di Maurizio Alesi - Non è ancora stata fissata la data del referendum sulla riforma costituzionali, mentre cresce il nervosismo dentro il PD e nel governo.
E non si contano più gli episodi di intolleranza nei confronti di chi vorrebbe esternare le ragioni del NO. La linea, adottata fin dall’inizio, è quella di far passare esclusivamente, non i meriti e i contenuti della riforma Boschi-Verdini, ma gli spot, i tweet, i monologhi profusi dai padri ricostituenti. Per attuare la corsa in solitaria il governo si è attrezzato cominciando ad occupare i Tg Rai, eterodiretti da renziani di provata fede e cacciando chiunque avesse manifestato solo qualche dubbio sulle posizioni del SI. O, ancora peggio, avesse concesso il diritto di parola ai terroristi del NO.
I casi di Bianca Berlinguer e Massimo Giannini di Ballarò sono emblematici e non richiedono ulteriori commenti. Vale la pena, però, ricordare qualche dato ufficiale. Berlinguer, nel suo Tg3, ha distribuito lo spazio dedicato alle due posizioni in maniera praticamente equanime. Il Tg1, quello istituzionale, ha dedicato il 60,9 alle posizioni del SI.
Questo spiega perché la direttrice del Tg3 viene cacciata e Mario Orfeo rimane al suo posto. Il dato rilevato dall’Agenzia per le Comunicazioni (Agcom) nel mese di giugno è ancora più esplicito: 7 ore di propaganda concesse al SI, contro 1 minuto e 19 secondi a disposizione del NO, considerando tutti i programmi Rai. Nel linguaggio tecnico questo calcolo viene definito “tempo di parola”, quello in cui il soggetto parla direttamente, e “tempo di notizia” lo spazio dedicato, attraverso un servizio o un commento sul medesimo argomento.
La loro somma si chiama “tempo di antenna” che fa registrare ben 7 ore concesse, solo a Renzi e 79 secondi ad Alessandro Pace, esimio costituzionalista e presidente nazionale del comitato per il NO. Questi sono i numeri dell’ascolto, ma anche il fronte della carta stampata è quasi tutta al suo servizio. Tra gli ultimi acquisti figura un personaggio che dopo aver trascorso intere stagioni passate a tessere le lodi di Berlusconi, si è trasformato geneticamente in un prodotto renziano.
Una penna buona per tutte le stagioni, Claudio Cerasa, odierno direttore del Foglio che viene chiamato addirittura a moderare i dibattiti in casa PD. È questo il contesto nel quale si è verificato un episodio che definire oscurantista è un complimento. Ecco i fatti. La ministra Boschi è attesa a Lodi nello spazio dibattiti della Festa PD, per un dibattito sul referendum.
Negli anni del Pci, ricordo benissimo, le Feste dell’Unità erano un luogo dove il dibattito e il confronto politico erano alla base di ogni tematica affrontata. Tutto si svolgeva all’insegna della partecipazione attiva e il microfono non veniva negato a nessuno.
Oggi, nel PD renzizzato, uno solo si accaparra il microfono e fa il suo bel comizietto, impedendo agli altri persino di porre domande. È capitato a un’associazione antifascista (Antifa) che, in occasione di un dibattito alla Festa dell’Unità di Lodi, aveva chiesto ai responsabili del PD di potere garbatamente interloquire con la Ministra Boschi sul referendum. E forse perché indossavano una maglietta con su scritto NO al referendum la risposta è stato l’invio di agenti di polizia per l’identificazione. Incredibile. A quel punto gli agenti hanno chiesto ai responsabili della Festa (vale la pena ricordare che Lodi è la città del vice di Renzi Lorenzo Guerini) i quali hanno fatto sapere che la presenza di quei “pericolosi sovversivi”, “gufi e rosiconi” non era gradita. E dire che l’incontro era stato pubblicizzato proprio come un dibattito e non come un comizio, ma tant’è. D’altra parte, ormai, gli incontri con Boschi, sono organizzati nei minimi dettagli blindando la fascinosa portabandiera del governo Renzi, evitandole così il fastidio di domande impertinenti, soprattutto dopo i fischi accumulati nei tanti incontri precedenti.
Continuano dunque le epurazioni e il bavaglio a chi non si allinea con il dittatorello che ha fatto marcia indietro sulle proprie dimissioni. Domanda: qualcuno ha letto questa notizia nei giornali scendiletto del governo? Non si è ancora sopito il vergognoso episodio dell’associazione dei partigiani dell’Anpi, quasi tutti del PD, a cui gli è stata proibita l’esposizione, alla festa dell’Unità di Bologna, di banchetti e materiale a favore del NO al referendum.
E ancor prima si ricorderà lo scandaloso episodio, in un dibattito sulle riforme con la “Ministra” all’Università di Catania, nel corso del quale il rettore, renziano, tolse la parola allo studente Alessio Grancagnolo che con grande capacità contestava la Boschi e l’assalto alla Costituzione. Un giovane diventato poi un piccolo eroe del web. Si possono avere idee e giudizi differenti sull’operato del governo Renzi e del Partito Democratico. Al mio paese si dice però che quel che conta sono i fatti, e le chiacchere stanno a zero.
Quanta triste verità in questo articolo...Chapeau Maurizio Alesi......
RispondiEliminaOnestà Onestà Onestà Onestà Onestà Onestà Onestà.
RispondiEliminaNon ci sono dubbi che la situazione sta peggiorando rispetto al passato, ma si tratta solo di un peggioramento in perfetta continuità con il passato.
RispondiEliminaNon ho dimenticato le sacrosante campagne dei Radicali contro l'occupazione partitica della RAI, le tribune politiche con il bavaglio... e non ho dimenticato nemmeno i festival dall'Unità dove chi era contro il piano energetico nucleare veniva accompagnato alla porta e non aveva diritto di microfono.
Inoltre, non ho dimenticato la criminalizzazione che allora si fece di tutta l'opposizione a sinistra del PCI, approvando anche con il voto del PCI leggi liberticide sull'ordine pubblico.
Ricordo ancora con gli occhi pieni di lacrime la morte della mia coetanea Giorgiana Masi e il caso 7 aprile
L'occupazione della Rai nella Prima Repubblica è da rimpiangere. Almeno la deprecabile spartizione id quegli anni, faceva si che le tre reti erano ognuna diversa dall'altra. Rai 1 era della DC, Rai 2 dei socialisti e Rai 3 del PCI. Questa circostanza, che allora ci pareva scandalosa, quantomeno garantiva la pluralità dell'informazione. Bastava vedere più di un notiziario per farsi una propria opinione. Oggi, invece, la Rai è totalmente renziana, trasmette la sua voce (spesso bugiarda) a reti unificate e la gente ascolta un'unica verità, senza alternativa.
EliminaNon confondiamo il pluralismo con la lottizzazione. Passando dal proporzionale a un sistema "premiale"... salta anche la ripartizione per fette.
EliminaQuel che succede oggi (ma anche negli anni scorsi con Berlusconi) è il prodotto di quella cultura proprietaria della cosa pubblica.
Allora si negava l'accesso a chiunque non appartenesse all' "arco costituzionale" (dal PLI al PCI) da due decenni si nega a chi è fuori dalla fittizia contrapposizione berlusconiani e antiberlusconiani.
Il sistema degenera e oggi siamo a questo punto, ma la libertà di informazione e il diritto alla conoscenza continuano a essere assenti dal dibattito politico, culturale e sociale.
Da molti anni si riflette sul "diritto di microfono", vale a dire chi concede il diritto di parlare, ma senza significativi passi avanti.
Formalmente possiamo dire quel che vogliamo, ma se i microfoni sono spenti serve a ben poco: nessuno ti può ascoltare.
Non è importante che si ascolti una voce o più voci, ma creare gli strumenti perché si sviluppino le capacità critiche, vale a dire la personale capacità di elaborare le informazioni che si ricevono, analizzarle e giungere a un personale pensiero.
Tutto ciò è molto carente, sia per le caratteristiche del nostro sistema scolastico (che indottrina ma non educa e non forma il cittadino), sia per il sistema informativo che non informa ma diffonde.
La gran parte dell'informazione si riduce alla funzione di reggere il microfono per diffondere il verbo di Tizio e Caio, senza mai fare domande appuntite quando il cretino istruito di turno diffonde le sue cazzate (per esempio, "anche il consiglieri regionali sono rappresentanti del popolo").
La crisi di rappresentanza è anche crisi di rappresentazione.
Non vorrei essere frainteso. Dico solo che, nell'aberrazione della lottizzazione Rai del pentapartito, paradossalmente, vi era più offerta informativa di quella che vige nell'era renziana. oggi la Rai da lottizzata è diventata occupata. La lottizzazione almeno garantiva, a suo modo, maggiore pluralismo. Oggi c'è una sola voce.
EliminaMi è chiaro quel che ha scritto ma pluralismo non significa più di uno.
EliminaInfatti la Corte Costituzionale sentenziò che bisognava mantenere la Rai sotto il controllo pubblico perché il duopolio televisivo non era garanzia sufficiente di pluralismo informativo.
Quel che sto cercando di spiegare è che la voce unica di oggi è il prodotto della lottizzazione di ieri: l'inevitabile degenerazione poiché nulla è stato fatto per archiviare la lottizzazione e l'occupazione partitocratica.
Mi è chiaro quel che ha scritto ma pluralismo non significa più di uno.
EliminaInfatti la Corte Costituzionale sentenziò che bisognava mantenere la Rai sotto il controllo pubblico perché il duopolio televisivo non era garanzia sufficiente di pluralismo informativo.
Quel che sto cercando di spiegare è che la voce unica di oggi è il prodotto della lottizzazione di ieri: l'inevitabile degenerazione poiché nulla è stato fatto per archiviare la lottizzazione e l'occupazione partitocratica.
...e i fatti sono come i numeri, hanno la testa di legno.
RispondiEliminacome ha fatto osservare Sergio Bagnasco, questa deriva parte da lontano, con Berlusconi si pensava che fosse giunta al peggio ma Renzi sta dimostrando che al peggio non c'è limite.
RispondiEliminaLa perdita della libertà è una violenza che si può perpetrare in una sola volta o lentamente e in Italia, salvo frange di liberi pensatori, si assiste con ignavia alla seconda modalità
Esatto.
EliminaBerlusconi ha reso evidenti i mali del nostro sistema e certamente non ha contribuito alla guarigione, anzi. Però tutti i problemi di cui dibattiamo da quando c'è Berlusconi, in realtà erano pre-esistenti. Questa è l'unica ragione per la quale si può nutrire un po' di gratitudine nei confronti di Berlusconi: aver peggiorato tutti i nostri mali aiutandoci a individuarli.
I mali erano pre-esistenti, ma quasi nessuno ha voluto prenderne atto, trasformando Berlusconi nella causa di tutto. Come sapete, Berlusconi ha ucciso Giulio Cesare.
In realtà, nessuno ha affrontato le cause dei nostri mali e così l'occupazione dei partiti, con il corollario di corruzione, familismo e clientelismo, prosegue indisturbata.
L'antico disegno partitocratico, iniziato nel 48, si sta realizzando compiutamente e il passaggio dal Partito Stato allo Stato dei Partiti è ormai quasi realizzato.
La riforma elettorale e la modifica costituzionale sono due grandi regali alla partitocrazia.
Poi, di chi sia servo il sistema partitocratico è altra storia
ASSOLUTAMENTE SARA' QUESTO L'ANNO CHE DECIDERA' LA SVOLTA DELLA POLITICA ITALIANA ..DOPO LE COLOSSALI SCONFITTE DI ROMA E TORINO ..IL PD HA I GIORNI CONTATI ..SI CON IL REFERENDUM POI NON NE PARLIAMO NEMMENO .RENZI HA I GIORNI CONTATI ..CERTO LUI COL CAVOLO CHE SE NE ANDRA)NON RINUNCIA A FARE IL PRESDENTE DELLA REPUBBLICA CON L'AEREO PRESIDENZIALE ) VERRA' SEMPLICEMENTE SOSTITUITO CON UN ALTRO ..IN QUESTE ORE TUTTI I TG E LE TV TRASMETTONO ORE INTERE DI PROGRAMMI CONTRO ROMA E LA RAGGI ORE INTERE ..AL PEGGIO NON C'E' MAI FINE .DAVVERO NOI EX EX EX DI SINISTRA DOPO LO SFACELO BERLUSCONIANO PENSAVAMO E' FINITA ..INVECE CON RENZI IL PEGGIO STAVA SEMPLICEMENTE INIZIANDO !!!!
RispondiEliminail potere da piacere solo a chi ne abusa....altrimenti è solo dovere
RispondiEliminaCHE CI AZZECCA? La Ministra per le riforme, Maria Elena Booschi, con grande sprezzo del ridicolo, ha detto che la riforma costituzionale è necessaria per difenderci dal terrorismo ! E , ben sapendo che la riforma è una schiforma, ha tentato un'altra arrampicata sugli specchi dicendo che chi è contrario alla riforma costituzionale offende il lavoro del Parlamento ! Ad onor del vero, gli offesi siamo noi italiani perché questo Parlamento è costato eletto col poco democratico ed incostituzionale porcellum, che questo Governo ha sostituito con l'italicum quasi un porcellum bis, anzi un CACATELLUM ! Solo nella repubblica de bananas (non nella Repubblica Italiana) la Costituzione viene modificata da un parlamento incostituzionale senza nemmeno aver proposto,le modifiche agli elettori durante la campagna elettorale !
RispondiEliminaC'era un mio commento. era il terzo in questa pagina. E' sparito.
RispondiEliminaRenzi ha cambiato idea sulle sue dimissioni in caso di vittoria del NO?
RispondiEliminaIo non ho cambiato idea sul mi NO! al referendum.
Lui non si dimetterà in caso di sconfitta?
A questo punto la sinistra interna, se c'è ancora, dovrà battere un colpo sulla attuale linea del Governo.
Ha blindato tutto a favore del Si? penso che sarà un boomerang.
Caro Maurizio, non vedo come possa essere utile un mio commento, quando vengono affermate delle grossolane inesattezze. Naturalmente mi dirai che quanto io affermo non è vero, e continuiamo a portare avanti ognuno la propria convinzione. Io preferisco parlare di politica, non di dietrologie e di tifo a senso unico o di notizie false, magari attinte da giornali di partiti. La politica l'ho sempre ritenuta una cosa seria e non il risultato di strumentalizzazioni valide per alcuni e demonizzanti per altri. A me piace dialogare e confrontarmi su cose vere ma soprattutto su argomenti che possono unirci e non su quelli che possono dividerci creando abissi sempre più profondi. Proprio perché ci credo, preferisco mantenermi ad equidistanza dalle tante formazioni politiche, per poi giudicare ed esprimere la mia preferenza, ma solo su risultati reali e mai sui buoni propositi. Amministrare è difficilissimo, si è costretti, a volte, a subire ingiurie e calunnie di vario tipo, e la signora Raggi è una vittima di queste ultime ore. In Italia vige la politica del sospetto e di fantomatici poteri occulti volgarmente definiti “poteri forti”. In questi ultimi giorni abbiamo notato un sensibile spostamento dei famosi “paladini” a difesa della decenza e della morale. Un politico viene esaminato nella sua tridimensionalità e giudicato secondo un concetto di appartenenza. Non voglio dilungarmi su questo, caro Maurizio, perché mi rendo conto di avere una visione che molto spesso non collima con la tua, ma vorrei esortarti, se sbaglio ti prego di correggermi, a non scrivere con troppa facilità notizie facilmente reperibili non dai “famosi” giornali ma da pubbliche istituzioni o direttamente alla fonte. Fattene una ragione che giornali cosiddetti “puri” non esistono da nessuna parte. Tu hai messo ben in evidenza che … “ Il dato rilevato dall’Agenzia per le Comunicazioni (Agcom) nel mese di giugno è ancora più esplicito: 7 ore di propaganda concesse al SI, contro 1 minuto e 19 secondi a disposizione del NO”. L’onorevole Fico ha aggiunto che "nei telegiornali della televisione pubblica dal 20 aprile al 6 giugno 2016 i sostenitori del SI hanno avuto quasi l'80% del tempo di notizia (ovvero 8 ore pari al 78%). I sostenitori del no hanno avuto il 22% (ovvero 2 ore e 20 minuti)". Questo quando affermato da Fico, ma ci sono i dati ufficiali dell’Agenzia che parla di un tempo complessivo del 50% per il SI e 36% per il NO. Certamente esiste una sensibile disparità da correggere, ma affermare che in un mese il No ha utilizzato un tempo di 1 min. e 19 sec.mi sembra inverosimile. Caro Maurizio, sarà il popolo sovrano a decidere se approvare o meno questa "Riforma" e chi intende capirci qualcosa 10 giorni prima della competizione si fa un'attenta lettura e vota secondo coscienza. Anche noi da questo blog messoci a disposizione dobbiamo cercare di dialogare serenamente e nello stesso tempo evitare di imporre le nostre idee.
RispondiEliminaInvece di replicare buttandola sempre in politica, potresti dire con precisione di quale “dietrologia e tifoseria a senso unico” mi sarei macchiato e quale notizia falsa avrei riferito? Tu fai spesso riferimento a "visioni" diverse tra noi. Nel mio modestissimo testo io non ho mai accennato a "visioni", ma mi sono sforzato di riferire fatti e circostanze inconfutabili e riscontrabili. Ho inoltre citato i dati sul minutaggio Rai provenienti da fonti ufficiali come l'agenzia Agcom, autorità per le garanzie nelle comunicazioni istituita con legge dello Stato. Fai lo sforzo di smentire ciò che ho detto invece di fare sempre riferimento alle categorie dello spirito (le cose che uniscono, le cose che dividono). Continui a darmi del fazioso, del tifoso del partigiano, mentre tu ti accrediti come persona obiettiva e imparziale. Prova, per una volta, ad entrare nel merito di quello che dico e cerca di dimostrarne l’infondatezza. Arrivi a sostenere che l’episodio da me riportato rientrerebbe tra le notizie facilmente reperibile. Ma in quale dei giornali da te frequentati, l’hai letta quella notizia? Poi l’hai sparata davvero grossa dicendo che dovrei parlare solo di notizie derivanti da pubbliche istituzioni o recepite direttamente alla fonte. Dunque, secondo te, dovrei aspettare che queste nefandezze di cui ho parlato nell’articolo, me le racconti Renzi o la Boschi direttamente coinvolti da questi scandalosi episodi. Davvero non riesco a capire quale sia la tua “visione”, soprattutto nella tua conclusione, secondo la quale io imporrei le mie idee. Io ho semplicemente detto la mia, in questo blog come in ogni altro luogo, così come tu hai detto la tua. Ti prego di evitare moralismi a senso unico.
RispondiElimina"7 ore di propaganda concesse al SI, contro 1 minuto e 19 secondi a disposizione del NO" .........Questo lo hai scritto tu caro Maurizio, secondo te hai pubblicato una notizia vera? Questa notizia l’hai letta sul “ Fatto Quotidiano” giornale squisitamente politico a favore del M5S, ed io sarei quello che la butto sulla politica? Però, caro Maurizio, la notizia così come riportata facilmente gli sprovveduti ci cascano (non è riferito a te), ma al popolino che legge la notizia. Quel minuto e diciannove secondi è riferito a quanto esposto da dott. Pace, non al tempo totale del fronte del NO. Lo stesso Fico, nello stesso periodo da te citato parla di 78% contro il 22%. Certamente lo squilibrio è enorme e l’AGCOM ha dovuto intervenire per sanare una situazione a dir poco indecente. Spero che una volta tanto, riesco a farmi capire qual'è la mia visione dell'attuale situazione politica, che non appartiene assolutamente ad una partigianeria sterile e dannosa. Marurizio, lasciatelo dire, tu sei molto abile nel volermi portare su un terreno a te congeniale, quello di amplificare il senso delle parole delle mie parole. Preferisco leggere il tuoi servizi o eventuali commenti, solo per il motivo che a me piace il confronto dialettico e non per contrapposizione ideologica. Anch’io come te aspetto con ansia il “nuovismo”, ma nella sua parte reale. Perché mi accusi di voler fare del moralismo? Non mi sono MAI ritenuto ne moralista e ne moralizzatore, se poi intendi per morale un comune confronto, perdonami, ma ne posso fare anche ameno di esporre le mie idee. Io, caro Maurizio, sono abituato a muovermi con prudenza, la politica mi ha insegnato che spesso si sbaglia ad iniziare un rapporto con delle certezze, perché puntualmente arrivano i dubbi. Sarebbe più costruttivo iniziare con i dubbi, solo così possiamo trovare delle certezze. Alla prossima.
EliminaLo vedi qual è il limite dei tuoi ragionamenti? Tu ritieni che la notizia da me riportata sull'Agcom sia falsa, perché (a tuo dire) l'ho letta sul Fatto quotidiano. A parte il fatto che il dato Agcom è stato diramato a tutte le agenzie di stampa più importanti, e ripresa da molti quotidiani. Ma se anche la notizia fosse stata pubblicata solo dal Fatto Quotidiano, perché dovrebbe essere falsa? Conosci qualche precedente di notizia falsa, pubblicata da quel quotidiano? Se ne sei al corrente ti prego di riferirne pubblicamente, altrimenti rispetta quei giornalisti seri, tra i pochissimi che fanno informazione qualificata e, contrariamente a quanto affermi, è un giornale indipendente che se lo leggessi, ti accorgeresti che è anche svincolato da tutti i partiti 5Stelle compreso. Uno dei pochissimi giornali a non ricevere nessun contributo pubblico e, dunque, libero. Se vuoi consigliarmi tu qualche quotidiano più attendibile, e non “politico”, sono tutto orecchi.
EliminaMaurizio datti una calmata, non rispondere sempre con la stessa veemenza, accusandomi ingiustamente di avere dei limiti nei miei ragionamenti. Credo di possedere un raziocinio abbastanza lucido, senza alcun limite, se non ancora riesci a capirmi la colpa non è mia, lo ripeto ancora una volta che quel minuto e 29 secondi è una falsità perchè il tempo non è quello, bensì riguardava il commento espresso dal dott. Pace, non il tempo concesso al movimento del NO come riportato da te nel servizio. Se hai intenzione di fare sempre della polemica e di interpetrare sempre secondo una tua logica non ci posso fare nulla. Come al solito mi vuoi mettere sulla bocca cose che non ho detto, la storia del “Fatto Quotidiano” credo di conoscerla abbastanza bene. Non ho mai detto che “Il Fatto” pubblica notizie false, perché ho sempre stimato Padellaro e l’attuale Direttore, ho solo detto che come riportata la notizia può dare adito a false interpetrazioni. Ho qualche amico fraterno che pubblica su quel quotidiano e conosco la sua indiscussa oggettività. So anche che si sostiene esclusivamente con la vendita del proprio prodotto ma non puoi dirmi che non è simpatizzante del “Movimento”, lo dichiarò apertamente l’attuale direttore quando annunciò nell’ultima competizione politica, di sostenere alla camera il magistrato Ingroia ed al senato il M5S. Che sia evidente, da parte di chi ci governa, la volontà di far prevalere le ragioni del SI nei mezzi d’informazione è cosa risaputa, ma definirla “Dittatura del Si”, mi sembra esagerato.
EliminaMa vuoi rileggerti quello che hai scritto? Tu hai detto letteralmente quanto segue: "7 ore di propaganda concesse al SI, contro 1 minuto e 19 secondi a disposizione del NO" .........Questo lo hai scritto tu caro Maurizio, secondo te hai pubblicato una notizia vera? Questa notizia l’hai letta sul “ Fatto Quotidiano” giornale squisitamente politico a favore del M5S" . Queste sono parole tue con le quali metti in dubbio la veridicità della notizia e la faziosità del quotidiano. Che altro devo aggiungere?
EliminaMaurizio, io ti stimo più di quanto tu immagini, però ti chiedo ancora un pò di pazienza e cerchi di capirmi. Torniamo al servizio, faccio copia e incolla delle tue parole: "Il dato rilevato dall’Agenzia per le Comunicazioni (Agcom) nel mese di giugno è ancora più esplicito: 7 ore di propaganda concesse al SI, contro 1 minuto e 19 secondi a disposizione del NO”. Il problema che tu non hai letto tutto ciò che ha scritto AGCOM, tanto che ha preso provvedimenti in virtù della par condicio. Lo ripeto, il dispaccio di agenzia spiegava che in circa 2 mesi e mezzo il fronte del SI aveva utilizzato circa 7 ore mentre il dott. Pace del fronte del NO aveva parlato per appena 1 minuto e 29 secondi, ma il tempo complessivo è diverso, infatti l’agenzia per il controllo del minutaggio è intervenuta sul conteggio complessivo del tempo troppo sbilanciato per il SI, su segnalazione di Roberto Fico, membro della Commissione Vigilanza RAI. Uno sprovveduto che legge le tue parole interpetra che da aprile a giugno il SI ha utilizzato 7 ore ed il NO appena 1 minuto e 29 secondi. Maurizio, credimi, io non lo metto assolutamente sotto l’aspetto politico, ribadisco ogni volta nei miei commenti, il timore di esacerbare gli animi di chi ci legge creando una situazione colma di insulti e parolacce. Ciao Maurizio.
EliminaInsulti e parolacce non fanno parte della tua e della mia cultura e lungi da noi ricorrere a turpiloqui. Bel altra cosa sono le posizioni assunte, anche con vivacità e convinzione, ambo le parti. Leggo con piacere che nel tuo ultimo commento riporti esattamente ciò che io avevo scritto. Non posso che confermare le mie parole. Io ho parlato infatti della rilevazione di giugno e del tempo complessivo dedicato dai canali Rai al Si e al NO (dati Agcom). Non esiste il rischio, da te paventato, di essere male interpretato da sprovveduti poiché il dato è esattamente quello, riportato dettagliatamente, nel mese di giugno. Né vi è stata alcuna correzione da parte di Agcom per via della legge sulla par condicio, avendo quest’ultima efficacia a partire degli ultimi 45 giorni dal voto referendario, come nelle consultazioni elettorali. Al massimo può essere inoltrato un semplice richiamo. Non vedo dove sta la differenza tra le nostre posizioni. Resta comunque il fatto che tu ritieni non attendibile il quotidiano che ha riportato la notizia. E questa, secondo me, è un’accusa del tutto infondata e indimostrata. Un caro saluto
EliminaOk Maurizio, e grazie per averci finalmente spiegati, anche se non in tutto, sono certo che sei un gentiluomo ed io mi comporto di conseguenza. So bene che mai hai fatto uso di insulti e parolacce, questo è motivo imprescindibile di ostentato rispetto da parte mia. Non ho mai affermato che "Il fatto" non è attendibile, anzi ho detto esattamente il contrario, ho detto che la notizia riportata non è stata letta del tutto, perciò non ho fatto nessuna accusa. Ti abbraccio ... amico mio.
EliminaOk Maurizio, e grazie per averci finalmente spiegati, anche se non in tutto, sono certo che sei un gentiluomo ed io mi comporto di conseguenza. So bene che mai hai fatto uso di insulti e parolacce, questo è motivo imprescindibile di ostentato rispetto da parte mia. Non ho mai affermato che "Il fatto" non è attendibile, anzi ho detto esattamente il contrario, ho detto che la notizia riportata non è stata letta del tutto, perciò non ho fatto nessuna accusa. Ti abbraccio ... amico mio.
EliminaAnch'io ti ho sempre ritenuto un galantuomo, una persona equilibrata e molto educata. Ci potranno dividere alcune posizioni politiche ma senza mai intaccare la stima e il rispetto personale. Purtroppo la comune passione politica, talvolta prende il sopravvento ma, da persone mature, siamo in grado di ritrovare i toni pacati, indispensabili in ogni confronto costruttivo. Un abbraccio.
EliminaSe interpreto bene la normativa e non sbaglio i calcoli temporali, assodato che il governo si prenderà tutto il tempo previsto, dovremmo votare domenica 27 novembre o quella successiva del 3 dicembre. Dalla data del decreto, penso, dovrebbe scattare una certa forma di "par condicio". Dovremmo avere la possibilità di ascoltare, con pari tempo, le ragioni dei sostenitori del SI e del NO. Quello che mi preoccupa è il clima che si è creato: i sostenitori delle opposte parti invitano a votare a prescindere dai contenuti della riforma. Chi ha voluto, a qualunque costo, la riforma sta utilizzando qualsiasi metodo per garantirne la conferma, è stato pianificato un sistema aggressivo definito, nell'articolo, " La dittatura del SI". Nel campo avverso molti sostenitori del NO strumentalizzano il referendum: tutti sappiamo per quali motivi. Ora che Renzi ha spersonalizzato il conflitto referendario il confronto dovrebbe attenersi, esclusivamente, al contenuto della riforma. Se la scelta per il NO si concretizza dopo una attenta analisi della riforma non mancherà la capacità di esternare le ragioni della propria decisione. Lo studente dell'Università di Catania, con le sue idee chiare, oltre a sconfessare la scelta del governo è riuscito a mettere in crisi il mondo accademico. Il referendum, in particolare quello costituzionale, dovrebbe essere alleggerito dalla contrapposizione politica di appartenenza. La costituzione appartiene a tutti perché, oltre ad essere la linea guida per il funzionamento delle istituzioni, esprime i valori unificanti di un popolo. Il voto deve maturare dal proprio convincimento. Ho aderito ad un comitato del NO dopo aver studiato attentamente la riforma e, con la modesta conoscenza mi confronto con gli altri a prescindere dall'idea politica. Gustavo Zagrebelsky dice: "Noi, i fautori del NO, risponderemo con argomenti. Loro (i fautori del SI) diranno, ma noi diciamo". Questi sono fatti, invito ad attivarsi per sostenere le proprie convinzioni.
RispondiEliminaLorenzo condivido in toto quanto da te commentato, ti distingui sempre con una giusta logica e moderazione, proprio come prediligo confrontarmi con chi intende dialogare nel rispetto del pensiero altrui. Hai fatto una giusta riflessione, il governo ha presentato una riforma certamente di enorme importanza che avrebbe richiesto una maggioranza cosiddetta “qualificata”, contrariamente, cerca in tutti i modi di pubblicizzare il suo “prodotto”, non c’è altro termine per definire le proposte di riforme. In tante occasioni ho cercato di spiegare le mie ragioni del SI al referendum, e nello stesso tempo mi sono sempre astenuto dal far apparire la mia, una scelta giusta e sbagliata quella degli altri. Stando in politica ho aspettato circa 30 anni per vedere uno straccio di riforma che abolisse la camera senatoriale come “fotocopia “ del Parlamento. Non uso i tanti epiteti usati come “schiforma” o altro anche se sono convinto che non risponde in pieno alle mie aspettative. Chi non ricorda i tanti tentativi di riforma portati avanti e mai realizzati? Il 1983 si ebbe il primo tentativo con la “Bicamerale Bozzi”, seguita dalla “Bicamerale De Mita Iotti” nel 1993/94, poi la “Bicamerale D’Alema” nel 1997 ecc. Attualmente, trovare una unità d’intenti per modificare la costituzione, come l’anno 1946, la ritengo difficilissima, se non impossibile. Purtroppo viviamo un periodo difficile della storia politica del nostro Paese, dove primeggia uno sfrontato personalismo politico pregno di singolare narcisismo, d’altronde la figura dell’attuale presidente del consiglio ne è la prova vivente. La personalizzazione della politica è entrata nella dimensione del comune sentire della gente. Non è più il ruolo a dominare la comunicazione pubblica, ma la personalità, che viene, come si intuisce più in dettaglio, costruita addirittura su misura. Il pubblico non vuole semplicemente sapere se il politico possiede o meno le qualità per ricoprire in maniera adeguata il ruolo cui si è candidato o la carica che già si trova ad assolvere. Vuole conoscere il suo ‘privato’, vuole sentire che anche il politico è una persona coinvolta, almeno all’apparenza, nei vizi e nelle virtù che accomunano tutti. Perciò caro Lorenzo il mio SI è riferito a questo piccolo passo avanti e se il popolo italiano è in grado di esprimersi bene, in seguito con il nuovo che avanza, verrà fatto il passo successivo. Se vince il NO, rispetterò questa legittima volontà, in egual misura, augurandomi che il prossimo governo sappia avvicinarsi ancora di più a quella riforma che ho sempre desiderata. Non condivido il titolo del servizio, non vedo alcuna “dittatura”, perché fino a quando vivremo in democrazia ed in uno stato di diritto, ci saranno sempre gli organismi legittimati a correggere gli abusi perpetrati ai danni di chi professa la propria contrarietà alla maggioranza di governo. I paroloni, caro Lorenzo, servono solo ad esasperare ancora di più gli animi già tanto provati dalla grave congiuntura che ci attanaglia.
EliminaIo non credo che ciò che ha impedito ai fautori del SI di entrare nel merito del referendum, fosse l'ipoteca di Renzi sulle sue dimissioni. Il fatto di aver annunciato la sua marcia indietro, per evidenti preoccupazioni sull'esito del quesito, non basterà a spoliticizzare la sfida referendaria. Peseranno, eccome, l'accanimento, i metodi adottati, gli argomenti utilizzati in favore dell'approvazione delle riforme. L'atteggiamento e le posizioni oltranziste non saranno cancellate dalla brusca frenata di Renzi e Boschi. Il referendum è stato troppo identificato come "il capolavoro" di questo governo, al punto da aver esautorato il Parlamento delle sue funzioni per intestarselo. Ormai, nell'immaginario collettivo c'è in gioco la faccia del presidente del Consiglio, ancorché lui cerchi di allontanarlo dal suo destino. Sarà quindi difficile che da una eventuale bocciatura non paghi pegno.
RispondiEliminaUn metodo al quale non intendo sottostare e nemmeno praticare è quello di sopraffare le idee e le convinzioni degli altri. Anche quando, giovanissimo, avevo la voglia di spaccare il mondo, nei limiti del possibile, andavo alla ricerca del confronto sereno. Con l'aumentare degli anni e della esperienza ho rafforzato la convinzione che fra gli estremi opposti, "in medio stat virtus". Se in un confronto non si raggiunge il giusto equilibrio non deve venire meno il rispetto per chi la pensa diversamente. In merito alle valutazioni giuridiche di ordine costituzionale, nel nostro ordinamento il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri. Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. La pronuncia di incostituzionalità, da parte della Corte Suprema, di una legge elettorale non può annullare l'esito del voto. Nessun organo costituzionale può sopraffare la sovranità popolare. Questo è un fatto inconfutabile. In merito all'azione politica del governo la valutazione è opinabile, condivisibile o no. Valutando nel merito la riforma occorre verificare le conseguenze che subirà il sistema politico istituzionale italiano. Con riforma, abbinata alla legge elettorale "Italicum", si prospetta un ridimensionamento della sovranità del Parlamento a favore del governo. I parlamentari, in buona parte nominati, da rappresentanti del popolo diventerebbero impiegati del loro partito. Verrebbe meno la centralità del Parlamento con una nuova forma di governo molto lontana da quella ideata dai Padri Costituenti. Tutti coloro che non accettano questa prospettiva autoritaria che porterebbe alla guida del paese una minoranza, al referendum, voteranno: "NO". Volendo affrontare l'analisi dell'iter dell'approvazione della riforma, le critiche vanno rivolte principalmente al governo che ha forzato la mano per ottenere una modifica costituzionale della quale non se ne sentiva il bisogno, ma tutte le altre forze politiche non hanno brillato per senso dello Stato. Hanno volutamente evitato il confronto e il coinvolgimento per elaborare, in modo unitario, una riforma equilibrata ed ispirata ai valori fondativi della Carta Costituzionale. I parlamentari dell'attuale legislatura hanno incominciato a rinunciare alla sovranità. Le conseguenze del risultato del referendum produrranno due effetti: se prevale il Si transiteremo in un altro sistema istituzionale imprevedibile che dovrà far riflettere tutti; se prevarrà, come auspico, il NO l'attuale governo non ne uscirà indenne. Le conseguenze!? Una pagina di storia politica da scrivere, ovviamente non sarà esaltante.
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