di Giangiuseppe Gattuso - Le pensioni d'oro rappresentano una condizione sociale ingiusta e odiosa. Non è la prima volta che tentiamo di trattare il tema con tutta l’obiettività possibile.
Gli interessi, le condizioni sociali, economiche e lavorative personali, influenzano notevolmente i punti di vista. Ma l'essenza della problematica non cambia. Molti si ritengono nel giusto perché hanno versato contributi adeguati e, comunque, l'assegno d'oro è considerato un “diritto acquisito” intoccabile. Che, spesso, vedi caso, riguarda fasce di popolazione con redditi ben più alti della media.
Intanto credo bisogna mettersi d'accordo sul significato delle parole. Cosa intendiamo per pensioni d'oro e cosa, eventualmente, le legittima. E, di contro, qual è la cifra minima sotto la quale una pensione può essere considerata da fame. Sono indici importanti per una riflessione fondata sulla realtà. Abbiamo bisogno di intenderci sui parametri che, giustamente, fanno scattare l’indignazione dell’opinione pubblica.
Con l'istituto pensionistico si è voluto stabilire che ogni cittadino oltre l'età lavorativa debba avere un reddito dignitoso. Lo Stato, quindi, come garante unico della qualità di vita, attraverso un meccanismo di accumulo di risorse versate dai lavoratori durante la loro vita attiva. L’articolo 38 della Costituzione, infatti, prevede a favore dei lavoratori, quando per infortunio, malattia, invalidità, disoccupazione involontaria e vecchiaia, non siano più in grado di procurarseli autonomamente, "mezzi adeguati alle loro esigenze di vita”. La "pensione", oggi, come importante strumento di giustizia sociale e, se pur limitato, sistema per la redistribuzione della ricchezza. Un principio fondamentale di equità sociale per assicurare a tutti il minimo necessario a una vita decorosa.
È di tutta evidenza, però, che lo Stato non può garantire a chiunque il medesimo tenore di vita che si è potuto consentire durante il periodo lavorativo. Per capirci meglio. Un personaggio qualsiasi, per capacità e meriti, magari per gli alti livelli istituzionali ricoperti, ha potuto godere di redditi elevati e di un tenore di vita agiato, che gli hanno anche consentito di versare molti contributi. E, sicuramente, avrà potuto accumulare risorse e patrimoni ingenti.
Per quale motivo, alla medesima persona in pensione che non svolge più alcuna attività, deve essere garantito tutto questo? Il principio costituzionale, nella sua intelligente visione, ha inteso assicurare a tutti i cittadini un giusto e dignitoso livello di vita. Ma non può, nello stesso tempo, essere considerato un requisito essenziale perché lo Stato debba garantire una condizione sociale che, spesso, sfocia nell’opulenza. E per essere ancora più franco. Cosa ne fa, per esempio, Carlo Azeglio Ciampi, con tutto il rispetto e la stima che merita, di un reddito, come si evince dall’ultima dichiarazione presentata in Senato il 30/06/2015, riferito soltanto alla pensione della Banca d’Italia di € 695.545,00. Somma che si riduce a € 401.514,00 al netto. Circa 33.459,50 euro al mese, 1.100 euro al giorno da spendere a 95 anni compiuti. Un caso emblematico, ma non unico. Situazioni che non possono trovare giustificazione alcuna. Sia sul piano della sostenibilità e sia sul piano etico.
E questo proprio perché il sistema previdenziale italiano, in linea con lo spirito della Costituzione, prevede, per chi ha compiuto 65 anni e tre mesi, in stato di bisogno, l’erogazione di un “assegno sociale”. Che consiste in una somma, per il 2015 di € 5.830,76 cioè 448,52 euro precise per 13 mensilità.
Lo Stato, quindi, ha stabilito che un cittadino non più in età lavorativa “deve” poter vivere con un reddito annuo non inferiore a € 5.830,76. Una cifra, se non accompagnata da altre condizioni favorevoli, lontana dall'assicurare "mezzi adeguati alle esigenze di vita”.
Ecco perché le cosiddette pensioni d’oro continuano a rappresentare uno schiaffo alla povertà che avanza, agli anziani bisognosi, ai lavoratori che non riescono ad assicurare condizioni minime alle loro famiglie. Ai disoccupati, ai giovani che non riescono a trovare un lavoro.
Il Governo ha appena approvato il disegno di legge delega per il “Contrasto alla povertà”, un’iniziativa apprezzabile per porre un argine a una condizione sociale sempre più preoccupante. E c’è anche un riferimento al sistema delle pensioni di reversibilità ma nulla, invece, sulle pensioni d’oro. In questo caso le resistenze sono fortissime proprio perché molti di quelli che hanno il potere di farlo sono essi stessi destinatari dei privilegi dorati.
Ma basterebbe applicare un principio universale, semplice e giusto, come la regola morale di Adriano Olivetti: «Nessun dirigente, neanche il più alto, deve guadagnare più di dieci volte l'ammontare del salario minino». Il risultato sarebbe quello di recuperare ingenti risorse da utilizzare per una grande operazione di equità sociale.
Giangiuseppe Gattuso
15 Febbraio 2016
Interessante e calzante la riflessione del direttore, ancora più calzante ed attuale la redola morale di Olivetti, che dovrebbe essere la regola morale di ognuno e per ognuno.
RispondiEliminaLe pensioni codiddette d'oro sono non solo abnormi, ma una vera e propria ingiustizia sociale, se comparate col minimo previsto per quanto riguarda la pensione sociale di un comune cittadino.
non è accettabile che esista una simile disparità tra le une e le altre, se pensiamo poi che in alcuni casi,esistono anche cumuli, tra varie pensioni, penso ad Amato ad esempio, che ne ha provenienti da redditi diversi, ben tre, non ultima quella da parlamentare, trovo che sia semplicemente vergognoso, tra l'altro ho una mia idea per quanto riguarda le pensioni ai parlamentari, non mi trova d'accordo che un politico abbia diritto alla pensione per essere stato deputato o senatore, la politica per me non è un mestiere, ad ognuno deve bastare, come basta al comune cittadino, la pensione che viene da lavoro svolto fuori dalla politica, ma questo è un discorso un pò complesso, basta dire che si deve operare una redistribuzione del reddito, ancor più per quanto riguarda le pensioni.
Ho sempre trovato fortemente irritante il meccanismo che permette la corresponsione di indennità stipendiali, non corrispondenti agli effettivi contributi versati. La classe politica, le cariche istituzionali, di enti pubblici e ministeri, hanno raggiunto un livello stipendiale assolutamente irragionevole. Nelle due camere persino un barbiere o una parrucchiera, guadagna fino a dieci volte più di un poliziotto o di un Vigile del Fuoco. Hanno davvero esagerato. Pretendere di aver acquisito un diritto solo perché una norma ad hoc, gli riconosce ad oggi, ciò che a chiunque altro è negato, è indisponente ed offensivo nei confronti di ogni altro cittadino. Ma questa è solo una delle tante storture di questo paese, che testimonia il decadimento morale della sua classe politica autoreferenziale, ma anche dei suoi cittadini che nonostante vittime, che non solo non esprimono nessuna volontà di reazione, ma sembrano persino sostenere.
RispondiEliminaConcordo anche sulle virgole sopratutto sulla frase "il decadimento morale della sua classe politica autoreferenziale, ma anche dei suoi cittadini che nonostante vittime, che non solo non esprimono nessuna volontà di reazione, ma sembrano persino sostenere.INSOMMA IN FONDO LA COLPA E0 DEI CITTADINI che ormai hanno perso ogni speranza non andando magari a votare ..
EliminaIo trovo ingiusto e vergognoso non solo per quelli come Ciampi ma anche per quelli che come il cardinale Bagnasco che per 3 anni di ordinario militare delle Forze Armate abbia avuto a 63 anni un vitalizio di 4000 € al mese come generale.
RispondiEliminaPoletti conferma il taglio alle pensioni di reversibilità e credo che un simile provvedimento potrebbe avere effetti devastanti. Mai sottovalutare le donne. Le vedove dovrebbero stare al "buon cuore" del cazzaro Renzi.
Potevano risparmiare un po' di fiato per discutere della reversibilità e delle pensioni/Isee. Ma quella va bene così.
Io spero che tutti coloro che usufruiscono od hanno usufruito di stipendi e pensioni molto elevati possano spiegare, un giorno spero non molto lontano, le motivazioni che hanno indotto Rappresentanti del popolo a crearsi emolumenti privilegiati superiori a 10-20 volte quelli di un semplice impiegato. L'ipotetica Commissione, eletta da un ipotetico Governo di Salute Pubblica, giudicherà i lestofanti, che non saranno capaci di addure alcuna convincente giustificazione, colpevoli di lesa onorabilità repubblicana e ladrocinio ne confronti del popolo. Spero che non si arrivi ad evocare la ghigliottina ma si proceda al ripristino dei lavori forzati fino al risanamento del maltolto. I privilegi di questa aristocrazia risalgono agli anni d'oro dei democristi e si sono evoluti ed aumentati fino ad oggi, anni dell'apoteosi de governo Renzi. Questo signore, formatosi in una società ormai pregna di una becera cultura berlusconista, tradisce le promesse fatte e trascura i problemi principali: il Privilegio e la Corruzione. Il principe tosco appartiene a questa nobiltà decadente ed a suo tempo dovrà assumersi la responsabilità del suo abulico comportamento. Vorrei sottolineare, per non finire tragicomica mente, che sarebbe bene, quando si parla di emolumenti, riferire il netto e non il lordo. Vorrei altresì mettere in risalto il fatto che se è deprecabile la sperequazione abnorme degli stipendi, è ancor di più infame non intervenire su una più equa ridibustrizione per quanto riguarda le pensioni: i Paesi dell'Europa nord-occidentale l'hanno già capito da molto tempo.
RispondiEliminaSe non ci fossero le sperequazioni non saremmo una società divisa in classi, come siamo stati e siamo. Questo è giusto? Certamente no, non è giusto.Che fare allora? Lottare, lottare , lottare contro le sperequazioni economiche e sociali, per passare dal neoliberismo sfrenato , ad un sistema social-democratico temperato.
RispondiEliminaBravo il nostro Direttore. Torna con un articolo suo chiaro ed esauriente sul problema veramente scottante delle pensioni d'oro. Però dobbiamo sfatare il pensiero di tanti che pensano possa bastare abolire le pensioni d'oro, dimezzare gli stipendi dei nostri parlamentari e i loro privilegi, per risolvere i problemi dell'Italia. Certo, qualche miliardo annuo si riuscirebbe a risparmiare e si risolverebbe in parte una ingiustizia sociale. Ho già detto altre volte che ogni lavoratore, in tutti campi, dovrebbe pagare i contributi secondo la retribuzione, ma mai superare una pensione netta di 5000 euro annua.
RispondiEliminaL’elenco dei super pensionati d’oro è troppo lungo e si prova vergogna solo a parlarne. Ricordo solo due casi che rendono plastico il significato del termine “Casta”.
RispondiEliminaToni Negri: ex leader di Potere operaio, docente universitario e scrittore. Venne fatto eleggere mentre era in carcere per terrorismo nel 1983 dai radicali di Marco Pannella. Approdato a Montecitorio, Negri ci restò il tempo necessario per preparare la fuga e rifugiarsi in Francia. Ciononostante, oggi percepisce una pensione di 2.199 euro netti.
Giuliano Amato: Appena nominato giudice della Corte Costituzionale, nel 2013, Amato percepiva 31mila euro lordi al mese: 22mila come pensione per i vari incarichi svolti nella sua carriera e 9mila di vitalizio come ex parlamentare”. A questi si aggiunga lo stipendio di giudice costituzionale, pari a 12.618, 22 netti mensili.
Che cosa racconta questo governo ai disoccupati e ai pensionati da fame?
Il problema delle pensioni d'oro attualmente erogate e quelle che saranno assegnate nel futuro non sarà mai risolto con l'attuale classe politica. Molte pensioni d'oro non corrispondono ai contributi versati ma a leggi ad hoc palesemente incostituzionali. Dipendenti che ottenevano la promozione a fine carriera, con il sistema retributivo, gli veniva assegnata una pensione adeguata all'ultimo stipendio. Ne la Corte dei Conti ne quella Costituzionale hanno sollevato la questione del danno erariale ne quello di palese incostituzionalità per il semplice fatto che lor signori sono parte in causa. Il presidente dell'INPS aveva elaborato una proposta per mitigare le pensioni d'oro. Le forze politiche hanno denunciato l'interferenza di Boeri e il governo ha frenato, intanto si appresta a sforbiciare le pensioni di reversibilità. Il sistema di ingiustizia sociale rimane intatto. I pensionati d'oro continueranno a percepire una pensione giornaliera di mille euro mentre il 40% non li supera mensilmente e, un pensionato su otto percepisce meno di 500 euro mensili. Dopo aver portato le pensioni minime ad un livello che permetterebbero una dignitosa vita ai pensionati si potrebbe adottare, per le pensioni massime, la regola morale di Adriano Olivetti. Purtroppo dall'attuale classe politica, costretta a difendere i benefici dei loro vitalizi, non c'è da aspettarsi nulla di positivo. Caro Direttore chissà ancora quante volte dovrà essere affrontato questo tema prima di vedere realizzata una equità sociale. Intanto, l'articolo oltre a farci analizzare la situazione rappresenta una atto di denuncia.
RispondiEliminaIn realtà il privilegio ingiusto è ormai regola e in ragione della capacità che hai di garantire tale privilegio sei un politico di successo. La massa priva di privilegi ed anzi vessata non ha però identità e unità. Perciò, pur potendo in teoria facilmente eliminare privilegi e i politici che li garantiscono, piegano la testa e al più formulano qualche lamentela presto conclusa
RispondiEliminaCredo disturbino più che le pensioni d'oro tout-court, quelle sempre d'oro maturate col sistema retributivo anziché contributivo. A queste, oltre una certa cifra lorda mensile, credo sarebbe giusto dare una sforbiciata.
RispondiEliminaToccare il tasto si fa per dire delle pensioni e' sempre difficile , certo e' che in Italia mi sembra vengano pagate 20,8 milioni di pensioni per un costo di 257 miliardi di euro all'anno .Certo e' un grosso importo anzi grossissimo (sono un ex bancario non banchiere quellp casomai e' il padre della Boschi ) che grava pesantemente sul Bilancio della Stato .Per anni si sono mandate in pensione persone con anzianita di 15 anni sei mesi ed un giorno tipo le Poste Italiane e a salire con 18 anni sei mesi ed un giorno ..la maggioranza di queste persone che ha lavorato diciamo poco ! non e' rimasta ferma all'importo ma quasi tutti hanno trovato un altro lavoro .ben consci di avere una copertura fino alla loro morte. e questo e' un punto cioe hanno sotratto lavoro ad altri SENZA LAVORO . qUANDO POI PARLIAMO DELLA POLITICA QUI CASCA L'ASINO .. privilegi assoluti con vitalizi un modo molto geniale di chiamarli ..i vitalizi si POSSONO SOMMARE la legge lo consente quindi molti onorevoli ne hanno accumulato piu' di uno , cosi come poco si e' parlato dell'indennita di reinserimento pagata agli onorevoli con vitalizio ( e' una buonuscita che ammontava tar gli 80 milioni lordi fino 156 milioni lordi di LIRE Naturalmente . Pero' questa piccola parte della nazione percepisce molto di piu della stragrande maggioranza di pesnsionati normali ..andrebbe sforbiciata ma questo lo deve fare il parlamento che col cavolo che si autoelimina i privilegi ..non ho altro da aggiunger per ora !
RispondiEliminaComplimenti per l'articolo. Il 5 febbraio 2016 a Villabate, inizio autostrada Palermo Catania, un disoccupato 53enne si è suicidato dandosi fuoco. Ennesimo suicidio in 26 anni, di disoccupati e imprenditori, dall'Etna alle Alpi. Tragedie causate dalla corruzione e dalla globalizzazione subita nonostante ci siano le soluzioni decenti ed efficaci per fronteggiarla. Il risorgimento economico-occupazionale-demografico-sociale-morale - demografico è possibile eliminando, sprechi, ridimensionando spropositati, eliminando tante poltrone superflue e/o in eccesso nel Parlamento Nazionale e dall'Etna alle Alpi. Post seconda guerra mondiale (anche con l'aiuto dei dollari del Piano Marshall che oggi non ci sono) l'Italia realizzò il risorgimento economico, ma le Province erano di meno (errore eliminarle tutte per sostituirle con le città metropolitane non elettive) e non avevano l'enorme costo dei consigli regionali ordinari; purtroppo esistevano già le regioni speciali. Nel novembre 2014 la Corte dei Conti pubblicò una relazione sulla discutibile gestione del denaro degli italiani da parte delle regioni e sulla loro strana contabilità. In diverse recenti elezioni regionali votò meno del 50 % degli elettori, segno che le regioni non godono della stima degl'italiani; iniziò la Sicilia. E con questi chiari di luna si svilisce il Senato in bivacco di consiglieri regionali in vacanza a Roma in alberghi di lusso ed auto blu. Meglio dimezzare il numero di Deputati e Senatori, quasi il doppio di quelli degli USA, e non eliminare il bicameralismo perfetto; è bene che i Deputati preparino le leggi con il Senato Assemblea di Anziani con più esperienza di vita. L'iter legislativo non è rallentato dal Senato ma dalla presentazione, nelle due Camere, di migliaia di cavillosi emendamenti, assurdità superabile modificando I regolamenti parlamentari.
RispondiEliminaResto nel merito dell'articolo, e dico subito di essere ovviamente in sintonia con il contenuto dell'articolo.
RispondiEliminaAspetto o mi sarei aspettato un articolo sulle unioni civili.
Anche perchè mi piace molto e mi è anche utile e necessario conoscere il parere del direttore su quanto accade.
L'equidistanza di Giangiuseppe su tutto quanto accade mi rasserena, ecco perchè mi piace leggere POLITICAPRIMA,ho fatto outing sul mio pensiero politico, benchè volatile, ed anche sul mio voto, passato e futuro, quindi sono chiaramente di parte.
Invece su questo blog si respira il libero pensiero, senza pregiudizi o preconcetti.
Ho già espresso la mia posizione sulle unioni civili nell'articolo pubblicato il 7 febbraio, appena qualche giorno fa. E ripeto. Sono favorevole pienamente al ddl Cirinná, anzi, lo ritengo il minimo indispensabile perchè il nostro paese possa far parte del club delle nazioni civili. Troppo tempo si è perso e troppi distinguo continuano a manifestarsi. E non condivido affatto l'ingerenza della chiesa nelle questioni interne che sono strettamente di competenza del Governo e del Parlamento. Per essere più precisi riguardo le posizioni delle forze politiche ritengo che il Pd deve proporre il voto palese sulla legge e su ogni emendamento. Sarebbe il modo migliore per uscire tutti dalla commedia degli equivoci facendo assumere ad ogni parlamentare la responsabilità che gli compete. Avremmo così chiara qual è la vera posizione nei confronti del mondo lgbt di ogni gruppo parlamentare a cominciare del M5S che dichiara di essere favorevole. Semplice. Tutto il resto è soltanto tattica. Spesso di bassa lega.
EliminaSul tema delle pensioni ho un punto di vista impopolare.
RispondiEliminaAccetto i pomodori e le uova…
Da tempo si dibatte di pensioni d’oro, vitalizi, insostenibilità dei costi previdenziali… e adesso anche di reversibilità.
Occorre mettere qualche punto fermo.
Il nostro sistema previdenziale è a ripartizione; significa che non è previsto né l’accumulo dei contributi versati, né la loro capitalizzazione: i contributi raccolti servono per pagare le prestazioni.
Qualsiasi sistema previdenziale si basa sulla sostenibilità finanziaria: equilibrio tra contributi versati e prestazioni erogate.
Il metodo retributivo (sostanzialmente tutti sono in pensione con questo sistema) è particolarmente generoso nei confronti dei pensionati. Se si confrontano i contributi versati dal singolo assicurato rispetto alla rendita pensionistica assicurata dallo Stato si scopre che la pensione è pari a qualche multiplo dei contributi versati, fino a casi di 10 volte.
Ne consegue, che TUTTE le attuali pensioni da lavoro sono per eccesso sproporzionate rispetto ai contributi versati, e così succederà per molti anni con i nuovi pensionati che hanno maturato molti anni di contribuzione con il sistema retributivo, i cosiddetti misti, vale a dire coloro che nel 1995 (riforma Dini) non avevano ancora 18 anni di contributi versati.
Altro fattore fondamentale è il rapporto tra lavoratori e pensionati.
Supponiamo di avere 10.000 lavoratori e 3.000 pensionati.
Vanno in 1.000 in pensione. I pensionati diventano 4.000.
Entrano 1.000 lavoratori. I lavoratori restano in 10.000 (1.000 usciti, 1.000 entrati).
Il rapporto tra lavoratori e pensionati è peggiorato, quindi occorre aumentare i contributi, le tasse o ridurre le pensioni, o alzare l’età per andare in pensione o un misto di tutti questi provvedimenti; diversamente la quota a carico della fiscalità generale crescerebbe.
Considerando che chi è in pensione adesso o ci andrà negli immediati prossimi anni ha una pensione sostanzialmente retributiva, non è vero che mandando prima la gente in pensione si liberano posti. Innanzitutto, perché certamente si perde un posto, poi si vedrà se sarà rimpiazzato, quindi non c’è l’automatismo della sostituzione; poi perché in ogni caso il rapporto 1:1 non migliora il rapporto tra lavoratori e pensionati che è un presupposto per l’equilibrio del sistema previdenziale.
Fattore tempo: l’aspettativa di vita continua ad aumentare, e quindi anche il godimento della pensione. L’1,1% della popolazione nazionale è over 90!
Base occupazionale: bassa in relazione alla popolazione (attenzione a non confondere questo concetto con la disoccupazione). La nostra popolazione conta 13,2 milioni di over 65 contro 11,2 under 20!
Se a tutto ciò aggiungiamo che l’età formativa si è allungata e si entra nel mondo del lavoro più tardi rispetto al passato, ne consegue che bisogna ponderare bene i numeri quando si dice “largo ai giovani”, se questo sottende mandiamo prima la gente in pensione.
Da tempo sappiamo che il sistema pensionistico universalistico non sta in piedi soprattutto se, oltre a flessibilità e precarietà, non siamo in presenza di due fattori indispensabili
- significativa crescita economica
- allargamento del numero di occupati.
Il sistema adesso costa 320miliardi di euro all’anno e nessun Paese europeo spende una percentuale alta come la nostra in relazione al PIL.
Necessario intervenire sulle pensioni in essere per allinearle al sistema contributivo, ovviamente intervenendo solo oltre una certa soglia, separare nettamente prestazioni previdenziali da prestazioni assistenziali, e queste ultime devono essere a carico della fiscalità generale.
Non possiamo ignorare che le nuove generazioni stanno pagando e pagheranno più dei loro padri per avere molto meno.
Prima interveniamo, prima eviteremo uno scontro generazionale tremendo.
PS: ça va sans dire che i vitalizi vanno aboliti e le pensioni d'oro riportate a livelli di decenza, ma senza ignorare che in ogni pensione da lavoro c'è polvere d'oro
L'articolo fa giusto riferimentoa dei presunti disegni legge, a delle leggi in corso d'opera ed alle resistente di coloro che premiati sempre difendono i loro diritti....Ora mi chiedo dove sono i diritti e cosa sono queste leggi di cui si fa riferimento se non delle azioni contro la morale. Per essere considerati legali dovrebbero essere discussi da un Parlamento accettato di cittadini e da loro medesimi votati. Non mi risulta che la parola del popolo sia stata mai ascoltata in merito e nel merito, un domani qualcuno potrebbe mettersi al comando di questo disgraziato paese e legiferare tutto quanto desidera per proprio uso e consumo. Ma cio' se ci pensiamo bene questa fase e' gia' in essere, mi spiace dirlo, ma il popolo in tutto questo non esiste e non lo vogliono fare esistere....Sono idee rivoluzionarie queste oppure delle giuste e sacrosante pretese di chi viene vessato da una politica e da politicanti egoisti e prepotenti...? Io non rispetto chi mi vuole suo suddito, sono un cittadino che credeva di essere in un paese democratico che oggi democratico non e'....Mi guardo intorno e vedo solo apatia, quando non c'e' costei noto molta ignoranza, altresi' quando non noto nessuno delle due prerogative allora vedo solo dei vassalli in attesa di essere premiati....Il popolo non esiste, e' lontano anni luce..................
RispondiEliminaSecondo me lei anonimo non ha il diritto di lamentarsi. Si nasconde dietro l'anonimato. "mi guardo intorno e vedo solo apatia" Come fa a dire questo se non ha il coraggio di metterci la faccia?
EliminaConcordo pienamente su quanto afferma Michele Maniscalco. E, come ripeto sempre, su questo blog c'è ampia libertà d'espressione e non si capisce perchè ci si debba "firmare" anonimamente. Spero sia soltanto un errore.
EliminaCaro Direttore, il tuo servizio è abbastanza eloquente e probabilmente hai toccato il nervo più scoperto della politica di questo Paese, fatta di ingiustizie, di reticenze e del far finta di non vedere. Le disuguaglianze sociali,sono da annoverare tra le tante vergogne più ignobili ed aberranti in uno Stato che si reputa appartenere ad una società civile. Ormai è stato detto e ridetto, ripetuto sino alla nausea che l’ingiustizia più grande che viene perpetrata ai danni del cittadino è il trattamento pensionistico. In sintesi la famosa “casta” dei politici è tutta protesa a difendere i propri interessi a discapito di coloro che sono i fautori della produzione e ricchezza nazionale. Si parla sempre di riforme da apportare ad una Costituzione ormai vetusta e non più al passo coi tempi, ma nessuno di questi signori, chiamati con un termine improprio, si interessa di modificare l’articolo 38. Questa ciurma di furbacchioni ne ha fatto, di questo articolo di garanzia sociale, addirittura un sistema per spillare soldi a questa vacca da mungere chiamato Stato. Ma… ciò che fa più vergogna che a questa spartizione partecipano commensali mascherati da “paladini” della socialità, mi riferisco ai dirigenti sindacali. Portano milioni di persone in piazza, si perdono milioni di ore di lavoro in nome di una giustizia sociale e poi…… con trucchetti ad arte vanno in quiescenza con pensioni da favola. Gente che non ha mai lavorato, o magari in misura ridotta. A chi dovremmo affidarci per avere un briciolo di giustizia? Una volta, quando il pudore aveva ancora senso di fronte a tanto scempio e ingiustizia, si abbassava la testa per la vergogna e nello stesso tempo appariva sul viso un lieve rossore, di qui il detto:”Perdere la faccia”. Ai tempi d’oggi il viso della “casta” e di chi fa finta di contrapporsi a loro, la “casta 2.0” dei dirigenti sindacali, si è incallito a tal punto che non avvertono nemmeno le escursioni termiche. Se questi due “amici di merende” (politici e sindacalisti) vogliono mettere ordine a questo ignobile sistema pensionistico è necessario mettere mano immediatamente all’art. 38 al fine di considerare la pensione nel suo giusto significato: garantire una sussistenza a chi per qualsiasi motivo non possa esercitare un’attività lavorativa.
EliminaIo penso che indipendentemente dai contributi versati si potrebbe anche mettere un tetto alle cosiddette pensioni d'oro. Però penso anche che ci siano argomenti che andrebbero trattati e sui quali invece si sorvola. Parlo delle pensioni baby. Pensioni baby che sono state decise per demagogia ed imprevidenza e che costano e sono costate alla collettività anche più delle pensioni d'oro. Penso anche alle pensioni ai falsi invalidi. Ecco cerchiamo di trattare l'argomento in tutta la sua vastità e non facciamo solo demagogia.
RispondiEliminaPino Granata, perché una pensione baby possa paragonarsi ad una pensione d'oro occorre che il pensionato baby percepisca la pensione per duecento o trecento anni, a seconda dell'entità della pensione d'oro
EliminaCiampi, Napolitano, Amato, Dini, e compagnia bella. Siete vecchi, nella vostra lunga carriera avete guadagnato somme da capogiro per un comune mortale, quindi tanti risparmi. i vostri figli oltre a godersi la vostra eredità hanno impieghi retribuiti ottimamente. Abbiate uno scatto di solidarietà prima di morire, rinunciate alle vostre pensioni d'oro. I vostri figli non moriranno di fame.
RispondiEliminaOrmai la situazione è talmente deteriorata che non c'è soluzione democratica , solo una rivoluzione popolare delle piazze ha la possibilità di ripulire la situazione ...
RispondiEliminaSono d'accordo con il commento di giuseppe.
RispondiEliminaOramai non c'e nulla da fare, la situazione è troppo grave, direi terminale.
Forse sarebbe meglio farla finita, la vita in Italia non è più tale, e non riceviamo solidarietà da nessuno.
Altro che Siria o profughi o affamati ed assetati, in Italia è molto peggio.