di Valentina Falcioni - Una trentina di anni fa, in compagnia di un compagno di scuola, e di passioni, intrapresi vacanza in Turchia:
nel classico spirito di quei tempi, ci eravamo prefissati di percorrere la costa turca con i soli mezzi locali: decidemmo di muoverci a piedi, con la sola tenda, da un paese all’altro, da un sito archeologico all’altro, con i piccoli pullmini pubblici; visitando le città della costa turca seguendo un po’ l’istinto ma soprattutto le iconcine che sulla mappa erano segnate accanto al nome di ognuno di quei villaggi e in ognuna la descrizione di vastissimi siti archeologici.
Il mio compagno di viaggio si dimostrò la persona più adatta: la sua grazia, la sua gentilezza e il suo sguardo delicato di certo mi insegnarono a imparare osservando fino a sentirci in una dimensione di totale nostro agio: effetto della bellezza, dell’arte, di quel linguaggio comune rappresentato da quelle opere d’arte in un paese di cui erano incomprensibili persino le indicazioni stradali in alfabeto arabo (allora non c’era turismo).
La costa turca, quella che guarda la Grecia, è un susseguirsi senza soluzione di continuità di piccoli paesini, ognuno dei quali ha alle spalle meravigliose città archeologiche sorte sin dal primo secolo prima di Cristo e rimaste per oltre un millennio perfettamente intatte: prima i resti ittiti, poi tardo ellenici, a cui seguivano quelli della Grecia, ionica, dorica e corinzia e infine le stratificazioni romane… quelle imperiali fino a quelle cristiane e le prime commistioni con l’islam; strade, biblioteche, circhi, terme, teatri, acquedotti, templi e abitazioni: tutto in un succedersi stilistico e temporale del tutto armonioso.
Camminare su quelle strade mi fece capire quanto tutto il Mediterraneo fosse unito da questa continua stratificazione di culture che hanno attraversato mari e stretti e che hanno condiviso le arti, la lingua, le religioni, le conoscenze filosofiche e matematiche come anche i conflitti. Fu una vera rivelazione capire le nostre radici comuni e questo, lo ricordo, mi fece sentire una persona così ricca da sentirmi grata non solo al mio gentilissimo compagno di viaggio, ma anche a questi siti archeologici che così chiaramente disegnavano il retroterra culturale dei popoli del Mediterraneo come fossero le spirali del nostro DNA, facendoci capire quanto questo immenso tesoro, a prescindere da dove si trovasse e chi lo custodisse, era comune: “nostro”.
Con la mia curiosità di approfondire, imparai che tutta la costa del Mediterraneo, dalla Spagna all’Italia, dalla Siria al Marocco, fosse in realtà un unico paese che disegna il confine di un mare comune. Oggi, moglie di un senegalese musulmano so anche che esistono conoscenze che si fanno nella reciproca differenza... intercettando i fili comuni. E sono convinta che questo approccio sia nato dall’acquisizione di quella consapevolezza acquisita durante quel viaggio. Grazie a quell’insegnamento, comprendo quel "vallo" che va mantenuto sapendo che siamo un popolo che è capace di parlarsi nel rispetto delle diversità. Anzi: trovando in queste diversità tutto quanto rende poi l’umanità un insieme di vite ed esperienze in costante dialogo, anche quando inconsapevole.
In questi giorni i terroristi dell’Isis, (che vaneggiano la supremazia dell’islam di Maometto II) facendosi scudo del dogma dell’iconoclastia, sferrano colpi micidiali, verso questi siti archeologici fino a raderli al suolo; e lo fanno strumentalmente perché oltre a seminare morte e orrore, queste azioni nascondono nuove razzie per trafugare reperti che purtroppo hanno un mercato spregiudicato e irrispettoso, e qui di nuovo, complice è il mercato disponibile all'acquisto...
Questo ferisce il cuore del Mediterraneo, ferisce la nostra storia, oltre a uccidere le vite di coloro che, lì, tentano di opporsi alla loro furia. Ultimo di questi assalti vandalici è al sito di Palmira. E l’uccisione dell’anziano e stimato archeologo Khaled al-Asaad: fedelissimo guardiano direttore archeologico di Palmira, decapitato per non aver consegnato "il tesoro", è, per me, la più struggente e dolorosa tragedia. Comprendendo intimamente che anche io avrei fatto come Khaled.
Anche per questo motivo è inutile fare il distinguo fra "islamici" e "non”: quando si ha a che fare con un gruppo di barbari violenti e assassini: sfregiare l'arte di Palmira è un pugno nello stomaco dell'umanità, fatto con metodi antichissimi, ma ben conosciuti da noi occidentali, perché la nostra storia è ricca di questi passaggi oscurantisti.
E quest’ultimo, come tutti i precedenti della storia dell'umanità, e della disumanità, mira a colpire le nostre fondamenta, la nostra identità: io, in merito a quanto sta accadendo, sono addolorata, rabbiosa. Ho disgusto. E accarezzo l’idea che in questo caso, sì, si intervenga anche con le armi per difendere questi pilastri della nostra identità di uomini. Anche nel rispetto di tutti quelli che proprio lì, nella culla della civiltà, difendono, con amore e rischio della vita, i nostri tesori.
Quei luoghi non possono difendersi, ma noi, noi invece noi abbiamo il dovere di accogliere i profughi e difendere quelle opere allo stesso modo... con lo stesso spirito, con lo stesso pensiero di chi ha il compito di salvare sempre ogni piccolo pezzo, tessuto connettivo della nostra civiltà, che ci rende ricchi, parla la nostra lingua e lega le nostre radici comuni.
bellissimo articolo da condividere !!!
RispondiEliminaUn bel pezzo di vero giornalismo , senza enfasi né luoghi comuni , misurando le parole e sostanziandole con la storia del ( mare nostro ) della multiculturalità e della feconda contaminazione dei diversi popoli .
RispondiEliminaMi lascia perplesso solo la conclusione , dettata dal sentimento , di una guerra nei confronti dei nuovi barbari . perché non capisco da dove cominciare e dove finire ,e cosa fare dei loro complici che li foraggiano in molti modi , quasi tutti in occidente , e non solo ...In ogni caso , rifaccio i complimenti a Valentina per il pezzo ben fatto
salvo, alla guerra non penso mai, non è nel mio stile.. Non ho risposte da dare se non quelle politiche per uscire da questo tremendo disastro senza peraltro aggiungere altro orrore e disperazione nelle genti, se non attraverso vie politiche, che non sono all' altezza di inventare e proporre.
EliminaIo non sono un archeologo ...sono un ex bancario un pensionato ..anche io ho avuto modo di fare un bellissimo viaggio con mia moglie in turchia ...nel 1975 .ma ripeto non sono archeologo ma ho letto con un disagio la triste fine che ha fatto quel grande uomo Khaled al-Asaad: fedelissimo guardiano direttore archeologico di Palmira . sono gesti che hanno un gigantesco significato oltraggiare l'arte cosi amata da noi sono disgustato da questa banda di ..criminali ..senza nessuna ideologia se non quella di profanare e distruggere questi antichi siti ...la Falcioni dice sono sposata con un mussulmano ..ecco il marito cosa pensa di questo gesto inutile fatto dai suoi fratelli ..mussulmani ?Oggi con tutto questo fiume di persone che arrivano da paesi da troppo tempo devastati ci portano a fare riflessioni ..per secoli i paesi africani sono stati un trofeo del colonialismo gli africani sono stati deportati con la tratta dei negri sono state alimentate numerose guerre fornendo armi aerei carri armati ..il tempo ci sta dicendo che tutto questo male ora ci ritorna indietro ..che fare e' misericordia accogliere i nostri fratelli neri che al di la del colore sono nostri fratelli di una madre terra che ci accoglie tutti neri bianci rossi gialli e con lingue diverse ma dal punto di vista umano nella carne e nel pensiero esattamente uguali ...a noi Vedere il grande lavoro che fanno le navi della marina che salvano questa massa umana dolente fa commuovere ..si commuovere ..
RispondiEliminaQuesto articolo è emozionante, sapere come viene distrutta l'arte, la cultura, monumenti storici che rappresentano anche parte della nostra storia, ma qualche errore sulla Libia e sul medio oriente lo abbiamo commesso anche noi...
RispondiEliminaNel leggere questo bellissimo articolo, mi sento pungere gli occhi, mi pervade un dolore che è quasi fisico, un dolore nell'anima, per le vite soppresse, in primis e per l'attacco insensato e consapevole, perchè lo è, mirato e spregevole, mirato a colpire non solo persone, ma ben più la nostra identità, che è anche la loro, poichè siamo tutti figli della stessa terra, uniti dallo stesso mare, da un ceppo comune, le nostre religioni seppure diversificate hanno lo stesso punto di partenza.
RispondiEliminaE ora questi vandali, barbari, se così si può dire, interpretano il loro credo in maniera perversa e sbagliata, distruggendo il principio stesso di civiltà, il passato storico ed archeologico di queste che sono terre nostre, di tutta l'umanità, un passato che nessuno potrà riportare indietro, tutto quello che viene distrutto, è morto, e non tornerà, da queste ceneri, non ci sarà nessuna araba fenice che potrà risorgere, tutto finito, tutto dimenticato...non possiamo permetterlo, non dobbiamo, non si può soccombere a questa barbarie, in nome di cosa poi, di una religione che non può e non deve giustificare un simile scempio...nessun libero arbitrio che tenga, questa è solo ignoranza o forse, è un dubbio forte che ho, ignoranza manovrata da poteri o forze che vogliono solo guadagnare sulla pelle dei loro adepti....non so...è un dubbio che mi affligge...e concordo con l'autrice dell'articolo...si deve fare ogni cosa possibile, per salvare e salvaguardare quei luoghi, che sono la memoria di tutta una civiltà...che non è solo nostra....ma appartine all'umanità intera...grazie.
Bellissimo articolo. L’autrice ci riporta a 30 anni fa, quando col suo compagno di viaggio ha potuto girare la costa mediterranea, dormendo in tenda e spostandosi con mezzi pubblici, senza incorrere in quello che potrebbe accaderle oggi.
RispondiEliminaVado subito a commentare la conclusione finale e la soluzione proposta dalla Falcioni. “ gruppi di barbari violenti ed assassini”. “si intervenga anche con le armi per difendere la nostra dignità di uomini”.
Che siano barbari, violenti ed assassini, quelli dell’Isis, nessuno, tra gli uomini di buon senso, di qualsiasi religione, lo mette in dubbio. Il problema sorge quando si deve trovare il modo di fermarli e renderli inoffensivi. Qualcuno vuol fare risalire tutto questo ai torti fatti dal mondo occidentale a quei popoli. Non sono d’accordo. Secondo me è un fanatismo strumentale per imporre il loro comando e ammantarlo con la fede.
E allora? “si intervenga con le armi”. Molto più facile a dirsi che a farsi. Chi dovrebbe intervenire? Certamente l ‘ONU. Si sa che l’ONU non ha un esercito, ma dovrebbe dare il suo assenso affinchè un gruppo di nazioni intervenga con truppe di terra. Gli interventi aerei si sono dimostrati inefficaci. Questo intervento doveva essere tempestivo e stroncare sul nascere questo movimento di terroristi. Adesso è molto più difficile contrastarlo. Comunque se queste decisioni tarderanno ancora o addirittura non verranno mai prese, le conseguenze per gli uomini e per le testimonianze delle civiltà del passato saranno gravi.
Michele, difatti ho scritto che accarezzo l' idea dell' uso delle armi per difendere quell' immenso patrimonio..è un ulteriore grido di dolore che esce dal mio animo..so benissimo che non è aggiungendo morte e disperazione che si risolve un problema di disperazione e morte come quello che subiscono gli abitanti di quei paesi
EliminaCosa ci stanno a fare organizzazioni mondiali come l'Onu se non riescono ad organizzare una risposta creando una task forze internazionale, a presidio della tutela (anche con le armi) di interi patrimoni dell'umanità. La distruzione di queste opere irripetibili, che hanno attratto milioni di visitatori, vengono lasciati in balia di una delinquenza terroristica inedita e incontrastata, che a colpi di mazza cancella in pochi minuti millenni di storia e di testimonianza culturale di interi popoli. Ogni picconata contro una scultura è un colpo al cuore alla identità di un luogo, di una nazione, di una comunità, cui ognuno di noi si sente parte integrante quando ci si rende conto che viene negata al mondo, per sempre, la possibilità di poter ammirare quelle opere d’arte. E’ troppo forte il senso d’impotenza che ci pervade nell’assistere a quelle devastazioni per mano di criminali, e non riusciamo a contenere la rabbia nel vederli agire indisturbati in luoghi dove non sono degni di mettere piede. All’inizio, vedendo quelle immagini, speravo che dopo i primi colpi che mutilavano statue, busti, sculture, si fermassero e andassero via. Invece quei criminali volevano la distruzione e la cancellazione totale di ogni simbolo di una cultura e una religione a loro avversa. Se per il problema dei migranti ci si appella, giustamente, alla sinergia degli stati europei, per contrastare l’Isis e i suoi crimini contro l’umanità è richiesto uno sforzo e un impegno a livello mondiale. Speriamo che se ne abbia consapevolezza in tempo utile, quando ci sarà ancora qualcosa da salvare e da conservare.
RispondiEliminaL'articolo di questa giornalista oltre che bello culturale e scritto con quel purismo lessicale che affascina la lettura, non cade mai nel banale e nella decadenza che è ruffiana di se stessa. Da tempo seguo le imprese di questi distruttori di esseri umani e di culture. Da tempo seguo con il fiato sospeso questi assassini, chiedendomi come possono essere fermati. Certo mi duole che siano distrutti siti archeologici che sono le vestigia sontuose del nostro passato, ma più di tutto mi duole la sofferenza e la morte che questi esseri mostruosi portano con se. Con questi non vale la ragione oppure il dialogo, sono soltanto portatori di morte e devono essere combattuti e sconfitti allo stesso modo con cui si lotta per sconfiggere un cancro. Il cancro si bombarda senza dialogo!
RispondiEliminaMi sa che di fronte a certi crimini (l'arte, certamente, ma anche gli stupri e le crocifissioni) bisognerà prima o poi ricorrere proprio alle armi. Purtroppo, mi rendo conto che non è molto credibile, in questa battaglia, chi -con la scusa delle armi di distruzione di massa che non c'erano- è andato a fare la guerra in Iraq! (E qui mi limito a fare solo questo esempio, per carità di Patria!).
RispondiEliminaL'Onu è svogliata, certo. La Lega Araba idem. Ancora una volta l'umanità dimostra di avere, nel suo dna, le stesse nobiltà ma anche le stesse miserie. L'Islam - che ha una storia relativamente più recente di altre religioni, prima o poi avrà la sua Riforma, farà il percorso che ha fatto a suo tempo anche il Cristianesimo (che un tempo bruciava le streghe e sterminava nel nome del suo Dio, e solo dopo molto sangue ha abbandonato certi orrori). Mi sa che - come per noi - l'Islam ha bisogno di spargere le stesse porcherie, prima di produrre al suo interno una reazione sufficiente a sconfiggere chi nel nome di Allah pensa -ad esempio- di poter rinchiudere le donne dietro ad un telo che le rende invisibili.
Non so cosa ci riserva l'immediato futuro, ma so che la gran parte dell'umanità -che ne sia cosciente o meno- anela alla libertà, alla Democrazia, al Progresso, alla felicità. Magari io non farò in tempo a vedere tutto questo. Ma qualcuno dopo di me lo vedrà.
Articolo interessante, ma lascia però trasparire l'idea, che il Califfato sia ispirato esclusivamente da vaneggiamenti fondamentalistici fini a se stessi, mentre appare più che consistente, il dubbio che i suoi moventi ed origini abbiano ben altri ispiratori, non estranei anche ai fatti di Palmira. Io mi chiederei anche se dietro l'ISIS, ci siano menti e registi e sopratutto, quali potrebbero essere i loro reali interessi.
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EliminaGiovanni: non amo fare dietrologia ma le derive nostalgiche verso il passato le conosciamo anche noi.. il modello imperialistico, il colonialismo, le dittature degli anni 30...erano tutte nella ricerca di una ricchezza e prestigio economico e culturale...ricerca ovviamente "strumentale" fatta riproponendo quel modello dell'impero romano,
Eliminaogni rievocazione del passato vediamo che in realtà è il canto del cigno, l'apice della decadenza...ma è anche questo: restaurazione nostalgica per avere consenso ma sopratutto per esercitare potere; non mi sorprende che anche nel mondo asiatico, una pessima analisi fatta da persone avide strumentalizzi per mero uso e abuso di potere i fasti del passato, quando la mesopotamia era l'ombelico del mondo, l'islam insegnava cultura ed era modello di massima civiltà...una lettura rozza e strumentale ovviamente, dietro vi è ben altro,dietro vi è la sete del dominio petrolifero, ma sete di potere camuffata come lo è stato il nazismo e il fascismo quando rievocavano i fasti imperiali
Ci siamo chiesti perchè non si impedisce tutto questo ?...ci siamo chiesti, per esempio, da chi comprano le armi?
RispondiEliminaPrima di tutto voglio dire il mio GRAZIE alla signora Valentina Falcioni.
RispondiEliminaGrazie per il suo delicato articolo di illustrazione della bellezza dei luoghi da lei visitati, e grazie per aver denunciate le responsabilità, non tanto dei nuovi barbari, ma quelle delle Istituzioni internazionali, che amcora non sono intervenute per salvare il salvabile di quel che resta dela nostra civiltà.
Quel che è successo a Palmira, al suo eroico custode Khaled al-Asaad, è il paradigma di ciò che succederà, in altre forme, ma con lo stesso risultato, a quella civiltà che lei così mirabilmente ha descritta nel suo bel pezzo di alto giornalismo.
Io non conosco i motivi per cui le Istituzioni mondiali non siano ancora intervenute per fermare la barbarie di questi terroristi folli, ma ne sono quasi sicuro che si tratta di calcoli....... freddi calcoli politici, nei quai non trovano spazio la storia, la cultura, in definitiva la salvaguardia della nostra millenaria civiltà.
Fa piacere, da speranza, che persone capaci di porre i problemi così come ha fatto lei, scrivano della storia, dei siti che testimoniano di un passato pieno di contenuti civili. Delle persone che hanno dato la vita per preservarli dall'usura del tempo, e per farceli conoscere. Sotto questo aspetto il martirio e l'uccisione di un uomo come Khaled al-Asaad assume un aspetto ancora più barbaro, compiuto da gente che ha perso l'uso della ragione.
Anch'io mi chiedo, come hanno fatto altri, a cosa servono le organizzazioni quali l'ONU, se non ad intervenire pesantemente in queste occasioni.
Forse i motivi di questi mancati interventi non sono poi tanto reconditi. E' già successo a Sebrenica 20 anni fa, non nel medio evo, quando alla presenza dei soldati dell'ONU, furono lasciati massacrare dai Serbi 8.000 mussulmani Bosniaci. L'ONU era presente, ha visto tutto (massacrati ragazi dai 14 anni in su), non hanno alzato un dito.
Effettivamente qualcosa che non quadra c'è ed è evidente. Troppo spazio è stato concesso a questi delinquenti terroristi. Troppo indulgenza da parte di tutte le potenze mondiali che non trova giustificazione apparente. Dice bene l'autrice é arrivato il momento di agire perché é in corso un attacco fortissimo alla nostra identità alle nostre radici. E complimenti per l'articolo.
RispondiEliminaQuello che sta succedendo ad opera dell'ISIS è di una gravità inaudita; il disprezzo dell'uomo, la violenza, la malvagità, La ferocia esercitati contro chi non condivide le loro follie ci riportano alla memoria vecchie barbarie. Come diceva Quasimodo nella poesia " Uomo del mio tempo" il progresso dell'animo umano non esiste, l'essere umano sarà sempre una bestia di malvagità qualunque sia il tempo in cui vive. Quindi violenza contro gli uomini e loro annientamento, ma anche violenza contro la cultura e tutte le sue espressioni. Le loro azioni ci fanno tremare d'indignazione e di orrore; la distruzione di siti archeologici sta a significare il totale annientamento di tutto ciò che non rappresenta la loro storia. Tutto ciò è terrificante e può essere equiparato solo alla follia nazista. Il pensiero che mi turba è perché stiamo in attesa; l'Occidente è intervenuto per motivi meno gravi e a volte sbagliati, ma in questa occasione non reagiamo anche se il pericolo è enorme. Qualche anno fa ho avuto la fortuna di fare un viaggio in Siria e ho scoperto un paese bellissimo, con siti archeologici straordinariamente intatti perché conservati per migliaia di anni sotto la sabbia. Palmira è uno di quelli, forse il più bello. Ricordo che la nostra guida siriana ci raccontava della loro speranza nel turismo che stava prendendo piede e che portava ricchezza al paese molto povero. Chi avrebbe mai potuto immaginare che dopo pochi anni quel paese sarebbe rimasto vittima della guerra interna contro Assad e della follia distruttrice dell'ISIS?
RispondiEliminaBellissimo articolo. .vogliono distruggere la memoria di in popolo affinché scordino la loro grandezza....Meritano scomparire dalla faccia della terra.
RispondiEliminaHo letto l'articolo bello e delicato di Valentina Falcioni e l'ho apprezzato molto. Evidentemente la bellezza dell'arte, che è ciò che accomuna le persone civili e sensibili e che supera le stratificazioni culturali e le diversità etniche,non ha minimamente toccato o ingentilito quei cuori. I terroristi dell'Isis non hanno raso al suolo soltanto dei siti archeologici ma hanno mostrato la loro ferina barbarie uccidendo l'archeologo: sono soltanto portatori di morte e di barbarie e vanno fermati con ogni mezzo al più presto.
RispondiEliminaLa distruzione dei siti archeologici di Palmira e di altri siti similari in Siria ed in Iraq, sono la " goccia " traboccante della " pochezza mentale " di cui si nutrono i terroristi dell'Isis. Pochezza mentale legata al loro fanatismo e fondamentalismo che " sono catene " di cui sono legati mani e piedi questi biechi individui che distruggono ed ammazzano, distruggono testimonianze vive e fondamentali di civiltà, ammazzano i custodi di questi siti come Kaled Asaad trucidato da " bestie feroci ", che agiscono non comprendendo che " tagliando le radici " non si ha futuro e loro non hanno futuro. Voglia al più presto il mondo occidentale ed anche quella parte di paesi musulmani che ancora credono a barlumi di civiltà e tolleranza, fare " una coalizione " determinata a sconfiggere definitivamente questi biechi assassini e distruttori di civiltà fondamentali.-
RispondiEliminaBellissimo,accorato articolo di chi sa nutrirsi di bellezza e arte!!!Il viaggio evocato è un ritorno alle origine,un vero percorso storico della mente e dell’anima,senza ricercare alberghi di lusso.la nostra articolista,ha vissuto un’esperienza meravigliosa insieme ad un compagno di viaggio superlativo che pochi possono vantare!!!!Il cuore duole ancor di più a vedere la devastazione di questi luoghi!!Palmira è patrimonio dell’Unesco dell’epoca pre islamica ed è questo il motivo che fa mettere le bombe a questi barbari assassini. I riti con cui uccidono sono teatrali e orrifici Io non trasmetterei le uccisioni perché vogliono terrorizzarci e direi che ci sono riusciti bene!!!la rabbia è grande e tutti ci chiediamo che cosa si aspetta ad intervenire in maniera definitiva Quanti moriranno con le gole tagliate,quanti monumenti salteranno !!!Palmira Patrimonio dell’Unesco a che cosa è servito ?Questi che compiono sono crimini contro l’umanità IO HO PAURA dell’ISIS ,di tutto il fondamentalismo islamico e dei suoi orrori. io ho paura dell’ accumulo di grossi capitali in califfati che sovvenzionano orrori;ho paura di quelli che dicono che è tutta propaganda e non è vero niente di dover discutere se il crocefisso deve restare nelle nostre scuole.l’ISIS non è lontana e cellule terroristiche sono a casa nostra. Io ho paura ma sono tanto arrabbiata come la signora Valentina . In Sicilia,nessuno in 100 anni di dominio arabo fu costretto a rinunciare alla sua fede in cambio di una tassa e quando subentrarono i Normanni,gli arabi costruirono le chiese CRISTIANE,magari secondo il loro stile,ma con il crocefisso. Cosa si aspetta ad intervenire a livello mondiale e non sovvenzionando chi li combatte !!Per il momento sono una banda carica d’odio e crudeltà ma noi aspettiamo che si organizzino meglio e che passeggino per l’Europa mettendo i loro macabri vessilli!!!! Cos'altro devono fare per convincerci?
RispondiEliminalo condivido in pieno, per anni ho viaggiato per tutti i territori dell'impero romano , dal vallo di Adriano in Scozia a Volubilis, dall'Ararat a Leptis Magna. Ricordo un pomeriggio a Palmyra , prendendo un the nel foro, eravamo 15 persone, il colore rosato del tramonto , la pace . La cosa che ho sempre rimproverato agli amici arabi è questo loro ignorare tutto quello che esiste prima dell'Egira , non riconoscono le radici comuni del Mediterraneo e questo è il primo problema . In quanto all'Isis , è mia ferma opinione che fare un discorso di democrazia è l'errore più grande che si possa commettere. Si da la sensazione della loro forza e della nostra debolezza, un po' come parlare ai mafiosi. Occorre un'azione di forza e spietata. Poi quel carrozzone corrotto ed inutile dell'Onu si impegni a spazzare via i regimi corrotti dell'Africa e ripristinare condizioni di vita decenti invece che impoverirla demograficamente . Ma ha sentito una sola parola da parte del Segretario Generale, l'essere più inutile della terra?
RispondiEliminaOso dire che Valentina Falcioni, della cui amicizia, seppure virtuale, vado fiera, ha descritto anche in maniera direi poetica, il terrificante misfatto, compiuto ai danni di Palmira. Va da sé che questo orrendo crimine ha colpito tutto il mondo civile oltre che culturale! Sono pienamente d'accordo sul fatto che siamo arrivati al PUNTO DI NON RITORNO, per cui trovo giusto, logico e normale che si faccia di tutto... per fermare questi pericolosi fanatici esaltati, con qualunque mezzo! Lo ritengo un dovere! BRAVISSIMA VALENTINA, UN GRANDE ABBRACCIO....
RispondiEliminaL'Isis si espanderà ancora senza nessun intervento militare. Mi sembra strano parlare di guerre eppure la storia si ripete proponendo nuove questioni. Le nazioni unite sono state fallimentari ovviamente cosa potevamo aspettarci da un organo istituzionale di tale portata formato dalla principale democrazia di pistole (gli USA)? Principale produttore ed esportatore di armi. Senza gli USA si potrebbe programmare una seria lotta al terrorismo. Prima di allora ritengo che la mia vita o quella di un normale lavoratore valga di più di un pezzo di storia dimenticata dalla comunità internazionale.
RispondiEliminaSono stata cruenta lo so ma il buonismo mi sto rendendo conto porta solo disgrazie.
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RispondiEliminaSembra una dramma infinito scritto e interpretato da attori malvagi, crudeli, fanatici di fronte ai quali c'è debolezza e superficialità. E forse troppi interessi oscuri. Ci sveglieremo quando sarà troppo tardi?
RispondiEliminaSolo se comprendi il valore della Cultura, solo se ti sta a cuore la sopravvivenza di questi capolavori, solo se capisci il senso di continuità che ha la storia, blocchi (o almeno tenti di bloccare) questo scempio, questo affronto all'umanità intera !
RispondiEliminaCondivido in toto l'articolo di Valentina, ed anche le sue proposte. Occorre uscire dalle logiche complottiste, che poi, in concreto diventano giustificazioniste dei delitti di questi macellai, e d'altra parte non cedere di un millimetro, anzi implementare, le politiche di accoglienza dei migranti. "Aiutiamoli a casa loro" è in questo momento uno slogan ipocrita. L'unico aiuto, è qui, e, quando l'occidente, ma anche il resto dell'Islam si deciderà, lì, per estirpare inesorabilmente questa piaga. Ma una estirpazione biblica, intendo.
RispondiEliminaVorrei esternare la mia rabbia ma sarebbe inutile. Il danno, che questo califfato sta facendo all'arte ed all'intera umanita', e' stato illustrato in modo ineccepibile da Valentina Falcioni e dagli amici di PoliticaPrima. La Storia ha i suoi cicli e ricicli e l'uomo continua a perpetrare le stesse nefandezze, non imparando alcunche' da essa (1 minuto di saggezza in 1000 anni di Storia....chi l'ha detto?). Gli Enti supremi e divini, che l'uomo crea a propria immagine e somiglianza, sono fonte di discordie che vanno a sfociare in scempii e genocidi. Come potere fermare questa barbarie? E' un problema solo di pertinenenza politica? No! E solo una questione di "utili". I grandi poteri globalizzati, che gestiscono il potere economico e politico, hanno subdoli interessi che basterebbe poco ad analizzare e capire. E' infatti inammissibile, ma esizialmente comprensibile, che l'ONU non si pronunci unanimamente per un intervento armato. La guerra non durerebbe molto dato l'assetto morfologico del territorio.
RispondiEliminaDi Battista e Di Stefano hanno detto che deve essere rispettata e che con loro si deve parlare. Di Battista ha anche detto che sarebbe andato a parlare con loro, ma fin'ora non l'ha fatto. Peccato.
RispondiEliminaAL CALIFFO LA SUNNA ALL'EUROPA IL SONNO ! Quando si capirà che il califfato fa guerra di conquista forse sarà troppo tardi. Il califfo successore di maometto continua nelle mire espansionistiche del predecessore e dell'impero ottomano...quindi prima la sicilia poi l'andalusia e poi roma ! Non dimenticate la conquista ed il supplizio di Costantinopoli...!..La capitale dell'impero romano d'oriente ! Loro crocifiggono i cristiani e distruggono i monumenti del mondo classico ! Non oso pensare cosa ne sarà della mia "valle dei templi di Agrigento", la via sacra di circa 3-4 km di templi che ho rivisitato pochi giorni fa una magnificenza unesco e dell'umanita...tempio di giunone, concordia, tempio di ercole, di zeus, di castore polluce, tempio di vulcano etc. tutti questi templi di Agrigento in quanto cultura pre islamica saranno distrutti senza pietà. Fermiamoli prima che sia troppo tardi per carità...!!
RispondiEliminaScusate, ma il danno che stanno facendo, è solo un danno che recano a loro stessi...perchè qualcuno, invece di parlare inutilmente non li ferma?...basterebbe non vendergli più armi...eh !
RispondiEliminaL'articolo di Valentina Falcioni è sinceramente apprezzabile come storia e come prosa. Il contenuto, poi è gratis in perfetta sintonia con il pensiero di chi ama l'uomo è l'arte a prescindere dagli orientamenti politici.
RispondiEliminaA mio avviso andrebbe condiviso con chi ancora oggi combatte la bellezza è la vita in nome di un falso credo dell'islam. Il vergognoso atto compiuto nei confronti dell'archeologo dimostra, aldilà della crudeltà, la precisa mira di distruggere tutti noi che ci fregiamo di avere artisti e uomini di altissimo valore. Martedì notte, ripeto notte, è andata in onda una puntata di "fuori tempo" che ci ha dimostrato che difronte alle dittature estreme non si salvano nemmeno i nostri tesori. Che, probabilmente saranno oggetto di scambio in un mercato in cui solo l'oro è un valore.
Complimenti per il pezzo!
RispondiEliminaLa domanda è: Qualcuno ha interesse a tenere all'impiedi questa fantomatica ISIS? Credo proprio di si, ma questo qualcuno trovi il sistema di far si che non venga deturpato, in nome di un integralismo non migliore del Cristianesimo delle Crociate, un patrimonio che è del mondo intero e che deve essere trasferito alle generazioni future. Non c'è nessuno che ha interesse a tenere in piedi l'ISIS, beh, allora che il mondo civile faccia sul serio, lavori per l'annientamento di questi mostri. (se si vuole, si può!)
L'Isis ha distrutto il tempio di Baalshamin, a Palmira, un patrimonio dell'Unesco che sparisce, uno dei capolavori dell'antica città della Siria, che risaliva al secondo secolo dopo Cristo. Una perla nel deserto (il signore del cielo) siriano. Da mesi sotto attacco, è l'ennesimo duro colpo per l'antica città, ed è stato usato come palcoscenico, per produrre violenza e terrore. Per secoli usato come punto di sosta per le carovane di mercanti e viaggiatori, che attraversavano il deserto, motivo per il quale, fu soprannominato la 'Sposa del deserto'. Duemila anni andati in frantumi, che segna la fine di un'epoca, e quindi possiamo definirlo come crimine di guerra. La motivazione ufficiali è perchè sono stati creati prima dell'avvento dell'islamismo, ma forse questa è una motivazione secondaria, la vera rivolta degli integralisti è contro il mondo islamico, che cerca una sua strada di vita e di sviluppo. Ma sotto bandiera esiste anche un commercio nero per gli appassionati corrotti d'arte, disposti a pagare somme rilevanti su ciò che rimane. La storia ci dice, che non si vedeva una simile distruzione, dai tempi di Gengis Khan. Quindi, considerando che molto di ciò che succede, lascia indifferente il popolo italiano, ma è giusto ricordare, che chi compie questi atti criminosi, non solo deruba una società del suo futuro, ma ne vuole cancellare anche il passato, e cosi facendo ne annulla il carattere, la cultura e l'educazione.
RispondiEliminaArticolo bellissimo La signora Falcioni è riuscita a descrivere quelle aree facendone una foto bellissima per tutti quelli che non conoscono quelle zone ed ancora di più per chi come me li ho visto nei primi anni 80’ quando ancora era tutto bellissimo.
RispondiEliminaComplimenti ancora-
Siamo tutti sconvolti per le azioni dell’ISIS in Siria Iraq Mali Libia Nigeria Tutti parliamo dell’orrore del dolore etc etc e tutti a parlate Ipocrisia Pura Nessuno di quelli che sarebbero in grado, aggiungerei facilmente, di fermare questo orrore è veramente interessato a farlo, a cominciare dai fratelli musulmani che non solo non criticano ed accusano le azioni dell’ISIS, ma anzi con le divisioni sciiti e sunniti non fanno che alimentare alimentano le azioni Non parliamo poi dei ns governanti che l’unica cosa che sanno fare è parlare Vedere il nuovo PAPA che ha ancora il coraggio di chiamarli fratelli
Sempre complimenti alla signora Falcioni