di Giangiuseppe Gattuso - Le carceri scoppiano, la Corte Europea ha condannato più volte l’Italia per lo stato di degrado in cui vivono migliaia di detenuti. Troppi carcerati per pochi posti.
I Governi non hanno realizzato nuove carceri e nemmeno adeguato quelle esistenti. Nessuno ha ritenuto di affrontare seriamente una questione così importante per la dignità e la civiltà di un popolo. Lo sforzo immane di Marco Pannella, i suoi digiuni al limite della vita, e l’attivismo dei radicali sono rimasti voce nel deserto. E Giorgio Napolitano, il Presidente rieletto per la seconda volta, ha scatenato l’inferno. Ha indicato la strada con un messaggio inviato alle camere, l’8 ottobre 2013. In altri momenti aveva denunciato lo stato di degrado delle nostre carceri definendole “non degne di esseri umani”, “una vergogna per il paese”, “un’umiliazione per l’Italia che non può fare dormire sonni tranquilli”.
La nostra Costituzione all’art. 27 terzo comma recita: ”Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Niente di tutto questo. Altre volte su PoliticaPrima abbiamo affrontato questo argomento sottolineandone l’indice di inciviltà. Spazi a disposizione dei detenuti, molti di loro in attesa di giudizio, e quindi ancora formalmente “innocenti”, al limite della vivibilità e della tortura, anche 2/3 metri quadrati a persona. Al di sotto della superficie minima di 6 metri quadrati stabilita da una direttiva europea per i suini.
“Se mi sono risolto a ricorrere ora alla facoltà di cui al secondo comma dell'articolo 87 della Carta, è per porre a voi con la massima determinazione e concretezza una questione scottante, da affrontare in tempi stretti nei suoi termini specifici e nella sua più complessiva valenza”. Con queste parole Giorgio Napolitano ha inteso dare al “messaggio” un peso specifico rilevante perché “seguissero, testimoniandone l'efficacia, dibattiti e iniziative, anche legislative, di adeguato e incisivo impegno”.
Un testo chiaro e dettagliato che indica il problema e ne individua le soluzioni.
La Corte europea dei diritti dell'uomo, con la sentenza dell'8 gennaio 2013 - (Torreggiani e altri sei ricorrenti contro l'Italia), ha accertato la violazione dell'art. 3 della Convenzione europea che, sotto la rubrica "proibizione della tortura", pone il divieto di pene e di trattamenti disumani o degradanti a causa della situazione di sovraffollamento carcerario. Un problema sistemico di un malfunzionamento cronico del sistema penitenziario italiano, che ha interessato e può interessare ancora in futuro numerose persone. Una situazione incompatibile con la Convenzione".
I rimedi riguardano la possibilità di ricorrere il più possibile alle misure alternative alla detenzione per riorientare la politica penale verso il minimo ricorso alla carcerazione, ed evitare la crescita della popolazione carceraria. La Corte di Strasburgo, con voto unanime, la ha fissato il termine di un anno perché l'Italia si conformi alla sentenza, e cioè entro il 28 maggio del 2014. Oltre quella data si susseguiranno le condanne con un grave danno per il Paese.
Un tema scottante. Che fa emergere i sentimenti profondi dalle pance degli italiani. Che scatena le reazioni di chi ritiene il carcere l’unica soluzione contro la criminalità e i delitti di ogni genere.
Non ultima, la questione Silvio Berlusconi. Un problema che in qualsiasi altra parte del mondo sarebbe stato risolto con un gesto semplice, coraggioso, e di grande dignità. Una resa con l’onore delle armi in nome del bene supremo, l’Italia. È, invece, ancora, un freno inibitore ad ogni iniziativa nel segno della civiltà e della dignità umana. Un problema che l’intero Paese non può e non deve più sopportare.
Ebbene, chi siede in Parlamento, il Governo, e ogni altra autorità istituzionale abbiano un sussulto di dignità, diano un messaggio chiaro ai cittadini, dicano che è ingiusto trattare i detenuti in questo modo, abbiano il coraggio di proporre immediatamente l’unica cosa che resta da fare, per la loro colpa, e per la loro insipienza. Un provvedimento equo, un atto di clemenza, un atto coraggioso che immediatamente può riportate la vivibilità di quei luoghi di pena ad un livello di decoro e di decenza di un Paese civile.
E poi, di corsa, si avvii sul serio una riforma complessiva per ridisegnare il sistema giudiziario e quello penitenziario.Per ridurre al minimo indispensabile il trattamento detentivo, finalizzato al recupero e al successivo reinserimento nella società. La questione Berlusconi, in questo quadro, è veramente ben poca cosa.
Giangiuseppe Gattuso
16 ottobre 2013
Negli ultimi 33 anni ho assistito, da operatore sanitario penitenziario, a numerosi indulti e qualche amnisitia.
RispondiEliminaIl problema per chi esce e' complicato; reinserimento, ripresa delle proprie attivita', riadattamento ad una vita diversa da quella carceraria.
Tutti questi problemi sono rimossi dalle istituzioni che si limitano a qualche contentino economico, possibilmente suffragato da assenza di dignita' del lavoro (vedi LSU, o articoli vari)
Il problema resta per chi rimane detenuto, per chi diventa detenuto, per chi ritorna (purtroppo molti) detenuto.
Le carceri sono un corpo estraneo sociale dove vengono chiusi i cattivi per dare la sensazione a chi resta fuori di far parte della schiera dei buoni.
Cosa avviene all'interno per tentare una redenzione sociale, una trasformazione vera, non importa sostanzialmente a nessuno.
Basti pensare che i detenuti in Sicilia mnon sono inseriti come nel resto d'Italia nel Sistema Sanitario nazionale; non sono cittadini detenuti, ma persone chiuse e discriminate.
Gli operatori di polizia penitenziaria sono ormai ridotti ad un numero esiguo e devono interagire con persone che sostanzialmente le vedono come il "nemico" che e' pagato per custodirle.
Il momento della detenzione non e' in poche parole un momento di custodia in senso stretto, ma un momento di allontanamento dalla societa' offesa e colpita dalle malefatte di chi va in galera.
Un po' sono in attesa di giudizio, un po' sono li' come simbolo del degrado sociale esterno, un po' perche' non sono capaci di procurarsi il sostentamento senza delinquere.
Il ruolo di chi se ne fa carico e' diverso; e' il ruolo dei "buoni":
hai vissuto nei tuguri? e io ti spiego come si vive in ambiente sano.
Hai vissuto senza igiene dentale, intima, senza rispetto per la salute tua e dei tuoi figli? e io ti insegno cos'e' la prevenzione.
Non hai mandato i tuoi figli a scuola perche' dovevano aiutarti nelle attivita' lecite e illecite? e io mi occupo della dispersione scolastica che ti circonda.
Ti hanno insegnato che avere un Rolex e' piu' importante di una buona lettura (al limite di fumetti)? e io ti faccio capire che ti e' mancato qualcosa di importante.
Tutto cio' deve fare da contorno all'amnistia, all'indulto, al perdono sociale, alla grazia per berlusconi, per previti e per tutti coloro che in fondo pensano di rimuovere il problema delle carceri sia in secondo piano per inserire nella carta di identita' di uno stato la parola "CIVILE"
da alcuni mesi la mia esperienza lavorativa si è spostata all'Ufficio del garante dei diritti dei detenuti della regione siciliana. non vi è alcun dubbio che questo ufficio semisconosciuto al grande pubblico, ma non alla popolazione carceraria (ogni anno arrivano a vario titolo oltre 3.000 richieste di interventi vari), costituisca un osservatorio privilegiato su quella che è l'attuale situazione delle carceri siciliane in particolare. Non snocciolo numeri per altro noti a tutti, ma a leggere le lettere che arrivano, i drammi umani che in esse si racchiudono, non vi è alcun dubbio che il Parlamento ha il dovere di intervenire e di farlo al più presto. e mi riallaccio a quanto scrive Bruno La Menza che queste esperienze vive da tanti anni da operatore del settore . non vi è alcun dubbio che non basta l'atto di clemenza. bisogna creare le condizioni che portino al recupero umano e sociale di queste persone. E qui mi sento in dovere di lamentare la mancanza assoluta di intervento da parte della regione Siciliana. vi è una legge regionale la 16/99 che permetterebbe attraverso una forma di finanziamento minimo (25.000 euro max) che si esplica attraverso l'acquisto diretto di materiali e attrezzature da parte della regione stessa a favore del detenuto richiedente, di consentire allo stesso di avviare una attività lavorativa, da poter continuare dopo l'espiazione della pena. Orbene di questa legge ne hanno usufruito 140 detenuti, che hanno iniziato la loro esperienza lavorativa in carcere, l'hanno continuata dopo garantendosi un onesto vivere, senza tornare a delinquere e creando in alcuni casi occupazione diretta e indiretta attraverso l'indotto. E la regione che fa? la definanzia spegnendo le aspettative di quanti avessero voluto intraprendere una strada migliore. e non è che ci volessero chissà quali cifre anche 300/400 mila euro all'anno potrebbero bastare per tenere accesa questa speranza. Ad oggi fa di più. da agosto è scaduto il mandato del Garante che fino a quella data è stato l'ex senatore Salvo Fleres, ed ancora il presidente della regione, cui compete la nomina, peraltro a titolo gratuito, non ha provveduto a nominarne uno nuovo o a confermare lo stesso Fleres. il risultato? i detenuti continuano a scrivere, lamentano disagi sanitari, difficoltà con i colloqui, vorrebbero incontrare il garante o comunque i suoi uffici, ma tutto questo per le caratteristiche proprie dell'ufficio e delle norme che regolano i rapporti tra lo stesso e l'amministrazione penitenziaria nel suo insieme, in assenza del garante di fatto non è possibile. Questo lo scrivo, perché se è vero che le problematiche sono serie e corpose e chiedono interventi straordinari, e pur vero che su cose semplici e previste dalle attuali leggi, non ci si assume quel minimo di responsabilità dovuta da parte di chi è chiamato ad assumersela.
RispondiEliminaA parte la percentualina di grandi criminali che si trovano in carcere per scontare pene lunghissime per reati gravissimi, il resto della popolazione carceraria è composta da piccoli personaggi rei di reati minori.
RispondiEliminaTre leggi in particolare, del tutto ideologiche e fasciste ingolfano gli istituti di pena.
la Fini-Giovanardi
La Bossi-FINI
La Cirielli.
TRE veri mostri giuridici che qualcuno avendone i numeri ha imposto.
Come risolvere questa vergogna?
Se per vera inciviltà non si potesse tirar fuori questi disgraziati, allora una cosa che a mio avviso funzionerebbe, sarebbe quella di portare dentro un migliaio di potenti che certamente lo meritano, e che a quel punto con la loro forza interna ed esterna trasformerebbero quei lager in hotel a 5 stelle
Comunque sono d'accordo con Napolitano, io sono per l'indulto e l'amnistia, e se questi provvedimenti dovessero portare conseguenza anche a Silvio, bene non me ne importerebbe un cazzo.
l'articolo e complesso con molti aspetti , provo ad affrontare quelli che mi appaiono più significativi .
RispondiEliminaChe il capo dello stato ( e non re giorgio ) ha saputo porre un vero problema in termini corretti e sapienti , non vi sono dubbi ; che che ne pensa quel funambolo di grillo .
Che i carcerati sono trattati in maniera disumana è un'altra verità :
che le carceri sono pieni di poveri disgraziati ( clandestini drogati ) grazie grazie alla bossi- fini ed alla giovanardi è o non un a verità ; che si debba approfittare di un problema per farla passare liscia ad un evasore non sono assolutamente d'accordo , anzi ritengo che si dovrebbe considerare una aggravante il suo stato
Non sono convinta della bontà dell'amnistia e indulto.. perchè proprio adesso?Per me sono provvedimenti per salvare berlusconi. Loro dicono che non è vero ma per votare amnistia e indulto in Parlamento è necessaria la maggioranza dei due terzi, dunque il centrodestra farà in modo di modellare la legge sui suoi parlamentari,facendo un ricatto ancora una volta al PD. E poi ...siamo convinti che questo risolverà il problema delle carceri sovraffollate?E dopo? si vuoteranno le carceri ma se non si risolve il problema alla base, creando urgentemente nuove strutture, si ripresenterà uguale tra qualche anno..come già accaduto..
RispondiEliminaMa si preferisce spendere i soldi in altre cose.. come gli F 35 Credo che in questo momento è più urgente pensare ai milioni di disoccupati ..alle aziende in fallimento ad un' Italia in ginocchio... se Napolitano ha a cuore veramente l'Italia faccia un passo indietro,.invece di sostenere queste larghe intese che prendono per i fondelli gli italiani....
Siamo tutti d’accordo con la sostanza dell’articolo di Giangiuseppe ed anche con Sergio quando sostiene che le carceri sono stracolme a causa della: 1) Bossi - Fini, 2) Giovanardi, 3) la Cirielli, ma lo sono meno quando parla di concedere amnistia e indulto. Abbiamo già visto come, in sei anni dal precedente provvedimento, le carceri si sono riempite nuovamente e non vorrei che lo siamo di nuovo tra sei anni… Sono convinto che i problemi vanno risolti alla radice. Se ci sono tante incongruenze nella Bossi Fini, perché il Parlamento non cominci con abolire questa legge. Un risultato importante lo avremmo, e forse più d’uno, si toglierebbe il reato di clandestinità e rimanderemmo nei paesi di origine chiunque abbia commesso un crimine in Italia. Verificheremmo anche le reali intenzioni di Grillo e dei pentastellari. Un provvedimento simile andrebbe preso per la Giovanardi, altra legge assurda, e così anche per la Cirielli. Si potrebbe vedere così se è capace questo governo di risolvere, una volta per tutte, i problemi senza guardare in faccia nessuno.
RispondiEliminaE senza parlare assolutamente di grazia a Silvio Berlusconi, che prima lo facessero decadere, meglio è per tutti.
A ciascuno il suo punto di vista: AMNISTIA ED INDULTO PER RINVIARE LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA. Così è stato e così sempre sarà.
RispondiEliminaCondivido in toto l'articolo di Giangiuseppe Gattuso. Sono avvocato penalista, e due anni fa, quale Presidente della Camera Penale Conca d'Oro ho avuto la possibilità, unitamente alla Giunta dell'Unione Camere Penali, di visitare il carcere dell'Ucciardone. Una cosa indicibile, condizioni subumane, sovraffollamento dei reparti, zone pericolanti, muffa verde... La sola descrizione non è sufficiente a dare l'idea di quello che sono le carceri italiane.
RispondiEliminaCome bene ha detto Giangiuseppe, la Costituzione, tanto sventolata in questo periodo, e al contempo ignorata dai tanti che ipocritamente la sbandierano, indica finalità di "rieducazione del condannato". Ebbene le attuali condizioni carcerarie garantiscono invece il "perfezionamento" delle attitudini criminali dei condannati. L'amnistia e l'indulto da sole non bastano a risolvere il problema, occorre mettere mano, con rigore al nodo, rimasto serrato, dell'abuso della carcerazione preventiva, della sua irragionevole durata, unitamente ad una maggiore applicazione, da un lato, delle misure cautelari meno afflittive, e dall'altro, delle misure alternative alla detenzione. Ma da qualche parte bisogna iniziare. E' vero che sono temi impopolari, perchè la "ggente" vuole il sangue, vuole vendetta, salvo poi riscoprirsi "garantista" quando può toccare a lei....Perchè il problema di fondo è questo, si pensa sempre che il carcere, o la vicenda giudiziaria tocchino sempre e soltanto gli altri... i cattivi.
Gianni , ti ringrazio per aver ripreso il tema della condizione carceraria italiana che non è degna di un paese che si definisce civile e che ha aspetti di disumanità e di costrizione che nulla hanno a che fare con la funzione rieducativa della pena detentiva.
RispondiEliminaVi rivelo un episodio inquietante: nel corso di quest'anno il dott. Mimmo Miceli detenuto a Rebibbia, altro braccio rispetto a Cuffaro, viene immotivatamente trasferito a Regina Celi in una sorta di CELLA DI ISOLAMENTO, piccola e con una piccolissima finestra posta al di sopra dell'altezza d'uomo.
Ogni tanto riceve la visita di un magistrato che gli chiede se avesse nulla da dichiarare. Dopo 5 mesi e dopo i pronunciamenti del tribunale di sorveglianza di Roma e della corte di GIUSTIZIA EUROPEA, viene ritrasferito a REBIBBIA.
E che dire poi delle sentenze emesse senza uno straccio di prova, ma solo con la descrizione di fantasiosi teoremi, degni del miglior Hiccook, fratto del cosidetto " LIBERO CONVINCIMENTO DEI GIUDICI "??????????
Passatevi un pò di tempo ad andarvi a leggere il dibattitoche si è svolto in Parlamento nel 1992 e vi renderete conto che è tutto colpa di quella clesse politica se la MAGISTRATURA da ORDINAMENTO DELLO STATO si è trasformato nel MASSIMO POTERE DELLO STATO, che decide della vita e della morte dei cittadini, a prescindere delle loro colpe, delle prove certe che tutti pensiamo essere necessarie per subire una condanna che dovrebbero essere dimostrate dall'accusa AL DI LA DI OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO. Non è più così, IL LIBERO CONVINCIMENTO DEI GIUDICI supera ognuno dei principi prima elencati. Basta leggere alcune sentenze penali di condanna come quella degli amici che ho citato.
Cosa fare? Occorre che ognuno di noi faccia la sua parte per ripristinare i basilari PRINCIPI COSTITUZIONALI DEL DIRITTO in una nazione che per millenni era stata considerata la CULLA DEL DIRITTO E DELLA CIVILTA'.
I peccati umani si distinguono in 2 categorie quelli di OMISSIONE e quelli di AZIONE, io per parte mia, al di la di ogni calcolo opportunistico e di ogni prudenza, ho scelto di macchiarmi solamente di PECCATI D'AZIONE e voi?????
In questo scambio di opinioni la posizione che piú condivido é quella di Sergio Volpe, con un invito a tutti di andare a leggere le eggi sull'emigrazione vigenti nei vari paesi europei ed accorgersi che la bossi-fini é fra tutte la piú leggera.
RispondiEliminaPer risolvere i problemi relativi al sovraffollamento delle carceri non bastano amnistia e indulto, occorre ben altro. Occorre cambiare la mentalità srcondo la qusle un carcerato cessa di essere un uomo per diventare un animale senza diritti alla salute, ad un trattamento dignitoso e compatibile con una vita "umana". Le nostre carceri sono quelle di duecento e rotti anni fa, e mentre la società bene o male ha beneficiato di un progresso tecnologico, civile, culturale, scientifico, ma anche di un progresso relativo al riconoscimento dei diritti dei deboli e dei diversi, le carceri e la mentalità carceraria sono rimaste sempre le stesse, quelle repressive antecedenti il pensiero di Cesare Beccaria.
Occorrono ovviamente altre cose, soprattutto la costruzione di nuove carceri e l'adeguamento di quelle esistenti alle esigenze di dignità cui ogni persona umana ha diritto. Ma soprattutto occorre che l'Italia diventi una nazione veramente civile, perché adesso siamo un paesi di barbari, dove vige la barbarie assoluta. Basta leggere le farneticazioni di Grillo e di tutti quelli che vogliono o non vogliono le leggi se a beneficiarne possa esserci , Dio ce ne liberi, anche Berlusconi, e che quindi propongono l'istituzione di alcune belle leggi "contra personam". La barbarie di quelli che pretendono di essere moralmente superiori e sono peggio degli altri.
L'amnistia e l'indulto, oggi sarebbe una soluzione molto provvisoria del problema carcerario e oltretutto confermerebbe che in Italia si può delinquere allegramente e senza problemi, ma, in attesa di altre e migliori soluzioni ancora da venire, pur con tutti i mal di pancia che possiamo avere, mi pare che siano l'unica soluzione possibile.
è veramente penoso fare o non fare indulto e amnistia pensando a Berlusconi. Condivido la posizione di Pepe e di Volpe.
RispondiEliminaAggiungo che quando sento parlare contro Napolitano mi viene l'orticaria.
Ieri sera, giovedì 17 ottobre 2013, su LA7 nella trasmissione di Santoro Servizio Pubblico, abbiamo assistito all'ennesima 'discussione' sul personaggio Berlusconi.Una vergogna immane. Sia per le cose dette, sia per il fatto di potere ascoltare fatti strettamente privati in TV di fronte ad un pubblico vastissimo.
RispondiEliminaIo non ho intenzione di emettere giudizi e nemmeno mi interessa farlo. Ma non c'è dubbio che la vicenda del politico Berlusconi prima si chiude e meglio è. Per lui, per la politica, e per l'Italia.
Si parla sempre e solo di un degenerato che ha appestato l'italia.
RispondiEliminaDegenerati saranno quelli che rubano i nostri soldi facendo affari con le banche. Ti ricordi di Fassino, detto anche "abbiamo una banca"?
RispondiEliminaIn questo periodo si parla molto di come risolvere il sovraffollamento delle carceri, il Ministro di grazia e giustizia si dice pronta con delle nuove soluzione.
RispondiEliminaL’importante è che non si scelgano soluzioni del passato come l’indulto o altre forme di “svuotamento carceri” che hanno messo sulle strade migliaia di detenuti che dovevano invece scontare la pena perché condannati dalla legge, con non pochi problemi per chi aveva subito danni morali e fisici da queste persone, uno schiaffo morale e psicologico per tutti i parenti delle vittime di atti criminali, senza contare che molti detenuti dopo poco tempo sono rientrati in carcere per altri reati commessi.
Senza contare tutto il lavoro fatto dalla polizia per assicurare il rispetto della legge che in un colpo di spugna è diventato vano.
Per risolvere il problema delle carceri non possono essere adottati dei provvedimenti che vengono scelti solo perché non hanno un costo economico, c’è la necessità certamente di dare una vita carceraria ai detenuti nel rispetto dei diritti umani e della dignità della persona, ma soprattutto servono progetti mirati al reinserimento nella società e al recupero, è impensabile che il trattamento carcerario sia uguale per chi è stato condannato per pedofilia a chi è stato condannato per rapina in banca.
Per fare questo ci vogliono investimenti per carceri nuovi o devono essere aperti quei carceri costruiti e vergognosamente rimasti chiusi, che stanno andando in rovina, va rivisto il programma di recupero del detenuto, alcune carceri devono diventare delle vere e proprie comunità di recupero dove la condanna non può essere la condizione precaria della vita quotidiana, ma uno sforzo al recupero con personale preparato e adatto professionalmente: questo certamente ha un costo economico.
Il carcere non può e non deve essere un contenitore dove l’unico problema è quello di come svuotarlo, soprattutto perché non va dimenticato chi è stato segnato per tutta la vita da atti di delinquenza o addirittura ne è rimasto vittima.
Evocare i diritti della Corte europea dei diritti dell'uomo e la nostra Costituzione per venire in favore della popolazione carceraria non trova alcuna giustificazione quando una povera farmacista viene uccisa in un paesino dell'entroterra madonita da due balordi di cui uno era agli arresti domiciliari. A cosa potrebbero incidere i richiami di un Presidente della Repubblica che si è contradistinto nella sua attivatà politica nel suo ex PCI con la sempre e instacabile "doppiezza". Per qualche depositario della verità che si distrinsica con dimistichezza e autorevolezza al di sopra di tutti e di tutto propongo che costruire nuove strutture carcerarie sarebbe il minimo.
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