di Rosalba Ferrara - Il 15 febbraio del 2012 la petroliera italiana Enrica Lexie, viaggiava al largo della costa del Kerala, stato dell'India occidentale.
A bordo i fucilieri del battaglione San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, come nucleo di protezione militare. Il peschereccio St. Antony, con a bordo 11 persone, accostatasi alla nave, venne scambiata per imbarcazione pirata. Considerandosi sotto attacco, i fucilieri, spararono alcuni colpi in mare, (questo è ciò che è stato dichiarato allora), uccidendo due pescatori.
A quel punto la guardia costiera indiana ordina di attraccare al porto di Kochi, vietando alla petroliera il permesso di allontanarsi. Il giorno dopo i due fucilieri vengono arrestati con l'accusa di omicidio, e in seguito di terrorismo.
A nulla sono valsi gli interventi tiepidi del nostro governo. L'India in quel periodo si trovava in piena campagna elettorale, e quindi l'incidente è anche servito ai politici di turno per ottenere consensi, Altri motivi ancor più validi, riguardano gli interessi economici nel nostro paese, (vedi caso Ilva).
L'India, nell'istituire in fretta e furia il processo, affida ad arte ad alcuni giudici che non seguono e non applicano la costituzione indiana. Tutto ciò è stato facilitato perché l'Italia ha esposto i propri militari per interessi privati, in quanto questi nuclei vengono ingaggiati dagli armatori, a richiesta, in base ad una legge, la n. 130/2011, voluta dal Ministero della Difesa (ministro La Russa), che oggi nega, affrettandosi a rendere ambiguo il testo. Questi fucilieri/marinai non sono legittimati, perché non esiste nessun accordo fra gli stati. Quindi per qualsiasi incidente ne risponde lo stato di provenienza o l'armatore che li ingaggia! Ecco perché il governo italiano si è premurato a risarcire i parenti delle vittime in gran silenzio, con l'effetto di far ritirare le denunce.
Da allora: piccole verità e grandi menzogne da ambedue i governi che hanno coinvolto mediatori di dubbia lealtà, avvocati, Ministri e Ambasciatori. Chi per interesse, chi per inettitudine o incompetenza, hanno portato al nulla di fatto. Comunque, da controlli eseguiti da tecnici “esperti”, è stato appurato che l’incidente non è accaduto in acque internazionali. Tutto ciò non toglie, che debba essere il paese di provenienza dei marinai a sottoporli a giusto processo.
Due anni persi con giudizi ambigui e contrastanti.
Recentemente, il nostro ministro Federica Mogherini ha annunciato di voler ricorrere all'Arbitrato Internazionale: coinvolgere le Nazioni Unite, l'Unione Europea e la Nato, per evitare di lasciare campo libero all'India. Anche qualche anno fa, analoga iniziativa, non si sa come, è rimasta “inspiegabilmente” lettera morta. Oggi, in ogni caso saremmo in enorme svantaggio, perché le prove presentate allora non esistono più, e persino la barca è stata affondata prima del processo.
Interessi, politici e diplomatici, fanno da sfondo al processo. E il caso si complica. Il Ministro degli Esteri indiano aveva paventato la condanna alla pena capitale, ma il Ministro della giustizia, smentisce, e secondo quest'ultimo, infatti, il governo non può aver dato nessuna “garanzia”. Come può, il potere esecutivo, garantire sulla sentenza di un tribunale? Mentre il nostro sottosegretario agli esteri dichiara di possedere un'assicurazione scritta, ufficiale, del Ministero degli Esteri, a nome del governo indiano. Intanto le indagini fatte dalla NIA (National Investigation Agency, indiana), pare siano arrivate alla conclusione: i marò non lanciarono un'allerta con gli altoparlanti, e non spararono colpi di avvertimento, prima di colpire i due pescatori. Per la marina qualsiasi persona abbia causato la morte di un'altra deve essere condannata alla pena capitale.
Qualche mese fa, in un accorato e risentito appello, i due fucilieri “ribadivano” di aver obbedito a degli ordini precisi, e mantenuta la parola che gli era stata chiesta. Ci chiediamo, considerando che non c’è stata da parte delle autorità alcuna reazione e nessuno ha commentato, da chi è partito l'ordine di sparare? Chi si è assunto questa responsabilità? A chi si riferiscono i marò, che hanno obbedito a degli ordini precisi? Ogni nucleo avrà un comandante, cosa e chi si vuol coprire? In tutto questo ci ‘consola’ il fatto che i nostri marinai, anche se sotto sorveglianza, non sono in carcere, ma vivono nell’Ambasciata italiana, a New Delhi, ma lontano dalla famiglia, dai figli, dal loro paese.
A breve una nuova udienza dovrà decidere se i nostri militari debbano essere processati dalla giurisdizione indiana, o se il caso rientri nel diritto internazionale, come prevede la giustizia italiana, in base alla convenzione ONU sul diritto del mare.
Intanto, però i nostri due militari sono stati, per ragioni a noi sconosciute, abbandonati. I media ne parlano pochissimo ed è quasi tutto sotto silenzio...! I responsabili di questo paese chiamato “Italia”, il Presidente del Consiglio, nella duplice veste di Presidente di turno dell’Unione Europea e il Ministro degli Esteri, appena ieri nominata “Alto rappresentante per la politica estera”, avranno la forza e la capacità di risolvere questa mortificante farsa che sembra senza fine?!
Rosalba Ferrara
31 Agosto 2014
P.S. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa interessante riflessione su un tema molto delicato che si trascina da oltre due anni e mezzo e che riguarda la vita di due marinai e la nostra credibilità internazionale. L’autrice è Rosalba Ferrara, appassionata di viaggi e di politica, una donna molto dinamica e attenta alle vicende della nostra società. Nella sua vita si è occupata di pubbliche relazioni e di formazione professionale. Testarda, quanto basta, tenace e determinata. Come dice lei, il carattere rispecchia il suo segno zodiacale: capricorno.Vive a Palermo e viaggio spesso (beata lei), ironica, ama mettere su carta le sue emozioni e da qualche tempo, lettrice assidua e commentatrice di questo blog. Questo è il suo primo ‘articolo’ su PoliticaPrima. Benvenuta e buon lavoro.
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Con l`evento di Berlusconi in politica si diede inizio al periodo di basso evo politico che stiamo ancora vivendo,un uomo al comando e tutti gli altri sue marionette da scieglere fra i meno intelligenti del paese,Berlusconi nominava le sue puttane deputate o ministre,Renzi continua questa tradizione nominando deputati o ministri compagni d`asilo alla Boschi.Chi riesce in uno Stato del genere usare un po di cervello e risolvere i problemi,in questo caso i Maro,nessuno,ognuno fa lo scarica barile.Una speranza ad uscire da questo basso evo politico lo abbiamo,dei semplici cittadini entrati da poco in politica si stanno rivelando molto competenti,Di Maio,Ruocco,Toninelli,etc.
RispondiEliminaNoi non siamo anglosassoni! Americani o inglesi se li sarebbero portati via quantomeno con un raid. Gli anglosassoni hanno il senso dello stato, sono patriottici, appendono sul pennone delle proprie abitazioni la bandiera nazionale. Noi non sappiamo l'inno di Mameli. Ci riempiamo la bocca di essere la culla della cultura, quella del diritto, un museo a cielo aperto, poi immoliamo due nostri cittadini che stavano servendo lo Stato, sull'altare della della incapacità diplomatica! Se potessi rinascere vorrei che la mia patria fosse fuori dall'Europa.
RispondiEliminaQuesta classe politica ha barattato la vita dei due marò per oscuri interessi...........Non faranno assolutamente nulla,intanto ci distraggono con gavettoni di acqua fredda,coni gelato e tanti twitt............
RispondiEliminaArticolo molto chiaro e conclusioni che non potevano essere diverse : aspettiamo che il governo Renzi batta un colpo.
RispondiEliminaUna vicenda mortificante ed umiliante per il nostro paese. Perfino l'india paese del terzo mondo si fa beffe di noi. Avere ai vertici di quel paese Sonia Gandhi una italiana anziché un vantaggio è stata una palla al piede. In quel paese delle caste continuano a fare gli indiani. Dobbiamo ringraziare anche lo scienziato Monti che ha rimandato i propri inconsapevoli soldati in uno stato dove vige la pena di morte. Politici molluschi invertebrati, se avessero un po' di dignità si dovrebbero nascondere.
RispondiEliminaUn articolo ben preciso e conciso.. Ha illustrato la storia dei nostri maró.. Ma quanto ancora ci farà attendere il nostro stato affinché questo incubo finisca!!! Ci vuole un aiuto da parte dello Stato italiano... Ma quando?
RispondiEliminaVedo la vicenda dei due Maro' come lo specchio della situazione italiana odierna. Tutto fatto con pressapochismo e molta cialtroneria. Non è mai intervenuta una delegazione seria e credibile che potesse mettere in chiaro la posizione dei due militari al momento del loro intervento, posto che lo fosse, unicamente come difesa della vita e della nave da loro governata. Invece secondo il mio parere l'intervento italiano è stato solo effettuato al momento del processo unicamente con intervento legale per opporsi alle varie condanne della giustizia Indiana. In sintesi si stanno comportando come si comporterebbero in un processo italiano per evitare la sentenza definitiva e la condanna. L'India non è l'America è molto più disponibile se avesse visto decisiqualità e molta forza in una delegazione italiana. Sarebbe bastato anche offrire un congruo compenso. La sorte dei due Maro' è l'ultima cosa a cui il piccolo boy scout fattosi presidente sta pensando. Per ora è teso a mantenere la sua poltrona alquanto traballante!
RispondiEliminaL'arbitrato internazionale presuppone la volontà da parte del governo indiano di voler sottoporre in accordo con il nostro governo, la risoluzione della controversia al tribunale internazionale. Ormai è chiaro che l'India non ha intenzione di rinunciare alla propria sovranità e in effetti continua a difendersi il suo ordinamento giuridico, rivendicandone l'applicazione estrema e cioè l'applicazione della pena di morte. Invero è il fatto; 2 uomini, e quindi non solo 2 pescatori, sono morti e ogni ordinamento prevede una pena a fronte di un reato così grave, specie se non si è agito per legittima difesa, cosi come sembra per i 2 fucilieri italiani. Tantissimi docenti di diritto internazionale, pur essendo italiani, dicono che per i 2 marò, la condanna più equa sarebbe condannarli a scontare la pena in Italia ma giustamente il paese di Dante, non è sempre ritenuto affidabile. Cosi se da un lato, si proteggono interessi economici dall'altro si fa finta di interessarsi della questione. dopo tutto questo tempo mi pare impensabile che si arrivi ad un accordo, sottoponendosi al diritto internazionale, specie se il fatto non è avvenuto in acque internazionali. I 2 fucilieri hanno dichiarato di aver agito in nome di un comando ricevuto allora facciano i nomi visto che il governo li ha scaricati. Nessuno penserà che sono traditori, cosi come nessuno ritiene giusta la pretesa del governo indiano, di applicare la pena di morte. La verità circa la dinamica dei fatti ancora pare, un mistero. Il dato oggettivo è che 2 cittadini sono morti e qualcuno dovrà essere condannato e se il governo italiano non si dà una smossa, i 2 saranno condannati alla pena di morte, in nome dell'uguaglianza dinanzi alla legge.
RispondiEliminai Marò.....vergogna.....più di due anni bloccati in India....una farsa.....un paese senza autorità...il fallimento della politica occidentale.L'Italia esce umiliata da questa triste vicenda....la sua credibilità altrettanto....vergogna,E QUELLO CHE MI MERAVIGLIA DI PIù è LA POCHEZZA E INSENSIBILITà di quegli italiani che prima ancora che i due fucilieri vengano processati,hanno già deciso che sono assassini.....vergognatevi....certo,se fossero vostri figli,fidanzati,mariti,vi scalderete di più....italiani forcaioli e giustizialisti....giudici improvvisati di un processo che ancora si deve fare; i politici,compreso Renzi....dove sono?Nessuno che ne parli o se se ne parla sono vuote parole...bisogna agire ma il nostro Stato tutela i criminali ma non i suoi servitori....così è stato per molti eroi che si sono immolati per difendere i pricipi della giustizia,dell'onestà,della pace....pace,pace....ma quale pace...tutti a parlare di pace e di giustizia,di rispetto,parole condivisibili,ma tra il dire e i fare c'è di mezzo il mare....qui,addirittura l'oceano...."Non ci siamo dimenticati di loro”. Belle parole, ma non si direbbe.La politica sui Marò tace e continua a tacere anche quando bisognava fare la voce grossa e battere sul tavolo i pugni,essendo emerse delle prove che avrebbero potuto scagionare i due Marò.....vergognati Stato Italiano....VERGOGNATEVI italiani che siete impegnati nel sociale e dite di amare la giustizia.....quanta ipocrisia.....uno schifo....scusate la parola ma è quella che mi viene in mente...
RispondiEliminaI due militari che hanno ucciso i pescatori indiani spero possano scontare la pena, anche pesante , in italiia.
EliminaDi certo se avessero ucciso due diportisti americani in florida avtrbbero preso la sedia elettrica.
Ringraziamo la giornalista Rosalba Ferrara per averci fatto il sunto della vicenda maro' ricordandoi nomi dei ministri in carica . Oggi abbiamo la Mogherini che, con la bacchetta magica, risolverà questo e anche tutti gli accordi internazionali!! Con tutto il rispetto per 2 vite umane, penso che il ministro degli esteri debba fare una "scaletta" dei problemi da risolvere senza altro spargimento di sangue. È vero, sono una inguaribile pacifista, senza colore.
RispondiEliminaUn articolo scritto così bene ma che al contempo ci fa molto male...perché rappresenta la realtà assoluta del nostro paese: lo scompiglio, il caos, l'ambiguità,l'incapacità di rappresentarci nel mondo...molti dei nostri concittadini, per colpa dei nostri politici che si dilettano a rovinare la nostra immagine e la nostra credibilità,non si sentono più italiani...ma io sapete che vi dico!? É proprio in questi casi che mi sento più ITALIANA del solito, e sono sicura che tanta gente come me, non aspetta altro di mandare a casa chi sta distruggendo la nostra identità nel mondo, calpestandola per "ripulire" la loro sporca coscienza.
RispondiEliminaComplimenti a Rosalba Ferrara e grazie per aver tratta to un argomento che mi sta tanto a cuore.Tutti auspicano"La svolta positiva" e intanto il dramma umano di due uomini continua,tra mille incertezze.Il capo del governo di New Delhi,Norendra Modi,ha invitato Renzi ad avere fiducia nel sistema giudiziario indiano"libero,giusto e indipendente"messaggio chiaro,se la vedranno loro.(personalmente non mi sento di aver fiducia in un sistema giudiziario che non ha saputo frenare l ondata di stupri e di assasini di bambine indifese).Sembra proprio che tutto abbia giocato e giochi contro i marò.Nessuna solidarietà internazionale e persino Alex Del Piero,non ha accolto l invito della leader di Fratelli D'italia l offertadi non giocare in India,prima del ritorno dei marò.dietro un fallimento della diplomazia italiana ci saranno, sicuramente, motivi economici ma ci sarà tanto altro!!!!!C'è il grido di Salvo Girone --Abbiamo obbedito agli ordini-- Ci sono infiniti puntini di sospensione nel sito Faceboock di massimiliano Latorre!!!!!!!
RispondiEliminaIl caso dei due marò è veramente vergognoso, l'unico commento che affermo è che l'Italia oramai a livello internazionale non ha più una capacità di interloquire e di porsi alla pari di altri stati, siamo diventati la cenerentola del mondo, si fa filosofia, io da un paio d'anni mi dedico ad altre attività con mio sommo dispiacere, mi basta vedere come hanno ridotto Palermo, gente che cerca nei contenitori prerogativa prima dei barboni, adesso del ceto medio basso, nella mia strada in via Domenico Russo hanno tolto due pali della luce perché erano fradici, lasciando la zona al buio preda della delinquenza comune, ho raccolto 50 firme, petizione approvata nel consiglio di circoscrizione, sono tre anni che aspetto. E dico questo perché sono convinto che dei due marò con mio grande dispiacere non gliene frega a nessuno, tanto meno a Renzi.
RispondiEliminaL’articolo coglie tutte le problematiche ma liquida frettolosamente la dicitura “abbiamo obbedito a degli ordini” come se i marò intendessero solo gli spari di difesa e non anche l’ultimo ritorno in India. Altra spiegazione frettolosa con “hanno ucciso 2 pescatori” cosa che con tutta probabilità non è avvenuta in quanto se gli indiani avessero avuto veramente le prove schiaccianti di colpevolezza, come stanno spergiurando da quasi 3 anni, (considerando il menefreghismo dei nostri governanti e la considerazione dell’Italia pari a zero) l’India non avrebbe mai chiesto il Sua Act e la NIA che in realtà era l’unico modo di potere invertire l’onere della prova…perché le prove sono distrutte o artefatte? E perché più giudici si sono rimpallati un processo facilissimo? Comunque si siano svolti i fatti, penso che sarete concordi su questo punto: “in un qualsiasi processo per omicidio, in un paese civile, tutte le prove vengono perfettamente custodite (se ci sono) per dimostrare la colpevolezza (o l’innocenza) degli imputati e che SOLO gli stessi TENTANO di DISTRUGGERE LE PROVE e per questo c’è la carcerazione preventiva” … MA QUI’ … PERCHE’ SONO STATI GLI INDIANI a danneggiare e distruggere le prove? E’ palese che in India non potrà MAI essere effettuato un equo e giusto processo. Le prove sono: autopsia parziale e corpi spariti … ma non esistono i frigoriferi negli obitori?; una nave semiaffondata con il legno marcito e le perizie, non ultima quella balistica, non ripetibili; fucili che non appartengono ai 2 marò … tutti e 2 … non uno solo; nessuna prova documentale che le pallottole siano state estratte dalla barca; dichiarazione del capo pesca ripetuta più volte a Tv indiane: "era buio, non ho visto nulla, erano le 21,30"…ma dopo qualche giorno testimonia: "mi sono sbagliato, era giorno, fra le 16 e le 16.30 e ho visto la nave con strisce nere e rosse e, non bene, il nome della nave". “La polizia ci ha suggerito…aggiungerà poi”. Posso capire sbagliare di minuti o un’ora, ma da notte a giorno, dalle 21,30 alle 16,30 e non vedere un nome per il buio e poi vederlo perché c’è luce!? Non è possibile una dimenticanza così palese perché nell’intervista il capopesca era spalleggiato da poliziotti che, se avessero già saputo di dover incolpare i 2 marò, avrebbero subito fermato e corretto la dichiarazione dello stesso. https://www.youtube.com/watch?v=Ya48kLyjyB4 In realtà, un processo in un paese civile, con prove danneggiate e perizie irripetibili dalla difesa sarebbe dichiarato nullo. E non è solo un mio pensiero, ma anche di … http://www.ilmattino.it/primopiano/esteri/mar_giudici_indiani_decisioni_di_natura_politica/notizie/732385.shtml
RispondiEliminaAltro fatto che rende la storia più strana è la richiesta, della moglie di uno dei pescatori morti, di liberare i marò perché ha paura della loro maledizione sui suoi figli. Curioso, tale pensiero viene esternato, in India, solo quando si è convinti di aver fatto un torto ad una persona. In questo caso a 2.
E poi mi sbaglierò e forse per errore, sono stati colpiti i pescatori. Ma anche in questo caso l'India, “come paese democratico”, non dovrebbe utilizzare lo stesso metro di giudizio? Ricordo l'immunità funzionale sia per i marinai militari indiani che hanno massacrato 15 innocui e disarmati pescatori thailandesi (le autorità indiane dichiararono: non possiamo processare i nostri militari perché scambiare pescatori per pirati è un errore di valutazione che può sempre succedere… i loro si e i nostri, se successo, NO?!?) sia per gli oltre 30 militari indiani che hanno stuprato donne e bambine in Congo (solo 4 processati e condannati con una semplice perdita dei gradi), e per altri loro militari che hanno compiuto svariati reati. Perché dovevamo sacrificare 2 soldati e diventare i clown mondiali? Per denaro? Ma denaro che entra in Italia o che esce (con imposte non certo pagate a noi) facendo ricco l’altro stato?
Il vero problema e che non si sa tutte le verità. Troppe cose ci vengono nascoste e non si capisce bene il perché. Li hanno rimandati nuovamente in India dopo aver passato le feste in famiglia. Sarebbe utile fare chiarezza su questa vicenda. Perché l’ONU non se ne incarica? Troppe cose ignote.
RispondiEliminaC’è sicuramente chi sa la verità ma non parla. Quale gioco e stato fatto? Il vecchio del colle dovrebbe dirci la verità. Lui la conosce. Una delle tante cose di cui non ci danno spiegazione e sempre c’è di mezzo il vecchio.
Sono davvero rammaricato come cittadino italiano, della flemma, anzi del strafottenza di un episodio tanto importante soprattutto sotto il profilo umano. Quasi quasi non fanno più notizia. Anzi, sembra quasi che sentirne parlare provochi fastidio. Ma noi ce ne infischiamo e non smetteremo mai di ricordare che i nostri due marò sono ancora prigionieri in India. Dimenticati da tempo. Per i nostri governanti dovrebbe essere considerata: "Grande vergogna! Ogni tanto consuma l'ennesimo capitolo di questa farsa, fatta da un processo interminabile, da rinvii, ricorsi e sospensioni, da arresti e scarcerazioni su cauzione. Ma per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone il futuro è ancora avvolto nell'incertezza. La Corte suprema indiana ha cominciato a esaminare, con la dovuta calma, il ricorso dell'Italia per invalidare il processo avviato contro i marò nello Stato del Kerala. Naturalmente l'udienza viene aggiornata per l'ennesima volta.
RispondiEliminaMa quando sarà scritta la parola fine? Nessuno lo sa. Tantomeno il nostro governo, la cui azione per liberarli non è stata né efficace né rapida. Eppure, quando si tratta di far tornare a casa turisti spericolati, viaggiatori a caccia di avventure o volontari che sognano l'immunità, a Roma scattano come molle. Proclami, inviati, mediatori e, spesso, anche cospicui riscatti per ottenere la liberazione dei connazionali rapiti dalla guerriglia di turno. Anche se nessuno dei malcapitati agiva per conto del governo, e per di più in una missione internazionale. Nel caso dei fanti del Reggimento San Marco invece è meglio il silenzio, o quasi. Una volta di fronte a certe vergogne, quando esisteva il pudore, si abbassava il viso, cioè si "perdeva la faccia" ed ora? come mai difronte a tale evento si cammina con "il petto in fuori"? tanto per usare un eufemismo.
Mi dispiace andare un po' controtendenza. Non entro nel merito tecnico e giuridico dei fatti accaduti, poichè devo ammettere di non averne piena conoscenza. Tuttavia, quali che siano le circostanze materiali che potrebbero far propendere per una affermazione di colpevolezza o meno dei due militari in ordine al reato di omicidio, ed a prescindere dalle circostanze che dovrebbero determinare la giurisdizione italiana o indiana, resta il fatto che una certa negligenza, imprudenza o imperizia non può che essergli riconosciuta, Ed a morire finora sono stati soltanto i pescatori cui loro hanno innegabilmente sparato. Capisco il sentimento nazionalista che si accende ad intermittenza nei nostri cuoricini italiani, ma a questo punto si dovrebbe arrivare a comprendere, di converso, il medesimo sentimento che alberga negli zozzi cuori indiani. Oltretutto ricordo (ma potrei sbagliare poichè non sono un appassionato di cronaca nera) l'indignazione di tutto il popolo tricolore per la "fuga" in america della ragazza Meredith una volta che è stata assolta in appello. Passando al punto delle azioni governative per far tornare in patria "i nostri marò", ho letto qualche considerazione un tantino bislacca. Chiunque auspichi una qualsiasi sorta di intervento militare dell'esercito italiano in india (contro il governo e lo stato indiano), non conosce le dinamiche ed il diritto internazionali, i rapporti di forza militare tra i due paesi, e tanto altro...oppure è un po' scemo. La verità è che quella dell'arbitrato internazionale parrebbe essere l'unica strada perseguibile per far valere civilmente le proprie ragioni
RispondiEliminaAl puntuale e preciso articolo di Rosalba Ferrara aggiungo solo che il qualità di indignato cittadino italiano ricordo che un tempo bastava molto meno di frottole e falsità come quelle che puntualmente ci propina l'india (laddove la minuscola è assolutamente voluta) la stessa india già terra dei migliori pirati ladroni bugiardi storici per creare l'incidente diplomatico e dichiarare guerra orbene qui non si vuole una reazione da guerrafondai ma severe misure diplomatiche con ad esempio proposta di rimpatrio di alcune migliaia di indiani residenti nel nostro paese con confisca dei loro beni. Una reazione simile solo perchè sono state onventate menzogne e bugie idiote come quelle che non sono stati effettuati i rituali avvertimenti che ricordo a tutti sono il primo regolamento della consegna del servizio e le ormai innumerevoli altre baggianate. I famosi avvertimenti sono segnali speciali usati da chi naviga e che eventualmente gli ignoranti o falsi pescatori ignoravano. Resta il fatto comunque che il nostro paese ha fatto e sta facendo ancora una figura da ebeti incapaci di far valere le proprie ragioni proteggendo l'armatore della nave e di conseguenza quel carico commerciale mandando allo sbaraglio ed eventualmente al macello due suoi figli VERGOGNA è solo VERGOGNA. Marco Cardamone
RispondiEliminaLa storia dei due Marò presenta troppi lati oscuri. Non è dato sapere con certezza dove erano quando hanno ucciso i due pescatori, acque internazionali? Acque territoriali Indiane?
RispondiEliminaNon è dato sapere se è stato pagato, presumibilmente si, altrimenti li avrebbero già giustiziati, un riscatto e a quanto ammonterebbe.
E’ vero che negli ultimi 20 e più anni, i ministri degli esteri che si sono succeduti nei vari Governi del nostro Paese, sono state persone del tutto incapaci di gestire una diatriba di questo livello.
La Ministro Pinotti per l’Italia e,, la Mogherini per l’Europa….dovrebbero avvertirla che, nonostante tutta la montatura che hanno messo in piedi per la sua elezione a Mrs Pesc. È un ruolo che non riveste alcuna rilevanza, essendo la politica estera indicata dagli Stati e dalla Europa, solo ratificata., immagino possano fare ben poco, oltre un po’ di parole. I quanto carenti di ogni base che possa portarle ad una soluzione del problema.
I due Militari, ecco, questo è il punto: da persona completamente pacifista, nutro una totale avversione verso chi uccide.e, credo poco, due pescatori, abbiano attaccato una nave militare, con cosa, delle canne da pesca? Stessa avversione per chi usa la aberrante “pena di morte”.
L’India è un Paese con delle leggi che se noi possiamo disapprovare, ma sono state fatte da un Governo legittimo e, quindi, a queste leggi ci si deve adattare. Credo non sia interesse indiano giustiziare i due soggetti che, anche fossero ritenuti colpevoli, e credo lo siano. dovrebbero prendersi a condanna ad X anni di galera e basta. Non penso si debba fare valere la legge dell’occhio per occhio- No, la morte non si da, nonostante.
Io credo che i pescatori,anche quelli Indiani, non si debbano uccidere.
RispondiEliminaQuando questo accade non è una bella cosa .
Certo i pescatori avrebbero potuto pescare altrove, ma anche i mitraglieri avrebbero potuto sparare altrove, fatto è che è andata cosi.
se due innocui e inoffensivi pescatori, come pare certo fossero, vengono uccisi mentre svolgono innocentemente il loro lavoro quotidiano, come pare stessero facendo, moralmente che fossero acque indiane, acque internazionali, acque giapponesi o indonesiane, il problema rimane...al di là della missione in sè che mi repelle, al soldo di privati foraggiati dallo stato e quindi da noi, si presume che due militari della san marco avessero un addestramento tale da non dover confondere un ravanello da un pomodoro e quindi questi due signori devono pagare, ovunque sia, ma devono scontare una pena come assassini, ma prima devono parlare e raccontare chi dette gli ordini......ma viviamo nel paese dei segreti di stato, sappiamo tutti come andrà a finire e con i governi che abbiamo avuto non si è visto nessuno spiraglio, figuriamoci col governo fai-da-te di mr. birillo!!
RispondiEliminaNon ci vuole "forza" ci vuole " AUTOREVOLEZZA E FERMEZZA"! L'errore è stato l'attracco in quel porto.... malauguratamente consigliato o forse "strumentalmente" suggerito... non so non vorrei dare giudizi di cui non conosco l'analitica dei fatti! Una cosa è certa: lasciar due militari come color che son sospesi non giova alla DIGNITA' di UNO STATO !
RispondiEliminaQuesta vicenda è una delle pagine più indecorose dell’Italia. Non era l’Italia che aveva qualcosa da frasi perdonare, ma l’India. I nostri marò non si trovavano in quel tratto di mare per un puro divertimento personale, per fare un “safari”indiano e sparare su due pescatori qualunque. Erano lì per ordine del nostro governo, come facevano e fanno tutto gli altri governi, per difendere le nostre navi civili che attraversando quel tratto di mare sono vittime della inaspettata rinascita del fenomeno della pirateria di mare che in lì compie ogni sorta di crimini internazionali: abbordaggi di imbarcazioni, minacce e sparatorie, sequestri di cose e persone, riscossione di ingenti riscatti. E l’India , invece, che fa? Ha enormi responsabilità. Doveva combattere questa piaga, così come quella per cui la sua polizia copre migliaia di stupri ed uccisioni di bambine di 10 anni, milioni di suoi cittadini muoiono di fame per le strade della sue Calcutta e Bombay, enormi di masse di suoi derelitti vengono trattati come “intoccabili” perché appartenenti alle classi sociali più basse. Se l’India vuole essere considerata un potenza mondiale emergente, economica e nucleare, deve pretendere ed adoperarsi per la soluzioni di questi problemi, non mettersi a recitare la parte di Difensore dei diritti e umani civili. Non ha le carte in regole. E l’Italia si è umiliata davanti a questo gigante impresentabile.
RispondiEliminaPer un maggiore approfondimento del tema e per una visione quanto più completa possibile consiglio di leggere questo interessante articolo scritto da Matteo Miavaldi, un giornalista che vive in Bengala ed è caporedattore per l'India del sito China Files, specializzato in notizie dal continente asiatico (clicca per aprire il link dell’articolo). Purtroppo la questione dei due marò pare molto più complessa di quanto si sia voluto far credere.
RispondiEliminaHo letto l'articolo. Ottimo per ricostruire e comprendere appieno la vicenda. Non potrei dire altro perché i fatti sono esemplarmente riferiti e analizzati nell'articolo. Risalta, con piena evidenza, l'inaffidabilità della "giustizia" indiana controllata, a quanto pare, dal potere esecutivo. E risalta anche la pochezza dell'azione diplomatica italiana, nonché la normale superficialità dei media del nostro bel Paese.
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