di Andrea Arena - Il tallone d'Achille delle costituzioni democratiche contemporanee, sono i contrappesi posti a garantire che la parte politica premiata dalla consultazione elettorale, debba necessariamente cedere parte del potere alle opposizioni, perché non si creino oligarchie.
Posto che nessuna oligarchia di governo, di un paese democratico, riesca ad abrogare le consultazioni elettorali, tranne che con un colpo di stato, il rischio maggiore che corre, forse unico, è che possa essere sostituita alle successive consultazioni. Nessuna logica giustifica quindi tale "sindrome da dittatura", neppure il fatto che le dittature hanno dominato la storia dell'umanità.
L'altro corno del problema riguarda le maggioranze ed i numeri per poter governare, ovvero, hanno formato maggioranze necessariamente composite ed abborracciate, d'accordo su nulla, ma con numeri sufficienti a dividersi le poltrone. Ciò che è accaduto nella realtà, ha prodotto danni enormemente maggiori del paventato rischio oligarchico. Leggi elettorali scandalose e maggioranze risicate hanno fatalmente condotto all'ingovernabilità, ma andiamo per ordine.
Nella storia d'Italia del dopoguerra, il partito di maggioranza relativa, con voti percentuali insufficienti a formare un governo, ha dovuto optare per coalizzarsi, cioè dividere le poltrone del potere con altri partiti più piccoli, mai contenti, sempre pronti al ricatto con la minaccia di ritirare la fiducia e provocare la conseguente crisi di governo. Cosa non ha funzionato? I luoghi del potere, ministeri, sottosegretariati e via discorrendo, venivano assegnati in funzione dei voti raccolti e portati al partito, secondo le precise regole del cosiddetto “manuale Cencelli”.
Naturalmente sono stati governi di breve durata, con programmi pretenziosi mai realizzati, i danni prodotti da ciascuno di essi, però, si sono sommati con gli anni nel corso delle varie legislature.
I numeri per governare si contano in parlamento, dove, grazie ad una sostanziale condizione di relativo equilibrio (premio di maggioranza a parte), invece di tirar dentro la coalizione interi partiti, si è preferito acquistare parlamentari avversari, la cosa è stata molto facile, alcuni di loro avevano già cambiato casacca altre volte e si sono accontentati di pochi milioni di euro. Questi "venduti", hanno candidamente dichiarato di non aver tradito il mandato del loro elettorato, infatti col porcellum non sono stati votati, ma scelti dal segretario del partito di appartenenza.
Il Presidente della Repubblica, in nome di: governo subito, governo ad ogni costo, ha messo insieme il diavolo e l'acqua santa, cose buone nessuna, ma ogni minimo contatto produce scintille e forti rimbombi. Se Napolitano avesse chiesto a Papa Bergoglio, avrebbe rischiato di passare per demente, il diavolo e l'acqua santa, insieme!
In tutto ciò, l'elemento evanescente è il popolo italiano, i suoi bisogni, le speranze e l'atavica abulia; di volta in volta basta qualche promessa elettorale e tutti corrono a votare i partiti dei pifferai magici di turno. Dopo il voto tutto torna "normale": c'è la crisi e serve un governo di emergenza, l'importante è che abbia una maggioranza, non importa come, non importa quale, i mercati ci guardano e l'Europa si aspetta che rispettiamo gli impegni presi, non bisogna far crescere lo spread (ormai non ci crede più nessuno).
A seguito di ogni tornata elettorale ricomincia il tran tran: crisi profonda all'interno di partiti e movimenti politici, verifiche, spaccature, tradimenti, accorpamenti, cambio di nome, nascita di nuovi partiti, dichiarazioni di abbandono e truffe furibonde in Parlamento. C'è sempre un politico o un partito che viene salvato in extremis anche dalle scelte sbagliate degli avversari, ma siamo poi così sicuri che si tratti di errori e casuali? (darsi una mano in extremis serve a distinguerli dal popolo bue che li vota, oltre che renderli intoccabili).
Partiti nuovi e defunti continuano a percepire rimborsi elettorali, ogni Parlamento vanta un vasto numero di ladri, faccendieri, banchieri, imprenditori, inquisiti, indagati, infiltrati, condannati, Non ci facciamo mancare nulla e loro non ci abbandoneranno mai.
Andrea Arena 25 ottobre 2013
Credo che il Presidente Napolitano, non renda omogenea la politica italiana e neppure il popolo italiano.
RispondiEliminaInfatti, se lui non ci fosse o non intervenisse, allora veramente ci troveremmo davanti ad una classe politica, per dire ''politica'', tutta veramente livellata ed alla pari.
Avrebbero più spazio creativo i vari Renzi, Berlusconi, Grillo, Brunetta, Gasparri, Casini, Capezzone, e via via tutti gli altri.
Non doveva Napolitano fare l'appello per il cambio del PORCELLUM, non doveva permettersi. E quella legge è l'esatta risultante di una classe politica e di un popolo che questo merita e questo deve avere.
Ma comunque sono certo che Berlusconi, Grillo, ed anche Renzi non ci priveranno di una legge che è la nostra carta d'identità.
Caro Presidente, non hai ancora capito che i tuoi ex colleghi, Berlinguer, Moro, Fanfani, La Malfa, Lama, Pertini, Amendola, Zaccagnini, sono morti e sepolti?
Se questi Italiani ti stessero guardando dall'alto, ti consiglierebbero di lasciar perdere, e magari di raggiungerli.
Comunque io a titolo assolutissimanente personale, voglio dirti, GRAZIE PRESIDENTE.
Caro Sergio Volpe, per essere efficace devo necessariamente scivolare nel volgare. GRAZIE PRESIDENTE UN CAZZO!
RispondiEliminaCi si dimentica l’inciucio, si è fatto di tutto per mascherarlo con uomini di poco peso; con un finto giovanilismo servito a lasciar fuori, si fa per dire, i leader più compromessi degli ultimi decenni, a parte i defunti, uno per tutti è: Nicola Mancino. Si parla e si scrive di un governo nuovo, anche se è nato centellinando il vecchio e consolidato manuale Cencelli. Di origine onomatopeica, la parola inciucio nasce dal verbo inciuciare, parlar sommessamente, spettegolare e di qui il sostantivo pasticcio, intrigo, accordo improprio, pastrocchio tra diversi. Una pratica da comari napoletane sedute fuori dai bassi nel vicolo, in modo più casalingo: larghe intese, espressione del consociativismo pudìco. L’inciucio è nel sangue di una certa politica, soprattutto di ieri, dai comunisti-miglioristi ai dorotei della Dc che sarà felice, nell’aldilà, nel vedere i suoi eredi accomunati in numero elevato in entrambi gli schieramenti. Non è facile mettere insieme gruppi con principi opposti nella politica e nella società. Soltanto uno poteva riuscire nella quadratura del cerchio: Giorgio Napolitano! Forte delle implorazioni della vecchia nomenclatura politica e degna discendenza, è riuscito ad imporre ciò che la politica, a cavallo di due millenni, non aveva neppure immaginato di fare: l'inciucio perfetto del non fare, quintessenza della prima repubblica dai primi governi De Gasperi fino a "mani pulite" ed ai giorni nostri. La fine della "prima repubblica" non c'è mai stata, la "seconda repubblica" non è mai nata, sono solo definizioni vuote di significato e vili tentativi di depistaggio.
La prima repubblica è viva, vageta, ha germogli ben verdi ed un grande padre spirituale che siede sul colle più alto di Roma e ci costa 624.000 euro al giorno, vale e dire 26 mila euro l'ora. E' il Presidente della "Casta", eletto dalla casta e garante della casta.
Caro A, "triste abbreviazione di anonimo". Sono certo che potresti essere egualmente efficace rinunziando alla volgarità che ritengo non appartenerti.
RispondiEliminaNon è mia abitudine nascondermi, (a richiesta fornisco indirizzo di casa e tel.) il mio commento era firmato Andrea Arena, sicuramente un malfunzionamento del blog. Circa la volgarità, che mi si addica o meno, preferisco deciderlo da solo senza dover accettare lezioni di bon ton da persone semi sconosciute che non stimo affatto.
EliminaCredevo di essere stato esplicito, vedo che il messaggio non è arrivato come avrei voluto, quindi ribadisco:
la prima repubblica è viva, vageta, ha germogli ben verdi ed un grande padre spirituale che siede sul colle più alto di Roma e ci costa 624.000 euro al giorno, vale e dire 26 mila euro l'ora. E' il Presidente della "Casta", eletto dalla casta, garante della casta e di tuttre le schifezze della cosiddetta prima repubblica e successive. Dopo che Napolitano ha fatto distruggere (per ordine e mano di terzi) le intercettazioni che inchiodavano lui ed il suo degno compare Nicola Mancino, la Procura di Palermo lo ha convocato come teste nella trattativa Stato-Mafia, ben misera doddisfazione. Penso che non ci andrà, magari evitando di fare la stessa pernacchia che il suo degno predecessore Cossiga, fece al giudice Felice Casson che lo aveva convocato sulla faccenda Gladio, tranne vantarsi dopo in tv di aver fondato Gladio ed arruolato personalmente tutti i gladiatori (comportamento da bassifondi mafiosi). Per la cronaca, Gladio fu una struttura paramilitare armata, totalmente fuori dall'arco costituzionale italiano (alcuni suoi depositi di armi, risulta che furono usati nel periodo del terrorismo rosso). Fu riconosciuta ufficialmente dal presidente del Consiglio italiano Giulio Andreotti il 24 ottobre 1990. Ecco cosa dichiara lex venerabile Licio Gell: "IO AVEVO LA P2, COSSIGA LA GLADIO E ANDREOTTI L’ANELLO". L’ANELLO? "SÌ, MA NE PARLEREMO LA PROSSIMA VOLTA". CON POCHE PAROLE, CLAMOROSE, L’EX VENERABILE GELLI INDIVIDUA PER LA PRIMA VOLTA NEL SENATORE ANDREOTTI IL REFERENTE DI UN’ORGANIZZAZIONE CLANDESTINA QUASI SCONOSCIUTA (DETTA ANCHE IL "NOTO SERVIZIO"), DESTINATA A SVOLGERE I "LAVORI SPORCHI" (ivi compreso i depistaggi) CHE NON DOVEVANO COINVOLGERE UFFICIALMENTE I SERVIZI; gli esempi non mancano: stragi di Bologna, Italicus, piazza Fontana, piazza della Loggia, Ustica, Capaci, Via dei Georgofili, Via Damelio ed altre.
Presidenti della Repubblica e del Consiglio marci fino al midollo, ma che continuano a farla franca perchè intoccabili, vescovi e cardinali che partecipano a festini con escort e, il giorno dopo, con le stesse mani che hanno toccato la figa a pagamento, dispensano l'ostia sull'altare ed io dovrei vergognarmi per aver scritto cazzo? Bravi ragazzi, buonisti del porgi l'altra guancia, leccaculo di preti indegni, ammiratori di cariche istituzionali da alto tradimento, mi avete rotto le palle, non ho più il minimo interesse a continuare a dibattere con voi.
Questo è un blog aperto a tutti. Non ci sono pregiudizi nei confronti di nessuno e ci piace avere opinioni diverse. Il confronto è il nostro pane quotidiano. Basta leggere le motivazioni che sono alla base della nascita di questo giocattolo per persone che hanno la voglia di leggere opinioni e scrivere loro pensieri. A volte ci si lascia prendere la mano, ci si crede migliori, si fanno errori, e si prendono abbagli. Si solito, però, ci si limita ad esporre la propria linea lasciando agli altri la possibilità di esprimere condivisione, diversità, e contrarietà. Senza andare oltre.
EliminaSe tutto questo piace va bene per tutti. Se non si condividono le opinioni più diffuse bisogna farsene una ragione. Se, infine, lo stare qui crea disagio, per qualsiasi motivo, basta evitare. E se qualcuno ci abbandona ci dispiace molto. Avremo sbagliato in qualcosa e cercheremo di migliorare. E continueremo lo stesso.
A me dispiace che Andrea Arena abbia espresso l'intenzione di abbandonare il blog, cosa che spesso ho pensato anch'io di fare, e che finora non ho fatto per la presenza di persone della cui amicizia mi sento onorato. Purtroppo abbiamo dei commentatori che si prendono troppo sul serio, che a volte sconfinano in volgarità inaccettabili, che pensano di essere dei "maitre a penser" in grado di dispensare a tutti le loro verità e guai a contestarle che iniziano subito le manifestazioni di solidarietà tra loro, insomma un blog che se non la pensi come tutti, ti isolano, non ti rispondono credendo di farti un dispetto, ecc. ecc.
EliminaEppure sono ancora quì a combattere per le mie idee.
Andrea, la tua voce ci arricchisce. Non ti invito a rimanere, questa è una cosa che devi valutare tu, ma si sa, nessuno si straccia le vesti se qualcuno se ne va, e allora perchè dare questa soddisfazione?
Non nutro grande simpatia per Napolitano. Almeno da quando ha accettato la rielezione dopo averla esclusa categoricamente tantissime volte.
RispondiEliminaDetto ciò, non c'è dubbio, però, che resta un politico di primo livello che sta cercando di mantenere la rotta. Anche se, per me, non condivisibile. Sta svolgendo il ruolo che gli è stato assegnato e spinge ogni giorno il Parlamento ad approvare la nuova legge elettorale. La fonte di tutte le ignominie. Probabilmente potrebbe fare di più, anche minacciando le dimissioni. Purtroppo, però, si scontra e si confronta con un manipolo di subordinati che hanno a cuore (umanamente comprensibile) la loro poltrona e i loro lauti privilegi.