di Maurizio Alesi - Se ciascuno decidesse di spogliarsi delle appartenenze, di rinunciare alla difesa acritica di questa o quella forza politica, e accettasse di guardare in faccia la realtà, si accorgerebbe come la classe dirigente che ci governa ha ridotto in miseria la Sicilia.
Concentriamoci sull’alieno di Palazzo D’Orleans, sede del governo siciliano e del governatore Crocetta Rosario, “il rivoluzionario”. Questo bizzarro, sprovveduto e incapace presidente della Regione che ha regalato alla Sicilia tutti i record negativi possibili. Ha rovesciato da quando è in carica ben tre governi, un quarto è in arrivo, e circa 36 assessori sostituiti in attesa di un ennesimo ulteriore turn over.
Ha asfaltato i suoi precedenti colleghi governatori collezionando il primato delle leggi impugnate, finanziarie comprese e leggi di Bilancio, nel 2013 il 70% delle norme furono cassate dal commissario dello Stato, in buona parte per mancanza di copertura finanziaria. Ultimamente bocciata la legge di riforma delle ex province siciliane, mentre è sulla buona strada l’impugnativa della legge sull’acqua e così via annullando.
Il 3 marzo 2013 annuncia in diretta televisiva l’abolizione delle province per sostituirle con consorzi tra comuni e, dopo due anni e mezzo, la legge è da rifare mantenendo intatte le province “abolite”. Ma il massimo della inettitudine il genio gelese lo ha collezionato sul terreno del lavoro e dell’occupazione, frutto della sua incapacità gestionale, della maggioranza che lo sostiene e del Partito democratico che, proprio sul Lavoro, ha la titolarità di quell’assessorato.
Per tutti parlano i dati di Eurostat: “in fatto di occupazione siamo ultimi in Europa, persino dopo la disastrata Grecia”. Sono dati aggiornati al 2015 che coinvolgono quindi in pieno l’era Crocetta, ma il divin Saro, mentre la Sicilia è in coma profondo, pensa solo alle eterne manovrine di un esecutivo sempre in via di rifacimento.
Guardiamo da vicino i dati della vergogna. In Sicilia il tasso di disoccupazione sarebbe del 34,8%, ben 13,8 punti in più rispetto a quello elaborato dall'Istat. Tradotto in cifre parliamo di 1,6 milioni di cittadini, pari a un terzo della popolazione residente in Sicilia. Il dato shock arriva nientemeno che dall’ufficio statistica della Regione che basa la sua analisi sui nuovi sistemi aggregati, cioè sommando al dato ufficiale dei disoccupati, anche quello dei cosiddetti inattivi ovvero le persone che hanno perso la fiducia nelle istituzioni e che ritengono inutile continuare a cercare lavoro. Anche se, va detto, si tratta comunque di gente che andrebbe a lavorare immediatamente se ne avesse l’occasione.
Secondo uno studio più dettagliato il tasso del 34,8% sarebbe addirittura sottostimato. Il dato reale dei senza lavoro raggiungerebbe quota 40,4%, il triplo della media delle regioni del Nord (13,3%), il doppio rispetto alla media del Paese (21,7%) e di quasi quattro punti superiore a quella del Mezzogiorno (36,6%).
Non solo l’occupazione è in profondo rosso, ma anche Il mercato del lavoro languisce nel disastro e i flop in questo campo non si contano. Il progetto regionale “Garanzia Giovani” lascia i tirocinanti senza il sussidio, da parecchi mesi. E Mentre alcune regioni più a Nord del Paese stanno uscendo faticosamente dalla crisi, l'economia siciliana continua a restare nell’inferno della recessione.
Tra la Sicilia e Bolzano, città a più alto tasso di occupazione, esiste un divario di ben 30 punti. Non va meglio la forza lavoro nel settore della produzione. Si registra infatti un calo anche delle imprese che fa segnare una riduzione del 2% negli ultimi anni, proprio per la mancanza di una programmazione nel breve e nel lungo periodo che un governo responsabile avrebbe dovuto predisporre.
Mentre l’economia siciliana è in piena recessione, Crocetta passa il tempo nei salotti televisivi coprendoci di vergogna per le cazzate che spara e di fronte agli sberleffi elargiti risponde farfugliando di presunta lotta alla mafia.
La rivoluzione crocettiana non ha impegnato neppure un euro sulla ricerca e ha vissuto passivamente la rivoluzione tecnologica. Ecco perché oggi, seppur in un contesto generale non certo ideale, la Sicilia si trova in una condizione decisamente peggiore di chi ha investito sull’innovazione. Questo è il consuntivo di tre anni del governo regionale più avventuriero d’Italia e dei partiti che, senza provare imbarazzo, continuano a sostenerlo a cominciare dal PD, campione di inciuci e collezionista di poltrone alla faccia dei siciliani.
Un’avventura governativa iniziata con assessori come Franco Battiato e Antonino Zichichi, in discontinuità col passato e all’insegna della fantasia, e finito con Giovanni Pistorio ex Mpa di Raffaele Lombardo, col sostegno di Alfano, dell’ex ministro Cardinale e di altri sepolcri imbiancati. E il Pd, da cui attendiamo gli interventi annunciati, a Roma scarica lo scomodo Marino, mentre in Sicilia continua a “gestire” e tace sullo sfascio politico mantenendo in vita il peggio della produzione politica che i siciliani abbiano mai visto.
.
L'ho detto altre volte e lo ripeto. Sono un elettore di Crocetta e ho anche spinto qualcuno ad esserlo. E me ne sono pentito. Molto.
RispondiEliminaNon è niente di personale è una valutazione oggettiva di un disastro che dura da troppo tempo e rischia di continuare ancora a lungo. La paura per la seggiola, la certezza per molti di non tornare e una legge elettorale che, nel caso di sfiducia, obbliga allo scioglimento dell'Ars, sono la polizza assicurativa per continuare.
I partiti tradizionali ben consapevoli delle conseguenze si guardano bene dal prendere decisioni drastiche. Meglio andare avanti a cavallo che scendere sapendo di restare a piedi. Da parte del popolo siciliano non c'è alcuna reazione. La protesta non è nelle corde e nemmeno la voglia di partecipare e d'impegnarsi. Non finirà bene.
L'articolo di Maurizio Alesi e' un ritratto impetuoso di quanto sento da più parti della Sicilia. Onestamente non conosco a fondo i dati offerti, ma, accettandoli rispondenti alle lamentele ed alle denunce che leggo da quando frequento fb, non posso non convenire sulla necessità di una "mobilitazione" che dia fermezza alla volontà di reagire all'immobilismo e alle farraginose procedure che portano alla stasi di ogni iniziativa. Forse, dopo Marino ed i diluvi, Roma si ricorderà anche della Sicilia. Almeno lo spero.
RispondiEliminaNon nascondo che ho creduto, nel momento del suo insediamento che un cambiamento fosse possibile, per il governo della Sicilia, dopo Lombardo e gli altri, non sono siciliana e non conosco benissimo la realtà politica e sociale dell'isola, ma leggendo l'articolo del bravo e sempre esauriente Alesi, comprendo che al peggio non c'è mai fine, ennesima delusione da parte del PD, e della classe politica, incapace e senza onestà, almeno l'onesta di ammettere di aver fallito, ma è quella che abbiamo, e forse ce lo meritiamo, anche.
RispondiEliminaTriste ma vero, l'immobilismo dei molti, non aiuta, ha ragione il direttore a parlare di assenza di reazione e di poca voglia di impegnarsi dei siciliani...e si, temo davvero che non finirà affatto bene.
Condivido parole, punti , virgole e pause dell'articolo di Maurizio Alesi.
RispondiEliminaAllo stesso tempo condivido il commento di Giangiuseppe Gattuso. Anch'io ho votato Crocetta e devo dire che mai avevo provato tanta delusione per un uomo politico.
Il mio giudizio sul comportamento del PD siciliano e del Pd nazionale lo ho già espresso in diversi post di FB.
Ottimo l’articolo di Maurizio Alesi, preciso e puntuale nella sua descrizione di una realtà siciliana che, con un pò di lucidità, non sarebbe stato difficile immaginare già ben prima dell’insediamento di Crocetta. Invece, ancora una volta, la speranza si è fatta forza dell’ennesima illusione che si ripete ad ogni campagna elettorale, alimentata dal nuovo personaggio di turno, con il quale i partiti di sempre si rifanno una nuova verginità al servizio della credulità popolare.
RispondiEliminaEppure, basterebbe solo riflettere sul fatto che i governi della Sicilia da decenni sono composti da partiti e correnti politiche di sempre, che spesso vestono la maschera delle liste civiche per distrarre l’elettore, per rendersi conto che qualcosa non sta funzionando, o meglio non ha mai funzionato.
Allora, bisognerebbe avere la capacità e la maturità di voltare pagina, mandare a quel paese i parenti, amici e conoscenti candidati, galoppini di turno dei partiti tradizionali e fare scelte diverse. Finchè questo non avverrà, continueremo a ritrovarci il Cufffaro, il Lombardo o il Crocetta di turno, al servizio delle solite caste e lobby di potere dei partiti romani. Sarà sempre come chiudersi a chiave in una stanza buia e gettare le chiavi dalla finestra, per poi piangere perché non si vede la luce.
Quella di Alesi è la descrizione della situazione. Ci vogliamo domandare qual'è la causa di cotanto disastro e tentare di dare una spiegazione, per poi proporre ipotesi di soluzione?
RispondiEliminaconcordo in pieno con l'analisi dell'articolo che fotografa la situazione siciliana non da ora , ma da decenni ed propri qui il nocciolo della questine e cioè : sembrava che Crocetta dovesse rompere col passato ma abbia constatato che a gestire Crocetta sono gli stessi che gestivano Lombardo ( tutto cambia perché tutto resta come prima ) Perché ? perché la classe dirigente siciliana è cosi pessima ( tutti inclusi ) Perché noi siciliano non siamo capaci di scegliere una vera alternativa ? questi sono i punti a cui bisogna dare risposta . Finisco osservando che quando vi è qualche dirigente degno di questo nome se ne va a Roma e/o se ritorna in Sicilia e/o vi è rimasto viene eliminato ( caso La Torre Mattarella
RispondiEliminaGrazie per la riflessione
L'articolo di Maurizio Alesi è una foto impietosa e realistica della Sicilia, ma, secondo me, lo stesso ragionamento potrebbe essere esteso a tutta l'Italia.
RispondiEliminaCerto, ci sono parti dell'Italia governate meglio della Sicilia, ma se si fa un riassunto Nazionale, la realtà è molto vicina a quella Siciliana.
E' tempo di porci una domanda: Siamo sicuri che l'autonomia Regionale sia proprio un "toccasana" che risponde a varie spinte (passate) in questa direzione?
Di più. Siamo sicuri che il regionalismo creato nel 1970 sia stata la risposta giusta a delle richieste di quel movimento che durante gli anni 60 si batteva per la realizzazione del dettato Costituzionale?
Io ricordo che fu la sinistra (e non solo) a battersi perchè venissero create le Regioni.
Ora, al di là della specificità Siciliana, AltoAtesina e Friulana, sulla quale specificità si dovrebbe aprire un dibattito e giungere ad una conclusione molto semplice: Servono, o non servono queste autonomie? Allo Stato Nazionale, intendo.
Io lo dico subito, sono convinto che le Regioni, sia quelle a Statuto speciale, e sia quelle a Statuto normale, servirebbero se
in Italia il modo di far politica fosse ispirato all'onesta intellettuale e personale di tutti gli attori che stanno nell'agone politico.
Siccome così non è, e, date le premesse, non ci sarà mai, credo di poter dire che se le Regioni venissero cassate, probabilmente diminuirebbero i luoghi ove si pratica il ladrocinio perpetuo.
E' triste dover ammettere che per evitare che i politici rubino occorre toglier loro la possibilità per farlo. Ma, d'altra parte, ormai l'esperimento regionalista ha 45 anni, credo quindi che sia un tempo sufficiente per fare le riflessioni che sto facendo. Ma sopratutto per decidere qualche cosa di serio nel merito.
Questo per quanto riguarda la mia considerazione generale sulla questione. Per quanto riguarda la Sicilia e Crocetta in particolare, credo, senza offesa, di poter dire che I Siciliani sono politicamente dei masochisti.
Ma come? Dopo le esperienze che avete fatto con Cuffaro, Lombardo e qualche altro, vi andate a "far male" con un elemento che politicamente è da TSO?
Ma è mai possibile che un Popolo come quello Siciliano, che ha una storia e una cultura millenaria, che tante parti d'Italia si sognano e vi invidiano, eleggano a loro governatore un elemento come Crocetta?
Chi lo vorrà (e farebbe bene) potrebbe rispondermi: Ma voi avete eletto Galan in Veneto...... e per ben tre legislature. Farebbe bene, ed è per questo che ho affermato che la situazione Siciliana è un riassunto di quella Nazionale.
Ma Galan e Crocetta sono in due, per cui vien spontaneo chiedersi: E tutti gli altri che li hanno tenuti in piedi? Boiardi, ruffiani, anche ladri, per paura di non prendere il vitalizio, e per prendere ancora il lauto stipendio che hanno, sarebbero disposti a tenere in piedi anche totò riiina se questo avesse avuta la possibilità di diventare Presidente della Regione.
Ripeto: Crocetta e Galan sono in due, ma per stare in piedi avevano, (ha Crocetta), il bisogno del voto dei vari Consiglieri regionali. E' mai possibile che il "mondo intero" si accorga della mala amministrazione dei presidenti e coloro che dovrebbero controllare non si accorgano di nulla? Si è così, anche perchè "accorgersene" significherebbe dover denunciare e sfiduciare chi commanda, e chi glielo fa fare se a far questo significa dover rinunciare ad una parte della sostanziosa pensione? Giammai.
Caro Mario è verissimo che la situazione siciliana potrebbe essere estesa in tutta Italia. Nella nostra regione però, come ho tentato di dimostrare, il divario con le altre realtà nazionali è davvero molto vistoso. Inoltre, quando si ha la pretesa di "fare la rivoluzione", come annunciava Crocetta in campagna elettorale, e i risultati sono invece da restaurazione e da regressione progressiva, non si può concedere alcun alibi. Concordo pienamente sull'inutilità (anzi la dannosità) di continuare a mantenere lo Statuto Speciale. Molte regioni funzionano molto meglio della Sicilia senza godere di alcuna specialità statutaria. Finora lo Statuto speciale è stato tale solo per i deputati e i presidenti della regione, incomprensibilmente equiparati ai senatori della Repubblica, anche dal punto di vista dei guadagni, mentre i loro colleghi sono semplicemente Consiglieri regionali.
EliminaQUESTO signore l'ho votato anch'io se avesse gli attributi e se ne andasse farebbe cosa buona e giusta. concordo con la disamina impietosa di Alesi. Complimenti .
RispondiEliminaNon c'e' mai stata una classe politica sana in Sicilia. Anche Crocetta ci ha deluso. Credo che fosse l'unico candidato accetabile tra quella suburra politica ma lui non ha fatto eccezione. L'ho votato soprattutto per il suo, oggi dubbio, impegno antimafia. L'Assemblea, scusate onorevoli...il Parlamento siciliano e' marcio e lo e' sempre stato. L'autonomia poi e' stata la ciliegina per i molti ignavi e delinquenti che oggi occupano gli scranni "parlamentari". Che fare? La Storia ci viene incontro: i Romani repubblicani sceglievano un duce nei periodi critici, che, una volta risolto il problema , sarebbe ritornato nei ranghi. Oggi, per non essere indiscretamente rievocativi, lo potremmo chiamare prefetto: i suoi pero' devono essere pieni poteri, per non fargli fare la stessa fine del grande Dalla Chiesa. Il nostro popolo ha e sempre avra' una mentalita' berlusconcristiana e se, tanto per gioco, ci azzardassimo a fare delle percentuali, si salverebbe solo il 30% da tale nefasta influenza; in seno alla quale pero' si trovano le piu' belle e grandi menti d'Italia. La forza e la speranza ci vengono offerte dai tanti coraggiosi che si sono immolati ed hanno dato un esempio di giustizia, onesta' e vera liberta' anche a quei 70% di ominicchi e quacquaraqua che fanno parte del popolo siciliano. Mi auguro che possa aumentare la percentuale dei "giusti". Nell'attesa, e per l'ennesima volta, democraticamente votero' M5S, pur essendo socialista ed ancora iscritto al PD.
RispondiEliminaLa colpa è solo dei siciliani o meglio di tutti coloro i quali appoggiano ed appoggeranno governi e governatori simili. Qualcuno si è già pentito vedi Gattuso e gli altri? Non credo. La gente non segue la politica e questi sono i risultati. Se la politica fosse amministrata come si amministra un'azienda Crocetta sarebbe a casa da un pezzo ma si sa che la politica è un mondo a se dove prevale l'opportunismo e la convenienza.
RispondiEliminaArticolo perfetto. Quando non esisteva la regione siciliana Palermo era Capitale Europea, pur non essendo la Sicilia uno stato; verso la fine del IX Secolo e gl'inizi del XX i Florio, nella loro villa di Palermo, ricevevano re, imperatori, capi di governo, imprenditori, scienziati, poeti e letterati. La Sicilia non ha bisogno delle costosissime scartoffie della regione siciliana, ma di sviluppo economico e sociale, di un efficace servizio per difendere da incendi gli alberi le cui radici trattenendo il terreno evitano frane, dell'ammodornamento e della manutenzione delle strade; che senso avrebbe attraversare il ponte sullo Stretto di Messina in dieci minuti e perdere ore sulle strade della Sicilia, della Calabria, della Basilicata? Quel che vale per la Sicilia vale per tutta l'Italia al fine di mettere il made in Italy in condizione di affrontare la globalizzazione che provoca disoccupazione; negli ultimi 25 anni dall'Etna alle Alpi si sono suicidati molti disoccupati e imprenditori , una strage stimata in 4.000 suicidi ! Per ogni attività, pubblica istruzione, turismo, scuola, sanità, ecc. abbiamo 21 ministeri, uno a Roma e 20 nelle 20 regioni, uno spreco! Per competere nella globalizzazione e realizzare sviluppo e lavoro urge uno Stato snello, poco costoso, con burocrazia non asfissiante. Errore eliminare le Province , miglior espressione di autonomia locale , perché gestiscono un territorio più piccolo di quello regionale, ma 110 Province sono troppe; meglio ridurre il loro numero. Vanno abolite tutte le regioni che agl'italiani non piacciono e lo hanno dimostrato con astensioni superiori al 50% in diverse ultime elezioni regionali; iniziò la Sicilia, laboratorio politico sin dai primi anni del Risorgimento. E con questi chiari di luna si perde tempo per svilire il Senato in senaticchio, bivacco di consiglieri regionali e sindaci in vacanza a Roma in alberghi lusso ed auto blu. Non è vero che il Senato rallenta l'iter legislativo, ciò è causato dalla presentazione di migliaia di capiziosi emendamenti ad una proposta di legge. I Governi post, seconda guerra mondiale, realizzarono il miracolo economico ANCHE col bicameralismo paritario e con una durissima opposizione politica-parlamentare. Le riforme costituzionali in corso e la legge elettorale sono tutte da rivedere.
RispondiEliminaLa globalizzazione provoca disoccupazione non solo in Sicilia ma anche in tutta Italia ed altri Stati perché tende a diminuire ed eliminare i dazi doganali anche tra Stati con grandi differenze economiche e notevoli differenze del costo del lavoro. È un fenomeno epocale che tuttavia gestito con cervello, cuore, matematica può essere un'opportunità. Miei amici comprano un televisore Autovox, contenti perché italiano ma, mentre lo uscivano dallo scatolo, sorpresa: "Mamma turco è! Made in Turchia". Eppure quel televisore si sarebbe potuto fare a Canicattì, e tanti prodotti si potrebbero fare nel Mezzogiorno invece di piagnucolare per la sua disoccupazione la mafia, la camorra, la 'ndrangheta. Idem per la disoccupazione in tutta Italia; negli ultimi 25 anni si sono suicidati migliaia di disoccupati ed imprenditori ! Col catastrofico debito pubblico, sul quale paghiamo con le tasse un mare d'interessi passivi, siamo in una situazione simile a quella post seconda guerra mondiale; allora, per lo sviluppo delle zone depresse, esistevano le zone salariali demagocicamente chiamate gabbie salariali dalle quali si poteva uscire trasferendosi. Non erano un discrimine Nord Sud; esistevano anche al Nord tra Città e Paesi della stessa Provincia nei quali la vita costava meno. A Palermo oggi un caffè costa 80 o 90 lire; nella sua Provincia costa anche 50, 60, 70 lire.
EliminaLe zone salariali si mandarono dal Bel Paese a .....quel paese in base alla minchiata secondo la quale siamo tutti uguali. Un disoccupato, un lavoratore precario non sono uguali a chi ha un lavoro con stipendio e orari di lavoro decenti ! Zone salariali no, ma le gabbie salariali internazionali tra Palermo, Napoli, Milano, e Pechino, Ankara, ecc. stanno bene a tutti i politici ed ai sindacati. Accompagnate dalla riduzione dei costi della politica e dall'eliminazione di poltrone superflue a Roma e dalla Sicilia alle Alpi, bisogna, per alcuni anni, ripristinare le zone salariali per combattere la disoccupazione, per metter il made in Italy di competere, specie con la globalizzazione, sul mercato internazionale ed interno, per attirare capitali e investimenti stranieri, per far rientrare , le aziende che sono state costrette ad emigrare all'estero, per reindustrializzare l'Italia. Gli ex disoccupati ed ex cassintegrati, lavorando e pagando le tasse, amplierebbero la base imponibile e farebbero diminuire la pressione fiscale su chi già lavorava, ed il netto in busta paga e le pensioni nette, a poco a poco, aumenterebbero. Quel che conta sono i PREZZI non la quantità di denaro in busta paga e nella pensione, bensì cosa è quanto si può comprare con quel denaro per vivere decentemente. Pur con euro e globalizzazione, in Europa, possiamo essere primi inter pares.
Bellissimo articolo senza peli sulla lingua, degno di Maurizio Alesi Come non condividerlo e in toto?Alesi Quest’articolo esprime perfettamente lo stato d’animo di noi siciliani. Siamo consapevoli in che stato siamo ridotti e da qualche tempo ce l’ho diciamo e non importa che l’ha votato o no. Io ho votato Ferrandelli ma sarebbe andata meglio?In un articolo, Giangiuseppe ebbe a dire che era politicamente un inetto. Siamo indignati speciali perché la nostra regione è a statuto speciale. Tre anni di governo regionale assolutamente disastroso che ha visto l’aumentare del precariato, il fallimento delle politiche giovanili, la pietosa riforma delle Province che ha prodotto più sprechi per l’amministrazione. Il presidente Crocetta, piuttosto che interrogarsi sui suoi fallimenti, preferisce denunciare Renzi e il governo nazionale, reo di non averlo aiutato. Non s’interroga che pure i cittadini di Gela non l’hanno voluto Oltre che inetto e dannoso e pure un lagnoso. Non è solamente inetto e incapace è dannoso e perciò si prega di non disperdere nell’ambiente. L’articolo ci richiama all’emergenza che stiamo vivendo Tra comune, perché anche con il sindaco non va meglio e regione Noi siciliani viviamo così!Emergenza traffico, immigrati allagamenti (perché anche da noi piove e non abbiamo un’adeguata rete fognaria), traffico. mezzi pubblici, cimiteri (anche da noi si muore).Autostrade e strade crollate, lavoro che non c’è non dovuto a una natura maligna ma a maligne gestioni e siamo stanchi d’indigestioni da incuria!In un commento sul mio post ho letto come mai ci capitano tutti presidenti inusabili, non sappiamo proprio scegliere e poi ci lamentiamo In verità il panorama politico siciliano è desolante e solo rimestando nell’immondizia forse troveremo una perla. !Perché non ci ribelliamo, non scendiamo in piazza?Forse siamo troppo presi ad affrontare un quotidiano sempre più difficile, forse alla fierezza sicula ha prevalso la RASSEGNAZIONE Renzi ha più volte detto che le infrastrutture sono indispensabili allo sviluppo. Giusto e che dobbiamo dire? All'anima delle infrastrutture! Sarebbe andata meglio ?!Come siciliana e penso sempre che l'Autonomia Siciliana ci abbia danneggiato fortemente! Sono convinta che sin quando il meridione non uscirà dalla palude, l'Italia non avrà sviluppo! Attenzione Sicilia e siciliani, perché o prima o dopo la croce su CROCETTA la metteremo e se si candidasse Orlando? Chi sappiamo bene come sa fare il sindaco!Altra meraviglia ma i 5S mi sembrano abbiamo parlato poco o mi sbaglio! Mah !
RispondiEliminaCondivido l'analisi che Maurizio Alesi fa del degrado della Sicilia e delle sue cause. Parlando di Crocetta ritengo che ormai "il re è nudo", e la maggior parte dei politicanti siciliani finge di non accorgersene per biechi interessi personali o squallidi giochi di partito. Ma, purtroppo, il re non è quello della fiaba di Andersen... è il Governatore della Sicilia e, giorno dopo giorno, vediamo offendere ed affossare nel degrado la nostra amata Terra.
RispondiEliminaLa risposta sta nel malgoverno...abbiamo sperato in persone che si sono rivelate disoneste intellettualmente....è inutile trovare giustificazioni...la Sicilia è stata affidata a mani sbagliate....tutto un giro di tornaconti personali...tutto un giro di "do ut des"....come non riconoscere che da noi tutto funziona al contrario ...come non riconoscere che non sono mai stati forniti ai cittadini servizi dignitosi, servizi che in altre città ho visto funzionare...il pesce puzza dalla testa e noi tutti parliamo, parliamo ma siamo sempre nelle stesse condizioni di prima....città sporche, strade dissestate, strade allagate per tombini intasati, autostrade che franano per scarsa manutenzione anzi manutenzione zero .. per monumenti, giardini, aiuole... e tutto il resto...cosa importano il sole, il mare, la natura, la storia se poi siamo schiavi di un sistema marcio fino all'osso e la Sicilia ne fa parte. Bisogna cambiare registro...che se ne vadano tutti a casa...ma tutti,tutti....io voglio dare fiducia al M5S....PROVARE PER POTERE CREDERE in un cambiamento..
RispondiEliminaCrocetta è diventato Governatore della Sicilia non certo per la sua esclusiva volontà , ma perchè la maggioranza dei siciliani gli hanno dato fiducia. Ora se i siciliani riescono a inanellare una serie così negativa di Presidenti di Regione non può essere un caso, ma una volontà ben precisa e fino a quando i siciliani stessi non evolveranno, non c'è possibilità di soluzione, non ha importanza evidenziare tutti i record negativi di Crocetta, se poi al momento di votare, chissà per quale strano caso, riusciranno sempre a scegliere incapaci sostenuti da quei gruppi e da quei partiti che nel tempo hanno abbondantemente dimostrato la loro inaffidabilità e la loro affinità con il malaffare.
RispondiElimina