Elenco pagine statiche

martedì 20 gennaio 2015

MORIRE CON DIGNITÀ IN ITALIA NON SI PUÒ

eutanasiadi Mario Botteon - Perché nel nostro Paese non c'è il diritto UMANO di poter morire con dignità? Perché non si può scegliere di porre fine ai propri giorni nel momento in cui è molto più doloroso vivere che morire?
Padre di Eluana Englaro So bene che a questo argomento è stato discusso molto dalla politica. Soprattutto nel caso di Eluana Englaro, e non solo in quello.
Poter disporre della propria vita, nei casi in cui non c'è più nessuna speranza di vivere, senza dover sopportare dolori che fanno perdere la dignità a qualsiasi persona sarebbe una scelta di CIVILTA' che caratterizzerebbe la maturità di una società civile.
In Italia così non è.
Nel nostro Paese ci si affida freddamente ad un Tribunale se si ha il diritto di “staccare la spina” o meno.
Ma un conto è assistere attoniti ad un dibattito sull'argomento dei politici, più che altro propagandistico che credibile, altro è vivere accanto ad una persona il dramma di una donna che ami da oltre 50 anni, con la quale hai convissuti tutti i momenti belli o meno della vita, che se ne sta andando in un modo terribilmente doloroso.
Sto parlando purtroppo di mia moglie. Mia moglie è stata colpita da un tumore chiamato “killer silenzioso”, infatti se ne è accorta solo quando ha iniziato a sentire dei dolori alla gamba sinistra, ma il killer, a detta dei medici, stava “lavorando” silente da più di un anno, partendo da un polmone.
I dolori alla gamba, ed ora in tutto il corpo, non sono altro che le metastasi create dal killer. A detta degli medici, non c'è nessuna speranza di vita, è solo una questione di poco tempo.
fine-vitaÈ doloroso farlo, ma ho deciso di parlarne pubblicamente perché è ora di finirla che della gente che ha un suo credo religioso (che io rispetto), oppure dei politicanti che si proclamano “atei devoti”, per i quali non ho nessun rispetto, impongano a delle persone che soffrono delle pene terribili, di dover vivere e di sopportare una tortura, che alla fine porta sempre allo stesso epilogo, la morte.
E' tempo di finirla di imporre il proprio credo a tutti.
Mi sono rivolto a tutti i medici amici, alle strutture dove lavorano, ma la risposta è sempre la stessa: “pratichiamo la terapia del dolore, ma non possiamo andare oltre”.
Sarebbe già molto se detta terapia funzionasse davvero, ma così non è. Allora perché mia moglie deve soffrire così tanto? Perché, lei che è sempre stata una persona dinamica, vivace, buona e lavoratrice, deve morire indecorosamente soffrendo terribilmente, non riconoscendo nemmeno più i propri famigliari?
Basic CMYKPoter scegliere di porre fine alla propria vita, sarebbe una scelta di civiltà dicevo, che, tra l'altro, chi dispone di tanto denaro, si può già permettere andando in un Paese diverso dal nostro.
Anche in questo caso estremo la ricchezza fa la differenza.
Ma una volta tanto vorrei difendere anche i ricchi, infatti non è colpa loro se nel nostro Paese non c'è la possibilità di scegliere di poter morire conservando la propria dignità.
La colpa è dei politici incapaci, cinici, ai quali non importa nulla della sofferenza altrui. A loro interessa solo ed esclusivamente prendere i voti per essere eletti la prossima volta. Altro che fare scelte di carattere civile che avrebbero (ne sono sicuro) il consenso anche di coloro che sono credenti.
Mi chiedo: Quando finirà tutto questo?
Mario BotteonMario Botteon
20 Gennaio 2015















29 commenti:

  1. Mio caro Mario Botteon , a lei va tutta la mia ammirazione per il grande amore che, dalle sue vibrate parole, dimostra per sua moglie ed il rispetto che ha per la sua grande sofferenza ! Non posso che essere d'accordo con lei nell'invocare, a gran voce, a questi insignificanti politici ma ottimi burocrati di far cessare tutto questo. La sua pena, il suo profondo dolore, come quello di sua moglie è incommensurabile! Dio è amore, Intelligenza pura e vede quello che state patendo e sopportando per l'umana ignoranza, inciviltà, mancanza assoluta di umanità. Il misero uomo no, non capisce, non si immedesima, non si mette nei suoi panni ed in quelli della meravigliosa donna che è sua moglie, non gliene può fregar di meno... parandosi dietro una sciocca e crudele burocrazia cartacea! Mio caro amico, io e credo (e mi auguro) molti altri veri cristiani, siamo con lei! Con sentimenti di vera solidarietà. Le Auguro che il suo appello venga accolto! Un caro abbraccio.

    RispondiElimina
  2. Caro Mario, anzitutto consentimi di esprimere tutta la mia vicinanza e la mia siolidarietà, e, nel contempo augurare di vero cuore che, come vogliamo chiamarlo? Un miracolo venga in aiuto della tua Signora. Lo dico con cuore da amico vero, sincero.Per la questione da te sollevata sulla, come vogliamo chiamarla, tradizione? Si.tradizione,puritana,farisaica, ignorante e primordiale di non voler provvedere ad una legge "ad hoc" per i casi come il tuo è, purtroppo, la conseguenza di una mentalità bigotta, conformista e, a mio parere, anche lontana dal "cristianesimo" inteso un pò al di fuori dalla sua reale consistenza da preti interessati e poco preparati ad affrontare quello che io definisco il "divino sacrificio del Cristo" che volontariamente scelse la sua morte per "sanare" e quindi alleviare il dolore dei peccati umani. So che le mie parole posssono sembrare quelle di un fanatico.Io sono unn credente ma a tutto metto un limite ed anche in questi casi cerco di compenetrarmi nel dolore altrui per comprenderne anche la rivolta e la sofferenza che procura,.Non voglio aggiungere aktro. Ti sono vicino e, se me lo consenti, ti abbraccio forte,forte.come frastello.

    RispondiElimina
  3. Questo è un argomento spinoso che non ho mai affrontato perché un tratto dalla mia vita l'ho dedicata alle persone così dette malati terminali. Non ho mai pensato all'eutanasia perché venti anni fa si faceva appena cenno. Non so davvero cosa dire se non che il signor Mario ha tutta la mia solidarietà perché lo capisco e capisco anche che la terapia del dolore non esiste. Io ho provato quello che prendevano i pazienti che assistevo ed ho notato che questi farmaci danno stordimento ma il dolore resta intatto. Auguro che sua moglie si addormenti dolcemente e non si svegli più. Posso solo offrire una preghiera e niente altro.

    RispondiElimina
  4. In una società consumistica ed edonistica la morte è un tabù. Non se ne parla, o se ne parla soltanto per esorcizzarla.Il muro da abbattere è questo tabù. E' un tabù penetrato nelle coscienze e le ha narcotizzate. Per affrontarlo ci vuole una forza etica, morale e civile, che questa nostra italietta non ha e non ha mai avuto. Sono anch'io convinto che bisogna intervenire per modificare le leggi esistenti. Che fare, visto che la politica è popolata di nani? A quali autorità rivolgersi? Non lo so. Mi viene in mente soltanto una, fra queste autorità, è quella di Papa Francesco.

    RispondiElimina
  5. Innanzi tutto la mia solidarietà e la mia vicinanza per quanto state passando.
    Sono, da sempre, favorevole ad una legge che regoli il fine vita. Esistono casi, quello di sua moglie ne è l’esempio più fulgido, nei quali voler fare vivere una persona a tuti i costi, rappresenta solo un accanimento terapeutico, inutile a chi soffre.
    E’ ingiusto si possono ottenere aiuti a morire cn dignità e senza inutili sofferenze in tutta Europa, tranne nella cattolicissima Italia, Italia del fate cio’ che dico, ma non cio’ che faccio. Mi vergogno di queste cose, Ogni uomo ha il diritto di scegliere come morire, non potendo scegliere come nascere.
    Sono favorevole a giuste leggi sul fine vita, allo stesso modo come sono favorevole alla Eutanasia
    Spero possiate ottenere cio’ che è vostro diritto chiedere.
    Grazie per la bellissima e toccante testimonianza.

    RispondiElimina
  6. Testimonianza toccante....ma non riesco a dire di più. I senzienti possono decidere da soli in qualunque momento di disporre della propria vita, mi è difficile, per una serie di motivi che non mi va di elencare, pensare ad una decisione che coinvolga terzi, siano essi lontani o familiari e tra i motivi non c'è la fede religiosa che pur vieta.

    RispondiElimina
  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  8. Un articolo che tocca i sentimenti più profondi di ogni essere umano. Un racconto e un tema, purtroppo vissuto in prima persona dall'autore, che ci interroga sulla ipocrisia dei benpensanti uomini politici che, pensando di ottenere il consenso dei cattolici e del clero, continuano a manifestare posizioni oscurantiste nei confronti di un tema etico profondamente avvertito da una consistente parte degli italiani. Sicuramente da coloro che vivono un dramma familiare come quello che ci viene qui rappresentato. Ma la rabbia prende il sopravvento quando questi moralisti, che pretendono di decidere per tutti li vediamo dedicarsi alle più squallide nefandezze, ruberie, privilegi e, quando si tratta di affrontare drammi come questi, indossano la veste candida della purezza e della devozione religiosa. Cominciamo col dire una verità incontrovertibile: la laicità dello Stato non è una categoria dello spirito, ma è una delle sue caratteristiche fondanti, prevista dalla nostra Costituzione. Lo Stato e le sue leggi non possono e non devono subire o sottostare a condizionamenti che riguardano principi e sentimenti che attengono a temi spirituali. Lo stato ha il dovere di tutelare e garantire la libertà di poter morire con dignità, quando non vi è alcuna possibilità di guarigione e si prospetta una esistenza che porterà inesorabilmente ad una fine piena di sofferenze, insopportabili e disumane. Occorre mettere mano ad una legislazione che consenta a ciascuno di decidere anche la propria fine individuando, con estrema cautela e particolare attenzione, i casi in cui morire può costituire un valore più importante della vita, quando quest’ultima costituisce la negazione di se stessa. Fare una legge del genere non obbliga nessuno ad applicarla. Ma si lasci il diritto di scegliere a chi la pensa diversamente.

    RispondiElimina
  9. È un atrocità dovere vivere questi momenti dolorosi con una persona cara. Ed è vero che ai nostri politici non importa nulla. Cosa dire per farti coraggio... anche tutte le parole che si possano dire non sono sufficienti per mitigare questo dolore. Posso solo dirti che dobbiamo pregare tutti per la tua moglie, e che Dio le faccia un grande dono... che accorci il tempo delle sofferenze per farle trovare la pace... per lei e per te caro amico.

    RispondiElimina
  10. Al nostro caro amico Mario, tutta la solidarietà e comprensione, in un momento doloroso della sua vita che ha deciso di condividere, con rabbia dignitosa. Purtroppo, siamo come sempre indietro. Con il termine, diritto di morire, si intende la libertà etica e giuridica, di decidere dignitosamente, a non prolungare una sofferenza inumana. In Italia è una negazione della libertà individuale, e un uso subdolo della giustizia. La persona malata, in Italia, perde i propri diritti, dove si abusa della sua condizione di debolezza, e dove la politica, come sempre è indifferente. Falsamente e ipocritamente stabiliscono di sottoporre il malato al TSO (trattamento sanitario obbligatorio), non considerando la sofferenza di chi è vicino e assiste impotente e lentamente alla fine. auguro tanta forza al nostro amico, vicina, con simpatia e affetto.

    RispondiElimina
  11. "Pezzo drammatico, commovente, pieno di amore verso una persona che soffre. Il sig. Mario Botton fa una domanda precisa: Perché non abbiamo il diritto di scegliere come morire quando, all'orizzonte, non c'è speranza. Secondo me influisce tanto la chiesa, non dimentichiamoci che in Italia c'è il Vaticano e i politici italiani gli rendono conto. Condivido con lei il pensiero di morire con dignità. Non è certo dignitoso morire con dolori pazzeschi urlando, non riconoscono nessuno, nemmeno i familiari più stretti, imbottiti di morfina, che dignità ci può essere in tutto questo, chiunque si trovi in quelle condizioni, se potesse, chiederebbe l'eutanasia. Ho sentito un sacerdote dire che, siccome Gesù è morto sulla croce soffrendo per noi, è giusto sopportare la sofferenza della malattia. Ecco credo che in questo ci sia la risposta alla sua domanda. Non ammetto accanimenti terapeutici quando non servono perché la malattia o killer, come la chiama il sig. Mario, ha preso il sopravvento. Vorrei avere la possibilità, se succedesse a me, la possibilità di scegliere come morire, senza dover infliggere ai miei familiari la sofferenza di vedermi soffrire senza potermi aiutare. Un abbraccio sig. Mario ha tutta la mia stima comprensione e solidarietà.

    RispondiElimina
  12. come tutti quelli che commentano questo articolo,sono profondamente turbata e mi sento vicina a Mario Botteon e al suo grandissimo dolore sia per l'inevitabile perdita della sua compagna di vita e sia per dover assistere,impotente,alla sua sofferenza.Leggo anche la sua rabbia per non poterle donare "La buona morte"!!!L'argomento è da anni dibattuto e quello che siamo riusciti ad ottenere,dal punto di vista legislativo,è che sia legale la dose massiccia di analgesici e il rifiuto dell'accanimento terapeutico. Tutto ciò non basta di fronte a certe forme di cancro o di malattie fortemente invalidanti e il nostro amico ne è la prova.Perchè, mi chiedo,non fregare la morte e sceglierla liberamente?Per la donazione degli organi chiedono l'assenso nella buona salute e perchè non chiedere l'assenso preventivo a come vogliamo affrontare la nostra morte?
    Eppure i sondaggi danno una maggioranza di favorevoli,persino una grande maggioranza di cattolici è favorevole alla scelta di morire con dignità a chi non ha più una vita degna di essere vissuta.Un abbraccio a Mario Botteon che sta vivendo una situazione tanto dolorosa

    RispondiElimina
  13. A Mario fraterna solidarietà. Occorre legge per fine vita. Abbiamo classe politica idiota. Solo i ricchi possono accedere ad eutanasia pietosa.

    RispondiElimina
  14. Mario, il suo sfogo è commovente!
    Per chi come me ha avuto la fortuna di non dover fare i conti con questa dura realtà è lacerante la sua quasi supplica affinché in Italia la norma a riguardo cambi. Il suo grido è dettato da quel briciolo di razionalità che ancora resta di fronte all'inconcepibile sofferenza di una persona cara per la quale si invoca il rispetto della dignità, il diritto ad una morte decorosa, la fine di atroci e inutili sofferenze. Uno sfogo coraggioso il suo nel rispetto di quella vitalità e di quell’ entusiasmo che sono certa ha avuto sua moglie nei confronti della vita…Un comprensibile atto d’amore ..un gesto d’altruismo dettato dalla consapevolezza che alla caparbietà, alla tenacia di una moglie, di una madre non può che corrispondere un dolce e sereno saluto alla vita!

    RispondiElimina
  15. non ho parole ........
    tutti danno la solidarietà , e mi sembra fin troppo facile darla a chi sta passando le pene dell'inferno in questo momento , e poi si fa d un'erba un fascio dimenticando quello che è successo per il caso Enclaro dove ci furono gli atei devoti , i finti cattolici , la destra , che si inventarono che difendevano la vita ..... quale vita???????? e ci volle il coraggio del Presidente per impedire che quel decreto diventasse legge ... ora tutti si stracciano le vesti , e non mi piace affatto confondere le cose come se tutti la pensano alla stessa maniera .
    Io ero, sono e sarò per la libera scelta e, sono convinto che bisogna organizzarsi perché ciò diventa realtà ... intanto applicando la legge che già c'è , ognuno può rifiutare di curarsi , e poi per far si che una leggina di poche , chiare righe , riconosca il diritto di non essere sottoposti ad un martirio inutile e nefasto per se e per i propri cari ....

    RispondiElimina
  16. Ha fatto benissimo a scrivere questo pezzo e non le dirò le solite frasi di circostanza bensì le chiederò di continuare a sensibilizzare gli ottusi. Dia un caloroso abbraccio alla sua signora da parte mia.

    RispondiElimina
  17. L’argomento è molto delicato da trattare , perché una cosa è parlare, dibattere, disquisire e un’altra cosa è vivere sulla propria pelle la cosa di cui si parla.
    Io comunque non mi arrenderei al responso dei medici. Parliamoci chiaro, la medicina ufficiale nella lotta contro il cancro ha fallito, non è riuscita a venirne a capo. Il parere dei medici conta poco. Ogni anno in Italia lo stato spende più di trenta miliardi di euro in chemioterapia, quando anche i sassi sanno che la chemioterapia non fa guarire le persone e i cosiddetti medicinali usati sono cancerogeni e pericolosi per l’organismo, tanto è vero che gli operatori nel maneggiare queste sostanze usano tantissime precauzioni, tra le quali l’uso di tute speciali manco fossero degli astronauti su un pianeta senz’aria.
    Tuttavia, le sofferenze cui vanno incontro le persone ammalate di cancro sono talmente insopportabili che la morte viene vista (ed in effetti è) come il momento in cui cessano le sofferenze e i dolori.
    In Italia abbiamo una situazione legislativa carente e assolutamente insufficiente nel venire incontro alle esigenze di chi ha bisogno. Io penso che non debba essere l’uomo fatto per la legge ma la legge fatta per l’uomo e nel momento in cui la legge non va a favore della persona, diventa una legge immorale e prevaricatrice.
    Il problema in Italia è che quando si tratta di temi etici abbiamo una vicinanza molto scomoda con il Papa e le gerarchie ecclesiastiche, per cui i politici ci vanno sempre con i piedi di piombo quando si tratta di decidere su argomenti sui quali la dottrina ecclesiastica ha le sue posizioni, e siccome la Chiesa muove ancora una massa di voti i politici spesso non hanno il coraggio di intervenire come è giusto che sia.
    Bisogna pur dire che nel caso di persone da molto tempo in coma a mio parere NON si debba staccare la spina, perché finchè c’è vita c’è speranza, e infatti è ancora fresca la notizia di quella persona risvegliatasi dal coma dopo la bellezza di 20 anni, dicasi venti anni, che sarebbe morta se qualcuno, stanco di accudirlo avesse magari dopo uno, due o anche diciannove anni avesse staccato la spina.
    Formulo al nostro caro amico Mario Botteon i più sinceri auguri che la sua signora si riprenda al più presto da questa situazione gravissima.

    RispondiElimina
  18. La dolorosa e commovente storia di Mario , lascia un profondo senso di impotenza e coinvolge penosamente nel dramma e nella sofferenza infinita vissuta sia dall'ammalata che da chi assiste al suo dolore senza avere la possibilità di alleviarlo.
    Con l' auspicio che arrivi la legge per regolamentare il diritto di scegliere di porre fine ad un' esistenza diventata atroce,
    cosa aggiungere se non la promessa della preghiera e l'augurio sentito di un miracoloso intervento divino?

    RispondiElimina
  19. Purtroppo le leggi sono state fatte per imprigionare l'uomo , io credo che ognuno abbia il diritto di scegliere .Personalmente spero di potermela cavare da sola , questo e' un paese sottomesso e retrogrado , senza speranze

    RispondiElimina
  20. Di fronte a queste terribili esperienze, pensare a quanto ci affligge un comune malessere, anche se ci condiziona e temporaneamente ci fa intristire, ci fa apparire assurdi.
    L'autore del brano a cui ci richiamiamo ha fatto una scelta umanamente coraggiosa: scoprire in pubblico le piaghe dell'anima. Cosa possiamo se non cercare di far sentire a Lui e alla sua coniuge la nostra vicinanza, la nostra empatia ed incoraggiamento a non lasciarsi andare alla disperazione?
    Sii forte, fratello Mario.
    Per quanto possa apparire scontato, condivido il parere di un'esigenza primaria di una legge sul fine vita, che consenta agli interessati e ai loro famigliari, che ne conoscano la volontà, di esprimere l'ultima parola.

    RispondiElimina
  21. Caro Mario....condivido la tua disperazione e il significato profondo del tuo messaggio....morire con dignità.Nessuno può arrogarsi il diritto di scegliere come debba morire una persona e se quella persona non sia in grado di scegliere come morire,penso che i familiari possano scegliere come possa andare via in pace e nella piena dignità del corpo e dello spirito.Non potrò mai dimenticare le ultime parole di mio padre....basta,figlia mia...lasciami andare....non le ho più dimenticate quelle parole.Sono stata egoista nella caparbietà di non volere che ci lasciasse...ma a quale prezzo...papà non era più la persona che era e soffriva...a che sono valsi gli antidolorifici e le terapie del dolore che gli hanno prolungato quella che non era più vita,la sua vita.Mai,dico mai...avrebbe lui sopportato l'idea di vedersi in quello stato.Penso quindi che ogni persona abbia il diritto di morire dignitosamente ...anche la morte ha una sua dignità che va salvaguardata....è un discorso di giustizia morale....come ognuno ha diritto di vivere la sua vita come voglia così ha lo stesso diritto di morire secondo le sue volontà e in questo i familiari dovrebbero potere intervenire..

    RispondiElimina
  22. Chiedo scusa se ho reso pubblico il mio dolore personale, e, sopratutto il male terribile che sta divorando la vita di mia moglie. Voglio ringraziare tutti gli intervenuti per le buone parole di solidarietà, per questo vi mando il mio forte e caloroso abbraccio ideale. Grazie a tutti. E grazie sopratutto a mia moglie di essere esistita.Spero, a dispetto delle previsioni dei medici, resti ancora molto tempo con me.

    RispondiElimina
  23. Perchè i cattolici dicono che la vita Dio la da e Dio la toglie. Secondo me, Dio la vita l'ha tolta nel momento in cui i medici dicono che è solo questione di tempo: giorni, settimane o qualche mese con soffrenze atroci senza nesuna speranza. Nesuno ha il diritto di fare soffrire in nome di Dio. I cattolici osservanti non sono tenuti ha servirsi dell'eutanasia, ma nemmeno devono proibire ad altri la fine della sofferenza. I nostri governanti, in tutte altre faccende affaccendati, dovrebbero tirare dai cassetti i disegni di legge sull'eutanasia, metterli al'ordine del giorno per arrivare ad una legge laica che consenta, a chi lo vuole, per eliminare la sofferenza senza speranza.

    RispondiElimina
  24. Sono contrario al l'accanimento terapeutico. Emblematici quelli per il Maresciallo jugoslavo Tito, ed il generale spagnolo Franco che, non sapendo con chi sostituirli, non li lasciavano morire in pace. Difficile il mestiere di dittatore: se non riesci non ti lasciano vivere e ti mandano subito all'altro mondo; se riesci non ti fanno morire in pace. Sono per alleviare il dolore. L'eutanasia mi lascia perplesso; ci sono persone uscite dal coma dopo anni, un ragazzino uscì dal coma appena la Squadra di Cacio del Milan andò a trovarlo e gli cantò i cori della tifoseria. Alcuni, usciti dal coma, hanno riferito che univano e vedevano quel che si diceva accanto a loro; figuriamoci l'angoscia di una Persona immobile che sente dire: "Stacchiamo la spina? Doniamo gli organi?".
    L'eutanasia porterebbe mascalzoni, come quelle riferite, ogni tanto dai mezzi di informazione di persone rapite, specie bimbi, per fregare i loro organi: macelleria umana e neocannibalismo! In aggiunta a gente uscita dal coma ci sono persone, senza braccia, che dipingono con la bocca. Pochi anni fa un ragazzo down a Treviso conseguì il diploma di maturità con ottimi voti. Per far stancare della Vita basta privare di amore una persona in buona salute; figuriamoci privare di amore e far sentire un peso chi soffre. Attenzione agli eccessi: "Poverino, come soffre! Cerchiamo di convincerlo a farsi eutanasiare, cosi' apriamo il testamento e partiamo per la vacanza. Elena Englaro respirava senza macchine ed era assistita dalle suore, se non ricordo male nel loro convento. Eutanasia, ottima ricetta per tagliare pensioni e spese sanitaria pubblica e privata. Pistorius, privo di gambe, voleva andare alle olimpiadi con le protesi. Se i nostri avi, avessero ricorso all'eutanasia la medicina non avrebbe fatto tanti progressi, come l'anestesia, o sarebbero stati più lenti. E molti progressi ancora farà. Sono per lenire il dolore e per lo sviluppo della medicina. Con eccezione di chi è immobile, ognuno è libero di eutanasiarsi con le proprie mani e la propria bocca, non verranno i Carabinieri per arrestare il suo cadavere. Attenzione, Vita non degna di essere vissuta è una nazistata predicata da un certo Adolf Hitler; si inizia con il pietismo e si può finire col dichiarare "vita non degna di essere vissuta" anche quella di chi ha pensiero politico e fede religiosa diversa. Mi scuso per il mio crudo commento; ma conosco bene la fanghitudo umana per essere tranquillo con l'eutanasia. Ma rispetto chi non la pensa come me.

    RispondiElimina
  25. Sono d'accordo con Armando Pupella. Aggiungo, ad abbundantiam:
    «La vita può toglierla solo Dio», fu così che il padre di Miguel impedì ai medici di “staccare la spina” al figlio in coma. E fu così che per 15 anni lo curò insieme alla moglie e alla nipote. Fino a quando Miguel si svegliò improvvisamente dal coma. Miguel Parrondo ha raccontato la sua storia il 30 giugno scorso al giornale online ForumLibertas.com, per spiegare come mai è «contrario all’eutanasia».

    Un ferroviere di 65 anni, dato per spacciato, è tornato alla vita
    ricordava Jaruzelsky, Wojtyla, Solidarnosc e la crisi economica
    Polonia, esce dal coma dopo 19 anni
    e trova, a sorpresa, la democrazia
    e ancora:
    un quarantacinquenne americano nel 2003 si è risvegliato dopo diciannove anni dal coma. È passato da uno stato di incoscienza (tecnicamente «di minima coscienza») all’improvviso recupero della parola. I dottori avevano detto che non si sarebbe mai risvegliato. Invece, quasi vent’anni dopo l’incidente stradale del luglio 1984 non solo si è svegliato, ma si è messo a parlare. Come prima cosa ha detto «mamma», chiamando colei che si era ostinatamente opposta a qualsiasi tentativo di agevolare una sua silenziosa uscita dalla vita.

    Si potrebbero portare ancora tanti e tanti esempi simili. E allora, l'eutanasia avrebbe fatto morire tutte queste persone.

    Diverso purtroppo è il caso che investe la vita dell'amico Botteon.

    RispondiElimina
  26. E' un argomento di estrema delicatezza. Trattarlo quando non si è direttamente coinvolti porta a esprimere pareri che potrebbero non trovare riscontro qualora dovessimo trovarci ad affrontarlo riguardo a nostri familiari o a noi stessi.

    RispondiElimina
  27. Un problema grande come una casa. Da due anni vado in giro per l'Italia a presentare un libro: La Ballata di Corinna, prefazione di Beppino Englaro. Quel libro lo ha scritto una mia cugina, a pag 155 mi nomina e siccome lei se n'è andata improvvisamente il giorno dopo averlo finito di scrivere, mi sento in dovere di farlo.Il libro parla di sua figlia, morta due anni prima di lei e nata con una grave imperfezione fisica che dopo 27 interventi chirurgici in Italia e all'estero, a 37 anni è morta tra i più grossi dolori che si possa immaginare. Io c'ero ed è per questo che ho deciso di impegnarmi perchè i Comuni istituiscano il registro del TESTAMENTO BIOLOGICO e non ci sia accanimento terapeutico per nessuno. All'eutanasia non sono ancora giunta, penso che nel dolore le persone debbano essere accompagnate con amore e cure e non con la parola fine fatta artificialmente. Forse sbaglio, ma ho paura di andare incontro a una società cinica e barbara che possa poi sopprimerci anche per interesse economico.

    RispondiElimina
  28. Sapevo del dramma di Mario Botteon. Me lo aveva confidato poco tempo fa, quasi scusandosi per non potere assicurare la sua presenza su PoliticaPrima con i suoi commenti e i suoi ottimi articoli. La sua passione doveva lasciare spazio all'affetto, all'amore per la sua compagna di sempre.
    E con questo articolo ha dimostrato tutta la sua grandezza. Il suo essere uomo di fortissimi sentimenti e di rara intelligenza. Coraggioso e battagliero. Pronto a combattere a fianco della sua donna contro le avversità più difficili della vita. Contro le norme, i regolamenti, e i luoghi comuni. E lanciando nello stesso tempo un messaggio lancinante per tutti. Per le nostre coscienze e il nostro voltarsi dall'altra parte. Nella speranza che qualcuno affronterà e risolverà questo drammatico problema sociale.
    Io, come tanti, non ho la soluzione. Non so nemmeno indicare una via. Mi assalgono i dubbi. Prevalgono i sentimenti. E credo che la speranza sia la sola luce che ci consente di continuare. Anche quando, a volte, tutto è apertamente e razionalmente contro.
    Auguri, Mario. Auguri infiniti per te e per la tua meravigliosa donna che ti sta accanto. A presto.

    RispondiElimina
  29. Mario tanti auguri !

    RispondiElimina