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lunedì 31 ottobre 2016

I TERREMOTI FANNO PAURA. POI SI DIMENTICANO

Terremotodi Giovanni Caianiello - Questo è un paese storicamente ad altissimo rischio sismico, a dirlo sono i fatti e le continue catastrofi.
La penisola italiana, copre due grandi placche che convergono nel suo sottosuolo e in continuo movimento, quella africana e quella euroasiatica. L’accumulo di energia sprigionata dalla loro deformazione, provocano le onde sismiche con danni a persone e cose.

croceOgnuno di questi terremoti, sembrano ogni volta sorprenderci come se fossero occasionali e irripetibili. Eppure, basta fare un viaggio a ritroso nel tempo per scoprire che dall’anno 1000 al 2016, si sono sempre verificati proprio in zone già colpite in passato e che gli eventi più intensi, sono avvenuti soprattutto in Sicilia, lungo gli Appennini centro-meridionali, in Abruzzo e Calabria in quasi 1700 episodi disastrosi.

Già dal dicembre 1328 si hanno notizie certe di uno sciame di terremoti di forte intensità che colpirono il paese di Norcia e quelli dell’Abruzzo, nei pressi dell’Aquila, che provocarono distruzioni e numerosissimi morti. Solo negli ultimi 30 anni, secondo la Rete Sismica Nazionale, in Italia e nei paesi di confine, ne sono stati registrati ben 190.000, molti dei quali, hanno interessato proprio la catena appenninica. Questo, ci costringe a ricordare che nonostante le evidenze, nella nostra penisola, il pericolo sismico è largamente sottovalutato dai cittadini e prima di loro dalle istituzioni.
Ma oggi, dopo l’ennesimo violento disastro di domenica 30 ottobre 2016, è il momento della solidarietà e della partecipazione emotiva nei confronti delle decine di migliaia di sfollati. Del dolore e della comprensione verso chi è costretto ad abbandonare la casa, i ricordi, portando con sé solo i bagagli di terrore per quanto vissuto con la paura e le incertezze con le quali saranno inevitabilmente chiamati a sopravvivere.

Curcio Protezione CivileCiò nonostante, rimangono disarmanti le parole del Capo della Protezione Civile Nazionale, “Non potremo prestare aiuto a tutti sui luoghi del terremoto”, parole che inducono drammaticamente a constatare, che la messa in sicurezza degli edifici pubblici e delle abitazioni, così come dell’ambiente, e anche una vera organizzazione che coinvolga tutte le forze operative di questo paese, sembrano non essere nelle scelte prioritarie dei governi e dell’intera classe politica.

vigili-del-fuoco-terremoto_980x571Mentre, come sappiamo, i soccorsi e l’assistenza alle popolazioni colpite, continuano ad essere affidati ai soliti valorosi e malpagati Vigili del Fuoco, sempre tra i primi a giungere sui luoghi dei disastri e alla Protezione Civile, che con mezzi a disposizione, spesso insufficienti, riesce a prestare aiuto alle vittime con impegno impagabile.
Ma è proprio in questi momenti, che tante domande vengono poste rabbiosamente nelle piazze, nei bar e sui social: perché continuare a regalare miliardi di euro, prelevati dalla tasca dei cittadini, alle banche? Che, spesso, a loro volta li usano per truffare i risparmi sempre dei cittadini. E solo questo governo, ha emesso ben sette decreti legge in favore degli istituti bancari. Perché centinaia di milioni tra bonus elettorali, Giubileo, Expo, tablet agli insegnanti e bonus studente diciottenni etc.… e addirittura il ponte sullo Stretto di Messina?
Cattedrale NorciaNon sarebbe invece più utile indirizzare tutte le energie economiche prioritariamente verso il risanamento e messa in sicurezza antisismica delle abitazioni e di tutte le strutture pubbliche, a cominciare dalle scuole? Un intervento forte di lungo periodo e una politica accurata e corretta, costituirebbe, oltre al necessario urgente aiuto ai cittadini colpiti, un indubbio e fortissimo volano per superare le emergenze e rendere l’intero paese più sicuro con benefici e ricadute su ogni attività non solo di settore.

Miliatari 2Così pure sarebbe utile, coinvolgere le nostre Forze Armate direttamente nell'organizzazione operativa degli interventi immediati, di accesso, sorveglianza e ricostruttive delle condizioni primarie di sopravvivenza delle zone colpite. Forze armate che, tra l’altro, nei loro compiti primari, comprendono anche quelli specifici in circostanze di pubblica calamità e in altri casi di straordinaria necessità e urgenza.
Tra le tante altre riforme, perché non si è mai pensato di modificare il programma scolastico e inserire materie di protezione ed esercitazioni anti calamità, come pure, promuoverle anche presso le popolazioni dei territori in cui queste calamità si verificano maggiore frequenza?

Non vi è alcun dubbio, siamo molto indietro rispetto a una seria organizzazione in materia di difesa del territorio, di protezione civile, certamente per mancanza di cultura, ma anche di lungimiranza, in un paese dove invece la scienza della prevenzione dovrebbe essere patrimonio di tutti i cittadini.
Giovanni CaianielloGiovanni Caianiello
31 Ottobre 2016










4 commenti:

  1. mi ricollego al punto in cui si tirano in ballo le riforme della scuola e relative esercitazioni da attuare in caso di calamità naturali e non ( incendi etc etc.) sottolineando che già è previsto dai programmi scolastici che vengano affrontati i problemi per la SICUREZZA. Diciamo che si tratta di SIMULAZIONI che vengono proposte di tanto in tanto collegandole a Lezioni sulla Prevenzione in situazione di Pericolo: come comportarsi, cosa fare, come procedere all'evacuazione, scelta di ApriFila e ChiudiFila che si ritengono capaci di mantenere la calma in situazioni difficili. Certo sono sempre UTILI ma che utilità possono avere in scuole dove dal punto di vista della Sicurezza manca tutto? Non ci sono le porte AntiPanico...le classi sono sovraffollate e molto spesso si accolgono alunni di altre classi che NON vengono neanche registrati come suddivisi in altre aule in mancanza del supplente( che il più delle volte NON viene neanche chiamato per cosidette ragioni di risparmio!). Molto di frequente gli stessi banchi non sono a norma....I docenti NON potranno certamente fare MIRACOLI nel momento del pericolo! Piuttosto invece di fare simulazioni inutili da cui NOn si evince il più delle volte se le istituzioni siano davvero predisposte per evacuare i luoghi in fretta e limitando i pericoli...queste Prove di Evacuazione dovrebbero essere MONITORATE dagli stessi Vigili del Fuoco o dalla Protezione Civile e vedreste, in tal caso, quante scuole verrebbero considerate INIDONEE! La tendenza comunque è quella di non evidenziare le carenze mentre la Politica ( politica?) che pensa SOLO alla poltrona gioca alle belle parole ...agli slogan con effetto per muovere la solita MACCHINA IGNOBILE dell'ACCHIAPPAVOTI e metto al Potere chi voglio io così diventa mio schiavo. Dovremmo avere una legge elettorale diversa invece di giocare ai Referendum TRUFFA.

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  2. Mariapia, "...dovrebbero essere MONITORATE dagli stessi Vigili del Fuoco o dalla Protezione Civile...", è esattamente il senso del mio discorso a proposito di scuola.

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  3. L'articolo di Giovanni Caianiello è puntuale nell'analisi storica della continua ripetizione degli eventi, degli immediati interventi organizzati ed umanitari, delle prospettive politiche di tipo culturale di educazione e conoscenza ed economica per la tutela preventiva mettendo in sicurezza il territorio. I TERREMOTI FANNO PAURA. POI SI DIMENTICANO. Si è vero, li dimentichiamo noi che non li subiamo e, quello ch'è più grave, li dimenticano i politici. Non li dimenticheranno mai quelli che li hanno subiti per il dramma della perdita dei loro cari, dei loro averi e dell'esodo forzato dai luoghi che hanno accompagnato il cammino della loro esistenza. Ai funerali delle vittime del terremoto di agosto, nell'omelia, il vescovo disse: " Le vittime non sono colpa del terremoto, evento naturale, ma dell'incuria dell'uomo." Dal 13° secolo ad oggi, sono stati registrati una infinità di terremoti con la ripetizione di quelli più violenti nelle medesime zone che dalle esperienze precedenti avrebbero dovuto trovarsi in una situazione di sicurezza, non si è verificato: perché!? Ad ogni evento, tutti i governi dell'epoca, hanno promesso stanziamenti per l'emergenza ma insufficienti per la ricostruzione dilatata nei tempi e a volte incompiuta. A questo aspetto va aggiunta la questione morale che ha permesso a tanti criminali rapaci di intascare la maggior parte dei fondi con la complicità della politica. Con gli spiccioli rimasti sono state costruite sedi istituzionali e abitazioni private con materiale scarso senza rispettare le norme anti sisma. Ora è arrivato il momento di smetterla: occorre stanziare tantissimi fondi per le esigenze immediate di ricostruzione e, contemporaneamente, avviare un piano per mettere in sicurezza tutto il patrimonio italiano da qualsiasi calamità naturale. Da non sottovalutare l'incremento all'occupazione che esalta la dignità dell'individuo e crea ricchezza per il Paese. Dove reperire i fondi!? Prima di tutto utilizzare le varie accise per le giuste finalità, smetterla con le mance elettorali di memoria democristiana e recuperare l'evasione fiscale che da sola basterebbe per finanziare la stragrande maggioranza dei progetti. Reperire i fondi è il primo indispensabile passo ma va accompagnato da un serrato controllo per evitare sperperi e le mani rapaci dei vecchi e nuovi sciacalli. Non è tutto ma un buon inizio, non basta l'unità, importante, delle forze politiche ma l'onestà dei politici. La moralità, ahimè, è il punto dolente causa di tutte le degenerazioni.

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  4. Giovanni, credo che le chiese e le antiche costruzioni di grande valore artistico si possano solo ristrutturare mettendoli in sicurezza, ma non con misure antisismiche. Sono d'accordo con tutto ciò che dici e sono certo,come accade in Giappone, che le misure antisismiche su tutti gli altri edifici potrebbero salvare molte vite umane e darebbero l'opportunità all'edilizia ed all'economia nazionale di risollevarsi. Loro pensano ad altro e Renzi parla di nuovo del ponte sullo stretto; ed io vedo nei miei incubi, su questo ipotetico ponte fra Scilla e Cariddi, un guardiano con coppola e lupara....chissà perché!

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