sabato 2 novembre 2013

GRANDE OPERA PUBBLICA A PALERMO

Inaugurazione sovrapassodi Giangiuseppe Gattuso - C’era tutto lo stato maggiore della città sul ponte inaugurato il 31 ottobre scorso a Palermo.

Una struttura ‘leggera’ per l’attraversamento pedonale della cosiddetta circonvallazione, ovvero la strada europea E90, che unisce la bretella autostradale proveniente da Catania Messina e l’altra verso Trapani e l’Aeroporto Falcone e Borsellino. Un ponte pedonale, nei pressi di via Ferdinando Di Giorgi, poco prima della rotonda di Via Leonardo Da Vinci, il secondo che entra in funzione, l’altro si trova all’altezza di Via Perpignano vicino le case di cura Villa Serena e Maria Eleonora. Il terzo è in fase di costruzione lenta, molto lenta, per via di alcuni espropri da fare. Un passaggio pedonale utile per i cittadini che in questo modo possono attraversare una strada sempre molto affollata dimostratasi parecchio pericolosa in più occasioni.

il ponte pedonaleCiò che lascia perplessi, e molto, riguarda la faccia tosta delle autorità cittadini, in testa il Sindaco Orlando, che, dopo circa otto mesi da quando era stato completato, organizzano una cerimonia come se avessero inaugurato il ponte delle meraviglie. Rimasto fermo sol perché non si riusciva a trovare chi si doveva occupare dell’ascensore. Ridicolo solo a pensarlo e mortificante per chi ha la responsabilità di tutto questo. E finalmente è stato individuato in un dipendente dell’Amat, l’azienda di trasporti urbana. Meglio tardi che mai.

Il problema però resta in tutta la sua drammatica evidenza. Non si sa come riuscirà a innestarsi nella struttura urbana il sistema tranviario in corso di realizzazione. La struttura viaria della città, e la circonvallazione per prima, è mille volte carente. Inadeguata, vecchia, senza respiro. Schema circonvallazione di PalermoLimitata e limitante. Un tappo per gli attraversamenti da e verso l’Aeroporto e verso Catania Messina. E, forse ancora peggio, in certi momenti della giornata, un muro invalicabile per chi si deve spostare da mare a monte e viceversa della città. Insomma un problema enorme sul quale non c’è dibattito e nemmeno attenzione. Non c’è, ma questo non è una novità, nemmeno una protesta. I cittadini sono indifferenti e rassegnati.

Non c’è un disegno per la Palermo del domani. O, probabilmente, si ha la consapevolezza che non ci sarà una città diversa da quella che conosciamo. Forse si va facendo strada la convinzione che non serve a nulla guardare lontano, non produce effetti concreti immaginare sviluppo, creare le condizioni perché questo possa avvenire.

La candidatura a Capitale europea della cultura per il 2019 non basta. È una bella iniziativa e va sostenuta. Ma serve altro, ci vuole un colpo d’ala. C’è bisogno di un sindaco come quello della prima volta. Con la voglia di fare sul serio. Capace di alzare la voce nei confronti di chiunque per ottenere aiuti per Palermo. Per un progetto nuovo che dia speranza, che risvegli le coscienze. Bisogna guardare oltre e altrove. C’è veramente tanto da fare e tanto da imparare. Palermo non può essere tagliata fuori dalle strategie di sviluppo nazionali e internazionali, da una visione limitata e al ribasso, e da scelte sbagliate. Il tempo passa veloce e il futuro non aspetta.

Giangiuseppe Gattuso
02 novembre 2013

9 commenti:

  1. Il problema della mobilità di viale Regione e delle fasulle "soluzioni" emerge anche dalla constatazione che in una strada ipertrafficata come viale Regione Siciliana rimangono ben 4 semafori nel giro di 1 kilometro. Da piazza Giotto a via Perpignano.
    Dei succitati 4 semafori, quello di via Perpignano dovrebbe essere spento dall'inaugurazione del sovrapassaggio in corrispondenza di villa Serena(2 anni or sono passati...). Ma un migliaio (a voler esagerare) di cittadini dalle aderenze non proprio trasparenti hanno impedito di spegnere il semaforo di via Perpignano. (Semaforo che frutta alla mafia un bel po' di quattrini, considerato che vi si ritrovano ogni mattina decine di extracomunitari lavavetri che spilllano soldi a centinaia di migliaia di automobilisti in una direzione e nell'altra).
    A poca distanza c'è il semaforo all'altezza di via Di Blasi, che rimane in funzione perché i dipendenti della regione non possono fare duecento metri per arrivare al sovrapassaggio del Palazzo dei Sogni. Poi c'è il semaforo del Palazzo dei Sogni, ma spero che almeno questo sia stato spento.
    Infine c'è il semaforo di Piazzale Giotto: si dice che non sia stato costruito un sovrapassaggio lì perché non s'è trovato lo spazio... Penso che aggiungere altre parole non serve.

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  2. Chiamare un sovrappassi grande opera mi sembra esagerato. Il canake di Suez è una grande opera, la quarta linea della metro a Roma è una grande opera. Un trenino poggiato sulle strade è un palliativo. Informatevi prima di aprire bocca... Il semaforo di via di blasi lo adopero io è altre centinaia di persone che non lavorano alla regione. Il semaforo di via Perpignano svolge la stessa funzione del primo. Il sovrappassi di villa serena è esageratamente distante per qualunque standard urbanistico. Gli abitanti di via Perpignano sono totalmente tagliati fuori. La bretella di via Pitrè non ha fatto altro che ingolfare l'unico svincolo che funzionava. Il tram sarà la morte definitiva della rotonda di V.le reg sic.
    Ia gestione del traffico è una scienza esatta. Finché faranno interventi puntuali sarà sempre il caos.

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  3. Una grande opera di cui Palermo ha bisogno veramente è uno stadio nuovo da almeno 120.OOO posti.
    Il più per la nostra città è stato per fortuna realizzato, manca solo il mega impianto sportivo con annessi almeno 4 ipermercati,solo allora potremmo sentirci veramente europei.

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  4. Lo stadio che Zamparini vorrebbe fare è, ahimè, limitato a trentamila posti di capienza, per cui non ci sono le premesse per i quattro ipermercati. Vorrei dire che nel mondo,ovunque, anche nei paesi più disastrati, fioriscono e sorgono centri commerciali, anche in paesi dove la povertà diffusa sconsiglierebbe simili strutture, E' solo di alcune settimane la notizia dell'assalto terroristico al centro commerciale West Gate di Nairobi in Kenia, un posto dove io non pensavo potessero esserci.. Nonostante quello ne possano pensare coloro che sono pregiudizialmente contrari, i centri commerciali sono un fenomeno comunque indice di progresso e di modernità.
    L'America, anche in questo caso, ha indicato la strada.
    Nel 1980 mi recai in America e durante il mio soggiorno nel New Jersey notai come queste strutture avessero creato posti di lavoro in gran quantità, non solo per gestori e lavoratori direttamente impiegati nei posti vendita ma anche per un gran numero di strutture come luoghi di ristorazione sorte accanto ai grandi negozi.
    Insomma, un giro di denaro molto positivo anche per il PIL statale.
    Siccome più di una volta alcuni nostri commentatori hanno sempre parlato male dei centri commerciali, come se fossero cose negative e indice di imbarbarimento sociale, colgo l'occasione per esprimere il mio totale dissenso da queste posizioni oscurantiste, retrive, con lo sguardo rivolto al passato.
    A me dispiace che tanti piccoli negozi sono stati costretti a chiudere, perchè i prezzi praticati nei centri commerciali erano più convenienti dei loro, ma mi sembra anche giusto che una diminuzione dei prezzi debba essere accolta con favore soprattutto da coloro che dovrebbero avere a cuore le sorti economiche dei meno abbienti, e mi riferisco a tutti quelli che si sentono e sono di sinistra, ma poi pensano male dei centri commerciali.
    Forse che queste cose sono opera del demonio o magari frutto marcio del capitalismo statunitense?
    Mi duole, ma siete fuori strada, cari detrattori degli ipermercati. Se i prezzi dei centri commerciali sono più convenienti di quelli dei piccoli negozi, è giusto che questi chiudano e anche senza tante lamentazioni e stracciamenti di vesti. L'epoca è cambiata e il mondo va come deve andare.
    Ma poi, per uno che vive male a casa sua, vogliamo negargli anche una bella passeggiata al Forum o al Centro Conca D'Oro?
    L'entrata è gratuita, se non si vogliono spendere soldi, si può passeggiare, si può prendere un caffè, si possono incontrare gli amici, e poi in estate c'è l'aria condizionata e d'inverno non c'è freddo.
    Se non ci fossero, bisognerebbe inventarli. Ma ci hanno pensato tanti anni fa i pionieri americani.

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  5. L'articolo puntuale e molto approfondito sulla viabilità di Palermo e sulla faccia tosta dei nostri politici mi ha fatto venire in mente un precedente articolo sempre del nostro infaticabile direttore che parlava della città di Medellin. Adesso riporterò in sequenza un brano dell'articolo sulla città colombiana e un brano dell'articolo che sto commentando adesso, e po il lettore pootrà trarre le sue sconsolate conclusioni.

    Dall'articolo su Medellin:

    "Medellin, una città della Colombia, famosa negli anni ottanta per essere la più violenta del mondo e per il traffico di droga (Il cartello di Medellín fu una vasta organizzazione di narcotrafficanti), è stata premiata come città più innovativa della terra. Un merito che ha lasciato alle spalle città come New York e Tel Aviv.
    È stata scelta da un elenco di 200 città.
    Le motivazioni: il moderno sistema di trasporto pubblico, le politiche ambientali e la rete di musei, scuole, biblioteche e centri culturali.
    Una grande soddisfazione per Anibal Gaviria, sindaco di Medellin: “Il premio è motivo di gioia per aver trasformato un nome associato al traffico di droga in uno legato all'innovazione. Innovazione significa investimenti e occupazione”. E quindi sviluppo e crescita sociale e culturale.

    Dall'articolo "Grande opera pubblica a Palermo"
    :
    " I cittadini sono indifferenti e rassegnati.
    Non c’è un disegno per la Palermo del domani. O, probabilmente, si ha la consapevolezza che non ci sarà una città diversa da quella che conosciamo. Forse si va facendo strada la convinzione che non serve a nulla guardare lontano, non produce effetti concreti immaginare sviluppo, creare le condizioni perché questo possa avvenire".

    Che dire? Abbiamo politici piccoli piccoli, che si vantano di saper fare il sindaco, che promettono e non mantengono, che si fanno sempre gli affari loro senza curarsi del bene comune. Ma soprattutto abbiamo politici (parlo in particolare dei politici siciliani) che hanno dimostrato con i fatti di non amare la nostra Palermo, di fregarsene altamente della nostra città.
    Perchè una città degradata come Medellini in pochi anni si è ripresa e si è riqualificata alla grande? Per le iniziative e l'impegno dei politici che l'hanno amministrata.
    Farei una proposta:possiamo cambiare, per un decennio, i nostri politici con i loro?
    Temo che quelli di Medellin ci prenderebbero a pernacchie, e ne avrebbero ben d'onde.
    A noi resta aspettare la prossima tornata elettorale, nella speranza che nel frattempo nasca una classe politica all'altezza delle necessità della nostra bella città. Meglio che niente.

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  6. Pienamente in sintonia con Nino Pepe.
    Negli ipermercati sta l'avvenire dei popoli.
    Ipermercato è progresso,cultura e libertà.
    Basta con vecchi ed inutili oltre che improduttivi musei e vecchie rovine, e poi per fare un vero salto di qualità definitivo,occorre abolire lo studio del latino del greco e della filosofia, materie che indeboliscono la formazione dell'uomo del terzo millennio.
    Comunque io sono molto ottimista.

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  7. Gli ipermercati non sono in concorrenza con i musei e i siti archeologici, e nemmeno con lo studio del latino, del greco e della filosofia.
    Fra l'altro mi pare che lo studio del latino e del greco pur essendo rimasto nei programmi del liceo classico non abbia il pieno di partecipanti, stimati in circa il 6,6% sul totale deigli studenti che frequentano i vari istituti scolastici.
    Io vorrei, anche amabilmente, dibattere con Sergio Volpe, ma di fronte al suo sarcasmo e alla povertà delle sue argomentazioni mi riesce difficile. Come si fa ad affermare che gli ipermercati possano essere causa di minori approcci con il mondo della cultura e dell'arte? Se gli ipermercati non ci fossero, i loro frequentatori si dirigerebbero verso i musei e i siti archeologici?
    Non credo proprio.

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  8. Ti rispondo senza alcun sarcasmo e con reale rispetto.
    Tantissime cose della vita possono essere vissute o interpretate in modo diverso.
    Io, a volte esagerando, preferisco coglierne il l'aspetto comico o ridicolo anziché quello tragico o drammatico.
    Berlusconi....Grillo ...Renzi....preferisco spesso riderci sopra.
    Abitudini italiote....anche.

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  9. Forse il problema di Palermo sta tutto nei suoi abitanti. Una moltitudine di uomini, donne e giovani ormai disillusi e indifferenti a tutto. Abituati ai rifiuti per strada, ad una costa abbandonata da sempre, a una viabilità ridicola, e alla carenza cronica di centri culturali e luoghi di crescita intellettuale. Il futuro non mi sembra roseo.

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