di Giangiuseppe Gattuso - Non si arrestano i naufragi e le tragedie del mare. Ci abbiamo fatto l’abitudine, la nostra attenzione dura tuttalpiù lo spazio di una notizia, di un servizio televisivo.
Le preoccupazioni vere e presunte fanno il resto. La forte pressione mediatica, a volte tanta dietrologia, alimenta il sospetto e la confusione tra i cittadini scatenando facili reazioni di pancia, paure, sentimenti negativi. Basta farsi una chiacchierata con un gruppo di cittadini “normali”, di piccoli e grandi centri ma anche tra colleghi di lavoro. Sempre più difficile percepire sinceri sentimenti di solidarietà e accoglienza, per non parlare d’integrazione.
E poi c’è il “ma” propedeutico alla riflessione che segue: “Non sono razzista e mi piange il cuore quando vedo bambini soffrire o morti annegati. Ma non possiamo accoglierli tutti, soltanto l’Africa è grande 100 volte l’Italia e ha un miliardo e cento milioni di abitanti.” E via dicendo. Insomma, siamo buoni, moltissimi sono o si sentono pure “bravi cristiani”, ma l’accoglienza è un’altra cosa. Non c’è lavoro, le case servono per gli italiani, ogni immigrato ci costa 35 euro al giorno e forse molto di più; e ci sono gli speculatori, i delinquenti, gli stupratori, quelli che entrano nelle nostre case, e forse i terroristi infiltrati. E, per finire, c’è da salvaguardare la nostra cultura e la nostra identità.
Intanto però continuano ad arrivare. Si avventurano via terra e via mare, “giocando” alla roulette russa forse senza saperlo. Gommoni e carrette di ogni tipo a prescindere da come finirà. Con sofferenze e sacrifici inenarrabili. Per salvare se stessi e i propri figli, quando non si muore annegati, o per le ustioni di un incendio. Cambia poco.
Poi bisogna distinguere nettamente tra chi ha diritto all’accoglienza e chi no. Se provenienti da paesi in guerra e quindi perseguitati va bene. Ma se arrivano a frotte, giovani e con i telefonini, magari con mogli e figli al seguito, “soltanto” per migliorare le loro condizioni di vita allora no. Stiano al loro posto, nelle loro terre, imparino a lavorare e a produrre. Al più li aiutiamo sul posto.
Dice Beppe Severgnigni, commentando l’ultima grande operazione di salvataggio, di due giorni fa, del barcone rovesciato vicino le coste libiche, che certe immagini e “certe scene dovrebbero essere mostrate in tutte le scuole d’Italia insieme a una carta geografica”. Si, per far capire ai nostri giovani cosa succede veramente in mezzo a quell’immensa distesa d’acqua che ci separa da “loro”, da dove fuggono via.
Quanta sofferenza viene toccata dai nostri bravissimi e generosi soccorritori di fronte a migliaia di naufraghi inconsapevoli di cosa li aspetta. Un grazie enorme alla nostra Marina per la grandiosa meritoria opera di salvataggio effettuato quotidianamente con ogni mezzo a disposizione.
È vero c’è un mercato, c’è traffico di essere umani sul quale lucrano organizzazioni criminali e che vanno perseguiti con fermezza. Ma non basta, non è questa la soluzione come non lo è la costruzione di muri e barriere. Bastano e avanzano quelli che già ci sono.
Invece c’è bisogno d’altro. C’è necessità di condivisione, di solidarietà, di accoglienza, d’integrazione vera che superi nel tempo ogni pregiudizio e differenza, tranne quella bellissima dei tanti colori della pelle. I movimenti migratori rappresentano una sfida che non si risolve soltanto a livello nazionale. Ma riveste una dimensione planetaria, coinvolge le grandi potenze, le ferree regole dei mercati, gli interessi incommensurabili delle multinazionali. Quelle potenti macchine economiche della regola del profitto ad ogni costo e che hanno utilizzato, come sanguisughe, le ricchezze naturali delle terre dei popoli che soffrono di più. Un fenomeno determinato dalle guerre, dagli eventi naturali, dalle carestie e dalla povertà immensa. E per questo semplicemente inarrestabile.
Intanto, almeno noi, continuiamo a fare la nostra parte, quella portata avanti dai tanti uomini e donne di buona volontà, dai volontari, dai centri d’accoglienza seri che pure esistono e lavorano senza clamori.
E se una madre in cerca di salvezza muore su un barcone e buttata in mare c’è Favour, la sua piccola di nove mesi, protetta da un’altra donna e salvata dai soccorritori, che continuerà a vivere per lei e per tantissimi altri che non ce l’hanno fatta. C’è ancora una qualche speranza.
Giangiuseppe Gattuso
27 Maggio 2016
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Proprio questa mattina avevo publicato su FB quando ad emigrae erano i siciliani, malfattori inclusi. adesso lo metto come commento a questo nuovo link.
RispondiEliminaAll´inizio del 900 circa un milione di siciliani emigrarono dall´Italia e ben 800 mile si stabilirono negli States, ovviamente non mancavano tra loro, “ gli uomini d’onore”. Ad attrarli, le notizie di un mondo pieno di opportunità e possibilità di guadagno giunte nel mediterraneo grazie al commercio degli agrumi, che legava Palermo a New York sin dal 1870.
RispondiEliminaMolti delinquenti trovarono terreno fertile e fiorisce un mare di attività criminose in mano agli italiani. A New York, nelle affollatissime strade come Elisabeth Street che già nel 1905 vedeva la presenza di 8200 italiani ( in maggioranza siciliani), o lungo le banchine portuali che nel 1919 arrivarono ad essere per il 75% occupate da connazionali, proliferavano il violento racket della protezione, del reclutamento di mano d’opera e una lucrosa mediazione sul traffico dei prodotti commerciali. Anche i molti italiani onesti si dimostrano tra i più attivi: uomini e donne si istruiscono, comprano e affittano case, lottano per conquistarsi un futuro diverso dalla miseria vissuta in patria. Gli americani assistono a questa invasione con un misto di “ inquietudine e pietà “.
La mafia riesce in questo contesto a trapiantare in blocco un intero sistema, grazie al dinamismo del nuovo mondo e al tessuto siciliano importato. Un intero “ Stato ombra “ vedrà la luce oltre oceano, dove le cosche dalla Sicilia inviano menti e braccia in grado di impiantare i sistemi violenti, costruire gli agganci per le protezioni politiche con i potenti del posto e le collusioni con stampa e polizia. L’organizzazione dovrà adattarsi in maniera veloce, imparando a sfruttare ed avvicendare in fretta vittime e manovalanza.
I mafiosi in America tendono a spostarsi in fretta, e questo sarà alla base della rapida diffusione di radicate organizzazioni siciliane in molte città. Pur essendo una rete senza una guida, New York con le sue basi a Manhattan e Brooklyn, era vista come il riferimento centrale. La mafia siciliana si ramificò però anche a Pittsburgh, Cleveland, Chicago, Milwakee, Kansas City, San Francisco e in Canada. Una espansione non indolore e soprattutto a New York, dovette scontrarsi molto duramente con altre organizzazioni criminali italiane ( di origine napoletana o campana ), o straniere ( in particolare irlandesi ).
Oggi, dopo tanto parlare di immigrati senza mai risolvere il problema alla fonte, da parte delle grandi potenze mondiali, sono portato a pensare che i flussi degli immigrati che riescono a concludere il tragitto, servono a compensare l'inarrestabile calo demografico e ad abbassare il costo del lavoro nei paesi europei.
RispondiEliminaquesto in paesi come la Germania che fa corsi di lingua, , educazione civica, storia del paese ospitante, in Italia basta dire entrate entrate e poi o elemosina, o spaccio o prostituzione o arrangiati
EliminaNoi italiani abbiamo avuto uno stretto legame con l'emigrazione ed è forse per questo che ne comprendiamo la sofferenza più di altri paesi europei. Ma per comprenderne appieno il fenomeno, bisogna andare oltre le becere questioni razzistiche e campanilistiche preconcette. Gli Stati Uniti accettarono di buon grado l'immigrazione europea, fino a stimolarla, addirittura programnandola, avendo estrema necessità di mano d'opera e forza lavoro, in grado di sostenere la crescita di quel paese ed il suo sviluppo. Alla stessa stregua, non deve meravigliare, se in molte segrete stanze europee, l'immigrazione che stiamo subendo, sia frutto di una programmazione preorganizzata. Ma la domanda è: chi finanzia ogni immigrato, considerato che solo il "viaggio" verso il vecchio continente, costa dai tremila ai seimila euro? Il calo demografico della popolazione è allarmante, come il crollo verticale delle nascite, a causa della crisi economica finanziaria, anch'essa provocata e voluta da un gruppo ristretto di interessi. Quindi più immigrati, più forza lavoro a bassissimo costo e garanzie per il pagamento di assegni di pensioni e tasse per gli stati. Senza considerare gli ingenti guadagni da parte di cooperative ed associazioni nella gestione dei flussi migratori. Insomma, l'immigrazione nel segno del sacro bisiness. Ma la domanda rimane: chi finanzia l'immigrazione.
RispondiElimina"CHI FINANZIA L'IMMIGRAZIONE"
EliminaCaro Caianiello Non si può ricorrere sempre dietro le dietrologie. Non credo che l'immigrazione sia finanziata dalle banche, dagli industriali, o da grandi organizzazioni internazionali occulte. Che questi in seguito ne possono profittare sono d'accordo, ma per il finanziamento no. La verità che gli immigrati che arrivano in Europa non sono l'ultimo gradino delle società in cui provengono è certo. Non è gente ricca, ma hanno la possibilità di riuscire a mettere insieme la cifra non indifferente che occorre che per intraprendere il viaggio. L'ultimo gradino, cioè i poveri che non hanno neppure da mangiare non si possono permettere di scappare dalla miseria.
Perché scrivo questo? Sono in età molto più avanzata della tua. Il mio paese è stato sempre un paese di emigrazione. Nel secondo dopoguerra. chi aveva soldi per il viaggio da clandestino cercava di andare negli Stati Uniti, in alternativa nell'America del sud. Chi non aveva soldi ripiegava per l'Europa.
Noi italiani abbiamo avuto uno stretto legame con l'emigrazione ed è forse per questo che ne comprendiamo la sofferenza più di altri paesi europei. Ma per comprenderne appieno il fenomeno, bisogna andare oltre le becere questioni razzistiche e campanilistiche preconcette. Gli Stati Uniti accettarono di buon grado l'immigrazione europea, fino a stimolarla, addirittura programnandola, avendo estrema necessità di mano d'opera e forza lavoro, in grado di sostenere la crescita di quel paese ed il suo sviluppo. Alla stessa stregua, non deve meravigliare, se in molte segrete stanze europee, l'immigrazione che stiamo subendo, sia frutto di una programmazione preorganizzata. Ma la domanda è: chi finanzia ogni immigrato, considerato che solo il "viaggio" verso il vecchio continente, costa dai tremila ai seimila euro? Il calo demografico della popolazione è allarmante, come il crollo verticale delle nascite, a causa della crisi economica finanziaria, anch'essa provocata e voluta da un gruppo ristretto di interessi. Quindi più immigrati, più forza lavoro a bassissimo costo e garanzie per il pagamento di assegni di pensioni e tasse per gli stati. Senza considerare gli ingenti guadagni da parte di cooperative ed associazioni nella gestione dei flussi migratori. Insomma, l'immigrazione nel segno del sacro bisiness. Ma la domanda rimane: chi finanzia l'immigrazione.
RispondiEliminaDifficile in una situazione tragica come quella attuale poter fare dei commenti scevri di emozioni Tuttavia sono e rimango dell’opinione che molti di questi immigrati non hanno nessuna ragione di entrare in Europa specialmente per i provenienti dall’area sub sahariana Non ci sono situazioni di crisi o di guerre Personalmente andrebbero rimpatriati immediatamente Come andrebbero rimpatriati quelli provenienti dalle coste nord africane Egitto Tunisia Marocco Non credo che attualmente abbiamo almeno in Italia necessità di mano d’opera non ce ne è per noi Questo inoltre porta ad un aumento esponenziale della delinquenza e del crimine Basta vedere le strade della ns città assolutamente insicure e pericolose No mi sento di accostare questo tipo d’immigrazione a quella italiana degli anni 20/30/40 assolutamente diverse Infine conoscendo molti dei paesi di provenienza africana concordo con il signor Caianiello chi finanzia questa immigrazione ?????
RispondiEliminaSupponiamo per un momento di trovarci improvvisamente, nel nostro Paese, in mezzo ad un disastro, ad una carestia, ad un terremoto che ha distrutto le nostre case e tutto ciò che avevamo. Supponiamo che tutto il benessere nel quale viviamo nonostante la crisi che ci attanaglia, improvvisamente si dissolva a causa di un attacco bellico distruttivo. Che cosa faremmo in quelle nuove ed inaspettate condizioni che ci hanno fatto perdere tutto ciò che avevamo? Continueremmo a far vivere i nostri figli in un posto dove si rischia di morire di fame e di stenti oppure, sapendo che esistono luoghi dove poter sperare di sopravvivere, non pensiamo di raggiungerli immediatamente per salvare la pelle nostra e dei nostri figli? Ci abbiamo mai pensato? E vivendo in prima persona quelle condizioni che giudizio daremmo di tutti quei benpensanti che parlano di rimpatri, di accoglienza solo per i profughi di guerra, di mandare a casa chi arriva “solo” perché ha fame? Basta spostare il punto di osservazione per vedere il problema sotto un'altra lente d’ingrandimento. La verità è che, appartenendo al genere umano, siamo programmati per tutelare il nostro istinto di sopravvivenza che quando viene messa a repentaglio scatta una irrefrenabile e incontenibile reazione che ci induce a scappare dal pericolo e a cercare qualunque soluzione per continuare a vivere e salvaguardare la continuazione della specie. Questa è una legge di natura ed è ingenuo e illusorio pensare di reprimere un istinto ancestrale alzando muri e fili spinati. Una bambina di nove mesi, sbarcata a Lampedusa senza la sua povera mamma inghiottita dal mare, sta lì a ricordarcelo. Si possono chiudere gli occhi di fronte a fatti così drammatici, ma se l’Europa non si deciderà a prendere atto e a gestire questo fenomeno, di cui ancora non si è presa piena coscienza, la realtà ci sbatterà in faccia tutte le nostre responsabilità e i nostri comodi colloqui salottieri sull’immigrazione.
RispondiEliminaSempre lucidissimo nei suoi commenti Maurizio Alesi, che ovviamente condivido in pieno il suo punto di vista. Caro Maurizio, ci definiamo umani, ma molto spesso dimentichiamo di esserli, mettendo in primo piano i propri interessi. La cosa che mi indigna profondamente è la soluzione del problema di alcune forze politiche che affermano di avere in tasca, ma usata esclusivamente a scopo demagogico. Questi signori, malgrado i loro tentativi maldestri, devono convincersi che i morti del Mediterraneo, portano anche il loro "nome". Credo siano del tutto inutile, defilarsi dal problema e ritenersi i paladini dell'umanità. Sono d'accordo con te, caro Maurizio, è l'Europa ad essere la principale colpevole, lasciando il nostro Paese a grattarsi le pulci. Guarda caso!!! sono proprio quelle Nazioni, che hanno contribuito a creare quelle situazioni precarie, che aspettavano il momento propizio per esplodere. Francia e Inghilterra hanno gestito gran parte delle terre emerse esclusivamente per i loro interessi. Alla fine del secondo conflitto mondiale, hanno tracciato confini in cui racchiudevano etnie eterogenee che al momento opportuno, sarebbero venute a galla. Caro Maurizio, credimi, sono indignato come uomo e come cittadino di questo martoriato Paese. Vorrei esortare tutte le forze politiche, almeno su questo argomento, ad una comune condivisione, e non dare l'impressione a quelle summenzionate Nazioni, di essere un popolo profondamente disunito... sarebbe una grande prova di debolezza.
EliminaRicordare che la situazione dei migranti non è stata risolta e che continua drammaticamente ad aggravarsi serve a fare il punto della validità degli interventi e la tolleranza dell'opinione pubblica. La comunità europea non è stata capace di elaborare un piano di intervento coercitivo per tutti i paesi membri. E' prevalso l'egoismo statuale con la chiusura delle frontiere e l'elevazione dei muri, niente solidarietà, accoglienza ed integrazione per gli immigrati. Questa non è più l'Europa concepita dai Padri Fondatori, è una vergogna. Nel G7 si afferma che la questione europea dell'immigrazione rappresenta una sfida globale. Renzi dice che parlare di emergenza migranti al momento è fuori luogo. Durante le campagne elettorali, per non perdere un pugno di voti, i problemi di tanta povera gente che soffre non ha valore. Ieri ci siamo commossi per la foto del bimbo morto, oggi per quella della bambina rimasta orfana, quale sarà la prossima foto che impressionerà l'opinione pubblica? Intanto prevale la totale inerzia mentre la gente muore nelle zone di guerra e durante la fuga. La proposta pedagogica di Beppe Severgnini è interessante. Gli alunni dovrebbero conoscere la realtà della tragedia degli emigranti e l'indifferenza dei potenti che contagia per egoismo anche l'opinione pubblica. Una sola voce chiede interventi mirati all'accoglienza e all'integrazione degli immigrati, Papa Francesco. Può dar fastidio, ma questa è la realtà per credenti e non credenti.
RispondiEliminaCaro Lorenzo, non sono parole di circostanza le mie, ma apprezzo l'umanità che sintetizza il senso delle tue parole. Hai perfettamente ragione, è stato totalmente sovvertito il vero significato sul quale veniva posto la base di una Europa unita e solidale. Questo dovrebbe, a mio avviso, far riflettere seriamente quelle forze politiche che di questa drammatica situazione, ne fanno un utile strumento di visibilità elettorale. Speculare sul dolore e sulla sofferenza di questa povera gente, lo ritengo al pari di un efferato crimine. Certo, caro Lorenzo, dobbiamo tener conto delle parole dette da Papa Francesco ...una piccola luce in un buio profondo. Ho voluto esprimere la mia solidarietà, su questo onoratissimo blog, pubblicando una delle mie 160 poesie. Alla prossima.
EliminaNon so quale possa essere la soluzione a questi disastri in mare. So di certo a chi imputare tali stragi, ritornando alla colpa primordiale. Ma i bambini? Essi senza dubbio pagano per gli errori e gli orrori degli adulti. Sì, è vero! Siamo tutti cittadini del mondo e .....siamo per questo tutti colpevoli: per la nostra vigliaccheria, per la nostra ipocrisia, per la nostra falsità ed il nostro egoismo e la nostra nefandezza. Piccoli uomini che non sono capaci di combattere, o forse non lo vogliono, il proprio innato egoismo. Piccoli uomini che non sono capaci, o non vogliono, combattere il padre di tutti questi orrori, il moloc vorace e cinico che spadroneggia nel mondo: l'oligarchia globalcapitalfinanziaria, a cui tutti gli Stati sono assoggettati.
RispondiEliminaNino, mi hai rubato le parole, volevo scrivere un commento quasi identico, quasi alla virgola
EliminaQuale speranza? Noi non siamo gli Stati Uniti, le Americhe... ci stiamo facendo annientare da una classe politica marcia, senza ribellarci, solo qualche mugugno qua e la, qualche protesta pacifica sedata subito da 4 manganellate, e questi poveri più poveri di noi che arrivano a frotte in un Paese al collasso... non vedo grandi soluzioni.
RispondiEliminaSpiegati meglio Filomena, per classe politica intendi tutta l'Europa o soltanto l'Italia? Il tuo è un commento talmente striminzito e liquidato con poche parole. Il problema di cui trattiamo, è un problema epocale, forse unico nella storia dell'umanità e sono convinto che può essere risolto con il contributo del mondo intero. Qui, pare che al "collasso umano" non è solo il nostro Paese, ma tutto il mondo, anche gli Stati Uniti. Sai qual'è la differenza? Gli Stati Uniti hanno davanti a loro due Oceani, Pacifico e Atlantico, noi abbiamo il Mediterraneo, che di fronte ai mari citati, non è altro che una "pozzanghera".
EliminaHo letto e condivido il tuo scritto, compreso il pensiero di Severgnini...non mi riconosco nel pensiero di molti italiani...riconosco invece come ci si e' allontanati da Cristo dandoGli la colpa del malaffare dell'uomo come se dovesse essere compito di Dio fermare la loro mano, come se l'uomo non avesse piu' coscienza a cominciare da chi della Sua parola ne ha fatto un mestiere. E' tutto una grande pena...
RispondiEliminabasta lezioni di Catechismo spicciolo, i problemi sono altri,urgenti e da risolvere. Oppure vendiamo TUTTO ciò che riguarda il Vaticano devolvendo i ricavati al sostegno dei Paesi poveri ed avremmo risolto per molti anni la fame nel mondo. così finirebbero le guerre e le emigrazioni dai paesi poveri.
EliminaVedi Santussa!!! ci è pure vietato di esprimerci con parole di umanità, che immediatamente si è tacciati di clericalismo bigotto. Un modo semplice per dire: "me ne frego di quello che succede intorno a me". Claudio forse dimentichi che noi italiani siamo stati i primi a varcare i confini del nostro Stato. Mi rendo conto che il paragone non calza, però mi devi dare atto che le procedure applicate nei nostri confronti, ora non sono attuabili per la loro complessità. Scusami se mi sono permesso di parlarti in seconda persona.
EliminaOttimo articolo. Molti dei migranti che vengono dall'Africa fuggono dalla carestia causata dalla siccità. Causa dello sconvolgimento climatico causato forse dallo scaricare ossido di carbonio nell'atmosfera? Invece di sperperare miliardi in armamenti si dovrebbe aiutare l'Africa iniziando dallo scavare pozzi, costruire dighe ed acquedotti. Tempo fa lessi che sotto il deserto del Sahara c'è molta acqua, quasi un oceano.
RispondiEliminaQuella dei profughi e dei migranti È UNA VERGOGNA INTERNAZIONALE ! - Papa Benedetto XVI disse che c'è il diritto ad emigrare, e c'è anche il diritto a non emigrare con una politica che realizzi le condizioni economiche e sociali per vivere dignitosamente nel proprio Paese.
Sommare milioni di migranti disoccupati ai nostri milioni di disoccupati può provocare pericolose tensioni sociali e razzismo da ambo le parti.
L'Irresponsabilità politica favorisce la massiccia immigrazione e, quando gli Europei col loro voto non sono d'accordo, grida: "Al lupo ! Al lupo ! Razzisti ! Ignoranti ! Xenofobi ! Populisti ! " Con pochissime decine di euro/mese si adotta a distanza un bimbo del Terzo Mondo. I mezzi d'informazione hanno riferito che c'è il bisinissi dell'accoglienza; italianizzo business in bisinissi solo per indicare uno sporco affare, molto fituso.
È un fenomeno mondiale che va risolto all'origine da tutti gli Stati, alias ONU. Accoglienza solo per profughi. I veramente poveri (non quelli che, col rischio di annegare, pagano agli scafisti migliaia di dollari per venire anche con famiglie numerose) vanno aiutati a svilupparsi economicamente e socialmente nelle loro Patrie con un piano internazionale. Qualcuno dovrebbe spiegare perché se ne debba fare carico solo l'Europa. Immigrazione o invasione ?
Abbiamo vissuto per decenni con le rimesse dei nostri emigranti all'estero.
RispondiEliminaAllora ci andava bene, erano emigranti economici i nostri, in larga parte clandestini, abbiamo riempito il mondo,
Oggi malgrado tanti nostri ragazzi sono fuori a lavorare grazie a l'Europa che lo permette, siamo schifosamente fascisti con quelli che arrivano da noi.
Caro Direttore, ho letto con la dovuta attenzione il tuo servizio, pregno di umana comprensione, su un fenomeno migratorio che per le innumerevoli tragedie, sono da annoverare tra le più grandi sciagure del genere umano. Ho soprattutto apprezzato la tua singolare equidistanza tra coloro che condividono l’aiuto incondizionato e coloro che intendono la politica del respingimento. Un problema serio questo, che molti politici italiani sono stati colpiti da una grave forma di amnesia totale, quando erano gli italiani a cercare la sopravvivenza in altre nazioni o continenti. L’Italia, da sempre è stata terra di emigranti, è ora – e in parte suo malgrado – paese di accoglienza: nelle attuali vicende migratorie si intersecano e si fondono componenti diverse. E’ la memoria personale, troppo spesso repressa, la memoria di percorsi talvolta tragici, talvolta pieni di successo, che costituisce il terreno su cui cresce e si modella il presente. Ma a volte è una memoria rifiutata, o, peggio ancora, volontariamente travisata: questa memoria deve essere ravvivata, deve riacquistare la sua interezza, la sua complessità in un costruttivo rapporto con il presente, con le profonde trasformazioni in corso nella nostra società. Non possiamo assolutamente sottrarci al nostro dovere di salvare anche una sola vita umana, pare che insieme a quei morti è proprio l’Europa ad affondare nel mar Mediterraneo, incapace di azione politica, unità, solidarietà e prospettiva per il futuro. Però, caro Direttore, volevo mettere in chiara evidenza, che chi si sottrae maggiormente a questo aiuto umanitario, sono proprio quelle nazioni europee che a ridosso del secondo conflitto mondiale, hanno contribuito alla creazione di confini nazionali molto fragili. Basta osservare il disastro operato in Medio Oriente e i tanti stati africani nati da una politica spartitoria e colonialista. Attualmente, in particolare, Francia ed Inghilterra, fanno “orecchi da mercante”, oltre a chiudere gli occhi su situazioni d’instabilità conclamata.
RispondiEliminaCarissimo Franco, probabilmente nell'articolo non sono stato abbastanza chiaro, ma la mia posizione non è affatto "equidistante" tra coloro che condividono l’aiuto incondizionato e coloro che intendono la politica del respingimento: E credo di averlo scritto più volte nei miei precedenti articoli sull'argomento.
EliminaLa mia posizione è molto ma molto oltre quella della maggior parte delle forze politiche del nostro Paese. Io sono per l'accoglienza senza distinzioni tra profughi e migranti che fuggono dalle loro terre per povertà e miseria. Sono contro qualsiasi muro e, senza per questo sembrare utopico, sono pure contro le "frontiere". E mi stupisco come tanta gente con cui parlo e mi confronto, e che si professa "cristiana", nutra sentimenti di vera e propria xenofobia ammantata di giustificazioni che non condivido. Alla prossima.
IL NAUFRAGO
RispondiEliminaL’ho visto appena all’orizzonte
con le prime luci del mattino
su acque mosse ancora scure.
Viene avanti a braccia aperte
sfidando il mare e le sue onde,
stretto ai suoi su legno marcio,
con gli occhi tesi verso il cielo
con foga, grida e chiede aiuto.
La sua donna a lui si aggrappa
con un pargolo stretto al petto
grida, smania, non si da pace
piange, guarda e prega il mare:
dammi il bimbo a me ghermito,
ascolta il cuore di una mamma!
Le sue lacrime vanno in mare
con le grida, singhiozzi e pianti,
ma si disperdono in un baleno
perché il mare è troppo grande
per accogliere la sua preghiera.
Ma c’è, chi vince anche il mare,
un luogo tenero, sempre caldo
la sua porta è sempre aperta..
può accogliere in una volta sola
le sofferenze del mondo intero
il grande cuore di chi sa amare.
Franco Luce
L'umanità non merita di infestare il pianeta terra, come è comparsa, spero scompaia.
RispondiEliminaAl nostro direttore sta molto a cuore il problema dell’immigrazione e le tragedie a essa legate. Tanti sono gli articoli che ha scritto sull’argomento. Nessuno, degno di appartenere alla specie umana, non può che essere addolorato di ciò che vede e non lo liquida dalla mente. Oggi è domenica molti sono al mare, in gita e tanti innocenti anche piccolissimi sono annegati. Chi si salva ha ferite nel corpo e nell’anima- Noi siamo storditi, increduli, destabilizzati. Tu parli alle nostre coscienze ma quali soluzioni hai da proporre?Chi lo deve fare non si muove e parla anzi blatera. Che cosa trovi di scandaloso nel dare la precedenza ai veri rifugiati di guerra a quelli che hanno veramente diritto all’asilo politico!I disperati per miseria Vengono dall’Africa sub sahariana.Sono stati spremuti e sfruttati perché non lavorare per il loro futuro?Non sei Catone il censore e non c’è disinformazione. Tutti sappiamo le atrocità che avvengono durante il viaggio. Sappiamo che i 35 euro a emigrante non vengono dati a loro E, poi, scusami Giangiuseppe ma per te l’integrazione è detto/fatto. In America per parlare d’integrazione ci vollero due generazioni Il nostro Michele ricordava i viaggi della speranza quando gli emigrati eravamo noi. Molti dei nostri connazionali Venivano respinti perché erano diventati troppi e creavano problemi. I nostri immigrati viaggiavano pure con carrette del mare e molti sono morti annegati. Leggere il testo completo di”Mamma mia dammi 100 lire”fa capire tante cose (Quando furono in mezzo al mare il bastimento si sprofondò.
RispondiEliminaPescatore che peschi i pesci
la mia figlia vai tu a pescar) il naufragio della Sirio provocò la morte della maggior parte degli immigrati. A Marcinelle morirono tanti meridionali e non furono risarcite le famiglie. Ecco perché in Sicilia siamo particolarmente accoglienti!L’Europa è fallita e ha fallito. Il villaggio globale è rimasta un’utopia. L’unica speranza è intervenire in Libia L’EUROPA unita e ristabilire una parvenza di ordine e guarda che non parlo di democrazia!poi se dovesse diventare Trump presidente, possiamo solo pregare per questi poveri disgraziati!
Marisa cara, la mia posizione la conosci bene. E gli esempi che fai non fanno che confermare le mie convinzioni. E cioè che è imprescindibile ormai attuare una politica dell'accoglienza a livello globale, una solidarietà vera per lenire le sofferenze di troppi uomini donne e bambini che soffrono le pene dell'inferno mentre c'è un mondo cosiddetto civilizzato che nuota nell'opulenza, ivi compresa l'Europa e l'Italia. Io non posso distinguere tra profughi e migranti che fuggono dalle loro terre per povertà e miseria. E ovviamente ritengo la costruzione di muri e barrire la peggiore azione che possa farsi nei confronti del genere umano. E continuo a stupirmi nel recepire da tanta gente con cui parlo, e che si professa "cristiana", sentimenti di vera e propria xenofobia ammantata di giustificazioni che non posso condividere per nulla.
EliminaNell'enorme flusso d'immigrati ci sono moltissimi migranti climatici per carestia dovuta alla siccità causata forse da sconvolgimenti climatici per lo scaricare nell'atmosfera ossido di carbonio che, si dice, provoca effetto serra con surriscaldamento della Terra. Sono stufo del continuo piagnisteo per il riscaldamento della Terra e per le migliaia di profughi annegati nel Mediterraneo e per gli altri che vivono in condizioni precarie nei campi per migranti e profughi. Piagnisteo continuo e lacrime coccodrillesche, invece di risolvere i problemi politici, economici, sociali nei Paesi dei migranti e dei profughi. Accoglienza solo per perseguitati politici, religiosi, e per chi fugge da zone di guerra. I migranti per motivi economici vanno aiutati a svilupparsi economicamente e socialmente nelle loro Patrie con un piano internazionale, simile al Piano Marshall post seconda guerra mondiale. L'accoglienza buonista non risolve i problemi dei migranti economici e climatici, e rischia di provocare in Europa gravissime tensioni sociali (guerra tra poveri: immigrati disoccupati ed europei disoccupati) e razzismo da ambo le parti. Buonismo non è sinonimo di bontà, e politically correct è eufemismo di politically idiot. -------- Io venni a debellar tre mali estremi : tirannide, sofisma, ipocrisia (Tommaso Campanella)
RispondiEliminaIL direttore ha scritto di una tragedia umanitaria, che ci vede presenti ed impotenti, difronte alla morte di molte persone, donne e bambini compresi nel tentativo di attraversare il mare per salvare la loro vita, e dare alla stessa, dignità, sperando in un futuro migliore.
RispondiEliminaQuesti desideri si scontrano contro l'egooismo umano di molti popoli Europei. Si scontra contro una cristianità ipocrita, che ha il Vangelo quale regola di vita spirituale, purchè non venga applicato materialmente sul serio.
Non è poco. Tutto questo, sommato ad una politica che tende quasi esclusivamente a tenere saldo il potere, rende le condizioni di ospitalitò, e di un futuro per questa grande massa di persone, quasi impossibile.
L'esodo continuerà per molto tempo, ed io non oso ipotizzare un futuro migliore per tutti.
E' perfino troppo evidente che questa migrazione crea, e creerà ulteriori problemi (in primis) all'Italia, all'Europa e a tutto il mondo. Ma non è elundendolo che si risolverà la questione.
E' tempo che così come si sta facendo per il clima, anche l'esodo biblico in corso, venga affrontato alla stessa maniera da tutto il mondo.
Non è solo l'Europa e l'Italia che hanno questo problema, ma anche gli Stati Uniti d'America sono nelle nostre stesse condizioni?
E allora, che fare?
Io penso che la prima cosa da fare sia quella di non costruire muri, come si sta facendo attualmente come risposta all'immigrazione.
E' il provvedimento più sbagliato che si possa prendere.
Questa è una risposta dell'estrema destra che si è fatta largo in vari paesi. E' un provvedimento dei populisti, xenofobi e razzisti. E' una cosa fuori dai tempi, destinata solo a creare tensioni gravi che certamente scoppieranno.
A qualche politico irresponsabile, tutto ciò gli conviene, porta voti, ma non risolve assolutamente nulla.
Sono altri i punti dai quali bisognerà partire, a cominciare da quello della guerra.
Se le ostilità si fermassero, sono convinto che due terzi dell'attuale esodo cesserebbe.
A chi il compito di fermare le guerre in corso? Ma certamente all'America ed alla Russia. ED anche l'Europa potrebbe fare la sua parte importante in tutto questo, magari fermando il flusso di armi che si vendono perchè la gente continui ad ammazzarsi.
Poi cè il roblema della fame, del lavoro che non c'è, dell'assistenza sanitaria, e del terrorismo, che, seondo il mio punto di vista è figlio di una situazione che ho (male) sopradescritta.
Ecco cosa penso. E ciò che mi fa più male è di assistere alla morte dei bambini annegati in mare. Questo è insopportabile.
Io non sò se mai sarà possibile, ma il poter stralciare da tutta la questione, cioè vietare che le vite dei bambini possano essere messe a rischio, ecco su questo ci dovrebbe essere un accordo tra tutti i paesi del mondo per andarli a prendere direttamente noi, prima che i loro genitori li portino sui barconi dove la morte è quasi certa.