Elenco pagine statiche

martedì 19 maggio 2015

Sicilia spezzata. Specchio dell’Italia

Sicilia Spezzatadi Giangiuseppe Gattuso - Era il 4 gennaio 2015. Un tweet  potente e minaccioso lasciava presagire un pronto intervento
per l’inaspettato cedimento del fondo stradale della rampa d’accesso al nuovissimo viadotto "Scorciavacche". Tweet Renzi
Un’opera inaugurata il 23 dicembre 2014, e parte dell’appalto per i lavori di “ammodernamento” della pericolosa Palermo-Agrigento. Circa 35 Km di interventi su 130. Meglio che niente. A distanza di oltre 5 mesi, però, non se ne sa più nulla. Viadotto sbarrato e silenzio di tomba.
ScorciavaccheÈ più recente, invece, il cedimento di un pezzo dell'A19 l'autostrada che collega Palermo con Catania. Un disastro più che annunciato se ė vero come ė vero che la frana colpevole del cedimento di un pilone del viadotto “Himera”, il 10 aprile scorso, era da anni in evidente movimento. Le conseguenze per i trasporti siciliani sono enormi, la Sicilia ė come spezzata in due e intere comunità dell'entroterra sono pressoché isolate. Una vergogna immane. 
Interventi urgenti? A parole. Messa da parte l'idea bislacca di un collegamento aereo, tutti sanno che per certe distanze impiegare aerei di linea ė ridicolo, le ferrovie hanno aumentato le corse tra le due capitali siciliane. Utilizzando lo stesso tracciato a binario unico preistorico, i treni impiegano quasi la metà del tempo di prima. E, cosa ancora più curiosa, c’è stato un sensibile calo del prezzo dei biglietti dei pullman. Incredibili stranezze non solo siciliane.
Il-primo-viaggio-del-treno-veloce-che-collega-Palermo-e-Catania-3f1e308a218af5525f0004bcf4bbb7b6_0L'Anas, intanto, titolare responsabile dell'A19 ha iniziato a ipotizzare soluzioni e il Governo Crocetta, dopo avere ampiamente rimarcato la non responsabilità sull’accaduto, ha fatto pressioni su quello nazionale per ottenere la dichiarazione dello stato di emergenza. Che è arrivata dopo ben oltre un mese. Senza fretta. In fondo, ore più ore meno, chilometri più chilometri meno, per i cittadini cosa cambia. Con  30 milioni di € si dovrà realizzare una bretella “provvisoria” e urgente per bypassare il tratto fuori uso e abbattere la parte non recuperabile. I tempi, solo Dio lo sa.
POnte cadutoDue casi recenti, punta di un iceberg ben più grande. Paradigma di un sistema che non regge più. Di infrastrutture che, a fronte di eccellenze invidiabili, risentono di troppi anni di abbandono, di insufficienti manutenzioni, di colpevole disattenzione e, ormai, cronica mancanza di risorse. Cosa voglio attenzionare con questo mio ragionamento. Certamente non le notizie. Queste già vengono fornite dagli organi stampa in abbondanza. E non manca giorno che i rappresentanti istituzionali non manifestino i loro propositi sparando tweet senza tregua. Costano nulla, è facilissimo scriverli e metterli in rete, e aspettare gli effetti che fanno. In fondo siamo nel pieno della realtà virtuale. Con la differenza che i problemi reali persistono e, prima o poi, pretendono soluzioni vere.
ponteVoglio attirare l’attenzione su una questione importante, tuttora irrisolta. E cioè le enormi difficoltà operative che ad ogni livello di governo si riscontrano quando si tratta di “intervenire” con immediatezza ed efficienza per tamponare un disastro. Di qualsiasi genere. Un ponte crollato, una frana, un’alluvione. Insomma le evenienze che per forza di cose accadono. E nei confronti delle quali non si può fare altro che “intervenire”.
Sembrano quasi delle ovvietà. E per questo nel corso dei decenni sono state previste misure diverse come, per esempio, i cosiddetti interventi di somma urgenza, e, in ultimo, da quando la inventò Giuseppe Zamberletti, la moderna Protezione Civile”. Uno strumento e un servizio fondamentale che, a causa di un uso improprio, ha, però, subito un ridimensionamento eccessivo e sbagliato. Che ha reso la struttura di pronto intervento per antonomasia di fatto disarmata proprio nei confronti delle emergenze.
protezione-civile
Ecco, credo sia questo uno dei punti cruciali sul quale andrebbe rivolta l’attenzione del Governo e del Parlamento. Non basta individuare le responsabilità e sanzionare adeguatamente i colpevoli. Bisogna, nello stesso tempo, mettere in atto metodologie che possano scongiurare il blocco infinito di lavori necessari alla collettività. Di interventi urgenti e imprescindibili per i quali perdere tempo prezioso non è affatto una questione irrilevante. È un delitto di cui le istituzioni hanno piena responsabilità.

Giangiuseppe Gattuso
19 Maggio 2015

19 commenti:

  1. Perchè tutte le volte che in macchina mi trovo su un ponte o dentro una galleria avverto un senso di paura e non vedo l'ora di attraversare questi tratti di strada? Me lo sono chiesto ogni volta e la risposta è stata sempre la stessa: penso che la galleria possa crollare e seppelirmi al suo interno; penso che il ponte possa crollare e sfracellarmi in quel vuoto prima ancora del contatto con il terreno. Perchè quando salgo in aascensore per salire anche un solo piano mi viene il terrore che si possa bloccare! Perchè ogni volta che prendo una nave penso che si possa inabissare? Perchè quando prendo l'aereo non vedo l'ora di atterrare per la paura di cadere? Perchè quando cammino in strada tempo che qualcuno mi possa colpire con un proiettile vagante! Perchè se schiaccio una noce ho paura che mi si possa rompere un dente e perchè sono nato se poi devo morire?

    RispondiElimina
  2. Nel giro di qualche mese la Sicilia si è trovata con la viabilità compromessa. Due punti cruciali per i collegamenti dei paesi circostanti sono andati in tilt a causa dei crolli. Ad oggi, nonostante fossero tutti allarmati, mandavano twitter quasi minacciosi, tanto che sembrava volessero in pochi giorni trovare colpevoli e risolvere i cedimenti delle strade in tempi brevi. Invece il problema persiste e non solo, sia il viadotto che l'autostrada A19 sono ancora interrotti, inoltre non sappiamo più nulla, come se non fosse successo, sparito tutto in una bolla di sapone. Ho la sensazione che #lafestacontinui.

    RispondiElimina
  3. La protezione civile, a mio avviso, ben poco c'entra. La responsabilità é dell'ANAS. In un paese dove anche i controllori devono essere controllati cosa ci aspettiamo? La Sicilia é abbandonata a se stessa. Non abbiamo più vie di collegamento. Io sono convinta che se dovessero ripristinare il ponte le linee ferroviarie morirebbero di nuovo e il prezzo aumenterebbe perché le autolinee devono guadagnare.

    RispondiElimina
  4. Sicilia in mille pezzi, specchio di se stessa.

    RispondiElimina
  5. La Sicilia è davvero la terra dei paradossi. Prima si costruisce un viadotto, sapendo fin dall’inizio che i suoi pilastri poggiavano su una terra inidonea e acquitrinosa. Si attende che crolli per sentire la parata di esperti e consulenti che ammettono un crollo annunciato. Subito dopo Il 10 aprile, data del crollo del viadotto, come di rito partono le dichiarazioni tranquillizzanti dei politici sull’immediatezza degli interventi. Balletti di numeri sulla durata dei lavori. All’inizio sembrava una cosa da niente risolvibile in pochi mesi. Le ultime stime, di pochi giorni fa, parlano di 22 mesi. Adesso (ci avviciniamo al periodo elettorale) si annuncia il miracolo: si assicura che i lavori della bretella saranno completati a settembre. Peccato che subito dopo si dica che non c’è nessuna certezza sulla data d’inizio dei lavori. E sembra a tutti normale che si possa fissare la data del completamento dei lavori, senza sapere la data di inizio. Intanto la Sicilia è spaccata in due con gravissimi danni all’economia locale, già al collasso di suo. Non parliamo del preventivo sui costi. Siamo partiti da 10 milioni e siamo giunti (naturalmente sono dati provvisori) a 30 milioni. Adesso spunta la lite tra Roma e Palermo sulla nomina del Commissario che dirigerà i lavori. Si trasforma una calamità ambientale (per quanto annunciata) in una volgare disputa politica. La domanda che sorge spontanea è: ma che Paese è quello che per eseguire dei normali lavori pubblici, ha bisogno di nominare un Commissario? In tutto il resto del mondo si fa un progetto, si assegnano i lavori e si apre il cantiere. IN Italia si commissaria tutto: Comuni, enti, Regioni, Ospedali e persino le autostrade.

    RispondiElimina
  6. Il calo dei prezzi dei biglietti ferroviari e dei pulman è dovuto al sensibile aumento dei passeggeri. In tempi normali, con l'autostrada percorribile, treni e pulman viaggiano quasi vuoti. Questo è uno dei motivi per cui le Ferrovie dello Stato non investono in Sicilia.
    Per quanto riguarda l'urgenza di una soluzione provvisoria "il giovane fiorentino" è in altre faccende affaccendato: legge elettorale, legge sulla scuola ecc. Mi aspettavo che imponesse all'ANAS un intervento rapidissimo per la "BRETELLA PROVVISORIA" dicendo anche questa volta: "ci metto la faccia". Ma in Sicilia per il momento non si vota.
    Gli interventi di somma urgenza gestiti dalla protezione civile sono cosa utile e necessaria, ma siccome in passato c'è stata corruzione, i governi che si sono succeduti dopo Zamperletti, invece di combattere la corruzione hanno abolito la la somma urgenza.

    Tutte le volte che ci sono casi gravi di corruzione nells cosa pubblica si aumenta l 'iter burocratico nella speranza di sconfiggerla. Con il risultato di aumento dei tempi e delle persone da corrompere.

    Concludo dicendo che siamo un popolo di corrotti e corruttori.
    Secondo me le persone veramente oneste in Italia non superano il 20% della popolazione. Il resto o lo è (onesto) per mancanza di opportunità o è decisamente disonesto.

    RispondiElimina
  7. Caro direttore il sevizio è certamente il risultato di una riflessione che farebbe un cittadino comune quando mette in evidenza la grande distanza che lo separa da uno Stato distratto e disordinato. Uno Stato puntuale nella riscossione delle tasse che segue con scrupolosa attenzione, ma dimentica quasi sempre, come investirle e con chi dovrebbe investirle. Un carrozzone in cui prevale l’inefficienza, quello dei lavori pubblici, anzi pardon delle infrastrutture, chiamato così per dare più senso alla sua funzione, in sintesi, l’idea di qualcosa che assembla che unisce ma i risultati nella realtà operano in senso diverso. La Sicilia come fa rilevare l’articolo del direttore Gattuso resta spezzata in due tronconi, probabilmente c’è la “necessità” da parte di qualcuno di riportare la grande isola del “mare nostrum” alla sua storia preellenica quando era divisa in “siculi” ad oriente ed i “sicani” ad occidente. Si parla che occorrono anni per ricostruire il ponte ed unire in un unico popolo l’intera Sicilia, a meno che nel frattempo, come successe allora un nuovo terremoto provocato dall’Etna non faccia scappare e Sicani verso la zona orientale dell’isola. Il guaio è che siamo molto bravi a scrivere leggi ma siamo asini a saperle applicare e farle rispettare. L’imperatore Giustiniano già nel 528 d.C emanava la famosa “haec quae necessario” una vera e propria costituzione di intenti per porre fine a certe lungaggini burocratiche e processuali. Volendo leggere quanto recitato dall’art. 1 dell’ ANAC, capiamo di quanti anni luce siamo lontani da una società dove prevale l’ordine e la trasparenza amministrativa. “ In attuazione dell' articolo 97 della Costituzione l'attività amministrativa in materia di opere e lavori pubblici deve garantirne la qualità ed uniformarsi a criteri di efficienza e di efficacia, secondo procedure improntate a tempestività, trasparenza e correttezza, nel rispetto del diritto comunitario e della libera concorrenza tra gli operatori”. Il cedimento del ponte di Scorciavacche, ci mostra la superficialità nell’applicare questi principi che vengono scritti e poi sbiaditi o addirittura dimenticati. Naturalmente cercare il responsabile di tali disservizi sarebbe come cercare l’ago in un pagliaio. E intanto la barca va…..

    RispondiElimina
  8. Ottimo segnalare ed interessarsi dei disservizi e delle inefficienze che gravano sul Cittadino.

    RispondiElimina
  9. Metafora di un isola sempre mal gestita e sempre più lontana da tutto!

    RispondiElimina
  10. Franco Gentile
    Non sono siciliano e della Sicilia ho visitato, in occasione di un viaggio di lavoro, solo Messina e Taormina dove mi recai approfittando del fatto che, durante il soggiorno, cadeva una domenica.
    Credo anche che la Sicilia non sia, come qualcuno vuol far credere, diversa dagli altri angoli di terra abitati.
    Per motivi storici ha indubbiamente una storia di civiltà succedutesi nei secoli sin dai tempi in cui fu visitata da Ulisse.
    Di fronte a ciò viene da domandarsi perché, alla fine essa appare diversa dagli altri abitanti del "bel paese"? Di tutto ciò che accade in quella terra si imputa a certo loro modo di essere fieri della loro "nazione", la differenza dagli altri connazionali senza far caso al fatto che ormai, lo si può ben dire, non v'è angolo d'Italia che non abbia le sue caratteristiche positive e negative e, direi, non solo angolo d'Italia ma angolo del mondo.
    E' indubbio che in questo benedetto "meridione" lo Stato ha sempre agito poco dal punto di vista di una educazione del cittadino a sentirsi parte di una stessa terra. Anzi, sotto, sotto, si è alimentata una certa rivalità che, a mio parere, è servita solo a scavare solchi ancora più profondi tra le diverse, inutile nasconderlo, etnie, che hanno dato vita all'Italia come Stato unitario. Forse aveva ragione Cavour quando auspicava per l'Italia una “federazione” di stati divisi etnicamente fra nord – centro e sud.
    Ma quel benedetto uomo di Garibaldi gli levò la palla di mano e “offrendo” il Regno delle due Sicilie al Re Vittorio Emanuele II° (che non aspettava altro) sancì una “comunione di beni” che ha condizionato non sempre positivamente la futura storia del paese.
    Ma ora veniamo all'evento di cui tratta il Nostro Direttore o, meglio, al perché avvengono certi eventi a cui, alla fine, nessuno con o meno reticenza o sconoscenza, sa dare una spiegazione.
    Il mio, ovviamente, è solo un parere personale basato sul succedersi degli eventi storici che hanno interessato l'Italia dalla definitiva “unità” territoriale ad oggi.
    A parte il periodo fascista che, forse maldestramente tentò la fusione, direi forzata, delle varie etnie, successivamente si puntò, e vien da pensare: “per puri interessi di bottega”, sul regionalismo esasperato il che ha portato come conseguenza la consegna, in particolare al sud, in mano a potentati, strettamente legati più che ad interessi ideologici ad interessi puramente economici.
    In breve se le cose vanno bene è merito della “saggia” amministrazione “locale” se vanno male è colpa del governo “centrale” che agisce in conseguenza delle convenienze di chi sta in esso ed ha potere discrezionale. Purtroppo è stata tale mentalità a far nascere quella tal “Lega Padana” che, come l'ira di Achille, indusse, e continua ad indurre, infiniti guai alla Nazione.
    Prendendo in esame il fatto specifico contemplato nell'articolo direi che esso è, essenzialmente, imputabile ad una “governance” troppo interessata a tener “Cerimonie inaugurali” che ad accertarsi della “stabilità” presente e futura della struttura “inaugurata” e, alla fine... a pagare è sempre, citando un adagio ormai stantio, “il solito Pantalone”.
    Il rimedio? Una energica azione di intervento da parte del governo siciliano (non dimentichiamo che si tratta di una regione autonoma) nei confronti di chi fu il reale costruttore dell'opera “difettosa”, mi par chiaro, “ad nutum”... ma avrà tale Autorità coraggio e forza di farlo? Avrà mai la forza di rinunciare ai “voti” che le hanno dato il potere? Mah!
    Auspicabile, visto che vuol “cambiare” le cose un diretto intervento di chi ha promesso di finire la Salerno-Reggio Calabria entro l'anno mentre i suoi predecessori non ne sono stati i capaci in trenta anni, perché adotti un qualche provvedimento che ridia ai siciliani la certezza che sono anch'essi Cittadini Italiani a tutti gli effetti.

    RispondiElimina
  11. è un tragitto che per anni e anni ho percorso insieme alla mia famiglia per recarmi in provincia di AG......e anche attualmente in famiglia si vive il disagio di questo percorso .
    Che dire?
    Ormai qui tutto è allo sfacelo!
    MI chiedo spesso il perchè di tanta superficialità nella costruzione di vie di comunicazione che, SE non ben strutturate e sopratutto MONITORATE ( nulla dura per sempre e ci sono delle variabili che intervengono sulle grandi opere.....) portano a simili disastri.

    RispondiElimina
  12. Ma quanto amo questa pagina io? Se un domani verrò in Sicilia, buona parte sarà merito anche di questi scritti, imparare a conoscere un territorio con tutti i suoi paradossi dalla viva voce e dalle esperienze dei suoi abitanti è una fortuna incredibile. Comunque, mal comune, mezzo gaudio, anche io condivido quella paura "del nuovo", entrare in un ascensore, entrare in una galleria, esattamente come è stato commentato, diventa un momento difficile, hai sempre quel presentimento che poiché il lavoro è stato fatto male, prima o poi qualcosa succederà e non vorresti essere tu, la vittima che finirà sui giornali. Guardi i palazzi antichi e pensi che non hanno un filo di muffa, passi per la galleria del Furlo, scavata dai Romani e non hai timore che ti caschi in testa qualcosa. Poi viaggi per moderne strade asfaltate e ti ritrovi nei guai. Siamo italiani magnifici nel passato e nel presente, solo che la nostra magnificenza ora la "dirottiamo" in cause perse.....

    RispondiElimina
  13. Siciliani piangono e fottono.
    Non se ne può più.

    RispondiElimina
  14. La mia famiglia emigrò dalla Sicilia a Milano nel 1954. Avevo 12 anni allora. Il trasferimento avvenne perché la famiglia di mia mamma si era già trasferita a Milano 15 anni prima e mia mamma si sentiva un po' sola. Mio padre era un piccolo appaltante, faceva lavori di muratura, e cominciava ad averne abbastanza della Sicilia. Tutto sommato non ce la cavavamo male, ma i miei decisero così. 5 anni dopo volli trascorrere le mie vacanze, da solo, a Catania. Avevo nostalgia della mia città, dei miei amici,dell'oratorio dei salesiani dove ero cresciuto. Fu una vacanza bellissima e nessuno mi aveva dimenticato. Fui trattato come il figliol prodigo e fatto segno di grandi manifestazioni d'affetto. Ritornai in Sicilia, sempre in vacanza, negli anni 60 per un paio di volte. Poi l'oblio. Ancora un viaggio nel 77 insieme a mio figlio che allora aveva 8 anni e con i miei genitori. Non stavo benissimo, mi stavo separando dalla prima moglie, ed il viaggio fu un po' una sofferenza. Poi cominciai a viaggiare per il mondo per motivi di lavoro e la Sicilia fu completamente dimenticata. Ci ritornai nel 2005 per vedere una mostra di mio fratello, noto fotografo, al Festival di Taormina. Era una Sicilia completamente diversa, erano passati quasi 30 anni. Da allora i miei viaggi in Sicilia sono stati frequentissimi. Insieme ad una amica cominciammo ad organizzare mostre fotografiche ed ebbi così modo di addentrarmi più consistentemente nelle cose siciliane. Conobbi un sacco di persone interessanti e cominciai a girare la Sicilia in lungo e largo. E' una regione fantastica e credo unica. Credo che pochi siciliani conoscano la propria regione e non sanno delle meraviglie esistenti. E' una regione che, secondo me, dovrebbe puntare sul turismo e sull'agricoltura mentre invece i siciliani confidano nello Stato. Lo Stato mi deve dare, lo Stato non fa niente per me, questo si sente in giro. Insomma i siciliani devono diventare adulti ed essere arbitri del proprio destino.

    RispondiElimina
  15. Ricordatevi le parole del Principe di Salina...ne Il Gattopardo! Sembrano attuali. Dopo di noi....

    RispondiElimina
  16. Cosimo Mino Di Giorgio20 maggio 2015 alle ore 22:02

    Credo che tutte le regioni chi + chi meno anno esaurito il loro ruba ruba, mo si tengano i loro ponti crollati e chi più ne metta niente è per sempre.

    RispondiElimina
  17. Ottimo il tuo articolo, caro Giangiuseppe , com'è tua consuetudine, con grande fiuto giornalistico, poni l'attenzione su una delle piaghe più purulente e profonde della nostra malgovernata Sicilia. Cosa dire se non che abbiamo fatto "il callo" anche a queste vergognose situazioni abortite dagli arraffoni che ci malgovernano, a furia di ruberie nefande, mirate solo ed unicamente a rimpinguare i loro conti in banca, strafregandosene della vita della gente... Grande Franco Gentile, quanta saggezza!... Condivido in pieno, anche il commento interessante di una gentile amica, di cui mi sfugge il nome. Per il resto... nulla da aggiungere se non, come recita i titolo di una fiction: "Che Dio ci aiuti!"

    RispondiElimina
  18. Siamo alle solite, quando danno un lavoro inizia la storia degli appalti in subappalto, che va in subappalto ad altri.sino al minimo possibile. Nessuno si chiede se, durante tutti questi passaggi.qualche cosa resta attaccata alle mani dei vari appaltatori con il risultato di dare i lavori in mano a ditte fantasma che usano materiali di scarto, quando non addirittura tossici?
    Capisco che il denaro fa girare il mondo, ma, prima dovrebbe venire la sicurezza delle persone.
    Esecrabili queste cose, brutto leggere di autostrade appena terminare a già invi di disfacimento.
    Spero qualcuno comprenda, si spero, non ci credo molto.e faccia il suo dovere, sia a livello legale che a quello di recupero lavori.

    RispondiElimina
  19. L’articolo ci richiama all’emergenza che stiamo vivendo,per meglio dire un’emergenza ancora. Noi siciliani viviamo così!!!Emergenza traffico,immigrati allagamenti (perché anche da noi piove e non abbiamo un’adeguata rete fognaria),traffico.mezzi pubblici,cimiteri (anche da noi si muore).Già la parola emergenza mi fa star male,mi fa rabbia perché vuol dire spendere ingenti somme di denaro,non per migliorare un bene pubblico una qualità di vita,ma per far fronte ad un accadimento, non dovuto ad una natura maligna ma a maligne gestioni e siamo stanchi d’indigestioni da incuria!!!Forse lo spirito dei Malavoglia è più forte della fierezza con cui tante rivolte popolari,hanno fatto sentire la loro voce.RASSEGNAZIONE è quello che facciamo continuamente. Renzi ha più volte detto che le infrastrutture sono indispensabili allo sviluppo ,Giusto e che dobbiamo dire ? All'anima delle infrastrutture!!! La Sicilia è una colonia dall'unità d'Italia ,terra di sfruttamento e noi siciliani ci sguazziamo!Pino Granata ,parlava della forma di assistenzialismo dei siciliani è vero sono d'accordo !Investire sul turismo è notevole è giusto,ma a parte la mentalità di fregare il turista, c'è bisogno d'infrastrutture!Non basta l'emergenza dell'A19 Abbiamo l'emergenza dell'emergenza Quando inizieranno i lavori per la bretella di congiunzione ?Quando si metteranno d'accordo Crocetta e Delrio sulla nomina del commisario previsto in questi casi? Giangiuseppe Gattuso parla nel suo articolo che non basta assicurare i colpevoli e punirli (già sarebbe un bel successo però) ,ma bisogna creare le condizioni adatte perchè non succedano questi fatti!Forse una rete di controlli?Sarebbe bellissimo ma speriamo che poi non ci vogliano i controlli per chi controlla!Come siciliana mi sento fortemente indignata e penso sempre che l'Autonomia Siciliana ci abbia danneggiato fortemente!Basta guardare in che stato ci siamo ridotti!Ma sono convinta che sin quando il meridione non uscirà dalla palude l'Italia non avrà sviluppo!!

    RispondiElimina