di Giangiuseppe Gattuso – L’8 dicembre 2013 si deciderà chi, tra Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Pippo Civati, sarà il nuovo segretario nazionale dell’unico ‘partito’ rimasto sulla scena politica di questo Paese.
Il PD si avvia verso l’ennesima celebrazione delle primarie. Un momento certamente importante, una prova di partecipazione democratica nella quale i cittadini possono scegliere tra tre modi diversi di intendere la Politica, il partito e il futuro della nostra società.
L’operazione coincide con il cambiamento della maggioranza di governo. Forza Italia, infatti, dal giorno della decadenza del suo leader da Senatore della repubblica, è passata all’opposizione. Le ‘larghe intese’ volute da Napolitano si sono trasformate e ristrette. E l’asse politico del governo si è, necessariamente, spostato più a sinistra. Il PD, in questa situazione, ma anche da prima, è andato trasformandosi in partito centrale del sistema politico. E tutto questo “via via che il sistema politico della cosiddetta Seconda Repubblica perdendo il suo parziale carattere bipolare ha virato verso una riedizione della frantumazione parlamentarista della Prima Repubblica. Che, se non vuole naufragare nel nulla, deve però necessariamente organizzarsi intorno a un partito cardine. Che ieri era la Dc, e oggi è per l’appunto il Pd.” Una tesi condivisibile che, Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera di oggi (30-11.2013), definisce processo di “democristianizzazione”.
Praticamente, il PD di oggi è “il solo e vero «partito delle istituzioni»”. E «come la Dc», rischia di “finire per occuparsi, solo del potere, diviso in correnti in lotta per la spartizione dei posti e delle risorse”. Un rischio, appunto, che va scongiurato per il bene dell’Italia. E i candidati alla segreteria questo lo sanno bene e, si spera, faranno di tutto per evitarlo.
Ieri sera, 29.11.2013, su Sky, è andato in onda il confronto delle idee. Cuperlo, Civati e Renzi hanno esposto le loro tesi, ognuno mostrando limiti e capacità, confidenza con il mezzo televisivo e personalità. Insomma, sono emerse la preparazione e le potenzialità conosciute del più ‘anziano’ Cuperlo, classe 1971, l’approccio prorompente e la sicurezza di Renzi, classe 1975, e la novità del terzo incomodo, Pippo Civati, classe 1975. Ha vinto lui, secondo i sondaggi e il parere di molti telespettatori, il confronto televisivo. Una sorpresa interessante. Si è battuto bene, ha saputo mantenere la scena e ha dimostrato carattere. Si è distinto dalle posizioni degli altri due contendenti ribadendo la sua fortissima contrarietà a qualsiasi governo di larghe intese sottolineando la necessità di una nuova legge elettorale per andare al voto prima possibile.
Tra le tesi del suo programma, che si possono leggere on line, ce n’è una, tra le tante, importante e immediatamente condivisibile. “Non più in alto del Quirinale”, si chiama. E riguarda un tema scottante che però non ha mai trovato una concreta soluzione, nonostante, a parole, fosse a cuore di molti politici. I dati scientifici, inoltre, confermano che gli stipendi dei nostri vertici amministrativi sono mediamente molto più alti di quelli di altri Paesi. La proposta è quella di stabilire che: nessun funzionario statale può guadagnare più del Presidente della Repubblica (210mila €/anno). “Un principio semplice - dice Civati - dal forte valore simbolico e concreto in termini di spesa pubblica: nessuno può guadagnare più del 90% del Presidente della Repubblica, incluso il primo presidente della Corte di Cassazione, a cui molte delle remunerazioni della pubblica amministrazione sono legate. Un tetto generoso che offre ampi margini alla remunerazione del merito nella pubblica amministrazione”.
E di questi tempi, per cominciare, sarebbe il primo passo verso un sistema sociale più equo.
Giangiuseppe Gattuso
30 novembre 2013
I fatti della vita sovrastano, corrono, e non aspettano i tempi della politica. Le difficoltà della vita quotidiana, la disoccupazione, la burocrazia, la preoccupazione del futuro, le malattie, i lutti, assorbono le nostre energie, ci prostrano nel fisico e nel morale. Quindi una cappa di frustrazione, di rassegnazione e di depressione ormai lentamente avviluppa la nostra vita. Ormai non abbiamo più la forza di reagire, di indignarci, di arrabbiarci, di opporci ad una politica vacua, parolaia, distante, cinica, autoreferenziale, infame. Tutto è inutile e perduto e la "vita seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere la nostra sciagura e la nostra infamia". Come animali feriti ormai morenti sulla nuda terra, circondati dagli avvoltoi della politica che si ingrassano, succhiando fino all'ultima stilla il nostro sangue, lacerando le nostre carni e la nostra anima. Con le ultime forze rimasteci, viene voglia solo di gridare basta... mi arrendo... sono vecchio, stanco, avvilito... fate ciò che volete, vi do anche la mia vita, in cambio di un po' di speranza e di futuro per i nostri figli i nostri giovani. Si... ho seguito distrattamente gli ultimi avvenimenti politici. La decadenza di Berlusconi, in altri momenti avrei esultato, non mi fa ridere neanche la "Fsca Pascale", per la sua involontaria comicità, per difendere "il papi, si vuole rivolgere al papa". Non mi entusiasma più neanche Grillo ed i suoi rivoluzionari di parole al vento. Non mi entusiasmano più, neanche i tre giovani belli, Renzi, Civati, Cuperlo, del PD, che bucano il video, come ad una recita scolastica, od un concorso di bellezza, retorica e simpatia. Ma niente slanci, niente passione, niente progetti straordinari di rifondazione della nostra nazione, della nostra convivenza civile. Niente di niente di entusiasmante, solo il minimo sindacale per una scadente recita televisiva. Domani è un altro giorno. Seppur sgomento e con questi sentimenti cupi, non dimentico di ringraziare per le condoglianze, il "dolce e tenero" presidente Geraci, il combattivo direttore Gattuso, il caloroso amico Pasquale Nevone, il sempre solidale Bruno La Menza, il delicato e sensibile Sergio Volpe. Grazie a tutti di cuore.
RispondiEliminaNon so chi vincerà le primarie e non so se, come si dice in giro, sarà Matteo Renzi. Ma se dovesse essere proprio lui ritengo gli si debba dare fiducia, altrimenti questo popolo della cosiddetta sinistra di governo e maggioritaria si consegni definitivamente a Berlusconi. Sarebbe più serio per tutti.
RispondiEliminaLa proposta di Civati è rivoluzionaria e semplice allo stesso tempo. Chi mai potrebbe dire di no ad uno stipendio massimo parametrato a quello del Presidente della Repubblica. Il problema, purtroppo, è connesso alla deriva dei compensi delle alte cariche di enti, ministeri, magistratura, e altro ancora che da troppi anni sono andati oltre ogni limite grazie alla connivenza di politici e sindacati. Adesso bisogna rimediare se ne saranno capaci.
RispondiEliminaPippo è bello e bravo. si deve alleare con matteo per fare fuori gli zombi del pci
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