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lunedì 5 gennaio 2015

VALERIA GRASSO. LA MAFIA ESISTE ANCORA

grassoLegalità è libertà Valeria Grassodi Carmen Scelsi - La mafia esiste. Chi dice che non esiste è in mala fede o non vuole interpretare come mafiosa la mentalità prevaricatrice,
l’arroganza, la presunzione di chi ritiene di poter possedere mentalmente e fisicamente le persone, le intimidazioni, le vigliaccate nei confronti di onesti cittadini.
Mi onoro di essere amica di Valeria Grasso, un’imprenditrice palermitana di cui ho già parlato in questo blog nell’agosto 2013, quando fu vittima di atti intimidatori nei confronti di se stessa, della sua famiglia, della sua palestra. Valeria è ora una testimone di giustizia in quanto con la sua denuncia ha permesso allo Stato la cattura di alcuni membri di una famiglia mafiosa che offriva tutela in cambio del pagamento di un pizzo, tattica che in Sicilia ma non solo in Sicilia, si conosce bene. Ebbene, Valeria ha alzato la testa…. di donna coraggiosa, di donna onesta, perbene e con un alto senso e grado di coscienza civica. Si è ribellata al sopruso, si è ribellata alla schiavitù, psicologica e fisica, anche fisica sì, perché camminare a piedi o in macchina, sapendo che qualcuno ti vuole male e potrebbe fare del male a te ma soprattutto ai tuoi figli, non ti fa vivere serenamente e ti emargina e ti isola.
ValeriaValeria, dopo essere rimasta inascoltata per tanto tempo, si è incatenata davanti alla sede del Parlamento, a Roma e finalmente è entrata in un programma protezione che le consente di muoversi più liberamente, si fa per dire. Durante questo tempo, è andata dove l’hanno chiamata…. scuole, associazioni, atenei, ha partecipato a conferenze sulla legalità, sulla mafia, invitata dai magistrati in prima nella lotta alla criminalità organizzata. Sempre si è distinta per il suo impegno civico e per il suo coraggio, in una società dove è ancora radicata la filosofia del do ut des e del ‘’facciamoci i fatti nostri”. C’è ancora tanta omertà ed egoismo personali che non rompono le catene di un retaggio antico, pur se molti passi sono stati fatti in avanti e con successo contro questa piaga sociale e tantissime persone perbene si sono anche immolate per difendere l’altrui libertà. Insomma, Valeria è coraggio, passione, volontà, impegno, ma ciò non è bastato, non basta, non basterà.
Valeria GrassoUN ENNESIMO AVVERTIMENTO di stampo mafioso alla sua palestra. Nella notte del 3 gennaio 2015 è stata divelta e distrutta l’insegna di ingresso, divelta e distrutta, un chiaro avvertimento come hanno sottolineato le forze dell’ordine. Non c’è speranza in questa terra nostra per chi voglia lavorare onestamente, contando nelle sue capacità e nella voglia di fare, non soltanto per sé ma per le persone che vogliono respirare aria pura e ce ne sono tante che, come Valeria, lo fanno ogni giorno, pensando di consegnare ai figli un mondo libero dalle sopraffazioni.
E poi, lasciatemi dire, sono vigliacche queste persone che agiscono nascoste dalle tenebre, non hanno il coraggio di esporsi come ha fatto e fa Valeria, sono vigliacchi, ma sappiano che c’è un esercito di persone pronte a mettersi attorno a lei e combattere con lei la lotta per la libertà. L’esempio di Valeria Grasso ci fa ancora sperare.
Carmen ScelsiCarmen Scelsi
05 Gennaio 2015




19 commenti:

  1. La mafia è il braccio armato degli avidi impostori che hanno preso possesso del Paese grazie alla diffusione dell'individualismo e della corruzione per dominare la società agevolmente attraverso mass media asserviti.

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    1. la mafia di cui parliamo qui è quella del pizzo ...è quella della prevaricazione,dell'arroganza...è un atteggiamento mentale che porta questi criminali a sentirsi potenti e a tenere soggiogate le persone per mezzo di vigliaccate,come gli atti intimidatori che ha subito isogno l'uno dell'altro per Valeria....non stiamo parlando della mafia dei palazzi che sta sommergendo l'Italia e parte della società civile che con quella si arricchisce,un esercito di corruttori e corrotti che hanno bisogno l'uno dell'altro per sopravvivere...il can che si mangia la coda,ove non si capisce bene quale sia il can e quale la coda

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  2. La mafia non solo non è mai scomparsa, ma si è rafforzata nel tempo e si è estesa a zone prima incontaminate.
    Mi ricordo che negli anni 50 Fanfani capo di Governo disse che la mafia non era il primo problema dell'Italia. Da all'ora non solo tutti governi hanno pensato la stessa cosa, senza la volontà di combatterla veramente, anzi, c'è stata un'infiltrazione vera e propria da parte della mafia nella polica a tutti i livelli, con ramificazioni in alcuni governi. Fintantochè la mafia non viene espulssa e respinta dalla politca e i cittadini non si sentono protetti continuerà a prosperare.

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  3. Trovo l'articolo e la denuncia pienamente rispondenti alla realtà. Aggiungo soltanto che la mafia è sempre esistita e sempre esisterà Nata come fenomeno pastorizio di piccole ruberie di bestiame si è trasformata in un sistema stellare che partito dalla Sicilia ha invaso il mondo, il mondo intero nessun paese escluso. Si uccide per potere, per oro e petrolio per fame di ricchezza e di sopraffazione. Se qualche pentito è servito a prendere qualche boss, non vuol dire che possiamo debellarla. Il fenomeno del califfato è a mio avviso la dimostrazione palese che l'estensione della malavita è in continuo sviluppo. Le bestie vogliono sangue e la tecnologia le aiuta. Basta un click e i ponti saltano, ce lo siamo dimenticati? Ce lo hanno detto imperatori, registi, attori e cantanti. Ed ora assistiamo inermi alle loro morti. Sono convinta che tutte questi decessi di artisti non son casuali. Spero di sbagliare.

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  4. Questo articolo nel suo scarno racconto di una persona coraggiosa e oppositrice al sistema mafioso, ha messo in evidenza i punti salienti di questa piaga sociale estesa a macchia d'olio in questa nostra Italia mal governata che si serve di questi loschi individui per avanzare nell'agognato potere. Per fortuna ci sono persone coraggiose come la protagonista di questo articolo che lotta contro la mafia. Sono vissuta in Calabria per un certo periodo della mia vita avendo un coniuge calabrese. Ho visto e ascoltato di tutto, tra le tante cose un'azienda di un cugino di mio marito che ha subito continue intimidazioni con bombe che hanno distrutto la sua azienda. Ma non si è mai arreso e non ha mai pagato la mafia, ha però dovuto chiudere perché impossibile lavorare in un clima di intimidazione continua. Ora ho un nipote proprietario di un B e B, sono andati diverse volte a chiedere il pizzo, lui non paga. Piuttosto decide di cedere questa proprietà a chi puo' gestirla ma non vuole essere vittima della mafia. Però tanti cedono non per vigliaccheria o per incapacità alla lotta ma perché non hanno alternativa mancando in questo stato mafioso una reale protezione da questi delinquenti che prosperano proprio perché collusi con i poteri

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  5. penso che parte della società sia corrotta quanto la politica perchè usufruisce degli sporchi mezzi che questa le fornisce per sopravvivere in aperta sfida con le regole del vivere comune....un pezzo di società colluso con la politica che oggi è essa stessa mafia e corruzione...

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  6. Sottoscrivo l'intero articolo di Carmen Scelsi fino a "sono vigliacchi" Dico a Carmen e a Valeria Grasso, (e mi dispiace immensamente doverlo dire), che NON C'E' DA FARSI ILLUSIONI, PERCHE' NON C'E' NESSUN "esercito di persone pronte a mettersi attorno a lei e combattere con lei la lotta per la libertà".. .

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  7. Bell’articolo molto biografico e introspettivo... descrive più la persona con il suo vissuto che la piovra in se per se... Speriamo davvero che l’esempio di Valeria Grasso possa servire a risvegliare l’esercito, purtroppo quasi in sonno, di cui parla Carmen.

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    1. Barbara cara,penso e l'ho scritto che questa società è quella del do ut des,del magna magna,del "vogliamoci bene"e del "io mi faccio i fatti miei"ma ,dato che personalmente ho seguito Valeria fin dall'inizio,come amica....so che senza l'aiuto di un esercito di persone,davvero impegnate e serie Valeria sarebbe ancora inatenata davanti al Parlamento,per far sentire la sua voce

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  8. LA MAFIA!

    Secondo lo storico inglese John Dickie la mafia ebbe origine attorno agli anni settanta dell'ottocento ad opera di un guardiano, certo Benedetto Carollo, di un grande aranceto, il Fondo Riella, sulla costa palermitana appartenente al cognato di tale Dott. Gaspare Galati. In breve: il Carollo si mise a scrivere lettere minatorie al proprietario del fondo minacciandolo di distruggere ogni cosa se questi non avesse pagato un “pizzo” ammontante al 20-25% del ricavato della esportazione degli agrumi prodotti dal fondo.
    Altre fonti danno origini più “romantiche” all'organizzazione ma quello che è certo è che,alla fine, “romantica” o “delittuosa” la “mafia” resta sempre la “mafia” ovverosia :l'organizzazione criminale più potente del mondo con ramificazioni vaste e interessi economici potenti disseminate principalmente tra Europa e America.
    Se all'origine, però, la “mafia” aveva scopi puramente estorsivi nei confronti dei latifondisti siciliani nel corso degli anni, venendo ad essere altamente produttivo il commercio di altri prodotti, diciamo industriali, compreso in esso l'uso sempre più diffuso degli stupefacenti, e la sistematica riduzione dell'industria agricola con l'impiego dei capitali ad essa connessi in altre produzioni, “in primis”, le grandi opere edili, l'interesse di essa è stato indirizzato verso le novità del lucro.
    Ovviamente all'espansione al di fuori della Sicilia e interessanti altri settori al dim fuori dell'isola, era necessario abbinare al controllo del danaro locale, anche il controllo delle politiche economiche degli Stati interessati ai traffici e, pertanto utile sarebbe divenuto far si che a governare gli stati e i territori andasse gente di cui ci si poteva fidare, sia per mentalità che per interesse personale e così la “mafia” decise di porre “sotto tutela” governanti ed esecutori nell'ambito della cosa pubblica al fine di ottenere quei salvacondotti, legittimi o no, che le erano necessari per svolgere la sua funzione e rendere sicure le proprie “rendite”.
    Recentemente si è parlato ed è stata diffusa la notizia, sotto la forma di una dichiarazione del Capo dei Capi di Cosa Nostra: Totò Riina, il quale ha sostenuto che Berlusconi fosse uno dei “finanziatori” della “mafia” con ben 500.00 milioni di euro l'anno. Potrebbe essere vero stando anche al fatto che il cofondatore di Forza Italia, il primo movimento berlusconiano, è in carcere per associazione mafiosa e se è vero mi sembra che ciò vada a dimostrare proprio l'assunto che la “mafia” per vivere oggi ha necessità che sia “protetta” dalla politica.
    Viene anche logico pensare ad uno che la “mafia” l'aveva resa impotente, il famoso Prefetto Cesare Mori, battuto però, alla fine, anche se la cosa appare dubbia, dal mafioso DOC Lucky ( fortunato) Luciano che trattò a nome delle Autorità americane. Che lo avevano graziato per “Particolari servigi resi alla Marina USA”, con i “fratuzzi” siciliani affinché lo sbarco delle truppe americane in Italia fosse agevolato dalla popolazione locale.
    Per concludere tale amara storia italiana si può ben dire che l'attuale, ennesimo, processo di “mafia” che ha necessitato finanche della testimonianza del Presidente della Repubblica, è uno dei tanti intentati all'organizzazione..........sarà l'ultimo? Ai posteri l'ardua sentenza.

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  9. Apprezzo l'articolo , un po meno certo commenti, dove si intravede " tutto è mafia , quindi niente è mafia " modo di pensare molto pericoloso ,secondo me .
    la mafia è un fenomeno umano che come è iniziato , può e deve finire , diceva il grande Falcone , basta volerlo sul serio , tutto il resto non mi interessa , ne aiuta a sconfiggerla

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    1. Basterebbe, in questo caso, Sig:Papa fare a meno di votare gli attuali politici al governo..altrimenti sarà comunque: "come prima.....più di prima..."

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  10. Sulla natura della £mafia" di oggi mi pare sia emblematica la storia del "decreto fiscale" ritirato dal Governo che aveva tentato di fare il "furbo" regalando a Bwerlusconi la riabilitazione politica......rifletteteci su

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  11. Calogero Dolcimascolo6 gennaio 2015 alle ore 18:56

    Giovanni Falconi riteneva che “ La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. “ Tale cancrena della società appare invincibile in quanto l’organizzazione mafiosa ha dimostrato che il sodalizio è come una società organizzata nei minimi termini, quasi perfetta. Ancora più perfetta della organizzazione di uno Stato. Qui sta la vera forza della mafia! I loro uomini sono persone intelligenti e criminali anche se hanno dimostrato forti lacune scolastiche e una provenienza medio-bassa della società di provenienza. La mafia in Sicilia nasce dopo il 1943 con l’occupazione delle forze alleate con la benedizione di Lucky- Luciano, arrivato in Sicilia per la prima volta nel 1946, verso quel Don Calogero Vizzini di Villalba e Genco Russo di Mussomeli. Era una mafia ancora agricola che controllava i feudi con agganci ramificati nella provincia di Palermo, Caltanissetta e Agrigento. Una mafia in quel tempo innamorata del separatismo di Giuliano e del MIS (Movimento Indipendentista Siciliano) di Andrea Finocchiaro Aprile. Il Vizzini non era una persona di cultura nonostante un fratello era vescovo di Noto ma aveva un carisma tale di essere un ambasciatore con sede nell’attuale Hotel delle Palme sito in Palermo in via Roma. La mafia con Calogero Vizzini esce dal controllo del feudo e incomincia ad avvicinarsi nella gestione politica della Sicilia. Nelle elezioni della costituente l’organizzazione riesce a far eleggere due rappresentanti nella Costituente. I loro nomi sono Girolamo Bellavista noto docente di diritto all’università di Palermo, eletto con i liberali, ed il medico Calogero Volpe, eletto nelle liste democristiane. La mafia fa un grande passo dalle campagne dove aveva lottato il Prefetto Cesare Mori dai fichi d’india a Montecitorio. Fino al 1960 per lo Stato Italiano la mafia non esisteva. Fin quando uomini di cultura come Sciascia non ne vedeno un pericolo per la società. Data questa premessa la mafia palermitana, scomparsi i Vizzini e Genco Russo, incomincia a darsi un’organizzazione apicale con i mandamenti ( definizione letterale: Il mandamento era una circoscrizione amministrativa italiana, a livello sovracomunale, intermedia tra il circondario e il comune che svolgeva funzioni amministrative e giudiziarie) con un capo a comandare il sodalizio. Quindi urgeva in me dimostrare che mentre lo Stato negava l’esistenza della mafia bisogna aspettare il 1960 quando saltano in aria alcuni carabinieri a Ciaculli e l’assassinio del Procuratore Capo della Repubblica di Palermo, il giudice Scaglione. Quindi quella società mafiosa riflette un’organizzazione scientifica mentre dall’altra parte si deve aspettare la morte di Pio La Torre e il sacrificio del Prefetto Dalla Chiesa per vedere nascere la legge Rognoni- La Torre per lottare la mafia e i suoi arricchimenti. Oggi non direi che la mafia non esiste! Non voglio dilungarmi perché si potrebbero scrivere libri ma vorrei evidenziare che se l’organizzazione è scientifica non sono scientifici i solidali e pertanto lo Stato dovrebbe essere autorizzato ad agire nello stesso modo mafioso per dire basta!

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  12. Ho letto con attenzione l'articole e i commenti ad esso correlati!"Ho letto dei tentativi di dare un'origine alla mafia. In verità lo stesso nome è di origini incerte,ma come siciliana posso affermare che ,paradossalmente, LA MAFIA nasce da un bisogno di garanzia e protezione da uno stato imbelle e incapace di amministare la giustizia.Ecco pronti gli uomini d'onore con il compito di riportare al rispetto delle regole e rendere giustizia sociale a chi non aveva speranza di ottenerla dallo stato!!!!Poi dopo l'entrata di Garibaldi in Sicilia,diventò forte e potente,infiltrandosi nel potere economico,politico,amministrativo e mi fermo quì!!!L'inizio è uno Stato incapace e la fine??????!!!!!!.L'articolo di Carmen Scelsi,mi ha riempito di sacro furore,di rabbia atavica. Grazie per averci parlato di una donna coraggiosa che non si lascia intimorire!Certo che la mafia esiste e che esistono gli atteggiamenti mafiosi!Brava Valeria,meriti tutta la solidarietà e da tutti!!!A modo mio ho lottato contro ogni atteggiamento prevaricatore e prepotente!Mi sono esposta di persona e non lo rimpiango.anzi continuerò!!molte volte mi hanno invitato alla prudenza e ho sempre risposto che non voglio far parte dei "QUAQUARAQUA' di Sciasciana memoria. Come docente ho,spero,inculcato il senso civico della giustizia e della forza dell'unione!molto mi ha dato aderire al progetto ADDIO PIZZO Intanto ho conosciuto bellissime persone che hanno avuto seri danni per non aver pagato!!sono rimasta sorpresa dalla pacatezza e dalla forza che mostravano!!No non si piegheranno! Il pizzo free ,mette in rilievo tutti i negozianti che non pagano perchè ognuno di noi sappia anche incoraggiare con i propri consumi.Se tutti rifiutassero di pagare non parleremmo più di pizzo e gestire un negozio,una piccola impresa non farebbe diventare eroi!!Ma molti pagano!!!Non mi sento di condannare o emettere facili giudizi verso queste persone!!Mi auguro che trovino la forza di Valeria e la protezione giusta che permetta loro la scelta difficile!!!A Valeria e l'autrice che l'ha fatto conoscere va tutta la mia ammirazione!!!

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  13. Con il termine Mafia, si intende un'organizzazione criminale, che abbraccia e controlla, tutti i traffici leciti e illeciti, imponendo come nel caso di Valeria, con mezzi terroristici e intimidatori, e con la connivenza di politici DISTRATTi ma interessati. Prende il nome generale di Mafia, Camorra, Ndrangheta, ma rimane sempre un'organizzazione criminale. Oggi si è evoluta, ha cambiato volto e forma. Viene chiamata ancora Mafia, ma è connivenza politica, trattative di stato, interessi comuni, gestioni a largo raggio, come Mafia Capitale. Mai come adesso è stata cosi forte, è come un cancro che espande metastasi in tutto il paese. Distruggerla? difficile!! Dovremmo fare un ripulisti, partendo dall'alto, ma con forza, determinazione, e consapevolezza di cittadini che credono nell'onestà e nella vera Politica...Valeria Grasso da sola non basta, è un segno forte, ma non basta.

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  14. C'è qualcuno che dubita che la mafia esista?...O non vuole ammettere l'evidenza o ha,così detti,prosciutti agli occhi...Onore a questa donna,Valeria Grasso,che si è ribellata a chi,con "violenza" ,voleva darle protezione..Una protezione malata,fatta di "pizzo" che se rifiuti rischi...rischi tutto,rischi la vita,ma non solo la "tua"...quella dei tuoi cari,è lì che vincono molto spesso;perchè è ai tuoi cari che pensi più che a te stesso.Ha avuto coraggio,è da ammirare e da prendere d'esempio.Se tutti avessero il suo coraggio,denunciando,forse,la mafia ora avrebbe meno potere e forza.L'omertà,certo,non aiuta nessuno,nemmeno le autorità competenti...

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  15. Complimenti alle Signore Carmen Scelsi e Valeria Grasso. La mafia è un cancro che impedisce lo sviluppo economico della Sicilia nella quale anche aziende straniere temono l'investimento. Idem per Campania e Calabria con camorra e 'ndrangheta. Molti anni fa ero in campeggio sul Lago Maggiore; era una giorno di luglio piovoso padano. Un tedesco o austriaco, guardando il cielo, esclamava: "Schole , Schole! " Gli dissi: "Sole, sun in Sicily ! " Terrorizzato, rispose: "Oh, no! Sicily mafia! ". Lo assicurai dicendogli che poteva venire tranquillamente in Sicilia con la mia stessa precauzione che adottò in qualsiasi parte del mondo: non farmi fregare portafoglio e valige. Non so sino a che punto lo rassicurai. Comunque la mafia non è una peculiarità esclusiva della Sicilia. Alcuni anni fa i mezzi d'informazione riferirono che nella Clinica S. Rita di Milano si effettuavano interventi chirurgici non necessari per fregare gli sghei alla regione e al Servizio Sanitario Nazionale: macelleria umana di bieco stampo mafioso! Quella che in Val Padana e altrove, geometricamente, si chiama tangente e, gentilmente, bustarella, dalle mie parti, in termini coloriti, si chiama pizzo e mafia. Mal costume, mezzo gaudio? No. Per la lotta alla mafia non bastano carabinieri e Magistrati. Occorre una rivoluzione morale di tutti, e che la politica dia l'esempio amministrando la res pubblica con la diligenza del buon pater familias.

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