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lunedì 25 novembre 2013

20 ANNI DOPO. QUALE FUTURO PER L'ITALIA

Bandiera italianadi Giangiuseppe Gattuso - Non mi piace questo sistema. Non mi piace la situazione nella quale ci contorciamo da anni. Al punto che, oggi, tanti personaggi, eliminati dall'ordalia giustizialista iniziata nel ‘92 con mani pulite, appaiono politici di rango e uomini di stato. Quell’opera di pulizia proseguì senza sosta per fare spazio al nuovo. Che arrivò, inaspettato, sulle note di un motivetto orecchiabile, coccarde, spille, club, provini, e spot televisivi.
FOrza ItaliaSono passati due decenni. Siamo stati capaci di rieleggere lo stesso anziano Presidente per disperazione da inconcludenza politica dei partiti. Di quella partitocrazia vituperata e ritenuta responsabile dello sfacelo della cosiddetta prima repubblica. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Sfiducia dilagante, indifferenza, e, segnale grave, nemmeno moti di protesta. Vince la rassegnazione. Partiti che non riescono a trovare la rotta, che si dibattono tra innovatori, rottamatori, lealisti e altro ancora. Dimenticando problemi gravi e un disagio sociale sempre più diffuso, che nemmeno emerge in tutta la sua reale dimensione. La soluzione è tornare indietro. Ripercorrere sentieri già visti come se niente fosse accaduto.
Da due anni, intanto, i due partiti antagonisti sono alleati di governo. Insieme, cioè, decidono le sorti del Paese. La disoccupazione, l’equità, i privilegi, la povertà dilagante, le riforme necessarie. Loro che lo hanno governato, a turno, negli ultimi vent'anni. Un’epoca. Un tempo più che sufficiente a cambiare un sistema, a modificare apparati burocratici, eliminare sprechi e incrostazioni, rinnovare le classi dirigenti per ridare slancio e riacquistare fiducia. Se solo lo si fosse voluto davvero.
E allora che si fa. Continuare ad libitum con l'invenzione delle larghe intese. Giustificare, ogni momento, l’impossibilità di altre soluzioni, altrimenti si va al disastro irreparabile. E nel mentre, però, occupare tutto l'occupabile, ogni ganglio vitale, ogni centro di potere politico ed economico, perché tanto qualcuno lo deve pur fare. Il sistema si autoprotegge, si immunizza. Il 24 febbraio 2013, milioni di germi, non ancora resistenti, hanno pacificamente infettato l'organismo Italia. Ma sono stati resi in larga parte inoffensivi dalle potenti batterie difensive M5Sdi un apparato consolidato e collaudato da decenni di gestione di ogni tipo di potere.
Un sistema che con furba intelligenza ha avuto la forza di passare dalla difesa all'attacco. Respingendo senza troppe perdite le incursioni di ingenui e sprovveduti ‘cittadini’ eletti. Un cospicuo numero di deputati e senatori ispirati, come dice Scalfari, con un paragone enorme e sbagliato, dal ‘dittatore’, fondatore e padrone, del Movimento 5 Stelle.
Questo è, invece, il momento di dimostrare cosa si vuole davvero. È arrivata l’ora delle Scelte e del Coraggio. Per parlare chiaro al Paese, e chiedere i sacrifici necessari, dando per primi l’esempio. Per fare immediatamente ciò che serve, senza ulteriori indugi, a cominciare dalla legge elettorale. Chi ci sta ci sta. Se tutto questo non accade, se tutto ritorna, è una tragica commedia.
PDIl tempo è scaduto. Il Partito Democratico assuma adesso l'iniziativa. Senza compromessi, con ritrovata consapevolezza e responsabilità. Non ci sono più alibi. Lo faccia, senza la paura dei sondaggi, dimenticando, finalmente e senza ripensamenti, i problemi dell’amico/nemico di sempre. Ne va della sua credibilità storica in nome del bene dell’Italia.

Giangiuseppe Gattuso
25 novembre 2013

13 commenti:

  1. Pd unica speranza ed unico responsabile di tutto ciò che accade o non accade.
    Dal partito Democratico ci si attende la soluzione immediata di ogni cosa, per molti versi è anche giusto che sia cosi,infondo stando con i piedi dentro i ragionamenti politici , non si può forse farne a meno.
    Però vorrei fosse ben chiaro che il PD rappresenta a stento un quarto degli Italiani, ma è giusto che si assuma le responsabilità che gli competono, anche in considerazione che è l'unico partito esistente, gli altri tre quarti ovviamente non hanno alcun mandato da assolvere visto che con la politica non hanno nulla a che vedere.
    Io personalmente questo andazzo lo registro e ne prendo sconsolatamente atto.
    Vorrei ricordare a chi ha scritto l'articolo, che il partito della protesta è largamente maggioranza, allora mi chiedo, perché non prendono loro una iniziativa, visto che a quanto pare avrebbero soluzioni per tutto e per tutti?
    La famosa legge elettorale, mi chiedo e chiedo a chi ha scritto l'articolo, chi dovrebbe cambiarla e con quale maggioranza?
    Gli elettori e gli iscritti del PD, come è ovvio vogliono dal proprio partito risposte e soluzioni,oltre ovviamente a voler vivere una reale democrazia interna.
    Se anche gli elettori dei rimanenti tre quarti degli Italiani facessero lo stesso nei confronti del proprio Leader, visto che il partito non lo vogliono,forse le cose andrebbero meglio.
    Comunque le cose vanno cosi ed è perfettamente inutile insistere.
    Conosco pochi elettori del PD, ma tanti appassionati della politica, la cosa che mi stupisce, è che nessuno veda altri parti,, chiamiamole politiche , in grado o in dovere di assumersi alcuna responsabilità concreta su nulla.
    Assolviamo e solleviamo Grillo inquanto con la politica non ha nulla a che fare, assolviamo Berlusconi perché infondo rappresenta con le sue sole forze se stesso ed i suoi interessi, quindi nulla a pretendere da loro, il resto è in mano a piccoli gerarchetti di periferia, ed allora non ci rimane altro che parlare e sparlare del PD, meglio che niente..I

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  2. Condivido i sentimenti e i risentimenti di Giangiuseppe. Anch'io con lui auspico immediati e sostanziosi cambiamenti.
    Pur tuttavia, ritengo che al momento c'è solo da attendere ancora pazientamente pochi giorni, e cioè il 27 novembre (voto sulla decadenza di Berluscini al Senato) ed il 3 dicembre (inizio dell'esame della costituzionalità del "porcellum" alla Consulta Costituzionale).
    Se queste due cose andranno per come "dovrebbero", e cioè la dichiarata decadenza di Berlusconi e la dichiarazione di incostituzionalità del "porcellum", allora finalmente per davvero si potrà considerare terminata questo la seconda repubblica ed il suo nefasto (per la democrazia) ventennio.
    La conseguenza immediata della sentenza della Consulta sarebbe non tanto e non solo il ripristino del "mattarellum", ma soprattutto la necessità di tornare immeditamente a nuove elezioni politiche perchè, di fatto, il Parlamento, e con esso il governo ed il Presidente della Repubblica, sarebbero "illegittimi" per chè eletti con una legge elettorale giudicata incostituzionale.
    Questo è il vero problema che agita il mondo politico in questi giorni, e che viene nascosto e coperto ad arte con un chiacchericcio pretestuoso e divagatore.
    E' evidente che a febbraio/marzo 2014 si dovrebbe ritornare al voto. Questo lo dicono soltanto Grillo, Renzi e Berlusconi. Gli altri tacciono o mentono.
    Vedremo cosa accadrà. Temo che mentre Berlusconi sicuramente sarà decaduto, la sentenza invece possa essere "clamorosamente" compiacente o rinviata data da destinarsi con un qualche pretesto. Le recenti elezioni a giudici di Mattarella ed Amato mi sembra vadano in questo senso.
    Insomma. Se in Italia la democrazia è ancora viva e rispettata lo si vedrà soltanto se entro l'8 dicembe p.v. (guarda caso entro le primarie ded il congresso PD) sarà dichiarata l'incostituzionalità del porcellum e, quindi, subito dopo sarano indette nuove elezioni. Senza se e senza ma.

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  3. Con tutta la buona volontà che posso cerco di capire cosa possa aver creato le attuali condizioni politiche che riguardano il nostro paese, mi dimeno tra logiche partitiche differenti che loro malgrado devono convivere per portare avanti questa carretta sfasciata che è l’Italia. Ho creduto e continuo a credere nelle buone intenzioni del Movimento 5 Stelle, che nonostante tutto, riescono fino ad oggi a mantenere le loro promesse pre-elettorali, almeno per quanto riguarda le indennità che percepiscono. E sono ancora, anche se per ovvii motivi, in quanto nati da poco, l’unica compagine politica che non ha scheletri nell’armadio.
    Qualche giorno fa, su facebook, ho letto una didascalia, posta su una foto raffigurante un bambino del terzo mondo che piangeva, disperato, per la fame e la sete, che diceva “se questo bambino muore dalla fame la colpa non è di Dio, ma dell’egoismo dell’uomo”.
    Ho riflettuto su questa frase e mi sono chiesto cosa si sarebbe potuto fare se i nostri rappresentanti fossero meno egoisti, mi riferisco alla balordaggine politica che si è creata negli anni al solo scopo di mantenere poltrone, continuare imperterriti a mantenere privilegi, a salvaguardare la casta con ogni mezzo lecito o illecito.
    Sono arrivato alla conclusione che fino a quando non cambierà questa mentalità intrisa di egoismo, non potremo uscire dalla crisi attuale che porta sempre più nel baratro.
    La disoccupazione che aumenta, le aziende che continuano a chiudere, le tasse che aumentano, gli stipendi che continuano a rimanere bloccati, e loro, i nostri politici, già ricchi, cosa fanno?
    Litigano su tutto, convivono come coniugi divorziati in casa, e dei problemi veri, imminenti, chi se ne occupa?
    Per questo ho difficoltà serie a capire le loro strategie, il loro egoismo me lo impedisce, la mia fede in Dio me lo impedisce.

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  4. temo che la nostra analisi parta dal presupposto che oggi la politica sia di primaria importanza nel determinare e\o cambiare l'attuale andazzo della cosa pubblica.
    Piu' mi accosto alla visione delle macroanalisi di macroeconomia e macrosistemi, piu' mi rendo conto che la poliica ha un ruolo che definisco marginale per pieta' e per autocommiserazione, vista la mia patologica passione.
    Dovrei definire il ruolo della politica, in virtu' dei soggetti preponderanti in termini umani, qualcosa di meno commendevole.
    Appare palese che lo Stato, fino a quando non si definira' lo status del Cavaliere, dovra' essere gestito con attenzione alla botte (la gestione reale) e al cerchio (la presenza di una maggioranza sostanzialmente tenuta in piedi anche dal centrodestra nuovo).
    Se fossimo un paese maturo per grandi cambiamenti radicali forse potremmo anche accettare la transitorieta' di questa anomalia.
    Invece l'anomalia si e' impossessata dell'anima della politica.
    Vediamo i temi piu' vuoti, piu' miseri, piu' lontani dalle esigenze delle persone,diventare preponderanti per le alzate di voce di Brunetta prima e di non so chi ora.
    Si accetta un ministero degli interni in balia dei servizi segreti kazaki e un ministero della giustizia dove il padronato piu' becero (li grresti) ha ottenuto in tempi irrisori qualcosa che la popolazione detenuta non puo' nemmeno sognare.
    In tutto questo si assiste un giorno si e un giorno pure al botta e risposta fra il quirinale e palazzo Grazioli su eventuali atti di clemenza che porterebbero l’Italia su tutti i tabloid del mondo come la 146° nazione in termini di giustizia e legalita’.
    Percepisco interessi di altra natura attorno a questa roba.
    Percepisco che il sistema si nutre di se stesso e del sangue dei cittadini per il proprio auto mantenimento.
    In tutto cio’ la politica diventa marginale nella propria incapacita’ di dare uno scrollone al sistema delle ingiustizie sociali, al sistema dei ricchi sempre piu’ ricchi e dei poveri sempre piu’ poveri.
    Tenere il ceto medio ai margini della poverta’, dopo averlo imbottito di consumismo asfissiante, e’ un gioco ormai sventato e paralizzante per la crescita. In tutto questo, al momento, non vedo altro che furbizie e stimpuniamenti da parte di chi sta al governo. Mi auguro che si ritorni almeno alle divisioni vere fra chi la pensa in un modo e chi in un altro.
    La trasformazione del concetto di “moderatismo” in un vago “tiriamo a campare” portera’ danni irreversibili alle prossime generazioni.

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  5. Ho una cattiva, anzi pessima opinione della giustizia in Italia. La situazione politica attuale è figlia della giustizia italiana, quella giustizia che è agli ultimi posti nella classifica mondiale. La classifica internazionale sui tempi processuali contenuta nel rapporto Doing Business che la Banca Mondiale redige per fornire indicazioni alle imprese sui Paesi in cui è più vantaggioso investire, infatti, rivela una posizione dell'Italia davvero penalizzante. Si trova al 156° posto su 181 Paesi nel Mondo quanto a efficienza della giustizia. Addirittura viene dopo Angola, Gabon, Guinea, São Tome e prima di Gibuti, Liberia, Sri Lanka, Trinidad. «La crisi della Giustizia ha conseguenze che vanno ben al di là dei costi e degli sprechi di un servizio inefficiente e si estendono alla fiducia dei cittadini, alla credibilità delle istituzioni democratiche, allo sviluppo e alla competitività del Paese.
    Questa giustizia ha determinato, come ben sappiamo, la fine della cosiddetta prima repubblica con lo sgretolamento dei partiti che, bene o male, avevano retto l’Italia dal dopoguerra in poi..
    Questa giustizia ha gettato subito la maschera, rivelandosi per quella che era nella realtà; il grimaldello tramite cui il partito comunista aveva pensato bene di scardinare quel sistema che gli aveva sempre impedito di arrivare al governo della nazione. L’imprevisto, materializzatosi nella figura di Berlusconi, impedì la realizzazione del piano, costringendo alla sconfitta la gioiosa macchina da guerra di Occhetto, e da allora fu guerra aperta tra i comunisti, presenti in grande numero tra i magistrati, di cui i discendenti diretti del PCI si sono sempre serviti, senza ritegno, per cacciare l’intruso che avendo gran seguito popolare, aveva distrutto i loro piani. In realtà quei piani li aveva soltanto rallentati, infatti, dopo quasi vent’anni di guerra senza quartiere, anche il danaroso e potente Berlusconi ha dovuto ammainare bandiera. Ecco la giustizia italiana quella giustizia che nella famosa classifica viene dopo paesi del terzo mondo, paesi dove il concetto di democrazia non c’è proprio. Questa giustizia da terzo mondo è inaccettabile. Tutto ciò si riflette nello sfascio politico attuale dove la verità è violentata e messa a tacere, essendo scavalcata dagli interessi politici di parte.
    E' inutile che tutti continuare a fare appelli al PD affinchè assuma l'iniziativa. Il PD ha sempre fallito le occasioni più propizie, e appena il democristiano Renzi, per una sorta di nemesi storica, si impadronirà dei resti del partito comunista, è già pronta una bella scissione che sancirà il fallimento di questo PD. A meno che non succeda una specie di miracolo..
    C'è poco da stare allegri

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  6. Sono d'accordo con Bruno La Menza: la politica è ormai marginale nella vita pubblica italiana e mondiale. I motivi sono due: l'economia si è emancipata dal potere politico, non ne ha più bisogno, quello che vuole se lo prende da sola delocalizzando i propri stabilimenti ed usando media ed internet; inoltre i cittadini elettori si astengono dal voto ormai in maggioranza assoluta, quindi il Parlamento ed il governo ed il Presidente della Repubblica sono espressione di una minoranza del paese, pertanto delegittimati "sostanzialmente".
    Sono d'accordo con Nino Pepe su punto in cui dice che Rewnzi nuovo Segretario PD potrebbe provocarne la scissione. Sono quasi sicuro che la scissione avverrebbe entro is eguenti 100 giorni, e non con la pluriennale ventilata fuoriuscita degli ex DC (v. Margherita-Popolari), ma degli ex PCI (vedi PDS-DS). Pur tuttavia, se ciò dovesse avvenire, la cosa non mi preoccuperebbe perchè vorrebbe dire che, finalmenente, il ventenino della seconda repubblica sarebbe davvero terminato, e che la politica italiana andrebbe verso un utile chiarimento delle diversificazioni di sentimenti e progetti pooitici, con la conseguente nascita ( o rinascita) di nuovi partiti politici più omogenei e contemporanei alle necessità reali dei cittadini ed alle loro proiezione nell'immediato futuro.

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  7. Un cane che si morde la coda. Questa è l'immagine che mi si presenta leggendo le vostre riflessioni e, di conseguenza, pensando ai partiti politici, e al risultato della loro vita nella Seconda Repubblica. E cioè dire, pensando all'attuale crisi della politica che si esplica mediante la grande imputata nei nostri tempi, la legge elettorale con il suo balordo sistema.
    Questi vent'anni sono legati assieme da un filo rosso fatto di categorie astratte che voi avete citato. Marginalità della politica nella vita pubblica. Egoismo della politica. Morte della politica quale fenomeno di pluralità, fatta eccezione del PD, a cui tutti ricorriamo.
    Responsabile il sistema elettorale e più specificamente un sistema elettorale studiato a tavolo dal centrodestra, a misura di centrodestra, prima, e di tutti, poi. Prima c'era il Mattarellum e si inventarono le liste civetta poi si inventarono il Porcellum e legalizzarono le precedenti male fatte con l'ingiustizia.
    In questi giorni la Corte deciderà probabilmente l'incostituzionalità di quest'ultima legge e la patata calda tornerà al legislatore.
    Di che parleremo a quel punto? Dove si giocherà la partita per il futuro, allora?
    La risposta è semplice. Nelle mani dei partiti. Nelle mani di quelli che fino a ora hanno deciso e che per l’ennesima volta dovranno decidere con quali armi dovranno procacciarsi il cibo per vivere. Infondo quella per il sistema elettorale è una lotta per la sopravvivenza in cui ogni ente e messo contro l’altro per accaparrarsi ogni angolino di potere.
    Ora la mia non vuole essere una adirata critica ai partiti in quanto tali perché il nostro ordinamento prescrive che attraverso loro si giochi la partita politica e perché ne ho già tessuto l’elogio, qualora essi si presentino quali quelli che dovrebbero essere.
    Cosa voglio rilevare allora?
    Hobbes nella sua filosofia politica dopo avere configurato lo stato di natura come stato di lotta per la sopravvivenza immagina il contratto sociale come il momento di mediazione perché, sacrificando parte della propria volontà d’autoaffermazione assoluta e, raggiungendo un accordo, si possa ottenere non tutto ma qualcosa.
    Alla domanda ‘quale politica nel futuro?’ o più pragmaticamente ‘quale legge elettorale?’ si risponde in un solo modo.
    La legge elettorale la si fa guardano agli interessi dei cittadini, ala loro situazione, alla situazione del confronto politico. Non la si fa guardando i sistemi elettorali degli altri che sono buoni solo per quelle condizioni politiche, nè, tanto meno, eliminando il problema abolendo ogni forma d'espressione della minoranza in virtù della governabilità.
    Bisogna allora che i partiti tornino a guardare tutti assieme agli interessi del popolo arrivato all'esasperazione. Tornino a riflettere dei cittadini e non badino solamente a proteggersi la vita in Parlamento. Solo allora i cittadini rinnoveranno la loro fiducia al mondo dei partiti, tornando a partecipare attivamente alle votazioni. Altrimenti si consegnerà l’Italia al Movimento 5 Stelle(non nel suo leader), che a torto o a ragione rappresenta quello che l’Italia vuole sobrietà e normalità (attenzione non parlo di Grillo, ma della percezione sociale che c’è dei Grillini).

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    1. ..."altrimenti si consegnerà l'Italia al Movimento 5 Stelle". Caro Andrea, da come ne parli sembrerebbe un evento da evitare, una calamità. Come se il M5S non fosse costituito da tantissimi giovani volenterosi, spesso anche in possesso di titoli di studio elevati, gente che ha tanta voglia di cambiare questo sistema senza spargimento di sangue. Cittadini che partecipano alla politica con un approccio diverso da come eravamo abituati da sempre. Io non so come finirà. Ma non credo affatto che l'avanzata di questa forza popolare possa rappresentare un fatto negativo per l'Italia. Anzi.

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    2. Carissimo Giangiuseppe, concordo in pieno con lei! La domanda che da tempo mi pongo è una sola: quale Movimento 5 Stelle? Se questo è un gemellaccio di Forza Italia, non ci sto. Se è quello che lei dipinge, ben venga! Purtroppo credo che fin quando i 5 stelle non si emanciperanno da Grillo e Casaleggio ne tireremo fuori qualcosa di poco buono. E voglio parlare di fatti. Penso cioè al disappunto nato tra leader e senatori per l'emendamento d'abrogazione del reato di clandestinità, penso all'abuso fatto sulla coscienza di quella giovane deputata in lacrime che, mentre dichiarava appoggio al governo Letta per responsabilità, veniva insultata di tradimento ed era aggredita da un suo collega. Queste cose non mi incoraggiano a credere in questo sistema. Ripeto la domanda retorica: quale M5S?

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  8. Giangiuseppe hai detto cose vere, ma abbiamo il dovere di piangerci addosso e di fare noi qualcosa per tentare di far ripartire la politica vera, fatta di passione e servizio, partecipazione e severa selezione della classe dirigente.
    Sono convinto che non possiamo solo attendere che altri lo facciano.
    Ho visto stasera il confronto dei candidati PD alle primarie e francamente vedevo tre candidati di partiti diversi, Civati inoltre sembrava anche di un'altra coalizione.
    Sono pero convinto che anche il PD, come il PDL, imploderà chiunque vinca e sarà costretto a dividersi. Non vedo spazi di convivenza tra i seguaci di CIVATI e quelli di RENZI. questo periodo di scomposizione e ricomposizione che non finirà prima delle prossime elezioni politiche
    Non è possibile assistere inermi e passivi a questo processo che durerà almeno1 anno. I problrmi della Sicilia non possono più attendere. Ecco perchè abbiamo offerto ai tanti amministratori e cittadini lo strumento per intanto dare il proprio contributo di idee, di impegno e di concretezza.con
    il Movimento SICILIA SI' ! che abbiamo lanciato Domenica scorsa. Starà esclusivamente alla nostra capacità di penetrazione tra i cittadini vogliosi di provarci o di riprovsrci ad essere protagonisti del nostro destino

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  9. Se è ormai chiaro che il baratro in cui ci hanno trascinato sembra non avere fondo non resta che pretendere l'intervento delle Organizzazioni Internazionali, le quali, a questo punto, dovrebbero fermare tutti i giochi in corso e cominciare a mettere ordine in questo guazzabuglio creato ad arte per depredare il paese, cancellando magari tutto quello che normativamente è stato prodotto in questi ultimi 30 anni, ritornando quindi al dettato costituente. Ancora oggi si legge che a l'Aquila sono stati operati numerosi arresti per attività illecite sulla ricostruzione. Ma vi sembra possibile che in un paese industrializzato, che ha formato professinalmente quadri e maestranze, gli imprenditori italiani decidano a cuor leggero di smontare tutto e andare ad investire in altri paesi, che non necessariamente debbano avere un sistema fiscale favorevole rispetto al famelico italiano; come se il principale freno allo sviluppo fosse solo il fisco! Ma ci rendiamo conto che questa classe non ha fatto una piega sul fatto che in questo ultimo lustro quasi 500 aziende di peso sono passate in mani straniere? E noi, tutti noi cosa abbiamo fatto? Nulla! Ora non voglio essere tacciato di razzismo, ma quando si parla del polo tessile di Carpi in mano ai cinesi, non provate nessun moto di ripulsa? Io si, io lo provo. Evidentemente alla quasi totalità del popolo di sinistra no, visto e considerato che hanno accettato senza battere ciglio che si perpetrasse una truffa colossale con la cassa integrazione, recentemente denunciata da una nota trasmissione d'inchiesta e mandata in tv. Per la parte rimanente del popolo, tutto fà brodo, lo testimonia il fatto che gli stessi italiani, hanno insegnato ai cinesi come derubarci anche dell'energia, come se l'evadere le tasse o alimentare il mercato del falso non bastasse. Attenzione questo è una delle molteplici facce del disastro nel nostro paese e del nostro paese. Urge una soluzione, ma questa non può certo darla questa classe dirigente di nominati o cooptati che ci hanno portato e continuano a portarci al fondo, lo prova il fatto che malgrado le cronache testimonino il disagio che interessa un sempre maggiore numero di famiglie questi continuano a dilapidare risorse in opere inutili, buone solo a produrre tangenti, ed a non avere la ragionevole compitenza di ridimenzionare le loro faraoniche prebende. E', a tal proposito, eloquente l'atteggiamento recentemente assunto dal presidente della Regione Sicilia che interrogato sul suo cedolino, ha avuto la sfrontataggine di dire che anche un usciere del suo ente aveva una retribuzione maggiore. Capite bene che arrivati a questo punto siamo alla farsa. La domanda che mi sorge spontanea è allora: che differenza c'è fra questo individuo ed un altro, foese ancora più folkoristico come tal Brunetta? Nessuna perchè, messi di fronte alle loro determinazioni l'uno ha risposto che percepiva meno di un usciere l'altro per tergiversare, ha disquisito sul fatto che i lavoratori del pubblico impiego sono dei fannulloni. Dove potremmo arrivare con personaggi del genere?

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  10. Commento interessante e ben argomentato. Peccato però che sia stato scritto in forma anonima. C'è un motivo particolare?

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