Filosofi ed economisti nel passato hanno fornito diverse definizioni dell’economia politica e le due maggiori ruotano, il primo sul saggio del 1932 di Lionel Robbins “Saggio sulla natura e sul significato della scienza economica”, “che studia il comportamento umano come una relazione fra scopi classificabili in ordine d’importanza e mezzi scarsi applicabili ad usi alternativi”.
Possiamo definirla una definizione formale dell’economia. L’oggetto della scienza economica secondo Robbins è delimitato in maniera rigorosa.
L’altra definizione di base dell’economia, già implicita nella Repubblica di Platone e accolta dagli studiosi fino alla metà dell’800, considera l’economia come scienza della produzione, dello scambio, della distribuzione e del consumo di quei beni e servizi che contribuiscono al benessere materiale.
L’indice statistico per misurare la ricchezza di un paese viene determinato dal prodotto interno lordo (PIL) che è il valore totale dei beni e servizi prodotti da parte di operatori economici residenti e non residenti nel corso di un anno, e destinati al consumo dell'acquirente finale, agli investimenti privati e pubblici, alle esportazioni nette (esportazioni totali meno importazioni totali). Non viene quindi conteggiata la produzione destinata ai consumi intermedi di beni e servizi consumati e trasformati nel processo produttivo per ottenere nuovi beni e servizi.
Sono esclusi dal predetto calcolo le attività illegali quali la prostituzione, traffico di armi, droga etc. È ben evidente che a causa della grave crisi economica che sta attraversando il nostro paese ci troviamo in recessione economica. La nostra bilancia dei pagamenti è da anni in negativo e i segnali di ripresa risultano molto deboli.
In base al patto di stabilità e crescita previsto dal Trattato di Maastricht è stato stabilito che gli Stati membri che hanno deciso di adottare l'euro, devono continuare a rispettare nel tempo quelli relativi al bilancio dello stato, ossia:
- un deficit pubblico non superiore al 3% del PIL (rapporto deficit/PIL < 3%);
- un debito pubblico al di sotto del 60% del PIL (o, comunque, un debito pubblico tendente al rientro) (rapporto debito/PIL< 60%).
Tuttavia oggi, alla luce della recente Direttiva Comunitaria, che impone ai paesi aderenti di inserire nella stima dei conti le attività illegali come ''traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol)'', mi devo ricredere.
In particolare a partire da settembre 2014, verrà adottato dagli Stati membri dell’Unione europea il nuovo sistema europeo dei conti nazionali e regionali – Sec2010 – in sostituzione del Sec95.
Il nuovo sistema, definito nel Regolamento Ue (549/2013) pubblicato il 26 giugno 2013, è il risultato di una stretta collaborazione fra l’Ufficio statistico della Commissione (Eurostat) e i contabili nazionali degli Stati membri.
Il Sec2010 definisce i principi e i metodi di Contabilità nazionale a livello europeo. Fissa in maniera sistematica e dettagliata il modo in cui si misurano le grandezze che descrivono il funzionamento di una economia, in accordo con le linee guida internazionali stabilite nel Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite (2008 SNA).
Devo ammettere che leggendo sui mass-media la nuova disposizione sono rimasto maggiormente aggrappato al mio euroscetticismo e nel contempo interdetto.
Come si può giustificare la predetta Direttiva in un paese che lotta fenomeni illegali quali il traffico degli stupefacenti o la prostituzione?
Ho subito pensato che tale ‘innovazione’ i tecnici dell’UE l’abbiano copiata dal manifesto elettorale di Cetto la Qualunque “ chiù pilu pi tutti” o “prima voti poi rifletti”.
Secondo le Direttive Europee noi Italiani dobbiamo dire grazie alla mafia, alla camorra e alla ndrangheta di esistere perché sono portatrici di ricchezza per il paese.
Stando alle disposizione della Direttiva Comunitaria parte dell’Italia che comprende Campania, Calabria e Sicilia risultano regioni emergenti grazie alla mirabolante trovata di Strasburgo pur sapendo in quale misero stato si trovano e quale analisi a caldo potremmo dedurre da questo incredibile intervento normativo.
Se la mafia o la camorra etc investono i loro patrimoni finanziari fuori dal nostro paese quale correlazione positiva potrebbe avere la Direttiva Europea dell’aumento del PIL sull’Italia?
A pochi giorni dalla commemorazione della strage di Capaci sarebbe forse più onesto dire che Giovanni Falcone non andava in Svizzera per scoprire i tesori dei mafiosi ma solo per farsi una passeggiata e per ammirare i magnifici paesaggi.
Sarebbe opportuno che il Parlamento Europeo, per essere credibile dinanzi a milioni di cittadini Europei, affronti la normativa sul riciclaggio e attacchi i patrimoni illeciti anziché cercare giustificazioni nel campo dell’economia politica con tecnicismi al limite della fantasia e della comicità.
Quindi gli Italiani per aumentare la ricchezza del Paese dovrebbero incrementare l’attività della prostituzione, consumare più droghe ed essere meno euroscettici.
Calogero Dolcimascolo
24 maggio 2014
Adesso ci penserà il nuovo parlamento europeo a sistemare le cose. Questa del calcolo del PIL mi pare una cosa incredibile. Oltre che di difficilissima attuazione. Cose europee.....
RispondiEliminala prostituzione meriterebbe una argomentazione più puntuale e specifica, perché il mestiere più antico del mondo può configurarsi come illegale o legale a seconda della legiferazione degli stati ed a seconda dell'ipocrisia religiosa che in un paese come il nostro condiziona pesantemente il comportamento del legislatore. Non metterei sullo stesso piano le attività delinquenziali di mafia, camorra, ndrangheta, traffici di droga e la piaga della prostituzione. In paesi forse più civili del nostro, Germania, Austria, svizzera, olanda, Grecia, Ungheria etc. tale attività è legale e regolamentata e da fattore deviante ed immorale si trasforma addirittura in fattore anche "cinicamente" economico, dove i due attori principali, la prostituta e lo stato, ottengono reciproca soddisfazione, sia di ordine economico, sicurezza, igiene, ordine e decenza pubblica, dedicando luoghi e modalità per la libera mercificazione del proprio corpo. In Italia ci sono 70 mila prostitute sulle strade che producono un fatturato illegale di circa 5 miliardi. La prostituta travestita "Efe Bal" ha sollecitato il governo ad intervenire per legalizzare la prostituzione ed ciò potrebbe cinicamente portare nelle casse dello stato circa 10 miliardi di euro. Ciò eviterebbe i viaggi del piacere degli Italiani, se non in Tailandia o cuba, nei paradisi del Canton Ticino e della Carinzia. Una proposta di legge è stata depositata in parlamento dai leghisti, cosa che condivido, per il ristoro economico ed il riverbero normalizzante della devianza e contro il disdoro sociale. Infine se il paese guida i Europa, ovvero la Germania(ha legalizzato nel 2002 la prostituzione) è diventata il bordello d'Europa con circa 400 mila prostitute, Stoccarda primeggia in tale classifica e le casse teutoniche incassano tra 14-16 miliardi di tasse. In compenso le novelle colleghe di "Maria Maddalena", svolgono la loro missione anche sociale, lautamente pagata, ricevono cure, sicurezza, contributi, la pensione e da brave cittadine pagano le tasse e perciò consentono "più PIL legale per tutti" !
RispondiEliminaSe qualche attività illegale come la prostituzione da illegale potrebbe diventare legale rientra nella normativa interna dell'Italia con le conseguenti misure di natura fiscali; la mia preoccupazione è che lo Stato Italiano adotterà la Direttiva Europea e poi farà come al solito la politica dello struzzo.
EliminaAnche la droga leggera puo essere venduta legalmente in farmacia
RispondiEliminaMa io mi chiedo come si farà a calcolare il reddito di ciò che è illegale e che lo stato per legge deve combattere. Non è un controsenso e una assurdità?
RispondiEliminaPer aumentare il Pil non c'è più cosa inventare. La crisi economica è ancora molto forte, e i rimedi adottati dai governi non riescono a incidere come servirebbe. Nel nostro Paese le statistiche certificano numeri impressionanti riguardo l'evasione fiscale e il mondo del sommerso. I rimedi somigliano ai pannicelli e non credo che la trovata del calcolo dei ricavi dalle attività illecite possa risollevare le sorti del nostro sistema economico.
RispondiEliminaConcordo con il signor vullo..stesso commento.
RispondiEliminaUna considerazione e una domanda: oggi come oggi che cosa è un reato? Scusate ma sono troppo anziana per combattere ancora. Amo l'Italia, ma sinceramente pur essendo dott. In legge non so più da chi e da dove vengono tenuti i fili delle marionetteinterne e europee.
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