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giovedì 11 dicembre 2014
Turismo e Cultura. La Sicilia vittima di se stessa
di Rosalba Ferrara - Siamo i primi a brindare con lo Zibibbo di Pantelleria, ma gli unici a non chiederci se questo patrimonio,
riconosciuto dall'Unesco, sarà ben custodito, cosi come le immense bellezze, mal gestite da una Regione, che fa acqua da tutte le parti. Il degrado politico fa da sfondo a conflitti aperti, facendo prevalere manovre torbide, vischiose, che tengono legati gli uni agli altri, ma che lasciano un vuoto produttivo, a dispetto e cautela di un territorio da salvaguardare.
Un territorio che l'Unesco ha premiato con 51 bollini di eccellenza, che rischiamo di perdere, dei quali dovremmo esserne orgogliosi. Sarebbe giusto e doveroso promuovere, e sensibilizzare i cittadini su questi tesori ineguagliabili, ma che molti non conoscono, perché l'informazione da parte delle Istituzioni è inesistente e disinteressata. Un paradiso naturale che il mondo ci invidia. Possediamo 77 Riserve e Aree protette, che rappresentano il legame tra natura e cultura. Siti architettonici e archeologici (abbiamo il 60% di beni archeologici nazionali). Un'isola che meraviglia per la purezza dei contorni, l'armonia, dove l'incontro tra le colline, mare e cielo, lasciano senza fiato.
E le isole che ci circondano fanno da culla a questo triangolo splendente. Ricco di cultura culinaria e di vini di eccellenza, tradizioni da amare, rispettare, conservare, che gli altri paesi curano con orgoglio, facendone un vanto. Fra le tante inefficienze, lasciate alla deriva, includiamo il turismo, che non viene stimolato, gestito, programmato, con mancanza di strutture adeguate e non sponsorizzate. Trasporti inadatti, vecchi, sporchi, sgangherati non collegati che risalgono all'epoca Ming, da fare indignare i popoli che ci hanno preceduti e lasciato questo patrimonio oggi così malandato e malato.
Con uno spreco di immagine, di finanziamenti, con un focolaio di corruzione, che impedisce la possibilità di riportare questi siti di valore inestimabile, alla loro antica bellezza. Abbiamo sotto gli occhi e sotto le nostre scarpe, una terra che si dovrebbe amare, rispettare, curare, ma che viene bistrattata, mortificata, trascurata, dove nessuno gestisce nulla, se non loro stessi e i loro indegni interessi. E abbiamo un primato di orgoglio, per aver sotto tutela la conservazione delle nostre opere artistiche dal lontano 1939.
Ma tutto ciò non stimola e non impegna questa classe politica, inetta, inadeguata culturalmente, che latita, che è predatrice di fondi, senza limiti, che mette a rischio scelleratamente, e indegnamente un tesoro, che l'UNESCO ha premiato con innumerevoli stellette, che ci fanno superare una splendida Francia, una perfetta Germania, una tipica Spagna, e la Cina che ci segue da vicino. MA NOI SIAMO IN CIMA! Questo dovrebbe inorgoglirci, ma noi siamo e saremo sempre i messicani della situazione, indolenti, menefreghisti e dormienti. Siamo cosi incivili (POLITICAMENTE), che non consideriamo, e dovremmo farlo, che nel 2012 abbiamo avuto poco più di 6 milioni di presenze straniere, contro gli 8 milioni della Campania, i 9 milioni e mezzo dell'Emilia Romagna, i 19 del Trentino Alto Adige, e oltre 40 milioni del Veneto. Vergognoso. Nel 2013 il flusso turistico nella nostra isola, ha lasciato 1.100 milioni di euro, un trentesimo dell'incasso complessivo ITALIANO.
Le ragioni? Da uno studio fatto e pubblicato dalla fondazione RES, a tutela dei patrimoni UNESCO, i voti sono stati cosi scarsi, da fare arrossire e mortificare l'Assessorato responsabile, ignorante, soltanto leggendo sul sito web della Regione Siciliana una presentazione miserevole, in due sole vergognose lingue, rispetto a paesi che lo propongono in sei lingue, o addirittura in 10. E non ci consola il fatto che a livello nazionale le cose non vanno poi tanto meglio. Il “marchio Italia”, la percezione che i turisti hanno dei paesi da visitare, per esempio, nel 2005 era primo assoluto, nel 2007 quinto, nel 2009 sesto e nel 2014 solo diciottesimo. Un disastro.
In ultima analisi dobbiamo riconoscere che non siamo all'altezza di gestire e salvaguardare questi nostri tesori. MARZIANI? peggio! Mercenari? forse! lo sapremo con certezza e in breve, come gestiremo, o sarebbe più giusto dire, come gestiranno i nostri “Onesti” e Preparati politici, il MILIONE di euro ricevuti per la promozione del sito siciliano. In ansiosa desolante e probabilmente deludente attesa, tra degrado e incuria, continuiamo a gustarci questo delizioso Zibibbo che l'UNESCO ci ha stellato.
Rosalba Ferrara
11 Dicembre 2014
Buono lo "Zibibbo".......così come buone le tantissime specialità siciliane che associate alle splendide bellezze architettoniche e paesaggistiche potrebbero fare della nostra splendida regione, una delle più ricche regioni italiane. Si creerebbero talmente occasioni di lavoro che non avremmo bisogno di nessuna altra industria. Sinceramente non so se è davvero colpa della politica oppure "Se" dipenda anche da noi! Amo camminare a piedi e quindi VEDO .....vedo purtroppo sporcizia a mai finire, marciapiedi luridi e puzzolenti delle feci liquefatte o essiccate dei cani ( per carità, amo gli animali...loro non ne hanno colpa! Semmai l'inciviltà dei padroni...) Penso che abbiamo perso il senso delle cose belle, ci siamo abbrutiti a tal punto che non facciamo neanche più caso all'immondizia, alle spiagge sporche, alla gente che imbratta a mai finire! In tutto questo paesaggio di bruttezze e inefficienze.....come potrebbe trovare SVILUPPO il TURISMO?.........Forse e grido FORSE dovremmo armarci tutti di buona volontà e durante le vacanze natalizie impiegare il nostro tempo a pulire le strade, abbellire la nostra città anche con piccole scelte, forse dovremmo farlo sempre...........sono convinta che l'educazione alla BELLEZZA può salvarci dal degrado. Come docente penso che bisognerebbe iniziare dalle nostre scuole, renderle ambienti BELLI, COMODI, ACCOGLIENTI, GIOIOSI...proprio per promuovere quella educazione o anche abitudine al BELLO che non può far altro che farci bene al corpo e sopratutto allo spirito
RispondiEliminaAl di là delle cattive abitudini, insite in noi, alla mancanza di rispetto, poco assimilato, sin dai primi anni di vita, vorrei ricordare che il "Pesce puzza sempre dalla testa" e questa cecità insensata da parte delle istituzioni, è di comodo, e di comodo è non fare progetti, delle adeguate strategie e rilancio del turismo, che porterebbe migliaia posti di lavoro, ed evitare di farci passare per i parassiti della situazione. Ma ciò non ci è permesso, perché potremmo alzare un po la testa, e riacquistare la dignità di belle persone quali siamo. La Sicilia che vogliono è QUESTA, forse un giorno, spero non troppo tardi ci renderemo conto di tutto ciò....
EliminaCondivido in toto quanto scritto da Maria Pia Labita.
RispondiEliminaLa prima cosa che dicono i turisti quando lasciano la Sicilia: "è bella, ma sporca e disordinata". Molti non ci torneranno più per questo motivo. Il peggio è che riferiscono questo disaggio ad altri potenziali visitatori . Non credo che si potrebbe vivere solo di turismo, ma l'aumento aiuterebbe sensibilmente l' economia siciliana, Ho sempre pensato che i nostri albergatori potrebbero garantire i turisti almeno per 3 mesi l'anno, giugno luglio e agosto: "nei giorni di pioggia non paghi il soggiorno".
Purtroppo sappiamo bene dell'inefficienza della Regione Siciliana non solo nel turismo, ma anche nell'insieme delle su attribuzioni. L'auto mia del suo Statuto si è dimostrata capace solo di garantire arricchimento di pochi e disagio per la gran parte dei cittadini.
RispondiEliminaRipeto, incuria e degrado non sono solo responsabilità di chi ci governa, ma anche nostra, di noi cittadini. Prima di accusare gli altri interroghiamoci, tutti giorni, se abbiamo fatto il nostro dovere di cittadini civili, curando e rispettando il bene comune.
RispondiEliminaCondivido Michele!!!
EliminaTotalmente in sintonia con la disamina letta. Sfruttare le risorse ambientali significherebbe creare occupazione ma la cosa non interessa a chi vive sfruttando la miseria intellettuale di alcuni siciliani, per essere estremamente buona.
RispondiEliminaMi trovo perfettamente d'accordo con Rosalba Ferrara circa il totale disinteresse della politica siciliana e di tutti gli enti, ad essa, annessi e connessi. Aggiungo che a monte non ci sono soltanto l'incuria, la negligenza ma altre concause di ben più grave entità... che hanno contribuito, non poco a che si cadesse in degrado sempre più esasperato. Un delitto perpetrato impunemente contro il suo immenso patrimonio culturale , turistico, paesaggistico che, malauguratamente, sta portando la “perla del Mediterraneo" allo sfacelo. Salviamo la nostra isola, gridando forte il nostro dissenso sul malcostume , sulle connivenze mafiose ... sulle corruzioni che ne impediscono, da tempo, lo sviluppo, l'evoluzione. Non piangiamoci addosso... ma leviamo le nostre vibrate proteste perché' "le cose" cambino! Non possiamo accettare supinamente che si venga depredati così delle nostre risorse naturali (Muos, trivellazioni sconsiderate ecc che la dicono lunga...) Non permettiamo che la nostra Sicilia, nonostante il riconoscimento dell' Unesco... le cui stelle possiamo mettere sull'albero di Natale di chi ci governa..., sia così bistrattata, merita altro la nostra Sicilia martoriata, derubata, dimenticata.
RispondiEliminaE allora che fare, visto che niente va bene e tutto va male?
RispondiEliminaCome giustamente dice Michele prima di dare la responsabilità alla politica ci dobbiamo chiedere se ognuno di noi e quelli che sono più vicini a noi abbiamo fatto sino in fondo il proprio dovere …questo accusare la politica spesso ci serve per toglierci dalle nostre responsabilità …tra l’altro ci dobbiamo ricordare che la classe politica almeno da quando ci è stato ridato il diritto al voto l’abbiamo selezionata noi …la nostra bella regione con l’abbondanza che ha di impiegati pubblici potrebbe avere tante braccia e le giuste menti per custodire l’immenso patrimonio ma forse magari ci sono tanti che sono più portati a curare il loro “Zibibbo” che a curare la cosa pubblica …negli anni settanta la prima volta che mi trovai in Svizzera, mi trovavo in un vagone vuoto di un treno locale e poggiai il mio bagaglio a mano sul sedile (allora ancora di legno), durante il viaggio entrarono due signore (normali cittadine) che non persero tempo ad invitarmi a togliere il bagaglio da sopra il sedile …ecco se noi siciliani o noi italiani fossimo educati a queste cose non servirebbero bravi politici per curare e salvaguardare le bellezze della nostra terra ..ma vorrei chiudere il mio ragionamento con un po’ di ottimismo, vivendo in Veneto mi capita spesso di parlare con gli altri della nostra terra, ebbene devo dire che ho incontrato sempre non siciliani innamorati dalla Sicilia generosi sia verso la nostra terra che verso noi siciliani.
RispondiEliminaLa giornalista ha scritto un articolo oltre che bello e leggero tanto da gustarlo fino in fondo senza tralasciare niente di quello che è il giudizio di tanti. Conosco la Sicilia perché per anni sono stata in villeggiatura a Taormina ed oltre alla munificenza delle bellezze paesaggistiche, alla ricchezza della flora e ai siti archeologici nonché ai prodotti alimentari eccellenti, ha trascurato l'ostilità dei siciliani. Ebbene copro questa lacuna dicendo che questa gente riserva a tutti coloro che vengono a visitare l'isola e a gustare le prelibatezze di mare e di terra, una accoglienza straordinaria. Fanno sentire l'ospite come la persona più importante che possa essere capitata nelle loro vite. Ma ahimè tutto questo che è di bello e di buono trova per contro una carenza di servizi davvero penosa degna di un popolo ancora da civilizzare perché tutti i proventi di questa regione anziché essere usati per creare mezzi di trasporto idonei e servizi eccellenti, sono spartiti tra i clientelismi di cui la regione è purtroppo colpevole. Per rendere la Sicilia degna dello splendore che ha insito deve essere guidata da chi si mette con onestà e forza a lavorare per far si che possa accogliere nel migliore dei modi tutti coloro che vogliono soggiornare in questa isola unica per le immense bellezze.
RispondiEliminaMi ritrovo una poesia in siciliano di un poeta di cui non conosco, purtroppo, il nome .vogliono citarne due brani.Al Padreterno che creava la Sicilia, san Pietro scandalizzato ribatte
RispondiElimina"Patruzzu miu,u facistivu u paradisu?E navutru nni faciti supra a terra? e accussì beddu che nun s'avia ma intisu!Pà nvidia può scoppiare una gran guerra!!!" Il Padre Eterno però calma subito San Pietro e un pò seccato gli dice "Lu sai chi sugnu iu cca aiu u guvernu? Aiu a fari ancora i Siciliani,nun mi vantu :Forsi forsi vi parrà nautru nfernu!!"
Questi due pezzi mi sembrano perfetti per sintetizzare il mio pensiero. Bellissima terra! Abbiamo sole ,mare,colline e montagne. Ma abbiamo pure una Regione a statuto speciale che si è contraddistinta per le ruberie,faziosità,mafiosità.Ma sono d'accordo con Michele Maniscalco,l'ncuria e l'inciviltà contraddistingue i siciliani!Basta guardare lo scempio di una domenica !!!Spiagge,luoghi di picnic,piene d'immondizia.Basta guardare le strade,basta andare in certi uffici.basta guidare . Il turista non è un investimento,bensì il pollo da spennare e non mi consola sapere che questo succede in tutta Italia!!Malgoverno sì è vero,ma cattivi politici per cattivi cittadini!!
Quando leggi:Flop dell'Industria del Turismo i Sicilia, rende solo 2,4 miliardi..(fonte Unioncamere) sale un certo malcontento, ci si chiede come possa essere ossibile non valorizzare come meritano le bellezze di questa Isola.i suoi profumi, le sue produzioni, i suoi sapori.
RispondiEliminaLa Sicilia è una cartolina da ammirare ogni volta possibile. Ammetto una grandissima lacuna circa lo "Zibibbo" che so essere un vino passito, quindi estremamente dolce, mi permetto assimilarlo al nostro Sciacchetà del levante ligure, e, nonostante io sia della zona, non conosco.Viviamo in un Paese, messo, diciamo poco bene, se cercassimo di puntare sul turismo,e non solo, potremmo avere anche un futuro meno bigio.
Una cosa da dire, l'ospitalità dei siciliani, fa da contraltare alla ruvidezza ligure, bella gente, con un grande cuore.
Non so se qualcuni ricorda ancora ( io l'ho dimenticato) il nome di quel ministro di una dei governi Berlusconi che dichiarò, impavisdo: "coon la cultura non si mangia...." e infatti per "statisti" come quelli dei governi Berlusconi la mangiatoia stava da qualche altra parte. Siamo uno dei paesi più ricchi di "storia" al mondo e non sappiamo far fruttare questo immenso patrimonio ma anzio, poichè si presta poco a farsi "commercializzare" dalla crimionalità organizzata vorremmo quasi,quasi liberarcene. Il bello che ci lamentiamo se il turismo va male e forse non ci rendiamo conto che è una delle voci più importanti del bilancio dello stato ma l'ignoranza di chi dovrebbe valorizzarlo è tale che non si rende conto del valore effettuivo dello stesso e bada solo a mangiarsi i soldi che provengono dagli organismo internaziionali che ci riconoscono a iosa la sua importanza vitale. Che possiamo farci? Se possibile responsabilizzare le autorità locali risalendo, se anche questo è possibile, a chi quei soldi se li mantgia prima ancora che siano arrivati nelle casse dello stato e, possibilm,ente, pregare coloro che sono o saranno "premier" che alkl'atto della foermazione dei governi si scelga per tale funzione conservatrice di un bene unico al mondo,persone che abbiano il senso profondo della storia,dell'arfte e..principalmente che siano al di fuori delle congreghe mafiose.
RispondiEliminaHo scritto di getto e vedo che ci sono alcuni errori di battitura. Chiedo scusa è la prima volta che uso il profilo google. cercherò di stare più attento la prossima volta.Grazie e buona giornata.
RispondiEliminaIl Ministro della famosa frase: "con la cultura non si mangia" è stato Giulio Tremonti.
RispondiEliminaGrazie e .cercherò di ricordarlo la prossima volta!
EliminaDimenticavo. C'è unaltra frase famosa di un Ministro del Governo Berlusconi: "con la mafia bisogna abituarsi a conviverci" Ministro Lunardi.
RispondiEliminaVorrei ricordare ai nostri amici che il governo Berlusconiano è stato cosi attento alla cultura, che ha distrutto la scuola, tolto buona parte dei finanziamenti, preferendo darli a Istituti privati, che adesso di comodo chiamano Paritarie.. e che il bravo Ministro acculturato TREMONTI, dai tagli lineari dichiarava con ARROGANZA che con la cultura CI SI FA UN PANINO, infatti siamo a questo punto per questa gente, da definire in modi non urbani...
EliminaE infatti se ne ricordavano tanto da versargli cinquecento milioni di euro all'anno.( almeno così ha dichiarato uno che se ne intende: Totò Riina)
RispondiEliminaRosalba Ferrara ha scritto, con il cuore e con intelligenza, su un argomento che fa smuovere i nervi pure ai santi. Un settore economico, quello del turismo e dei beni culturali, che dovrebbe essere tra le priorità di qualsiasi governo nazionale e locale. Che ha potenzialità incommensurabili, fonte di reddito e sviluppo se solo ce ne occupassimo come si deve. E in Sicilia, come dice bene l'autrice, le cose vanno ancora peggio. E ti pareva. Siti di enorme interesse culturale semi abbandonati. Spazi meravigliosi sottoutilizzati e, spesso, immersi nel degrado. Difficoltà pure nel rendere fruibili musei e siti archeologici in orari e giorni diversi da quelli d'ufficio. Le scuse sono innumerevoli e quasi sempre ridicole. Una per tutte, manca il personale e non ci sono le risorse per lo straordinario. Una cazzata pazzesca. Che dovrebbe indurre a prendere a calci in culo dirigenti e amministratori di regione, province (quel che resta) e comuni, e anche delle cosiddette società partecipate. In una Sicilia piena come un uovo di personale di ruolo, precari di ogni ordine e specie, e poi ancora di ex lsu di cui si perdono le tracce, e via discorrendo. Soluzioni? Un piano di riorganizzazione delle risorse umane disponibili da destinare a tutto ciò che ruota intorno al Turismo e ai beni culturali. Utilizzazione di tale personale in turni di lavoro tali da coprire sette giorni su sette e con orario continuato. E, se non bastasse, c’è la platea enorme costituita dai lavoratori in cassa integrazione da anni pagati per non fare nulla. Un’indecenza. Insomma, basta una volontà politica seria e la collaborazione dei lavoratori, i quali, ne sono sicuro, di fronte alla sola ipotesi di licenziamenti, farebbero il loro dovere. E mi rifiuto di credere, considerata la grave crisi strutturale, che i sindacati opporrebbero resistenza.
RispondiEliminaParlare delle nostre bellezze naturali che non vengono valorizzate è, forse, il luogo comune più diffuso tra i siciliani. Fin da bambino sentivo dire frasi come: abbiamo il mare e il sole quasi tutto l’anno, siamo ricchi di monumenti, potremmo vivere solo con il turismo. Dopo mezzo secolo gli argomenti sono pressoché identici. Pur avendo ricevuto da parte dell’Unesco un riconoscimento che ci offre la possibilità di far decollare la nostra economia attraverso la fruizione del nostro patrimonio culturale, etnico, ambientale, gastronomico, la nostra politica guarda sempre dall’altra parte. Dalla parte sbagliata dove poter fare affari, devastare il nostro territorio, trivellare il sottosuolo a favore dei petrolieri. La speculazione edilizia, l’utilizzo e lo sfruttamento del nostro ambiente vengono considerati dai nostri governanti (vecchi e nuovi) più remunerativi da un punto di vista della rendita elettorale. L’ignoranza cieca porta i nostri politici a pensare che puntare sulla salvaguardia del nostro ecosistema ponga dei limiti alle attività imprenditoriali e costituisca un freno per le grandi opere (spesso inutili e fonti di tangenti a man bassa). Ancora non si capisce che l’ambiente e i prodotti della terra non sono una categoria dello spirito ma, se ben valorizzati, sono la più intelligente fonte di ricchezza per il popolo siciliano, perché quella è la vera vocazione naturale di un isola come la Sicilia. La piccolissima Valle D’Aosta lo ha capito da molto tempo e ha fatto delle sue risorse naturali, la fortuna dei suoi abitanti con milioni di presenze turistiche ogni anno. Ma guardando lo spessore politico dei nostri rappresentanti, allora si capisce perché c’è poco da sperare!
RispondiEliminaCome ho già detto più volte la nostra Italia, anche per posizione geografica, è bella paesaggisticamente bella... non manca nulla, mare, pianure, colline, montagne e pure laghi... qualsiasi situazione tu voglia qui in Italia la trovi... poi la cucina, direi che è rinomata in tutto il mondo...i vini, eccellenza, abbiamo anche rubato il primato alla Francia... poi la cultura, la storia le varie civiltà che ci son passate hanno lasciato il segno. L'Italia è un insieme di tante cose che nessuno può vantare... c'è un grosso problema, direi enorme problema. Non è valorizzata e rischiamo di perdere patrimoni storici che raccontano la nostra storia... mi viene quasi il sospetto che non abbiano interesse a valorizzarla e attirare il turismo. Certo che le colpe non sono solo delle istituzioni ma anche nostre di comuni cittadini, non ci prendiamo cura delle nostre città, sembra quasi che non ci viviamo noi stessi... speriamo che le cose cambino velocemente perché, secondo me, l'Italia è un investimento sotto il profilo TURISMO.
RispondiEliminaL'analisi e l'indignazione dell'autrice sull'argomento sono ampiamente condivisibili.
RispondiEliminaNulla o quasi da aggiungere.
Si può solo sottolineare che, anche se è vero che la Regione Siciliana è ormai in default finanziario conclamato ma pur tuttavia ancora negato con la foglia di fico dei soldi che il governo centrale ci assegna ma non ci accredita, la dignità e la voglia di risollevarci dovrebbe indurre tutti, cittadini e politici, a pretendere una nuova politica di programmazione sobria e concreta, oltre che moderna e mirata ad una efficiente fruizione dei beni cuturali paesaggistici.
Ma temo che sia ormai troppo tardi. Siamo scesi al disotto della linea di galleggiamento.