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martedì 11 febbraio 2014
NAPOLITANO UN PRESIDENTE DA PENSIONARE
di Catone - Le ‘rivelazioni’ di Alan Friedman, giornalista economico del Financial Times, con un articolo sul Corriere della Sera e sul giornale inglese del 10 febbraio 2014, hanno scatenato una rovente polemica politica.
Praticamente, Napolitano, avrebbe consultato, a giugno 2011, il Prof. Mario Monti per un eventuale incarico nell’ipotesi, poi verificatesi a novembre, di una crisi del Governo Berlusconi. Il professore, inoltre, avrebbe chiesto consiglio a Carlo De Benedetti e a Romano Prodi. I due hanno confermato la rivelazione e così lo stesso Monti. Il tutto raccontato con dovizia di particolari nel volume “Ammazziamo il Gattopardo”, scritto da Friedman e fresco di stampa.
Il dato viene letto dalla parte berlusconiana come una pesante ingerenza, del Capo dello Stato, nelle questioni governative, invadendo il campo di esclusiva competenza delle forze politiche. In particolar modo in una situazione che vedeva, in quel tempo, un governo nella pienezza delle sue funzioni, ancorché in difficoltà per l’abbandono di Gianfranco Fini, nell’aprile 2011, per le gravi difficoltà economiche e l’incremento dello ‘spread’ che portò, in agosto, alla ormai famosa lettera della BCE.
Friedman, non c’è che dire, ha realizzato un servizio giornalistico, dettagliato e documentato, che, in fondo, non ha fatto altro che confermare fatti conosciuti e sottaciuti. Insomma, una tempesta in un bicchiere d’acqua. Il problema, semmai, riguarda il prof. Monti che non ha saputo gestire né l’intervista con l’autore, né, ancora peggio, il rapporto con i media nelle ore seguenti. Interventi in tv e dichiarazioni che hanno peggiorato la sua già delicata posizione. Ma, purtroppo, il personaggio è così. Nominato in un battibaleno Senatore a vita e subito dopo Presidente del Consiglio, alla scadenza di Napolitano sarebbe stato il suo naturale successore, se non avesse immaginato e tentato un’avventura elettorale, rivelatasi disastrosa, in compagnia di cric e croc (Fini e Casini).
Ma la questione adesso è un’altra.
Giorgio Napolitano, è di tutta evidenza, non è più il Presidente di tutti. Il M5S ne ha chiesto la messa in stato d’accusa, e anche se la competente commissione parlamentare ha deciso per l’archiviazione, la sfiducia resta tutta. A questa situazione si aggiunge la forte opposizione di Forza Italia che certamente mette in grave difficoltà la sua posizione di super partes.
E poi c’è la questione del Governo. Se, come viene sostenuto da più parti, si dovesse optare per una staffetta con il neo segretario del PD, Napolitano si ritroverebbe a nominare il terzo Presidente del Consiglio senza la legittimazione del voto popolare. E non è poco.
In quanto all’‘invadenza’ e al ruolo ‘presidenziale’, non previsto dalla nostra Costituzione, questi sono la naturale conseguenza dell’insipienza di una classe politica nana. Che ha lasciato spazi enormi, ‘naturalmente’ riempiti da chi poteva ed era in grado farlo. Giorgio Napolitano, il Presidente della Repubblica rieletto per la seconda volta, a gran voce, proprio da quei nani, talmente incapaci da non aver saputo indicarne un altro.
Purtuttavia, dopo oltre 60 anni di presenza parlamentare, è veramente arrivato il tempo del meritato riposo. Un Presidente ‘nuovo’, non può che far bene all’Italia.
CATONE
11 febbraio 2014
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Quindi abbiamo una classe politica nana, due camere occupate da nominati abusivi, presidente della repubblica ed ex premier che operavano contro gli interessi del popolo italiano, un premier che opera secondo direttive di non meglio identificati poteri forti. Dei presidenti delle Camere impegnati a soffocare le parole, e non solo quelle, dell'opposizione mentre due fucilieri di marina impegnati in operazioni antiterrorismo,operazioni volute e legittimate da organismi internazionali, e che a difesa del territorio italiano in acque internazionali da due anni sono illegalmente trattenuti in India senza che a supporto delle accuse mosse sia stata operata una istruttoria improntata alla correttezza ed al rispetto del diritto della difesa. Cosa dire se non "SIAMO UN PAESE DI MERDA SIAMO UN POPOLO DI CODARDI GENTE STRACCIONA" che pur rendendosi conto di quello che è avvenuto e continua a succedere da vent'anni a questa parte, non invade le piazze chiedendo prima con le buone che vadano via tutti, LADRI NANI FROCI E BALLERINE. Vorrei sbagliare, ma non credo che rimanga molto tempo perchè i nostri giovani possano non essere schiavi in casa propria, a meno che non trovino le condizioni utili e necessarie per potere scappare via, così come è già accaduto precedentemente. Invito a riflettere un attimo alla condizione dei nostri anziani (odio la parola vecchi anche per gli oggetti, perchè gli stessi hanno avuto una loro utile funzione), quando non più in grado di autogestirsi, non ci si prepara ai sacrifici, ci si chiede solo a chi incaricare per occuparsi dei loro bisogni. Ma sicuro che queste persone a cui affidiamo i nostri affetti, e non solo quelli, agiscono in maniera correta nei loro confronti? Provate a chiedervelo! Questo paese è da rieducare. Dobbiamo riacquistare la vera dimenzione dell'etica, della morale e dei valori. Ci hanno voluto ributtare nella povertà, posso pure accettarlo, ma ciò che è inaccettabile è la assoluta mancanza di dignità che a tutti i livelli si riscontra.
RispondiEliminaUn commento che starebbe bene in tutti gli articoli di questo blog, in cui si parla di politica. Ci sono dei punti di vista plausibili e condivisibili, ma mio caro anonimo, ci devi mettere la faccia, il nome e il cognome, altrimenti tutte le cose che dici, pur indicando sdegno e disprezzo per i responsabili di questa situazione non hanno valore alcuno.
RispondiEliminaCerto l'ingenuità e la superficialità dei Professori Mario Monti e Romano Prodi e dell'imprenditore Carlo De Benedetti nel rilasciare queste interviste non aiuta a gestire questo difficile contesto politico che ci auspichiamo sia vocato alle grandi riforme. Ciò nonostante, credo che il problema non sia il Presidente Giorgio Napolitano, anche se in questa vicenda non ha agito nel pieno rispetto delle regole dal punto di vista prettamente formale e costituzionale.
RispondiEliminaNon va dimenticato che all'epoca dei fatti - giugno 2011- il Governo Berlusconi viveva forti travagli interni con il proprio Ministro Giulio Tremonti e, a seguito dell'espulsione del Presiedente della Camera Gianfranco Fini, non aveva più una solida maggioranza in Parlamento. Di contro, all'interno del PD la situazione non era delle migliori e, comunque, Re Giorgio non avrebbe potuto affidare la Presidenza del Consiglio ad un uomo del suo PD, uscito dimidiato dalle urne che, invece, avevano consegnato la maggioranza alla coalizione di Berlusconi.
Da qui la necessità - dimostratasi non inverosimile dopo l'estate, quando lo spread ha raggiunto valori esosi e ingiustificati e dopo le battutine goliardiche di Angela Merkel e di Nicolas Sarkozy - di organizzare un eventuale dopo Berlusconi che, tenuto conto dei " nani " della politica, non poteva che essere gestita unicamente dal Presidente Giorgio Napolitano, rimasta oramai l'unica istituzione a godere di autorevolezza e prestigio nei confronti degli italiani. Oltremodo, va ricordato che Re Giorgio è stato riconfermato Presidente della Repubblica, come evidenziato nell'articolo, poiché i "nani"della politica non sono stati capaci di eleggerne uno nuovo. Vanno poi ricordate le tensioni sociali dell'epoca che hanno armato la mano delittuosa di un disoccupato, ferendo in modo grave e invalidante il valoroso Brigadiere Giangrande.
Pertanto ritengo che, nel bene e nel male, Re Giorgio rappresenta e nel contempo è specchio di un sistema politico e sociale allo sfascio, incapace di invertire le sorti di questo paese.
Dopo che si sarà insediato il governo Renzi, e quindi compiuto l'ennesimo intervento 'presidenzialista' del molto anziano capo dello stato, non resta che eleggere un nuovo presidente. E prima si dimette meglio è.
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