di Maurizio Alesi - Credo che, prima o poi, a qualcuno verrà in mente di collezionare in un libro la mole di strafalcioni usati da Renzi e Boschi
per spingere gli elettori a votare “SI” al referendum costituzionale. Ogni scorrettezza, ogni bugia, usata per entrare a gamba tesa sul quesito referendario sembra l’ultima pensando sia difficile immaginare di peggio. Ma il premier - chiamato il bomba da ragazzo per le sue bugie - non finisce mai di stupire rimanendo fedele alla sua indole.
Abbiamo assistito a una sequela di offese all’intelligenza degli italiani con le sparate tipo “Se vince il SI si sconfigge il terrorismo”; “se vince il SI aumenta il PIL”; “si incrementa il turismo; “calano le bollette di energia e Gas”. Si aggiunga l’assist, trasformato in autogol, fornito dall’ambasciatore americano entrato inopportunamente nel merito di questioni inerenti ad un Paese straniero. Ma più i sondaggi danno avanti il “NO” nonostante la spregiudicatezza e la disinformazione dei trombettieri travestiti da giornalisti, più aumenta la paura e diminuisce la spavalderia del giglio magico renziano.
Giovedì 23 settembre, a otto e mezzo su La7, l’ex boy scout, ha avuto la peggio in un confronto/scontro con uno dei migliori giornalisti italiani, la cui indipendenza è riconosciuti da estimatori e avversari. Pensando di avere a che fare con i soliti scendiletto di mamma Rai, Renzi ha inanellato una serie di battutine e inesattezze puntualmente sconfessate da Marco Travaglio che lo riconduceva alla realtà. A corto di argomenti il premier cercava infatti di svicolare dalle riforme parlando d’altro, come il numero di copie vendute dal giornale di cui Travaglio è direttore, dei problemi della Giunta capitolina, e, ovviamente, dei grillini.
Nel corso del dibattito, in uno dei tanti momenti di difficoltà, Renzi con il piglio dello showman ha tirato fuori il fac-simile del quesito referendario mostrandolo compiaciuto in primo piano. Nulla di male se non fosse per il suo contenuto che ha lasciato attonito ogni spettatore con un minimo di familiarità ed esperienza sui referendum.
Anche i più distratti sanno infatti che - almeno prima dell’avvento dell’era renziana - tutti i referendum riportavano nel testo la formula classica istituzionale: “approvate il testo della legge costituzionale concernente…” facendo seguire le disposizioni di legge sottoposte a referendum e limitandosi a citare gli articoli e i commi sottoposti a modifiche. Questa è la modalità con la quale si sono svolti tutti i referendum, garantendo un comportamento neutro, né a favore né contro la descrizione del quesito o, peggio, interpretandone i contenuti e conseguentemente orientando il voto. Sono riusciti, nientemeno, a far scrivere in un documento istituzionale una formula che è uno spot elettorale, aggravato dal fatto che non è stata ancora fissata la data sullo svolgimento del referendum, altro che Berlusconi.
Preso dal panico e deluso dal fallimento della personalizzazione sulle riforme (vergognosamente rimangiata), il premier trasforma la scheda in una campagna referendaria cercando di indurre la gente a votare SI.
Ecco il testo delle domande, inserite senza pudore, nella scheda letterale così come lo troveremo nei seggi elettorali: <<Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?>>.
Adesso, a parte la scorrettezza di aver selezionato solo una parte del contenuto delle riforme soggette a referendum, scegliendo gli argomenti più accattivanti, si è data per scontata una serie di valutazioni che (a parte l’abrogazione del Cnel), sono invece tutte opinabili e oggetto di uno scontro con i più illustri costituzionalisti italiani, mezzo PD, tutto il centro destra, l’Anpi oltre alla metà degli italiani, schierati apertamente con il “NO”.
Come si fa a parlare di superamento del bicameralismo quando basta leggere l’art. 70 della riforma per capire che il sistema si complica e non si snellisce. Il testo dell’articolo passa da 9 a 439 parole per spiegare come funziona il nuovo parlamento. Dov'è la semplificazione dell’iter parlamentare e la fine della navetta parlamentare?
Il nuovo senato si prenderà 10 giorni di tempo per valutare la possibilità di operare delle modifiche al testo, e poi altri 30 giorni per rinviarlo alla Camera, che dopo dovrà decidere se accettare o ratificare. Gli inevitabili conflitti di competenza a trattare le leggi da parte del nuovo Senato o tra Camera e le Regioni semplificano o appesantiscono la formazione delle leggi? Il contenimento dei costi è solo illusorio rimanendo in piedi la struttura, il personale, le spese per il funzionamento del Senato oltre ai rimborsi da attribuire ai consiglieri-senatori per i quali, non essendo stato fissato un limite, potrebbero addirittura superare i costi degli stipendi che apparentemente si risparmierebbero.
Se la logica da seguire nella descrizione dei quesiti fosse questa, pensate come sarebbero suonate diverse domande tipo: “volete che ai cittadini venga negato il diritto di voto per il senato che sarà composto da sindaci e consiglieri regionali”; “volete che venga data loro l’immunità parlamentare”, “volete che le firme per la presentazione delle leggi proposte dal popolo passino da 50mila a 150mila”; “Volete che si complichi l’iter legislativo passando da una sola procedura a dieci a seconda della legge in discussione”. Vorrei vedere chi avrebbe votato SI a quesiti del genere. Evidentemente, ben sapendo che il testo di questo accrocchio di norme è stato scritto in ostrogoto, hanno pensato bene di interpretarlo stiracchiandolo vergognosamente dalla loro parte.
Maurizio Alesi
25 Settembre 2016
Dopo le menzogne sparate a raffica e puntualmente rimandate al mittente da un grande Travaglio il vestito da boy-scout, senza vergogna, mostra l'ultima furbata, l'ennesima meschineria, l'ultimo inganno ai danni del popolo, un testo che a prima vista sarebbe anche condivisibile se non mascherasse l'ennesima fregatura. Speriamo bene di NO. NO voteremo proprio NO.
RispondiEliminaappunto con il NO deciso si porrebbe fine alla SUPPONENZA ED ARROGANZA DI renzi IL PREMIER CON L'AEREO DA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ..
EliminaSalvato dalla gruber. Ha parlato oltre il triplo di marco
RispondiEliminaNeppure Berlusconi era arrivato a tanto con la sua proposta di riforma, che asetticamente indicava solo i riferimenti normativi cui si riferiva senza entrare nel suo contenuto. "Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche alla Parte II della Costituzione" approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 269 del 18 novembre 2005?". Ma da un personaggio come Renzi ci si poteva aspettare di tutto è vero, ma non fino a questo punto? Proprio No. Lui che è più che abituato a raccontare e fare sempre tutto ed il contrario di tutto, secondo la convenienza del momento, proprio non ce l'ha fatta a resistere alla tentazione di uno spot elettorale gratuito e capillare come quello scritto direttamente sulla scheda referendaria così machiavellicamente composta. Recentemente aveva anche ammonito: "se passa il no, diventiamo il paradiso degli inciuci". Come? Proprio lui che è arrivato a Palazzo Chigi grazie ad un inciucio? "Se lo perdo vado a casa, noi non siamo la casta". Davanti al senato: "Prendo quì l'impegno, se vince il no, ne trarremo le conseguenze", "Non sono un politico vecchia maniera che resta attaccato alla poltrona". A marzo 2016 affermava: "In caso di sconfitta è sacrosanto non solo che il governo vada a casa ma che io consideri terminata la mia esperienza politica". E nel mese di giugno chiedeva: "Secondo voi posso diventare un pollo da batteria che perde e fa finta di nulla?". Ora, è proprio il pollo da batteria, è stato lui stesso a definirsi tale, a rimangiarsi tutto, ed a non mollare la poltrona. Insomma, ancora una volta, il generatore automatico di bugie ha mentito. Ci è tanto abituato, così come i suoi sostenitori che non ci fanno più neppure caso, nè l'uno, nè gli altri. In fondo, chi lo conoscere bene fin da bambino, non a caso lo chiamavano il bomba.
RispondiEliminaVogliamo noi mandare affanculo il bulletto di provincia e gli scemi del villaggio che stanno al governo? Siiiiiii!!!!
RispondiEliminaAlle giuste considerazioni precedenti aggiungo la domanda che mi sorge spontanea è.....una tale scheda è legale?
RispondiEliminaQuella sul quesito referendario è una polemica strumentale e tardiva. Il testo è deciso nel rispetto della legge 352/1970, articolo 16, che impone di usare nel quesito il titolo della Riforma. Titolo che avrebbe potuto essere modificato nel dibattito parlamentare, ma in oltre due anni nessuno ha sentito la necessità di farlo.
EliminaC’è di più, ad aprile il Comitato per il No ha depositato una richiesta di referendum che conteneva lo stesso identico quesito, ma è stata ammessa solo la richiesta di Basta un sì, l'unica ad aver raccolto le 500mila firme necessarie.
A maggio la stessa Corte di Cassazione ha sottolineato la ‘legittimità’ del quesito.
Ci auguriamo che si metta fine a questa inutile polemica e che ci si concentri sui contenuti. Solo così si potranno aiutare gli elettori a scegliere in maniera consapevole cosa votare.
Dico sinceramente che questa mi sembra una polemica debole per contrastare il SI. Gli italiani decideranno secondo le proprie convinzioni e non per il modo di come è scritto il quesito.
RispondiEliminaE gli italiani che non hanno convinzioni. A quelli ci pensa il Governo a dare indicazioni di voto sulla scheda vero?
EliminaCondivido pienamente le parole del Dr.Alesi! Ogni parola al di fuori del concetto da lui espresso E' solo indice di poca attenzione alla realtà di un corpo elettorale purtroppo impreparato per l'antica " interessata negligenza" dei "politici nostrani" sempre pronti a speculare sull'ignoranza e la credulità popolare e, in particolare alieno dall'approfondire i quesiti referandari, quali che siano addirittura evitando di parteciparvi.
EliminaIl sistema adottato è il chiaro specchio della faziosità connaturata di questo governo nato per affossare la Repubblica Democratica per favorire la massoneria e la mafia. Ma ci sarà mai qualcuno che si prenderà veramente cura di far capire agli italiani che se si va avanti di questo passo diventeremo solo una colonia DELLA Germania, un comodo campo d'atterraggio0 per gli aerei militari americani impegnati nella loro opera di colonizzazione del Medio Oriente e dell'Africa Settentrionale e perderemo ogni connotazione di Stato Sovrano? Comunque, come sempre: "AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA"!
A futura memoria
RispondiEliminaDa quando in Parlamento è stato depositato il DDL avente per titolo “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, si sapeva che questa formulazione sarebbe finita sulla scheda elettorale in caso di referendum... perché questo è previsto dall’art. 16 della legge 352/1970.
Imparino gli inadeguati parlamentari che anche la definizione dell'oggetto di una legge DEVE essere oggetto di battaglia politica!
Il titolo di una legge non deve essere "Superamento di..." ma "Intervento su..."
Se si scrive "superamento" occorre che poi il superamento ci sia effettivamente.
In sostanza si indica nell'oggetto di legge quello che dovrebbe essere l'obiettivo della legge senza verificare che la legge effettivamente raggiunga l'obiettivo.
Nel caso specifico il bicameralismo paritario non è superato, ma solo ridimensionato perché continueranno a esistere ambiti legislativi perfettamente paritari come adesso.
Anche l'indicazione "riduzione dei parlamentari" è ingannevole perché la legge interviene solo sul numero dei senatori e non si comprende perché nel titolo non ci debba essere l'oggetto corretto della riforma: riduzione dei senatori.
Provate a immaginare una legge avente per titolo "Riduzione della produzione animale e derivati animali” che in realtà si occupa solo di produzione di latte.
Solo leggendo il testo di legge si comprenderebbe di cosa si occupa.
Questa è la finzione democratica: si finge di immaginare che ogni cittadino abbia letto la gazzetta ufficiale e sappia di cosa si occupa la proposta di revisione costituzionale. La finzione è rafforzata dagli oppositori che non fanno il loro mestiere e dal sistema informativo … che non informa.
Perché non è stato denunciato che il titolo della legge era ingannevole, falso e truffaldino?
Tutto ciò la dice lunga sulla pessima qualità del personale politico.
A questo punto qualcuno si chiede, perché la Cassazione non ha modificato il quesito?
Perché la Cassazione in questo caso deve accertare che sia stata rispettata la prescrizione di legge che impone di riportare il titolo della legge di revisione costituzionale.
La questione è perché i parlamentari liquidano una legge che nel titolo indica obiettivi non raggiunti e descrizioni inesatte.
Persino il CNEL non è soppresso. Lo sarà forse al termine della procedura di commissariamento... Esattamente come è successo con tanti Enti soppressi che hanno vissuto molti anni dopo la loro ... dichiarata soppressione.
La riduzione dei costi non è un tema costituzionale perché la Costituzione non parla di costi.
Poiché è sempre possibile contenere la spesa, vorrei regole su controlli e trasparenza nella gestione e non una generica riduzione dei costi che non mi garantisce nulla sulla efficiente gestione delle istituzioni.
Qualsiasi massaia sa che si possono azzerare i costi per la pulizia della casa, basta non comprare detersivi. Abbiamo risolto qualcosa?
Si abbiamo ridotto i costi. Ma la casa diventa sporca, osserva qualcuno. Ma l’obiettivo era ridurre i costi e non avere la casa pulita.
Chiunque sa che il costo può essere contenuto sino al suo azzeramento. Il problema non è mai il costo ma l’obiettivo che ci diamo nel prevedere un determinato ufficio, organismo … mentre il costo sarà poi una questione di sana amministrazione delle risorse pubbliche.
I 5 temi indicati nel quesito conducono a 5 NO perché nessuno degli obiettivi indicati è raggiunto.
non si tiene conto che il titolo della legge, come tutto il resto, lo hanno deciso a colpi di maggioranza e perciò era inevitabile che fosse quello. Mi risulta che ci fosse l'impegno di concordare il testo della scheda in Commissione Affari istituzionali, ma gli impegni assunti con questo governo valgono ben poco
EliminaNo, il titolo di legge figura già nel testo depositato in parlamento per la discussione e non è mai stato oggetto di critiche, denunce, dibattiti, proposte di modifica... come spesso succede con tante leggi che nel titolo riportano descrizioni fantasiose.
EliminaVedasi A.S. n. 1429 approvato l'8 agosto 2014 che già nel titolo riporta "Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione"
E come titolo breve: "Revisione della Parte II della Costituzione"
La titolazione non è stata oggetto di battaglie politiche, solo qualche osservazione irrilevante; al punto che questo stesso "titolo" è stato ripreso dal Comitato del NO ed è presente nei moduli firmati da 380.000 cittadini del Comitato del NO.
Questo è un ulteriore segno della mediocrità della classe politica e della impreparazione di coloro che dovrebbero rappresentare le opposizioni.
Caro Sergio, non ti sforzare a spiegarti con il tuo solido lucido raziocinio, perchè ci saranno poche persone ad avere il buon senso di capire le tue parole. Rilevo con soddisfazione che le tue analisi sono sempre frutto di riflessioni oggettive, aventi il solo intento di rendere fruibili, a chi ti legge. Per quanto concerne i contenuti della Riforma, giusti o sbagliati che siano, i tanti errori certamente contenuti in essa che potevano essere evitati nella sua stesura ed infine i richiami all’elettore, richiedeva più oculatezza da parte di tutti. Hai fatto bene a mettere in evidenza che esiste una maggioranza forse inadeguata a tale compito, ma anche una opposizione senza qualità ed attributi. Ognuno corre per la propria strada, in un assordante stridore di tifo, di insulti verso chi espone idee diverse, infischiandosi totalmente di giungere ad uno spirito costruttivo, ma solo protesi alla salvaguardia dei singoli interessi di parte. Ormai, caro Sergio, la confusione regna sovrana in ogni settore della politica italiana, dove a farla da padrone è una generale prevaricazione, spesso lesiva alla dignità personale, oltre al sistematico utilizzo di parolacce e volgarità, come strumento di propaganda. Credimi, amico mio, sono davvero rammaricato di questo sostanziale grado di inciviltà raggiunto in un popolo ritenuto depositario di civiltà e cultura. Mi auguro che si arrivi presto all’esercizio del voto, sarà una soddisfazione dell’una o dell’altra parte, ma i veri problemi da risolvere resteranno immutati.
EliminaCaro Franco, credo che ogni situazione vada affrontata cercando di coglierne la natura oggettiva, senza la pretesa di avere la verità in tasca e la presunzione che la propria logica sia l'unica possibile.
EliminaEsprimo le mie analisi proprio per mettere a confronto la mia logica, vale a dire la metodologia di analisi da me adottata, con quella altrui... diversamente mi limiterei a esprimere le conclusioni tacendo il ragionamento.
In questo caso ci troveremo a decidere se accettare una proposta di riforma o respingerla.
Dovremo farlo esprimendo un giudizio sintetico: SI o NO.
Inevitabile pesare aspetti positivi e negativi per giungere a un responso.
Non succederà la catastrofe se prevale il SI o il NO, ma le mia analisi mi portano a ritenere che gli aspetti negativi superano alla grande quelli positivi, peraltro affidati a propositi tutti da verificare, mentre quelli negativi sono assolutamente certi.
Sto partecipando a tanti dibattiti e i sostenitori del SI riconoscono che le mie critiche sono corrette, ma fanno affidamento sul futuro che sarà in grado di correggere gli errori.
Io preferisco tenermi questa Costituzione, con i suoi noti limiti, invece di imbarcarmi in un nuovo scenario che promette confusione e conflitti e forse qualche premio tra molti anni se alla fine prevarrà una nuova cultura e una nuova classe politica.
Perché questi cambiamenti si verifichino occorre provocarli e nella riforma non c'è alcun incentivo per questi cambiamenti positivi.
Se oggi noi abbiamo una pessima qualità delle leggi e una mediocre classe politica non miglioreremo l'una e l'altra velocizzando l'iter legislativo e impegnando le stesse persone in molteplici ruoli.
Velocizzeremmo e moltiplicheremmo anche gli errori.
Ogni anno, da molti anni, si approva un decreto milleproroghe. Basta riflettere su questo intervento legislativo retrospettivo, divenuto un appuntamento fisso, per comprendere che serve qualità delle leggi e non velocità.
Ammesso e non concesso che questa riforma ci porti velocità, è una terapia sbagliata che arriva da una diagnosi superficiale.
Caro Sergio, ancora una volta hai dato prova di essere seriamente intenzionato a capirci qualcosa trasmettendo le tue lucide riflessioni. Anch'io come te ho messo sulla "bilancia" delle valutazioni, gli errori e le positività di questa Riforma" e certamente sono i primi a far pendere il piatto della bilancia. Con te, certamente amante del dialogo, non ho alcun timore o remissività a denudarmi delle mie riflessioni più intime. Io sono spinto da una voglia irrefrenabile di votare SI per un semplice motivo: seppure una piccola riforma rappresenta un piccolo passo avanti per lo snellimento della procedura legislativa. Io non sono convinto come si afferma che i tempi restano inalterati o addirittura aumentano e non sono convinto nemmeno che si andrebbe incontro ad una deriva autoritaria. Sono convinto, mentre, che il prossimo governo non sarà del PD e se ci saranno delle correzioni da apportare saranno portate avanti dalla nuova formazione politica. Ho seguito da sempre le vicende politiche italiane, anche impegnato direttamente come amministratore del mio comune per circa 30 anni, per non ritenere valida la politica dei “piccoli passi”. Non esistono, come erroneamente si crede l’attuarsi di repentine metamorfosi della società, se non attraverso un cambiamento traumatico. Inoltre ho serie difficoltà a credere che possa mettersi insieme una “Costituenda” dove possa svolgersi un serio dibattito tra tutte le forze politiche, come avvenne nel lontano 1946. Allora erano altri tempi, la guerra civile ed il fascismo aveva indotti i “padri costituendi” a dialogare, esattamente l’opposto dell’attuale politica condita di narcisismo politico. Infatti, la revisione della parte seconda della Costituzione, ha i suoi albori nel lontano 1985 con la commissione parlamentare guidata da Aldo Bozzi, e reputo del tutto inutile citare le tante commissioni che si sono avvicendate nei successivi 31 anni. Mi dispiace dirlo, ma questi sono le motivazioni che mi spingono a votare SI anche se mi riservo il giudizio definitivo nel momento in cui esprimerò il mio voto.
EliminaIl vigliacco! Tutto premeditato. Come titolo della riforma uno slogan da sottoporre a referendum.
RispondiEliminaSta a noi informare e fare in modo che si trasformi in un boomerang
Solo NO
RispondiEliminaQuella sul quesito referendario è una polemica strumentale e tardiva. Il testo è deciso nel rispetto della legge 352/1970, articolo 16, che impone di usare nel quesito il titolo della Riforma. Titolo che avrebbe potuto essere modificato nel dibattito parlamentare, ma in oltre due anni nessuno ha sentito la necessità di farlo.
RispondiEliminaA maggio la stessa Corte di Cassazione ha sottolineato la ‘legittimità’ del quesito.
Questo tuo post è un copia/incolla vero? Perché ne ho letti altri identici. Cos'è? ! Oltre a non farvi ragionare con la vostra testa adesso vi scrivono prima loro quello che dovete pubblicare? !?!
EliminaConcordo con la disamina del dott. Alessi e mi permetto di informarlo che il direttore Marco Travaglio, da lui citato nel post, nel corso dei suoi editoriali giornalieri sul Fatto Quotidiano sta già provvedendo alla raccolta degli spot "pro si", basta andare a leggerli e possibilmente ritagliarli per conservarli. Sempre Travaglio, in collaborazione con Peter Gomez, ha inoltre chiesto agli italiani, appena due giorni fa, di contribuire alla diffusione delle verità sul referendum, invitando a contribuire sul sito del quotidiano, nella sezione "Fatto da voi" in cui raccogliere, cito testualmente: "foto, video, testi, loghi, aforismi, racconti brevi, poesie, vignette, disegni, canzoni, rap e tutto ciò che vi riesce meglio per dire No. I lavori più riusciti e originali verranno segnalati nella sezione del sito dedicata al referendum e pubblicati ogni giorno sul giornale nella pagina dedicata al No. In prossimità del referendum organizzeremo un grande evento per presentare i risultati della vostra creatività e premiare i migliori, con una giuria specializzata". Quando si dice "rispettare il popolo sovrano".
RispondiEliminaTra le trovate per spingere il "si" Alessi però dimentica, incolpevolmente ovvio, quella più recente che ha suscitato giusta indignazione in chi se n'è reso conto ovvero la trovata del sindaco PD di Ercolano, Ciro Buonajuto, che si è arrogato il diritto di usare una frase del magistrato Giovanni Falcone, manipolandola in modo da lasciare intendere che egli se fosse in vita, sarebbe a favore del "si". Esattamente come hanno già provato a fare con Berlinguer, se non fosse stato per l'intervento della figlia Bianca che ha gridato giustamente all'accusa di vilipendio di cadavere, intimando ai responsabili di lasciar perdere suo padre. Finora a quanto mi risulta, nessuna vibrante protesta è pervenuta dai familiari del magistrato Falcone ma francamente spero di sentirle quanto prima.
Riallacciandomi infine al duello mediatico intercorso tra il premier Renzi e il direttore Travaglio, non posso non ricordare la bassezza del primo nei confronti del secondo quando, in mancanza di armi sufficientemente affilate, tirava in ballo l'abitudine del direttore a non tifare per la Nazionale, mentre lui, invece "tifa per l'Italia" come se calcio e politica fossero un tutt'uno. In effetti, con la solita frase dello "scendere in campo" il dubbio viene.
Concordo. Se avessi dovuto citare tutte le nefandezze dei sostenitori del si, il libro lo avrei dovuto scrivere io. Mi sono limitato alle scorrettezze profuse da Renzi e dal suo governo. Tante altre ne sono seguite dai suoi giannizzeri.
EliminaUna porcata dopo l'altra e vai così! Certo che ci vorrebbe qualcuno più importante di Travaglio per richiamare al dovere di un Primo Ministro il Sig. Renzi... ma pare che al momento non ci sia nessuno in grado di farlo o ci si limita a mormorare qualche principio invece di pretendere che si torni ad essere uno stato serio.
RispondiEliminaconcordo pienamente !
EliminaLa seguivo con più interesse, adesso, sinceramente, le opinioni che Lei riporta, a meno che non siano le sue, mi sembrano molto faziose, Dichiarare Travaglio grande giornalista mi sembra eccessivo. Travaglio è una , persona ammiccante e pontificante sicura di se quando non ha contradittorio ma che poi , quando si ritrova un'interlocutore come Renzi, che antipatico sarà ma ha una parlantina sveglia, comincia a soffiare come una biscia sputando più veleno che parole e snocciolando , stile cantilena i soliti mantra. Che siamo immersi nell'immondizia è cosa certa ma che un preteso giornalista apostrofi il Presidente del Consiglio continuamente come bugiardo, pallonaro ed altri termini offensivi, dimenticando che è una figura costituzionale ma trattandolo come uno dei suoi compagnucci di merenda , mi sembra francamente poco istituzionale ed anche pericoloso.
RispondiEliminaMi dispiace tanto averla deluso. Se tuttavia legge attentamente il contenuto della mia riflessione scoprirà che non c'è nulla di diverso rispetto alle altre pubblicazioni. La mia stella polare è l'obiettività (senza vincoli di appartenenza)e soprattutto narrazione di fatti certi e documentabili.
EliminaLa Costituzione, in primis, dice che IL POPOLO è sovrano. Quindi se, a ogni riforma, di fatto hanno protestato tutte le categorie coinvolte (insegnanti, operai, operatori sanitari, studenti e via scorrendo) questo non dev'essere tenuto in considerazione? E, sempre essendo IL POPOLO il sovrano, perchè se passa sto maledetto si, noi cittadini NON avremo più nessunissima voce in capitolo! dato che i governi saranno un susseguirsi di nominati tra clan di mafiosi.
RispondiEliminaNon si fanno così le riforme costituzionali ! In tal moda le fa la repubblica de bananas, non l'ex Regno d'Italia né la Repubblica Italiana.
RispondiEliminaLa scheda referendaria è ingannevole; questa deforma costituzionale non avrà effetti positivi, per la ripresa economica e per combattere la disoccupazione anche per porre fine alla tragedia di SUICIDI DI DISOCCUPATI ED IMPRENDITORI, perché riduce di ben poco gli enormi costi della politica.
Personalmente ritengo che fosse presente il peggio. Il peggio della politica ed il peggio del giornalismo.
RispondiEliminaOsservare che il titolo - che dovrebbe essere una sintesi dei contenuti - è parziale non è polemica ma una fatto concreto. Negare che questo sia il modo per stimolare consapevolezza dell'elettore - considerato il grado di analfabetismo funzionale - è quanto meno....ingenuità
RispondiEliminaA parer mio il dibattito è stato vivace, corretto ed imparziale, considerando anche il comportamento dell'ottima Gruber. Per quanto riguarda la tematica referendaria ed il modo in cui è stata esposta in trasmissione dal principino, io non ne farei un dramma: la gente ha capito che i quesiti sono posti in modo ingannevole perché le modifiche non sono chiare e si possono prestare ad interpretazioni varie. Io sarei stato d'accordo all'abolizione di una Camera, anche se avrei lasciato solo trecento senatori. Un motivo per cui voterò NO è dunque questo raffazzonamento nato probabilmente dalla necessità del principe democristo di dover accontentare tutti: Destra e Sinistra.
RispondiEliminaUna piccola nota a margine: non mi piace il "proporzionale" sostenuto dai 5S. È vergognoso solo parlarne dopo quello che abbiamo visto e sopportato per anni.
Un indicazione di voto del genere è, sicuramente , di cattivo stile, ma, personalmente mi preme un'altra domanda:
RispondiEliminaUn No popolare verrebbe rispettato oppure ignorato come il no per la privatizzazione dell'acqua pubblica?
Il voto del cittadino ha ancora un significato ?
In questo caso non c'è alcun dubbio. Se vince il NO la legge di riforma verrebbe bloccata automaticamente e non potrebbe andare in gazzetta ufficiale. Si tratta di un referendum confermativo e non abrogativo.
EliminaNulla più mi stupisce delle azioni di questo personaggio che della menzogna e dell'opportunismo ha fatto il suo mantra, nel confronto con Travaglio pur avendo avuto molto tempo in più è uscito sconfitto, ha cercato di arrampicarsi sugli specchi, parlando delle copie vendute de Fatto o altre amenità simili, come affermare che i dati forniti da Travaglio fossero errati. Ora, Travaglio può piacere o non piacere ma che non faccia bene il suo mestiere non si può proprio dire, è sempre documentatissimo e puntuale.
RispondiEliminaMentre il "nostro" bada va solo a dire che se si vota no non si vuole cambiare.
La scheda referendaria è...ha detto bene Travaglio...una furbata, io dico che è non corretto nei confronti degli elettori, sembra uno spot, ha pensato bene di sponsorizzare il si, in barba ad ogni lealtà politica.
Ennesima menzogna spacciata per verità assoluta, incutendo timori e tragedie inesistenti, quel che temo è che alcuni si lascino fagocitare dalla paura dell'immobilismo...spero di no..grazie per la bella e precisa disamina all'autore Alesi.
La revisione tocca quasi un terzo della Costituzione e tutto viene racchiuso in un quesito ingannevole purtroppo non illegale perché riporta il titolo del DDL approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Il titolo è stato scelto ad hoc da chi presentò il DDL e già noto dal mese di agosto quando la Cassazione ha ammesso il quesito referendario. Ciò dimostra la leggerezza delle opposizioni che per oltre due anni di dibattito parlamentare non hanno fatto caso al titolo che riassume principi non corrispondenti alle disposizioni. A questo punto, il quesito per quanto forviante non sarà determinante per la scelta del voto. A tutti è noto che chi partecipa al voto referendario si reca alle urne con una decisione maturata precedentemente. Nella scheda vengono individuate solo le caselle del SI e del NO, nessuno legge il quesito. Nel testo riformato, le contraddizioni sono evidenti e lo si nota dalle argomentazioni nei dibattiti. I sostenitori del SI, con slogan, difendono la riforma. I sostenitori del NO argomentano. Ora che finalmente è stata scelta la data del voto, con la campagna elettorale, dovremmo assistere a dei dibattiti informativi e formativi per far maturare la consapevolezza della scelta. Il voto referendario, in particolare quello costituzionale, deve essere libero da qualsiasi condizionamento. L'attenzione deve essere concentrata sui contenuti della riforma. Se si vuole maturare una scelta consapevole basta recarsi in libreria. Ci sono diversi volumetti che, con chiarezza espositiva, oltre ad illustrare i contenuti della riforma fanno comprendere il valore della nostra Costituzione. I parlamentari hanno eluso qualsiasi possibilità di scrivere con spirito costituente e unitario una riforma funzionale. Ora la decisione di conferma o bocciatura passa al popolo che detiene la sovranità.
RispondiElimina"I sostenitori del SI,con slogan,difendono la riforma.I sostenitori del NO Argomentano" Affermazione perfetta.
EliminaÈ del tutto evidente come la scheda referendaria sia fuorviante. E la furbata di chi ha preparato il testo della riforma e quindi il titolo è passata quasi inosservata. Forse si sarebbe potuto fare di più e tentare una modifica proprio perché il quesito non rispetta per niente, o solo in piccola parte, il merito del testo approvato.
RispondiEliminaMa a questo punto c’è poco da fare. La data del referendum, finalmente, è stata stabilita e il 4 dicembre 2016 i cittadini potranno e dovranno decidere. Ecco perché bisogna fare di tutto per spiegare di cosa stiamo parlando. Il rischio è troppo grande, da una parte e dall’altra. La Costituzione non è un gioco e non può essere trattata così. Il nostro Paese, da quando i padri costituenti hanno sottoscritto la Carta fondamentale, ha attraversato momenti difficilissimi e periodi di grande floridità e espansione sociale ed economica. E tutto è successo con questa Costituzione, con questo Senato, con questo Parlamento e con i governi che si sono succeduti. Cambiavano le maggioranze, cambiavano gli uomini alla guida ma il sistema ha sostanzialmente tenuto la barra. Il numero dei governi ha un’importanza molto relativa perché non c’era soluzione di continuità nei programmi da portare avanti.
E, credo sia innegabile, proprio l’attuale governo è la riprova che molte giustificazioni a sostegno della riforma costituzionale sono false o non completamente vere. Non si spiegherebbe come mai tra pochi mesi Matteo Renzi taglierà il traguardo dei tre anni di governo e come sia stato possibile che sempre questo Parlamento abbia realizzato, parole sue, un numero impressionante di leggi e di riforme per il bene dell’Italia. Delle due l’una!
È proprio questa trasfigurazione della realtà il punto nodale di queste riforme.
EliminaAffermazioni false e fuorvianti.
Inneggiare al lavoro compiuto e nello stesso tempo lamentarsi per le presunte difficoltà nel compierlo.
Mi spiace che Maurizio, che ha una lunga militanza politica in alcune formazioni politiche (dal PDS alla formazione di Mastella), per le quali ha anche ricoperto cariche istituzionali, oggi sia tra coloro che sostengono in modo così convinto Grillo senza accorgersi della carica aggressiva che i Grillini esprimono proprio contro politici come lui e con il passato che rappresenta.
RispondiEliminaQuando vuoi parlare del nostro passato e del nostro presente apriamo un dibattito pubblico. Tu appartieni ad un partito il cui presidente della Regione ha governato nominando Cuffaro assessore all'Agricoltura e ti permetti pure di fare lezioncine di moralità. Io non sono mai stato col cappello in mano a lesinare incarichi e consulenze. Sono scappato 20 anni fa dal tuo partito perché già allora faceva schifo, mentre tu ancora ti trovi a tuo agio. Ci sarebbe da chiedersi perché. E' ridicolo che militando in un partito pieno di mascalzoni e di inquisiti che governa con la destra berlusconiana e con i plurinquisiti, trovi il coraggio di avanzare critiche a persone perbene. Il mio passato e il mio presente sono specchiati e ho sempre tenuto la schiena dritta. Cerchi di avvelenare il dibattito referendario con vili allusioni, ignorando che questo referendum non ha nulla a che fare con gli schieramenti essendo trasversale a destra e sinistra. Vedo che il nervosismo tra tue parti lievita e tracima.
RispondiEliminaGiangiuseppe Gattuso se vuoi ti indico l'indirizzo dove puoi trovare aiuto! Salvano un buon 25% di persone, gli restituiscono una vita migliore. Il 75% purtroppo ha perso talmente neuroni a forza di seguire i guru della setta che non riescono più ad uscire dal tunnel. Forse ti prendono in tempo.
RispondiEliminaAppunto, come dice Alesi, ...Altro che Berlusconi. Aal posto di un politico sui generis, pieno di difetti ma comunque non attaccabile sul piano della democrazia, visto che è stato più volte eletto dal popolo italiano,di cui gli avversari hanno fatto un nemico e addirittura hanno scavato nell' intimità della sua casa per farne un mostro, cosa riuscita visto l'alto numero di casalinghe e di bacchettoni presenti nel popolo italiano, adesso ci dobbiamo "godere" un premier non eletto, un bugiardo seriale, una faccia di bronzo, uno che ha conquistato militarmente la RAI e quasi tutti i "media", uno talmente inaffidabile che in Europa ci fa sempre fare le figure di merda che sappiamo. Beh, mi pare che al peggio non ci sia fine.
RispondiEliminaNon ho mai votato né apprezzato Berlusconi. Ma che abbia sempre avuto la piena legittimità a governare, non ci sono dubbi. Tutti conoscevano la sua storia, il suo passato e il suo presente e gli italiani hanno espresso consapevolmente il loro voto per lui, indicandolo alla guida del Paese. Il voto del popolo è sacro, anche quando non ci piace. Questo non si può dire per Renzi che non è mai stato eletto da nessuno e si comporta da arrogante cambiando la costituzione insieme a quattro amici e a colpi di maggioranza
EliminaUn articolo di Maurizio Alesi che mi trova perfettamente in accordo. Il libro cui fai riferimento potrebbe avere come titolo “Lo stupidario farneticante”La scelta della data poi è un capolavoro perché coincide con un lungo ponte. Che cosa dire?Certamente la sua sicurezza sul Si vacilla e non basta promettere mari, monti e ponti Speriamo bene !intanto cerca gli appoggi nella destra, in quel galantuomo di Verdini. Tutto fa brodo pur di vincere. Gravissima la formulazione referendaria. Mi chiedo se una delle tante cavolate fatte da Renzi, fosse stata proposta da Berlusconi che sarebbe successo?
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