di Francesco Salvatore - La sentenza 1/2014 che dichiara incostituzionale il Porcellum perché: · “distorsivo” e “foriero di eccessiva sovra-rappresentazione” non imponendo “il raggiungimento di una soglia minima di voti alla lista”
· limitante della sovranità popolare, per il meccanismo delle liste bloccate “nella parte in cui non consentono all'elettore di esprimere una preferenza”
assieme alla rinuncia di un ritorno al Matterellum, hanno spinto verso la formulazione di una nuova legge elettorale l’Italicum (chissà poi perché questo vezzo di dare nomi latini) che, dopo un percorso disseminato di varie tattiche parlamentari - fiducia, canguri, ecc.. -, vede luce dopo meno di un anno e mezzo.
Tralasciando questo dettaglio non certo edificante per le competenze assegnate al Parlamento, l’Italicum non sembra aver fugato i dubbi di incostituzionalità della precedente legge visto che, tra l’altro, non risolve il nodo delle liste bloccate espropriando la sovranità popolare nella scelta dei suoi rappresentanti.
Inoltre non va trascurato che la nuova legge regola solo la l’elezione della Camera dei Deputati.
Senza che nemmeno il Presidente della Repubblica, già autore del Mattarellum e Giudice Costituzionale abbia mosso il minimo appunto, si promulga la nuova legge elettorale nella consapevolezza che, anche per lo stile garibaldino dell’iter di approvazione, avrebbe ragionevolmente sollevato quesiti di Costituzionalità.
Nonostante la spada di Damocle pendente sull’Italicum si intraprende anche la strada della modifica costituzionale che, ahimè, è legata indissolubilmente alla legge elettorale in quanto elimina l’elettività diretta del Senato. All’approvazione delle modifiche costituzionali ci si arriva con lo stesso approccio garibaldino usato per l’Italicum. Tuttavia in questo caso la maggioranza semplice non basta e, quindi, sorge la complicazione che la modifica deve essere soggetta al Referendum confermativo.
Visto che la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sull’Italicum in prospettiva si presentano i seguenti scenari:
· la Corte Costituzionale si pronuncia contro l’Italicum e il referendum conferma la modifica costituzionale; in questo caso occorre una nuova legge elettorale per la sola Camera dei Deputati. Alla peggio si potrebbe usare il Mattarellum stralciando la parte relativa al Senato. Sotto il profilo del rafforzamento della governabilità del Paese si aprirebbe uno scenario comunque sconfortante in quanto a incertezza.
· la Corte Costituzionale rigetta i dubbi di costituzionalità sull’Italicum e il referendum non conferma le modifiche costituzionali; in questo caso si profila una più grave impasse, infatti si viene a determinare la necessità di una nuova legge che includa l’elezione diretta del Senato. Anche in questo caso una prospettiva tutt’altro che favorevole per lo scopo perseguito di assicurare governabilità e affidabilità.
· la Corte Costituzionale si pronuncia contro l’Italicum e il referendum non conferma la modifica costituzionale; anche in questo caso si deve votare una nuova legge elettorale in barba ancora una volta agli obiettivi di governabilità e, peggio, con un Governo e un Parlamento che a essere buoni guadagnano per acclamazione il titolo di incompetenza, una garanzia di affidabilità da spendere sul piano internazionale.
· L’ultima ipotesi, cioè costituzionalità dell’Italicum e conferma referendaria della modifica, almeno nelle conseguenze immediate, non creerebbe pasticci sul piano della coerenza legislativa.
Considerato che il termine naturale della legislatura è Marzo 2018 i tempi per varare una nuova legge sono stretti - circa un anno e mezzo - e il clima di politico quanto mai teso più che coeso.
In conclusione invito a valutare se chi ha formulato una strategia che sviluppa 4 possibili scenari di cui, almeno nell’immediato, 3 sono forieri di seri problemi può essere etichettato Napoleone o Masaniello (con tutto il rispetto per Tommaso Aniello).
Sicuramente arriveranno a qualche forma di compromesso ,l'incostituzionalita' dichiarata dalla Corte , in pratica non viene messa in atto dai parlamenti ..oggi c'e' il ...pericolo per loro del Moviemto Cinque Stelle , Roma e Torino sono colossali sconfitte del PD ..a renzi e' rimasto il referendum se fallisce lo mandano a casa ..chi? Ma le lobbyes bancarie ..che tirano i fili del burattone mentitore seriale !
RispondiEliminaAmbedue i personaggi non accostiamoli ad alcuno. Sono personaggi controversi, ma ambedue portatori di nuove idee e decisi a farle attecchire. Idee apportatrici di chiari cambiamenti radicali. Il giovin signore è probabile che non abbia affatto preso in considerazione le varianti poste da Francesco. Così preso di sé ha considerato solo la più conveniente e sicuro della riuscita ora si trova ad affrontare una Waterloo che potrebbe concludere la sua carriera politica. In ogni caso, ha solo creato confusione con provvedimenti raffazzonati e che si potrebbero ancora prestare a diverse interpretazioni.
RispondiEliminaAmbedue i personaggi non accostiamoli ad alcuno. Sono personaggi controversi, ma ambedue portatori di nuove idee e decisi a farle attecchire. Idee apportatrici di chiari cambiamenti radicali. Il giovin signore è probabile che non abbia affatto preso in considerazione le varianti poste da Francesco. Così preso di sé ha considerato solo la più conveniente e sicuro della riuscita ora si trova ad affrontare una Waterloo che potrebbe concludere la sua carriera politica. In ogni caso, ha solo creato confusione con provvedimenti raffazzonati e che si potrebbero ancora prestare a diverse interpretazioni.
RispondiEliminaIo direi che chi ha orchestrato questo gran casino può essere etichettato solo come Fonzie, alias il nostro(sig!)presidente del Consiglio
RispondiEliminaCaro Francesco, spero che mi consenti di esprimermi in seconda persona. Ho letto con la dovuta attenzione il tuo prezioso e limpido servizio, nel quale si evincono due grosse qualità: correttezza e conoscenza delle fonti del diritto. Devo confessarti che la tua lettura dell’attuale confusione politica è condivisibile da me parola per parola. Viviamo in un’era di assoluta incertezza e di una singolare contrapposizione politica, nella quale naufraga ogni buona intenzione di dialogo e di confronto. Il referendum è alle porte, ma quanti degli elettori sarà in grado di fare le tue giuste riflessioni ? Chi potrà prevedere gli eventuali scenari da te diligentemente descritti? Nessuno. Credo che ognuno di noi abbia acquisito la consapevolezza che la “Riforma”, così come presentata offre il fianco a contestazioni concrete, in particolare nelle sue forme esplicative ed applicative, dando origine alla mancata condivisione delle forze politiche di opposizioni. Io mi chiedo e la stessa domanda vorrei indirizzarla ai lettori di questo blog e al pubblico: esiste una ricetta, ovvero esiste una possibilità per poter instaurare un serio confronto per una riforma da condividere in ogni suo punto? Ma soprattutto, esiste una vera volontà politica di cambiare una parte della nostra Carta Costituzionale ormai vecchia di 70 anni? Io non so di chi è la colpa di tutto questo ma vige la regola che colpa è sempre dell’altro. Faccio una semplice costatazione: possibile che in Italia la situazione sia così terribile solo per colpa di questi signori della maggioranza? Siamo sicuri che tutti gli altri non hanno colpe, in particolare di una opposizione totalmente scomposta e forse inadeguata o peggio che rinuncia a qualsiasi forma di dialogo mescolandosi con quella gente normale che si defila e puntualmente si affaccia alla finestra della critica. Quante volte, caro Francesco ho cercato di dare un mio modestissimo contributo proprio come hai fatto tu attraverso un’analisi seria ed oggettiva senza ricorrere alla sistematica aggressione ed alla nauseante ripetizione di notizie giornalistiche. Allora possiamo definirci maturi quando saremo in grado di dare un contributo concreto al miglioramento della nostra società. Purtroppo prevale la non cultura e la sopraffazione dell’altro, la denigrazione di chiunque la pensi diversamente, il sotterfugio e tutti quegli aspetti negativi che sono le basi fondanti della nostra lotta politica istituzionale.
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