di Francesco Salvatore - La vita può essere vissuta in due modalità: attraversando il tempo e lasciando che il tempo ci attraversi:
con la prima modalità il tempo viene impiegato per realizzare sé stessi attraverso la conoscenza e l’esperienza mentre con la seconda ci si lascia andare passivamente…sperando che il tempo passi in fretta.
Con la prima modalità si opera perché qualcosa accada e con la seconda si aspetta che qualcosa accada.
Le due modalità sono entrambe presenti nella vita di ciascun essere umano, ma la prevalenza dell’una o dell’altra determinano la caratteristica più o meno incisiva della persona.
Incisività qui è intesa come capacità di lasciare un segno dentro e fuori di sé che, anche senza riflettori non passa inosservato e, nei casi in cui la passione dell’essere prevale in modo prorompente, passa addirittura alla storia.
Attraversare il tempo, a differenza dell’esserne attraversati, è una scelta difficile e faticosa ma appagante perché permette di sfruttare pienamente l’opportunità della vita per realizzare quello che Dante espresse per bocca di Ulisse “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza".
Il libero arbitrio ci consente di scegliere come vivere e, purtroppo, la modalità più frequente non è quella di attraversare il tempo. In questa fase esistenziale ci si nutre di noia e come antidoto si tende a identificare sé stessi in qualcosa che è “al di fuori” e che da l’illusione di essere vincenti.
Ecco allora l’affermarsi di modelli comportamentali che vengono scimmiottati e che umiliano l’essenza umana. In sintesi si sostanzia in modo prevalente l’apparire a discapito dell’essere.
Questo fenomeno è tipico dell’adolescenza, quando l’insicurezza spinge a trovare riferimenti all’ombra dei quali ci si sente meno esposti, ma non è più naturale quando prendendo il largo della maturità si naviga per dare un senso alla propria esistenza e imparare a morire.
Partendo da questa premessa e volgendo uno sguardo al passato che ho finora vissuto, salvo rare eccezioni, noto un trend di prevalenza dell’apparire rispetto all’essere in tutti i campi: religioso, sociale, culturale, professionale e politico.
Sebbene questo arena di confronto e discussione sia dedicata all’aspetto politico, non vanno trascurati i trend evolutivi-involutivi più generali in quanto essi svolgono un’influenza sia sul tema del dibattito e sia sui contributi del dibattito.
Ecco allora che lo sviluppo di temi interessanti, su cui varrebbe la pena sviluppare un dibattito costruttivo finalizzato all’arricchimento dei contenuti, si disperde in diatribe personali che scadono in apprezzamenti sulle persone più che sull’argomentazione delle opinioni o, peggio, nell’esternazione di opinioni prive di contenuti che le circostanzino.
Ciò premesso ritengo che la politica italiana, soprattutto a partire dalla seconda repubblica, abbia imboccato e percorso molta strada del “lasciarsi attraversare dal tempo” esaltando l’apparire e mortificando la passione di partecipazione politica che non può appartenere che all’essere.
Sempre più frequentemente il divario fra slogan e fatti si fa più profondo, le responsabilità proprie magicamente diventano le colpe dell’avversario, si rinnegano menzogne documentate, la critica è volgare, il dissenso è colpa, la collaborazione è debolezza…..
Credo che sia importante valutare quanto di questo “apparire” abbia infettato “l’essere” di ciascuno in modo che anche il dibattito che si svolge in questo salotto possa contribuire ad “attraversare il tempo”
La mala Politica presenta il suo conto. Peccato perché in una Società che si rispetti nessuno dovrebbe venire calpestato nella sua dignità di persona.
RispondiEliminaCondivido di questo lunghissimo post solo queste ...poche parole aggiungerne altre non serve a niente .appunto LA MALA POLITICA PRESENTA IL SUO CONTO ..E NESSUNO DOVREBBE VENIRE CALPESTATO NELLA SUA DIGNITA DI PERSONA ..PERFETTO inutile aggiungere altro ..chi vuole intendere intenda ......
EliminaC'è una terza modalità: ammazzare il tempo, che è una modalità criminale. che è la modalità attuale.
RispondiEliminafinalmente un articolo diverso dalla stucchevole e noiosa ripetitività di politica mediocre, fatta di slogan e di tifoserie di partito. Ma già il titolo del tuo articolo intelligente, ci conduce fuori dalla becera e qualunquistica discussione quotidiana, fatta da pseude-riforme costituzionali, attaccacchi a Renzi e Boschi, osanna ai 5 stelle, Il premier a casa, fuori dall'euro e dall'europa, confusione in economia ed immigrazione etc.
RispondiEliminadicevo il titolo già accarezza il libro di Milan Kundera, l'insostenibile leggerezza dell'essere! Il tuo scritto sembrerebbe l'inizio di un trattato di filsofia o l'incipit di una lezione di fisica quantistica. Attraversare il tempo o essere attraversati dal tempo, come dire fare la politica attivamente o subirla passivamente. E poi i temi sul libero arbitrio, sull'essere, apparire...ma hai trascurato l'avere. Ma tutti questi temi ci condurrebbero alla filosofia, di Enrich Fromm " essere o avere "...o alla teologia di sant'Agostino o alla cognizione del tempo o meglio dello spazio tempo di Einstein che ha un valore diverso, rispetto all'intensità delle onde gravitazionali e quindi bisognerobbe parlare della teoria della relatività generale di Eistein, per stabilire il valore del tempo ovvero se possediamo veramente il libero arbitrio, e se possiamo veramente decidere come utilizzare il nostro spazio-tempo ? Ci sono forze superiori che decidono secondo leggi fisiche universali, in una raltà diversa dalla nostra osservazione sensibile, dove il significato del tempo cambia in rapporto alla intensità delle forze gravitazionali, che secondo Einstein deformano e rendono curvo lo spazio tempo. Ecco perchè non siamo padroni di attraversare, piuttosto che attraversare lo spazio-tempo. Penso che questi brevi pustulati siano molto al di sopra delle capacità cognitive dei nostri politici. Penso che la prossima volta sia meglio scrivere un articolo contro Renzi e la Boschi è molto più semplice e comprensibile.
RispondiEliminaFatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza. Le parole di Dante racchiudono l'invito a vivere una vita densa di riflessione, di contenuti, di senso dell'esistere. I tempi che stiamo vivendo , al contrario, rappresentano un invito a vivere nella superficialità, nell'apparire. La decadenza morale che ci accompagna e l'assenza di valori positivi stanno condizionando il nostro vivere. Come dice l'autore, ci sono le persone che resistono alla decadenza e vivono tracciando la strada in base ai propri ideali e ci sono persone che si lasciano travolgere dalle mode, dall'effimero, dalla superficialità del momento. Ho sempre pensato che una società come la nostra, basata sul consumo e sul denaro, abbia insito il pericolo di degenerare verso il superfluo. Sta a noi resistere; soprattutto noi adulti abbiamo una responsabilità verso i nostri ragazzi. Il ruolo della famiglia é fondamentale, come lo é quello della scuola. Sta a noi con i nostri comportamenti recuperare i valori morali e civili con cui riempire il nostro vivere e proporli alle nuove generazioni. Facendo riferimento al nostro blog, al di là delle nostre idee politiche, la cosa importante e' il rispetto e la discussione basata sulle idee, non sugli insulti o gli slogan. D'altra parte anche il blog é uno spaccato della società!
RispondiEliminaQuando Francesco Salvatore me lo ha proposto non ho esitato. Nonostante i suoi dubbi sull'opportunità di pubblicarlo.
RispondiEliminaLo ritengo un articolo tra i più belli e profondi mai apparso su PoliticaPrima. Una riflessione che rimette in moto il pensiero, che ci pone davanti ad una realtà sguaiata, spesso superficiale, nella quale ci facciamo trascinare dagli eventi. E ci facciamo attraversare dal tempo, come dice benissimo Francesco.
Spesso facciamo finta di svolgere un ruolo, di incidere su qualcosa, di dare in nostro contributo per una giusta causa. Ma lo facciamo davvero? E quante volte?
Poche, pochissime volte. Ci lamentiamo, protestiamo leggermente, ma senza faticare troppo e deleghiamo.
Ecco perchè anche la Politica non è quella che dovrebbe essere. Dipende da noi, dipende dal nostro impegno, dalla nostra partecipazione consapevole, dalla voglia di dare un contributo e dalla voglia di crederci.
Grazie a Francesco Salvatore per averci fatto riflettere.
Caro Direttore, hai esitato, poi hai saputo prendere la giusta decisione per la pubblicazione del servizio. Devo complimentarmi con Francesco Salvatore, per aver stilato un servizio chiarissimo nella sua esposizione poco filosofica e molto filologica. Quanto da lui riportato, direi con cognizione di causa, non si presta a false interpretazioni, o contraddizioni di vario genere, ma opinioni risolutive per chi ha seria intenzione di capire. Intanto noto con favore, l’assoluta mancanza delle solite critiche rivolte esclusivamente ai politici fatte di dietrologia, giochi segreti ed elencazione di citazioni e notizie rilevate da media falsa e partigiana. L’invito dell’autore è quello di un confronto serio e costruttivo avente come fine ultimo “l’arricchimento” dei contenuti. Credo che parlare o sparlare di personaggi politici, abbia stancato un po’ tutti anziché porsi quelle domande che Francesco Salvatore ha voluto porre in evidenza con speculare chiarezza. La sua constatazione, che va a coronamento del suo servizio, ha posto in essere non delle idee ma dei metodi che possono condurre a risultati reali. Insomma, l’autore ci vuol far capire, in sintesi, che tutti noi, non solo i politici, abbiamo imbroccato da alcuni decenni la strada dell’ essere attraversati dal tempo e quindi la scelta del voler apparire. Credo che a nessuno sfugga che il servizio contenga una implicita esortazione ( per me va bene anche rimprovero), il cui fine ultimo è un preciso richiamo all’intera società, civile e politica, di come si possa utilizzare il “tempo” attraversandolo. Non è una mia invenzione, se apparire, in questo tempo, ha una valenza maggiore dell'essere, in cui l'immagine è la prima cosa che si "spende" nel contattare la controparte. E’ l’essere, l'identità della persona, la sua intima natura, ciò che rappresenta nella realtà, ma noi viviamo in una società in cui conta più l'apparire rispetto all'essere o meglio dove l'essere coincide prepotentemente con l'apparire. E’anche difficile ignorare che la nostra è una società che fa riferimento ad immagini-simbolo, una cultura fatta di modelli e di icone generati dal mondo della pubblicità, dello spettacolo, della televisione, un mondo falso e preconfezionato. Intanto la nostra società langue e si disperde in inutili diatribe personali, come afferma l’autore, mentre il tempo e la vita scorre incessante e ci attraversa. Siamo in una società in cui tutti ci riteniamo attori e vogliamo prendere posto su questo palcoscenico che è la vita, dove ognuno è convinto di saper recitare la propria parte. Qui, è necessario che sia la propria coscienza ad assumere la l’importante funzione di Capocomico per ordinare a chi non merita di lasciare immediatamente il palco e prendere posto in platea.
EliminaNonostante possa apparire come una riflessione filosofica, lo scopo era il sottolineare come gli avvenimenti di cui siamo autori, persone coinvolte o semplici spettatori non possono prescindere dal contesto di cui ciascuno è un tassello vivo ma, inevitabilmente, soggetto a essere influenzato dal medesimo contesto.
RispondiEliminaEcco allora che anche i commenti ospitati in questo spazio rischiano di essere animati più dall'apparire che dall'essere. Come ad esempio avviene quando si spersonalizza l'interlocutore con un "voi" espropriandolo di fatto della sua individualità ... del suo essere o, per converso, quando con un "noi" ci si appiattisce dietro pensieri altrui vestendo i panni di "persone a responsabilità limitata".
In definitiva il contributo vuole essere un'esortazione, a me stesso in primis, a scrollarsi dei pregiudizi e, al contempo, accogliere il dubbio non come una debolezza bensì come carburante della conoscenza.
Bravo Francesco. L'apparire contrapposto all'essere è una delle tante degenerazioni prodotte dalla società contemporanea che, incapace di "attraversare il tempo" preferisce vederselo passare addosso. Ma anche in questa modalità, apparentemente passiva, si trova (eccome), il modo per vivere con grande appagamento delle proprie aspettative. In una società normale dove il merito, la professionalità, la competenza vengono considerate un valore, chi vive “aspettando Godot” sarebbe inesorabilmente relegato ad una esistenza grama e difficile. Ma il mondo che ci circonda sembra marciare in controsenso e predilige la futilità di chi, nutrendosi del nulla, appare agli occhi della massa non pensante come un modello da imitare. L’intelligenza e la cultura non sono indispensabili, si può vivere da divi, essere apprezzati e invidiati anche in mancanza di neuroni. Basta circondarsi della simbologia del successo alla base della quale c’è il dio denaro che tutto risolve e tutto compensa. Un noto quadro di Francisco Goya ha un titolo intrigante: il sonno della ragione genera mostri. Oggi il mondo è pieno di mostri perché la coscienza collettiva è sprofondata in un’anestesia totale che, ahimè, è diventata il modus vivendi prevalente dell’umanità. Basta guardarsi intorno per rendersene conto di come siamo ridotti. Le amenità, la stupidità, gli sfarzi e la bella vita ostentata dai nuovi eroi del nulla riempiono le prime pagine dei giornali e il loro stile di vita diventa oggetto di appassionate discussioni. La politica di oggi non è molto distante da questa logica ma, al contrario, ha assorbito e imitato i vizi peggiori della società pensando, così, di essere più vicina alla gente. Per una volta ha mostrato intuito.
EliminaInfatti la volgarità ha mostrato il suo volto , che tristezza .
EliminaFinalmente un articolo che non da spazio a quei commenti, che in effetti commenti no sono, ma che somigliano a partite di ping- pong, con batti e ribatti, con 5-6 nomi che riempiono colonne infinite di FB, dove ciascuno dei contendenti vuole dire sempre l'ultima parola.
RispondiElimina“fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza".
RispondiEliminaIncorniciato, appeso al muro, continuamente sotti i miei occhi quando sono seduto alla scrivania.
“La locuzione seconda Repubblica indica il cambiamento avvenuto a livello politico e solo marginalmente a livello istituzionale”
Col termine seconda Repubblica, inventato dai giornalisti, si pensava e si sperava in un cambiamento in meglio della politica italiana. Purtroppo tutto è cambiato in peggio a partire della nuova classe di politici che ci governano.. Ma non solo i politici, anche la società civile è più per l’apparire che per l’essere.
Una deputata di questa Repubblica, ha recentemente affermato che se i politici rubano, è perchè prendono esempio dai cittadini.
RispondiEliminaSeguendo questa logica, i politici sarebbero vittime della cattiva influenza dei cittadini ed incolpevoli perchè attraversati, loro malgrado, dalla negatività della vità. Avendo scelto quindi la seconda via, quella del fato, sarebbero meritevoli quasi di benevola considerazione. Io credo invece, che la correttezza e l'onestà intellettuale, prima di quella materiale, siano frutto dell'educazione e la capacità individuale di recepirne ed apprezzarne il valore. Non esiste l'equazione politico-ladro, ma solo l'essere e l'esperienza che ha in se, nel bene o nel male. Il politico, avesse fatto anche il prete, sarebbe stato altrettanto disonesto o santo, secondo la sua formazione, educazione ed esperienza.
Chi è veramente onesto, non è mai corruttibile, nè condivide scranni o altari con chi non lo è.
E' anche certo, che vivere nell'illusione dei previlegi dovuti, qualunque ne sia il lavoro o incarico, rappresenta una forte tentazione, sicuramente insopportabile per chi ha in se il germe dormiente della scarsa onestà, mentre rimane insignificante per chi è sinceramente corretto ed insensibile ai richiami del facile vivere sui sacrifici altrui.
Può sembrare ingiusto e superficiale asserire che i politici siano tutti corrotti o collusi. In realtà, chi è animato da sani principi frequenterebbe mai uno spacciatore, un pedofilo oppure un corrotto o un ladro? E se invece lo facesse e pur sapendo tacesse, non se ne renderebbe automaticamente complice forse? Dunque, perchè allora assolvere i politici legati ad un sistema partitico notoriamente corrotto, che tacciono e ne condividono le linee e decisioni senza denunciarne mai il malaffare?
Articolo molto bello. E a proposito di seconda repubblica, effetto delle leggi elettorali Mattarellum, Porcellum, Italicum eufemismo di CACATELLUM, la politica non è cambiata in meglio, anzi! Rimpiango il sistema elettorale proporzionale che contestavo perché mi si erano rotte le scatole con un governo l'anno, governi, balneari, invernali, di transizione. E di conseguenza ero per il maggioritario. Col maggioritario sono aumentati i partiti. Meglio tornare al proporzionale MA COL CORRETTIVO DELLA SFIDUCIA COSTRUTTIVA che assicura massima rappresentatività democratica e stabilità governativa evitando frequenti e lunghe crisi di governo. Con la sfiducia costruttiva, mentre si sfiducia il governo, simultaneamente viene concessa la fiducia al nuovo governo; se non c'è maggioranza di voti per la sfiducia il governo rimane in carica. Con la cosiddetta seconda repubblica son successe cose strane, come un Parlamento, eletto col poco democratico e incostituzionale porcellum, che stravolge la Costituzione senza nemmeno aver proposto le modifiche agli italiani durante la campagna elettorale. E, dulcis in fundo, ci ritroviamo un Presidente del Consiglio che non si era candidato in nessun collegio elettorale: costituzionalmente ineccepibile perché, per essere nominato Capo del Governo dal Presidente della Repubblica, non è necessario essere deputato o senatore; ma, secondo una prassi consolidata sin dall'inizio del Regno d'Italia, alquanto strano l'arrivo a Palazzo Chigi dell'attuale Presidente del Consiglio. Altro caos è scrivere nei simboli dei partiti (che vengono riportati sulle schede elettorali) Pinco Pallino Presidente. La nostra è Repubblica parlamentare che non prevede l'elezione diretta del Presidente del Consiglio. Mettiamoci nei panni del povero Presidente della Repubblica che si ritrova con milioni di schede votate per Pinco Pallino Presidente; il Capo dello Stato non può non nominarlo Presidente del Consiglio ma potrebbe nominare un altro facendo scoppiare caos politico. Ed una volta che Pinco Pallino si ritrova Presidente del Consiglio (designato dal suo partito o dalla coalizione di partiti pur essendo sconosciuto a milioni di elettori che lo votarono) potrebbe sentirsi l'Unto dal Signore. Con il nome nel simbolo dei partiti del candidato alla Presidenza del Consiglio la Repubblica non è più parlamentare né presidenziale; definirla un ibrido è un eufemismo.
RispondiEliminaSe lo scopo di una riforma è quello di assicurare la governabilità del Paese e, al contempo, rispettare il principio della sovranità popolare le riforme che si sono succedute sono come cavoli a merenda, in quanto rispondenti principalmente allo scopo di avere una classa politica cooptata che non deve rispondere all'elettorato ma a chi lo nomina.
EliminaQuindi la metamorfosi della politica in organizzazione aziendale.
Alla soluzione proposta da Armando Pupella io aggiungo anche la soglia di sbarramento.
"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza". Riflessivo ed educativo scritto quello di Francesco Salvatore. Il vivere umano è insito in questa frase di chi per conoscenza non ha superiori. Ma, se siamo fatti per non vivere come bruti perchè siamo attorniati di brutalità infinite? e perchè coloro i quali non seguono virtù e non si sforzano di conoscere "issano" o vengono "issati" a rappresentanza del popolo, e semmai ben conoscono, svendono senza ritegno così facilmente uomini e cose? Da chi dipende questo scempio di valori umani se non dall'ignoranza e dall'arroganza che dilaga di generazione in generazione senza pudore, senza onestà? Allora che possa essere da monito il documentarsi, industriarsi e sopratutto educare per poter e voler attraversare con pienezza ognuno il proprio tempo.
RispondiEliminaCredo che il migliore modo di educare è dare l'esempio: è un processo di apprendimento lento ma efficace, soprattutto se coinvolge le generazioni più giovani.
EliminaAllo stato attuale credo che il tempo che mi resta non basti per assistere a un'inversione di tendenza.
Tuttavia, poiché il peccato nasce dalla consapevolezza, chi è consapevole del degrado dilagante deve impegnarsi per non peccare e per non far peccare.
...molto interessate... e tremendamente difficile da affrontare, almeno momentaneamente. Spero poter dire qualcosa dopo... sull’insostenibile leggerezza dell'essere, ma su Erik Fromm, soprattutto, il cui libro "Avere o Essere" mette in crisi, come questo articolo, così profondo, saggio e maledettamente coinvolgente.
RispondiEliminaComplimenti a Francesco Salvatore per un articolo speciale, che solo in apparenza non sembra politico. Penso che a tutti abbia fatto riflettere. Personalmente ha posto tanti interrogativi sulla mia esistenza, sul fatto e non fatto, sull’influenza delle mie scelte nella vita degli altri e viceversa, sulle scelte collettive e le ricadute nel nostro sentire quotidiano. Dici, giustamente, che lasciarsi attraversare dal tempo è attesa degli accadimenti, senza metterci niente. Citi il libero arbitrio come capacità di scelta se esserci o lasciare che gli altri siano è un po’ come restare alla finestra a guardare. Io mi sono chiesta se tante volte noi siamo nelle cose, negli accadimenti anche per frutto di casualità e non ci siamo per lo stesso motivo. Mi chiedo la scelta di non scegliere è una scelta?.Tanti commentatori hanno attraversato e attraversano il tempo, in vari modi impegnati, in vari campi per cambiare le cose. Alcuni devono combattere “apatia e indifferenza” proprio per l’esserci stati sino in fondo. Al culmine della loro maturità si chiedono la valenza delle loro scelte. Loro, che con l’impegno, hanno dato Il valore alla loro esistenza. Mi sembra invece, da riportare a un’insicura adolescenza che si prolunga, l’apparire di belli,giovani,prestanti,famosi,intelligenti,possessori di verità assolute a tutti i costi. L’apparire io lo ritrovo,sicuramente nella classe politica,ma anche nella quotidianità e in qualche troppo veemente commento. Grazie Francesco Salvatore per il tuo articolo politico speciale.
RispondiEliminaSe lo scopo di una riforma pasticciata è, dare stabilità politica, l Paese.allora è una barzelletta, che non da nulla, toglie solo diritti.
RispondiEliminaLa Politica è partecipazione, il disamore che si vede è figlio dei cattivi governi, cattivi politici. perchè rappresentano la "cosa pubblica" come inutile.
Smettiamo restare al balcone, in attesa cambino le cose, da sole non lo faranno. svegliamoci e , grazie del bellissimo articolo
L'articolo è bellissimo. Grazie all'autore Francesco Salvatore che lo ha scritto e al direttore Giangiuseppe Gattuso che lo ha pubblicato. Dopo l'incipit filosofico di come l'essere si rapporta con il tempo, ovvero le modalità di vivere da protagonista o da spettatore o alternando momenti di partecipazione attiva a momenti di disinteresse, viene fuori l'invito per il lettore di analizzare il proprio modo di rapportarsi, in particolare con la politica, ieri come oggi. Senza la pretesa di apparire o incidere sulla storia, partecipare all'attività politica, anche limitata al semplice confronto, è doveroso. Dibattere su temi interessanti in modo costruttivo e anche istruttivo, nel rispetto delle altrui opinioni, vuol dire impegnarsi e contribuire alla realizzazione di un clima ideale e culturale per il cambiamento della società. E' una realizzazione ambiziosa che richiede il contributo di tutti. Appellarsi alla diversità per tirarsi fuori o escludere gli altri vuol dire lasciare scorrere il tempo inutilmente con il rischio che il cambiamento prospettato sia più legato a slogan che a programmi chiari. Questo blog "Politica Prima" è lo strumento ideale di partecipazione costruttiva per elaborare una sintesi politica, se non unitaria, almeno condivisibile. In merito all'era della Repubblica, sono convinto, malgrado le tante teorie, che ancora ci trasciniamo nella "Prima". Molti attori di questa lunga era non ci sono più ma ne rimangono ancora tantissimi abbarbicati al potere e refrattari al vero cambiamento. Altro problema alla base di tutti i mali: la questione morale. Transiteremo nella "Seconda Repubblica" quando sarà risolto il problema morale. Poiché la classe politica fatica o non vuole rigenerarsi, solo esaltando la passione politica, in modo unitario, possiamo contribuire ad "attraversare il tempo".
RispondiEliminaDovremmo essere 100, 1000 "Francesco Salvatore"!Forse ci siamo su tutto il teritorio ma non ci conosciamo e perciò non possiamo fare rete. Sono in tanti invece coloro che non riflettono, che si adeguano o che ancora se ne fregano. Il mito della "governabilità" è il dito dietro cui si nasconde la voglia di governare a lungo e perciò creare filoni meglio radicati sul territorio che a sua volta consentono il perpetuare della casta. La certezza del "ricambio" della classe dirigente è garanzia di democrazia. Occorre solo provvedere per tempo che il "proporzionale" non degeneri in corruzione e che coloro che vogliano fare politica possiedano un minimo di cultura civile oltre la fedina penale pulita.
RispondiEliminaAPPUNTO Occorre solo provvedere per tempo che il "proporzionale" non degeneri in corruzione e che coloro che vogliano fare politica possiedano un minimo di cultura civile oltre la fedina penale pulita.NON AGGIUNGO ALTRO !
EliminaLe strofe di Dante sono sempre state un punto di riferimento. Quale sarebbe il significato della vita senza il piacere e l'edificante apporto della conoscenza? Chi attraversa il tempo e si chiede ad ogni passo di questo lungo percorso che è la vita, il perché delle cose e degli accadimenti, si accorge che, pur non acquistando il dono della Verità, la sua mente si rende libera, scevra di pregiudizi; la personalità si rafforza e si plasma man mano che s'immerge sempre più nell'infinito mondo della conoscenza. Passando dunque dal campo letterario a quello filosofico non possiamo tener conto di tutti quei filosofi che hanno trattato questo tema con grande passione: da Platone ad Aristotele, dal grande Socrate a kant: famosa è la frase di quest'ultimo illuminista...il cielo stellato sopra di noi, la legge morale dentro di noi. Ecco il bel connubbio con la virtude di Dante; ecco come il libero arbitrio può diventare maturata espressione dell'essere e non fatuo e pedissequo rigurgito dell'apparire. Le nuove generazioni hanno avuto ed hanno un cattivo esempio attraverso quei politici che vanno alla ricerca, facendo affidamento solo sulla retorica, del loro interesse personale o del consolidamento de loro potere. La maieutica contrasta col sofismo e si basa sulla costante ricerca di noi stessi e sul benessere, singolo e collettivo, nella ricerca di una solida e giusta pacifica convivenza sociale. Tutto diventa effimero, voluttuoso e passeggero, come nel tema affrontato ne libro di Milan Kundera...se noi ci facciamo sopraffare solo dall'emotività istintuale. Il sistema è pieno di luoghi comuni e di teorie dannose e inconcludenti, che inevitabilmente ci hanno portato ad una stagnazione paludosa insana e maleodorante. Come ho detto in altre occasioni, richiamandomi questa volta alla storia, il ricorso vichiano è alle porte e la catarsi sociopolitica può essere, oltre che una speranza, una bellissima realtà.
RispondiEliminaEvidentemente parafrasando Milan Kundera: "L'insostenibile leggerezza dell'essere"...Francesco Salvatore non dice assolutamente nulla di nuovo e non dà alcuno spunto realmente efficace...la questione esistenziale legata alla dicotomia tra essere e apparire è antica quanto l'uomo ed è stata affrontata da svariati autori ne cito solo due perché rappresentativi sotto l'aspetto cronologico, uno antico e uno moderno: Platone (sotto l'aspetto della politica "La Repubblica") e Pirandello (il fu Mattia Pascal, per es.). Il problema è dunque universale perché è prima di tutto legato all'individuo persona. Per quanto riguarda l'Italia reputo l'articolo fuorviante e inconcludente, è una fallacia retorica, perché associa a un problema astratto (relativo all'individuo) la causa di distorsioni gravi riguardanti le strutture politico-sociali di carattere giuridico. Ciò dunque è sterile, perché solo in "apparenza" proietta una illusione di soluzione che non può agganciarsi alla fattispecie che ha cause ben precise e quindi soluzioni ben precise. Si tratta evidentemente di saperle individuare cogliendo la verità e portandola alla luce. Alla base di questo ragionamento vi sono principi logici indiscutibili, per es. rifacendomi ancora a Platone che già nel V sec. a. C. chiariva che il concetto di "LEGALITÀ" non coincide con quello di GIUSTEZZA, questa verità assoluta è il fulcro di una politica sana; l'altro cardine è che lo Stato non è un ente metafisico, è un concetto astratto, sono gli apparati fatti di uomini che agiscono...lo Stato deve essere al servizio del cittadino non il contrario; altro principio indiscutibile è che il LAVORO non è un valore morale è un valore "non morale"...cioè il termine indica soltanto una qualche attività svolta al fine di ottenere uno scopo, dunque propriamente anche il bue che tira l'aratro lavora anche lo schiavo lavora (legalmente)...applicato all'uomo dunque come deve essere considerato il lavoro? Il rapporto tra la persona e il lavoro non può essere inteso solo in senso utilitaristico o strumentale...ma come essenziale in senso ontologico, cioè legato alla DIGNITÀ della persona umana...allora è ingannevole parlare di "datore di lavoro" perché sarebbe come dire che un uomo qualunque "dà" o distribuisce la dignità di altri attraverso il lavoro...capite, se riflettete un po' che ciò è inammissibile, si dovrebbe parlare semmai di "promotore, facilitatore, organizzatore" del lavoro. Un concetto che i paesi scandinavi hanno capito ma loro hanno avuto il Protestantesimo...diceva Wittgenstein: "le vere rivoluzioni cominciano smontando i falsi concetti"...se dunque si prende coscienza di queste verità, il potere falso e fine a se stesso, come in Italia, comincia a traballare...e qui entrerebbe in gioco anche Jung, un grande a cui bisogna necessariamente approcciarsi per capire la vita; l'Italia ha un SUPER-IO malato, un karma maledetto perché è uno Stato nato dalla predazione...ma mi fermo qui se no il discorso diverrebbe lunghissimo...ABBATTERE IL SISTEMA...non "cambiare la Costituzione"...
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
Eliminacomplimenti a Silvio Barbata!
EliminaSilvio Barbata, va benissimo la sua analisi messa all'opera così come lo scritto del post va teoricamente altrettanto benissimo. In sintesi anche lei non dice nulla di nuovo. Voglio dire che riprendere una frase insegnamento del vivere, così come le altre che ricorda lei, non è sbagliato e men che meno retorico. I libri si dovrebbero riprendere sempre anche una sola pagina al giorno per ricordarsi la via del vivere umano che porta serenità e sprazzi di felicità. Sereno giorno
EliminaNon sono d'accordo..anche questa è una mistificazione...la mia infatti è una risposta con premesse chiare non mi atteggio ad "inventore"...con tutto lo strascico di commenti entusiasti all'articolo di cui al post. E ancora la mia analisi è sicuramente più concreta proprio perché puntuale, infatti io cito autori, ma allo scopo di fare emergere verità praticabili...non ci sono sillogismi fallaci, come nel caso del post. Sereno giorno!
EliminaMAMMA MIA QUANTO È SACCENTE QUESTO SILVIO BARBATA, E COME CONOSCE BENE KUNDERA, PLATONE, PIRANDELLO, WITTGENSTEIN, JUNG E IL KARMA. PECCATO CE ANCHE LUI NON DICA NULLA DI NUOVO E CON TUTTA LA SUA SAPIENZA ARRIVI ALLE STESSE CONCLUSIONI CUI ERANO GIÀ ARRIVATI PERSONE COME IL POVERETTO E IGNORANTE GRILLO.
EliminaTUTTI SONO BUONI A DIRE "ABBATTIAMO IL SISTEMA", ANCHE I PEONES, GLI INCAZZATI, I PRIMI FORCONI, GLI INDIGNATI, ECC.
MA, ALLORA A CHE SERVE LA "SAPIENZA" DI SILVIO BARBATA SE NON A FARCI DIRE: ACCIPICCHIA, QUESTO LA SA LUNGA?".
OK, PURA TEORIA.
Bellissimo articolo con un titolo molto appropriato. Fa' riflettere tanto questa leggerezza per cui tutto scorre se non si interviene, se si resta dei semplici spettatori Non è così che io voglio la mia vita, la mia partecipazione alla politica , al mio lavoro. Il nostro autore ci spinge a ciascuno a parlare di se' stessi,ci spinge a una sorta di introspezione fino a renderci attori del proprio destino
RispondiEliminaRaramente intervengo con un secondo commento sul medesimo articolo. Cerco di inserirmi nel dibattito, in modo costruttivo, per sviluppare ed integrare le tematiche affrontate dagli articoli. Evito di contrappormi ai commenti che leggo con attenzione. Ognuno, sui temi politici, interviene liberamente con valutazioni convergenti o divergenti. Se non sono viziati da preconcetti, dalle differenti valutazioni possono venire altrettante verità. L'articolo di Francesco Salvatore è particolare: ci invita a riflettere sul come il nostro modo di essere si rapporta, contribuisce o si dissocia dal "Sistema". Il Sistema è rappresentato da un insieme di tanti elementi e, quando si parla di quello politico si identifica con lo Stato. Lo Stato per esistere si fonda su tre elementi fondamentali: popolazione, territorio e sovranità. Il sistema politico italiano è improntato sulla democrazia rappresentativa le cui regole guida derivano dalla carta costituzionale. Il sistema da correggere è quello di potere rappresentato dal connubio fra governo, organi finanziari e multinazionali. Noi dobbiamo spezzare questo potere che riesce a vivere di rendita grazie alla divisione della società. Partecipare in modo unito è l'unica forza che può rivoluzionare il sistema di potere. Cosa abbiamo fatto, cosa facciamo, cosa faremo per riportare e mantenere il sistema sul binario della democrazia. Intanto difendendo la Costituzione. La consapevolezza e l'importanza della partecipazione, purtroppo, non rappresentano un comune patrimonio. L'articolo ci invita a riflettere. Un articolo che Giangiuseppe Gattuso, giustamente, lo ritiene "tra i più belli e profondi mai apparso su Politica Prima". Peccato che non si è sviluppato il dovuto dibattito. Penso che la motivazione la si può dedurre dai commenti di Michele Maniscalco e Giuseppe Vullo. Michele osserva: "Finalmente un articolo che non da spazio a quei commenti......" Giuseppe: "Finalmente un articolo diverso". Entrambi si riferiscono agli slogan delle tifoserie contrapposte. Peccato, si è persa una buona occasione! Alla prossima.
RispondiEliminaScusatemi, qualcuno che mi conosce, sa che non sono un politico e pertanto dico sempre quello che penso in maniera diretta e senza sotterfugi, farei un commento alle vostre disquisizioni ma ''terra-terra'', io personalmente prescinderei dall' apparire e/o dall' essere, io penso che una persona (soprattutto un politico), o è una persona Onesta o non lo è! Tutto il resto (scusate la mia trivialità), sono minchiate!!! (Maurizio Alesi, se puoi, perdonami)
RispondiEliminaNon vedo di cosa dovrei perdonarti. Sul concetto di onestà siamo in piena sintonia.
EliminaPenso che tutti attraversiamo il tempo.... Penso che non tutti siamo destinati a lasciare traccia sul destino degli altri. Penso che anche criminali e pazzi assassini lasciano una traccia nell'esistenza e non solo in quella loro. Penso che il libero arbitrio consista nello scegliere anche di non scegliere e penso che politica è servizio e che chi sceglie di fare politica dovrebbe farlo per passione e disponibilità generosa verso il prossimo... Penso che molti dei nostri politici lo facciano per mestiere e che il loro libero arbitrio si manifesti nella loro libera scelta di prendere per i fondelli i cittadini che, per libera scelta, si fidano di loro.
RispondiEliminacONCORDO SOPRATUTTO NELLA LIBERA SCELTA DEI POLITICI DI PRENDERCI PER I FONDELLI !
EliminaLa sostenibilità non può essere imposta dalla politica, ma deve venire dal singolo cittadino ed essere aiutato da decisioni politiche sagge ed essere la normalità, non decorazione.
RispondiEliminaSia ben chiaro, tranne nei paesi scandinavi, la socialità , che è la base della sostenibilità è morta, assasinato dal delirio neoliberista,quel delirio che confonde disonestà con evoluzione umana ed onestà con limitatezza intelettuale.
Sì, serve , assolutamente, un nuovo e sano senso di moralittà e d'onore, non quel "onore" viscido criminoso, ma quello naturale, che nei bambini vive ancora.... fino alla diseducazione criminale liberista.