di Teresa Fabiola Calabria - Il nuovo ddl dedicato al Cinema permetterà la creazione di un fondo di 400 milioni di euro all'anno.
Dovrebbe aumentare le risorse e rinnovare le regole del settore. Un'autentica manna dal cielo, secondo il ministro Dario Franceschini dopo l'incontro avuto con Renzi e i registi premi Oscar Bertolucci, Sorrentino, Tornatore e Benigni. Si, avete letto bene, Benigni.
Ma poco prima che scattasse l'applauso, dopo l'illusione che per una volta il governo ne avesse fatta una giusta, si è riacceso in chi scrive il dubbio che forse, dietro alla patina luccicante, potesse anche esserci del semplice ottone placcato oro.
Andiamo con ordine. Stando alle parole di Franceschini "Il ddl, fatto sul modello della legislazione francese, (permeato dunque di spirito volto a favorire il cinema indipendente, ndr) permette la creazione di un unico fondo alimentato al 12 per cento dal gettito Ires e Iva di chi utilizza i contenuti: tv, provider telefonici e distributori cinematografici, non andando sotto l'importo annuo di 400 milioni".
Prevista inoltre l'abolizione della Sezione Cinema della Consulta dello Spettacolo che regolamentava la censura. Al suo posto, verrebbe creato il Consiglio superiore per il cinema e l’audiovisivo, composto da 10 membri di comprovata esperienza nel settore oltre ai rappresentanti delle principali associazioni cinematografiche. Per dare un'ulteriore spinta al cinema nostrano infine, verrebbero abolite "le commissioni ministeriali per l'attribuzione dei finanziamenti in base al cosiddetto 'interesse culturale' e introduce un sistema di incentivi per le opere di nazionalità italiana. La quantificazione dei contributi avviene secondo parametri oggettivi che tengono conto dei risultati economici, artistici e di diffusione: dai premi ricevuti al successo in sala. I produttori e i distributori cinematografici e audiovisivi riceveranno i contributi per realizzare nuove produzioni" (fonte Repubblica.it).
Cosa c'è che non va? Tanto per cominciare la cosiddetta eliminazione della censura, in quanto, viene inoltre detto, starà ai singoli operatori del settore autoregolarsi. Prendiamo il caso di un giovane regista che ami realizzare opere a sfondo sociale e perché no, di denuncia. Non si capisce per quale motivo egli, già fiaccato dagli ostacoli che l'ambiente del cinema gli mette costantemente sotto il naso, dovrebbe rischiare di perdere i finanziamenti producendo un film che potesse in qualche modo inimicarsi la mano che gli permette di sopravvivere e conseguentemente la possibilità di poter fare carriera e farsi conoscere. Ergo, se vorrà che i suoi film vedano la luce, dovrà strutturarli in maniera che risultino meno duri possibile e illustrare invece quanto è sana bella e forte l'Italia. Esattamente come avviene con i fondi destinati all'editoria che tengono sostanzialmente in piedi molti quotidiani e media nazionali (ricordo la 77esima posizione italiana circa la libertà di stampa).
Allo stesso modo dicevo, i film rischiano sostanzialmente di venir soffocati nella culla dai loro stessi genitori. Un richiamo, neanche troppo velato, alla legge presentata nel 1949 dall'allora sottosegretario allo Spettacolo Giulio Andreotti, che per favorire la crescita del cinema italiano a discapito di quello americano, poneva un pesante bavaglio alle "esagerazioni" dei film neorealisti.
Sentite cosa prevedeva: "A seguito di questa norma, prima di poter ricevere finanziamenti pubblici, la sceneggiatura doveva essere approvata da una commissione statale. Inoltre se si riteneva che un film diffamava l'Italia poteva essere negata la licenza di esportazione" (fonte Wikipedia, Neorealismo, Cinema). Una censura, quella che verrebbe approvata oggi, travestita da pioggia di finanziamenti ma "solo se fate i bravi".
Altro punto debole del ddl: perché mai gli incentivi verranno elargiti in base ai risultati economici, ai premi ricevuti e al successo in sala? Ma se io sono un giovane regista semisconosciuto e le regole diventeranno queste, come farò a farmi conoscere dai grandi produttori e dunque ottenere i mezzi per sfondare nel cinema? Un cane che si morde la coda, un disegno di legge che, in buona sostanza, promette tanta gavetta ai neofiti e le sale garantite a quelli già navigati.
Poteva mancare infine il roboante annuncio di Renzi? "Vogliamo dare una legge organica al cinema, una legge che è attesa da 40-50 anni. Rispetto ai tanti soloni che lo negano il tax credit genera ricchezza". Ora, se la memoria non mi inganna, 40-50 anni fa il cinema italiano ha vissuto il suo periodo d'oro, con film immortali come "La dolce vita" di Federico Fellini o "Roma città aperta" di Roberto Rossellini. E non mi pare proprio che, in pieno boom economico il mondo del cinema abbia patito particolarmente, anzi sono stati creati capolavori che al giorno d'oggi ce li sogniamo, con interpreti straordinari come Gassman, Tognazzi, Magnani, Sordi, Mastroianni e altri mostri sacri che non hanno lasciato eredi né tantomeno lo stampo per future riproduzioni.
Quello ad essere in crisi semmai, è il cinema d'autore che si ritroverà con più film di Checco Zalone e meno di Sabina Guzzanti, che con "La Trattativa" è stata la sola a parlare di un argomento tanto scomodo. E ricordate com'è andata? Mentre Zalone ha sbancato il botteghino per mesi, la Guzzanti è rimasta al cinema solo per poche settimane, pubblicità pressoché inesistente e riscontro del pubblico pari a zero. Quanto poi al "tax credit" (credito di imposta), citato da Renzi, può essere chiesto dalle imprese di produzione cinematografica ed è pari al 15% del costo complessivo di produzione e fino all’ammontare massimo di € 3.500.000, per periodo d’imposta.
E tra un grosso produttore cinematografico e un'esordiente, chi dei due ha abbastanza fondi e soprattutto la certezza del riscontro del pubblico, tali da dargli la sicurezza di riuscire non solo a restituire tramite le tasse i soldi ricevuti, ma soprattutto un guadagno tale da consentirgli successive produzioni?
Come sempre per capire la validità dei provvedimenti occorre conoscere i meccanismi che governano i processi a cui vengono rivolti.
RispondiEliminaPersonalmente ringrazio l'autrice in quanto per aver sollevato un velo su un mondo per me nuovo e messo in evidenza un altro provvedimento che cambia per non cambiare nulla
Grazie per l'apprezzamento, ma ahimè il provvedimento cambia le cose in peggio, che è diverso dal non cambiare nulla.
EliminaFondo Cinema
RispondiEliminaCon il Fondo Cinema aumentano le risorse del 60%: 150 milioni in più e introduzione di un meccanismo virtuoso di autofinanziamento. Il fondo è alimentato direttamente dagli introiti erariali già derivanti dalle attività di: programmazione e trasmissione televisiva, distribuzione e proiezione cinematografica, erogazione di servizi di accesso ad internet da parte delle imprese telefoniche e di telecomunicazione. Pertanto, a decorrere dal 2017, una percentuale fissa (11%) del gettito Ires e Iva di questi settori verrà destinato al finanziamento del Cinema e dell’audiovisivo.
Nessuna nuova tassa ma un virtuoso meccanismo di “autofinanziamento” della filiera produttiva che viene incentivata a investire e innovare e che fa scomparire l’attuale incertezza annuale sui fondi destinati al cinema: il nuovo fondo non potrà mai scendere sotto i 400 milioni di euro annui.
Automatismo dei finanziamenti e reinvestimento nel settore
La nuova Legge Cinema abolisce le commissioni ministeriali per l’attribuzione dei finanziamenti in base al cosiddetto “interesse culturale” e introduce un sistema di incentivi automatici per le opere di nazionalità italiana. La quantificazione dei contributi avviene secondo parametri oggettivi che tengono conto dei risultati economici, artistici e di diffusione: dai premi ricevuti al successo in sala. I produttori e i distributori cinematografici e audiovisivi riceveranno i contributi per realizzare nuove produzioni.
Bene, vista la scarsissima qualità e rilevanza dei film italiani, consiglierei al Ministro girare dette cifre verso un comparto che, probabile domani stesso, subirà l'ennesimo taglio lineare, la SANITA'.....
Michele Maniscalco "IL DUBBIO" Mi ricorda un rinnovo del contrtto sinacale Pirelli a All'inizio degli anni '70 Milano. La Pirelli ha offerto di piùdi quanto chiedevano i sindacati. Immediata riuonine sindacale per parlare del DUBBIO. Perchè la Prelli coffro di più da quanto richiesto? "gatta ci cova" Respinta lofferta Pirelli.
EliminaQuindi siccome ci sono alcuni film di livello medio - basso, tarpiamo le ali a tutti i potenziali talenti che aspettano solo l'occasione di farsi notare? Complimenti.
EliminaL’articolo di Teresa Fabiola Calabria apre una finestra sulla crisi del settore dello spettacolo che si accompagna a quella più generale che investe l’intera società. Da tempo le sale cinematografiche e i teatri fanno fatica a riempirsi. Gli appassionati continuano a frequentare le sale limitando la frequenza. La televisione diventa sempre di più lo strumento alternativo che offre anche prodotti di qualità, ovviamente non può sostituire il fascino di una sala cinematografica, teatrale o musicale. Altro elemento negativo è caricare gli effetti della crisi del settore aumentando il prezzo dei biglietti. Sono scomparse le sale cinematografiche nelle zone periferiche delle grandi città e dei grandi e piccoli comuni. Sono nate le multisale nei centri metropolitani o in prossimità dei centri commerciali. Ai teatri chiusi è stato riservato un destino più amaro: la totale scomparsa malgrado il loro legame con illustri personaggi dello spettacolo che hanno segnato la vita culturale del Paese. Ora dopo anni di attesa finalmente un DDL con provvedimenti per il settore. I provvedimenti nuovi o di revisioni, a volte, producono effetti peggiorativi. Il DDL è stato approvato dal Senato con 145 voti favorevoli, 6 contrari e 30 astenuti. Il 43% dei senatori era assente: il contributo di tutti i parlamentari è indispensabile per la produzione di buone leggi. Il provvedimento prevede più risorse per incentivare chi investe in nuove sale a salvaguardia dei cinema, dei teatri e delle librerie storiche. Sono previsti incentivi automatici per i film italiani, scompare la censura di stato. Quattro associazione di categoria hanno espresso apprezzamento mentre quella degli autori cinematografici ha espresso riserve chiedendo un equilibrio nell’assegnazione dei sostegni fra i film che fanno incassi e quelli che producono cultura e rinnovamento. Questo aspetto conferma le preoccupazioni che emergono nell’analisi dell’articolo. Il DDL licenziato dal Senato è passato alla Camera, qui ci si auspica il contributo di tutti per migliorare alcuni procedimenti, in particolare quello di invertire i parametri di giudizio per l’assegnazione dei fondi che devono privilegiare l’arte cinematografica incentivando gli artisti emergenti. Approvata la legge si dovranno attendere i decreti attuativi. Il quadro politico in questo momento non offre garanzie, restiamo in attesa di tempi migliori.
RispondiEliminaa parte che una legge per il Cinema esiste gia' dal periodo Veltroni (legge 346/97)...magari serve a finanziare film come "Le sciamane" di Anne Ritta Ciccone...
RispondiEliminaoggi piangiamo un premio Nobel e ne sputtaniamo un altro per partito preso. Ma quanto siamo Italiani !!!!
RispondiEliminauna legge ?? non ci bastano tutte quelle che ci sono e che restano inapplicate come tante ??? , e poi è una questione di uomini quelli menzionati da renzi nascono una sola volta e non mi risulta che all'orizzonte se ne profili qualcuno con lo stesso spessore artistico
RispondiEliminaE fin quando si continuerà a foraggiare solo gli amici degli amici, non si sentirà mai sentire di nessun nuovo talento.
EliminaIl cinema italiano oggi fa letteralmente pena...
RispondiEliminaL'articolo di Teresa Calabria, corroborato dagli altrettanto esplicativi interventi dei miei amici commentatori, non mi pone davanti ad alcun problema, nemmeno a quello di Roberto Benigni che campeggia allegramente nella foto con il nostro principino. Io dico che Benigni è un grande attore ed una persona degna di stima, anche vota Si. Avrei voluto votare anch'io come lui ma disapprovo il comportamento politicamente ambiguo ed ipocrita del principe tosco ed in più trovo la legge ambigua e raffozzanata. Però.... dico che quello che ha fatto è cosa buona e diventerebbe eccellente se la Camera adesso apportasse qualche piccolo accorgimento. In ogni caso, il mio amico Michele ha fatto un mirabile commento portando ad esempio un fatto sindacale avvenuto in Pirelli. Io approvo la morale che ne scaturisce.
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