di Giovanni Caianiello - Il 28 aprile 2014, il Parlamento affida al governo la legge delega per la depenalizzazione degli ingressi irregolari.
Ma passati i 18 mesi previsti per l’emanazione del decreto legislativo tutto tace e l'abolizione del reato di immigrazione clandestina è ancora in alto mare.
Ma qual è la situazione attuale? Il reato di clandestinità contenuto nell'articolo 10 bis del Testo unico sull'immigrazione, introdotto nel 2009 dal quarto governo Berlusconi è tuttora legge dello stato. Uno straniero che entra in territorio italiano, dopo l’identificazione, se non riconosciuto avente diritto allo status di profugo o non può essere diversamente giustificata la sua presenza, incorre automaticamente nel reato di clandestinità e nei rigori del Codice Penale. Di conseguenza, per ogni immigrato clandestino, viene istruito un procedimento penale, relative indagini, giudizio ed eventuale condanna. Che se gli va male, al massimo si traduce in una multa pecuniaria, che ovviamente il clandestino non pagherà mai. Il tutto con i tempi biblici della giustizia italiana.
Nel frattempo, la permanenza sul nostro territorio si protrae per un tempo lunghissimo e ingiustificato, con costi enormi per tutti i cittadini. Gli unici a guadagnarci alla fine, sono ovviamente i Centri di Accoglienza, come le cronache giudiziarie ci ricordano.
Il reato, oltre a contribuire all'intasamento dei tribunali e delle procure, non aiuta neppure gli inquirenti nella lotta agli scafisti, veri commercianti di esseri umani. Nel diritto processuale in vigore, un imputato non ha alcun obbligo di dire la verità, avvalendosi della facoltà di non rispondere alle domande dei magistrati. Con l’abolizione del reato, i migranti sarebbero sentiti invece, come semplici testimoni o come persone informate sui fatti ed in questo caso, avrebbero l’obbligo di dire la verità, pena l’accusa di reticenza o falsa testimonianza, non avendo più alcuna possibilità di sottrarsi o depistare le di indagini.
Ecco, a tal proposito le parole del procuratore capo della Direzione Nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti: “il reato di clandestinità non soltanto è inutile, ma è persino dannoso alle indagini. Il problema è che i magistrati che interrogano dei migranti appena sbarcati in Italia per indagare sugli scafisti che li hanno trasportati sono costretti a considerare gli stessi migranti “imputati”.
Il guaio è che in questo paese, quando si vuole tergiversare su di un provvedimento non gradito o renderlo inefficace, da un po’ di tempo, si impedisce di votarlo singolarmente. Infatti, lo si inserisce all'interno di un pacchetto di altre riforme costringendo poi, il parlamento a votare o tutto il “cucuzzaro” oppure non se ne fa niente, senza contare il continuo ricorso al voto di fiducia. In questo caso, nel blocco della legge delega sulle pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio".
Così, il decreto legislativo che doveva cancellare il reato di ingresso e soggiorno irregolare, introdotto quando il ministro dell'Interno era Roberto Maroni, per volere di Lega Nord e Popolo delle libertà, si perde nei meandri dei cassetti del governo. Ciò che ne segue invece è tutt’altra storia. La delega è rimasta nei cassetti di Renzi per essere riesumata ed inserita all'interno del decreto legislativo sulle depenalizzazioni in discussione nelle commissioni giustizia di Camere e Senato, che manco a dirlo ne hanno approvato il testo suggerendo alcune modifiche.
Come ha già detto Buzzi nelle intercettazioni di mafia capitale, gli immigrati rendono più della droga. Tant’è che dalle stesse intercettazioni, venivano fuori anche fondi che dai Centri di Accoglienza, finanziavano e forse ancora finanziano i partiti politici. Fatto è che il governo, contrariamente ai pareri dei magistrati ed esperti giuristi, sembra già aver fatto marcia indietro.
Renzi, dichiara che il provvedimento non rientrerà nel prossimo Consiglio dei Ministri, La Boschi, si è già affrettata a dire che gli italiani non capirebbero il perché dell’abolizione del reato e quindi bisogna aspettare, però sono stati bravi a capire “la Buona Scuola”, Il “Jobs Act”, “l’abolizione dell’art. 18”, il salvataggio delle banche.
D’altra parte secondo i sondaggi, gli elettori del PD e della pseudo destra, sono soprattutto cittadini in età matura e anziani dai 65 anni a salire. Insomma gli italianopitechi che “non” capiscono il senso della riforma, continuano a litigare tra i pro e contro l’abolizione del reato, credendo che abolirlo significhi favorire l’immigrazione. Mentre i politici, al contrario, comprendono perfettamente il perché il reato di clandestinità non si deve abolire.
Giovanni Caianiello
11 Gennaio 2016
Esattamente non conviene...e chi paga siamo sempre noi contribuenti.
RispondiEliminaÈ mai possibile che si debba continuare a seguire regole che non hanno nulla di utile, anzi creano danni e costi enormi?
Avverrà un vero cambiamento nella testa degli italiani...impareremo a vedere e a rifiutare la pochezza intellettuale e strumentale di chi governa il nostro paese o resteremo arroccati a un meno peggio ipotetico che non dà soluzione di continuità?
Non ci sto...non voglio starci a questo prezzo..con gente che pensa e ci tratta da idioti ignoranti e incapaci di capire.
Cara Gisa, la pochezza intellettuale è quella dei cittadini che continuano a sostenere questi politicanti ed il loro sistema autoreferenziale e criminale. I politici sono degli imbonitori che difendono ormai solo se stessi, ma la specie molto numerosa di "italianopitechi" come giustamente l'ho definita, è ancora molto diffusa.
RispondiEliminacondivido tutto...tranne che una cosa...quella degli italiani italianopitechi....gli italiani non capiscono perchè l'informazione asservita al potere non informa,come sta facendo Giovanni e perchè gli stessi italiani non hanno tempo di informarsi bene...quindi quando si sente "abolizione del reato di clandestinità"si pensa tutto il contrario di quel che in realtà dice.Le persone si bevono le notizie dei mass media come fossero verità assolute...e reagiscono sull'onda emotiva del momento in cui vengono sciorinate le notizie e l'informazione.Nessuno che dubiti o meglio in pochi si dubita,si studia,si legge,ci si informa,si guardano varie fonti.Stanno tutti lì a bearsi delle bufalate che dicono in televisione Renzi e il suo staff sul superamento della crisi e sul grande operato di questo governo che va avanti come un trattore,calpestando antidemocraticamente opposizioni e voci contrarie,barando e sfruttando la dabbenaggine dei mal informatI.Ora si è scatenata la guerra,come da copione,sul M5S...IN UN MOVIMENTO NATO IN RETE,non si può escludere che ci siano mele marce..ma passa in second'ordine il fatto che il movimento abbia agito prima del tempo e non dopo per mero opportunismo politico ...ma va da se che sia un dono inaspettato quello che è accaduto a Quarto...come non approfittare di questi accadimenti per gettare fango sui grillini....cosa possiamo fare se non sperare che le persone oneste che sono quelle di tutto il movimento reagiscano sempre e a gran voce a queste provocazioni e a tutte le bugie degli asserviti...come facciamo anche qui
RispondiEliminaPer la prima volta condivido articolo e argomentazione di Giovanni Caianiello al 100%.
RispondiEliminacome commento faccio mio quanto detto da Franco Roberti.
“il reato di clandestinità non soltanto è inutile, ma è persino dannoso alle indagini. Il problema è che i magistrati che interrogano dei migranti appena sbarcati in Italia per indagare sugli scafisti che li hanno trasportati sono costretti a considerare gli stessi migranti “imputati”.
Sottoscrivo integralmente l'articolo di Caianiello.
RispondiEliminaCaianiello, come al solito, ha fatto un intervento descrivedno una situazione reale della non volontà politica dei governanti di cassare il reato di clandestinità.
RispondiEliminaLui la descrive bene, suffragato anche del parere di autorevoli Magistrati che devono applicare inutilmente quella legge. Ma secondo me c'è di più. Sia il PDL e la LEGA che hanno voluta quella legge, sia coloro che ora fanno finta di volerla abolire, lo fanno per la stessa ragione. Si chiama PROPAGANDA. I primi l'hanno fatta facendo intendere che eliminavano gli sbarchi, i secondi (PD) non lo fanno perchè temono di perdere voti da tutti coloro che pensavano che i primi avessero ragione.
Cosa significa questo? Innanzitutto che siamo difronte ad una classe politica che pensa solo a sollecitare i sentimenti più bassi della gente, non solo, ma la rincorsa di renzi ai voti della destra, in questo caso è lapalissianamente dimostrata.
E' il solito giochetto. Non governano nell'interesse generale dei Cittadini, ma per sopravvivere elettoralmente alle prossime elezioni.
C'è da disperarsi difronte ad una situazione politica del genere, ora, purtroppo, qualche crepa sta minndo anche il M5S.
Ma siccome "una rondine non fa primavera", mi auguro con tutto il cuore che la vicenda di Quarto sia un fatto isolato, unico, che una volta stoppato, non ce ne siano altri che mi farebbero cambiare posizione rispetto a tutto ciò che di bene ho fin'ora detto del M5S.
In ogni caso non c'è nessuna speranza con l'attuale maggioranza politica che c'è in Italia, ne hanno dato abbondantemente prova. Se poi consideriamo che F.I. sta scomparendo del tutto, secondo me non a caso, infatti sono convinto che il silenzio, o le finte sfuriate di berlusconi, non siano altro che un paravento della sua volontà di mollare tutto a Renzi, vero ed unico suo erede.
Una legge varata per la lotta alla clandestinità, può avere effetti contrari allo stesso spirito della legge. È semplicemente indecente, ma in linea con la faciloneria, o meglio, con i subdoli intendimenti di chi la propone. Buttare fuori questi signori è un obbligo morale. Fra l'altro, non posso frenare l'irritazione contro questa marmaglia che cerca d'ingannare persone in buona fede. Caro Giovanni grazie per quello che scrivi e per come lo scrivi.
RispondiEliminaCOncordo con Caianello, infatti L’Associazione nazionale magistrati boccia il reato di immigrazione clandestina. Non serve a fermare gli ingressi illegali. Intasa i tribunali. Frena le inchieste sugli scafisti. E come se non bastasse ha costi pesantissimi per lo Stato. Questo almeno è il giudizio sulla norma da parte dell’Anm che di fronte al rinvio del governo sull’abolizione rivolge l’invito a tutta la politica a non far “prevalere sul ragionamento la demagogia, perché è con le scelte ponderate che si tutela la sicurezza”.
RispondiEliminaSpettacolare intervista alla radio del segretario generale nazionale dei giudici di pace, il quale sostiene che il reato di clandestinità non solo non è servito a combattere l'emergenza immigrazione, ma ha addirittura portato da 13 mila a 26 mila la registrazione degli immigrati da parte delle procure, infatti, sostiene che i giudici di pace sono impossibilitati a lavorare per via dei troppi inutili processi e stupide sanzioni che vanno dai 5 ai 10 mila euro, che ovviamente non pagheranno, inoltre aumentano le possibilità ai scafisti di farla franca. Poi intervengono due itagliani da casa che invitano i magistrati ad andare a zappare la terra, visto che non sono in grado di applicare la legge (mai sentito persone più stupide, Salvini a parte) , peccato che erano le 5 del mattino e nessuno avrà ascoltato questa intervista, peccato, sarebbe stata la volta buona per far capire meglio del perché il reato di clandestinità andrebbe abolito immediatamente......
RispondiEliminaSono assolutamente d'accordo sull'inutilità del reato di clandestinità.
RispondiEliminaAnzi, a dire il vero, un'utilità ce l'ha: quella di sostenere le varie organizzazioni che si trovano a gestire con buon profitto l'accoglienza degli extra comunitari “a tempo indeterminato”, nell'attesa di riconoscimenti e di accertamenti vari che hanno tempi biblici.
La penalità? Ridicola!
Il clandeschino “scoperto” dovrebbe pagare un'ammenda tale da far venire da ridere a chiunque per come egli non sarà mai in grado di fare.
Così non paga un bel niente e continua a vagare accolto alla meglio da chi invece ci guadagna bene, per prime le varie associazioni di volontariato.
Intanto succede di tutto e di più, e la Kyenge continua a predicare con sicumeria l'importanza di un'integrazione che, secondo lei, non deve limitarsi ad accoglire ma anche ad accettare un modello di contaminazione da parte nostra verso la cultura dello straniero.
Nè questo già ora è così lontano dal reale.
Un esempio lo si può vedere nelle chiese.
Si accolgono i migranti, si permette loro di fare gruppi di preghiera e “di altro...non ben precisato” offrendo spazi alternativi nelle sale delle nostre parrocchie; intanto noi in una gara di evangelica fratellanza ci lasciamo coinvolgere in alcune loro suggestive ed esaltanti liturgie spiritistiche tra canti e danze tribali, preghiere gridate braccia alzate, fino a tremolamenti e esorcizzazioni varie.
Non dappertutto per carità, ma il fenomeno è in crescita in nome di una condivisione che nulla ha a che vedere con l'integrazione; e che anzi inverte l'ordine delle cose spingendosi pericolosamente ben oltre -persino- i modelli pentecostali.
La domanda è: chi deve integrarsi noi o loro!?
Un passo l'uno potrebbe anche andare purché si sappia dove andare.
Ma qui si tratta di ben altro, perché serpeggiano e sono nascosti in chi viene accolto uno spirito di rivalsa e una voglia di appropriarsi di spazi e di cose altrui in misura sempre crescente.
Storia insegna, è nella natura umana: all'inizio si ringrazia di quello che ti viene dato, ma poi cominci a pretenderlo e ti armi per poterlo strappare agli altri e farlo tuo.
Così piano piano gli stranieri, “accolti con amore e in pienezza di diritti” -restando sull'esempio chiesa- cominciano ad entrare nei consigli pastorali introducendo un po' alla volta le loro pratiche religiose. E più si allargano i loro spazi, più si riduconmo i nostri.
Sul modello chiesa ci si avvia a tutto il resto.
Una forma di contaminazione a rovescio dunque, fino a rischiare di snaturare quella cultura su cui si fondano i nostri principi, per primo – anche in considerazione di ciò che sta accadendo ultimamente- quello della parità di genere che altre culture non hanno, comprese quelle africane sicuramente diventate cristiane troppo in fretta su un'evangelizzazione a volte imposta e che è andata a sovrapporsi alla loro di cultura assolutamente maschilista.
E' necessari controllare chi viene all'arrivo, identificare senza possibilità di un rifiuto ed espellere chi non ha diritto a restare.
Per come stanno le cose non vedo altra via.
E forse è già tardi!
Espulsioni prima che in Europa scoppino di nuovo i Vespri Siciliani questa volta non contro i Francesi, ma contro gente con leggi usi costumi, molto diversi dai nostri ed incompatibili con la nostra Costituzione e la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo Donna compresa !
RispondiEliminaSi dovrebbero dimettere tutti i politici italiani, tedeschi, e di altri Stati Europei che hanno favorito questa massiccia immigrazione, invece di far risolvere il problema da tutti gli Stati alias ONU. Accoglienza e lavoro, tenendo conto dei nostri milioni di disoccupati, solo per perseguitati politici e religiosi; per i veramente poveri (non quelli che pagano molte migliaia di dollaro agli scafisti per venire con famiglie numerose) un piano internazionale per aiutarli a svilupparsi economicamente e socialmente nelle loro Patrie.
Qualsiasi kasino come malattie, tensioni sociali, guerre è sempre igienico evitarlo, cara vecchia Europa, vecchio Continente, veramente flaccido e molliccio
Per affinità culturali Russia e Ucraina hanno la priorità per entrare in Europa rispetto alla Turchia; non a caso la Città di Mosca è chiamata Terza Roma. Ma non in questa strana Europa che, tra le tante eurobischerate, ci vuole far produrre formaggi e mozzarelle senza latte ma con la farina di latte; mi riferisco all'Europa dei Padri Fondatori Adenaueur, De Gasperi, Schuman. Nel 2014 il Vice Presidente turco dichiarò che per le donne è peccaminoso sorridere in pubblico. Le Donne Turche risposero con pubbliche risate.
Altri disoccupati che si aggiungono ai nostri milioni di disoccupati. È un fenomeno mondiale che l'Europa sta subendo e che va risolto da tutti gli Stati, cioè dal l'ONU, rimuovendo le cause di questa vergogna e aiutando i migranti a svilupparsi economicamente e socialmente nelle loro Patrie. La politica mondiale, di fatto, anche se non se ne rende conto, è complice degli scafisti che, con la loro esosita', impoveriscono profughi e migranti facendoli persino annegare. Questa massiccia ondata migratoria, per tanti motivi, non quadra nemmeno economicamente; è un gran kasino ben organizzato.
RispondiEliminaRe Mida morì di fame perché mutato in oro anche il cibo. Certi nostri politici sembrano avere il suo stesso dono, trasformano in oro tutto cio' che toccano: carceri, lenzuola, coperte. Ma a differenza del mitico Re, mangiano. (Indro Montanelli, controcorrente del 21-11-1988)
E adesso mutano in oro anche profughi e migranti col bisinissi dell'accoglienza, come hanno riferito i mezzi d'informazione. Uso parole straniere quando riesco ad italianizzarle in modo decente per arricchire il nostro vocabolario. Italianizzo business in bisinissi solo per indicare uno sporco affare, molto fituso.
S P Q R Sono Proprio Quattrini Rubati - A quanto pare in mafia capitale, a Roma, c'è anche lo zampino del bisinissi dell'accoglienza, come hanno detto i mezzi d'informazione. Povera Roma! Povera Italia!
Ma io concordavo nella necessità di rivedere la legge ma per migliorarla non peggiorarla Purtroppo con questa idea andrà sempre peggio L'ipocrisia impera anche nella legalità
RispondiEliminaInteressante e significativo di Luigi Ferrarella sul CORRIERE DELLA SERA di lunedì 11.01.2016 dal tiolo - SUL REATO DI CLANDESTINITÀ VALE DI PIÙ LA «PERCEZIONE»?
RispondiEliminaLo voglio pubblicare come commento all’articolo perché lo ritengo perfetto.
------------------------------------------------------
“Le interviste sul reato di immigrazione clandestina rilasciate dai ministri delle Riforme e dell'Interno a Corriere della Sera e Repubblica sono uno straordinario documento per il nitore con il quale dichiarano la resa della politica al populismo giudiziario: cioè alla strumentalizzazione delle valenze simboliche del diritto penale, in chiave di rassicurazione collettiva rispetto a paure ingigantite o addirittura create proprio da campagne politiche e/o mediatiche volte a metterne a reddito elettorale gli enfatizzati rischi.
Per motivare la marcia in-dietro del governo sull'abolizione del fallimentare reato, caldeggiata (a favore di più snelle sanzioni amministrative) dal capo della polizia come dal procuratore nazionale antimafia, Maria Elena Boschi prende atto dell'unanimità «degli addetti ai lavori», ma aggiunge che «in questa specifica fase per poter depenalizzare i reati di immigrazione clandestina occorre preparare prima l'opinione pubblica».
Lei stessa snocciola i dati sui crimini diminuiti nel 2015 rispetto al 2014, ma valorizza di più il fatto che, «se guardiamo ai mezzi di comunicazione, il fenomeno sembra triplicato e questo aumenta la percezione dell'opinione pubblica. Forse si può arrivare a eliminare quel reato se si prepara bene il terreno, oggi non credo giusto farlo». Allo stesso modo, Angelino Alfano trova normale «giocare due partite intrecciate ma diverse: una sulla realtà e l'altra sulla percezione della realtà». La realtà «è che calano i reati», ma «non dobbiamo dare agli italiani l'idea di un allenta-mento della tensione sulla sicurezza proprio mentre chie-diamo di accogliere i profughi». Dai due importanti ministri si deduce quindi che nel governo ci si orienta a non fare una cosa che si ritiene giusta, o ad adottare una soluzione che si sa sbagliata, solo in considerazione del dividendo di consensi che si immagina di poterne lucrare 0 del dazio elettorale che si teme di do-verne pagare.
La seconda lezione è che nel rapporto con i cittadini i ministri mostrano di ritenere che la logica sia un optional, le opzioni penali una specie di segnaletica simbolica, e il reato un cartello stradale la cui destinazione sia il seggio della prossima consultazione elettorale, in vista della quale gli italiani vadano trattati co-me bambini sprovveduti, in-capaci di comprendere una realtà sfaccettata, ma biso-gnosi di «essere preparati» a essere impressionati favorevolmente da una «percezione» anziché persuasi da un ragionamento.
La terza lezione è che la scusa della «percezione» vale solo quando conviene: poche settimane fa, quando un'altra (complessivamente sennata) depenalizzazione ha spostato dal binario penale a quello amministrativo le sanzioni di taluni illeciti fiscali, bersagliato dalle critiche il governo Renzi si è ben guardato dal rimangiarsela e dall'adoperare l'argomento che gli italiani in quelle norme magari avrebbero potuto «percepire» un via libera all'evasione fiscale. E del resto, tanto sulla legge elettorale e sulle modifiche del Senato, quanto sul Jobs act e sulla riforma della scuola, il governo, a torto o a ragione ma legittimamente convinto delle proprie ragioni, ha fatto spallucce alle «percezioni» aspramente dissenzienti di parte dell'opinione pubblica. Strappa infine un sorriso la buffa contraddizione per la quale di colpo basta che sull'immigrazione i giornali e tv più vicini all'opposizione facciano «buu!» al governo, ed ecco che a far finta di spaventarsi è proprio l'esecutivo che teorizza la «disintermediazione» e propugna l'irrilevanza dei giornali di cui contesta e irride i titoli che non gli garbano.”
Ho letto l’articolo e devo complimentarmi con l’autore, in effetti il reato di clandestinità contenuto nell’ormai nauseato e nauseante articolo 10 bis del Testo unico sull’immigrazione non ha alcuna valenza, se non sotto un profilo di soddisfazione per coloro che credono nella nazionalità e nel nazionalismo. Sarebbe opportuno esortare i nostri governanti a definire una volta per tutte di cosa si intende farne di questo cosiddetto reato di “ingresso e permanenza illegale nel territorio dello Stato”. I pareri di esperti e costituzionalisti sono tanti, ma come ormai è consuetudine in Italia quando si entra nel merito della logica, si cade nella indecisione o magari nella irrazionalità. In sintesi questo contestato articolo 10 bis è frutto di tutto questo, essendo stato criticato sin dalla sua introduzione. Erano tempi in cui era soltanto una infima propaganda politica a farla da padrone. Mi trovo in perfetto accordo con chi afferma l’incostituzionalità della legge in quanto, un fatto chiaramente specifico, viene di colpo trasformato in fatto squisitamente criminale. Credo sia del tutto risibile pensare di mettere in prigione una persona che attraversi quella linea che noi definiamo confine non per delinquere ma per scappare da un pericolo o magari per rifarsi una nuova vita. E’ altrettanto risibile sottoporre il “clandestino” ad un’ammenda che mai verrà pagata trattandosi di soggetto nullatenente. Il legislatore purtroppo quando si immerge nella fitta rete di norme giuridiche riesce a cogliere di esse, solo la parte che emerge nella visione reale delle cose, trascurando forse la parte più importante: l’aspetto filosofico. Sappiamo tutti che l'ambito della convivenza sociale e politica è caratterizzato da un quell’ importante fenomeno: l'esistenza del diritto, cioè di quell'insieme di regole relative al comportamento intersoggettivo, con lo scopo di rendere possibile la coesistenza degli uomini. La filosofia del diritto, invece indaga in questo ambito e nel corso della storia del pensiero occidentale ha manifestato alcune modalità ricorrenti. La ricerca dei principi primi e delle finalità ultime del diritto: a partire dalla filosofia greca, la filosofia del diritto si è originariamente caratterizzata come indagine attorno al fondamento, ma soprattutto intorno allo scopo ultimo del diritto: la giustizia. Questo indirizzo, definito "teoria della giustizia", è impegnato da un lato a individuare l'ideale del diritto, cioè, come il diritto dovrebbe essere a mio modesto parere, dall'altro a valutare la razionalità e la conformità etica del diritto concretamente esistente rispetto al suo valore ideale. Questa impostazione è ampiamente condivisa da tutte le posizioni giusnaturalistiche, che oltre al diritto positivo, cioè l’insieme delle norme poste dalla volontà umana, ammettono l'esistenza di un diritto naturale, cioè un insieme di leggi derivanti dalla stessa natura dell'uomo. In altre parole, mentre nella legge naturale la forma della connessione dei fatti è la causalità, nella legge giuridica è l'imputazione.
RispondiEliminaInizio facendo i complimenti al Sig. Caianiello e alla sua esposizione sempre molto chiara e documentata.
RispondiEliminaSecondo diversi esperti e costituzionalisti il reato di clandestinità è incostituzionale e sicuramente non è mai stato un deterrente all'immigrazione ( chi sfida la morte a bordo di un barcone non teme di incorrere in una sanzione !!) Anche perchè il migrante sà che essendo nullatenente non pagherà mai niente. Quindi a cosa serve questo reato si capisce, poco. Ho letto che il ministro Alfano condivide le ragioni dei critici che sostengono che questo reato è inutile e persino dannoso ma per questioni di opportunità politica oggi è impossibile abolirlo, ovviamente condiviso in tutto e per tutto da Renzi spiegando come due buon padri di famiglia che non vorrebbero dare impressioni sbagliate agli Italiani, perchè poi magari noi poveri stolti interpretiamo male e meno male che al Governo ci sono loro così possiamo stare sicuri che ci prendono in giro e ci manipolano come vogliono !
Il blog è incontro e confronto d’idee ma è anche il modo per approfondire e chiarirsi le idee- IO ora vorrei capire.1) Abbiamo una legge in vigore per combattere la clandestinità che non serve a niente,anzi ,in qualche modo preserva i clandestini e gli scafisti , fa arricchire gli speculatori, Mah!Allora è stata approvata una legge stupida e dannosa ?Geni politici. 2) si arriva alla conclusione di abolire con un decreto il reato di clandestinità, sentiti gli alti pareri di magistrati.3) Renzi perde tempo preoccupandosi che gli italiani potrebbero non capire. Mah! Hanno fatto e disfatto a loro piacimento e non aboliscono il reato di clandestinita',perche' si preoccupano della percezione del popolo italiano!?Toto' direbbe " Ma mi faccia il piacere"Il regista Renzi sa il fatto suo !La mia domanda è “Quale logica c’è in tutto ciò?”
RispondiEliminaSignora Bignardelli, lei ha perfettamente ragione nell'affermare che una cappa di incongruenza e confusione grava pesantemente su questa intricata situazione, ma è’ innegabile che oggi ci troviamo di fronte ad un contesto profondamente mutato, nel quale le cifre e la portata complessiva delle migrazioni forzate da un lato contengono il portato di una crisi economica e climatica che ha assunto un carattere permanente e dall’altro si intrecciano sempre più con le nuove forme della guerra globale che, soprattutto nell’ultimo periodo, stanno destabilizzando il Medio-Oriente ed altre aree dell’Asia e dell’Africa. Ma è soprattutto il contesto politico ad essere mutato e ad avere assunto il populismo come "modus cogitandi" della nuova mentalità post-democratica italiana ed europea.
EliminaEsplicativa in tal senso è la frase con cui il premier ha motivato il dietrofront governativo sull’abrogazione della legge: “bisogna evitare di trasmettere all’opinione pubblica dei messaggi che sarebbero negativi per la percezione di sicurezza”. Le cosiddette “valutazioni di opportunità politica” fanno chiaramente riferimento all’utilizzo strumentale dei fatti di Parigi e di Colonia e dimostrano ancora una volta come il pendolo della storia stia sensibilmente virando a destra. Guardando in casa dei Paesi nord europei queste politiche populiste, profondamente di destra, stanno mettendo in discussione i principi di accoglienza ai rifugiati, ripristinando i controlli delle loro frontiere e ponendo limiti sui diritti alle prestazioni sociali per gli immigrati. In Francia la proposta di legge per privare la cittadinanza ai condannati per terrorismo più che un deterrente verso i potenziali adepti di Daesh è un segnale di avvertimento a tutti i musulmani francesi, ma soprattutto è un messaggio di intesa con l’elettorato della destra nazionalista.
E’ dunque necessario ripensare alla radice il nostro modo di intendere e di intervenire nelle questioni che riguardano razzismo e xenofobia, trasformando il potenziale di quel sentimento umanitario e solidale, che si è espresso e organizzato dal basso in tutti i territori e in tutte le frontiere dell’Europa fortezza, in una reale onda d’urto dei diritti e della solidarietà in grado di rompere quel legame dialettico tra populismo reazionario e costruzione retorica di un’opinione collettiva che incanala nell’odio etnico le tensioni sociali contemporanee.
Che ci siano interessi diversi Caianello lo denuncia giustamente, ma questa è una ulteriore conferma che se non si trova una via di uscita al braccio di ferro forse vivremo sempre nella impossibilità di capire e accettare la realtà dei politicanti. Una buona denuncia che peraltro non sarà ascoltata.
RispondiElimina