di Giangiuseppe Gattuso - Il dibattito politico, da tempo, è concentrato sulla legge elettorale e le riforme costituzionali.
Che non hanno alcuna refluenza positiva immediata sulla grave situazione sociale dei cittadini. I programmi televisivi di approfondimento sono pieni di ‘dotti’ e argomentati interventi per decifrare la bontà delle proposte e l’urgente necessità di realizzarle.
Meccanismi elettorali, soglie di accesso, sbarramento per il premio di maggioranza, quote di genere; risparmi per la trasformazione del Senato, e benefici enormi (!) per l’abolizione del bicameralismo perfetto. Come se fosse la panacea di tutti i mali. Il tutto arroventato dalle reazioni per l’incontro/accordo tra Renzi e Berlusconi. Ma non mancano le opinioni sul reportage del Sunday Times Magazine che ha pubblicato in copertina la foto del capo di Forza Italia senza trucco. Insomma, operazioni di distrazione di massa scientificamente organizzate.
La Banca d’Italia, però, ha appena pubblicato, ieri 27 gennaio 2014, il risultato delle indagini campionarie, effettuate tra gennaio e agosto del 2013, su “I bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2012”. Indagine che la nostra Banca Centrale effettua dagli anni '60 per raccogliere informazioni sui redditi e i risparmi delle famiglie italiane.
E i dati sono inequivocabili, nella loro fredda e triste realtà. La povertà complessiva è arrivata al 16% della popolazione, mentre il reddito delle famiglie è calato in termini nominali, tra il 2010 e il 2012, del 7,3 per cento; la ricchezza media è diminuita del 6,9 per cento.
Nell’arco del passato ventennio abbiamo assistito all’impoverimento delle classi di età più giovani, con un reddito significativamente più basso della media: circa 15 punti percentuali per la classe di età fra 19 e 35 anni e di circa 12 punti per quella tra 35 e 44 anni. Il reddito degli ‘anziani’, persone fra 55 e 64 anni è, invece, migliorato nella media generale.
È continuata la crescita della concentrazione dei redditi (l’indice di Gini) salito al 33,3 per cento dal 32,9 del 2010; era il 32,7 nel 2008. L'Italia, infatti, fa parte di quei paesi mediterranei con forti livelli di disuguaglianza. La situazione si è aggravata quando, dal 1992 venne abolita la scala mobile. Il sistema di rivalutazione automatica delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti, introdotto in Italia nel 1945, allo scopo di proteggere il potere d’acquisto dei salari. Da quella data (l'indice di Gini era di circa 0,27), la disuguaglianza è costantemente aumentata.
La ricchezza familiare netta, ha un valore mediano pari a 143.300 euro. Ma solo il 10 per cento delle famiglie più ricche possiede, addirittura, il 46,6 per cento della ricchezza familiare totale. Una vergogna anche quando nel mondo la situazione è ancora peggiore.
I parametri della Banca d'Italia stabiliscono, pure, in 7.678 euro netti l'anno la soglia di povertà, cioè circa 640 euro mensili. Cifra con la quale ‘vive’ quasi il 18% degli italiani. La metà delle famiglie ha meno di 2.000 euro al mese e un 20% può contare su soli 1.200 euro al mese.
Il problema, quindi, è gravissimo. La spesa sociale, ai livelli dei paesi con più bassa disuguaglianza, non riesce a trasformare queste ingenti risorse in opportunità di sviluppo. La dimensione del fenomeno è così elevata che risulta difficile invertirne la corsa. In questo quadro le nuove generazioni pagano il prezzo più alto, soffrono per ragioni indipendenti dalla loro volontà. Emerge solo chi ha più possibilità, chi ha più mezzi per frequentare le migliori scuole e università, italiane e internazionali.
Pochi di loro hanno un futuro assicurato e la loro condizione sociale è aggravata dal lavoro che manca. Le forze politiche più sensibili ai problemi della classe operaia e dei più deboli quasi risentono della sindrome da assuefazione.
L’assenza di proposte e provvedimenti concreti dimostra l’inadeguatezza del Governo, degli uomini politici affaccendati a garantirsi il seggio parlamentare e mantenere potere e privilegi. Non emergono cambiamenti e scelte per riequilibrare il sistema, manca ancora il coraggio per ridurre drasticamente i costi generali dello Stato, abbassare significativamente le pensioni d’oro, gli appannaggi vergognosi dei manager e dirigenti.
La Politica e l’intero sistema che governa il Paese, hanno il dovere di porre rimedio, frenare la deriva e ricominciare a costruire una società nella quale l’equità e la giustizia rappresentino due pilastri irrinunciabili. Tutto il resto serve solo a perdere tempo.
Concordo con la tua analisi ma dubito che allo stato attuale qualcuno possa e soprattutto voglia fare qualcosa di concreto per "frenare la deriva e ricominciare a costruire una società nella quale l’equità e la giustizia rappresentino due pilastri
RispondiEliminairrinunciabili". Gli stessi intellettuali allo stato attuale stentano a far sentire la loro voce nel dibattito politico e non mi pare che ci sia in giro una gran voglia di ricercare una via d'uscita dal pantano in cui stanno affogando i giovani. Possono solo continuare a studiare in attesa di tempi migliori.
Perfetta l'analisi Giangiuseppe, e amara la conclusione...Loro avrebbero il dovere di porre rimedio alla situazione oltremodo drammatica di questo insulso paese. Ricominciare a costruire una società che è profondamente corrotta dalle più potenti "mafie" del mondo e collusa con gran parte di tutta la classe politica, sarà un'impresa titanica e a lungo termine! Sempre che equità e giustizia e aggiungo lavoro trovino le giuste leggi da far rispettare a tutti...il tempo lo abbiamo perso per tante stupide questioni e non tornerà indietro. Putroppo.
RispondiEliminaI dati snocciolati nell’articolo sono certamente drammatici e la politica lo è altrettanto. Di conseguenza, per porre rimedio a tutto ciò, è necessario avviare la stagione delle grandi riforme che passano dall’innovazione del sistema elettorale, dall’abolizione del bicameralismo perfetto e dalla modifica del titolo V della Costituzione.
RispondiEliminaQuesto Paese, negli ultimi 20/30 anni è rimasto atrofizzato a causa di un sistema ingessato e incapace di produrre alcun tipo di riforma.
Il Governo ha legificato qualcosa solo a colpi di Decreti Legge e ha amministrato l’economia del Paese con leggi di stabilità approvate - quasi unicamente - a colpi di fiducia nelle due camere, frutto di mille compromessi, pagando mille dazi agli interessi politici dei parlamentari.
In questo quadro, pur condividendo la necessità di ridurre drasticamente i costi generali dello Stato, di trasferire la tassazione dal lavoro alla ricchezza, di ammodernare le infrastrutture, d’investire nella ricerca, nella scuola e nelle università e quindi di frenare la deriva e ricominciare a costruire una società nella quale l’equità e la giustizia rappresentino due pilastri irrinunciabili, è propedeutico modificare la legge elettorale e di proseguo la - come sopra specificato - la Costituzione.
Analisi che inquadra perfettamente il quadro Italico attuale.
RispondiEliminaun ventennio disastroso per il nostro paese senza speranza e senza futuro.
non credo che la panacea per il bel paese siano le riforme costituzionali, ma semplicemente riforme di buon senso (che a mio avviso si potrebbero applicare anche solo per un biennio)
vedi riduzione drastica degli stipendi di cariche statali (parlamentari, consiglieri regionali provinciali comunali ecc ecc)
vedi abolizione finanziamento pubblico ai partiti (che ricordo il 93' avevo 3 anni io, lo ricordo solo io??? )
riduzione dei parlamentari (perchè noi ne abbiamo più di 900, in America sono 435 con un massimo di 2 mandati!!!)
una netta modifica delle pensioni d'oro (è impensabile che la minima sia 495euro mensili e la massima 90mila)
io probabilmente sono più cinico di voi, visto e considerato che mi ritrovo degli amministratori che non ho mai votato e quindi colpe non ne ho (l'unica colpa vostra è probabilmente aver troppo delegato e aver fatto finta di niente rispetto a determinate cose).
ma personalmente non vedo futuro in questo paese, corrotto desolato avvelenato e lasciato morire senza batter ciglio dai governanti (basti vedere le dichiarazioni di Schiavone del 97' io avevo 7 anni potevo far poco, al tempo era ministro degli interni l'attuale PdR e ho detto tutto)
inutile dare addosso ad una politica fatta dagli stessi politici da anni, io direi di fare un salto superiore, vediamo dove NOI cittadini abbiam sbagliato nel nostro ruolo di controllori e cerchiamo di rimediare a quelli.
il resto son parole vuote. perchè comunque siamo sempre noi che li mandiamo li.
siamo noi che accettiamo i falsi ciechi, siamo noi che accettiamo il fatto che ci siano doppi incarichi, siamo noi che accettiamo che esistano le mazzette, siamo noi che compriamo giornali di partito, siamo noi che a furia di delegare pensiamo che quello che ci vien detto è la pura e unica verità (infatti siamo al 68° posto per libertà di informazione al mondo).
dico solo che la politica cambia solo se cambia l'atteggiamento dei cittadini verso di essa, o almeno credo.
Complimenti per la lucida analisi del Tuo articolo. La priorità deve esser l'economia e non le poltrone da ottener e conservar con marchingegni aritmetici. Seggi si conquistano con proposte elettorali realizzabili, e si mantengono amministrando la res publica con la diligenza del buon pater familias. Per favore, leggi il primo comma dell'art. 4 della Costituzione. Secondo me il miglior sistema elettorale è il proporzionale, con o senza sbarramento, senza antidemocratici premi di maggioranza, MA CON LA SFIDUCIA COSTRUTTIVA ALLA TEDESCA, per evitar frequenti e lunghe crisi di governo. Il bicameralismo perfetto va mantenuto, ma riducendo il numero dei Senatori e dei Deputati, anche per render più veloce l'iter legislativo. Abolir o modificar il Senato? Mi sembra una minchiata, anzi una bischerata fiorentina-meneghina. Si tende forse al Sindaco d'Italia? E chi è? Un minicaudillo? Un fuhererino? Un ducetto? - Grazie ancora e W l'Italia.
RispondiEliminaQuesti politici che non sanno amministrare. Povera nostra Repubblica, 20 anni per far fuori Berlusconi (non sono forzista) per poi rimetterlo in gioco, i giovani rottamano i vecchi e poi gli vanno a chiedere cosa fare. E noi che guardiamo dalla finestra senza poter intervenire, siamo chiamati solo al momento elettorale, che quasi ogni volta cambia a seconda di chi ha la poltrona, e in quel momento ci affanniamo a cercare il partito e il candidato giusto, quello che pensiamo possa dare risposte concrete per poi rimanerne, ancora una volta, delusi. Non è senza colpa, secondo me, il sig. Correggia perché è comodo non votare per nessuno e poi giudicare, dobbiamo avere il coraggio di scegliere. Ho scritto in altro commento che siamo visibili ma nessuno ci sente, siamo in tanti se alziamo il tono ci sentiranno eccome. Prendiamo la Bastiglia, senza violenza alcuna, il popolo è sovrano o no? Chi potrebbe sostituire gli attuali governanti non lo so, ma sono certo che con il fiato addosso chiunque ci sia potrebbe far meglio.
RispondiEliminaDavanti alla realtà dei fatti ,così drammatica per ogni famiglia che la vive sulla propria pelle(e guardate che per una madre è terribile constatare che i propri figli rischiano di non avere una pensione ammesso che lavorino)..a volte vorrei fare come gli struzzi. Ma non è giusto nè positivo farlo. Credo che l'unica forza di opposizione a questa gente sia il Movimento 5 Stelle con le sue facce pulite e la sua rivoluzione non violenta.Oltre c'è il baratro.
RispondiEliminaL'articolo è una chiara descrizione di quanto stia accadendo in Italia.
RispondiEliminaUna deriva pesantissima senza prospettive di soluzione all'orizzonte.
Si tratta di un processo “degenerativo” che viene da lontano, sicuramente già dai tempi di Craxi, e oggi arrivato, non fatalmente, al suo disastroso capolinea.
Le parole che lo hanno accompagnato sono state svecchiamento, rilancio, imprenditoria, concorrenza, economia di mercato....Europa! Fino alla nazionale “rottamazione” di Matteo Renzi. Come se rottamare potesse risolvere i problemi del paese.
Si è così diffusa un'epidemia di pensiero, svuotato di valori e avverso alla politica: un fare per fare purché si faccia. L'ultimo fare, la riforma della legge elettorale.....
Ma che cosa si debba fare davvero, quale iniziativa prendere per il risanamento del paese mentre la gente muore di fame, nessuno lo sa.
Si sente parlare di un programma politico, di una proposta seria per rinnovare un governo che non regge più, di un aggiustamento delle regole del mercato? No! L'argomento principale sono gli emendamenti sulla legge elettorale, come escludere dalla compagine parlamentare le formazioni più piccole, il passaggio della Di Girolamo a Forza Italia, il cagnolino Dudù. Insomma si va a ruota libera da un argomento all'altro. Se ci mettiamo Maria De Filippi, il quadro è completo. Manca quella cultura della politica, fatta di ideali e di pianificazioni veramente seri, necessaria per qualsiasi rinnovamento si voglia davvero.
Svecchiamento a tutti i costi, senza avere una chiara visione della situazione generale del paese all'interno di una realtà geo-economica in sempre maggiore rischio di esplosione al suo interno; penalizzante delle realtà nazionali europee più deboli.......finché si può.
Berlusconi, non da solo ovviamente, e anzi in buona compagnia, in questo ventennio ne è stato il garante, promettendo un rilancio economico senza precedenti: benessere, lavoro garantito, apertura di carriera e successo ai più intraprendenti e furbi.
Ma così è stato solo per i soliti pochi; e anzi il sistema nel suo complesso si è accartocciato su se stesso con i risultati disastrosi che stiamo vedendo, a danno della maggioranza della popolazione.
L'euro ha un valore troppo alto e non riesce a sostenere le spese di produzione; si propongono riduzioni di salari, diversamente si va ad impiantare impresa nei paesi dell'Est. La disoccupazione è al picco, le famiglie sono disperate, nessuno parla più di servizi sociali, sono stati praticamente aboliti; la sanità e la scuola a rischio di sopravvivenza.
Ad essere realisti, forse i rimedi ormai non ci sono proprio più, perché il tempo utile per intervenire è già passato: si è perduto-volutamente- in ossequio all'Europa degli impinguati, in particolare agli interessi della Germania.
I ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri, l'Italia al precipizio: questa la situazione!
Bello ed interessante l’articolo di Giangiuseppe, perché ci fa toccare con mano la situazione che vivono le famiglie italiane e come il 50% della ricchezza sia concentrata nelle mani di meno del 20% delle famiglie.
RispondiEliminaSiamo quindi un popolo dove la diseguaglianza sociale la fa da padrona e dove ci sono i più grossi squilibri in tutti i campi. Siamo diventati l’ultimo paese d’Europa, e forse non ce ne rendiamo conto, un paese in cui una multinazionale, la Eletrolux, si può permettere il lusso di dimezzare gli stipendi dei suoi operai (da 1400 euro a 700) e questi accettano senza scioperare. Forse non ci rendiamo conto del punto estremo in cui siamo arrivati. Dice il caro Gangiuseppe che mentre avviene ciò, e non si riescono a ridurre gli stipendi ai superburocrati ed a trovare una soluzione alle pensioni d’oro, etc, etc, noi ci trastulliamo nei perfezionismi della legge elettorale, come se fosse la panacea di tutti i mali!
Ebbene caro Direttore è proprio così, la legge elettorale è la panacea di tutti mali, perché in Italia questo è il primo problema, e se non si risolve questo problema, nessun altro problema può essere risolto. Ormai il disinteresse alla politica, la disaffezione verso uno stato che non ha più autorità, la sfiducia degli italiani è aumentata ed ancora aumenterà, se non si danno dei segnali positivi di controtendenza. E’ il momento di mettere da parte le nostre piccole esigenze su questa legge elettorale ed approvarla in tempi rapidi.
Solo allora si potrà dare un segnale forte agli italiani e si potrà cominciare a mettere le mani sulle altre riforme, prima fra tutte quella sul lavoro, sperando che la gente capirà che qualcosa sta cambiando.
La legge elettorale sarebbe un pò più vicina alla panacea di tutti i mali se servisse a fare eleggere soltanto gente preparata, onesta, capace di mettersi al servizio della gente, e contemporaneamente impedisse l'accesso ai lazzaroni, ladri, incapaci e disonesti che finora ci hanno governati. Ma non è così, perchè qualsiasi legge elettorale serve soltanto a dare le poltrone ai lazzaroni ecc. di sinistra anzichè a quelli di destra o magari di centro. ma sempre di lazzaroni, ladri, incapaci e disonesti stiamo parlando. Togliamoci dalla testa la panacea.
EliminaNon abbiamo bisogno di rinnovamento, vi è assoluto bisogno di una rifondazione del paese. La disgrazia è che abbiamo una classe dirigente fatta da nominati furbi e ladri, e da un gran numero di utili idioti. Bisogna mandare tutti a casa, scusate in galera, si proprio in galera quella che colpevolmente hanno lasciato degradare per potere giustificare ad ogni piè sospinto un liberi tutti di delinquenti, tagliagole e anche pedofili, ciò per potere al contempo dare un colpo di spugna alle sentenze o alle pene dei loro sodali.. Per i prossimi che dovrebbero o potranno prenderne il posto una cosa pretenderei, la conoscenza profonda della vita e delle opere di personaggi come De Gasperi, Mattei, Fanfani o ancora di Einaudi, ma anche Togliatti. Quest'ultimo seppe avere il giusto equilibrio e lungimiranza nel non spingere all'estremo sulle divergenze con l'opposta parte politica, cosa che avrebbe certamente portato ad uno scontro fraticida, già avutosi negli anni precedenti, e che anche allora si era risolto in un bagno di sangue. Certo anche in quel periodo non mancarono scandali e ruberie, ma certamente non assursero mai alla regola per come è oggi. Se in questi ultimi vent'anni abbiamo assistito a tutto questo non posso esimermi di ringraziare i magistrati primi fra tutti quelli della procura di Milano che hanno sostanzialmente perseguito non già il rispetto della legalità e della liceità dei comportamenti bensì il preteso primato della magistratura su gli altri organi dello stato. Prova ne sia che hanno imbastito processi su processi approdati a nulla, che hanno ulteriormente aggravato la situazione dell'amministrazione della giustizia e che per di più sono costati un terremoto di soldi. Altro grazie all'eccellentissimo prof. Prodi che in compagnia di certa sinistra salottiera ha imposto al paese l'ingresso nell'euro senza prima adeguare il paese all'Europa con delle profonde, serie e funzionali riforme. Come può l'economia (fatta di imprese ma anche di banche) di un paese fondata sull'imbroglio e sui bilanci falsi misurarsi con le direttive della Basilea 1, 2 e 3?
RispondiEliminaUn commento corposo e pure ben documentato, Ma perchè anonimo?
EliminaRenzi sia lodato Habemus italicum
RispondiEliminaHahaha!!! Renzi sia lodato! Ma scusa, PV, l'italicum è forse un caso di partenogenesi? Renzi ha partorito da solo?
EliminaEvviva!!!
Divertiti pure ! Ma non penserai mica che mi metto a lodare Berlusconi ! Già egli avendo succhiato il sangue del giovane e fresco Renzi è ringiovanito per "osmosi inversa". Anzi per la seconda volta resuscitato, il "lazzarone". Perciò c'è poco da ridere. L'importante è che non prendiamo ancora fregature.
EliminaVisto che la metti così, l'italicum così com'è uscito dall'accordo R-B è più opera di B che di R, vedi le liste senza preferenze e tu hai lodato R per questa cosa. Mi pare che sia più coerente Pasquale Nevone .
EliminaNon mi pare che il doppio turno quasi sicuro al 37 , sia la massima aspirazione di Berlusconi. La sua fida sondaggista Ghisleri lo ha sconsigliato. Ma in ogni trattativa qualcuno cede qualcosa. Io penso come Renzi l'importante smuovere la palude. Poi il Fiorentino ha tutte le qualità per vincere. Se nel suo partito non gli sparano alle spalle. Ma se ne devono fare una ragione è l'unico che decide, rischia, ma puo vincere tranquillamente contro Berlusconi, od il suo delfino bianco, toti e totino.
EliminaChe ormai la crisi picchia duro sulle famiglie italiane è un dato che il Direttore Giangiuseppe ci ha egregiamente illustrato, ma oltre a leggerli questi dati li viviamo tutti i giorni, sempre più spesso ormai si assiste al quadro drammatico delle povere persone attaccate ai cassonetti della spazzatura, o madri di famiglia costrette a rubare nei supermercati per poter portare un po’ di spesa a casa, eppure agli occhi dello Stato questa gente una pensione c’è l’ha! Perché si lamentano se con 600 euro devono vivere 4 persone e magari due figli devono anche studiare, pagare le tasse e tutto il resto, tanto i nostri amici parlamentari discutono con le tasche piene di cosa fare per risollevare le sorti della povera Italia .
RispondiEliminaE’ apprezzabile l’interesse del nostro governo Letta sulla questione delle pensioni d’oro, a suo dire ha fatto TANTISSIMO . Nella legge di stabilità l’esecutivo ha inserito un prelievo che di qui al 2016 leverà il 6, 12, e 18 per cento. Sembrerebbe tanto, ma sono appena 5 euro al mese per un pensionato da 91 mila euro l’anno e 50 euro al mese a chi ne riscuote 100 mila. Insomma una GRAN PRESA IN GIRO !
Siamo stanchi di essere presi in giro dovremmo reagire tutti e prima o poi penso si arriverà ad una ribellione di massa, perché i giovani siamo stanchi di dover elemosinare un lavoro o se sei fortunato dopo anni di studi e dopo aver superato costosi e impegnativi concorsi, puoi al massimo diventare PRECARIO, ecco cosa ti offre lo stato, (con uno stipendio che arriva ogni tre mesi ma questi sono solo dettagli ).
Amaramente dico che il futuro dell’Italia è segnato . Le riforme devono colpire quelle classi che oggi si trovano in condizioni più agiate. TUTTI dobbiamo dare il nostro contributo se si vuole provare a ripartire. Bisogna colpire soprattutto quelle lobby iper protette, e non solo i poveri lavoratori se vogliamo ottenere qualcosa.
ma cosa significa che "Nella legge di stabilità l’esecutivo ha inserito un prelievo che di qui al 2016 leverà il 6, 12, e 18 per cento. Sembrerebbe tanto, ma sono appena 5 euro al mese per un pensionato da 91 mila euro l’anno e 50 euro al mese a chi ne riscuote 100 mila?
EliminaQuale è la base di calcolo per ottenere simili tagli di stipendio ? Non capisco io oppure è un'altra delle tante cose che vengono sparate al vento?
Innanzitutto chiedo scusa per il ritardo, ma vorrei dire all'amico senza nome e senza volto che i dati riferiti non li ho calcolati io, non ho questa presunzione ma li ho letti da una tabella riportata dal Il Sole 24 Ore e mi sembra una fonte fonte più che attendibile per sparare al vento!
EliminaScusate se mi immischio, ma il sei per cento di 91mila fa 5460 e il dodici per cento di centomila fa 12000. Un minimo di attenzione non guasterebbe.
EliminaUn'altra cosa. Io non enfatizzerei le povere persone attaccate ai cassonetti della spazzatura. Uno normale non va a mangiare le cose dal cassonetto della spazzatura, tutt'al più si rivolgerebbe a qualche ente come la charitas o andrebbe magari in parrocchia, e nemmeno enfatizzerei sulla mamma che ruba per mangiare. E' vero , sarà successo anche questo, ma si tratta di casi secondo me molto ma molto sporadici. E' pur vero che c'è tanta povertà, ma anche tanta dignità.
Signor Pepe, con questa faccia simpatica Lei può dire tutto. Che cos'è la normalità quando sopraggiunge la disperazione ? Noi non ci conosciamo però mi fà capire che forse Lei và poco in giro...Ci sono persone e io in particolar modo ne conosco qualcuno che erano normali, vivevano di un negozio, avevano una casa, ma sà a poco a poco hanno perso tutto, adesso forse sono un pò diversi da me e da Lei, riescono persino ad avvicinarsi ai contenitori sperando che qualcuno ha lasciato qualcosa , magari anche un maglione da indossare, Lei li chiama anormali io li chiamo disperati eppure hanno avuto una vita come la mia e la sua. Anch'io come Lei pensavo che uno che aveva una vita normale non potesse mai arrivare a tanto .
EliminaSignor Nino Pepe, grazie per la precisazione sulla incidenza del 6, 12 o 18 %, evidentemente il Sig Gallo avrà riportato in modo errato il dato pubblicato sul 24 Ore. Mi sembra come la storiella dei 7,500 miliardi di Euro "regalati" alle banche. Il "regalo" di cui si è tanto parlato è una pura rivalutazione del valore nominale delle azioni possedute dai soci di Banca d'Italia, tutte le altre implicazioni che ne derivano (tetto al 3% ecc.). Diversamente il Sig Gallo mi potrà dare informazioni più precise. Grazie
EliminaHo letto la legge di stabilità per rispondere a voi e provare a chiarire questo quesito e ditemi ancora se sbaglio; la norma dice: è dovuto un contributo di solidarietà pari al 6 per cento della parte eccedente il predetto importo lordo annuo fino all’importo lordo annuo di venti volte il trattamento minimo INPS ( quindi il 6 per cento per la parte compresa fra 90.168 – 128.811 euro lordi annui), ma si tratta solo si sottrarre dalla parte eccedente il limite massimo stabilito quindi 91.000 – 90.168 = 832 il 6% è 49.92 euro che diviso a 12 mesi è 4,16 euro ma se vogliamo essere più precisi e aggiungere la tredicesima è 3,16 euro. Adesso ditemi se sbaglio !
Eliminale ricette per uscire dallo stato di degrado socio-economico sono innumerevoli. Chi gestisce la cosa pubblica e' invischiato e bloccato da reciproco riconoscimento di inattendibilita'. All'interno dei partiti anche minori ci si divide in sottogruppi e correnti che spesso non sono in grado di farci capire la differenza di pensiero, arroccandosi in personalismi in genere ridicoli. In questo degrado, ovviamente non casuale, si determina l'allontanamento delle persone dalla politica come punto di riferimento metodologico e dai partiti come strutture aggreganti idee.
RispondiEliminaParagonare i sistemi elettorali, senza una seria strutturazione delle regole che vincolano la vita interna dei partiti stessi, e' esercizio scadente e improprio.
Temo che Renzi stia dando al Cavaliere l'opportunita' di uscire alla grande in questa vicenda. Lui sara' ovviamente impelagato nella guerra interna con gli scontenti;fara' regolarmente le primarie. Berlusconi fara' le primarie probabilmente dal suo domicilio per portare in parlamento coloro che sono piu' meritevoli secondo la sua valutazione personale. C'e' in tutto questo un avvilimento delle persone in genere e dei piu' deboli in particolare. Un sistema sclerotizzato puo' prendere decisioni snelle in grado di fare risalire il livello di benessere??
Certo, in Italia il problema importante non è quello di cambiare la legge elettorale, ma quello di impedire che Berlusconi ne esca alla grande.
EliminaDico io, che ci vuole ad alzare un pò lo sguardo?, si vedrebbero tante altre cose e Berlusconi diventerebbe piccolo piccolo.
Ho riletto l'appello dei Liberi e Forti del 1919. C'è necessità di un nuovo appello, di una vera riforma morale dello Stato, prima che istituzionale. Occorre tornare e riscoprire le radici della politica, a partire dalla Costituzione. I Partiti non sono il male, la Politica non è il male, ma va restituita, non tanto alla sedicente democrazia diretta, ma ad una reale partecipazione. Le riforme non sono la panacea dei mali economici che attanagliano il paese, ma, forse, una maggiore stabilità politica potrebbe garantire scelte macroeconomiche che rilancino o rifondino la nostra economia. Ma occorre una rivoluzione morale di contenuti, non solo di protesta e critica. Ed i contenuti, un tempo, si acquisivano nelle scuole dei partiti, nelle case del popolo, ed alla FUCI. Oggi? su Fb? o alla Ruota della Fortuna o vedendo Gaia di Casaleggio?
RispondiEliminaPurtroppo l' impoverimento di massa e un fenomeno ormai globale. La differenza in Italia fa la esagerazione in questo campo. Non conosco burocrati tanto fantasiosi a inventare ostacoli alla crescita, nel inventare nuove tasse e inchiodarsi alla proprio poltrona. (sempre se di una sola poltrona si tratta).
RispondiEliminaIo non so quanti ieri hanno avuto lo spirito o la voglia di guardare "La Gabbia". Ieri alla camera si è toccato il fondo, è stato violato il diritto fondamentale dei rappresentanti del popolo, all'interno di una assemblea costituita, cioè quello di esprimere il proprio pensiero. Ma cosa ancora più grave, e sempre per volere della presidenza, sono state oscurate le telecamere che volevano testimoniare ciò che stava accadendo all'interno della camera dei deputati del popolo. Questo non è un presidente schierato a destra, il governo che guida il paese non è presieduto da Berlusconi, al governo non ci stanno "ex fascisti" e quel deputato cafone che ha spintonato e picchiato un altro deputato donna si riempie la bocca della parola democrazia. Dove si doveva arrivare ci siamo già, ed ho il timore che se fino ad oggo non si sia ripetuto quello già visto a Genova, è stato perchè la gente ha vivo il ricordo della macelleria che fu operata in quella triste occasione. Oggi rispetto a ieri c'è una novità, ed è data dal fatto che a Torino, qualche settimana addietro, le forze dell'ordine, che dovevano contrastare i dimostranti hanno deposto le armi. Implicitamente hanno riconosciuto che questo non è più uno stato democratico, ma despotico. Quelle che devono essere protette non sono le indegne figure che rappresentano le istituzioni ma le genti che subiscono le soverchierie e le vessazioni di quest'ultime. Non credo che al governo possa bastare l'avere impinguato congruamente il fondo del salario accessorio delle forze di polizia, per fermare il moto di protesta che sommergerà questi corrotti affamatori di popolo.
RispondiEliminaGrillini ormai cercano la rissa. sono dei fuori legge. si mobiliti l'esercito.
EliminaComplimenti ..... Bell'articolo.... Non sono però d'accordo alla fine...... La politica deve porre rimedio........ La mia opinione e' che la politica non esiste , emerge soltanto una querelle sporca di uomini di finti partiti, e ne abbiamo un assoluto bisogno.
RispondiEliminaChe coloro che x vocazione dovrebbero proteggere il loro paese non solo non lo fanno ma hanno aperto le porte agli " Unni" della finanza che hanno ammazzato l'economia del paese e ai " Giuda" che fanno da regia ad un gioco disonesto e perverso che non ha niente a che fare con i principi sani a cui noi gente normale e' stata cresciuta.
Oggi abbiamo bisogno di respirare Politica e vedere il paese in moto verso la reale economia.
I dati forniti dal Direttore nel suo, come sempre, puntuale ed esaustivo articolo sono molto sconfortanti e inducono a pensieri non troppo allegri, per usare un’eufemismo. La situazione disastrosa nella quale versano tante famiglie italiane non è sintomo di un’economia catatonica e nemmeno di uno stato povero. L’Italia è la sesta potenza economica mondiale, come recitano i giornali specializzati e gli economisti più attenti.
RispondiEliminaE allora dove sta l’inghippo?
Semplice, e il direttore lo ha detto chiaro e tondo nel suo articolo: “solo il 10 per cento delle famiglie più ricche possiede, addirittura, il 46,6 per cento della ricchezza familiare totale.”
Questo significa che la disuguaglianza nella distribuzione delle risorse è talmente elevata che l’Italia fa la figura di una qualsiasi nazione del terzo o quarto mondo, dove pochissimi ricchi hanno la quasi totalità delle ricchezze nazionali a scapito di interi popoli che vivono nella povertà più assoluta.
E’ inacettabile e odioso che il dieci per cento della popolazione abbia quasi la metà dei beni economici dell’intera nazione italiana.
Cosa volete che importi, a chi vive di stenti, se la legge elettorale sia il porcellum o il mattarellum o se i partiti piccoli restino fuori dal parlamento.
Voi credete che a pranzo gli italiani poveri mangino leggi elettorali bollite e condite col pomodoro ? Forse col veleno.
Tutti i discorsi che la politica ci propina quotidianamente sono quanto di più lontano ci possa essere dalla sensibilità di chi ogni giorno deve lottare per mettere insieme il pranzo con la cena. Chi ha problemi di sopravvivenza la sera non si mette a seguire i dibattiti politici in televisione, magari cerca un po’ di distrazione guardando programmi leggeri, divertenti, anche se di poca qualità, magari preferisce “Amici” anziché “Ballarò” o “Che tempo che fa”.
E come succede in ogni paese del terzo o quarto mondo, dove la disuguaglianza sociale regna incontrastata, il governo brilla per la sua inadeguatezza a risolvere i problemi dei cittadini, come ha ben detto il direttore quando parla di assenza di proposte e provvedimenti concreti, quando dice che non emergono cambiamenti e scelte per riequilibrare il sistema e non si riducono drasticamente i costi dello stato.
Non parliamo poi di abbassare le pensioni d’oro e gli stipendi di manager e dirigenti…per carità!!!
Quando l’Italia si solleverà e diventerà un vero paese socialmente giusto?
mio caro Giangiuseppe! Bellissimo l'articolo che fotografa abilmente la situazione orrenda che i lavoratori stanno vivendo. Lavoratori? Beh! Beato "Chi" ancora può affermare di avere un lavoro. Anche nel mondo della scuola statale che si sia precari o di ruolo la mole di lavoro rispetto allo stipendio è notevolmente ingigantita. Nelle segreterie il personale lavora anche da casa e per noi docenti è uguale! Chissà che non convenga tornare al lavoro dei campi.....se non altro all'aria aperta e NON al chiuso di 4 mura con il computer sempre acceso e la consapevolezza di un FUTURO INESISTENTE. La Politica? Già......se davvero lo fosse? Purtroppo non è così e ognuno pensa alla propria poltrona ed ai benefici che ne può trarre. I personaggi sono sempre quelli e coloro che si "spacciano per nuovi"......lasciamo perdere!
RispondiEliminaChissà, forse è veramente più che conveniente "intraprendere" nel lavoro nei campi acquisendo una buona specializzazione, anche perché la prospettiva di riuscire ad ottenere un attestato di laurea (magari in sociologia o simile ed a trent'anni ed oltre) non è molto profittevole ne per se stessi, ne per chi ci sta attorno.......
EliminaNadia Conti Sono scioccata!!!!, sempre di più io personalmente e spero un buon numero d'italiani ci sentiamo x l'ennesima volta presi per i fondelli ,chiamiamoli così!!!
RispondiEliminaLa crisi si accresce, la povertà dilaga, la politica mente e depista l'attenzione pubblica su problematiche irrilevanti sui bilanci delle famiglie.
RispondiEliminaRimane la sola domanda ancora senza risposta: che fare?
Al cittadino rimane solo il potere del voto. Ma anche la riforma imminente ha neutralizzato e sterilizzato questo potere.
Dunque non rimane che una sola strada: l'emigrazione all'estero.
I giovani e le imprese italiane lo fanno da anni, ormai.
Adesso lo ha fatto pure la Fiat.
Essere ottimisti, oggi, è da stupidi, o imbroglioni, oppure da esauriti nervosi.