di Giangiuseppe Gattuso - Nel precedente articolo pubblicato su PoliticaPrima, è stato posto un tema importante: lo scontro tra la Politica e l’Antipolitica.
Un dibattito riapertosi a furor di popolo da quando è apparso sulla scena politica italiana il Movimento 5 Stelle. Non è un tema semplice, né facile, e non può essere trattato con superficialità. Anche perché non ci sono certezze. Almeno io non credo di averne. La ‘Politica’, di per se, è un qualcosa di difficile delimitazione. Non esistono regole precise, non esiste la laurea del ‘buon politico’. Possono esistere bravi tecnici esperti nei vari settori di cui si occupa la politica, ma per essere un buon Politico, e magari uno statista, ce ne vuole.
La ‘Politica’ è uno strumento necessario, potente, ma da usare con cautela. È l’unico modo per tentare di creare un sistema sociale quanto più equo e perfetto. Sostanzialmente è l’arte del possibile, il modo per governare la complessità della società attraverso lo Stato. Che è, poi, il sistema organizzativo costituito dal complesso delle strutture amministrative e operative, attraverso le quali si regge una nazione e il suo popolo. Il problema si fa più complicato proprio perché a guidare i meccanismi della politica non ci sono ‘esseri superiori’ ma solamente uomini e donne. Con le loro gravi insufficienze e i loro difetti, e anche qualche pregio. Da ciò discendono il degrado, la disonestà, l’interesse privato e via dicendo.
Non c’è speranza allora? Si, nella misura in cui abbiamo la consapevolezza che la Politica ha dei limiti e non è stata e non potrà mai essere la panacea di tutti i mali. Ci dobbiamo accontentare sforzandoci, tutti, e impegnandoci per renderla sempre più adeguata alle esigenze dei cittadini. Con questo voglio dire che non esistono partiti buoni e partiti cattivi, o partiti illuminati e partiti oscurantisti. Ma esistono uomini e donne con qualità e personalità diverse che si rispecchiano nelle organizzazioni politiche demandate a ‘fare’ e applicare le ‘regole’ della politica. Insomma, come abbiamo scritto altre volte, il personale politico e quindi i rappresentanti dei partiti nelle istituzioni non sono altro che lo specchio della società. A volte, anzi, lo specchio di una società migliore. Il dibattito acceso sull’antipolitica (cattiva) che si contrappone, invece, alla politica (buona) è semplicemente fuorviante.
E questo perché nell'opinione comune, purtroppo diffusa, si interpreta la protesta, la voglia di cambiamento, la battaglia per l’onestà e la trasparenza, l'attacco al sistema partitocratico per come lo abbiamo conosciuto nei decenni scorsi e per come ancora oggi è sostanzialmente presente, come un atteggiamento e un sentimento espressione dell'antipolitica tout court. Insomma, tutto ciò che non è ricompreso nel perimetro dei partiti tradizionali è, per forza di cose, antipolitica e anti sistema. E quindi solamente distruttivo; nei fatti contro ogni tentativo di cambiamento, e contro ogni iniziativa per migliorare lo stato delle cose. È, però, per certi versi, anche un alibi perfetto per marginalizzare qualsiasi tentativo diverso di concepire la politica, che viene bollato dal sistema dei partiti di governo e dall’apparato mediatico a supporto, come un ‘anti’ tutto e quindi anche come forza politica contraria all’interesse del Paese stesso. Il “movimentismo”, dice Filippo Ales nel suo articolo, “non è politica”. ”Un Movimento è valido fino a quando segnala una deriva ma, se deve poi gestire la cosa pubblica deve sporcarsi le mani, deve diventare partito come gli altri”.
Ma l’errore di fondo, nell’interpretare il cosiddetto movimentismo, superficialmente e strumentalmente catalogato come ‘Antipolitica’, sta tutto nel non voler comprendere che ciò che viene rappresentato come ‘anti’ e, quindi, negazione della politica è, invece, paradossalmente, una richiesta iperpolitica di politica. E cioè, come spiega bene “Umberto Curi” in un suo breve saggio pubblicato sul “Corriere della Sera – Il Club de La Lettura”, è la conseguenza di una visione della politica come rimedio universale per ogni male della società.
Nell’analisi di Curi, viene rappresentata una visione della politica e dell’antipolitica come le facce della stessa medaglia, nella quale chi ha una concezione utopica della politica assume una posizione che tende all’estremizzazione proprio perché non si accontenta di ciò che la politica è, e può fare. Nel caso del Movimento 5 Stelle, infatti, tutto ciò è perfettamente evidente. Non si spiegherebbe, altrimenti, l’enorme quantità e qualità di partecipazione, il coinvolgimento gratuito e volontario di tantissimi giovani e meno giovani, e le proposte, a volte sopra le righe e, spesso, di contrapposizione, al sistema. Quel sistema politico/partitico che viene percepito come inadeguato al raggiungimento del bene comune.
Lo spirito alla base del Movimento, per quanto ho potuto capire io, infatti, è proprio quello di spingere i cittadini a diventare protagonisti del loro futuro, ad assumersi la responsabilità delle decisioni, e ciò dopo avere preso consapevolezza, acquisendo le informazioni necessarie, delle reali condizioni nelle quali versa il Paese. I personaggi che hanno fatto scoccare la scintilla, che hanno stimolato le coscienze, facendo anche grossolani errori, sono destinati, quanto più presto possibile, a passare il testimone.
E la classe dirigente che sta venendo fuori farà altrettanto man mano che crescerà la consapevolezza, e la partecipazione democratica si diffonderà tra i cittadini. Tutto questo, a mio avviso, rappresenta un importante e innovativo tentativo di concepire la ‘Politica’, una visione diversa dell’impegno sociale che ha determinato, con le elezioni del 2013, la nascita di una realtà politica, legittimata dal voto popolare, con la quale bisogna confrontarsi. E che tutto è tranne ‘Antipolitica’.
Giangiuseppe Gattuso
25 giugno 2014
Sono contento di essere il primo a commentare l'articolo del direttore così evito di essere influenzato da altri commenti.
RispondiEliminaChe cos’è l’antipolitica?
Questo termine nasce dalla presunzione che in politica debbano esserci sempre gli stessi partiti, o almeno partiti simili, equiparabili tra loro, analoghi, colleghi e amici nel dividersi la grande torta del denaro pubblico tramite tangenti su appalti e su tutto quello che comporta movimento di denaro, tutti insieme appassionatamente a gestire e realizzare il soddisfacimento dell’inesauribile fame di beni e denaro.
Nel momento in cui nella scena politica irrompe qualcuno che viene a rompere le uova nel paniere, che non è solidale col sistema dei partiti che si sostengono l’un l’altro nella gestione della cosa pubblica, che spara a zero contro il sistema marcio che tutti conosciamo, ecco che si grida all’antipolitica, come se il diritto a fare politica fosse sempre e soltanto dei partiti che formano il sistema. Questo è l’errore fondamentale in cui incorrono anche persone per bene, intelligenti e oneste come, per esempio, l’amico Ales il quale ce l’ha con Grillo e il suo Movimento perché sparando a zero contro tutti i partiti politici è pacifico che sia espressione di antipolitica. Ed è proprio qui l’errore, un errore un po’ anche filosofico, perché si nega a qualcuno il diritto di esserci anche lui nel fare politica. Siccome tutto è politica, io penso che anche Grillo e il suo Movimento facciano politica, indubbiamente a modo loro, contro un sistema politico incancrenito che continua a dare cattivi esempi di corruzione e di malaffare.
Tutto è politica, l’antipolitica non esiste, è soltanto parte di un sistema che si oppone ad un’altra parte che ha dato pessima prova di sé.
Qual’è il rimedio per esorcizzare e possibilmente sconfiggere questa parte politica chiamata impropriamente “antipolitica”? Semplice: smetterla con corruzione, malaffare e ruberie, cominciare a lavorare per risolvere i problemi degli italiani, delle famiglie, dei giovani, dei deboli e degli anziani, e così facendo spuntare le armi con le quali “l’antipolitica” di Grillo e del suo Movimento sta prosperando ed è diventata una spina nel fianco per il sistema dei partiti tradizionali.
Caro Nino, il tuo commento merita quantomeno una piccola replica. Io non ce l’ho con Grillo ed il suo Movimento perché sparano a zero contro i partiti politici, ma se hai la bontà di leggere il mio commento ti rendi conto che, per me antipolitica significa antisistema ed io spiego i motivi che mi spingono a chiamarlo in questo modo. E’ chiaro che noi due non abbiamo una eguale concezione della politica. Per te i partiti, se non sono associazioni a delinquere, poco ci manca, io invece sono fermo alla politica partitica, che si riconosce nei valori, senza alcun concetto di superiorità morale, in quanto a fare politica sono gli uomini e come tali possono sbagliare. Ma i partiti devono avere un comportamento trasparente, dal punto di vista etico e morale ed un comportamento rigido nei confronti di chi sbaglia.
EliminaQuando un sistema comincia a franare come quello dei partiti in Italia è provvidenziale la nascita di un "movimento" che agisca da lievito per un reale cambiamento nella coscienza dei cittadini. Il M5S ha il grande merito di aver inaugurato una nuova stagione politica dove è in primo piano la democrazia diretta e la partecipazione "attiva" di tutti alle scelte dei nostri amministratori che siano nazionali,regionali,comunali. Il Movimento è "rete" non solo dal punto di vista virtuale (internet) come ha detto la deputata Paola Carinelli in un suo interessante intervento alla Camera, ma relazione tra le persone. In questo senso non si può applicare nessuna "regola" alle dinamiche politiche del movimento,in quanto esula dal sistema e propone una struttura nuova, fluida e aperta al cambiamento. Mi piace l'analisi di Gian ma non solo perchè sono ,lo confesso, di parte, ma perchè lucida e corretta.
RispondiEliminaConcordo pienamente con la tua analisi, Giangiuseppe. Preciso soltanto una cosa, che ho detto subito, al nascere di questa inversione dei termini, e ripeto adesso : l'antipolitca è la contrapposizione fra politica per il bene comune e la politica per gli interessi personali. Chi ha realmente, e storicamente, creato e perpetrato questa contrapposizione è la politica dei partiti e partitini, che hanno sostituito gli storici partiti di massa e popolari, nati dalla sconfitta del fascismo.Quindi, semmai, Antipolitica sono i partiti distruttivisti dello Stato democratico, che operano nel loro interesse personale e di gruppo, e Politica sono i costruttorri del bene comune, che operano per risolvere i problemi reali del paese allo scopo di dare danno un futuro migliore a tutta la comunità nazionale.
RispondiEliminaComplimenti per l'articolo, tratta un argomento molto interessante ed esposto in maniera corretta e chiara.
RispondiEliminaPersonalmente avevo una concezione diversa del significato di Antipolitica, ero convinto che il termine indicasse una sorta di contrapposizione a tutto ciò che regola i rapporti tra il politico ed il cittadino, come un bastone tra le ruote di chi si adopera per far funzionare il sistema che regola la convivenza civile di un paese democratico.
Con l'attenta lettura dell'articolo e dei commenti successivi, mi sono fatto un concetto più confacente al vero significato di antipolitica, per cui adesso sorgono naturali alcuni interrogativi che prima non mi ponevo, ad es:. Se fare politica vuol dire consentire che i superburacrati dell'Ars guadagnino cifre esagerate tipo, (Il Segretario Generale 600.000 Euro all'anno) allora sono per l'antipolitica, come semplice cittadino che dopo 35 anni nella pubblica amministrazione arriva a 25.000 annui non posso che indispettirmi nell'osservare che quel signore guadagna 24 volte di più di quanto guadagno io, manco fosse Einstein, e poi, onestamente se per alcuni il M5S che lotta strenuamente contro queste ingiustizie fa antipolitica, allora non ho dubbi con chi stare, perché ogni volta che è stato proposto, sia a livello nazionale che regionale l'abbassamento dei conpensi a politici e burocrati la politica si è messa di traverso e sistematicamente l'hanno bocciata, unici a favore M5S.
Se entriamo nei dettagli si apre una maglia infinita, per cui mi limito alla definizione del significato di politica che, a mio avviso, non ha una regola precisa oltre la quale si passa nell'altra sponda.
Mi piace il termine usato nell'articolo "Iperpolitica", altra definizione di antipolitica, che si orienta verso la perfezione della politica, politica all'ennesima potenza, quella politica che uomini illustri del passato hanno dato alla luce e che uomini meno illustri di oggi stanno facendo morire.
Lo sconcio di questa regione speciale, che dovrebbe essere abolita, caro Sergio è che questo segretario generale scienziato, non guadagna, ma si fotte, perché gli stipendi se li fanno tra di loro, salvo noi poi essere derubati dei nostri redditi.Ci sono 8 mila operatori della formazione che non percepiscono alcun reddito.Ma Questi signore non solo guadagna(si fotte) 24 volte più di te, ma il triplo del presidente della repubblica, il doppio di Obama e 3 volte la merkel e 5 volte il presidente del consiglio. Mi chi cavolo è e che cosa produce per la sicilia ed i siciliani. Mandiamoli tutti a casa tutti questi lestofanti! In questo caso i grillini hanno perfettamente ragione!
Eliminaio vedo la politica come l'arte della mediazione per fare valere le proprie idee o interessi..finite le idee restano solo gli interessi particolari,..non mi pare che al momento il PD si curi dell'interesse generale del paese avendo più cura di conservare i privilegi della Casta, e quindi il M5S risulta più appetibile politicamente per la parte di popolazione che vuole concretezza nel cambiamento..Giuseppe Bongiovanni
RispondiEliminaRagazzi dalle facce pulite, chiari e determinati nel parlare, senza sbrodamenti inutili. Vanno dritti al punto e fanno proposte che “non si possono rifiutare”.
RispondiEliminaQuesti per me i deputati 5S. Mi danno fiducia, li ascolto volentieri e sono gli unici a seguire una scuola politica; nel loro caso in buona parte autogestita. Ammirevole!
Il continuo richiamo ai cittadini, la volontà di ridare ad essi un ruolo diverso, il volerne risvegliare gli interessi e la partecipazione diretta, facilitati -per altro- dai mezzi di comunicazione e dalla velocità di scambi di notizie, è una novità “morale” necessaria per la buona gestione di una politica che voglia riappropriarsi responsabilmente del proprio ruolo; su mandato degli stessi “cittadini”.
Ecco: un discorso serio sulla preparazione e sulla competenza in politica, è ciò che manca oggi all'interno di tutti i partiti.
Si fanno tentativi, si programmano interventi, si stilano organigrammi, ma poi subentra una sorta di pigrizia, un come dire: beh, intanto ho fatto questo!
Da tanto vuoto è facile poi arrivare a lasciarsi corrompere e a rubare. La noia, la sciatteria rendono deboli, privi di autocoscienza, disinteressati, giocherelloni nel ruolo, senza voglia di sapere per fare bene.
Così, nella nostra società tutto è possibile, perché tutto è approssimativo, arrangiato.
Già fare una magra in TV da parte di un parlamentare, o non saper rispondere, ormai fa parte di una consuetudine che è ben condivisa da tutti: da chi parla e da chi ascolta.
Le proposte fatte a Renzi dai 5S sono inoppugnabili, una novità da non lasciar cadere.
Ma sono sicura che ci saranno tanti di quei rimaneggiamenti da snaturarne i contenuti: Italia docet, Europa imperat!
Analisi lucida e condivisibile. In politica, specie oggi con la caduta delle ideologie, bisogna essere pratici, pragmatici, matematici per affrontare le nuove sfide come la globalizzione e il vecchio nostro problema: il maxidebito pubblico accompagnato dalla corruzione. Problemi risolvibili senza stressare ne' tartassare lavoratori ed imprenditori. Negli ultimi 25 anni si sono suicidate centinaia di disoccupati ed imprenditori; la politica deve porre fine a questo dramma. Sicuramente non si superera' con l'eventuale improbabile ritorno alle ideologie, che non sono commestibili e non si possono buttare in pentola come gli spaghetti, la polenta e le patate. Sintetizzo: per risolvere i problemi occorre amministrare la res publica con la diligenza del buon pater familias, con tre cose: cabeza, corazon, cojones.
RispondiEliminaCome tu sai ho visto con simpatia subito la novità Grillo, che ha catalizzato la rabbia e l'indignazione a forza di vaffa...condiviso da tanti cittadini Italiani. Ma nel momento che hai 160 parlamentari non puoi tenerli in panchina "sine die" nell'attesa dell'apocalisse per giudicare i vivi ed i morti. Nel frattempo devi dimostrare di fare, di portare qualche risultato. Con Bersani ha detto no, con Letta ha detto no, con il primo Renzi ancora no! Qui è stato commesso un grande errore politico e strategico. I risultati europei ne sono una dimostrazione. Nel frattempo Grillo ci ha fatto perdere altri 6 mesi di tempo. Meglio tardi che mai. Ma ora c'è anche un problema di credibilità, cioè non abbiamo più fiducia in Grillo per le sue continue contraddizioni, incoerenze etc. Tuttavia riconosciamo anche i suoi meriti, di aver messo il sale sulla coda e chiodi sotto il culo della casta. Sarebbe stato bello che al posto di Berlusconi ci fosse stato Grillo a sostenere l'impegno riformista di Renzi. Ora è troppo tardi ? penso purtroppo di si. Perché il presidente del consiglio come me rifletterà se è meglio l'uovo subito con Berlusconi o la gallina domani con grillo ? Io penso che con la sfiducia che c'è in giro forse è meglio un uovo subito...ovvero meglio un senato di 100 dopolavoristi ed un italicum anche senza preferenze, insomma meglio un pò di riforme non proprio perfette che nulla. Perché tutti quelli che parlano...parlano in 30 anni non hanno fatto nulla. Io spero che renzi abbia la forza di portare a casa la legge elettorale andare subito alle elezioni fare pulizia e poi sono disposto a dargli anche il titolo di "imperator" contro una democrazia fasulla e parolaia. Infine se il tema era: ma i grillini rappresentano l'antipolitica? In tutta onesta rispondo assolutamente no! Anzi sono un tentativo, quasi naif, talvolta maldestro, ma in buona fede e con tanto entusiasmo ed idealismo, da poter dire che loro rappresentano la buona politica assieme a Renzi. Viva l'Italia.
RispondiEliminaLoro dovrebbero vivere nella maniera in cui vive il popolo per poter capire ..non c'è altro da dire..se siete seduti là.. E ' perché noi abbiamo sperato in un domani migliore.. Assurdo siamo nel 2014 è siamo peggiorati ..mentre loro si sono arricchiti..e burlato di noi..adesso vogliamo i fatti..e non le chiacchiere il popolo sta pagando ..con l perdita del lavoro è le nostre famiglie ? Bastaa ..
EliminaPer me la Politica ha il compito di governare lo Stato e risolvere i complessi problemi collegati all'attività pubblica. L’art. 49 della Costituzione. Tutti i cittadini hanno diritto...ecc. , a determinare la politica nazionale. I partiti attraverso i loro uomini hanno governato come se il governo del paese fosse un fatto personale da trasmettere per via ereditaria il parlamento poi non ha assolto la funzione di controllo politico finanziario e la corruzione il malaffare regna sovrano non più politica ma lotta al potere POLITICA O ANTIPOLITICA LA PENSO COME IL -TOMMASEO-- NON C'È PIU NIENTE DI ANTIPOLITICO DELLA --soverchia--POLITICA
RispondiEliminahai ragione la vera antipolitica è quella dei malfattori delinquenti che stanno in parlamento. devono essere la maggior parte mandati alla ghighioltina. robespierre
RispondiEliminaEh si tutti sti coglioni di italiani mandano in parlamento solo malfattori e delinquenti e tutte le brave persone restano a casa ...un'accurata selezione democratica!!!
EliminaSi varenne, cavallo pazzo, cip ciop e l'orso yoghi
EliminaDirettore illustre sia chiaro chi vuole cosa. Naturalmente le richieste sono sempre antitetiche, ma chi ha il coltello dalla parte del manico in questo momento per fortuna è Renzi. Si sappia che i carbonari Chiti e Mineo hanno raccolto 35 senatori che sono per il senato elettivo, è bella la poltrona superpagata eh...? Tra questi difensori del senato elettivo purtroppo ci sono anche i grillini( questo dimostra palesemente che vogliono far perdere tempo). Ci sono è vero anche dei fantocci di forza italia, come Minzolini e Razzi. Ma poiché i senatori del partito padronale sono solo dei servi e dei lacchè, Berlusconi li costringerà a votare obtorto collo, altrimenti niente trippa per i gatti. Quindi è molto probabile che i voti che mancano a Matteo per il senato "dopo-lavoro", arriveranno da Silvio il magnanimo. Ma riguardo all'Italicum dove i grillini vorrebbero il "democratellum" che è un proporzionale con le preferenze, mentre Berlusconi non vuole assolutamente le preferenze, altrimenti come farebbe a manovrare i suoi pupi? Però è d'accordo sul ballottaggio ed il premio di maggioranza. Allora come farà "Matteus Renzius imperator" a soddisfare le antinomiche richieste dei due "diarchi"? Dovrà attraversare sicuramente il Rubicone e pure l'Arno e convocare i due guastafeste alla torre di Firenze, dove uno dei due subirà la spintarella assassina con una pietra al collo dentro i vortici dell'Arno, precedentemente avvelenato dalla diossina. Ma se per sfortuna dovesse sopravvivere sul ciglio del fiume ci sarà il popolo dei forconi, per chiudere la partita.
RispondiEliminaÈ tutto molto chiaro. Il signor ex sindaco di Firenze ha la possibilità di avere tutto il potere in mano fino al u2018, e con l'accordo con Silvio non ha alcun problema. Sarebbe un fesso a perdere tempo con i grillini.
RispondiEliminaAntonio r la tua fede politica una fotockpia' alter ego un ogm, spirito di grillo incarnato. Ti piace il minuetto il cha cha cha il tric trac il tink tank
EliminaLa differenza tra noi e loro.
RispondiEliminaAl Movimento 5 Stelle non interessa strutturare una legge elettorale per il Movimento 5 Stelle, ma per i cittadini.
Il nostro obiettivo è fare una riforma che risponda alle esigenze democratiche del Paese, non a quelle dei partiti.
Potere e poltrone non ci interessano.
Per questo da oggi iniziamo un percorso di discussione della riforma elettorale.
Faremo una consultazione online con voto su ogni punto del provvedimento, in modo da comporre una proposta organica e partecipata.
Vogliamo consultare i cittadini, i principali destinatari della legge, non segretari di partito o ex senatori condannati.
Un esperimento, ancora uno, di democrazia diretta, un modo per riportare i cittadini al centro della vita pubblica.
Ottimo articolo: sono perfettamente d' accordo.
RispondiEliminaLe intenzioni di voto delle ultimissime rilevazioni premiano ancora il PD e Matteo Renzi. Crescono, quindi, le responsabilità del giovane premier che si ritrova in mano le sorti dell'Italia. E agli italiani piace così.
RispondiEliminaVorrei mettere da parte per intanto il significato di politica, che ci vede d’accordo con Giangiuseppe, ma cerchiamo di capire con esempi concreti cosa volevo intendere, nell’articolo precedente, per ”antipolitica”. Pensate di dare una risposta a questi due quesiti: 1) Giorni fa abbiamo visto in diretta “streaming” l’incontro tra il P.D: ed il M5s. Secondo voi questa è politica o antipolitica ? 2) E quella che abbiamo visto in campagna elettorale al comizio di Beppe Grillo in Piazza S. Govanni, o in tutte le piazze d’Italia dove si è esibito è politica o antipolitica?.
RispondiEliminaSecondo me la questione, posta in questi termini assume la giusta caratteristica. Il primo, svolto in streaming, è stato un confronto civile, tra due partiti, dai toni pacati, in cui il M5s ha partecipato in maniera corretta e nei quali ognuno ha spiegato all’altro, con il dovuto rispetto, le proprie posizioni.
Nel secondo caso abbiamo visto tutto il contrario, una forza movimentista sia nei toni, che nei contenuti, populista, di rissa e lancio di contumelie varie. Questa per me è poliica antisistema ed io la chiamo antipolitica.
I fatti dimostrano che il duo G&C, con la richiesta di colloquio a Renzi, sta cambiando registro, facendo diventare il M5s non più forza antisistema, in cui la responsabilità di tutto va cercata in capo ai partiti, e quindi nei loro uomini, con il ”tutti a casa!”, ma una forza politica all’interno del sistema. Il risultato delle europee ha dimostrato che il duo C&G l’ha sbagliata grossa nel chiedere di rinnovare la classe politica, quando il PD l’aveva già rinnovata con le primarie, e con le ultime elezioni politiche. Viene da chiedersi: non poteva accorgersi prima Grillo che era sbagliata la formula antisistema. Questo testa a testa ha fatto perdere tempo prezioso che poteva essere impiegato meglio per fare buone leggi per il paese, con il risultato di scongelare un terzo dei voti degli italiani. E’ troppo tardi per una vera collaborazione? Se lo spirito dell’incontro sarà quello dello streaming televisivo, e non ci saranno irrigidimenti da una parte e dall’altra, si potrà recuperare il tempo perduto! In bocca al lupo all’Italia, per questa partita che è di certo più importante di quella con l’Uruguay.
Dott. Ales sbaglio se nella mia piccolezza dico che in fondo la pensiamo allo stesso modo? io aggiungerei che prioritaria a tutte le riforme è quella relativa al sistema di voto. Il maggioritari non consente di scegliere gli uomini ma solo i leader che poi si creano il proprio "impero" con la conseguenza che i piccoli leaders escono dalla porta per ricreare un proprio potere. E se è vero il detto divide ed impera è anche vero che più tavoli ci sono e più si mangia.
RispondiEliminaSig.ra Anna Bolera, che lei si riconosca nelle mie posizioni mi può fare solamente piacere. La ringrazio e la saluto!
EliminaNON ho più l'età per perdermi dietro le illusioni, né ho visti tanti nella mia vita di buoni propositi gestiti e portati avanti da bravi ragazzi con la faccia pulita, pieni di belle parole e strabilianti progetti e che spesso si sono volatizzati ...l'antipolitica non esiste, esiste solo la politica, tutto è politica, in ognuno di noi in ogni nostro comportamento c'è una parte di politica ...questo noi va vissuto nella società e non può essere vissuto contro qualcuno ma con qualcuno ...allora è lì che sta la chiave per la concretezza, niente nasce dal niente ...è il mondo che si evolve, questo mondo che si evolve ha bisogno del confronto con il suo passato e con il suo presente, non basta solo uno sterile giudizio (più delle volte provocatorio e/o sbagliato) e su questo come giustamente ci ha evidenziato Giangiuseppe c'è l'essere umano ...non credo che per sapere ci sia solo la necessità che qualcuno le cose ce li racconti (tra l'altro ci li racconta dal suo punto di vista, omettendo spesso anche dei particolari importanti), c'è bisogno anche della volontà di sapere ed ahimè questo dono viene dato a pochi e non a tutti ...poi ci sono quelli che non votano e pensano che in quel modo hanno fatto la cosa migliore, quelli che votano e si lamentano di quelli che hanno votato e poi li rivotano ...poi ci sono quelli coscienti che il mondo è fatto di esseri umani e che i politici fanno parte di questo mondo di esseri umani!!! ...CHIUDO dicendo CHE L'ULTIMO INCONTRO TRA PD ed M5S fa parte DELLA POLITICA , la stessa cosa CREDO CHE NON SI POSSA DIRE PER I PRECEDENTI INCONTRI e grazie a CHI li ha chiesti in streaming chi ha voluto sapere ha POTUTO SAPERE!!!
RispondiEliminaHo riflettuto molto prima di intervenire perché volevo essere sicura di avere focalizzato il fulcro del tema proposto dal direttore, ma dopo aver letto il commento del dott. Pepe, mi sono ritrovata dubbiosa. Pensavo che il dott. Gattuso, in una fine analisi delle forze politiche, volesse intravedere in Grillo un possibile proiettore verso una superpolitica e non un semplice oppositore del sistema. Ora è tutto possibile, ma questo solo Grillo lo sa. Per il dott. Pepe, che mi perdoni la presunzione, il movimento 5S è lo scopritore di tutte le "magagne" dei partiti e dei politici e quindi ha il sacrosanto diritto di governare, vantando persone giovani e idee riformatrici. Questi due connotati sono gli unici che vedono convergere Grillo e Renzi su un binario unico. Allora non si tratta di parlare di politica e/o antipolitica, ma di avere un concetto unico della politica e dell'antipolitica. Se la politica è, secondo quanto insegnato, il conteperamento dei desiderata e dei bisogni dei cittadini. Questi devono essere sentiti e quindi anche Grillo. Ma allora deve assumere, come dice il dott. Ales, la veste di partito e non di giullare e sedersi intorno al tavolo per proporre le modifiche a sua detta risolutive. In sostanza deve smettere di ridicolizzare la politica continuando a fare comizi. È una questione di stile, perché in Italia se scaviamo troppo finisce che si è puliti perché ci laviamo.
RispondiEliminaIl Suo articolo offre molti spunti, molte riflessioni, mi sono venute in mente altrettante considerazioni personali che non credo di saper tradurre in poche righe. Questi argomenti meriterebbero un laboratorio di idee e persone competenti, quale io non credo di essere, ma pongo comunque il mio parere alla vostra attenzione.
RispondiEliminaQuando leggo e rivedo il quadro politico italiano penso sempre, con grande fedeltà intellettuale, al primato della politica cioè al dovere di rappresentanza, della stessa, dei bisogni e delle istanze dei cittadini, quindi di uno Stato.
L’antipolitica per me è rappresentato dalla perdita di tale ruolo, non dalle grida di disappunto verso rappresentanti politici.
I 5Stelle in tal senso non rappresentano l’antipolitica, bensì la volontà di riportare il ruolo del politico ad una funzione di servizio nei confronti dello Stato e dei cittadini, quantomeno di riavvicinarlo a quei valori morali ed etici che dovrebbero contraddistinguere un rappresentante eletto.
Devo chiarire che ritengo desueti i vecchi partiti, che le ideologie rimarranno spunti d’indirizzo per qualsiasi politico, ma che in tal senso ogni politico è libero di scegliere se vorrà farlo bene o male. Se la Politica saprà riportare sviluppo, benessere, un welfare adeguato alle esigenze delle persone, se potrà riportare equità e giustizia sociale, se sarà capace di offrire opportunità di lavoro, se saprà godere della fiducia delle economie internazionali, delle agenzie di rating, se Trasparency International dichiarerà lo stato di benessere e di solvibilità di una nazione, se saprà rispettare l’ambiente ed il territorio, la cultura artistica, se saprà proporre un modello d’istruzione per le nuove generazioni, beh sicuramente questa sarà una buona politica. Solo in questo senso esiste la politica “ buona o cattiva”.
Ovviamente un altro ruolo della Politica, nella gestione della cosa pubblica, è quello di integrare lo stato italiano in un sistema sovranazionale, con un ruolo da attore e non da subalterno al sistema. Se si perde di vista questo spunto, l’Italia resterà in un rapporto di sudditanza, da colonia europea e ne subirà le scelte.
Rimane da considerare la “disaffezione” del cittadino verso politica ed Istituzioni di ogni livello. Il cittadino lavora, assolve ai suoi doveri nei confronti di uno Stato e quindi anche della collettività, ma vede “ i politici e la politica “ inserita in un sistema di clientele tra poteri economici e lobby, gli scandali di ogni giorno accrescono questa disaffezione e diffidenza, non possiamo dargli torto. Scandali da milioni di euro ogni giorno, mentre la gestione della vita per le persone e le famiglie diventa sempre più difficile e pesante. Grava sul sistema politico italiano non solo la presenza di corrotti e corruttori, ma anche la mancanza di osservanza delle regole e dei dettami legislativi repressivi di tali reati. Manca in Italia un adeguamento alle regole europee per esempio in termini di Lobby. In tutti i paesi esiste un regolamento per le lobby, in Italia non esiste ed a fatica le pubbliche amministrazioni sono favorevoli all’adozione del minore, ma non meno importante, Codice Etico Europeo.
E’ questo il vero problema, l’antipolitica che distruggerà il sistema partitico stesso, è proprio la voglia del politico di rimanere a “mani libere “ lontano dall’osservanza di regole che potrebbero invece dare garanzie “di buongoverno” al cittadino ed alle agenzie di rating, alla stessa Trasparency che certifica lo stato di garanzia di un’amministrazione periferica o centrale di uno Stato !
Maura Zambon
Ho letto l'articolo e concordo con la parte finale. Politica o anti-politica, il dibattito non mi appassiona, non si può ignorare un movimento che in Italia ha oltre il 25% dei consensi. E primo o dopo, come Renzi sa perfettamente, dovranno farci i conti tutti. Anch'io penso che alla fine tra stimoli e denunce necessarie e eccessi negativi e cervellotici (come le proposte di voto negativo) il saldo è ampiamente positivo.
RispondiEliminaQuello che Italia e forse anche tutto il mondo ha bisogno e un movimento nuovo. Un movimento di Papa Francesco, dove si mete al centro il uomo,il lavoro e la dignità. Cose semplici eppure cosi importanti.
RispondiEliminaQuando e nato il movimento 5 stelle sono stato entusiasto come molti, poi piano piano il risveglio. Protagonista non e il popolo ma chi ci sta dietro a tirare i fili.Non e questo che sognavo. Credo che in ogni partito e movimento esistono persone valide soltanto che si trovano nel contenitore sbagliato. Create questo contenitore e non si fermerà più. Per il bene di Italia e di tutto il mondo.
Hans
Leggo compiaciuto una totale convergenza su quanto scrive il nostro direttore.
RispondiEliminaDi certo non sarò io ad uscire fuori dal coro, anzi mi associo e mi iscrivo all'albo dei sostenitori dell'ovvio.
Anche io penso che è preferibile l'uomo politico onesto e capace , a quello corrotto e cialtrone.
Anche io come voi vorrei costruire una società prospera, libera e felice.
Anche io come voi vorrei che gli amministratori ed i governanti.fossero corretti e generosi.
Anche io vorrei una società fatta de persone miti, oneste ed altruiste.
A parte i politici verso i quali condivido la vostra disistima, io conosco e frequento solamente persone trasparenti ed apprezzabili.
Il mio dentista ad esempio, l'elettricista o l'idraulico a cui ogni tanto mi rivolgo, anche i ristoratori che raramente incontro.
Come non citare la correttezza delle compagnie di assicurazione, per la verità ben ricambiata dagli assicurati.
come non apprezzare Notai e farmacisti, commercianti di ogni ordine e grado, di questi ne ricordo ancora la correttezza nei mesi del cambio euro-lira.
Insomma credo che noi tutti si sia d'accordo su tutto, ed anche fuori dal blog mi pare di trovare medesima solidarietà.
Ma allora contro di chi protestiamo?
Anche nei confronti della violenza e dei violenti di ogni tipo siamo tutti D'accordo.
Ma allora che senso ha la presenza di parti e partiti , quando un intero popolo è unito da un comune sentire?
Bravo Sergio Volpe.
RispondiEliminaLa tua domanda finale tocca un punto fermo e dirimente, al quale credo di essere arrivato abbastanza di recente.
Quando tutti si è d'accordo sulla stessa denuncia dei problemi, l'invocazione di soluzioni, l'appello ai principi ed ai valori più nobili, l'indignazione corale quanto banale ed eterea degli scandali vari, ma poi ognuno vota per il suo partito di sempre ed i suoi leaders chiaccherati ma potenti, è ovvia una verità: qualcuno mente spudoratamente, cioè si maschera da cittadino perbene ed indignato, ma in verità di notte fà come i ladri di Pisa, e cioè anche lui va a "rubare" qualcosa ( soldi, prebende, visibilità, illusioni, speranze, dispetti, complicità, vanità, pregiudizi o orgogli).
Purtroppo, ritengo che i mentitori sono molto di più che !qualcuno" soltanto. Sono milioni.
Insomma, penso che il padre di tutti i problemi siamo noi italiani che non siamo ancora un popolo con un comune sentire, volere ed agire. Non siamo una nazione. Siamo ancora individui eredi "vivissimi" degli antichi otto Stati Italiani risorgimentali pre-unitari e post-unitari : il cuore al vecchio Re Borbone delle due Sicilie, il voto al Neo Regno unitario sabaudo.
Il favore lo chiedo a chi continua a comandare sul mio territorio,le lamentele e l'accattonaggio mentale e materiale lo mando a Roma.
Insomma, per me sono queste antiche mentalità e prassi , cioè l'antica politica "individuale" dei due forni, a costituire la remota ed italica radice della politica ed antipolitica.
E oggi, gli europei uniti (malvolentieri) sono come gli italiani affezionati ancora ai loro antichi stati , ma costretti a "convivere" uniti in un nuovo stato unitario e superiore, in questo caso l'UE, senza convinzione e passione.
Gli articoli, di Ales e mio, su Politica e Antipolitica, hanno suscitato un interessante dibattito. Non v’è dubbio, però, che gli argomenti meriterebbero ben più corposi approfondimenti. Si tratta pur sempre dei principi fondamentali del vivere insieme che nei millenni della storia dell’uomo hanno determinato le società moderne. Con tutti i loro pregi e gli enormi difetti. E qui la Politica ha la sua completa e totale responsabilità. Per non farla lunga, e per come ho cercato di argomentare nell’articolo, alla base di tutto c’è sempre l’uomo, il cittadino e la sua eterna contraddizione tra l’interesse personale che si scontra con il bene collettivo. E abbiamo pure acclarato che la cosiddetta antipolitica, almeno per ciò che riguarda i movimenti che si sono succeduti nella nostra breve storia repubblicana, non sono altro che l’espressione di un sentimento di insoddisfazione verso una politica a volte, forse anche troppe volte, incapace e inadeguata. Ma, come dice benissimo Sergio Volpe, le nostre singolarità, i comportamenti di tantissimi di noi, le responsabilità personali in capo a professionisti, commercianti, artigiani, operai e impiegati, e mettiamoci pure i ‘giovani’, sono enormi. Come grande e sproporzionata è la lamentazione, accompagnata allo scaricabarile, al disimpegno. Non si contano, infatti, i cittadini capaci di indicibili sacrifici per seguire la squadra del cuore, senza nemmeno stupirsi delle vergognose opulenze nelle quali vivono i loro beniamini, e magari partecipando a manifestazioni incivili e anche violente se qualcosa non va per il verso giusto, ma totalmente estranei e avulsi da qualsiasi interesse e impegno civile, tantomeno per la Politica. I giovani, a cui accennavo prima, meriterebbero un discorso a parte; il disinteresse di tantissimi di loro verso la Politica ottiene il risultato di delegare più potere nei confronti di chi, dal loro punto di vista, ha la colpevole responsabilità su tutto ciò che non va. Ma è troppo complicato parlarne in un commento.
RispondiEliminaIl M5s, anche se ha il merito di aver portato una salutare ventata di novità nel mondo stantio e corrotto della politica, con la pretesa di non sporcarsi le mani, di fatto è rimasto un'entità al servizio della premiata ditta Grillo Casaleggio.
RispondiEliminaLa definizione è semplice, o così pare. Antipolitica, tutto ciò che è contro la politica. Tutto quello che vi si oppone. E proprio per questo, non lo è. Ma questo riconduce direttamente alle forme classiche della protesta, dell’opposizione. Del tutto interne alla politica fin qui conosciuta, compreso il passaggio da forme autoritarie alla democrazia.Per poter dire che cosa è l’antipolitica, bisogna uscire infatti dalla sfera politica. Bisogna raccontare i fatti che hanno dato origine a questa parola e che ancora le danno senso. Antipolitica è un concetto di confine. Si potrebbe dire anzi, assumendo questa logica, che chiunque dica che destra e sinistra sono la stessa cosa, fa antipolitica. In questo senso è comprensibile la definizione, diffusa tra gli studiosi della politica, di antipolitica come moderno populismo. Sarebbe il modo sofisticato per dire l’opinione corrente: “sono tutti uguali, destra e sinistra, governo e opposizione” Tutti uguali, è evidente, perché sono tutti ladri o, nella versione migliore, “pensano agli affari loro”. Che non sono, è sicuro, i miei. I nostri.
RispondiEliminaE sì..... sentire parlare oggi di politica e antipolitica fa proprio pensare solamente a un semplice giochetto di parole, un movimento antipolitico dovrebbe contrapporsi alla politica..... ma se non c'è la politica, se non ci sono politici ma solo politicanti...... allora l'antipolitica non può esistere, diventa politica ( vedi che bel giochetto di parole ?) L'opposizione necessaria a qualsiasi forma di democrazia che viene chiamata antipolitica. Certo che è umano e comprensibile sbagliare, ma rendersi conto di avere sbagliato dovrebbe fare scaturire umiltà, voglia di cambiare atteggiamento, di ricostruire attraverso nuovi impulsi. Io vedo solo gente arrogante preoccupata a mantenere privilegi e potere. Abbiamo bisogno di gente onesta, che si preoccupi dei bisogni di un popolo, che sappiano creare valore da trasmettere a ciascun individuo. Ci riusciremo a trasformare il sogno in realtà, ci riusciremo a non accettare che politicanti disonesti o deboli possano ancora governarci.
RispondiEliminaIl vero problema risiede nel fatto che ognuno di noi si mantiene lontano dalla cerchia del potere perché “tanto non cambia nulla, tanto vale pensare a se stessi”. Ormai il rifiuto è talmente esasperato che lasciamo il compito di farci governare dagli altri con deleghe in bianco.
RispondiEliminaAllora che ci resta di noi che viviamo nel paese più bello del mondo rispetto a quanto ci ha insegnato Aristotele quando la natura essenziale della politica e dell’uomo? Il grande filosofo greco affermava che l’uomo fosse destinato a vivere una vita politica solidale con gli altri esseri umani; se così non fosse, sosteneva Aristotele, l'uomo stesso si troverebbe a essere o una belva, fuori dal consorzio umano, o un dio che nella sua onnipotenza non ha bisogno degli altri. La politica non dovrebbe essere ineliminabile dalla vita dell'uomo: come Aristotele diceva chi afferma l'inutilità della filosofia la può sostenere solo argomentando filosoficamente così si potrebbe dire che colui che proclama la sua contrarietà alla politica, fa necessariamente politica.
Nello scenario politico italiano non abbiamo esseri soprannaturali da paragonarsi a Dio ma finora delle modeste belve che hanno fatto prevalere interessi personali scontrandosi con l’antipolitica che è politica!
Il M5S non è antipolitica. È semmai un movimento che non ha saputo gestire il successo che i cittadini gli hanno tributato. Troppa ingenuità, troppa inesperienza, troppe generalizzazioni e troppi luoghi comuni. Ci sarà tempo per rimediare?
RispondiEliminaPenso che sia normale che in periodi di forti crisi identitarie si mettano in luce con più attenzione le azioni “antipolitiche”. E’ appena il caso di dire che l’uomo è un essere sociabile, che quindi tende alla socialità da cui non può prescinderne. Non è possibile immaginare “assembramenti” umani al di fuori di un sistema di regole condivise. Il contro sarebbe un inesorabile nichilismo. Gramsci, nel raccontare, in una delle sue pagine, la violenza dell’isolamento, scrisse che fece di se stesso la sua Agorà per resistere a quell’inumana condizione. La condizione dell’isolamento non consentendo di comunicare con altri simili, costringe l’uomo alla ricerca di un dialogante, la sua mente. Egli quindi comunica con se stesso. Con certezza inconfutabile si può affermare che l’antipolitica sottopone gli esseri umani a una condizione di disumanità. E’ sicuramente fuorviante ritenere che le azioni antipolitiche si originino al di fuori della stessa politica. Rappresentano un attacco alla democrazia, in virtù della perdita del centro per le democrazie occidentali. Basti tener conto del forte astensionismo, dei rigurgiti corporativi e delle decisioni importanti per i cittadini, presi al di fuori dall’istituto democratico, sempre più con poca trasparenza e spesso senza legittimità. Nella società, s’ingenera sempre di più, il convincimento che la buona politica con il suo sistema di regole democratiche, non sia in grado di contrastarne le spinte e, continuare a garantire la tenuta sociale, un nuovo patto sociale per le generazioni future. Di seguito si potrebbe disquisire su i termini politica e antipolitica. Secondo lei, Direttore, si tratta delle due facce di una stessa medaglia. In effetti, sembrerebbe più un problema di linguaggio. Il parlare, l’esprimere l’antipolitica è di se un linguaggio politico. A voler ben vedere, chi cavalca l’onda dell’antipolitica, aldilà del linguaggio degli slogan, sottoponendosi al gradimento sovrano del popolo comunque accetta le regole democratiche e, se gli obiettivi sono di scardinare situazioni cristallizzate, sacche di privilegi, che ledono una più equa distribuzione della ricchezza, nulla da eccepire. Con quest’ultima osservazione rendo discutibile e, per molti versi contraddittorio quanto fin qui disquisito. A questo punto, mi permetto e le rivolgo una riflessione: se accettiamo per assunto che l’antipolitica è l’altra faccia della medaglia della politica, che essa si propone attraverso processi oscurantisti il superamento se non la sostituzione, a causa di poteri tecnocratici, della politica-democratica-partecipativa, facendo leva sulle imperfezioni dei sistemi democratici, l’impolitico o l’impolitica, che a mio avviso rende meglio, poiché destrutturante di quelle situazioni cristallizzate e di privilegio innanzi accennate, è una categoria terza, più aderente alla necessità di riformismo sulla politica tecnocratica e assoluta? L’impolitico o l’impolitica si propone di investigare il limite della democrazia e ricerca nuove linfe per rivitalizzare il continuo fluire, affermarsi della democrazia. Per molti versi un contrappeso alle possibili derive, come anzidetto, di una politica assoluta. Per converso l’antipolitica è consustanziale alla politica da cui ne ricava nutrimento, lasciando sviluppare con fare suadente, il convincimento nella società, di una possibilità migliore alla democrazia. Giusto per appiccicare delle etichette, si potrebbe affermare che il Movimento Cinque Stelle esprime una posizione più vicina all’impolitica, mentre la Lega, con i suoi populismi e le sue demagogie è più vicina all’antipolitica. 1 continua...
RispondiElimina2 - Un accenno al ruolo dei Partiti. Questi rappresentano il fulcro della vita democratica. In essi, i cittadini si associano liberamente per sviluppare idee necessarie al sistematico fluire della democrazia. A mio avviso non si può prescinderne. Piuttosto ritengo più preoccupante il populismo, la demagogia, espressi da alcune forze politiche, che fa leva sulla condizione di disagio in cui versano talune categorie di cittadini, per artigliare o mantenere il potere politico (tipico esempio di antipolitica), al fine di tutelare interessi privati. Per quanto mi riguarda la politica, rispetto ai processi degenerativi innanzi accennati, è altro. E, l’arte del possibile, cui lei fa cenno, la declino solo nella misura in cui si ricercano soluzioni atte a rimuovere la condizione di disagio dei meno abbienti.
RispondiEliminaSe vogliamo dirla in poche parole, semmai è l'inverso, Politica è ciò che attualmente è definito antipolitica e viceversa. Ciò in ragione del fatto che, la politica dei partiti, è diventata un fare gli interessi personali e di gruppo, mentre la Politica del M5S si candida ad essere la Politica che fa l'ineresse della comunità.
RispondiEliminaNugae.
RispondiEliminaCon grande fatica mi dispongo a effettuare qualche considerazione sul pezzo di Gianni Gattuso.
Fatica a causa delle mie condizioni fisiche e psicologiche che tuttavia devo costringermi una volta a superare poiché ciò che Gianni ha scritto è davvero notevole.
Ho letto molti dei commenti, alcuni più approfonditamente.
Dato come scontato il mio pessimismo crescente nei confronti della natura dell'uomo che considero più inclinato al male che al bene, ritengo che chi voglia leggere questa nota, debba fare necessariamente la tara a ciò che tento di esprimere.
Se fosse possibile - ma per effetto della precedente premessa, non credo lo sia - io auspicherei un governo aristocratico; nominati o eletti, qui non m'importa.
Ma, stando le cose come stanno, apprezzo e condivido le riflessioni di Gattuso e del pensatore al quale fa riferimento, fino al punto di ritenere che l'articolo da lui redatto costituisca un caposaldo e un punto fermo nelle discussioni che da tempo animano questo blog.
In verità talvolta stancamente.
Cari Andrea e Pasquale, questa volta (anche se di norma metodologicamente giusto) non mi preoccuperei del banale e dell'ovvio.
Ciò perché ogni uomo che esprime le sue considerazioni, ogni tanto - se lo sente - deve pur parlare ben sapendo che ciò che quasi ogni soggetto scrive, quasi su ogni cosa, sovrapponendosi sempre a cose dette e approfondite nei diversi sensi, resta sempre in bilico tra l'ovvio e il banale. Non a caso Kant ebbe a dire che "l'ovvio è un giudizio segreto della ragione comune". Nel senso che - sempre più, parlando e riparlando di un argomento, alla fine comunque, è giocoforza il ripetere e il ripetersi rischiando di apparire banali.
E' un rischio che bisogna correre, e il direttore lo ha fatto, consapevole di esporsi a critiche, anche costruttive.
Finalmente è chiaro che si parla di politica (e - incontrovertibilmente, come qualcuno ha correttamente osservato - anche di anti-politica, poiché ogni polo contiene il suo contrario, con il quale sempre si confronta per analogia o per differenza), e non di partiti tradizionali e Movimenti, si chiamino essi 5stelle o Sempronio.
Si parla di politica e quindi dell'argomento più abusato di sempre: dell'uomo e della sua natura, della società e delle classi con i loro inevitabili conflitti.
Non credo che alcuno qui pretenda di esprimere concetti che abbiano il carisma della Parola rivelata, approdando alla spiaggia presso la quale i binari paralleli dell'utile, del necessario, del reale e del vero, possano infine incontrarsi.
Organizzazione (e conoscenza) e sistema; sono stati toccati anche questi argomenti. Credo che - nel contesto- vadano approfonditi. E con questi, credo, anche l'antico tema delle ideologie, poiché (almeno a me) sembra chiaro che ci si incammini sempre più verso una società post-ideologica... e non mi sembra un gran male.
Scusate l'intrusione e la poca lucidità, ma probabilmente comincio ad avvertire un deficit cognitivo.
Buon proseguimento,
Salvo Geraci