di Francesco Salvatore - Più di 2 anni fa a Livia Turco venne ingiustamente attribuita la frase
“Se i politici rubano è perché hanno preso il cattivo esempio dai cittadini italiani, che chiedono la raccomandazione e pagano l’idraulico in nero per risparmiare”. Dico ingiustamente non solo perché falsa ma, soprattutto, perché il parallelo fra politici e semplici cittadini è inappropriato in quanto gli stessi appartengono a diverse classi caratterizzate da differenze culturali che si ramificano in tutti i campi.
Per quanto possa apparire sconveniente, la società non è un tutt’uno come si è portati a credere bensì un aggregato di gruppi tra loro distinti da tradizioni culturali, usi e consuetudini condivisi al loro interno. Ricorrendo a un’allegoria la società è grappolo d’uva e i suoi acini sono le classi che la compongono.
Sebbene politicamente non corretta, questa visione del contesto sociale è cinicamente realistica e, tenendone conto, si eviterebbero frustranti dibattiti fra sordi che come rette parallele si incontrano all’infinito ma nel presente portano a un nulla di fatto.
Ritornando allora alla frase falsamente attribuita di cui sopra, è evidente che il parallelo non tiene in quanto le leggi non scritte a cui si conformano i componenti delle due classe sociali poste a confronto sono diverse e rispondono a diverse morali: per l’idraulico evadere le tasse non è immorale poiché l’imposta è percepita come balzello che sottrae risorse alla propria famiglia e per il politico il do-ut-des di “favori” non è immorale in quanto strumento di raccordo e mutuo sostegno fra economia e politica.
Pertanto, a fronte di un concetto astratto di Morale, convivono altri concetti concreti di “morale” percepiti e rispettati dalle diverse classi.
La traduzione in concreto della natura astratta della Morale si sostanzia nelle leggi dello Stato che vengono rese note a tutti e che, per quanto numerose, non riescono a fornire una completa trasposizione.
Le morali di classi, invece, affondano le loro radici nel terreno dell’educazione e le consuetudini e, lungi, dall’essere rese pubbliche più che apprese vengono assorbite dai componenti di ciascuna classe.
Questo spiega perché comportamenti esecrabili secondo il concetto astratto di Morale possa suscitare giudizi contrapposti tra appartenenti a diverse classi: così tra i fuorilegge i criminali di spicco sono visti come persone rispettabili, tra gli avvocati è riconosciuto come principe del foro chi fa assolvere i colpevoli, tra i contribuenti non viene percepito come criminale chi tesse metodi fantasiosi per evadere le tasse, nella finanza è ammirato chi mette a punto fantasiosi e complessi artifici per sottrarre risorse agli sprovveduti e così via….fino alla classe politica dove, valendo la morale che “il potere logora chi non ce l’ha” e che “il fine giustifica i mezzi” la permanenza al potere legittima ogni compromesso, anche se produce effetti collaterali lesivi del benessere sociale .
Ecco allora che fatti esecrabili in sé come le stragi di Stato o la trattativa Stato-Mafia, tanto per citarne alcune di quelli più eclatanti, in ambiti di talune classi trovino delle giustificazioni che, però, non verranno mai manifestate pubblicamente. Così sulle stragi di Stato si sussurra che nel clima di guerra fredda c’era l’esigenza di arginare il pericolo del comunismo, sulla trattativa Stato-Mafia si borbotta di sacrificare qualcuno e qualcosa come contropartita alla necessità di avere referenti affidabili sul territorio.
Si comprende allora perché quando si dibatte di fatti offensivi della Morale con chi appartiene a una classe, collocata a un più elevato gradino sociale, si manifesta il tipico atteggiamento di sufficienza che un genitore mostra nei confronti di un figlio minore.
Questa articolazione sociale è presente ovunque ma, per fortuna, non allo stesso modo: essa appare tanto meno marcata quanto maggiore è il grado di evoluzione del Paese e questo spiega come mai fatti ci siano Nazioni dove fatti immorali suscitano scandalo e altre dove non ci si scandalizza nemmeno di fronte agli scandali.
Posto che l’annullamento di ogni stratificazione sociale resta un traguardo utopico, a differenza dell’esportazione della democrazia con le armi è un percorso virtuoso che come effetto collaterale ha il contrasto e la riduzione delle ingiustizie sociali. A riguardo l’istruzione e l’educazione rappresentano capisaldi strategici da presidiare, difendere e rafforzare per ridurre o quanto meno dare più trasparenza alle barriere tra le classi. Essi sono condizioni necessarie, anche se non sufficienti, per lo sviluppo di capacità critiche individuali senza le quali è impossibile affrancarsi dalla “cultura” di classe e tendere ad acquisire la coscienza di Cittadino che, nei limiti delle proprie possibilità, svolga il ruolo di tassello attivo in un organismo sociale dove il rispetto della Morale non sia solo delegato alle leggi ma coinvolga la coscienza del singolo.
In conclusione, gettando lo sguardo al percorso che è stato fatto nell’ultimo ventennio e che ha portato all’attuale situazione dell’istruzione e dell’educazione dei giovani ciascuno può trarre le proprie conclusioni in merito alla fase storica in cui ci troviamo - flusso o riflusso - e, al contempo, agire di conseguenza.
Livia Turco...ha deciso di non ricandidarsi alle politiche del 2013 e poichè non aveva raggiunto l'età pensionabile è stata assunta come funzionario dal PD alla modica somma di 200.000 euro. Circa 2 anni fa, fu invitata a venire ad Alba Adriatica (TE) per un incontro politico e chiese, per questo suo intervento, la modica somma di 10.000 euro (spese di trasferta). La decisione del paese fu di lasciarla a casa....troppo cara!
RispondiEliminaConosco personalmente Livia Turco. Sono convinto che quanto le si attribisce non sia vero. Livia Turco è una persona per bene che viene denigrata solo perchè ex comunista.
EliminaIo ritengo immorale , l'evasione dell'idraulico quella del notaio, quella del medico specialista, quella degli affitti in nero,quella dei commercianti che non fanno gli scontrini, Gli insegnanti e tutti i dipendenti pubblici che si mettono in malattia pur godendo di ottima salute. trovo anche immorale chiedere favori personali che danneggiano gli altri. Stimo queste immoralità alla pari dei politici che rubano.
RispondiEliminaQuando la morale diventa una questione individuale, niente è immorale.
RispondiEliminaQuando la morale diventa una questione individuale, niente è immorale.
RispondiEliminaPeccato , coltivavo una motivazione per detestare Livia Turco , adesso dovrò trovarne altre , ma già il fatto che sia transitata nel PD di Renzi è azione più che sufficiente . Come no ? Esiste una morale interclassista ! Viene abitualmente definita come "morale comune" e questo ci da il senso che esistono comportamenti umani individuali che non devono essere trasgrediti , pena la condanna della comunità , del collettivo . Concordo su quanto scrive uno studioso del sociale che "quando la morale diventa una questione individuale , niente è immorale" . Viene evidenziata l'angolazione attraverso il quale si osservano , classificano e si attribuisce un valore ai comportamenti umani .
RispondiEliminaChe la frase sia vera o le sia stata falsamente attribuita poco cambia dato che i "piani" sull'evasione fiscale fatti fin'ora escludono palesemente la classe ricca! (da poco, infatti, è stata tolta la tassa sugli yacht e messa quella sui terreni agricoli) Per non parlare della totale diversità con cui vengono trattati cittadini e onorevoli! Il redditometro è stato appioppato, difatti, solo ai cittadini. Secondo poi affermo con forza che sia l'esatto contrario riguardo all'esempio di ruberie varie...i politici rubano e si fanno continuamente leggi e leggine per poterlo fare meglio e impunemente! a tal punto che i tifosi inglesi vengono a scraciare (perdonate il termine) nelle nostre fontane e i turisti fanno il bagno nei canali di Venezia indisturbati. Non c'è nessun controllo, l'italia è diventata il Paese dove tutto si può fare grazie a questi governi maledetti! Le raccomandazioni, per altro, funzionano se conosci loro o "uno di loro" (amici degli amici infiniti) e se l'idraulico non fa uno scontrino è per sopravvivere alle tasse, anche. In ogni caso URGE gente onesta e incensurata che sieda sulle "preziose" poltrone color porpora!
RispondiEliminaMolti anni fa, conobbi un noto politico su un aereo. Volare lo metteva fortemente a disagio, così nacque una conversazione durante la quale, parlando di sicurezza pubblica e calamità, sembrò particolarmente interessato ad un mio progetto e mi invitò caldamente a fargli visita presso il suo ufficio ministeriale romano. Dopo tempo, ebbi l'occasione di farlo. Mi fece accomodare e continuammo la conversazione iniziata qualche mese prima a novemila metri di quota. Notai che ne annotava i riferimenti su di un block note prestampato, incuriosito ne lessi lo schema: "Signor... Titolo... Segnalato da... Aspirazione... Caso da seguire con:Ordinario... Attenzione... Priorità... di interesse Politico...del Partito... di altri...(specificare). Sorpreso ed incredulo, non avrei mai immaginato che il regime della raccomandazione potesse essere un metodo così aperto, tanto da apparire del tutto normale. Realizzai quanto il sistema della "raccomandazione" aveva in quegli ambienti, un crisma più che ufficiale, su cui la politica fondava evidentemente le sue basi più solide. Salutai e me ne andai senza mai più tornarci. Se a quel politico creava disagio volare,quello che lo creava a me, era stato di aver preso coscienza della assoluta mancanza di pudore ed onestà intellettuale di chi occupa certi scranni, assorbito dal sistema autoreferenziale che sfrutta le necessità umane, come sostegno per il possesso del potere. Tempo dopo,per altre vie, il mio progetto ebbe modo di essere apprezzato e sollecitatone la realizzazione da più parti, ma certamente senza il ricorso ad alcuna raccomandazione di sorta.
RispondiEliminaNessuno e' perfetto ..tutti sbagliamo ..ovvio oggi piu' che mai dal punto di vista politico e non parliamo degli ultimi governi ..il problema morale c'e' eccome se c'e' .abbiamo toccato il fondo del barile gia' da un trentennio almeno. Oggi la politica si distingue solo per la capacita di DISONESTA' ..se uno ha imbrogliato ..RUBATO SOTTRATTO possiede un CURRICULUM NOTEVOLE ..insomma CI SA FARE ..a NESSUNO INTERESSA LA SUA ..ONESTA !Un onesto e' simile ad un poveraccio qualsiasi .una persona ovviamente INCAPACE non vieme nemmeno preso in considerazione poi nella vita di tutti i giorni ..L'ACCOZZO per qualsiasi cosa e' assolutamente necessario ..la frase della Turco lo dice chiaro non e' colpa del politico ma dei cittadini che con il loro cattivo esempio li hanno ..COSTRETTI ad essere DISONESTI ..ASSOLUTA MANCANZA DI dignita rettitudine morale ..non servono piu' .In parlamento poi nonostante i grossi emolumenti ..mettono la pallina per il gettone di predenza oppure le carte di colleghi assenti .siamo in Italia la Repubblica dell banane .....
RispondiEliminaArticolo molto interessante. Pochi anni fa, durante il Governo Mario Monti se mal non ricordo, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con brevi e frequenti messaggi televisivi, ci mise in guardia, GIUSTAMENTE, dai parassiti da quelli degli animali agli evasori fiscali. Purtroppo il messaggio non citava altri due tipi di parassiti: i tangentari e i moltiplicatori di auree poltrone superflue. Non è esatto definire astronomico il nostro debito pubblico, non è astronomico, È GASTRONOMICO; buon appetito! Gesù moltiplicava pani e pesci; dal 1970 i nostri politici moltiplicano poltrone e tangenti: MIRACOLO!
RispondiEliminaBell'articolo. Personalmente credo che nessuno sconto debba essere fatto sia ai politici che ai semplici cittadini. Nel primo caso perché da chi mi rappresenta pretendo la massima trasparenza, l'esempio (perché sei un privilegiato a cui e' stata data fiducia e la tua priorità deve essere la buona amministrazione della cosa pubblica). Ma anche ciascun cittadino ha il medesimo dovere. Perché ogni semplice furbo (pur se non ricopre un ruolo amministrativo/istituzionale) ruba ad ognuno di noi. Rubano loro posso farlo pure io, non esiste. Qualcuno disse che "non esiste etica pubblica se sono disastrate le etiche private". Mi piacque cosi tanto questa frase, che la misi nero su bianco come incipit della mia tesi di laurea.
RispondiEliminaCaro Francesco, parlare di moralità è un compito difficilissimo, perciò se non si ha una seria conoscenza, nel suo intrinseco valore, si rischia di dialogare nel nulla. Io voglio capire, perciò spinto da una seria riflessione, ho voluto individuare quella linea virtuale oltre la quale si entra nell’essenza della morale. Devo ammettere che i risultati sono stati scarsi, forse perché imbrigliato da tante certezze prefabbricate e garantite da filosofie, da ideologie, ed anche da una fede religiosa. Solo così, a mio modesto parere, possono essere giustificate le linee generali del comportamento umano che disegnano quel percorso comune che illumina attese e desideri, conquiste e sconfitte, grandezze e miserie di questo strano essere sempre più autonomo e sempre più succube di scelte non volute. Credo necessario anche, di scoprire la natura di quello slancio vitale che muove, con la coscienza, tutta l’evoluzione e lo sviluppo di una persona. E’ il contesto del problema morale che lo definisce e lo delimita almeno nella sua espressione di partenza, dando nuovo significato ai termini spesso ripetuti, come “regola morale”, obbligo e legge. Si ha l’impressione di essere diventati allergici all’idea di valori morali universali, di criteri oggettivi validi per tutti, e si sostiene decisamente il primato della singola persona. Caro Francesco, questo criterio mi è dettato dalla persuasione che la legge morale non viene dal di fuori dell’uomo, ma dal bisogno di rispondere alle urgenze più forti che ciascuno avverte in se stesso, da quella verità che precede ogni singola persona. Da sempre, l’uomo ha cercato di soddisfare il suo desiderio di felicità, i suoi sogni più arditi, la sua volontà di sentirsi un protagonista, insomma un padrone di se stesso. Bisognerà perciò entrare in quella mescolanza confusa di sentimenti del cuore umano dove abitano e premono attese, voglie, istinti e inclinazioni che si contrastano e si annullano tra loro, e trovare ciò che esprime la totalità dell’uomo e lo definisce, lo costruisce e lo fa crescere in armonia con sé e con gli altri. Ecco, caro Francesco, perché è necessario riflettere, ed io lo faccio, come analizzare il comportamento umano lungo la sua storia nelle diverse civiltà e culture e cogliervi quelle “costanti” che in vario modo delineano il volto dell’uomo e si pongono come elementi fondamentali e quindi immancabili del suo agire. Così l’obbligo morale viene recepito come esigenza della verità di se stesso, come desiderio della propria pienezza, e si concretizza in leggi, in precise indicazioni del come e del cosa fare per raggiungere questo scopo.
RispondiEliminaLa legge diventa così la strada ideale con la funzione di soddisfare le esigenze più profonde e globali della persona umana. La legge morale rappresenta quindi, non un “comandamento” imposto da una entità esterna, ma sta a rappresentare la traduzione operativa della definizione stessa dell’uomo. Tuttavia è necessario considerare che l’uomo si presenta come una continua fabbrica di giudizi, dalle più piccole e semplici affermazioni, dalle personali scelte di gusti e di sensibilità, fino alle prese di posizione più decise, proprio perché egli tenta sempre di attuare ciò che ritiene utile e consono alle proprie attese. Di fronte alla realtà vicina o lontana, propria o degli altri, di fronte a situazioni che in qualche modo lo toccano, l’uomo pronuncia sempre un suo giudizio, accetta o rifiuta, approva o condanna, spesso con valutazioni immediate facilmente mutevoli o parziali. Ieri come oggi, la varietà di giudizio appare in modo vistoso, in una panoramica sempre più vasta e spesso anche in una complessità di scontri ideologici e di polemica e conflittualità profonda. Si potrebbe dire che la storia umana è scandita da queste contrapposizioni di idee e di giudizi che ne hanno generato un progresso culturale, e persino da espressioni violente e crudeli: così si spiegano guerre e guerriglie, sopraffazioni e sfruttamenti messi in atto nel tentativo di imporre la propria visuale e renderla dominante. Nella cultura attuale sembra nascere una specie di neutralità che accoglie ogni posizione ed evita di dare un giudizio definitivo dando l’impressione che ci si limiti a difendere un proprio interesse senza una giustificazione ideale, sia per non imbarcarsi in questioni di principio, sia perché si esclude che esista un principio, un criterio sul quale misurare le proprie idee e le altrui scelte. E’ importante, allora, esaminare il comportamento umano in tutta la sua complessità per approdare ad un giudizio morale che rispetti il complicato agire dell’uomo e della sua storia.
EliminaL'ETERNA DICOTOMIA,TRA UNA MORALE ASTRATTA ED UNA AGITA, IN SENO ALLA CLASSE SOCIALE DI APPARTENENZA, SUPERABILE (FORSE), DA UN ADEGUATO E DIFFUSO DIRITTO ALL'ISTRUZIONE...., QUINDI CAPACITÀ CRITICA E DI AUTO GOVERNO MORALE, ANCOR PRIMA CHE "IMPOSTO "DA UNA LEGGE. SIAMO UNA SOCIETÀ MATURA, PER QUESTO?
RispondiEliminaNon esiste una morale "astratta" ed una "agita"...sarebbe una contraddizione in termini...proprio perché i comportamenti si valutano moralmente...!
EliminaQuesta tipa è un pezzo della peggiore sinistra a prescindere della verità sulla frase addebitatele.
RispondiEliminaHo letto l'articolo che giostra sulla morale-educazione e non posso che ritenerlo giusto e pilastro del nostro tempo. Credo sia arrivata l'ora di una salutare riflessione per ciascuna mente...perchè la morale o c'è o non c'è così come l'educazione ed è scontato che l'italiano nel mondo è ormai simbolo di maleducazione e immoralità.
L'articolo si fonda su un equivoco rispetto al significato proprio dei termini: 1) "astratto" non vuol dire "relativo" o "soggettivo"..."astratto" non è il contrario di "concreto"...astratto vuol dire "universale" cioè che vale universalmente; 2) quando si parla di morale non se ne può parlare senza riferimento ai "valori morali" (sarebbe come parlare di fiumi o mare senza fare riferimento all'acqua) il primo valore morale "astratto" (etica filosofica) è quello di imparzialità...il primo "valore non morale" assoluto è il valore vita "astratto"...Conclusione, prima di scrivere qualunque cosa è un "imperativo" etico usare i termini secondo il loro significato semantico corretto che è obbligatorio conoscere...altrimenti si falsificano concetti che hanno come conseguenza una valutazione sballata della realtà e delle problematiche ad essa legate.
RispondiEliminaIl tema posto è molto complesso e articolato.
RispondiEliminaSuggerisco di non confondere l'etica con la morale; il giudizio etico con la valutazione di opportunità; il bene con l'interesse individuale; i valori con i principi.
Concordo con quanto scritto da Francesco Salvatore,Ha ragione quando parla di stratificazione della morale secondo ceti e gruppi sociali, una moralità dettata dalle condizioni dell'individuo in un gruppo che abbia le sue stesse esigenze, le sue stesse aspettative,i suoi stessi fini e obiettivi. Ma ben più importante è quella di ogni singolo uomo che si distingue dall'altro per educazione,cultura,atteggiamento mentale....una morale individuale,sia in senso positivo che in senso negativo,che si esprime in maniera costruttiva o distruttiva, Tra I POLITICI, talvolta, la coscienza morale positiva esiste e viene fuori in maniera trasparente, ma il più delle volte si tratta di ipocrita, falsa moralità camuffata da disponibilità al servizio verso i cittadini...
RispondiEliminaBell'articolo, complimenti! Io vorrei fare qualche osservazione sull'evasione fiscale e la "moralità" che l'ispira.
RispondiEliminaColgo anche l'occasione per ribadire quanto ho affermato più sopra a riguardo di Livia Turco. Le accuse non provate con prove documentali, squalificano coloro che le fanno.
Per tornare al tema posto da Francesco Salvatore, vorrei spezzare un lancia in favore degli umani evasori. Vi spiego i motivi.
E' vero che nel nostro Paese c'è un'evasione immorale, ma è altrettanto vero che molte persone, molte imprese, e soprattutto i terzisti del lavoro, o si difendevano evadendo, oppure non portavano a casa nemmeno uno stipendio pari a quello del proprio dipendente.
Dopo l'introduzione della nuova riforma fiscale, non è più così, ma data la grade mole di tasse che si debbono pagare, i primi 4, 5 mesi dell'anno, lavoriamo senza prendere nessun compenso, perché ciò che prendiamo lo dobbiamo versare allo Stato.
A questo punto è evidente che il Cittadino tenti di difendersi in qualche modo dalle sanguisughe fiscali.
Di più. Non è vero che il Cittadino non si fida dello Stato, ma viceversa è lo Stato che non si fida mai del Cittadino.
Data la mia trentennale esperienza nella conduzione dell'associazione artigiani locale, posso dire che molti evadevano per "scarso" senso civico, altri per necessità. Qualcuno ricorda il tempo della denuncia Vanoni? Quando esisteva la famigerata "tassa famiglia?". Ebbene, fu in quel periodo, che continua ancora, in cui lo Stato non credeva mai alle dichiarazioni del Cittadino. Per cui se denunciavi, ad es. 100, il fisco moltiplicava per 3, o anche per 10 e oltre, ciò dipendeva dal locale direttore dell'ufficio imposte. Tante persone hanno dovuto ricorrere a dei mutui per pagare le tasse su introiti che non avevano mai avuto.
Il caso che ricordo meglio riguarda un mio fratello. Ebbene, negli anni 50 questo mio fratello emigrò in Australia. Lì fece per anni la vita dura del tagliatore di canna da zucchero. Ebbene, quando fece un bel gruzzoletto tornò in Italia, si costruì la casa e mise su famiglia. Naturalmente continuò a lavorare, come artigiano nel settore della verniciatura a fuoco.
Venne il tempo di presentare la denuncia dei redditi, e lui essendo abituato in Australia denunciò fino all'ultima lira ciò che aveva guadagnato. Ora posso finire perché voi tutti potete immaginare ciò che successe, infatti l'ufficio imposte moltiplicò così tanto che mio fratello, o vendeva la casa appena costruita, o doveva ricorrere ad un mutuo. Ricorse al mutuo.
Scusate se ho raccontata una storia personale, ma tant'è, così andò.
Con questo non voglio dire che è"morale" l'evasione, ma bensì che le tasse sono troppo alte, ed è urgente stabilire un rapporto tra Stato e contribuente che non lasci spazio alla sfiducia reciproca.
Scusate i numerosissimi errori, ma il tempo di rileggere e correggere non l'ho avuto.
EliminaLa morale esula dalla stratificazione sociale e dalle leggi scritte. Essa si colloca in una dimensione umana profonda ed imprescindibile dall'educazione e dall'evoluzione storico-politica della società. A prescindere dalla morale che ci viene impressa dal nostro stesso essere uomini e dai nostri primordiali istinti di conservazione, quella che interessa noi è invece quella evolutiva e che si adatta ai tempi, all'educazione, ai cambiamenti epocali ed all'acquisizione di nuovi concetti, che fino a qualche secolo fa ci erano sconosciuti. I Dieci Comandamenti si sono adattati ai tempi, le leggi dello Stato anche. Panta rei...ma quello che non potrà cambiare è l'intima accettazione delle leggi naturali e di quelle che salvaguardano la dignità dell'individuo in relazione ai progressi etico-sociali dell'umanità. "Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me" non è soltanto un concetto poetico-filosofico, ma soprattutto un modo di essere uomini e di interpretare la vita, in questo caso in senso illuministico. Questa frase dovrebbe essere scritta, come monito ed insegnamento, nel nostro Parlamento.
RispondiEliminaLa morale esula dalla stratificazione sociale e dalle leggi scritte. Essa si colloca in una dimensione umana profonda ed imprescindibile dall'educazione e dall'evoluzione storico-politica della società. A prescindere dalla morale che ci viene impressa dal nostro stesso essere uomini e dai nostri primordiali istinti di conservazione, quella che interessa noi è invece quella evolutiva e che si adatta ai tempi, all'educazione, ai cambiamenti epocali ed all'acquisizione di nuovi concetti, che fino a qualche secolo fa ci erano sconosciuti. I Dieci Comandamenti si sono adattati ai tempi, le leggi dello Stato anche. Panta rei...ma quello che non potrà cambiare è l'intima accettazione delle leggi naturali e di quelle che salvaguardano la dignità dell'individuo in relazione ai progressi etico-sociali dell'umanità. "Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me" non è soltanto un concetto poetico-filosofico, ma soprattutto un modo di essere uomini e di interpretare la vita, in questo caso in senso illuministico. Questa frase dovrebbe essere scritta, come monito ed insegnamento, nel nostro Parlamento.
RispondiEliminaLa morale è una legge non scritta utile ad assicurare la convivenza e che ispira i contenuti delle leggi degli Stati: un reato è sicuramente immorale ma non sempre vale il viceversa.
RispondiEliminaNell'articolo ci si è limitati a declinare il concetto "statico" di morale tra le classi sociali ma, se se questo approccio si amplia a un concetto "dinamico" - declinato cioè nel tempo e nello spazio - ci si rende anche conto che è mutevole: ciò che è morale in una parte del pianeta non lo è in altre, come pure, ciò che il passato era considerato morale oggi non lo è, e viceversa.
L'aspirazione a un concetto di morale universale è stata ed è decisamente una sfida nobile dell'umanità e non deve mai essere abbandonata, tuttavia non credo che una morale, così mutevole nel tempo, nello spazio e nelle classi sociali, possa rappresentare il faro per dare senso - laico o religioso - alla vita.
A questo scopo il faro non può che essere individuale, interloquire con la parte meno carnale di noi stessi e perseguire obiettivi che rispondono a un bisogno interiore e, con questo, non parlo di appagamenti materiali ma spirituali, in grado di nutrire aspirazioni che esulano il giudizio altrui. Gli esempi sono tanti in ogni campo: religioso, artistico, scientifico, sociale....
In ogni caso credo che una buona strada per perseguire una morale che possa trovare ampio consenso sia quello di cercare di vivere ... impegnandosi a non fare del male ...
Parlare di morale non è semplice, una prima difficoltà deriva dalla confusione o sovrapposizione con l'etica. Eppure i due concetti hanno un legame. La morale rappresenta l'insieme di valori e di regole condivise da un gruppo sociale in una determinata epoca, l'etica rappresenta la pratica e la modalità per la loro applicazione. La morale, strettamente individuale, è collegata alla condotta del singolo. L'etica, nel contesto sociale, analizza i comportamenti e i valori morali dell'uomo. In una comunità è possibile concretizzare una comune morale in modo normativo!? E' impossibile per la diversa composizione delle classi di appartenenza. La valutazione morale regolata da leggi può generare due aspetti contrapposti: il soggetto più forte ha la possibilità di mantenere stabile o migliorare la sua posizione a spese del più debole, fatto da considerare amorale; il debole, vittima del sistema, per eliminare l'ingiustizia ha l'esigenza che ci sia una morale. Superare il concetto di classe e acquisire quello di Cittadino, ovvero il senso di appartenenza, è legato al superamento di tutte le ingiustizie sociali e rendere tutti uguali davanti alla legge. Pari opportunità vuol dire comune morale. Tutto è legato alla concezione della pari dignità di tutti i cittadini. La dignità del cittadino deve essere tutelata con precise politiche che esaltano l'uguaglianza. L'istruzione e l'educazione, come afferma Francesco Salvatore, rappresentano i capisaldi di trasparenza fra le classi e, perché no, l'auspico del loro superamento. La questione morale rimane il punto debole del sistema politico del nostro Paese con l'aggravante che quei politici che si definiscono onesti sono quelli che alzano le mani e declinano ogni responsabilità: nessuno si prende più la responsabilità di agire. Un vecchio proverbio siciliano che sentivo ripetere quand'ero bambino dai nostri cari vecchi, dice: "U PISCI FETI SEMPRE RA TESTA". Significa: se non cambia questa classe politica, l'Italia continuerà sempre ad affondare.
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