di Renato Sardo - Recenti fatti di cronaca portano l’attenzione su un fenomeno sempre più preoccupante:
una irresponsabile quanto diffusa manifestazione di razzismo e xenofobia, con la conseguente recrudescenza di oscenità morali come il nazismo ed il fascismo. Considerando quanto accade, una riflessione su questi temi è necessaria visti i focolai di manifesta xenofobia e razzismo sparsi in tutto il Paese e che, se non fronteggiati, potrebbero estendersi con drammatiche ed imprevedibili conseguenze, soprattutto se alimentate da un clima politico di intolleranza.
La storia dell’Europa e dell’Italia, purtroppo, è stata investita da questi comportamenti, rivelatisi come vere e proprie tragedie, con crimini contro l’umanità mai sufficientemente spiegati e contrastati: il rischio che questa infezione, fino ad oggi limitata soprattutto ad alcune aree territoriali del Paese, possa contagiare i cittadini meno attrezzati culturalmente, pone in essere motivazioni morali e politiche in grado di fare indietreggiare coloro che, per tornaconto personale o di parte, assumono comportamenti ambigui di accondiscendenza verso chi, per paura del “diverso”, rendono “vittime innocenti” cittadini comunitari ed extra comunitari, con comportamenti discriminatori assolutamente non condivisibili. Comportamenti di ammiccamento verso tesi antistoriche ed antiumane, la possibilità che idee malsane possano diffondersi, va sempre tenuto nel dovuto conto.
Il fenomeno ha preoccupante rilevanza sociale quando gruppi di persone sono portatori di una vera e propria “fobia” verso altri gruppi di persone che vengono individuati come “diversi” e, quindi, bersaglio di preconcetti, fino ad esplicite azioni di persecuzione e tentativo di emarginazione. L’odio nei confronti di quello che appare diverso è nutrito da presunte difese ipocrite delle proprie tradizioni, della propria cultura e fede religiosa, che sfociano in atteggiamenti di intolleranza e razzismo, incompatibili con un sistema democratico.
La stessa fobia che riguarda l’odio e la paura per “lo straniero” investe anche chi ha fede religiosa diversa, gli omosessuali, chiunque ha un diverso colore della pelle, chi nasce e vive al Sud o al Nord, gli stessi disabili, generalizzando con impressionante superficialità. In questo quadro va collocato quanto avviene con episodi di condanna ed aggressioni , non solo verbali, assolutamente gratuite contro chi “fa paura“: gli zingari perché zingari, i negri perché negri, gli stranieri perché stranieri, i mussulmani perché mussulmani, i meridionali perché meridionali.
Con queste “devianze mentali” alcuni movimenti politici- e non solo La Lega Nord che porta la bandiera, con una qualunquistica e superficiale indifferenza- propagandano di fatto odio e violenza con una affermazione di disvalori che, purtroppo, fanno proseliti. Questo è il brodo di coltura in cui si alimenta una pericolosa destra che, facendo leva sull’ignoranza e sugli egoismi e su una quasi sempre colpevole indifferenza, può alimentare “associazioni” che si richiamano ad “ideologie” nazifasciste, destabilizzanti dello stesso sistema democratico.
Serve una seria presa di coscienza, una riflessione profonda per capire innanzitutto cosa può determinare il razzismo oggi, in tempi di crisi e difficoltà per tutti: esiste il rischio reale che il disagio possa produrre pericolosi conflitti sociali. Contrastare con determinazione e costanza questa deriva è un fatto di civiltà ed è compito della politica e, prima ancora, della cultura e dell’informazione.
P.S. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa interessante riflessione su un tema delicato e capace di scatenare reazioni fortissime tra i cittadini. Il razzismo e l’omofobia sono argomenti che colpiscono la pancia degli italiani e alcuni politici ne fanno un cavallo di battaglia per fini elettorali. L’autore, Renato Sardo nato a Roma, classe 1938, vive a Carini(Palermo), è stato Direttore Editoriale del periodico “CARINI OGGI”, Presidente dell’INPS-Sicilia, Segretario Regionale CGIL- Sicilia e Collaboratore di diversi giornali locali. Appassionato di politica, scrive racconti e poesie in Italiano e siciliano. Questo è il suo primo articolo su PoliticaPrima. Benvenuto e buon lavoro.
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I regimi necessitano di fomentare il conflitto sociale per orientare il malcontento del popolo strumentalizzando l'immigrazione a tal fine oltre che per specularci economicamente attraverso il traffico di essere umani. Le ragioni sostanzialmente sono quelle di preservare la propria egemonia ottenendo alibi verso il proprio malaffare che genera povertà diffusa, oppressione, degrado e vittime ela legittimazione all'uso della violenza per p reprimere il popolo. La massa è considerata merce del potere, carne da macello di cui godere della distruzione umana, fisica e spirituale. Quando anzichè governanti vedrete degli spietati assassini avrete visione modesta di quanto sovrintenda e regni in questo mondo forgiato dalle illusioni. Solo i popoli possono governare se stessi divenendo responsabili delle istituzioni.
RispondiEliminaEcco "contrastare con determinazione e costanza questa deriva è un fatto di civiltà ed è compito della politica, prima ancora, della cultura e dell'informazione".
RispondiEliminaSecondo me in italia c'è una minoranza aggresiva sguaiata e razzista capace di qualsiasi nefandezza contro tutti i diversi. Poi c'è un'altra grande minoraza (?) che dice di non essere razzista,ma chiede che ognuno deve stare a casa sua, che disturbano, che prima vengono gli italiani, che non hanno la nostra culturaecc. Sono razzisti , ma non lo vogliono ammettere. Per quanto riguarda l'omofobia devo dire che la mentalità degli italiani negli ultimi decenni è cambiata. Venti-trent'anni fa, omosessuali dichiarati come Vendola, Crocetta e tanti Parlamentari non sarebbero stati eletti a cariche Pubbliche così importanti. Anche quì rimane quella minoranza violenta e iriducibile che,se pesse, li manderebbe al rogo. Piano piano anche l'attegiamento della Chiesa è cambiato nei loro confronti.
Manifesto affisso durante la campagna elettorale per il governatorato della Pennsylvania del 1866
RispondiEliminaIl razzismo scientifico è stato preceduto e seguito da altre forme di razzismo organizzato, detto anche pre-scientifico. Nel merito di quest'ultimo la parola "razza" non è sempre riferita a un tipo biologico, ma al senso più generale di "categoria" o "genere". Quest'altra forma di razzismo non è meno importante, e in dettaglio prende molti nomi specifici a seconda dell'oggetto della discriminazione: classismo se riferito alla discriminazione in base alla classe sociale, casteismo se in base alla casta di appartenenza, sessismo se in base al sesso, ecc.
Tesi dominante oggi, che tenta di spiegare le cause del razzismo organizzato e scientifico, è quella utilitarista: il razzismo, cioè, nascerebbe prevalentemente da motivi di utilità politica, a difesa dei privilegi, dell'economia e del potere di una fazione contro l'altra.
Il razzismo "individuale" invece è considerato dalla psicologia un grave disturbo mentale di tipo narcisistico, come anche la xenofobia
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La società attuale, carica di egoismi, arrivismi, è, sciaguratamente, portata al razzismi, alla paura del diverso.
La pura che, un altro possa portare via qualche cosa a noi.
Strano è che, chi viene nel nostro Paese è visto come uno che. RUBA IL LAVORO, mentre quando un italiano va in altro Paese, è uno IN CERCA DI LAVORO..
Teniamo conto, degli …”opportunismi elettorali”, quando cavalcare la paura del diverso, porta voti. La paura quando usata come arma di distruzione intellettuale, porta consensi,.
Concludo dicendo sempre la stessa frase, quasi un mantra, per me. IL RAZZISMO E’ UNA BRUTTA ESTIA, difficile da debellare, proviamoci comunque.
Razzismo, xenofobia, termini diventati di uso comune, ma quasi sempre citati a sproposito, senza avere la pur minima cognizione del loro significato, ma ritenuti valori essenziali negli ambienti dell’estrema destra italiana ed europea. Nel caso degli esseri umani (Homo sapiens), gli studiosi ci dicono che sbagliato usare il termine razza per riferirsi a ciascuno dei vari o differenti gruppi umani, ma è considerato più giusto utilizzare il termine di etnia. Perciò, caro Renato Sardo trattandosi di uomini e di un problema che investe l’intera razza umana, sarebbe giusto osservare e prendere coscienza che in costoro, manca la base di una sana moralità. Si sente spesso parlare di moralità, di legge morale, di imperativo categorico, come di obblighi imposti all’uomo da tradizioni, da religioni, da gruppi di potere, e nello stesso tempo si pensa come liberarsene affermando invece il valore della posizione personale scelta da ciascuno. Qui scaturisce il “diritto” di sopraffazione e prevaricazione verso un essere ritenuto inferiore solo per la diversità del colore della pelle.Tante volte, spinto da una seria riflessione, ho voluto “leggere” quella linea virtuale oltre la quale si entra nell’essenza della moralità umana. Devo ammettere che i risultati sono stati scarsi, forse perchè imbrigliato da tante certezze prefabbricate e garantite da filosofie,da ideologie, ed anche da una fede religiosa. Sarebbe opportuno, perciò, che l’uomo esplorasse stesso, la sua storia, il suo esprimersi, il suo godere ed il suo soffrire, il suo rivolgersi agli altri, il suo sognare e la sua grande voglia di proiettarsi nel futuro. Solo così, penso, possono essere giustificate le linee generali del comportamento umano che disegnano quel percorso comune che illumina attese e desideri, conquiste e sconfitte, grandezze e miserie di questo strano essere sempre più autonomo e sempre più succube di scelte non volute. Credo necessario anche, di scoprire la natura di quello slancio vitale che muove, con la coscienza ovvero senza di essa, tutta l’evoluzione e lo sviluppo di una persona. E’ il contesto del problema morale che lo definisce e lo delimita almeno nella sua espressione di partenza, dando nuovo significato ai termini spesso ripetuti, come “regola morale”, obbligo e legge. Si ha l’impressione di essere diventati allergici all’idea di valori morali universali, di criteri oggettivi validi per tutti, e si sostiene decisamente il primato della singola persona. Questo criterio mi è dettato dalla persuasione che la legge morale non viene dal di fuori dell’uomo, ma dal bisogno di rispondere alle urgenze più forti che ciascuno avverte in se stesso, da quella verità che precede ogni singola persona e la definisce come tale. Da sempre, l’uomo ha cercato di soddisfare il suo desiderio di felicità, i suoi sogni più arditi, la sua volontà di sentirsi un protagonista, un inventore, insomma un padrone di se stesso, e per attuare tutto ciò ha cercato di stringere il suo raggio d’azione con il tipo di uomo a lui più congeniale.
RispondiEliminaCondivido pienamente le considerazioni e le valutazioni di Sardo.
RispondiEliminaE' vero! C'é una forma di razzismo nuova che si sta instaurando nel nostro paese perché coloro che fanno politica non si rendono conto che tale fenomeno, dovuto dalla crisi in generale e dalle difficoltà che ognuno di noi deve sopportare, può scatenare dei conflitti sociali davvero preoccupanti.
RispondiEliminaOra, secondo me il problema, invece, deve essere seriamente esaminato partendo sempre dal concetto di famiglia – e, se vogliamo allargarci, continuare con il concetto di “ condominio” e , salendo la scala, alle aggregazioni umane, per arrivare alle nazioni ed ai consorzi di nazioni.
La fame è una brutta bestia e quando c’è fame è difficile potere stabilire delle regole, quindi, prima che un governo arrivi ad affamare i propri cittadini deve pensare al loro bene e cioè mettere in esercizio quelle regole adatte affinché si possa raggiungere la tranquillità economica.
Qualsiasi cosa va programmata, proprio per saper ben gestire l’imprevedibile.
Se per costruire una casa ci vogliono un capomastro e due operai, diventa inutile e sprecato aggiungere altra manodopera. Se in Italia siamo in “200” ed abbiamo bisogno di una forza lavoro “100”, i cento in più sono costretti a vivere alle spalle di quei “100” che lavorano, oppure non gli resta che emigrare in altri Stati dove c’è richiesta di manodopera. Diventa, quindi, inutile e suicida ospitare stranieri, tra l’altro, di differente cultura della nostra. Ciò si potrebbe fare se in Italia dei “200” che siamo ci fosse una richiesta di lavoro di “250”.
Fatto questo semplice e povero esempio, rifletto è dico: non è semplice! Ma ora come non mai si corre il rischio che tale disaggio possa apportare delle crisi pericolose e scivolare in lotte fratricide se non si corre subito ai ripari e s’innescano dei provvedimenti seri, cominciando per prima cosa a ridimensionare i compensi agli amministratori e ai dirigenti e se volete in senso largo applicare anche un mio slogan “ Ergastolo e scomunica per chi ruba la cosa Pubblica!
Il razzismo in Italia è un fenomeno Storico, non definibile, ma radicato, affonda le sue radici al mito della razza Ariana, (grandi maestri Hitler e Mussolini), con il ventennio fascista, provocando migliaia di perdite umane. Sopito x decenni, ma manifestato velatamente nei confronti del SUD, dove lo scontro interessava ceti sociali diversi, con propaganda denigratoria e offensiva. Oggi con giuste manovre, viene riservato ad appartenenti di qualsiasi razza, lingua, colore, religione, ricordiamo ciò che scriveva Montanelli " con i neri non si fraternizza, non si può,e non si deve", persona colta ma vergognosamente razzista. Buona parte del popolo italiano, anche se in tempi moderni, ha conservato la mentalità e questo concetto di razza e di diverso. Si dovrebbe entrare nell'ottica che non esistono Razze superiori o inferiori, ma esseri umani. RAZZISMO è sinonimo di IGNORANZA, ignoranza che ci porta a farci manovrare dalla classe politica di turno, alla deriva, che cerca spazi e consensi, contro chi dovrebbe aiutare e cautelare....
RispondiEliminaSiamo sinceri,. Il fenomeno � vecchio come il mondo ma si � accentuato nei tempi recenti, a mio parere ,per una malintesa idea di libert� che dimostra, al contrario, una squallida schiavit� dalla ignoranza,dalla ipocrisia di una socet� che ha come fondamento della propria esistenza l'egoismo e la saccenteria della superbia come distinzione di ruolo sociale. La pira di coteste componenti viene alimentata, ad arte e per interesse, dalla politica esercitata, purtroppo, non in nome dell'interesse sociale e al servizio dell'uomo , ma nell'interesse personale dei singoli operatori e del clan d'appartenenza (per non definirla cosca). Prendere nuove vie non � facile perch� chi soffia sul fuoco e lo alimenta � troppo interesdsato a se stesso per poter arrivare ad una soluzione umana e civile del problema. Bisognerebbe che ogni individuo fosse capace di eseguire in se stesso quel profondo,sentito,sincero esame di coscienza che � necessario per affrontare questo tema della "diversit� con giustizia, carit� intelligenza. C'� qualcuno che ne sia capace? Ne dubito fortemente. La Chiesa stessa, che avrebbe dovuto esercitare nella sua vera essenza quell'azione di chiarificaziione della natura umana e delle sde imperfezioni naturalissime e spesso non volontarie, ha falllito nascondendo,ipocritamente, piuttosto che svelare e indirizzare la posizione del "diverso" verso una normalit� composta essenzialmente dal rispetto e dalla comprensione dello "status" vigilando a che si potessero limitare le esibizioni, alle volte fastidiose pi� che oscene,della diversit�. Troppo facilmente si dimentica il comportamento di Ges� con l'adultera, troppo facilmente, con atto di superba presunzione di una perfezione che non esiste in nessun essere umano a partire da noi stessi, condanniamo e critichiamo e mai che ci si ponga il problema: "e se fossi io in quelle condizioni?" Mai. E da questo comportamento ipocrita e gesuitico che nascono, con l'esuberanza dello spettacolo, le manifestaziioni pi� abiette e la cattiveria recondita dell' uomo quale componente naturale del regno animale!!"
RispondiEliminaServe una seria presa di coscienza, una riflessione profonda per capire innanzitutto cosa può determinare il razzismo oggi, in tempi di crisi e difficoltà per tutti: esiste il rischio reale che il disagio possa produrre pericolosi conflitti sociali. Contrastare con determinazione e costanza questa deriva è un fatto di civiltà ed è compito della politica e, prima ancora, della cultura e dell’informazione.
RispondiEliminaOTTIMA RIFLESSIONE , ma , mi chiedo e vi chiedo , come trasformare questa in azione e partecipazione per supera la odiosa indifferenza ?
Lo scenario descritto, è frutto della cultura patriarcale e maschilista. Una cultura che si basa sulla violenza, sulle guerre religiose e sul delitto declinato in tutte le salse.un modo di pensare dunque che si basa sulla violenza. A partire dal neolitico, questo modo di vivere invade le coscienze di ogni singolo individuo e svuota di contenuto valori come la fratellanza,la sorellanza e la tolleranza inaugurando di fatto l'epoca della violenza. In epoca moderna, non si parla abbastanza della tolleranza e troppi programmi spazzatura, in epoca contemporanea,impediscono di superare questo sistema malefico.Or dunque siamo solo agli inizi visto che la crisi investe anche la famiglia(il cui compito principale è insegnare il rispetto verso il prossimo, sia esso zingaro, di pelle scura o di orientamento sessuale opposto al proprio). In questo scenario non c'è spazio per la famiglia anzi nell'ottica maschilista i componenti di essa,diventano carne da macello. "siam pronti alla morte", recita l'inno nazionale.Tuttavia, venendo meno l'ignoranza, per me esistono due sole vie di fuga all'orizzonte. Occorre ripudiare "l'educazione" maschilista ed abbracciare quella femminista, dove concetti come fratellanza, sorellanza e tolleranza,sono valori fondamentali da coltivare e promuovere di generazione in generazione. Siamo soli agli inizi e tanta strada occorre fare per recuperare i valori della Civiltà della Dea Madre.
RispondiEliminaNon mi convince troppo la tesi dell'"educazione femminista" tenendo presente certe esibizioni femminili. Penso piuttosto ad una "educazione alla civiltà" senza sesso ma con contenuti seri e fondamentali come la carita', la comprensione, che sono proprietà assolute di una sana civiltà!
EliminaCondivido al 90% il tuo scritto ma non esageriamo con il buonismo asimmetrico...nel senso che la libertà religiosa, sessuale e la parità di diritti non valga solo da noi....ovvero da noi si arriva ormai a rinunciare alla nostra cultura millenaria...esempio professori e presidi smidollati consentono alla rimozione del crocifisso e del presepe per non turbare i poveri musulmani...vai in un paese musulmano e vedi se ti consentono simmetricamente quello che noi consentiamo a loro...per esempio mentre noi a loro consentiamo di costruire le moschee e fare proselitismo nel nostro paese...nei loro paesi dei Cristiani viene fatta pulizia etnica...una parola su questa mancanza di reciprocità ed asimmetria, sarebbe un atto di giustizia. Sorvolo per ora sui taglia gole dell'isis e sul terrore portato in paesi cristiani lontani, vedi canada e australia...
RispondiEliminaÈ tutta una questione culturale ed anche di sentimenti profondi. Spesso, infatti, sento parlare gente nei bar, in strada e nei luoghi di ritrovo e le parole che sento fanno rabbrividire. Ma quale solidarietà, ma quale antirazzismo, c'è gente che è profondamente razzista e della solidarietà se ne fa un baffo. Ma è ancora più grave quando tutto ciò viene strumentalizzato da questo a o quel politico. Ma in fondo alla gente piace sentire certe affermazioni...
RispondiEliminaConcordo con quanto scrive Renato Sardo..Questi fenomeni sono pericolosi e aumentano a dismisura,sono incontrollati,pericolosi.Era un bel po' che no si vedevano striscioni o manifesti razzisti e xenofobi.E' peroccupante come vengano aggrediti i gay.I fascisti dovrebbero essere perseguibili dalla legge dato che,se non ricordo male,c'è una legge...Tutto questo,naturalmente,si ripercuote sugli stranieri,che a detta di tanti,rispecchiano il male dell'Italia.A tutto questo contribuiscano alcune forze politiche,che oltre a prendersela con gente di colore e gay,fanno distinzione tra nord centro e sud...C'è bisogno di prendere coscienza di quanto accade per evitare conflitti sociali.A noi genitori,con l'aiuto della scuola,spetta il compito di educare i figli ad accettare "le diversità" (parola che non mi piace ma,che forse,rende l'idea) per una quieta e serena convivenza.....
RispondiEliminaIl colore della pelle non c'entra ma come si usano cuore, cervello, religione, ateismo. I nostri padri emigrarono in Paesi enormi in via di sviluppo e in altri piccoli, come Svizzera e Belgio, che avevano bisogno di mano d'opera, non lasciarono l'Italia per continuare a fare i disoccupati. Questa massiccia immigrazione che aggiunge centinaia di migliaia di disoccupati (se continuerà saranno milioni) ai nostri milioni di disoccupati. Ciò rischia di suscitare una guerra tra immigrati e italiani poveri (centinaia si sono suicidati, altri dormono nelle stazioni ferroviarie), e purtroppo anche razzismo per il sanguinoso Kaos che avviene in diversi Paesi di provenienza di molti immigrati. La gente ha paura. Non si gestisce così l'immigrazione. Accoglienza e LAVORO per perseguitati politici e religiosi; per i VERAMENTE poveri un piano internazionale per aiutarli a svilupparsi economicamente nelle loro Patrie. Vengono anche con famiglie numerose, pagano migliaia di dollari agli scafisti, rischiano di affogare e di venire a fare i disoccupati. Sono tutti perseguitati e/o poveri. Si noti anche la notevole differenza cambio tra dollaro e loro monete. In Italia ci sono famiglie che, in una sola volta, non hanno mai visto i soldi che una famiglia di immigrati paga per venire. Matematicamente la cosa non quadra. Se sono poveri chi da loro tanti soldi? Nei secoli passati l'Europa, Italia compresa, fu parzialmente, invasa da sud e sud est, con scimitarre e cannoni. Dialogo, dialogo, prudenza, prudenza avendo a che fare con gente convinta di andare in Paradiso se muore durante la guerra "santa" con relativo bottino; il quinto versetto della nona Sura del Corano dice di far patti con gli idolatri (mi pare che tra idolatri, fedeli di altre religioni, atei la differenza sia poca) ma di ammazzarli dopo che siano trascorsi i mesi sacri, a meno che non si pentano e paghino. Dialogo, dialogo, ma con un Libro Sacro che predica di non rispettare i patti occorre prudenza e occhio vivo. Gli, è le omosex in Italia, GIUSTAMENTE, non sono discriminati; infatti accedono alle più alte cariche dello Stato. In altri Paesi, come alcuni Islamici, invece sono discriminati e perseguitati con dure condanne penali. Se un giorno l'Europa dovesse chiamarsi Eurabia (probabile con la discutibile politica italiana ed europea, e con questa strana massiccia immigrazione di persone prolifiche) per le coppie omosex iscritte in pubblici registri, e quindi facilmente individuabili, saranno guai seri. Perché si distribuiscono fiabe gay negli asili infantili e scuole elementari ai bimbi? Si lascino ai loro tradizionali giochi infantili; quando saranno grandi sceglieranno liberamente di essere omosex o trans: Libertà, Libertà, Libertà e non si trasformi l'omosessualità in omosessismo ideologico. E' arrivato un altro ismo: l'omosessismo. Diritti Umani? Molto bene! E come la mettiamo con il diritto umano, psichico, naturale dei bimbi adottandi di avere come guida un uomo e una donna? Identico diritto umano, psichico, naturale dei e delle omosex che hanno un papà e una mamma. Genitore 1 e genitore 2? Innaturale, sgrammaticato, antiscientifico, spoetizzante! Clericale? No, naturale, scientifico, poetico, laicale. Lega Nord la conosciamo: ha il cervello annebbiato dalla nebbia della Val Padana. Quando qualche imbecille sporcava i muri del Nord con "Forza Etna" e "Forza Vesuvio" noi, Terroni, non sporcarmi i muri del Mezzogiorno d'Italia con "Forza Po". Checché se ne dica terrone è un complimento: sinonimo di contadino, con la terra dei campi appiccicata agli scarponi, e cervello fino.
RispondiEliminaPrima d'iniziare il mio commento,vorrei scherzosamente dire ad Armando Pupella,che se non abbiamo sporcato i nostri muri con forza Po,ma sicuramente non cisiamo fatti scappare di contrapporre la termine terrone il termine Polentone!!!a cui abbiamo attribuito valenze incredibili e negative!Riprendo il mio discorso.Renato Lo Sardo ha posto un problema di grande attualità e di grande complessità!E' il nuovo "razzismo" che si accompagna ad altre odiose parole come Xesenofobia ,omofobia..... Certo il razzismo non è nuovo e in Europa direi che è,per così dire, recente.E' stato ricordato il mito della razza ariana che portò all'olocausto di 6 milioni tra ebrei,zingari e comunisti.Ci fu certamente una convinzione culturale nei tedeschi di superiorità razziale,ma quanto potè il fattore economico e politico? La copiona Italia,non potyeva far da meno e Mussolini seguì l'esempio!Altri scempi e genoccidi abbiamo visto,per es.gli armeni di cui poco si parla. Ma nell'epoca dell'Europa unita,del mondo Villaggio globale che sta succedendo?Lo sardo parla di Fobia ed è un termine che mi ha colpito. La fobia è patologica è malattia da curare! tutto deve essere ascritto ad una epocale crisi economica ,politica e di valori!Certo razzismo viene preso ad uso e consumo di certi politici,mi correggo da certi politicanti come Salvini,che deforma la realtà e aizza l'odio.L'immorale pensa ai voti e non all'immorale entrata della sua compagna alla regione!L'italia in un recente sondaggio che ha riguardato l'europa si è classificata al primo posto per razzismo e molto vicina la Francia!Immigrati che vengono guardati come leva pane e delinguenti!e parlare di razze inferiori o di omossessuali offesi nella loro dignità.persino ragazzini vittime di linciaggio.Ma sono anche siciliana e vorrei capire i miei conterranei,per capire meglio me stessa.Il razzismo ,storicamente ,non fa parte della nostra mentalità!Noi stessi siamo il prodotto di immischiate di varie invasioni. Piana Degli Albanesi e Mezzojuso,ci ricordano gli albanesi che da noi hanno trovato rifugio e persino hanno fondato delle comunità mantenendo riti,religioni,usi e costumi!Gli arabi da vincitori non ci hanno costretto a cambiare religione e da vinti hanno costruito chiese cristiane.E adesso?beh qualche tempo fa avrei protestato con veemenza ,se mi avessero solo detto Ma tu sei razzista?Oggi devo interrogarmi e chiedermi ma è sicuro che non sono razzista?Ricordarmi bene le mie origini di una terra dove convivevano e prosperavano:greci,arabi,ebrei .....!Non lo so più nemmeno io!vedo la povertà di tanta povera gente,la povertà morale di tanta altra gente,le informazioni che ci bombardano e mi richiedo MA è SICURO CHE NON SONO RAZZISTA?
RispondiEliminaIn Italia sappiamo ormai da tempo si vive in una notevole e avanzata emergenza sociale: Tor Sapienza con tutte le sue laceranti sovrapposizioni sociali ha dato la giusta immagine di ciò che accade in tante citta Italiane dove la convivenza già precaria degli italiani confina con la precarietà degli extracomunitari immigrati,rom una miscela sociale esplosiva che potrebbe portare a situazioni incontrollabili. Politicamente penso che soltanto delle leggi ben strutturate che non vengano dettate dal finto buonismo ma da principi nazionalisti possano e devono arginare questa emergenza sociale, non siamo in grado di accogliere più nessuno.......importiamo passivamente anche terrorismo,delinquenza e dobbiamo stare molto attenti per la incolumità della nostra gente. Penso che una sana destra no post fascista ma nazionalista possa dare un contributo ad una ben delimitazione dei nostri confini socio territoriali.E poi i cardini sociali come DIO,PATRIA E FAMIGLIA non hanno fatto mai male a nessuno!!!!!!
RispondiEliminaHo sempre pensato che coloro che dicono “io non sono razzista, ma…..” siano coloro che non ammettono (o non ritengono) il proprio orientamento di chiusura verso esseri umani che, comunque, credono siano “diversi” da loro. Si racconta che Albert Einstein, ai controlli di frontiera negli Stati Uniti in un questionario che chiedeva di quale razza fosse, rispose “umana”. Fino a quando ci sarà chi ritiene “diverso” e non degno di solidarietà un essere umano che per etnia, orientamento sessuale o religioso, colore della pelle o quant’altro lo differenzi da lui, costui non può , a mio avviso, è ritenersi diverso da chi pratica e propaganda il razzismo, la xenofobia, l’omofobia, vuoi per ignoranza o per egoismo. Chi sono gli immigrati, gli extracomunitari? Sono persone come noi, meno fortunate di noi, come eravamo noi fino a 30/40 anni fa. Persone spinte dal bisogno e dalla miseria o che hanno abbandonato la loro terra resa insicura da conflitti o da regimi dittatoriali inumani. Fuggono, a rischio della vita, e cercano altrove migliori condizioni di vita e sicurezza: a loro abbiamo l'obbligo morale di offrire la nostra solidarietà, il nostro sostegno e difenderli dai razzisti, dagli xenofobi (anche nostrani, vedi ad esempio la ”campagna” della destra e della Lega Nord) , da coloro che non rispettano la loro dignità di uomini. La delinquenza organizzata, la corruzione, il malcostume, le case comprate con le tangenti, le leggi ad personam, le lauree pagate in Albania, la disoccupazione , la precarietà, l'insicurezza, quello che succede a Milano, a Roma , a Venezia e più diffusamente nel nostro Paese, i privilegi di casta, sono tutte cose italiane. E su tutto questo non c'è ancora una coscienza abbastanza diffusa che si indigna.
RispondiEliminaNon crede che la vera piaga dell'intolleranza verso gli immigrati sia dovuta alla crisi che attraversa il paese e all'affarismo politico-mafioso della gestione degli immigrati che va da destra a sinistra e non da quei puntuali precisi e inequivocabili valori della di uno Stato Nazione e Nazionalista che purtroppo resta nella memoria storica del Mazzini. Lei poteva nell'articolo parlare della dottrina cosmopolita di una nuova fratellanza al di là delle Nazioni.
RispondiEliminaPenso che le migrazioni di massa e la paura che esse comportino costituiscano l'inevitabile prezzo che l'occidente deve pagare per avere troppo tempo vissuto con la pancia piena e sprecato risorse mentre in Africa si moriva di fame, di guerre e di stenti. Siamo stati complici di un neocolonialismo che tra l'altro ha prodotto anche l'Isis..
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