di Antonella Albertini - Le tristi vicende di questi giorni riguardanti la morte per droga di alcuni giovani ci spingono a riflettere sul mondo rarefatto e invisibile degli adolescenti italiani.
I numeri sull'uso di droghe da parte dei giovani, è molto preoccupante. Il 70% dei ragazzi tra i 14 e i 30 anni ha ammesso di avere fatto uso almeno una volta di sostanze stupefacenti. Il 73% ha dichiarato di essere consumatore abituale di alcool.
Ma il fattore più allarmante riguarda l'età: i giovani non solo si drogano sempre di più, ma vengono in contatto con le droghe in età sempre più precoce. Il 20% tra i 12 e i 15 anni. Il momento in cui si è maggiormente a rischio è proprio quando si frequenta la scuola superiore, dato che si entra in contatto con molti consumatori del gruppo. Si crea una sorta di appartenenza: solo se si condividono alcuni comportamenti. Non si può negare che l'uso di droghe c'è sempre stato fra i giovani; l'LSD ha avuto un legame inscindibile con le generazioni degli anni 60 e rappresentava un aspetto della loro ribellione sociale.
Le droghe oggi disponibili, però, sono molto più pericolose, le pasticche di ecstasy e altre droghe sintetiche distruggono irreversibilmente le cellule cerebrali, e possono avere effetti devastanti che segnano irrimediabilmente il futuro dei tanti giovani che ne fanno uso. Oltre tutto spesso contengono mescolate insieme una varietà di altre sostanze tossiche e sono molto economiche, quindi facilmente accessibili a tutti.
Le discoteche e i rave party fanno da catalizzatori, luoghi dove si fa una micidiale abbuffata di droghe, dalle metanfetamine alla cocaina, all'ecstasy, il tutto innaffiato con quantità abbondante di alcool.
Nessuno batte ciglio, non ci sono punizioni, né regole, né deterrenti, né accorgimenti preventivi. Discoteche spesso ambivalenti, e divorate dal cinismo del guadagno. Emblematica la vicenda del Cocoricò, la discoteca di Riccione, chiusa per 4 mesi, dopo la morte avvenuta il 19 luglio, di Lamberto Lucaccioni, il 16enne di Città di Castello morto per un’overdose di ecstasy. Negli ultimi dieci anni c'è stata una marginalizzazione del problema droga, complici i continui tagli alle politiche sanitarie preventive, sottovalutando i rischi di un comportamento che stava degenerando fra i giovanissimi. La conoscenza è la migliore prevenzione, per cui le campagne di informazione nelle scuole sono oltremodo indispensabili.
E gli adulti dove sono? Lo stato che cosa fa? Conosciamo i nostri figli? Siamo capaci di dialogare con loro? Non si può negare che i genitori sono i primi a doversi assumere responsabilità; di fronte alle sbronze e al coma etilico già a 12 o 14 anni non si possono chiudere gli occhi o delegare ad altri le responsabilità. I genitori hanno un ruolo ben preciso: indirizzare i propri figli, sostenerli, accompagnarli nella crescita, dialogare con loro, avere comportamenti coerenti. Purtroppo oggi la famiglia spesso è drammaticamente assente, passiva, distratta.
Di un figlio spesso un genitore non sa quasi niente, non vuole capire, non vuole sapere, si delega l'educazione alla scuola che certamente è importante, ma non può sostituire in alcun modo la famiglia. In questo vuoto relazionale familiare i ragazzi colmano le assenze con la tecnologia, i social, con gli amici che diventano fondamentali e insostituibili in quel mondo solitario che terrà lontano gli adulti, i quali dimenticano che i processi di crescita dei propri figli vanno seguiti con molta attenzione.
Antonella Albertini
Baschi (TR)
20 Agosto 2015
P.S. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo interessante articolo sulla condizione giovanile riguardante i gravissimi rischi cui vanno incontro i nostri ragazzi a causa delle droghe. Una riflessione sulla disattenzione delle famiglie, la superficialità dei controlli nei luoghi d’incontro come le discoteche e non solo. E poi le nuove sostanze facilmente disponibili, a basso costo, e altrettanto pericolose. C’è bisogno, quindi, di maggiore consapevolezza, di maggiore attenzione da parte delle istituzioni e della scuola in particolare. E, ovviamente, delle famiglie. Vero problema dell’era contemporanea. Antonella Albertini, 58 anni, farmacista, nata nelle Marche a Sassoferrato in provincia di Ancona, da trenta anni vive in Umbria, a Baschi un piccolo paesino in provincia di Terni e a pochi km da Orvieto, dove svolge la sua professione oltra ad essere appassionata di cinema, di libri e di giardinaggio. È stata militante del vecchio PCI, e degli altri partiti che ne sono derivati fino all’attuale Partito Democratico, sempre con la tessera in tasca. Da quando, però, Renzi è diventato Segretario del partito, ha ritenuto di trasformare la sua “militanza” in prudente e vigile attesa. Antonella frequenta il nostro blog da tempo e i suoi numerosi commenti arricchiscono quasi tutti i brani pubblicati.
Questo è il suo primo articolo come autrice. Benvenuta su PoliticaPrima e buon lavoro.
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Senza dubbio la famiglia di oggi è una organizzazione sballata ed I genitori non sanno più educare i propri figli. E purtroppo sono quegli stessi genitori che recandosi alle urne votano per cocainomani e delinquenti e quindi perché stupirsi? Ovviamente in Italia solo poche famiglie si salvano e credo che prima poi queste ultime saranno inquinate senza un cambio di rotta.
RispondiEliminaNon è certo l'informazione che manca sul dramma e sui pericoli per la nostra salute legati all'uso della droga. Il consumo tra i giovani (e non solo giovani) aumenta di anno in anno rovinando intere famiglie e riducendole sul lastrico, induce i consumatori a commettere altri reati come scippi, furti, rapine per trovare i soldi per procurarsi altre pasticche, erbe e sostanze chimiche killer. La droga foraggia le casse della mafia e della malavita organizzata che produce morte e devastazione sociale. Temo che sulla droga, mentre dal punto di vista repressivo si colpisca efficacemente il livello della produzione e dello spaccio internazionale, si registra invece una certa tolleranza e una assai carente azione preventiva, soprattutto nei luoghi maggiormente frequentati dai giovani, dove le varie sostanze stupefacenti circolano regolarmente e vengono spacciate come fossero Coca cola. Lo sanno anche i bambini che in certi locali notturni, sparsi in tutta Italia si spaccia e si consuma droga. Ma a mia memoria non ricordo azioni, controlli, ispezioni preventive eclatanti. In un Paese serio quando in un locale si trovano sostanze nocive quel locale va chiuso a vita e ritirata la licenza. Solo così si costringono i titolari, direttamente interessati, ad effettuare le necessarie verifiche affinché il fenomeno sparisca. I genitori, per quanto dialoganti e comprensivi nei confronti dei loro figli, nulla possono per contrastare il pericolo sempre in agguato, in ambienti come le discoteche straripanti o particolari locali notturni. Troppe volte un normale sabato sera passato tra amici si è trasformato in tragedia, finito male a causa del classico cocktail di sostanze e di alcool ingeriti. C’è da domandarsi perché tanti, troppi giovani, per divertirsi hanno bisogno di evadere dalla realtà fino al punto di rischiare la loro vita. E’ una generazione, questa, che sembra non riuscire ad adattarsi nel contesto sociale e mostra difficoltà di rapporti con gli altri. Troppo facile sentenziare, come si faceva una volta, dicendo che la colpa è della società. In realtà questo tempo che stiamo vivendo, per i suoi valori etici e morali in caduta libera, non aiuta certo i giovani a superare il loro pessimismo e la sfiducia verso il potere costituito che non avvertono come loro punto di riferimento. Non è il caso di avventurarsi in analisi sociologiche troppo scontate, per sapere che viviamo in una società escludente, dominata dall’ego e dai valori materiali in mancanza dei quali ci si sente inutili e frustrati. I genitori, gli insegnanti, i medici hanno l’obbligo di tenere alta la guardia sui pericoli della droga. Mentre le istituzioni continuano a dormirci su.
RispondiElimina…ho letto l'articolo e lo trovo allarmante ma non riesco ad essere serena ed obiettiva su questo argomento ... ma solo molto rigida e dico con molta franchezza perché: ... dopo aver perso un figlio a 24 anni e malato da quando ne aveva 19 e che di "droghe" ne ha dovuto prenderne tante per 5 anni, illudendosi/ci di poter sconfiggere il tumore al cervello... ecco, non accetto che tanti giovani, per i motivi più disparati, possano buttare in fumo la loro vita in questo modo così assurdo. Scusatemi ma non riesco a comprendere i giovani che ricorrono alle droghe e non li giustifico. Mio figlio, pur sotto gli effetti di radio e chemio ha continuato a lottare, frequentando l'università con ottimi risultati. Voleva sentirsi vivo e sperava di farcela...
RispondiEliminaBisogna inchinarsi di fronte al contributo toccante e generoso di questa mamma che preferisce restare senza nome. Credo che sia il miglior appello che si possa lanciare ai nostri giovani. Grazie.
Elimina...grazie molte per le belle parole.
EliminaStatistiche e rapporti intenazionali, risultati di ricerca scientifica arricchita da contributi transcontinentali, operazioni di polizie di mezzo mondo e potrei continuare per una pagina intera ad elencare tutte le attività con analogo epilogo: la droga è droga ed uccide! L'industria della morte è riuscita ad occultare le nuove sintetiche dentro nuvole di falsi farmaci o ausili per il wellness. E la legge con il suo carico di sanzioni è rimasta alla "raffineria di morfine". Sembra paradossale ma alla fine così è. Fatti dolorosi, ragazzi stroncati nel fiore della migliore adolescenza e giù reazioni e dibattiti, qualche operazione di poilizia e numerosi fermi, qualcuno dei quali mutato in arresto), lacrime d'occasione (tranne quelle che addolorano eternamente genitori e congiunti) e qualche promessa di intervento immediato, e poi un dibattito lunghissimo senza risultato. Krokodil, speed, superpill, bath salt e giù un lungo elenco di porcherie che hanno tutte un'unica finalità: la dipendenza e lo stesso epilogo: la morte. E se lo capisco pure io che posseggo ormai uno striminzito numero di neuroni costretti a prestarsi perdiodicamente qualche sinapsi, come fa il legislatore italiano a perdere ancora tempo? E giù a dirci che le generazioni sono cambiate, che il rapporto integenerazionale difetta di comunicazione, che le velocità degli strumenti di accesso sono responsabili delle nuove solitudini....... e tantissimi bla-bla in cui alla fine causa ede effetto si confondono tra genitori che ricercano la loro adolescenza e giovani che scappano dalle frustrazioni della vita adulta. Ma lo spaccio è e rimane semina di morte e non può essere sanzionato come contraffazione di una griffe. Le discotesche e i locali notturni, luogo di elezione per il grande commercio di stupefacenti, sono porto franco e quando capita l'incidente rimangono chiusi per qualche giorno e dopo i funerali del malcapitato: "All the Jazz". Signora e d.ssa Albertini è indiscutibilmente condivisibile il suo punto di vista ma i nostri legislatori discutono ancora sulla "sostenibile leggerezza del "fumo" anche a fini terapeutici............ E noi raccogliamo i cocci del "fine terapia...purtroppo".
RispondiEliminaIl problema c’è.
RispondiEliminaEd esiste da troppi anni.
Solo che fa comodo ricordarcene solo quando succedono fatti eclatanti. Ho 4 figli. I classici normali bravi ragazzi, studiano, lavorano, frequentano le discoteche. Sono cresciuti a pane e sport, forse questo li ha tenuti lontani da tanti pericoli? Sono cresciuti in una famiglia “REGOLARE” (chi decide poi cos’è ‘sta regolarità, poi!) , forse avere dei punti fermi li ha aiutati? Abitiamo in una zona turistica dove alla fine le discoteche ci vengono a noia, forse anche questo li ha aiutati? Abbiamo avuto una buona dose di c…fortuna?
Per tutti, ricordo la famosa battuta nel finale del film “detenuto in attesa di giudizio” col mitico Alberto Sordi, quando gli viene spiegato che : “In certi casi il giudice istruttore sotto la pressione dell’opinione pubblica, sono costretti a spiccare dei mandati di cattura, prendere dei provvedimenti come dire, un po’ eccessivi” Ecco, parafrasando un po’ la battuta, diciamo che troppo spesso si agisce sotto la pressione dell’opinione pubblica, che poi opinione non è ma solo un bieco tam-tam enfatizzato dai vari social , senza riconoscere il problema, alla fonte. Ci parlavano di droga alle medie negli anni settanta e scrivevamo nei temi : “Noi che vedremo l’alba del duemila, conosceremo la sconfitta di tutte le droghe.” In realtà, certi interessi fanno comodo a tutti, ormai i miei figli sono grandi e maggiorenni e ancora siamo qui a stracciarci le vesti sulle stesse identiche problematiche. Strilliamo un pochino, poi ci passa.
Fino alla prossima puntata
LA DROGA
RispondiEliminaSia l'Autrice dell'articolo che i commenti che son seguiti mi pare che abbiano già detto tutto.
Ciò che a me sembra opportuno,sottolineare e quanto pesi l'istituto familiare in tutto ciò.
Un paio di giorni fa proprio su FB compariva un post in cui si diceva come, avendo dei carabinieri fermato dei giovanissimi in possesso di droga e avendoli denunciati perché oltre che consumatori erano anche spacciatori, i genitori a cui ovviamente i militi si erano rivolti rispondevano con queste parole: "Non avete proprio null'altro da fare che perdervi dietro a due ragazzini per un po' di erba?" Ritengo superfluo ogni commento.
Diciamoci sinceramente la verità: oggi le famiglie si formano esclusivamente per, diciamo così, "provare" a convivere perché sessualmente ci si è incontrati ed ciò che basta e avanza.
Se capita il figlio lo si vede subito come un incidente e alle volte lo si sopporta come un peso che, in particolare per le donne, intralcia la “carriera”. E non cominciate a chiamarmi “maschilista e retrogrado” per queste partole perché sarebbe ingiusto in quanto io non ho nulla contro le donne che si fanno strada e anzi le ammiro.
Nessuno che guardi alla prole con l'occhio di quell'amore che dovrebbe essere alla base, appunto, della procreazione. Come dire: di figli dell'amore vero non ne esistono più.
E' inevitabile che su tali basi i figli crescano in un ambiente fatto più di insofferenza che di previdenza. Da parte dei genitori si desidera che essi crescano alla svelta e vadano a fare vita propria e li si esorta a ciò in nome di una "libertà" che abbandonata al solo istinto e alla naturale immaturità, diventa inevitabilmente "licenza". Che ci si può e ci si deve aspettare?
Se, per grazia naturale, il bambino, il giovane, ha giudizio sa trovare da solo la soluzione al problema della propria "libertà di vita" in modo giusto e produttivo; se il giovane ha invece un carattere debole, influenzabile, va a ricercare i propri riferimenti culturali, sociali e progressivi non sempre nell'amico o compagno adatto ma, anzi, per scarsa educazione sulla cura della propria personalità va a cercare un riferimento esistenziale per la via più facile ricercando una ubriacatura perenne che lo tenga lontano dalla faticosa realtà della vita.
Ecco, perché a mio modesto parere, è la famiglia di oggi la vera responsabile del degrado etico, fisico, sociale della nostra gioventù.
La "famiglia" moderna, formata più per entusiasmi giovanili che per essere quel fondamento della società voluto dalla natura, non vuole aver problemi, e un figlio, checché se ne dica, fino a che non sarà veramente indipendente è certamente un problema che bisogna affrontare e risolvere per l'avvenire proprio per l'individuo che la natura ci ha dato e questo pesa e si vuole che sia indipendente, libero, autonomo il prima possibile e sta qui lo sbaglio fondamentale.
Inutile prendersela con i locali divertimento, come tutte le attività di questo mondo essi fanno il loro mestiere e non hanno assolutamente l'obbligo di educare i nostri figli, di essi, i figli, siamo responsabili noi quando li mettiamo al mondo e non persone delegate.
E' evidente che i miei ragionamenti scaturiscono dall'età ma non credo siano proprio del tutto superati.
Ovviamente se si vuole avere una società a venire, sana e produttiva
Giuseppe Arena Si nasce, si vive e si muore. In quanto a nascere non decidiamo noi e quasi sempre anche a morire ma per vivere si, Dio ci ha regalato il Libero Arbitrio ci ha indicato la via del bene e ci ha messo in guardia sulla via del male e allora sta in noi decidere quale percorrere. Dio ci ha anche insegnato il Perdono ma questo non vuol dire comportiamoci male tanto dopo ....! E allora decidiamo di vivere e aiutiamo chi non sa vivere !!!
RispondiElimina( I genitori hanno un ruolo ben preciso: indirizzare i propri figli, sostenerli, accompagnarli nella crescita, dialogare con loro, avere comportamenti coerenti. Purtroppo oggi la famiglia spesso è drammaticamente assente, passiva, distratta. )
RispondiEliminaho sopra riportato il giudizio dell'autrice sul ruolo della famiglia spesso assente ed incoerente , ma basta questo ? Per me il problema principale è e resta il proibizionismo che , nella storia , non ha mai risolto i problemi , ma li ha aggravati . Se non si affronta , in maniera seria e scientifica, questo problema , facciamo solo chiacchiericcio
Credo che oltre ad essere un obbligo della famiglia educare i propri figli per indirizzarli nella giusta via sarebbe opportuno che anche la scuola dell'obbligo si faccia carico di dire agli studenti gli effetti deleteri dell'uso delle droghe, effetti che possono incidire negativamente per tutta la vita dell'individuo.
RispondiEliminaLa buona scuola varata di recente con la legge n. 107/2015, oggetto di un precedente articolo in questo blog, non dovrebbe avere come priorità la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni che fanno già parte della legge di natura che si chiama tollerenza ma dovrebbe prevedere un insegnamento atto alla prevenzione di qualsiasi uso di droghe. I ragazzi vanno non solo educati ma soprattutto informati. La liberalizzazione in assenza di un percorso formativo finirà per distruggere la gioventù. Inoltre sarebbe auspicabile un inasprimento delle pene per I trafficanti di droga, solo così si potrebbe dire basta a quasto schiso mercato e salvare la vita a tanti ragazzi.
L'uso delle droghe dovrebbe trovare posto solamente in medicina per i soli farmaci. Non dobbiamo indignarci in Italia se un funerale si celebra con la colonna sonora de “ Il Padrino”,come il caso del boss Vittorio Casamonica a Roma ,e poi chiudiamo gli occhi davanti ai venditori di morte.
Leggo nei commenti: “i ragazzi vanno educati, ma soprattutto informati”
RispondiEliminaE’ vero per quanto riguarda l’educazione in famiglia, secondo me ci sarebbe tanto da discutere. Dove è finita l’educazione alle buone maniere che s’impartivano in casa ai figli sin da bambini? Prima s’insegnavano le buone maniere sin dai primi anni di vita. S’imparava in casa a ringraziare, a salutare i conoscenti, a cedere il posto a sedere agli anziani e alle donne, a rispettare con riverenza gli insegnanti ecc. Adesso “mio figlio ha sempre ragione” sono gli altri che sbagliano.
Sul secondo punto cioè “ i ragazzi vanno informati”. Secondo non è l’informazione che manca, ma l’ascolto.
Sui media si parla molto spesso della droga e dei pericoli che comporta. Per i ragazzi sono solo teorie, “tanto a me questo non capiterà”. Secondo voi un ragazzo che guida di notte con un tasso alcolico superiore a quella consentita lo fa perché non è stato informato? No, lo fa perché ha voglia di trasgressione.
Rimedi per droga ed alcol? Seria e forte persecuzione allo spaccio di droga e fare applicare seriamente la limitazione della vendita delle bevande alcoliche.
Benvenuta alla nostra articolista che fa già parte della comunità di politica prima. Il problema droga che ci pone contiene una miriade di problemi: famiglia,scuola,modelli proposti dalla società,vigilanza istituzionale,incidenti stradali, salute fisica,mentale e tutti confluiscono in due parole: droga e alcool!!!!Il rischio alcool è sempre più elevato e ancora più diffuso della droga stessa!!Cosa spinge questi giovani all’autodistruzione?Cosa cercano? cosa vogliono?Certamente non manca l’informazione a casa come a scuola il problema si pone ed è l’incubo di ogni famiglia !!! Non danno importanza alla vita perchè non danno importanza alla morte ed è come se avessero un forte desiderio di bruciarsi !!!!La famiglia deve vigilare e questo è indiscutibile ma una volta divenuti adolescenti è il gruppo che cercano e farebbero di tutto per essere accettati dal gruppo scelto Il discorso mi porterebbe lontano e devo essere sintetica ,Le istituzioni vigilano?Come mai minori hanno accesso ad alcolici che sono proibiti o entrano in discoteche non a ballare ma a sballare?Come aiutano la scuola a combattere la dispersione scolastica che spesso è l’anticamera di droga e delinquenza? Non parliamo poi dei modelli che propone la televisione Uomini di successo con il loro bel liquorino in mano e macchinoni .Spesso in bibite che si presentano innocue ci sono percentuali di alcol che diamo pure ai bambini (fateci caso)Le conseguenze dello sballo lo sappiamo ma ora con le nuove droghe prodotte in laboratori tutto è più difficile . Ma noi come società che valori abbiamo proposto?La comunicazione con loro è quasi impossibile cell in mano e chattano continuamente con linguaggi cifrati da cui siamo tagliati fuori !!Una generazione andata a male ?? Spesso ignoranti convinti,aggressivi e ribelli Diamoci delle regole ferree e possiamo darle anche a loro !!!le istituzioni puniscano chi trasgredisce ,la politica dia un esempio sano,le famiglie non demordano e difendano i loro figli a costo di piazzarsi davanti le discoteche e siano sempre punti di riferimento!!!!
RispondiElimina"Gli adulti dove sono" chiede l' autore dell' articolo...gli adulti sono bevitori loro stessi, fumatori, sono una generazione che è cresciuta nell' edonismo dell' economia liberista, quella generazione che è figlia dei figli della guerra, che nulla volevano far mancare ai loro giovani....gli adulti sono spesso molto presi dal tenersi saldi nei privilegi e vivono come una cocente sconfitta la retrocessione economica.. Questi genitori sono diventati grandi, alti, con la mente iper stimolata ma coi piedi nell' argilla, poco adatti a tenere un atteggiamento fermo nel superare le difficoltà e le sfide...poi forse ci sono ragioni affettive , quelle che arrivano dall' infanzia, la primissima infanzia, che ha creato un tessuto valorale emotivo e affettivo molto fragile, certo anche questo è presente, visto che ogni dipendenza è causata da mancanze e vulnerabilità affettive.. Certo: come per ogni pianta malata sono le radici che vanno osservate..e questa nuova generazione è un arboscello con le radici fragilissime..e pois' e l' offerta..offerta che si guarda alla televisione e offerta che si vende fuori dai locali...sembrano offerte distanti ma alla fine sono vicine.. Le mafie sono soldi facili, è la gioventù figlia del benessere facile ne è' la preda....
RispondiEliminaPersonalmente io sono abbastanza convinta che bisogna uscire da alcuni pregiudizi, tornare a essere bravi educatori, tornare ad essere gentili, insegnare a non usare la protesta su tutto e la polemica su ogni problema..questo aumenta lo stato di frustrazione e appanna lo sguardo verso la propria anima e le proprie incongruenti sofferenze.. E forse bisogna non aver paura di scegliere il male minore: una educazione più solida e legalizzare..avere il coraggio di adottare modelli dove si è intrapresa questa strada e dove perlomeno non si finanziano le mafie...sarà una provocazione, ma il punto di partenza e il modello olandese..dopo si torna a ragionare
Il problema dei giovani e della droga è sempre esistito ma ultimamente si è aggravato per la destrutturazione e la latitanza delle famiglie. I bambini non basta metterli al mondo ma educarli. Parola che racchiude un mondo: un compito difficile stressante specie nella società odierna così lassista e faticoso. Ma tant'è se si deve fare una cosa la si deve fare bene. Se vuoi essere madre devi esserlo a tutti gli effetti. Sono anziana e mi è stato insegnato il valore del sacrificio. Si hanno dei doveri nella vita prima ancoira dei diritti. In questa mancanza e destrutturazione dei compiti materni che delegano volentieri i loro compiti alla scuola, alla televisione, alle baby sitter, ai nonni magari con la scusa di dover lavorare vedo una sconfitta del femminismo il cui intento non era certo quello di sollevarci dai nostri doveri di madre. Ho avuto tre figli e ho lavorato tutta la vita continuando a seguire i miei figli e dimenticandomi di me stessa Amo leggere, mi piacevano le pareggiate nei boschi il cinema il teatro ma per anni ne ho dovuto fare a meno. Quante sera tornata dal lavoro ho riguardato i compiti dei ragazzi, informandomi sui loro amici, sulla loro vita scolastica, facendoli confidare con me, mettendoli in guardia contro i pericoli non abbandonandoli mai a sé stessi. Erano consapevoli della mia continua presenza sia pure quando non c'ero. Secondo me il vero problema è questo. Ma non si è obbligati a mettere al mondo un figlio se non si ha voglia di seguirli perché si rimane madri poi per tutta la vita. Ci si può separare da un marito ma non dai figlio e se lo si fa lo si paga con tanta sofferenza per tutta la vita.
RispondiEliminaLa sig.ra Albertini scrive giustamente che i genitori non conoscono i figli.
RispondiEliminaÈ vero come è vero che non conosciamo nemmeno noi stessi.
Abbiamo accettato che la droga si impadronisse di tutti gli ambienti, dall'impresa alla scuola allo sport. Perché? Forse ci siamo sempre sentiti impotenti difronte ad un consumo che pensavamo fosse lontano dalle nostre famiglie. La droga, a mio avviso si assume direttamente ed indirettamente. Guardate il mondo dello sport: sentiamo parlare di doping quotidianamente e non ci meravigliamo più di tanto. Ci basta vedere gli atleti salire sul podio e la medaglia che vincono. Non voglio essere disfattista, ma chiudere una discoteca per quattro mesi a che serve? Dopo si ricomincia.