di Gisa Siniscalchi - La democrazia in questo paese non vive un bel momento. E ciò che è più preoccupante è il disinteresse dei cittadini, non tutti per fortuna, verso la politica e la partecipazione al voto.
Il referendum fallito del 17 aprile, ma anche il calo progressivo dei votanti alle elezioni, ne sono una palese testimonianza che deve farci riflettere e spingerci a cercare adeguate soluzioni.
Il quorum per i referendum abrogativi, che se agli albori della repubblica e della carta costituzionale, aveva un suo perché, oggi non ha più ragione di esistere, andrebbe abolito.
Per il referendum confermativo di ottobre non è previsto alcun quorum, ma bisogna fare in fretta per spingere i cittadini a votare con consapevolezza. Nel caso delle riforme costituzionali non si può rischiare un altro fallimento.
Abbiamo ampiamente parlato su questo blog delle ragioni del no e anche del si, ma è sempre utile ripetersi, la locuzione latina "repetita iuvant" è appropriata perché più se ne parla più si comprendono le motivazioni.
È bene chiarire e far comprendere che il voto è un diritto/dovere che dipende da noi, e la sfiducia nella classe politica, diventata endemica, non può giustificare un’astensione che crea un pericoloso circolo vizioso, perché tanto non serve a nulla.
Ma proprio quando si tratta di referendum è essenziale votare, che si sia per il no o per il si. E in riferimento a quello sulle riforme costituzionali di ottobre, è fondamentale una affluenza alta, per riaffermare la voglia di essere parte attiva in questo paese.
Oliviero Toscani in un’intervista del gennaio scorso sul Fatto Quotidiano, curata da Antonio Esposito, sottolinea alcuni aspetti molto evidenti e limitanti per i sostenitori delle ragioni del NO:
“La principale difficoltà sarà ribattere spiegando cosa vogliono, le loro motivazioni. Ne hanno, ma sono complicate da spiegare”; sarà necessaria una buona campagna di comunicazione che avverrà “con i mezzi ordinari e molto dipenderà dalle risorse a disposizione”. Toscani ha posto, in sostanza, due problemi per i sostenitori del No: la difficoltà di spiegare le ragioni e la disponibilità di mezzi di informazione. Il NO si troverà in grave svantaggio poiché gran parte della stampa e della tv è asservita al governo che, molto impropriamente ha personalizzato la riforma costituzionale nella figura del Presidente del Consiglio.
Entrando nel merito bisogna ricordare l’incostituzionalità, sancita da una sentenza della Corte costituzionale, del cosiddetto Porcellum, che di fatto rende il governo Renzi non propriamente legittimato a varare e votare riforme di tale portata. Oltre al fatto che non è il governo demandato ad attuare riforme alla costituzione, ma è una esclusiva prerogativa che spetta al Parlamento, senza se e senza ma.
Per non parlare della cancellazione dell’elezione diretta dei senatori, la loro riduzione a 100, tenendo per la Camera dei deputati lo stesso abnorme numero. E andandoli a pescare nei consigli regionali e tra i sindaci, dando una mazzata letale alla rappresentanza e creando uno squilibrio alla democrazia.
Queste riforme, inoltre, intrecciandosi con gli effetti della legge elettorale, l'Italicum, accentrano molto potere sull'Esecutivo, restringono la rappresentanza politica e rendono difficile il dissenso, imponendo al paese le decisioni del governo.
Viene così stravolto l'impianto costituzionale voluto dai padri costituenti nel 1948, che si basa essenzialmente sulla partecipazione democratica, sulla rappresentanza politica e sull'equilibrio dei poteri.
In buona sostanza, queste modifiche costituzionali sono inaccettabili sia nel metodo che nei contenuti.
Altrettanto intollerabile è la pretesa di Renzi di farsi promotore del referendum costituzionale, trasformandolo in un plebiscito sull'operato del suo governo. Non si tratta di una valutazione di questo genere, si parla dei valori della Repubblica, della Costituzione, e non è un governo di non eletti che può farlo, non con una riforma approvata sostanzialmente da una minoranza parlamentare e chiaramente di parte.
Serve quindi una mobilitazione, una campagna di informazione corretta, non inficiata da menzogne o minacce di non governabilità, bisogna parlarne, parlarne sempre, incitare le persone ad andare a votare, a riappropriarsi dell’unica arma per riaffermare la sovranità popolare. Non bisogna accontentarsi, non c'è tutta questa fretta di fare riforme purché sia, si può e si deve fare meglio.
Condivido l'opinione che bisogna impedire con ampia partecipazione che la nostra costituzione venga sostanzialmente manomessa ad iniziativa del governo del giovin toscano, ed asservita al suo ambizioso progetto di far prevalere il potere esecutivo sugli altri poteri costituzionali. I comitati per il no stanno comunque agendo con intelligenza perché non avvenga un simile sfregio. Utile alla comprensione del problema è anche questa pregevole nota della Siniscalchi.
RispondiEliminaEsposizione chiara, ineccepibile.
RispondiEliminaAggiungere qualche cosa a quanto esposto dall'Autrice sarebbe un noioso ripetere di concetti già ampiamente contenuti nell' articolo in esame. Si può e si deve ribadire una affermazione basilare che sia la calda esortazione agli italiani di, almeno per una volta nella loro vita, essere responsabili e non abbandonarsi ai voleri degli altri ma dire la loro con fermezza attraverso il loro voto, meditato e certo: Cerchino per una volta di dimostrare che amano la libertà, la dignità. l'onestà, la giustizia.
Le modifiche apportare alla Costituzione da parte di questo governo sarebbero il ritorno ad una esperienza già subita e che ci coinvolse in una delle guerre più disastrose della storia mondiale che però ebbe, alla fine, sia pure con il doloroso sacrificio di giovani vite, il merito di divenire un popolo libero e con ritrovata dignità d'uomini responsabili dei loro destino. Oggi è venuto il momento di mantenere fede al sacrificio di quei morti. Ci si renda conto del grande pericolo di una nuova dittatura posta nelle mani di un uomo che sta seduto sulla poltrona che fu di un De Gasperi, per citare uno dei Primi Ministri Italiani che seppe risollevarci dalla miseria in cui eravamo caduti e ci portò ad essere parte viva ed attiva della vita del mondo, con il solo scopo di soddisfare le sue ambizioni personali ed un protagonismo da mattatore o dci vincitore di quiz televisivi, e che agisce,. chiaramente, al servizio di gente interessata esclusivamente a "dominare" sugli altri per il proprio personale interesse arrivando a negare nei fatti anche i più elementari diritti umani quale quella della stessa sopravvivenza adottando provvedimenti che umiliano e disconoscono ogni dignità ed ogni libertà anche fisica. Pensateci bene, amici che leggete queste righe, pensateci bene e poi andate sereni a votare per voi, per i vostri figli, per i vostri nipoti e dite chiaro e tondo "NO" non voglio che sia uno solo o un ristretto gruppo di persone a decidere della mia vita, riscoprite il valore supremo e insostituibile della LIBERTA', dell'ONESTA', della DIGNITA' personale e comunitaria.
Cara Gisa. Ottima la tua esposizione per perorare le ragioni del perché andare a votare in massa al referendum di ottobre e del perché votare NO.
RispondiEliminaSecondo me non sarà facile convincere gli italiani ad andare a votare con la spiegazione tecnica nel merito delle riforme volute da Renzi. Da questo punto di vista per Renzi la propaganda sarà facile sia perché aiutato dalla stampa amica, sia per la presa che avrà la propaganda per l'abolizione del "BICAMERALISMO PERFETTO" Con Senatori ridotti a 100 e non più pagati. Alle ragioni del NO mancano entrambi le cose, la stampa amica e la semplicità della spiegazione.
Ma, fortunatamente, per noi sostenitori del NO! lo stesso Renzi ha fatto un autogol decisivo per la partita che si giocherà ad ottobre. Ha detto: "SE VINCESSERO I NO ALLE MIE RIFORME LASCIAREI IL GOVERNO E LA POLICA". Dunque, dato che nel Paese non gode della maggioranza dei consensi quale occasione migliore per mandarlo a casa presto e con un semplice NO?
Se fossi il responsabile dei COMITATI per il NO. farei dei manifesti con questo slogan: "VUOI MANDARE A CASA RENZI? allora vota No! Naturalmente in altri manifesti spiegherei anche le altre ragioni per votare NO.
Al referendum di ottobre è in gioco il destino di questo governo, essendo la riforma un pateracchio. Io voterò NO per mandare a casa la banda Renzi.
RispondiEliminaPerché vuoi mandare a casa Renzi? Vuoi Grillo? Vuoi Salvini? Vuoi Berlusconi? Che cosa ha fatto Renzi che non ti va ?
EliminaI sostenitori del SI hanno facili argomenti persuasivi: meno parlamentari, meno spese per il parlamento, più efficienza istituzionale.
RispondiEliminaLa riforma va letta con la legge elettorale, ma tenendo ben distinte le due cose. A volerle unire si fa il gioco di Renzi.
Sono d'accordo con Gisa sul metodo: inaccettabile che un parlamento nato dalla coartazione della volontà popolare e alterato nella consistenza dei gruppi parlamentari da premi incostituzionali si prenda il diritto di riformare la Costituzione.
Revisione della Costituzione significa intervento manutentivo.
Revisione non significa trasformazione.
Un conto è rifarsi il seno altra cosa è cambiare sesso.
Governo e Parlamento stanno cambiando sesso alla nostra Repubblica senza averne il mandato politico e utilizzando in modo improprio e forse eversivo gli strumenti previsti dalla Costituzione.
Nel merito, la deforma è inaccettabile: confusa, scritta male, contraddittoria, inefficace.
Per superare il bicameralismo paritario bastava modificare il 1° comma dell'art 94 Cost: il Governo deve avere la fiducia della Camera dei deputati (adesso è... delle due camere).
Per risolvere il problema della staffetta tra camera e senato per l'approvazione delle leggi, basta fare come si fa in Francia: in caso di disaccordo si nomina una commissione paritetica formata da rappresentanti di entrambe le camere; se non si arriva a un accordo, spetta alla Camera dei deputati l'ultima parola.
Il risparmio si poteva ottenere (e anche superiore) portando i deputati a 420 (-210) e i senatori a 155 (-160), quindi -370 parlamentari mentre la deforma ne prevede -315 ma con 100 senatori dopolavoristi che in ogni caso costeranno.
Fin qui per dimostrare che gli stessi obiettivi potevano essere raggiunti in modo più efficiente ed equilibrato.
Prevedere che ciascun consiglio regionale scelga un sindaco e qualche consigliere a fare il dopolavorista a Roma rischia di essere un raccordo tra i comitati d'affari che scorazzano nelle regioni e i potentati nazionali.
Un bel regalo a corrotti e corruttori.
Se fosse da tempo così, avremmo potuto gioire di Minetti, Fiorito e il Trota... a palazzo Madama! Figo, no?
Il nuovo Senato rischia di essere fonte di inefficienza perché i senatori non hanno mandato politico (saranno eletti in modo proporzionale da ciascun consiglio regionale). Potremmo così avere un Senato con una maggioranza opposta a quella della Camera.
Il Senato conserva importanti funzioni nella ratifica degli accordi europei, nella approvazione delle leggi costituzionali (bisognerà vararne diverse se passa la deforma), nella elezione del PdR e dei giudici costituzionali.
Ma i senatori conservano l'iniziativa legislativa su ogni materia perché il primo comma dell'art 71 è rimasto invariato.
Il Senato sarà una potenziale fonte di ingorgo legislativo: se ci fosse al Senato una maggioranza di segno opposto a quello della Camera, il Senato potrebbe approvare a maggioranza assoluta nuove leggi impegnando la Camera nella attività legislativa.
Il meccanismo di elezione del PdR può portare alla impossibilità di eleggere il Presidente.
Non si comprende perché persone che non rappresentano la Nazione (infatti, il Senato non rappresenterà più la Nazione) debbano partecipare alla elezione di organi nazionali e di garanzia: questo è un vulnus per la democrazia.
Il Senato non rappresenterà gli Enti territoriali perché non hanno il compito di raccordare e uniformare l'attività legislativa delle regioni e tra le regioni e lo stato; non hanno un mandato politico; non rappresentano i governi regionali (come avviene in Germania); non possono risolvere il contenzioso tra Stato e Regioni che sarà generato dalla riforma del Titolo V, altro capitolo penoso.
La deforma abolisce le materie concorrenti tra Stato e Regioni ma amplia le materie trasversali, vale a dire quelle che hanno generato i conflitti negli ultimi anni.
In breve, una pessima riforma.
Meglio di così non si poteva dire. Condivido ogni punto e ogni virgola. Auguriamoci tutti che gli italiani la capiscano una volta per tutti e facciano sì che il disastro non accada....anche se i dubbi sono tanti!
EliminaNon temo una deriva assolutistica e sono stato sempre d'accordo con le riforme costituzionali. Ma queste non potevano che essere poco chiare, rabberciate, inconcludenti. Sono opera infatti del principino tosco, il democristiano Renzi: non potevamo aspettarci che questo. Spero che quel 30 % di Italiani intelligenti gli dia il ben servito e lo faccia scomparire dalla scena politica, come egli stesso ha promesso. Buon articolo Gisa.
RispondiEliminaBisogna votare no.
RispondiEliminaNon perchè la riforma non sia buona, ma perchè con questa legge potrebbe vincere Grillo, e sarebbe una catastrofe.
Il titolo dell'articolo di Gisa Siniscalchi ci invita ad un serio dibattito su una questione importante per la tenuta della democrazia del nostro Paese. La serietà del dibattito dipende da una corretta informazione sulle modifiche istituzionali previste dalla riforma e sui futuri equilibri degli organi costituzionali. 56 giuristi, fra i quali 11 ex presidenti della Corte Costituzionale, hanno firmato un appello per il NO definendo le riforme "confuse" e che daranno vita a incertezze e conflitti. Molti ritengono che la vera rivoluzione è rappresentata dalla riforma del bicameralismo senza analizzare le insidie nascoste. Da una attenta valutazione del complesso riformatore si intravede che il sistema politico istituzionale italiano, anche per effetto dell'attuale legge elettorale, gradualmente si trasformerà da parlamentare in premierale. I parlamentari, in buona parte nominati dai partiti, saranno sempre più fedeli ai loro segretari con una attenuata indipendenza politica. Si intravede una nuova forma di governo molto lontana da quella ideata dai Padri Costituenti, Questa riforma segnerà l'effettiva nascita della Seconda Repubblica. La Prima Repubblica era nata dalla pluralità dei partiti a garanzia di una più ampia rappresentanza della sovranità popolare. Sovranità tradita dalla degenerazione dei partiti per la graduale occupazione delle istituzioni e l'aggravarsi della questione morale. Nella Seconda Repubblica è previsto il governo del premier e il predominio del leader del partito di maggioranza sul Parlamento. Due i passaggi per la realizzazione: quella elettorale con l'Italicum e quello costituzionale con la riforma della Carta. La situazione è delicata e non può essere legata alla sorte di Renzi. La tenuta democratica del paese è più importante della carriera politica di un uomo. A ottobre saremo chiamati a decidere; decidere vuol dire affermare la sovranità popolare; la sovranità popolare si esprime con il voto; votare è un dovere. Più ampia è la partecipazione più si consolida la democrazia e più si afferma il principio della sovranità popolare. Io ho incominciato ieri firmando per i referendum abrogativi dell'Italicum.
RispondiEliminaLorenzo Romano, il tuo intervento è largamente condivisibile.
EliminaNon sono d'accordo sul pronostico che questa riforma porterà al premierato.
Magari fosse così, verrebbe da dire.
Ma nelle riforma costituzionale non c'è alcuna modifica che punta a questo obiettivo.
Non c'è per esempio nemmeno la figura del premier, che nel nostro ordinamento non esiste, contrariamente a quanto avviene con il sistema tedesco del cancellierato.
Il presidente del consiglio è primus inter pares; la sua è una funzione di guida e di coordinamento, ed i suoi poteri sono vincolati dalla condizione stessa di essere a capo di persone sue pari.
Non può nemmeno licenziare un ministro.
Non ha voce in capitolo nello scioglimento della Camera.
Non è stata nemmeno inserita la sfiducia costruttiva.
A parte l'eliminazione della fiducia al Governo da parte del Senato, la riforma costituzionale non modifica nulla riguardo all'esecutivo.
Proprio per questo è una brutta riforma.
Rompe un equilibrio creando un sistema confuso in cui la Camera sarà il notaio del Governo finché il partito vincente sarà coeso e il Senato potrebbe essere una scheggia impazzita con un potere di ricatto enorme sul potere esecutivo e legislativo... Potere da tacitare come e a quale prezzo?
Pensa a uno scenario possibile in cui italicum e riforma costituzionale sono entrambe operative.
Alla Camera vince il M5S ma al Senato non conterà nulla perché il M5S è ancora inconsistente a livello di controllo delle regioni e dei comuni.
Il Governo del M5S potrebbe trovarsi un Senato ostile che rende impossibile ogni cosa... perché non va dimenticato che ogni senatore conserva il potere di iniziativa legislativa.
È proprio la mancanza di un disegno istituzionale chiaro che rende pericolosa questa riforma.
Peccato. Comunque vada sarà un’occasione sprecata. E se, come auspica Gisa, l’affluenza aumenterà rispetto al referendum sulle trivelle sarà sempre una scelta difficile e poco ponderata, su una questione fondamentale per le nostre istituzioni.
RispondiEliminaI cittadini si troveranno davanti una scheda con un SI e un NO per decidere, nientemeno, su una importante modifica costituzionale che cambierà sostanzialmente l’assetto del Parlamento e del Governo. Il procedimento legislativo, il numero e la composizione del Senato e via dicendo. Insomma, apponendo una crocetta sulla scheda decideremo su questioni per le quali lavorò per lungo tempo l’Assemblea costituente eletta nel giugno del 1946. Una Commissione per la Costituzione, appositamente istituita e composta da 75 membri, elaborò le linee generali che terminò nel gennaio del 1947. Successivamente dopo un ampio e approfondito dibattito fu approvata dall’Assemblea nel dicembre del 1947.
Insomma, ci troviamo di fronte a un grave dilemma. Decidere di andare a votare, com’è giusto, ed esprimere un voto consapevole. Difficilissimo. Anche togliendo di mezzo schieramenti e pregiudizi politici.
E per finire non possiamo dimenticare l’appello del capo del governo che ne ha fatto una sorta di giudizio del popolo sul suo operato e futuro politico. Un errore, comunque lo si guardi un grave errore che potrebbe mettere a repentaglio il governo e la sua continuazione fino alla fine della legislatura.
Ma per trarre delle conclusioni definitive, per quel che mi riguarda, c’è ancora qualche mese di tempo e c’è il passaggio elettorale di giugno. Vedremo come si posizioneranno i partiti, il Governo e come i cittadini verranno adeguatamente informati.
"E per finire non possiamo dimenticare l’appello del capo del governo che ne ha fatto una sorta di giudizio del popolo sul suo operato e futuro politico. Un errore, comunque lo si guardi un grave errore che potrebbe mettere a repentaglio il governo e la sua continuazione fino alla fine della legislatura".
EliminaMagari! Solo co una sconfitta di Renzi si potrebbe svolgere un vero congresso nella prossima primavera all'interno del PD. Potrebbero maturare le condizioni affinché tanti astensionisti tornino a votare.
Poiché nel referendum confermativo non c'è quorum, è bene votare se ciascuno è riuscito a formarsi un giudizio personale.
EliminaL'astensione non ha alcuna rilevanza e quindi non votare o votare scheda bianca è la medesima cosa.
Sarebbe sbagliato votare con l'idea di confermare o bocciare Renzi.
In gioco non è la sua carriera politica, ma la nostra Costituzione.
Quel che lui vorrà fare in base all'esito del voto è solo una sua libera scelta che non può essere utilizzata come ricatto.
Occasioni ne abbiamo avute tante e tutte sprecate perché sempre subordinate a interessi di parte.
Questa è la peggiore riforma che sia stata elaborata e il risultato è solo frutto della abilità di Renzi come giocatore di poker e la debolezza del suo partito, andato in tilt dopo le elezioni del 2013, le dimissioni di Bersani, la figuraccia nella elezione del PdR, i tormenti del governo Letta...
A questo si aggiunga la debolezza di ogni opposizione.
E siamo qui.
Il mio NO sarà deciso e senza alcun rammarico.
Ad ottobre tutti a votaree!!!
RispondiEliminaNessuno spiega se vince in No cosa succede dopo.
RispondiEliminaBeh! Se il "no" serve a mandare via Renzi sarà già un successo e infine, poiché è davvero farlo, sarà certamente dovere di chi lo sostituirà provvedere ad una seria riforma della Costituzione per quanto attiene al Senato che, senz'altro dovrà diventare una Rappresentanza Legislativa per le Regioni restando comunque elettivo e infine provvedere a ridurre il numero dei parlamentari, abolire i senatori a vita e ridurre drasticamente le prebende. Ecco che il referendum ha un preciso valore riformista che non va sottovalutato.
EliminaLa legge elettorale e tutte le riforme costituzionali sono da rivedere serenamente perché devono mirare a realizzare uno Stato snello, poco costoso, con burocrazia semplice per far competere il made in Italy nella globalizzazione e in tal modo combattere la disoccupazione e realizzare, dopo il risorgimento economico post catastrofe seconda guerra mondiale, un altro miracolo economico
RispondiEliminaDa più di 30 anni si cerca di cambiare la Costituzione ed adeguarla ai tempi ...votare e votare SI per me è un dovere di tutti i cittadini che vogliono che l'Italia faccia un passo avanti ...io che mi sono sempre interessato di politica ricordo benissimo i giochetti della prima Repubblica e anche le schifezze della seconda ,,, per me è giusto che il ruolo del Senato diventi secondario e rappresenti prevalentemente gli interessi delle regioni e il suo costo ricada sulle attuali spese delle regioni ...per me è giusto che spariscano anche in Costituzione le provincie ...per me è giusto che sparisca il CNEL ...mi auguro che gli italiani più che fidarsi degli appelli s'impegnino a leggere la riforma e votino coscienti SI o NO secondo il giudizio che daranno alla loro lettura ...NON FARO' ALTRI INTERVENTI su QUESTO POST !!!
RispondiEliminaNon temo una deriva assolutistica e sono stato sempre d'accordo con le riforme costituzionali. Ma queste non potevano che essere poco chiare, rabberciate, inconcludenti. Sono opera infatti del principino tosco, il democristiano Renzi: non potevamo aspettarci che questo. Spero che quel 30 % di Italiani intelligenti gli dia il ben servito e lo faccia scomparire dalla scena politica, come egli stesso ha promesso.
RispondiEliminaRenzi nel bene o nel male è l'unica attuale realtà.
RispondiEliminaIl resto è nulla. La riforma costituzionale è un passo avanti, non approvarla sarebbe la certificazione che non vogliamo uscire dalla palude immobile in cui siamo.
Per noi Lombardi al posto di 55 miliardi di residuo fiscale aumenteranno a 70 cosi la banda di Firenze festeggerebbe ,in più le regioni non avrebbero autonomia. Una specie di dittatura senza futuro in mano a bande di multinazionali banche e famiglie facoltose.Ma non sarà cosi.
EliminaDissento totalmente su molte considerazioni espresse da Gisa Siniscalchi. Per prima cosa vorrei ribadire che il governo Renzi é perfettamente legittimo perché, Anche se non uscito da una tornata elettorale, é stato nominato secondo le leggi e le regole della Repubblica Italiana. Quindi legittimo. Come legittima é la sua facoltà di proporre modifiche della Costituzione. Tali modifiche , presentate in Parlamento, hanno ottenuto la maggioranza e ora verranno sottoposte ad un referendum confermativo. Tutto regolare. Entrando nel merito , si può essere favorevoli o contrari alle modifiche, tuttavia vorrei precisare che la soppressione del potere legislativo del Senato non aumenta il potere esecutivo del governo; semplicemente lo rende più scorrevole perché la doppia approvazione di qualunque legge nelle due Camere del nostro Parlamento rende il meccanismo lungo e a volte con intoppi non indifferenti, come l'esperienza del passato insegna. Nessun altro paese ha due Camere legislative come noi ,ma in nessuna democrazia si grida al complotto o alla prepotenza del governo. L'Italia ha bisogno di un governo certo, nato dalla consultazione popolare, che governi e se ne assuma le responsabilità. La riforma va in questa direzione
RispondiEliminaChe Renzi, come dice la Antonella Albertini, sia legittimamente Presidente del Consiglio, è innegabile. Le norme prevedono che possa essere nominato, anzichè passare dalle elezioni. Anche se lui stesso, poco prima, aveva solennemente dichiarato alla Bignardi che sarebbe diventato PdC: "Solo passando dalle elezioni, mai tramite inciuci di palazzo" Ma si sa le promesse non sono il suo punto forte, vedi anche "Letta stai sereno", mentre alle sue spalle tramava nell'ombra su come tradirlo. Ma anche i suoi due predecessori erano stati nominati dal più deleterio PdR, cameriere della finanza Napolitano, quindi nessuna meraviglia. Il fatto che non si sia passato Ciò che sconcerta invece, è che ci sia ancora gente che nell'ignoranza totale ci vive e ci si fa anche ragione. Per esempio: Il Senato viene abolito oppure " soppressione del potere legislativo del Senato... ". Falso. Infatti il Senato non solo non viene abolito, ma neppure perde la sua capacità legislativa, solo che non sarà più eletto dai cittadini ma composto da consiglieri regionali e sindaci, cioè proprio da quelli che hanno dato prova di maggiore corruzione politica e collusione mafiosa in questo paese e che con la loro nuova posizione di "senatori" guadagneranno l'immunità e non potranno più essere arrestati. Ecco a cosa serve il senato dei nominati, ad auto proteggersi. Proprio una bella riforma! Altro falso: Il nuovo Senato "rende più scorrevole perché la doppia approvazione di qualunque legge nelle due Camere". Infatti, è più che dimostrato che la velocità di portare a compimento le leggi, dipende dalla esclusivamente dalla volontà politica e non dalla presenza di due camere, posto che quando questa c'è stata, si sono approvate diverse leggi in meno di due mesi. E dell'eccessivo accentramento del potere nelle mani di chi governa ne vogliamo parlare? Chi sopperirebbe la mancanza del bilanciamento già assicurato dalla doppia Camera? Proprio nessuno, visto che il partito che vince le elezioni sarà in grado di eleggersi proprio i suoi controllori a cominciare dal Presidente della Repubblica,Consulta etc.?? Noto purtroppo che la maggior parte degli italiani non conosce queste differenze, mentre questo governo farlocco, servo della finanza, delle lobby e delle multinazionali, che molti incoscienti si ostinano a sostenere, farà di tutto perchè conservino l'ignoranza necessaria e funzionale ai suoi inciuci e collusioni. Concordo pienamente con Gisa Saniscalchi.
RispondiEliminaCara Gisa, ho apprezzato il tuo servizio, non solo per aver trattato un argomento non semplice per dare risposte semplici o critiche costruttive. L’autunno che ci attende, probabilmente sarà più caldo del previsto, saremo chiamati alle urne per approvare con un referendum confermativo alcune modifiche apportate alla nostra Carta Costituzionale. Sì cara Gisa non è semplice valutare l’effettiva valenza della riforma in quanto abbisogna di essere osservata nella sua reale applicazione. Per ora basterà un monosillabo e il suo esito farà felice tutti: i sostenitori del “sì” che daranno la possibilità di restare al potere Renzi e i sostenitori del “no” se riusciranno (come promesso dal premier) a disarcionarlo. Tutte le forze politiche sono già partite a spron battuto, senza conoscere nemmeno la data o la conferma che ci sia davvero il referendum confermativo. Si affilano le armi, si ammassano le proprie truppe lungo i limiti del proprio consenso ed oltre. Dal mio punto di vista, sarà una guerra, senza esclusione di colpi in cui verranno messe in campo ogni sorta di armi, comprese quelle non convenzionali, che vanno dalla falsità alla calunnia, dalla volgarità al mancato rispetto della dignità umana. Spero di no, ma questo timore è molto tangibile. Come spesso succede in queste circostanze, ognuno è sicuro di stare dalla parte della ragione e non avverte alcuna necessità di creare una unità d’intenti, l’importante è restare contro i governanti di turno. In Italia, ormai, è diventata una prassi ben consolidata, l’uso della lotta politica, non per migliorare il bilanciamento al potere, ma solo per l’annientamento sistematico dell’avversario di turno. In simili circostanze riescono a formarsi maggioranze senza alcuna affinità ideologica, addirittura diametralmente opposte, volendo essere più chiari, strategie basate sulla logica del “branco”. Chi non ricorda le maggioranze eterogenee e scombinate messe insieme per contrastare Silvio Berlusconi? Erano caduche maggioranze destinate a frantumarsi e sciogliersi come neve al sole. Ormai sta diventando un fenomeno endemico italiano, costituire maggioranze cosiddette di “scopo”. Da oltre 20, in Italia, è morta la politica del dialogo e del confronto democratico, per fare spazio ai personalismi e ad uno smodato desiderio di potere. Ho sempre sostenuto che fino a quando sarà evitato il confronto politico, per dare vita ad una lotta che accomuna forze eterogenee, le sorti del nostro paese sono e saranno destinate ad un continuo declino. Gli elettori saranno chiamati ad approvare il disegno di legge “Boschi”, qualora la riforma non dovesse ottenere, nella seconda lettura, la maggioranza dei due terzi dei componenti delle Camere. Ma, quanti di coloro che andranno a votare hanno letto e capito la riforma? Quasi nessuno, al massimo notizie apprese da una comunicazione di massa quasi interamente asservita. Si da inizio così ad una lunga serie di critiche, dando spazio a pettegolezzi, ed a fantomatiche teorie di complotti orditi da poteri forti, addirittura extranazionali. Cara Gisa, a questo punto, se il referendum dovesse assumere la valenza di un trofeo per il governo Renzi, ovvero un trofeo per tutti coloro che attuano la politica del “Branco”, io scelgo di votare SI. Non voglio dare a questo governo le stesse attenuanti generiche dei governi stagionali recedenti, Renzi in questo scorcio di legislatura deve dimostrare la validità del suo disegno politico. Con la caduta del governo ed il ricorso alle urne, si andrà incontro ad un ulteriore stato di ingovernabilità, e saranno sempre i cittadini a subire gli enormi disagi. Gridare, “al lupo al lupo” non serve, perché come sempre succede, i promotori dello sfascio, saranno i primi a defilarsi per organizzarsi in altre forme di lotta politica, creando nel frattempo un ulteriore disorientamento e un maggiore allontanamento dalle urne del popolo degli elettori.
RispondiEliminaLa legge elettorale e tutte le riforme costituzionali sono da rivedere serenamente perché devono mirare a realizzare uno Stato snello, poco costoso, con burocrazia semplice per far competere il made in Italy nella globalizzazione e in tal modo combattere la disoccupazione e realizzare, dopo il risorgimento economico post catastrofe seconda guerra mondiale, un altro miracolo economico.
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