di Gisa Siniscalchi - Leggere, uno dei piaceri più intensi e appaganti, che richiede cuore, immaginazione e tempo, quel tempo che oggi sembra non si trovi più, impegnati come siamo, nella corsa verso il progresso e le tecnologie.
In Italia si legge poco, solo il 10% di persone legge regolarmente, il 38% compra un libro all'anno, il rimanente non compra e non legge nulla.
Si dice che si legge poco perché si preferisce stare all'aria aperta, un bell'assurdo, un libro lo porti con te dove vuoi, è bellissimo leggere in un parco, come anche in treno, in tram, ovunque, appena si ha un momento di pausa, impiegarlo leggendo è stimolante e non costa nulla. E anche che si è troppo presi da altro, internet, televisione, palestra, cura della persona, sembra che conti più l'apparire che l'essere, leggere un libro è diventato obsoleto.
Leggere oltre al piacere, puro e semplice, offre vantaggi innegabili, tiene la mente aperta, impedisce che si atrofizzi, e cosa non meno importante crea e porta cultura, insegna a parlare nella maniera giusta, insegna il piacere del dialogo, dello scambio di opinioni, arricchisce il personale vocabolario. La cosa tragica è che il popolo legge poco, e tantissimi politici sono ignoranti, sbagliano a coniugare i verbi, e non sanno rispondere a domande, non solo a quelle generiche, ma anche a quelle specifiche del loro settore. Faticano ad esprimersi in senso compiuto e quasi incapaci di rendere comprensibili le azioni che vogliono compiere. Per un paese culla della cultura, come è il nostro, tutto questo è umiliante.
Per fortuna i giovani leggono più degli adulti, si spera che crescendo non perdano questa passione e continuino senza farsi fuorviare dai messaggi nuovi che arrivano a ogni piè sospinto.
Ricordo con grande tenerezza e rimpianto il "non siate schiavi" di Gianni Rodari, che incitava a leggere sin da piccoli
In genere i giovani che leggono hanno avuto genitori lettori, o insegnanti che li hanno appassionati ai libri, non sempre è così, io ad esempio sono una amante della lettura e dei libri, ne ho a migliaia, amo toccarli, addirittura annusarli, amo il fruscio delle pagine, solo per dire dell'oggetto, poi gli argomenti, amo leggere di tutto, dalla narrativa, alla saggistica e oltre, pur non avendo avuto genitori lettori.
Si legge poco anche perché i libri costano, la crisi che ancora persiste investe in modo specifico l'editoria, per molti motivi, come la grande quantità di libri pubblicati, alcuni anche pessimi, non ci si improvvisa scrittori se non si ha nulla di nuovo o di interessante da dire, e il costo elevato che limita l'acquisto non essendo il libro un bene considerato necessario; a questo però può sopperire la biblioteca, che in genere è presente in molti comuni.
Qualcosa di bello avviene comunque, quelle belle iniziative, come il BookCrossing (questo è il sito italiano di bookcrossing), il modo con cui delle persone decidono di leggere un libro per poi lasciarlo su una panchina, sul bus, o in un bar, dando la possibilità ad altri di leggerlo. L'intenzione è condividere il libro col mondo, rendendolo libero di portare ad altri le stesse emozioni e contribuire all' arricchimento mentale e di conoscenza in chi lo trova.
Anche in alcuni supermercati, esistono spazi dove si possono prendere libri in prestito, o leggerli in loco, prendendosi una pausa tra una spesa e l'altra.
Quali sono le cause, perché gli italiani non amano leggere, perché tanto disinteresse? Una può essere la scuola, troppa Storia della letteratura, troppe analisi, e poca lettura di testi in classe, e anche poca scelta, non limitarsi ai classici, dare possibilità di scegliere cosa leggere, purché si legga, e ancora le politiche culturali coi tagli alla cultura e i miseri investimenti, che denota la miopia ed ignoranza di chi governa, che forse non vuole un popolo che sa ragionare e agire, infatti un popolo ignorante è più facile da manovrare.
Viene da pensare che in Italia non si legge perché non si ascolta più, leggere vuole anche dire, essere predisposti ad ascoltare ciò che altri hanno da dire, essere predisposti al dialogo, alla discussione, alla critica anche.
Chi non ascolta non ragiona. chi non legge non impara e chi non ragiona non legge, è un circolo vizioso, senza soluzione di continuità, invertire la tendenza è augurabile, leggere è una delle cose fondamentali, per imparare, per conoscere per essere capaci di portare avanti i propri progetti di vita.
Leggere oltre ad arricchire la persona, la rende felice, avete mai provato la sensazione, leggendo un libro, di non vedere l'ora di finirlo e nello stesso tempo, volere che non finisca mai? E non è un controsenso, si ha la sensazione quando si finisce un libro di aver trovato un amico e dispiace doverlo lasciare andare.
Un libro racconta, un libro rappresenta il passato, il presente e il futuro per ogni persona.
Gisa SiniscalchiFusignano (RA)
04 Dicembre 2015
Interessantissimo articolo.
RispondiEliminaMi rispecchio in quanto tu scrivi nel tuo articolo. Se non avessi avuto la passione per la lettura oggi non potrei dialogare con i mie fantastici amici di FB. Non mi saprei esprimere in modo da farmi capire. Non sarei a mio agio in mezzo ai tanti mie amici laureati e diplomati. Faccio tanti errori di sintassi e grammaticali perché la mia cultura di base è scarsa a causa delle scarsità finanziarie del dopo guerra. Comunque la lettura quotidiana dei giornali sin da quando ragazzino andavo a leggerlo dal barbiere, la lettura di tanti libri la curiosità de sapere hanno tenuto la mia mente fresca fino ad oggi.
Articolo interessante e, direi, attualissimo per oggetto e per significato.
EliminaLibri? Beh! Per alleggerirmi un pò qualche mese fa ne ho mandati cento a mia sorella.....Guardo i miei scaffali........ ne avro' ancora un paio di centinaia..............ce ne sono di belli e di brutti.......molti di storia.....................comunque di tutti i generi e di tutti gli autori...quelli notissimi,quelli noti e quelli emergenti...................come si potrebbe vivere senza libri? Ti aiutano a conoscere tanti stati d'animo e tante storie umane e a formarti, se sei critico e attento, una coscienza un modo di migiliorare il tuo rapporto col prossimo ma anche a far ricco il tuo essere se sai meditare su ciò che leggi.e lo rapporti al tuo quotidiano. No! il giorno che non ci saranno più libri l'uomo vero finirà di pensare e così perderà il senso vero della vita..............
Come scrisse Borges: sono più fiero dei libri che ho letto che di quelli che ho scritto.
RispondiEliminaBeh! Io sono fiero anche di quelli che ho scritto! Sarà vanagloria, esibizionismo, presunzione ma li ho pur scritti e vorrei che li leggessero tutti,
EliminaIl mio amore per la lettura, ereditato dai miei genitori, soprattutto da mio padre, mi accompagna sin dalla più tenera età. Cominciai col leggere le fiabe, da Andersen ai frateli Grimm, alla Alcoth, via via il corriere dei piccoli, il monello, persino capitan miki e il grande black, di cui i mio fratellino era un vorace lettore. La lettura è stata una costante nella mia mia vita, non leggevo soltanto libri ma anche la domenica del corriere e tanti i rotocalchi dell'epoca che mio padre non mancava mai di comprare: Tempo, Epoca, Oggi… ed altri … quando l'editoria forniva dei giornali che informavano, che arricchivano la mente. Non mi dilungo sui vari rotocalchi femminili dove giornaliste degne di tale nome, iniziavano a dare informazione e "controinformazione" noi donne,. ma torniamo ai libri, sì, come dice elegantemente Gisa, quando ne finivo la lettura era come vivere un distacco… Amo tutti gli scrittori i cui libri ho letto da Anna Del Bo Boffino, a Pavese, Pirandello, Edoardo, Isabel Allende. Tutti i grandi scrittori, ma anche alcuni meno noti ma con validissimi contenuti di idee mi hanno lasciato e continuano a lasciarmi qualcosa. Non si finisce MAI di imparare, di capire, di confrontarsi con proficui scambi di opinioni. Sarebbe auspicabile che la Scuola potenziasse la lettura, aumentando le ore ad essa dedicata, non soltanto dei classici e che ponesse i ragazzi come protagonisti della malconcia odierna società, responsabilizzandoli… ma mala tempora currunt… e io, da sognatrice quale sono, continuo a sperare! Chissà.
RispondiEliminaMi è sempre piaciuto leggere, fin da quando andavo da bambina alla biblioteca comunale per prendere libri in prestito. L'epoca in cui ho letto tantissimo sono stati gli anni del liceo e dell'università; tuttora associo alcuni anni della mia vita a romanzi letti in quel periodo . Attualmente leggo libri solo quando sono in ferie, perché non ho molto tempo libero durante il giorno e mi piace gustare un libro in un tempo breve. Non rinuncio mai , pero' , alla lettura dei quotidiani, a cui dedico almeno un'ora al giorno. Però la lettura di un giornale é molto diversa dalla lettura di un libro. Il giornale si legge per mantenersi informati, il libro si gusta e ci si tuffa dentro le pagine e non si può lasciarlo finché non si è terminato di leggerlo. Come ha sottolineato Gisa, gli italiani leggono poco, anche gli studenti; si preferisce come strumento di scambio i social network, ma questo produce un inaridimento nel linguaggio perché troppo sintetico. Non so come si potrebbe stimolare i giovani alla lettura; forse la scuola potrebbe fare qualcosa in più, ma sono convinta che gli insegnanti si impegnano in questo senso.
RispondiEliminabell'articolo, chiaro e dettagliato, rispecchia la nostra realtà
RispondiEliminaNon è la mancanza di tempo che allontana dalla lettura ma lo scarso allenamento. Apprezzare la lettura richiede il saper sintonizzare la mente su ritmi lenti. Ben altra cosa di questi tempi dove prevale il pensiero rapido fatto di sms e tweet.
RispondiEliminaSiccome leggere, oltre che ad essere un nutrimento dell'anima e dell'intelletto, richiede anche tempo e concentrazione, cerco di utilizzare quel tempo al meglio. Per questo, quando leggo, oltre al piacere di immergermi in qualche ore di evasione, mi piace tenermi informato e approfondire le mie conoscenze. Perché dico questo? Il problema in Italia non è solo che si legge poco (cosa verissima), ma va anche detto che viene pubblicata una serie infinita di titoli che sono solo spazzatura. Ricordo che da ragazzino per scrivere un libro si doveva essere scrittori e quelli che c’erano erano tutti riconoscibili perché erano dei professionisti. Oggi non serve essere Umberto Eco; chiunque si inventa scrittore, romanziere, saggista e moralista anche se di mestiere fa il cantante, il cuoco, il detenuto, il presentatore tv, il mago. Siamo tutti potenzialmente autori, poeti, narratori e non serve avere cultura, padronanza della lingua italiana, avere studiato i classici. È sufficiente avere notorietà, in qualunque campo. Quando il senatore Razzi, che avrà frequentato la terza elementare da ripetente, si mette a scrivere un libro, io per reazione sarei tentato di distruggere la mia biblioteca. Il suo capolavoro ha per titolo: “Le mie mani pulite” che, detto da uno che vive alle spalle dei contribuenti diffondendo ignoranza e discredito istituzionale, è quanto dire. Sono autori anche i vari Gigi D’Alessio, Fabio Conti, noto intellettuale della programmazione televisiva impegnata, Raffaella Carrà e compagnia cantando. Il libro oggi è soprattutto businiss e nessuno dedica attenzione per far conoscere gli autori importanti, tra cui tantissimi giovani intellettuali preparati, e che rimangono nell’anonimato, schiacciati da personaggi come quelli menzionati. Ecco perché a volte si può trovare maggiore soddisfazione a leggere un bellissimo editoriale giornalistico, piuttosto che violentare la nostra mente con scrittori a loro insaputa.
RispondiEliminaMi trovi perfettamente d'accordo. Nella tua analisi includerei anche certi giornalisti di nuova leva che definirei, piuttosto, strilloni.
RispondiEliminaCosì:
RispondiEliminaEntrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare.
(Carlos Ruiz Zafón)
Non ho letto moltissimi libri nella mia vita: sono stati sempre i racconti quelli che mi hanno accompagnato nei miei viaggi. Le biografie dei grandi mi hanno sempre entusiasmato, ma si dalla fanciullezza mi son dilettato a scrivere poesie. In questo momento sto leggendo una storia al giorno sulla Sicilia: sono arrivato alla 20 e ne mancano ancora 81. È stupendo! Pensavo di conoscere tutto sulla Sicilia ed invece mi sono accorto che tante novelle, tanti miti, tante realtà mi erano sconosciute. Ecco cosa ti può dare un libro: lo stupore, la meraviglia, la distrazione, il trasporto verso un mondo, un ambiente più consono al momento per il tuo spirito. I miracoli i libri li fanno e non sono talismani magici ma amici che ti raccontano quello che tu hai bisogno per estranearti, per acquietarti, per entusiasmarti.
RispondiEliminaDa quasi quarant'anni la nostra cultura si è notevolmente ridotta, non è più considerata una priorità dalla nostra politica, e viene usata come leva di propaganda, non considerando, che è un bene, un diritto al sapere, e motore di cambiamento di un paese. Una vera beffa per un paese che vanta un patrimonio storico e culturale, da fare invidia. Una "buona scuola" , dovrebbe formare l'individuo, sul piano intellettuale e morale e all'acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società, con un patrimonio di esperienze acquisite tramite lo studio, la lettura, il nutrirsi la mente e l'anima, la fantasia, spaziare e volare, la conoscenza di mondi sconosciuti, o di pensieri non nostri ma condivisi con un buon libro. Purtroppo oggi, i nostri ragazzi non sono stimolati per più motivi, il costo notevole dei libri e l'insulto di una scuola, senza servizi, sotto finanziata, dove non esistono biblioteche al servizio della cultura e di chi ha voglia di apprendere....ringraziamo chi ci governa e che tifa per l'ignoranza......
RispondiEliminaCara Gisa, grazie di aver richiamato l’attenzione, sui libri. Mi hai riportato a ricordi della mia adolescenza. Il mio amore per la lettura è fatto di pane e panelle. Non ho scritto male. In Italia, uscivano “Gli oscar Mondadori” £350.Ogni settimana un libro. Ogni tre panini di pane e panelle, mi compravo un libro. Ogni tanto cedevo, lo confesso, però li ho ancora tutti i miei oscar Mondadori! Poi, nel tempo ho letto di meno. Ho ripreso, alla grande e adesso mi gusto i miei libri e anche il diritto di abbandonarli se mi deludono. Leggere è immergersi, ritrovarsi, dissentire, aprirsi a un'esperienza che ti prende! Il vero problema con i libri l'hanno le nuove generazioni, tutti presi da una tecnologia che diventa demenziale per il cattivo uso che ne fanno!IO rifiuto il libro tecnologico,voglio sentire il rumore delle pagine,segnarmi qualche frase,toccare il mio libro e alla fine dagli il posto che merita nella mia biblioteca ma soprattutto scegliere il momento giusto per leggere.
RispondiEliminaScusate la precisazione. Io saltavo il panino e riuscivo così a comprarmi il libro. Una cultura basata sul pane e panelle!
RispondiEliminaLa sigra ha ragione
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