessati detrattori, quel che sinceramente mi colpisce di Bersani è il travaglio di quest’uomo che vedo come il politico saggio che nei momenti difficili della storia del suo Paese si interroga sull’opportunità e la bontà o meno di una scelta politica che presenta tutte le caratteristiche dell’improvvisazione, della confusione, dell’inconcludenza, della illogicità; e ciò a prescindere da quella che sarà la sua decisione finale.

A dirlo sono gli stessi che l’hanno ideata e proposta, ed è Renzi per primo che ne è convinto quando afferma che si tratta di una riforma perfettibile e quindi incerta nelle sue conseguenze logiche.

3 Bersani croE se all’interno del suo partito, si contesta a Bersani di avere lavorato egli stesso sulla proposta di riforma, non significa che l’esito finale abbia risposto alle esigenze profonde di cui ha bisogno il Paese. Le accuse di questo genere nascono sempre e purtroppo da una povertà di idealità o di amore e non tengono conto che, in quanti avvertono il senso della responsabilità, il cambiare il proprio pensiero per accordarlo alla verità è un atto di dignità e di onestà, proprio il contrario di chi cambia la verità per accordarla ai propri interessi, come si va sempre più evidenziando in questo attivismo scomposto di Renzi.

Oggi in Italia si gioca un fatto di etica e di costume, che sono presupposti sostanziali e non formali per tentare di recuperare una dimensione solidale alla nostra società che vive un lungo inverno di abusi, di diseguaglianze, di sperperi, di arbitri.

Ben sappiamo che la povertà, i poveri, il sottosviluppo, la fame, la mancanza di lavoro, non possono essere concepiti come semplici residui di progetti politici, al termine dei quali si tenta di medicarne le ferite, di arginare le conseguenze negative.

renzi675Dunque, il tentativo – per altro non scontato – di una riforma costituzionale che nasce dall’esigenza di migliorare la governabilità e non si preoccupa della scadente attività progettuale per dare compimento alla prima parte della Costituzione che è appunto l’impegno politico di includere in una visione complessiva i soggetti più deboli, da considerare risorsa necessaria e indispensabile per il cambiamento, evidenzia chiaramente che il progetto di questo governo è di puro potere immediato e che questa riforma nella sua reale consistenza appare ben lontana dall’esigenza di rinnovamento di cui il Paese ha bisogno.

Quel che oggi occorre al nostro Paese non è una presunta accelerazione della macchina politico burocratica, ma urge recuperare il senso etico della politica; non dichiarare di volere risparmiare sulla rappresentanza politica, ma urge altresì risparmiare sugli sprechi, sostituire i soggetti “indegni” con le persone per bene e fronteggiare la corruzione.

Un No motivato non è oggi contro un progetto politico di snellimento dei lavori delle Camere, ma contro uno squilibrio istituzionale, non è contro Renzi capo di un esecutivo pur deficitario, ma nei confronti di una politica ambiziosa, velleitaria e funzionale ai poteri forti, non è a favore di questo o di quello, ma a favore di un Paese che vuole salvare il proprio futuro.

Francesco Contorno[5]Francesco Contorno
10 Ottobre 2016

43 commenti:

  1. Uscire dal corte di chi detiene il potere è un segno positivo, soprattutto quando questo significa sostenere le critiche di chi grida al tradimento e scendere in campo per rispetto alla propria coscienza.

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  2. Sulla mia pelle e su quella delle mie colleghe e colleghi vittime della legge 107 sanguinano ancora le ferite aperte delle conseguenze di una Legge fatta in fretta e furia. Penso che i politici dovrebbero andare in Ritiro Spirituale per un profondo esame di coscienza e quando dico "politico" mi riferisco proprio a tutti ...Bersani compreso...troppo poco intraprendente ai tempi del governo berlusconi. Poi siamo caduti nelle mani di Renzi..."Che brutto CAPITOLO!" L'Italia ha bisogno di una Politica SAGGIA e GIUSTA il che vuol dire una politica per i CITTADINI e non solo per ALCUNI.I giovani stanno fuggendo tutti via, non c'è sviluppo, non c'è progresso...solo una Profonda TRISTEZZA di chi, come me, è invecchiato credendo nel cambiamento e, dolorosamente, constata che si è cambiato per non cambiare niente o addirittura per cambiare in peggio.

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  3. Chissà se il suo no reggerà... in fondo Renzi ha promesso di cambiarlo l'italicum... dopooo... ahahhhha... è cosi' bello abbaiare ma non mordere per... il bene della ditta....

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  4. Concordo con la lettura che dà Francesco Contorno del significato del NO di Bersani ed anche sul significato generale che deve avere il NO al referendum.

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  5. Nella direzione del Pd fingono di litigare.
    Tutti a parlare del Partito Democratico che si spacca quando è da una vita che Bersani fa critiche, anche feroci, per poi insieme al resto della famigerata minoranza Pd, votare le Riforme.

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  6. Sul finire dell'articolo Francesco Contorno si sofferma sulla necessità di recupero del senso dell'etica. È inutile dissertare di Riforme costituzionali e di personaggi politici che non sono stati all'altezza, non solo di porre un argine a questa nostra disastrosa situazione, ma non hanno saputo trovare un punto d'incontro ed una solidarietà propedeutica alla nascita di un Movimento politico di Sinistra. Questo sistema marcio è frutto anche della loro impotetenza. Non m'interessa la Riforma della Costituzione e me ne sbatto dei personaggi politici: voglio una Democrazia libera dalla Corruzione, dalle mafie, dalla soffocante burocrazia, dalla Ingiustizia Sociale; più libera e disponibile verso i cittadini onesti; più coattiva ed intransigente verso gli improbi.

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  7. Si riunisce la direzione del PD e lui va a sparlare alla sette del suo partito........caro Bersani fai quello che farebbe un uomo dimettiti..........ce ne faremo una ragione........

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  8. Un buffone che oggi da coniglio vorrebbe fare il leone! Ha sempre votato tutto e adesso? Non si può protestare fuori dall'aula del parlamento e lui lo sa bene. Starà ancora mercanteggiando un posticino di potere!

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  9. Quando sento parlare in questo modo il mio orgoglio si fortifica e sono fiero di essere Italiano. Una disamina che condivido completamente, ma che mio malgrado noto non considerata dal potere politico attuale. essere coscienti significa pagare lo scotto, combattere, scrivere e pensare per proteggere i propri diritti e le proprie aspirazioni. Ma il potere cosa vuole...., e cosa vogliono questi che lo sostengono, vendere tutto e dichiarare fallimento.....? Probabilmente la loro vittoria consiste nel renderci schiavi, nel materiale, come nel pensare. Non lo so' , ma lo sapremo presto quanti sono coloro che la pensano come noi, mi auguro che vinca l'onesta' e la logica, che non e' quella matematica, bensì quella che ci continuerà a salvaguardare la libertà del vivere e del pensare.......

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  10. Buon Motivo per Votare SI convintamente contro questi/o personaggi ancora rimasti ai "fasti" del comunismo bolscevico.

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  11. Sarà un NO consapevole, debbo ancora vederlo per esserne certa, ma non mi cambierebbe l'opinione che, nel tempo, mi sono fatta su di lui. Dopo averlo sostenuto e votato, ha firmato ogni nefandezza gli abbiamo proposta, da Monti a questo. Dica pure NO.non è più una persona che mi interessi. non mi fido più-

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  12. Bersani è un politico che in televisione appare con il volto della sofferenza esistenziale, costantemente alla ricerca della verità. Sempre immerso nella riflessione critica verso l'operato del governo e del suo stesso partito che esprime con i suoi proverbiali aforismi. In Parlamento, nei suoi interventi, muove spesso critiche e ammonimenti che lasciano prevedere, in una logica conseguenza, il suo voto contrario. Il problema è che, con tutti i distinguo, con tutti i dubbi, alla fine ha sempre votato tutto e sempre in linea con il suo partito. Non vi è dubbio che Bersani sia molto meglio di Renzi, se non altro per l’approccio con i problemi, per la sobrietà nei comportamenti, per il linguaggio consapevolmente istituzionale. Purtroppo questa sua endemica ambiguità tra il dire e il fare lo ha screditato, non poco, rendendolo inaffidabile e lento, molto lento, nelle decisioni da assumere. Ci ha messo quattro mesi per prendere una posizione sul referendum e nessuno può giurare che sia quella definitiva. Spesso Bersani, più che manifestare sussulti di dignità politica, ci fa di ascoltare il ruggito del coniglio.

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  13. Sarebbe interessante conoscere il numero di cittadini che hanno manifestato l’esigenza di una riforma della costituzione per superare d’un colpo i problemi che attanagliano il Paese e il suo sviluppo.
    Navigo in mezzo alla politica, lo ripeto, da circa 40 anni e non ricordo mai di avere intrattenuto conversazioni al bar, al supermercato, dal barbiere, al lavoro, in famiglia, incentrate su questa impellente necessità. Nemmeno a Ballarò (il mercato più famoso di Palermo) sento cittadini e venditori parlare di questa imprescindibile riforma. Altri sono i veri problemi che affliggono milioni di cittadini e non è qui il caso di ribadirli.
    Ne sento parlare, invece, da troppi mesi ormai, e a reti unificate, dai più alti livelli istituzionali del Paese, rappresentati dal Presidente del Consiglio e dai suoi sostenitori. "Una RIFORMA attesa da 30 anni", i cui benefici non bastano le parole per descriverli. Ridicolo. Credo sia il termine più adatto.

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    1. Grande senso di realismo nelle parole del direttore, per sottolineare quanto distante sia la politica dalla realtà e dalla quotidianità. Non ci vuole uno scienziato per capire che il Paese è bloccato su una questione di interesse zero, volta solo ad evitare di affrontare i veri temi dolenti ed irrisolti, che continuano ad essere ignorati.

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    2. Caro Direttore, la tua riflessione è una verità …. discutere di una eventuale riforma della “Carta Costituzionale è stata una necessità mai avvertita dal popolo degli elettori. Probabilmente si era distratti dalla quotidianità , ovvero dalla vita d'ogni giorno nei suoi aspetti più comuni e dimessi, associata per lo più all'idea del contingente e del precario. Anch’io, come te, ho voluto per decenni misurarmi nel comune impegno politico, attraverso l’ormai superato confronto tra gli iscritti dello stesso partito o attraverso le normali dialettiche che comportavano le diverse opinioni. Una piccola comunità di 6.000 abitanti, la mia, alla quale ho dedicato tutto me stesso, sacrificando anche la famiglia. Era il tempo in cui si operava sì, con senso critico, però con occhio attento alla “Carta Costituzionale” ritenuta intoccabile icona da osservare con il dovuto rispetto. Spesso, la sua piena osservanza, significava anche il rispetto di tutti coloro che avevano un pensiero diverso dal tuo. Ora, con la nuova politica, nulla è più intoccabile, ad iniziare dalla nostra Costituzione, i tempi sono cambiati, le esigenze sono diverse da quelle del passato, la vita è diventata più frenetica e quindi le azioni di governo richiedono velocizzazione. In sintesi, quei “paletti” imposti dalla “Costituzione” intesi come limiti entro i quali ognuno si sentiva protetto,vengono manomessi ed ognuno intende porre la propria primogenitura. Il disastro politico che comporta tutto ciò è la sistematica criminalizzazione dell’avversario,con la quale si intende abiurare tutto ciò che non concepisce la propria visione. L’evidente risultato è rappresentato dalla disperata ricerca di ciò che divide, anziché la pur più piccola prospettiva di condivisione. Si fanno e si disfanno maggioranze estremamente eterogenee ed altrettanto eterogenee opposizioni con il metodo del “branco”. Caro direttore, per uno come me, che ha creduto ciecamente nella politica costruttiva attraverso un responsabile confronto, questo è motivo di profonda delusione. Sono abbastanza cosciente che la “riforma” oggetto di referendum confermativo, presenta alcune sbavature da correggere, con l’auspicio di essere rivedute e corrette dal governo che seguirà. Voterò SI, perché valutando l’attuale situazione politica, sono costretto ad accontentarmi dell’uovo senza attendere l’incerto arrivo di una nuova gallina.

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    3. Scusa se mi intrometto ma il problema è che l'uovo del quale tu ti accontenti, è un uovo marcio che è indigesto e fa male. Visto che ritieni che il prossimo Governo potrà correggere "alcune sbavature" di questa riforma, facciamo una cosa. Intanto azzeriamo tutto con un esemplare NO a quella che i più importanti costituzionalisti e presidenti emeriti della Corte, definiscono una schifezza e poi, col prossimo Governo (si spera eletto), se ne riparla. Hai visto mai che si possa scrivere un testo migliore e, magari, non solo da Verdini, Boschi e quattro amici al bar. Stiamo parlando della Costituzione e non di un regolamento condominiale. Non abbandoniamoci alla logica del “meglio questo che niente”. Questa riforma è un piatto di letame e non serve a nulla toglierne qualche cucchiaiata. Resta sempre un piatto di letame.

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    4. Maurizio, non scusarti se ti intrometti nel discorso, lo scopo del blog è quello di mettere a confronto le varie opinioni, al limite dovresti scusarti per il livore che contraddistinguono i tuoi commenti. Possibile che non sai affrontare un libero confronto senza il ricorso a sostantivi ed aggettivi che non hanno nulla a che vedere con la politica? Possibile che non sopporti chi non ha la tua stessa opinione? La riforma per te è un uovo marcio, per me è un passo avanti per riformare la nostra “Carta Costituzione”, ormai non più al passo con i tempi. La differenza tra la mia opinione e la tua, è la stessa differenza che esiste tra la perfezione e il corso naturale degli eventi o fenomeni. La perfezione, caro Maurizio, convinciti che non esiste, addirittura se consultiamo la “Treccani” ci spiega che il perfezionismo è solo un ideale del proprio agire ma sempre irraggiungibile. Il tuo gigantesco difetto, che non riesci a comunicare con chi ha una visione diversa dalla tua, ricorrendo addirittura a definire letame una legittima scelta. In tutta coscienza, ritieni un normale modo di confronto o di dialogo, apostrofare le scelte altrui con espressioni del genere? Quelli che tu definisci “menti elette” o “presidenti emeriti” non sono extraterrestri, sono persone uguale agli altri, certamente con qualche competenza in più, ma nello stesso tempo dobbiamo prendere in considerazione che ci sono altri costituzionalisti che ritengono la “riforma” un passo importante. La giurisprudenza è una materia molto complicata, che da adito ad infinite interpretazioni, così come è complicato esprimere un giudizio sulle persone. Tu definisci con troppa facilità se un personaggio è importante o meno importante solo attraverso il soddisfacimento della tua visione. Ho spiegato con chiarezza i motivi del mio SI’, probabilmente sarò uno sconfitto, visto la piega che ha preso la consultazione, ma non intaccherà la mia convinzione, seppure rispettando l’esito elettorale. Potrei essere d’accordo con te, che con la vittoria del NO il tutto potrebbe essere discusso alla prossima legislatura, ma la strada non permetterà l’epilogo da te sperato, vista la drammatica frammentazione politica, ma soprattutto i tanti personalismi che la caratterizzano. Maurizio… per favore, datto una calmata!!!

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    5. Mi pare di capire che se ce qualcuno che deve ritrovare la calma sei proprio tu, col tuo carico di moralismo benpensante, soprattutto quando si parla male del governo che ti sta a cuore (nonostante i tentativi malcelati di dichiararti neutro ed equidistante da esso). Inoltre non ho proprio nulla di cui giustificarmi e, anzi, rivendico il diritto di esprimermi come ritengo più adeguato, rispetto al tema di che trattasi. C’è chi usa un linguaggio edulcorato e prudente, nella migliore tradizione dorotea, e c’è chi parla in maniera più esplicita esponendosi alle critiche (sempre ben accette), del censore di turno. Siccome mi sono stancato dell’ipocrisia linguistica e della ricerca del termine più moderato, preferisco parlare chiaro ed usare il lessico che a me appare più appropriato rispetto ad un atto di prepotenza, portato avanti da un governicchio ridicolo ed immorale. Mi dispiace avere urtato la tua sensibilità la cui soglia dovrebbe tuttavia essere un po’ più alta, considerati gli anni trascorsi in politica nei quali, immagino, ne avrai sentite e viste ben di peggio. Contrariamente a quanto mi attribuisci, io non nutro nessun livore e (non ci crederai), riesco a dire le cose che dico con la serenità che promana dalla consapevolezza di ciò che penso. È per questo che trovo esagerato questo tuo scandalismo, davvero specioso che, per altro, non trovando giustificazione alcuna, dà l’impressione (dico l’impressione), di una difesa acritica e militante.

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    6. Siccome il tuo commento non riporta il nome del destinatario, mi comporterò di conseguenza …… probabilmente ti inorridisce anche la sua citazione. Non vedo nelle mie parole alcun moralismo del quale fai cenno, non sono mai stato ne un moralista e ne un moralizzatore, io ti invito solo a rispettare le opinioni degli altri. Vorrei soltanto pregarti a non definire “letame” le scelte degli altri, almeno quando parli con me. Per l’amore di Dio, tu sei padronissimo di esprimerti come ritieni più congeniale, mi sono permesso di dirtelo per il semplice motivo che sei stato tu ad entrare nel mio commento, prima chiedendo scusa e poi definendo letame il mio SI. Ebbene se ti sono saltati i nervi o ti sei stancato di quella che tu chiami ipocrisia linguistica, parla pure come ti piace. Vedo che sei abituato ad avere sempre ragione e vorresti che tutto il mondo debba inchinarsi alla tua stessa opinione. Sono stato un doroteo e me ne vanto e mi vanto anche di essere stato un democristiano convinto. Ho sempre creduto nella moderazione, della politica del confronto ne ho fatto la mia bandiera. Infine non mi piace il linguaggio scurrile e prepotente. Io, mi sento fuori da chi cerca lo scontro e da tutti coloro che si associano senza comune identità politica, solo per soddisfare quella forma più o meno intensa di avversione contro persone e cose chiamata antipatia. Lo voglio ripetere ancora: VOTO SI …..non per simpatia all’attuale governo, ma contro l’inerzia dell’intera classe politica italiana. In sintesi scelgo il “piccolo passo” in avanti in attesa di quello più grande, che la mia data anagrafica non mi consentirà di vedere.

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    7. Per me questa riforma è letame e non vedo cosa c'entra l'espressione "quando parli con me". Questo è quello che penso della riforma e non delle persone che votano SI. Per te sarà un eldorado, un giglio di campo, la panacea di tutti i mali. Per me è ben altro. Da moderato, quale ti definisci, dovresti accettare le opinioni diverse, anche se non le condividi.

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    8. Vedi... il tuo nervosismo ti porta a leggere in modo totalmente distorto le mie parole, anzi parole che non ho mai detto? Questi sono i miei commenti, perciò rileggili. “VOTO SI …..non per simpatia all’attuale governo, ma contro l’inerzia dell’intera classe politica italiana. In sintesi scelgo il “piccolo passo” in avanti in attesa di quello più grande, che la mia data anagrafica non mi consentirà di vedere”……” Sono abbastanza cosciente che la “riforma” oggetto di referendum confermativo, presenta alcune sbavature da correggere, con l’auspicio di essere rivedute e corrette dal governo che seguirà. Voterò SI, perché valutando l’attuale situazione politica, sono costretto ad accontentarmi dell’uovo senza attendere l’incerto arrivo di una nuova gallina.”………. (un eldorado, un giglio di campo, la panacea di tutti i mali)…sono parole concepite dalla tua logica di guerrafondaio. Punto.

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    9. Non ti accorgi che la tua moderazione è fuori dal tempo in cui viviamo. Non percepisci la pericolosità dei poteri che guidano questo governo e questo presidente del Consiglio. Sei convinto che le riforme costituzionali siano davvero frutto della modernità e della voglia di rinnovamento renziano, senza vedere che il disegno che guida questo arrogante è lo stesso che prefigurava Licio Gelli nella sua filosofia antidemocratica e totalitarista. Fu lui il primo a parlare dell’uomo forte al comando, ritenendo che il parlamento fosse un ingombro e un intralcio per chi deve esercitare il potere. Come fai a parlare ancora di moderazione, dando del guerrafondaio a chi tiene gli occhi aperti alla realtà che tu ti ostini a non voler vedere. Per te ciò che sta accadendo in Italia (di cui le riforme sono soltanto l’epifenomeno), è semplicemente un normalissimo confronto tra due visioni Politiche, tra chi vuole la modernità e chi invece rifiuta ogni cambiamento. Ogni atto di questo governo, fin dal suo insediamento, ha preso ispirazione dal programma berlusconiano, riuscendo dove il cavaliere aveva fallito, comprese le riforme costituzionali. E questo per te si dovrebbe combattere con la moderazione, con la dolcezza, con i mazzolini di fiori. Pensala come vuoi. Per me è tempo di cacciare i mercanti dal tempio, con un voto democratico, perché hanno già devastato abbastanza questo Paese. Altro che moderazione.

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    10. No, tu sei completamente fuori da ogni logica interpetrativa, questo lo si legge molto chiaramente quando mi accusi di parole che non ho mai detto, ma partorite solo dal tuo disprezzo verso chi ha un pensiero diverso dal tuo. Per moderazione intendo la volontà di giungere ad un comune accordo attraverso un serio confronto tra esseri ragionevoli, per giungere ad una soluzione condivisa. Tu come al solito ad ogni iniziativa politica contrapponi fantomatici complotti e dietrologie pur di rendere valide le tue cognizioni. In sintesi tu pretenderesti che ogni espressione di pensiero dovrebbe essere “identica” alla tua. Addirittura riporti alla ribalta personaggi ormai mineralizzati. Vai a rileggerti per bene le carte sequestrate alla figlia di Licio Gelli e capirai che la riforma non ha nulla a che vedere con i quesiti referendari. Tu sei davvero convinto che possa aver ragione ovvero sta dalla parte del giusto chi grida di più? Davvero sei convinto che si possa fare politica chiudendosi nelle proprie opinioni? Vedo che hai acquisito alla lettera gli insegnamenti del “comico” che non vuole dialogare con nessuno, bisogna azzerare tutto ciò che c’era prima e poi la Raggi (meno male) si sceglie chi possiede esperienza e professionalità come la Muraro. Questa è la moderazione di cui parlo, non la posizione “supina” o “passiva” che vorresti farmi intendere. Ti ripeto ancora una volta che la riforma presenta “vistose”anomalie, ma nel suo insieme è un passo, seppure piccolo, per lo snellimento dell’attività legislativa. Con te sono solo d’accordo solo per la modifica della legge elettorale.

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    11. Per te esiste solo l'appartenenza a Renzi o ai grillini. Tutti quelli che, come il sottoscritto, sono nauseati da questo governo li classifichi "grillini". Proprio non ti riesce di comprendere che si possa essere uomini liberi nel pensiero e nelle azioni, senza appartenere a nessuno schieramento. Cosa mi parli a fare della Muraro o del “comico” come definisci con disprezzo Beppe Grillo. Sarà anche comico ma rappresenta la prima forza politica. Se dobbiamo trovare i nomignoli per chi non ci piace si potrebbe, per esempio, smettere di chiamare Renzi col suo nome e definirlo con aggettivi che gli sono più congeniali come bugiardo seriale, venditore di pentole, incapace, buffone e voltagabbana. Inoltre io mi limito ad esprimere le mie opinioni senza avere la pretesa di voler convincere nessuno, meno che mai chi ha la fissa della moderazione che finisce per diventare esattamente il contrario, cioè vero estremismo. E infine potresti anche smetterla di dire sempre: mi accusi di parole che non ho mai detto. Ma quando mai è successo?

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    12. Fai bene a sfogarti, tu hai l'intenzione di portarmi sul tuo terreno più congeniale, quello della rissa ma non ci riuscirai, sono abituato alla calma tombale. Il tuo commento non ha alcun senso logico perché non ha nulla a che vedere con il quesito referendario e nemmeno della mia concezione sulla moderazione. Qui divergono le nostre concezioni della politica, tu sei convinto che non è necessario confrontarsi con chi ha una visione diversa dalla nostra ed io dell’esatto contrario. Tu sei convinto che i presupposti di chi va al governo è quella di ubbidire ad occulte manovre ed io non lo sono affatto. Si può dissentire da come si opera, come è giusto che avvenga, ma non riempirlo di improperi e di insulti. Tutti hanno una dignità anche i nostri nemici più acerrimi. Ti capisco che tante volte è il nervosismo a portarti su strade diverse. Per quanto riguarda il presidente del consiglio puoi aggiungere altri aggettivi che ritieni opportuni,anche più offensivi, perché non mi pende, non mi piace ed infine mi ripugna la sua arroganza. Altrettanto dicasi per il comico genovese, in grado di attrarre solo gli sprovveduti o coloro che ritengono la politica un palcoscenico su cui esibire il proprio narcisismo. Se vince il SI o il NO, rispetterò il responso, poi starò alla finestra a guardare quali saranno le conseguenze che seguiranno in entrambi i casi.

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    13. Fai bene a sfogarti, tu hai l'intenzione di portarmi sul tuo terreno più congeniale, quello della rissa ma non ci riuscirai. Il tuo commento non ha alcun senso logico perché non ha nulla a che vedere con il quesito referendario e nemmeno della mia concezione sulla moderazione. Qui divergono la nostra concezione della politica, tu sei convinto che non è necessario confrontarsi con chi ha una visione diversa dalla nostra ed io dell’esatto contrario. Tu sei convinto che la concezione di chi va al governo è quella di ubbidire ad occulte manovre ed io non lo sono affatto. Si può dissentire da come si opera ma non riempirlo di improperi e di insulti. Ti capisco che tante volte è il nervosismo a portarti su strade diverse. Per quanto riguarda il presidente del consiglio puoi aggiungere altri aggettivi che ritieni opportuni, perché non mi pende, non mi piace ed infine mi ripugna la sua arroganza. Altrettanto dicasi per il comico genovese, in grado di attrarre solo gli sprovveduti o coloro che ritengono la politica un palcoscenico su cui esibire il proprio narcisismo. Se vince il SI o il NO, rispetterò il responso, poi starò alla finestra a guardare quali saranno le conseguenze che seguiranno.

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    14. Questo mio commento evidentemente non ha nulla a che fare con il quesito referendario, dal quale siamo partiti. Ha molto a che fare infatti con le tue precedenti repliche, alle quali ho cercato di tenere botta. Viene quasi da sorridere a leggere che io rifugga il confronto, dopo che stiamo dialogando da ieri sera. Ma non fa nulla, sono i rischi della moderazione.

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    15. Cari Franco e Maurizio,
      a sinistra del blog c'è questo breve ma significativo testo:
      "L’essenza di PoliticaPrima.
      È il fuoco sano della dialettica e del confronto anche il più acceso. Che scaturiscono dalla passione, dal sentimento, dalla cultura politica e dalla voglia di partecipare. E questo è una grandissima ricchezza e la ragione della sua esistenza. ... Le diversità, le opinioni, le ironie, le distanze, le convergenze, e ogni espressione non è che arricchimento per tutti. Anche quando ci sembrerebbe di no. E quindi: buon lavoro e buon dibattito. Vero, aspro, proficuo!"
      Era il 29 maggio 2013.
      Ecco perchè intervengo raramente per moderare i toni.
      Credo però, a questo punto, sarebbe meglio fare "pace". Avete chiarito le vostre posizioni e sono sicuro che qualcosa sia stato colto da entrambi.
      Buona PoliticaPrima e andiamo avanti.

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    16. Raccolgo pienamente l'invito del direttore che, da persona intelligente, ha dato il giusto peso alla "vivacità" delle argomentazioni intercorse tra me e Franco Luce, certamente non improntate a livori o risentimenti reciproci ma all'affermazione dei nostri punti di vista di cui siamo entrambi convinti.

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    17. No... fattene una ragione e lo ripeto, fino a quando hai intenzione di restare nei termini di una dialettica seria e costruttiva, io sono sempre d’accordo con te. Io non mi soffermo a criticare la tua scelta di voto, ho cercato, o tentato di spiegare i motivi che mi spingono a votare SI alla consultazione referendaria. Sono d’accordo con te che siamo usciti “fuori tema” e questo non giova a nessuno dei due, se intendiamo dare un serio contributo a questo interessante blog. Datti una spiegazione perché hai voluto, come dici tu, “tenere botta” e ti prego di leggerti dall’inizio. Avevo letto e fatto mio la costatazione del Direttore Gattuso, avevo cercato di dare una risposta seria ed articolata alle domande che si era posto, ed infine avevo dettagliatamente motivato il mio SI al referendum, citando l’aforisma dell’uovo e della gallina. Tu sei entrato immediatamente a “gamba tesa” detto in termini calcistici, apostrofando la mia scelta con i tuoi soliti attributi: uovo marcio, letame, schifezza, allegando il tutto ai personaggi a te antipatici con la solita cantilena: Verdini, Boschi. Io educatamente ti ho risposto declinando il tuo nome, tu lo hai evitato, evidentemente non mi reputi un amico, seppure virtuale ed io nei commenti successivi ho fatto altrettanto, e ti confesso con enorme dispiacere. L’oggetto del contendere era la riforma e mi sono sempre sforzato di spiegare che malgrado le tante anomalie, la considero un piccolo passo in avanti. NON MI SONO MAI PERMESSO DI CRITICARE E DI APOSTROFARE COLORO CHE ADERISCONO AL FRONTE DEL NO. Le opinioni vanno rispettate e se vengono legittimamente criticate, non necessariamente debbano abbinarsi al letame o altro. Buona sera.

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    18. Ogni mio aggettivo, ogni mio apprezzamento usato era palesemente riferito al merito e al contenuto della riforme. Sei tu che hai voluto personalizzato le mie critiche. Io non mi sarei mai permesso di offendere te o le tue convinzioni. Ho solo espresso il mio pensiero, nei limiti e nei modi di cui sono capace ma, certamente, senza mai pensare di sfiorare la tua persona. Che c'è di male in tutto questo?

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    19. Caro Direttore, apprezzo il tuo intervento e lo accetto con serenità. L’amico Maurizio Alesi, sa benissimo che da parte mia ho sempre apprezzato i suoi servizi ed i commenti. Abbiamo sempre nutrito un rispetto reciproco e in tante occasioni condiviso alcuni principi. A volte, la passione per la politica, ci distrae dalla rotta da seguire e facilmente si sconfina oltre i limiti di una corretta dialettica. Purtroppo è evidente a tutti la situazione di un’Italia spaccata in due con due fronti contrapposti che rispecchiano l’opposizione delle due rispettive fazioni. Purtroppo l’espressione monosillabica da esprimere in una consultazione referendaria non ammette soluzioni intermedie, e questi sono i motivi che spesso deviano il normale alveo di una discussione. A ciò si crea a seguito un’opinione pubblica che spesso non riesce ad esprimersi con un giudizio sereno. Essendo difficilissimo, caro Direttore, se non impossibile, a governare queste circostanze, la valutazione finale tra il torto e la ragione si riduce ad una questione di principio. Sono convinto che tra me e Maurizio non è cambiato assolutamente nulla se non la volontà di imprimere più incisività a quella “Essenza” di cui facevi cenno.

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    20. Caro Franco, il nostro fitto dialogo avrà avuto una pur piccola utilità se solo, ciascuno di noi, avrà recepito anche una minima parte degli argomenti dell'altro. Ti assicuro che per me è stato così.

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    21. Grazie Maurizio, in queste tue poche righe mi hai fatto il dono più grande : declinare il mio nome. Credimi, non è narcisismo il mio, ma un motivo importante, per avvertire sulla pelle quel nobile sentimento chiamato amicizia. Tu hai un carattere forte e credo di averlo capito da sempre. Con questo dialogo a distanza, oltre all'utilità di cui fai cenno, abbiamo dato anche un piccolo scossone a questo blog qualche volta arido di vivacità combattiva. Di un concetto devi essere certo: rispetto tantissimo la tua persona. Grazie

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    22. Caro Franco, ti ho sempre ritenuto un gran signore. Il tuo approccio con la politica è di quelli che la nobilità e la riavvicina alla gente. E questo mio giudizio prescinde da qualsivoglia divergenza di opinione che riesci a condurre sempre con estrema pacatezza, equilibrio e rispetto per l'interlocutore. Io, a volte, lo riconosco, do l'impressione (del tutto involontaria), di fare il contrario. Con stima Maurizio

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    23. Perfetto! Risultato raggiunto. Un dibattito vero, aspro, serrato. Ma intelligente e quindi sempre proficuo.
      Buona PoliticaPrima.

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  14. Il progetto di riforma della Costituzione non modifica minimamente la prima parte della Carta, dove sono elencati i principi ispiratori, ma propone una modifica nella seconda parte riguardante l'amministrazione dello Stato. Sicuramente in questa fase storica dobbiamo confrontarci con tantissimi problemi conseguenti alla crisi economica, alla crisi del capitalismo, alla globalizzazione. Tuttavia non mi sembra scandaloso se , in mezzo a tante questioni, si proponga una modifica che ha lo scopo di snellire l'iter legislativo. In tutto il mondo non ci sono altri paesi con due Camere. Il progetto di riforma, già approvato dal Parlamento, interviene anche su altre questioni amministrative, alcune competenze regionali tornano allo Stato. Il popolo italiano deciderà se approvarla o bocciarla. Bersani ha espresso il proprio dissenso, come altri del Partito Democratico; tuttavia molto spesso il No é motivato dalla richiesta di modifica dell'Italicum. Renzi si è impegnato a discuterne ma soltanto dopo il referendum. Personalmente avrei preferito un impegno immediato alla discussione, sia all'interno del PD , sia con le altre forze politiche. Dispiace per due motivi: innanzitutto perché vorrei un partito democratico aperto alla discussione franca e serena, poi perché sono consapevole del momento drammatico che stiamo vivendo, difficile da gestire; la crisi dell'Europa, le spinte populiste, gli enormi problemi legati al fenomeno dell'immigrazione, la crescente disuguaglianza sociale hanno bisogno di un clima politico costruttivo che sappia dare risposte e un PD spaccato di certo non aiuta.

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    1. Antonella, a prescindere dalla tua idea politica che non metto mai in discussione con nessuno per rispetto di chi la professa, ma apprezzo tantissimo i tuoi commenti per la pacatezza ed il rispetto verso chi ha un'opinione diversa dalla tua. Anch'io come te, sono fermamente convinto che l'Italicum andava discusso immediatamente, senza attendere il responso delle urne, anche per non dare un alibi valido a chi dice di votare NO per i difetti della legge elettorale. Certo, sono anch'io d'accordo che la legge vada modificata ma soprattutto chiarita in alcuni punti.

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    2. Il ritornello che queste riforme non modificano la prima parte della Costituzione è solo illusorio. Viene cambiata eccome. L’articolo 1 recita così: “la sovranità appartiene al popolo che la esercita”. Attenzione, c’è scritto APPARTIENE e non è affidata o è demandata. Appartiene vuol dire che è nelle sue mani. Questo fondamento della nostra Carta viene stravolto dalla previsione che i nuovi senatori vengono eletti da organi politici, cioè dai partiti, cioè dalla casta che eserciterebbe la sovranità al posto del popolo. E’ fin troppo evidente che se passasse il SI si tradirebbe un principio cardine della prima parte della Costituzione.

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  15. Ammiro lo spirito di fiducia che anima Francesco Contorno quando afferma che la "riforma costituzionale che nasce dall’esigenza di migliorare la governabilità". Caro Salvatore, devo in ogni caso, darti piena ragione. Infatti, essa garantisce una governabilità piena senza se e senza ma, anzi, rappresenta una sicura assicurazione per la preminenza assoluta sui cittadini nel futuro, da parte del potere finanziario che l'ha ispirata e voluta, per mezzo del loro emissario Napolitano. Chi dice che è fatta male sbaglia, perché è fatta benissimo, ovviamente non per i cittadini, ma per l'elite che ci governerà a lungo, in barba alla democrazia e diritti.

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  16. Ammiro lo spirito di fiducia che anima Francesco Contorno quando afferma che la "riforma costituzionale che nasce dall’esigenza di migliorare la governabilità". Caro Salvatore, devo in ogni caso, darti piena ragione. Infatti, essa garantisce una governabilità piena senza se e senza ma, anzi, rappresenta una sicura assicurazione per la preminenza assoluta sui cittadini nel futuro, da parte del potere finanziario che l'ha ispirata e voluta, per mezzo del loro emissario Napolitano. Chi dice che è fatta male sbaglia, perché è fatta benissimo, ovviamente non per i cittadini, ma per l'elite che ci governerà a lungo, in barba alla democrazia e diritti.

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  17. Concordo con il nostro articolista.Ho letto la riforma,ho seguito gli articoli del blog e i vari commenti. Ho seguito i talk show.non so se ho capito tutto bene ma sono sicura del mio NO.Come fidarsi e affidarsi alla Boschi?A lei auguro notti insonni a pensare agli imbrogli del suo paparino e poi basta di sparare.Affidarmi a Renzi che più che rottamatore mi sembra sfasciatore?Adesso i voti Renzi li cercaa destra ma può sempre contare su Verdini,uomo politico che il mondo c'invidia.Come affidare un cambiamento così forte a gentaglia simile?Se i No vincono,forse capiranno che esiste un popolo sovrano che vuole votare e che non vuol sentire la parola immunità.La smetta il Presidente del Consiglio di sbavarsi in promesse elettorali.Dice che siamo in ripresa?Si la ripresa dei nostri diritti!Vogliamo trasparenza e legalità e loro non possono garantirla.Naturalmente rispetto chi pensa al SI come la panacea.Rispetto coloro che pensano che la sinistra esista ancora.Non posseggo verità assolute.Io,però,voterò NO!

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  18. Condivido quanto scritto da Francesco Contorno. Dopo aver letto i commenti, con franchezza, vi confesso che non condivido i commenti irriverenti nei confronti di Bersani. Non sono iscritto ne al PD ne ad altri partiti, ne conosco il meccanismo per una lontana lunga militanza. La differenza fra un partito e l'altro consiste nella trasparenza del dibattito. Il partito si presenta coeso quando il dibattito parte dalla base per arrivare al vertice. Quando le decisioni vengono imposte dall'alto la base viene mortificata e i militanti che non condividono la linea imposta manifestano il loro dissenso. In questo momento il PD sta attraversando un momento difficile, non per colpa di Bersani, di Cuperlo, Speranza o altri ma dal modo muscolare di imporre la linea politica a tutto il partito. La causa è dovuta alla scelta di concentrare due cariche quasi contrapposte nella medesima persona: quella di segretario di partito e contemporaneamente di capo del governo. Il segretario del maggior partito intende dettare la linea al governo del quale ne è capo, stiamo parlando di Renzi. Il compito di un partito, anche di maggioranza, è quello di pungolare il governo e non sottostare all'esecutivo. Non va dimenticata l'autonomia dei gruppi parlamentari. Renzi non ha mai voluto mettere in discussione il ruolo di segretario che gli ha permesso di sfrattare Letta conquistando l'attuale posizione con l'anticipo di diversi anni. La frenesia riformatrice nasce dall'ambizione di rafforzare la posizione di potere. Si incomincia modellando l'architettura istituzionale favorendo il governo del premier. L'impianto deve reggere su due pilastri: quello elettorale e quello costituzionale con la revisione. Il combinato, voluto e non casuale, fra legge elettorale (Italicum) mira a ridimensionare la sovranità del Parlamento a favore della segreteria del Premier che assume la carica di capo del governo. I parlamentari, per buona parte nominati dai partiti, dimostreranno fedeltà ai loro segretari, la loro indipendenza politica sarà attenuata. Le norme riformate permetteranno al Premier e al suo partito di avere nelle mani anche il potere legislativo del Parlamento con un Senato ibrido. Di fatto viene meno il principio democratico della separazione dei poteri che saranno limitati dalla preminenza dell'esecutivo. Non è scritto, ma nella sostanza si profila una nuova forma di governo lontana dall'idea dei Padri Costituenti. La richiesta di Bersani ed altri, nell'interno del PD, di modificare la legge elettorale ha messo a nudo l'inutilità della riforma se viene a mancare il pilastro determinante per il progetto renziano. Grazie alla lotta interna al PD, molti sostenitori del SI incominciano a balbettare. Io da tempo ho deciso per il NO consapevole ma comprendo il lungo travaglio di Bersani per arrivare alla decisione definitiva. Ho ascoltato gli interventi di Gianni Cuperlo e Roberto Speranza delusi per la chiusura del partito e preoccupati per la spaccatura del paese che sarà consumata sia dalla vittoria del Si che del NO. Il Paese ha bisogno di politiche mirate ad esaltare la dignità del cittadino creando posti di lavoro, eliminando la povertà, lottando contro la corruzione e l'evasione fiscale. Purtroppo abbiamo una classe politica che per l'82% pensa di consolidare le proprie posizioni. Troppo tempo perso per una riforma, pro domo sua, che se approvata non eliminerà le ingiustizie sociali che non dovrebbero esistere se si applicasse il dettato dei principi fondamentali della Carta Costituzionale del 1948.

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