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lunedì 10 novembre 2014
Orlando vs Cammarata. Sentenza TAR incredibile ma fuori tempo massimo
di Maurizio Alesi - Colpisce la lettera dell’ex sindaco Diego Cammarata, inviata alla stampa, immediatamente dopo
la notizia della sentenza del TAR del 5 novembre scorso, sull’illegittimità e i brogli nelle elezioni amministrative del 2007. Nella lettera Cammarata si schiera apertamente con Orlando manifestando piena solidarietà all’azione coraggiosamente intrapresa da Leoluca Orlando, deciso ad andare avanti nell’individuazione di tutti i responsabili che hanno falsato l’esito del voto. “Firmo gli esposti, sto con lui per la legalità”.
Certo, meglio tardi che mai. Ma quando Orlando denunciava il malaffare, Cammarata gli esposti li firmava contro di lui. Le sue parole arrivano dopo sette anni e, soprattutto, quando le denunce sono ormai consacrate in una sentenza inappellabile. Almeno un terzo delle schede elettorali, sono state oggetto di alterazione e falsificazione del voto espresso dai cittadini, e fu “denegata giustizia” a causa del grave ritardo con cui essa è pervenuta.
Durante questo lungo periodo Cammarata, uscito vincitore dalle elezioni più inquinate della storia, insieme alla lista a lui collegata (Azzurri per la libertà), si è guardato bene dall’ammettere irregolarità che potessero mettere a rischio la sua elezione. Ha incassato la vittoria senza porsi nessun problema sul come e sul perché.
Si ricorderà che a marzo 2008 furono arrestati due presidenti di seggio accusati di aver falsificato 580 schede per favorire una lista collegata a Cammarata e, otto mesi dopo, altre tre persone, appartenenti alla lista Azzurri per la Libertà, per aver falsificato 450 schede elettorali.
Secondo Leoluca Orlando quegli episodi confermavano l’esigenza di dichiarare nulle le elezioni ma, allora, l’ex sindaco Cammarata non fu così collaborativo come oggi rispetto alla necessità di ottenere verità e giustizia. Tutt’altro. Bollò le dichiarazioni di Orlando come “farneticanti e false ma soprattutto ridicole”. Secondo Cammarata i gravissimi episodi illeciti riguardavano pochi voti di preferenza, attribuiti allo scopo di avvantaggiare un candidato al consiglio comunale, sminuendo la portata delle modalità e le dimensioni delle irregolarità denunciate. L’ex sindaco reagì duramente minacciando esposti in Procura per le notizie definite “false e tendenziose”. E in quella occasione ebbe anche modo di dichiarare “inaccettabile mettere in discussione le nostre istituzioni e gli strumenti di democrazia, a cui tutti dobbiamo il massimo rispetto”.
Adesso che non corre più alcun rischio per l’impossibilità di ripetere le elezioni, adesso che la verità è ormai incontrovertibile, Cammarata sembra mostrare una nuova e diversa valutazione dei fatti, schierandosi accanto a colui che ha condotto, per sette lunghi anni, una battaglia di grande valore civico e morale in difesa della libertà di voto.
Una vicenda gravissima. Presidenti di seggio che avevano timbrato e firmato le schede in totale solitudine, centinaia di schede nulle scomparse, registri abrasi, cancellati e con fogli aggiuntivi incollati, e voti conteggiati in contrasto con quelli ottenuti dai candidati. Plichi con le schede votate consegnate a persone mai identificate e controllate, in aperto contrasto con le norme vigenti. Un voto, quindi, manipolato che è più grave di quello venduto. Il voto comprato, infatti, presuppone la volontà dell’elettore a farsi comprare. Mentre il voto manipolato nega la libertà di voto.
Una battaglia portata avanti da Orlando in totale solitudine, accusato di meschinità e di non saper perdere, nel silenzio di tutti i partiti. Adesso è Cammarata che mette in discussione gli strumenti della democrazia e il massimo rispetto ad essi dovuto, che prima riteneva sacri e inviolabili.
Meglio tardi che mai. Ma quanti punti avrebbe guadagnato se, da vincitore, avesse egli stesso chiesto di fare piena luce sulle irregolarità evidenti e i gravi sospetti che pesavano su quelle elezioni, dimettendosi e tornando a dare la parola al libero voto dei cittadini? Tutto questo non lo sapremo mai. Resta, però, tutta intera, l’insufficienza della giustizia italiana che arrivando fuori tempo massimo ha certificato un grave vulnus per la nostra democrazia.
Maurizio Alesi
10 Novembre 2014
P.S. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo sulla paradossale vicenda che è emersa a seguito della battaglia legale intrapresa dall’attuale sindaco di Palermo Leoluca Orlando dopo il risultato delle elezioni comunali del 2007. Una sentenza del TAR incredibile, che a distanza di sette anni, certifica la sostanziale illegalità di quel risultato. Maurizio Alesi, Palermo, classe 1956, coniugato e padre di quattro figli, ha iniziato il suo impegno sociale nel 1990 come responsabile del Comitato per il lavoro all’interno della Cgil. Nel 1992 ha fondato l’associazione “Diritto e Lavoro” impegnata nella moralizzazione delle procedure di assunzione degli uffici di collocamento. Attraverso le sue pubbliche denunce furono dichiarate illegittime le vecchie graduatorie e sbloccate centinaia di assunzioni, soprattutto nel settore della sanità.
Nel 1994 è stato eletto al Consiglio Provinciale nelle liste del "Movimento per la Democrazia La Rete" fondato da Leoluca Orlando. Dal 2003 non ha più svolto ruoli istituzionali continuando comunque a coltivare il suo interesse per la politica e seguendone attivamente le dinamiche.
Nel 2012 si ricandida e viene eletto al Consiglio dell’VIII Circoscrizione con l‘Italia dei Valori che sosteneva Orlando. Successivamente abbandona Idv ed è, insieme a Orlando, tra i fondatori del Movimento 139 di cui è capogruppo consiliare. Attualmente è Presidente di una commissione speciale sulla riqualificazione della borgata Acquasanta.
Maurizio Alesi segue da qualche tempo il nostro blog e ha finora partecipato con suoi commenti alle nostre discussioni. Questo è il suo primo articolo come autore.
Benvenuto su PoliticaPrima e buon lavoro.
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Sette anni per la decisione di un TAR purtroppo rientrano nella tempistica della nostra giustizia, meglio tardi che mai.
RispondiEliminaNessuna meraviglia : Cammarata e Orlando sono due facce della stessa medaglia, la medaglia della borghesia mafiosa palermitana, che ha fatto e fa il bello e cattivo tempo, a seconda delle sue convenienze e degli interessi che ci sono in gioco nelle varie occasioni elettorali. Una borghesia che c'è, ma non si vede, come nel tradizionale teatrino siciliano dove, in scena, ci sono pupi e, nascosti, ci sono i pupari che li manovrano.
RispondiEliminaNiente di nuovo sotto questo sole, questa è l’ennesima rappresentazione del sistema paese. Quando parlo di sistema paese comincio a mettere in discussione il mio modo di vivere questa realtà il mio modo, colpevolmente passivo, di vivere e subire questa società. Non dovrebbe essere più tollerabile dovere accettare i tempi lunghi della giustizia, sia essa civile o penale, per come non dovrebbe essere accettabile accettare sentenze che, per l’evidente inconcludenza e distanza dalla ragionevolezza, si risolvono in un oltraggio all’intelligenza umana. Di queste ce ne sono state tante e continuano ad essercene, in ultimo quella emessa ieri sera sulla vicenda del terremoto all’Aquila, ma non è da sottacere quella emessa per il povero Cucchi. In ambedue i casi i giudici sembrano avere usato le “ginocchia” anziché il cervello per elaborare la sentenza. E cosa ve ne pare delle occupazioni di immobili, tanto pubblici quanto privati, operate indifferentemente da italiani che da immigrati irregolari? Come è possibile tollerare che l’unico intervento di tutela sia a favore di chi ha commesso un reato? Questo per quanto riguarda la giustizia, ma se continuiamo ad analizzare il paese non c’è aspetto che non lasci quanto meno sconcertati. Ma per voi è normale che accertate e censurate delle condotte contrarie alla buona amministrazione, coloro i quali hanno subito le condanne non solo non sono state allontanate, ma non hanno nemmeno risarcito i danni procurati, continuando per di più lauti ad incassare lauti stipendi, nonché a condizionare le scelte amministrative dell’ente in cui si opera. Questi sono solo dei piccoli esempi, che però non possono non far pensare che a questo punto l’unica cosa veramente sensata sarebbe quella di acquistare un biglietto di sola andata per i paesi del nord.
RispondiEliminaDavvero una storia che si dirama in tutto il suo squallore avendo per protagonisti due individui che nella politica e dei loro interessi hanno fatto scempio. Tuttavia conoscendo il lento motore della giustizia certo non si sono preoccupati di ottenere voti inesistenti per poter salire al potere. Questo episodio è soltanto uno, dei tanti episodi di questo sistema giuridico marcio e traballante identico al sistema politico che di sano non ha niente perché corrotto di se stesso tanto da non poter sperare in un risanamento neppure parziale.
RispondiEliminaE' una storia incredibile, anche se, prima di commentare, vorrei rivolgere una domanda alla Signora Liliana Olivieri, ed è questa: Perchè parla di due individui? Mi par di capire che Lei metta sullo stesso piano Cammarata e Orlando.
RispondiEliminaIo vivo nel nordest dell'Italia, e da quassù, per ciò che si può capire, non mi pare che Orlando sia da equiparare a Cammarata.
Va beh, sicuramente voi avete una percezione ed una conoscenza delle cose dellla Sicilia, e, di Palermo in particolare, che io non posso sicuramente avere.
Io qui vorrei sottolineare, non tanto i brogli evidentissimi, resi ufficiali ora dal Tar, ma il ritardo dell'azione del Tar stesso con cui ha esaminata la "pratica".
E' mai possibile che di fronte all'evidenza, un organo di Giustizia ci metta così tanto ad intervenire?
Che senso ha far funzionare queste strutture a care spese del contribuente, se poi in definitiva non intervengono con sollecitudine quando dovrebbero intervenire? Tanto vale abolirli questi carrozzoni, costosi e non funzionanti.
Io non voglio pensare che ci sia qualche complicità della Giustizia, ma certamente la cosa non mi quadra. Ciò non vale solo per Palermo e la Sicilia, purtroppo vale per tutto il Paese.
E' successo anche quì da noi un caso del genere, anche se riguardava tutt'altra cosa.
Un gruppo di Cittadini si opponeva alla costruzione di un PIRUEA (Piano di ristrutturazione Urbana) perchè quello strumento non permette di ricostruire vecchi immobili centupplicando il volume già esistente. Bene, non voglio raccontare tutta la storia, ma le cose si sono svolte così.
I Cittadini hanno fatto ricorso al TAR che gli ha dato ragione, il privato titolare del piruea è ricorso al Consiglio di Stato, questo, ha data ancora ragione ai Cittadini.
Cos'ha fatto allora il Comune dove c'era quel piruea? Ha cambiato lo strumento urbanistico modificando il vecchio PRG (Piano Regolatore Generale).
Non cambiava nulla rispetto a prima. I Cittadini convinti di avere ancora ragione, sono ricorsi al TAR di Venezia. Ebbene, dopo che il Comune ha cambiato lo strumento Urbanistico per favorire il privato, anche il TAR aveva cambiato il Giudice che doveva giudicare (tra l'altro il Giudice veniva dalle vostre parti ed è rimasto qui 4 mesi - il tempo di deliberare questa sentenza) e a quel punto i Cittadini hanno dovuto prendere atto che i potenti avevano ancora una volta vinto.
Morale. Secondo me stiamo vivendo una triste realtà politica, sociale, economica e della Giustizia. Vale la pena battersi, combattere ancora contro tali ingiustizie? Secondo me, si. Ma tante volte vien davvero voglia di, lo dico in Veneoto: "butar al manego drio ala manera" (Buttare il manico assieme alla mannaia).
Ah, dimenticavo. Un benvenuto a Maurizio Alesi.
RispondiEliminaLa prima cosa che mi viene in mente è Berlusconi che quando perde accusa sempre la sinistra di avere fatto brogli. Sono stato sempre del parere che, almeno al sud, i brogli sono stati sempre a favore del centrodestra.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la lentezza della giustizia, almeno in parte, è colpa anche di noi cittadini che riteniamo spesso di avere subito un torto e subito ricorriamo alla giustizia civile con la compiacenza di tanti avvocati che pur sapendo che il ricorso è manifestamente infondato vanno avanti per il loro tornaconto personale. Sono stato 30 anni in svizzera e non ho mai notato un così eccessivo ricorso alla giustizia civile da parte dei cittadini. Per quanto riguarda la vicenda Cammarata, il TAR doveva dare la priorità a questo processo ben sapendo che una sentenza dopo 7 anni, in questo caso, non avrebbe avuto nessuno effetto, quindi inutile sperpero di soldi.
Orlando ha fatto bene a denunciare i brogli, ma non credo che la sua sconfitta sia dovuta a questi.
A questo proposito vorrei sottolineare che l'azione legale intrapresa dal sindaco Orlando è diretta ad accertare, oltre che i responsabili del piano criminale per alterare il risultato elettorale, anche eventuali responsabilità nella conduzione delle indagini. Vorrei anche dire che, aldilà dei mancati effetti prodotti dalla sentenza, questa è una battaglia che comunque andava fatta, per affermare il diritto fondamentale e inviolabile, qual’è l’espressione della volontà popolare. Personalmente, ritengo che la storia non sia finita qui. Ci sono tutti i presupposti perché, dopo questa sentenza amministrativa, si aprano nuovi varchi sul livello delle responsabilità penali.
EliminaLa vicenda ha dell'incredibile ed è una dimostrazione del' antico detto secondo cui giustizia tardiva è già ingiustizia. Ad Orlando rimane la magra soddisfazione di aver avuto ragione nel lamentare la nullità per brogli delle elezioni de 2007.
RispondiEliminaDOPO SETTE ANNI PARLARE DI GIUSTIZIA FATTA MI SEMBRA CHE SIA SOLO INGIUSTIZIA MA COMUNQUE ........! VIVA LA SICILIA
RispondiEliminaMi chiedo, ma come può essere possibile in un Paese civile, ex culla del diritto, dove il sistema dell'espressione del voto è regolato da leggi precise e il controllo e la gestione sono affidati a responsabili delle istituzioni, verificarsi una simile situazione?
RispondiEliminaE come è possibile che un tribunale faccia trascorrere sette anni per decidere?
E chi di dovere come mai non interviene con i necessari e conseguenti provvedimenti?!
Mi pare veramente una vergogna indicibile, a prescindere dei personaggi che si sono alternati nella carica di sindaco di Palermo.
Purtroppo i fatti di Genova hanno dimostrato che il Nostro Paese paga non solo le inefficienze della Pubblica Amministrazione, ma anche della Giustizia, e non solo amministrativa. L'unica considerazione che si può fare è che quando si mette mano alla PA e alla Magistratura, ci sono i Travaglio e i Camusso di turno che insorgono paralizzando ogni sorta di iniziativa.
RispondiEliminaCosa c'entrino i Travaglio e la Camusso con la Giustizia lo sa solo Lei. Magari con la PA, la Camusso fa il suo mestiere, difende i diritti dei dipendenti. Se la prenda con la politica che ha governato l'Italia. Con Berlusconi, con Renzi e compagnia cantante. E' la politica responsabile di tutto, sono i politici che governano responsabili di tutto. Altro che la Camusso e Travaglio. Noi (lei) magari ce la prendiamo con coloro che ci sono antipatici e politicamente non la pensano come "si vorrebbe". Smettiamola di esere dei tifosi, guardiamo la realtà così com'è.
RispondiEliminaHa fatto bene Diego Cammarata, beneficiario di quelle elezioni, a solidarizzare con Leoluca Orlando. Forse lo ha fatto per prevenire grane giudiziarie contro di lui. Ma, in ogni caso, ha fatto benissimo. Don Luigi Sturzo diceva: La Libertà esige Verità
RispondiEliminaCerto che Cammarata ha fatto bene a solidarizzare con Orlando.. Il problema è averlo fatto con sette anni di ritardo. Troppi per non far sorgere il sospetto che, se non fosse arrivata la sentenza, avrebbe continuato a tacere. Con buona pace di Luigi Sturzo.
EliminaNon posso soffermarmi alla disputa Cammarata –Orlando, il problema è insito nel sistema politico che governa il modo di amministrare il capoluogo siciliano. Certo l’avvicendamento da accusato ad accusatore, fa parte di quel gioco politico in ogni disputa elettorale, e la reazione, corrisponde alla corrispondente funzione che l’accusato o l’accusatore occupa. Questo avviene anche nel mondo animale quando assumono la funzione di preda o di predatore. Dico di più, spesso sono proprio gli animali più feroci che per aggredire si mettono insieme formando il cosiddetto “branco”. La mia esperienza politica mi porta a ragionare sul concreto, spesso i vari tribunali regionali (TAR), sono i meno indicati ad esprimere giudizi per essere fortemente influenzati dalla politica che “conta”. Quali sforzi possono mettere in campo i candidati se l’azione politica è portata avanti dal mondo degli “affari” ? La mafia, per essere tale, deve controllare il territorio; ciò vuole dire necessariamente «fare politica»!!!! Per poter realizzare i suoi «affari» -che sono alla base della esistenza stessa di questo tipo di criminalità- deve instaurare rapporti con quella che viene definita «società civile» e con il mondo politico ed economico. I rapporti con la «società civile» del territorio controllato sono basati sulla forza attraverso la quale si ottiene l'omertà o anche il consenso. Questa è la vera natura del caso Cammarata – Orlando, cioè il normale avvicendamento della funzione occupata. Non so caro Gian se sono stato esaustivo nella mia esposizione, però resta sempre quel mondo occulto a tirare le fila, non solo sull’esito elettorale …. ma soprattutto sullo stesso comportamento degli attori in campo.
RispondiEliminaMa il risultato in termini numerici avrebbe avuto conseguenze diverse? Avrebbe vinto Orlando o no. Ė possibile stabilirlo sulla base della sentenza?
RispondiEliminaNon è importante stabilire se avrebbe vinto Orlando oppure no, in caso di ripetizione del voto. Quel che non si può accettare è avere un sindaco eletto sul quale pesano gravissimi sospetti, anzi adesso sono certezze, di essere stato eletto falsando la volontà degli elettori. E comunque, considerato che le sezioni su cui sono state accertate illegittimità sono un terzo del totale, la possibilità che avrebbe vinto Orlando non si può scartare.
EliminaA me sembra scandaloso che una sentenza del genere arriva dopo sette anni. Ma che Paese è questo? Un Paese dove la giustizia non riesce a dare risposte in tempo reale per fermare questi scempi non è un Paese normale.
RispondiEliminaChe ce ne facciamo di una sentenza dopo sette anni? Chi pagherà il conto?
Guardate che quella dei brogli non è una novità, lo sanno tutti e nessuno ha voluto fare niente mai. Quindi non prendiamoci in giro. Qui è un Paese allo sfascio e lo è perchè c'è una corruzione che non conosce colore.
Complimenti per l'articolo. La cosa che più salta all'attenzione del lettore è la lentezza della Giustizia. Dopo 7 anni tutto è stato consumato. Non resta che l'amaro in bocca per i cittadini. Chi pagherà per questa inefficienza dei Magistrati? Sarebbe opportuno porre qualche "paletto" anche per loro. Indipendenza non deve significare "fare i comodi Loro". I "Loro tempi" non sono compatibili con le esigenze della collettività.
RispondiEliminaIl TAR, come tutti gli organi della giustizia in Italia, sono tristemente lunghi, forse perché spesso di parte o di comodo. E' discutibile, vergognosa e opportunista la solidarietà dell'ex Sindaco, che forse ha dimenticato i 5 arresti per brogli elettorali denunciati allora dall'attuale Sindaco Orlando. Consideriamo che Cammarata ha un curriculum di tutto rispetto: truffa, abuso d'ufficio, disastro colposo, inquinamento delle acque e del sottosuolo, gestione abusiva di discarica e per ultimo un buco enorme procurato all'AMIA (azienda per la raccolta dei rifiuti.. Non mettiamo la condanna in primo grado a tre anni di reclusione. Quindi, ai tempi non poteva essere solidale con chi poteva togliergli lo scettro. Oggi, alla luce di questa sentenza, soddisfacente,che ha riunito due rivali, vuol dire che Orlando, che il "Sindaco lo sa fare" incasserà, oltre che la perdita dei consensi dei suoi cittadini, anche questa bella mazzata.
RispondiEliminaSono allibita! Ma cosa ha al posto della faccia? io lo so, ma non è elegante dirlo! Un enorme "BRAVO" va all'amico Alesi che denuncia questa assurda, grottesca presa di posizione di questo individuo, che pur di stare a galla, in politica... continua a prostituire la sua dignità, se così è lecito definirla, sporcando ed ancora offendendo la figura del sindaco Orlando! Ma si può essere così? E' semplicemente INQUALIFICABILE questa sua "retromarcia" dopo tutte le "porcate" e le più ignobili azioni compiute nell'arco delle "elezioni". Voglio sperare che sia una bufala, una notizia da "Corriere dei piccoli"! Ma in effetti personaggi così piccini... passano alla storia, sporcandone le pagine in modo indelebile!
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