di Gisa Siniscalchi - Il coming out di monsignor Krzysztof Charamsa, ha aperto una voragine in Vaticano e non solo, proprio alla vigilia del Sinodo sulla famiglia che fino al 25 ottobre prossimo affronterà temi scottanti come la comunione per i divorziati risposati e anche le questioni che riguardano l’omosessualità.
Una scelta, questa, voluta e motivata, lo ha dichiarato lo stesso Charamsa, opportunamente orchestrata, anche per costringere la chiesa a parlarne. Fuori dagli armadi gli scheletri che vi risiedono.
L’iniziativa del 43enne vescovo polacco, segretario della Commissione teologica internazionale vaticana e ufficiale della Congregazione per la dottrina della fede, assume nella sua individualità un significato importante per combattere la discriminazione e la paura del diverso in ogni ambito, religioso, sociale e anche politico.
Nei testi sacri, di quasi tutte le religioni, si parla di famiglia, di amore, senza distinzioni di sorta... sono sempre le interpretazioni che fanno la differenza.
Essere omosessuale, che si sia maschio o femmina, non è una malattia, ho sentito un ecclesiastico dire che si è cercato di aiutare Charamsa a guarire, guarire da cosa?
Lo si sapeva, dunque, come sempre si sa, non solo in chiesa, e bisogna nasconderlo, questo è inaccettabile, specie tra chi predica la verità, tra chi resta legato a dogmi e alle interpretazione delle scritture senza riuscire a fare un passo avanti contro le discriminazioni.
Se da bambini, per tutti è così, non esiste distinzione, verso nessuno, bianco, nero, disabile, bello, brutto, viene da pensare che è quello che viene insegnato in seguito a creare la discriminazione. Bambini che vivono in un ambiente di libero pensiero, saranno liberi dalle paure e non avranno timore del diverso, mentre altri, che vivono in società oppressive e oscurantiste, lo diverranno a loro volta... è l'educazione all'amore indiscriminato per l'altro che fa la differenza, una differenza sostanziale, anche se la società in cui poi vivranno, non lo è, completamente libera dai pregiudizi... purtroppo.
Quello della discriminazione è un tema centrale, che in questo momento storico di crisi profonda, sociale e umanitaria viene utilizzato da chi è a caccia di consensi alimentando paure e sentimenti xenofobi nei confronti dei migranti, dei rom... e di chi, per l'appunto, viene considerato "diverso". L'incertezza e la preoccupazione del domani, creano mostri ad ogni angolo, si acuiscono le tensioni e si spargono accuse addossando agli "altri" ogni male che affligge la società e la vita delle persone.
Dobbiamo smetterla di dare ascolto a queste voci, che parlano solo per il loro tornaconto.
La vera domanda è... diverso da chi?
Le discriminazioni non sono di oggi, nei secoli, alcune etnie le hanno subite, basti dire degli ebrei, ancor prima della seconda guerra mondiale, i pogrom di cui sono stati vittime, le accuse di Hitler poi, che li riteneva colpevoli della crisi del paese, mentre era solo il loro potere economico che temeva, erano i padroni del mercato del danaro.
E ancora i rom, nomadi e ladri per definizione, gli omosessuali e i malati.
Siamo tutti impauriti, dalla diversità, fosse anche solo il nostro vicino di casa, disabile o il bambino malato o un malato di mente, che evitiamo di guardare, perché ci da fastidio, urta la nostra sensibilità, la nostra "normalità".
Ci sentiamo tutti, brave persone, perché magari, facciamo qualche donazione, aiutiamo i poveri, ma alcune cose le troviamo inaccettabili.
Non siamo pronti, non siamo abituati all'accoglienza e a vivere con la diversità, e alla prova dei fatti, voltiamo lo sguardo, non ci piace, è come se fosse una malattia contagiosa, da cui stare alla larga, è questa la verità.
La verità non è da tutti, ma da qualche parte si dovrà pur cominciare, penso che bisogna prima di tutto guardarsi dentro, cercare le fragilità, ove siano, e lavorare su questo, educare il proprio essere a non avere pregiudizi, magari pensando che se noi abbiamo paura del diverso, forse il "diverso" ha paura di noi, ci vede come noi vediamo lui... non è assurdo tutto questo?
Per quanto riguarda i diversi per colore della pelle, per estrazione sociale, per abilità fisica, per religione, per etnia, ecc. non ho mai avuto istinti di discriminazione, di differenziazione o di indifferenza. Ho sentito in me, da sempre, che sono persone da non prendere le distanze solo perché di cultura diversa dalla mia o con un colore della pelle diverso dal mio.
RispondiEliminaUn discorso a parte devo fare per quanto riguarda la omosessualità. Data la mia età ho vissuto in tempo in cui gli omosessuali nascondevano la loro natura sessuale. Solo qualcuno di quelli appariscenti per il modo di comportarsi veniva allo scoperto. Il modo di pensare della società in generale, e della chiesa ( ora sono non credente, ma fino a 20 anni frequentavo l'Azione Cattolica) ci facevano credere che erano persone diverse, viziosi e malati. Adesso per istinto sono rimasto quello di prima, ma, fortunatamente, il ragionamento mi porta ad affermare che sono persone come me, solo con un istinto sessuale diverso al mio. Di questo non hanno nessuna colpa e non si devono vergognare. Le statistiche dicono che sono omosessuali circa il 10% della popolazione mondiale. Poiché i credenti dicono che siamo tutti figli dello stesso Dio, se ci fosse qualcosa di sbagliato bisognerebbe attribuirlo al Creatore.
LA DIVERSITA'!
RispondiEliminaL'argomento è vecchio come il mondo.
Allo stato ha acquistato una dimensione epocale per il fatto che l'uomo di oggi, in nome di una malintesa, a mio parere, rivendicazione di diritti e doveri, in particolare d'ordine economico prima che di ordine etico, ritiene di dover acquisire tali, per me naturali, diritti come doveri facendo rumore e trasforma, così, l' esistenza di tali condizioni naturali facendone una questione essenziale per la sopravvivenza dell'uomo stesso.
Certo che la vita e l'organizzazione sociale odierna presentano aspetti economici e giuridici diversi da quelli di un tempo e delle regole si rendono necessarie per l'equilibrio, appunto, economico e sociale delle comunità di oggi e allora chi ne amministra la cosa pubblica deve pèorsi davanti certi problemi, sempre economici e sociali e provvedere all'emanazione di norme che siano garanzia e tutela di tale umanità considerata “diversa”.
Da quando ho l'età della ragione ho sempre pensato che lo stato di omosessuale ( come il diverso in genere) sia un evento della natura e senza farne una faccenda di vita e di morte va accettato come tale.
Non nascondo che mi danno fastidio i cosiddetti “Gaypride” per la volgarità che li contraddistingue con una esibizione, direi quasi bestiale di nudità ed espressioni alle volte sconcertanti e impudiche e, a mio parere, offensive delle sensibilità intime anche se il vivere quotidiano, ormai impastato di un materialismo degradante e quasi offensivo della dignità umana sembra non aver altro modo di esprimersi. Tutto qua!
Penso che l'uomo debba accettare, senza discuterlo in quanto irreversibile lo stato di questi esseri umani che, in quanto tali, hanno diritto al nostro rispetto e alla nostra comprensione. Nulla di più.
Per chiudere: se l'uomo fosse capace di esaminarsi sinceramente nel profondo di se stesso scoprirebbe di quante cose naturalmente diverse è composta la sua natura e non farebbe tanto rumore come si suol dire...”per nulla......”.
Ognuno di noi ha qualche cosa di diverso dagli altri dovremmo avere l'intelligenza di capirlo da soli e accettarlo come farlo accettare.
Certo la scelta del vescovo è stata veramente coraggiosa, Charamsa aveva una carriera molto brillante, è un teologo, autore di molte pubblicazioni, una persona molto colta, insomma non è uno sprovveduto sà che questa sua rivelazione porterà delle conseguenze. Certo è pur vero che per me che ho avuto un insegnamento cristiano, capire che un prete o una suora ha un'orientamento omosessuole è sconvolgente perchè nella loro vocazione dovrebbe essere implicito il voto di castità e ubbidienza a Dio ! Se invece parliamo di Charamsa uomo e non prete il discorso, cambia, penso che Dio ha creato l'uomo e l'amore , ogni uomo è libero di amare chi vuole, forse per educazione siamo stati abituati a credere che l'amore è nel binomio uomo - donna, ma l'omosessualità è sempre esistita, oggi fortunatamente alcune famiglie coinvolte nell'argomento riescono a parlarne è in questo concordo pienamente con Charamsa che sceglie di parlare di questo argomento alla vigilia del Sinodo perchè l'amore omosessuale è un amore che ha bisogno delle famiglie ed è bellissima la frase che Lui stesso usa :"Ogni persona anche i gay e le lesbiche, porta nel cuore un desiderio di amore e familiarità." Un gay e in particolare un adolescente ancora confuso e incerto rispetto alle sensazioni interiori a contatto con un ambito familiare e sociale ostile si trova poi a fare delle scelte tragiche e terribili...! Ecco perchè per aiutare questi ragazzi che un giorno saranno adulti, professionisti, prima la famiglia e poi il resto se si sentiranno amati nel loro contesto familiare troveranno la spinta per andare avanti.Nel mio piccolo cerco di educare mio figlio al rispetto delle diversità, siano esse di razza, sesso perchè siamo tutti su questa terra figli di un solo Dio!
RispondiEliminaConfesso che per una persona di normale intelligenza e di media cultura dover ribadire, nell’era della globalizzazione, il principio del rispetto dell’eguaglianza tra popoli, tra le diverse abitudini sessuali, gli orientamenti religiosi, appare un esercizio noioso e anacronistico. Nel senso che argomenti come questi dovrebbero essere universalmente acquisiti e rientrare nella quotidianità dei rapporti sociali e umani tra esseri della stessa specie. Mi dispiace per chi ancora si attarda e si arroga il diritto di tracciare una linea di demarcazione per segnare il confine tra ciò che è “normale” e ciò che è blasfemo. Mi fanno anche un po’ pena per la sofferenza che provano nei confronti del “diverso”. Come se bastasse rispettare i canoni della cosiddetta normalità presunta (avere la pelle bianca, essere eterosessuale, praticare il cristianesimo, non essere immigrato o disabile) per avere la patente di uomo o donna perfetti. Il mondo è notoriamente pieno di criminali, mafiosi, corrotti e delinquenti che rispondono allo standard della “normalità”, ecco perchè l’unico discrimine che rende diversi gli uomini sono i valori di cui è portatore.
RispondiEliminaÈ atavico il bisogno di inquadrare tutto e tutti in tanti scomparti sui quali poi con estrema superbia mettiamo l'etichetta "giusto" o "sbagliato". La sessualità poi solo apparentemente non è più un tabù. Il definire gli altri "diversi" ci fa sentire nel giusto. Su questo blog un' articolista aveva affermato che fine della sessualità è la procreazione. Con l'imprimatur della Chiesa. Quindi più figli e più è vicina la porta del Paradiso.
RispondiEliminaQuindi chi non è nello scomparto del "giusto" è da curare oppure sopprimere.
Elimina... sembra impossibile, ma ancora oggi molti pensano che l'omosessualità può essere curata o che nel migliore dei casi è una disgrazia da gestire come una vergogna ...
RispondiEliminaDiciamo così: il monsignore polacco ha fatto la sua parte, la Chiesa è in riunione sul tema e dirà la sua e noi non dobbiamo fare altro che usare buon senso e misericordia per cercare dii capirci qualcosa, prima di sparare sull'uno, sugli altri e sulla Chiesa. Io dico che il monsignore ha fatto bene a parlare, scegliendo lui il momento e la circostanza. Dico anche che ognuno di noi è fatto come natura lo ha fatto, riconosciamolo e riconosciamoci, senza pre-giudizi e senza giudizi.
RispondiElimina... mi ha fatto piacere vedere il Monsignore così felice, ma non capivo la notizia, che lui fosse eterosessuale o omosessuale non è una notizia, rientra nella normalità, ... poi quando ha presentato il suo compagno ho capito, tuttavia molti non hanno ancora capito che la notizia non era che lui fosse omosessuale, ma solo che avesse un compagno, cioè che avesse tradito la promessa di castità fatta quando ha preso i Voti.
RispondiEliminaIo credo che se una donna decide di amare un'altra donna, non sono nessuno per sindacare sulla sua vita ciò vale anche quando gli uomini tra loro vogliono amarsi. Noi non siamo nessuno per sindacare sulla vita altrui e non siamo abituati al pensiero di farci i fatti nostri specie nel campo della sessualità altrui. Detto questo ogni persona, uomo e donna, ha diritto ad essere rispettata e noi abbiamo il dovere di rispettare i diritti altrui e astenerci da comportamenti che possano ledere i sentimenti altrui. Piuttosto meglio essere gay che assassini di donne. Anzi che diventassero tutti gay gli uomini di questa società. Dobbiamo semplicemente prendere coscienza del fatto che liberalismo significa anche libertà sessuale e dunque farci i fatti nostri sugli orientamenti sessuali degli altri.
RispondiEliminaIl razzismo è una cosa molto molto particolare e strana..a volte si esprime in piccolissimi dettagli di cui non si accorgono nemmeno le menti convinte di essere più aperte e tolleranti.. Il razzismo è una cosa molto strana : si manifesta nello stupirsi di dettagli negli altri che si pensano strani, speciali, mentre per noi li giudichiamo ordinari.. Per vedere il razzismo ci vuole una mente è un metodo altrettanto sottile, aguzzo e incedevole; ecco: pensare strano che un profugo oggi sia meno profugo perché possiede il cellulare e come dire un secolo fa che "i negri sono inferiori".
RispondiEliminail razzismoe la discriminazione sono cose che si manifestano attraverso modi striscianti che sono quelli da tenere più all'attenzione: parlare di "unioni fra persone normali".. parlare di"unioni contronatura"..sono approcci che celano il fondamentalismo che anche questo paese ha nella pancia, ovvero di creare delle leggi in qualcosa che invece è solo una regola dettata da scelte personali,nel mondo non bisognerebbe ragionare secondo questo modello se ci si sente demnocratici, si dovrebbero rispettare pluralità, libertà di scelta e autodeterminazione..e su questo , da persona che vive anche fuori dall'europa, affermo che siamo percepiti come un modello con problemi gravi fra teorie e applicazione, non siamo un modello così interessante, visti da fuori, come noi siamo convinti di essere...ovvuio: fuori dalla democrazia occidentale non è detto che si stia megli...ma la democrazia occidentalie troppo spesso di considera la cuspide, l'apice, il punto apicale dell'evoluzione..forase bisogna osservarsi con maggiore onestà intellettuale e adoperarsi per rimuovere tante contraddizioni
Io mi chiedo: se già nel nostro piccolo condominio facciamo dei distinguo perché tizio è sguaiato, essendo del sud, l'altro è tirchio venendo dal nord, riusciremmo poi all'atto pratico gestire una situazione del genere? Mi spiego meglio. Facciamo finta che tuo figlio/a ti torni a casa una bella sera e ti confessi di essere innamorato di una persona del suo stesso sesso, come reagiremmo? Facile commentare le vicende degli altri, dovremmo sicuramente lavorare molto su di noi, in caso fossimo parte in causa. Scommetto che la prima cosa che faremmo abbracceremmo il figlio/a e poi freneticamente nella nostra testa ci scatterà la paura che gli /le venga fatto del male, sul posto di lavoro o a scuola, perché quella è carne della nostra carne, ohibò, gli vogliamo bene "anche così". Nella peggiore delle ipotesi che faremmo? Oddio che figuraccia, non diventerò mai nonna, se lo sapessero i vicini, guarda l'amica della sorella del parente conosce una buona psicologa , vuoi farci una chiacchierata tanto per vedere se "è una roba momentanea?" In fondo siamo tutti uguali e tutti diversi. C'è chi mangia il riso, c'è chi predilige la pastasciutta, chi si copre col velo e chi si scopre perché "è libero". Chapeau a Charamsa e al suo compagno e grazie perché ci hanno fatto riflettere a noi poveri mortali di tematiche che al di là di quanto uscirà dal Sinodo, ci ha messo a nudo l'anima, ci ha fatto capire che tutti siamo un po' razzistelli e impressionabili. Oggi sono i gay, fra due giorni magari è il "nero" che salirà agli onori della cronaca perché magari ha ritrovato un portafogli e l'ha riconsegnato al povero pensionato che l'aveva smarrito sul muretto della posta e noi nel nostro bozzolo caldo ci sentiremo di dire : "hai bravo bravo? Anche DA LORO ce ne sono di bravi"... Ogni giorno quando mi sveglio, prego Dio di non combinar casini, di non fare figuracce e mettere in imbarazzo la gente che incontrerò. E cerco sempre di mettermi nella parte dell'altro. Perché da giovane avevo certezze incrollabili, più invecchio, più imparo, più sono tollerante. Buona fortuna a tutti noi.
RispondiEliminaMi sembra che in giro ci sia molta approssimazione e faciloneria per questioni che riguardano gli altri. Vorrei vedere ognuno di noi se un bel giorno, il proprio figlio o figlia arrivasse a casa e vi dicesse sono gay ! Ciò premesso io miscredente, ma di cultura cristiana, ho sempre sostenuto che i preti si possano sposare ! Cio premesso vi voglio fare una domanda...che direste se un bel giorno tutti uomini e donne diventassero gay....ecco nel giro di una generazione scomparirebbe la razza umana ! Ciò premesso desidero ricordarvi che la chiesa cattolica è la più longeva monarchia del mondo...ovvero dura da quasi 2 mila anni con le sue regole e leggi. E' vero il celibato non è scritto nella bibbia e l'omosessualità è sempre esistita. Quando io scelsi di fare il medico sapevo che l'ordine dei medici, l'ospedale e l'asl mi imponevano di fare un certo numero di guardie mediche festive ed anche notturne. Io non potevo rifiutarmi di fare le guardie festive e notturne...altrimenti avrei dovuto cambiare mestiere ! Se io avessi aspirato a fare il prete nella monarchia cattolica...avrei certamente saputo che la vita di coppia sia etero che omosessuale non era consentita ! Non posso dopo avere accettato una missione ed un contratto dell'amministrazione o nella fattispecie, della chiesa cattolica, scelta liberamente e senza imposizione, dire guarda io ho una compagna o un compagno e sono etero od omosessuale...significa che vuoi cambiare missione o mestiere...chiaro...? Direi lapalissiano ! Tutto il resto sono inutili ghirigori...oppure odio per la monarchia cattolica...allora lo si dica chiaramente ! IO VOGLIO DISTRUGGERE LA CHIESA CATTOLICA !
RispondiEliminaNessuno vuole distruggere la chiesa cattolica, non è questo il tema del contendere, la scelta del vescovo è stata volutamente per costringere la chiesa a valutare le cose in modo più efficace, come dici bene anche tu...l'omosessualità è sempre esistita e i testi sacri non parlano di celibato, la questione vera è che comunque, nella chiesa cattolica c'è una grande presenza di preti gay e anche etero, che non rispettano le regole, ma lo fanno di nascosto...non trovo accettabile tutto ciò...tutti sanno e nessuno parla...è un fatto conclamato essere umani e provare questo o quel desiderio....e se questo può servire a risvegliare la chiesa dal letargo dogmatico...ben venga una rivelazione siffatta...grazie.
EliminaLeggo nei commenti di quest'ulteriore interessantissimo e attualissimo problema postoci dalla eccellente Gisa, parole giustissime come "atavico", "bisogno di catalogare", cioè tutti mezzi per "crearci" delle certezze sulle quali basare la nostra vita. Credo che tutto ciò dimostri in modo evidente la fragilità dell'essere umano, che pur di salvaguardarsi da ciò che non comprende, cataloga e spesso distrugge, quello che per ignoranza e pigrizia mentale (se non limitatezza) trova estraneo da se stesso. Ma ora, una domanda retorica se non ironica.....vorrei che gli "addetti ai lavori" mi indicassero il passo della Bibbia dove viene indicato il celibato o le restrizioni sessuali dei predicatori della parola di Dio. Per rispondere anche al sig. Giuseppe Vullo che parla di obblighi "contrattuali" con l'istituzione "chiesa", vorrei ricordare che l'obbligo del credente attiene solo la sua coerenza con la parola di Dio, che troppo spesso è confusa con la parola della chiesa! La "Chiesa maestra di vita" credo sia un concetto da archiviare definitivamente visti gli errori ed orrori di cui è stata artefice nel tempo. Oggi il gesto di monsignor Krzysztof Charamsa deve essere visto proprio nell'ottica di un invito ad un sano esame di coscienza da parte della chiesa, per non incorrere in un ulteriore e grave errore di discriminazione di cui pagherà in futuro le conseguenze. Ancora un complimento alla sig.ra Siniscalchi sempre puntuale e precisa nelle sue esposizioni.
RispondiEliminaGRAZIE...altro da dire...
EliminaGrazie
RispondiEliminaCondivido interamente il contenuto dell'articolo tanto da congratularmi per la chiara e semplice esposizione delle argomentazioni e stimolarti alla trattazione di altri casi che possano interessare l'opinione di quelle persone che vivono racchiuse nel loro "guscio" e che vedono le cose da un'ottica tutta personale. Mi congratulo e sarebbe molto interessante leggere un tuo articolo che tratti lo scottante problema sulla sicurezza in genere delle città e riferita, specificatamente, all'ordine pubblico e come lo stesso viene affrontato dai politici e dalle nostre forze di polizia (Carabinieri e Polizia di Stato). Grazie
RispondiEliminaGrazie a te....ci penserò al tuo consiglio, mi documenterò e poi vedrò cosa riesco a mettere insieme...grazie per il commento..
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