di Carmen Scelsi - Chi è Valeria Grasso? Una testimone di giustizia di cui sono fiera essere amica. Valeria è una giovane imprenditrice, proprietaria di una palestra che è stata il suo vanto e il suo sostentamento.
Una donna coraggiosa che ha permesso l'arresto dei suoi estorsori, degli aguzzini che le avevano tolto la voglia di vivere insieme alla libertà di azione e di pensiero, chiedendole il pizzo, minacciandola con atti intimidatori. Stanca della soggezione fisica e mentale, ha denunciato gli appartenenti ad una famiglia mafiosa, i Madonia e da allora è cominciato il suo Inferno in terra. Prima di ottenere la giusta tutela dallo Stato, sotto la spinta di continue provocazioni e azioni intimidatorie e temendo per la sua incolumità e quella dei suoi figli, si è resa protagonista di atti eclatanti come l'incatenamento ai cancelli del Viminale.
Entrata finalmente nel programma protezione dei testimoni di giustizia, è stata trasferita in località protetta, dopo aver soggiornato anche in alberghi, con grandi disagi per sé e per i suoi figli. E ora, lo Stato, non padre ma patrigno, le ha tolto i contributi di sussistenza. Sapete perché? Aprite bene le orecchie perché ora comincia il bello anzi il tragico. La vergogna delle vergogne. La figlia maggiore di Valeria si ammala di depressione. La lontananza da casa, dagli amici, dai suoi affetti, dai compagni di scuola minano la sua mente e la sua anima. Rischia grosso, deve tornare necessariamente nella sua città d'origine, deve essere curata e seguita da specialisti.
Con tanto di certificazione medica, la fanciulla torna e subito dopo il resto della famiglia. Come potrebbe una mamma lasciare sola una figlia che si trovi in una situazione così delicata e pericolosa? Ebbene, cari signori, lo Stato ha presentato il conto, non solo il conto degli extra degli alberghi in cui è stata ospitata ma le ha tolto i contributi per la figlia e ora per se stessa. Mi chiedo come sia possibile che in momento oscuro come questo, il baratro economico, il dissanguamento finanziario delle famiglie italiane, l'involuzione della politica, i suicidi, la corruzione, l'evasione fiscale, il rischio di "bondiane" guerre civili, la disperazione, con tutta questa roba al fuoco, mi chiedo come possa essere lo Stato così solerte nel tagliare le spese dei testimoni di giustizia. E non essere altresì solerte a effettuare i giusti tagli ai vergognosi sprechi di una classe politica inefficiente e corrotta e dei privilegiati che i privilegi se li sono presi da soli.
È così che lo Stato ringrazia i suoi figli più coraggiosi? Certo Valeria non si aspettava un premio, perché le sue azioni sono state guidate dalla sua coscienza di cittadina perbene, onesta e stanca di essere soggiogata da gente che si sente così potente da poter decidere della vita delle persone, ma nemmeno una punizione perché una punizione sembra... non vengono riconosciuti il coraggio, i sacrifici e la stessa collaborazione di queste persone che dovrebbero essere considerate un fiore all'occhiello, un simbolo di riscatto e di cambiamento.
Valeria ha servito lo Stato presentandosi ovunque sia stata chiamata a parlare di mafia: scuole, atenei, associazioni e continuerà a farlo.
Che senso ha tutto questo? Bisogna denunciare le estorsioni e le intimidazioni mafiose ma lo Stato non incoraggia e non è presente se non quando succede l'irreparabile. Vergogna! Valeria comunque continuerà la sua battaglia e come lei tanti altri giovani coraggiosi come Emanuele Feltri, perito agrario di 33 anni, imprenditore siciliano che denuncia atti intimidatori e mafiosi contro la sua azienda agricola nella valle del Simeto. Ma lo Stato continua ad essere assente. VERGOGNA!
Carmen Scelsi
07 agosto 2013
P.S
. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo di Carmen Scelsi. La storia di una donna coraggiosa, Valeria Grasso, testimone di giustizia che sta pagando due volte per avere denunciato una famiglia mafiosa. L’autrice, sensibile e attenta alle problematiche sociali, inizia così la sua collaborazione con PoliticaPrima. Benvenuta e buon lavoro.
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Una delle tante storie di cui non parlano giornali e tv troppo impegnati a parlare di berlusconi e primedonne della politica.Eppure la nostra vera Italia è fatta anche di donne come Valeria ,peccato che questa classe politica non la rappresenta e continua a mantenere i suoi immondi privilegi.
RispondiEliminaun articolo veramente coraggioso. Un piccolo incoraggiamento dovuto dalla società ai suoi cittadini migliori. Ma siccome lo stato e nella fattispecie la Sicilia sono ostili ai cittadini onesti, essere gente per bene, in mezzo al malaffare, non paga. Complimenti a Carmen Scelsi per averci sensibilizzato a questo tema.
RispondiEliminaNon avevo avuto modo di seguire la storia di Valeria Grasso e ringrazio l'autrice per l'articolo. Una vicenda grave e triste nello stesso tempo. Uno Stato (sarebbe più giusto scriverlo minuscolo) che dimentica i suoi figli migliori proteggendo, invece, personaggi che non meritano affatto di esserlo. Spero con tutto il cuore che cittadini come Valeria e Emanuele possano vincere la loro battaglia contro l'indifferenza e il malaffare.
RispondiEliminaPurtroppo lo stato siamo noi, indifferenti , sazi solo dei nostri piccoli bisogni quotidiani , basta guardare alle votazioni , poveracci quelli che hanno bisogno di un popolo ....mi dispiace per Valeria, evidentemente non ne poteva piu' ... e noi? c'e' qualche partita di calcio questa sera?
RispondiEliminaNon credo neppure ci siano molti abitanti dello stivale , scandalizzati veramente per cio' che e' successo e sapete perche'? coltiviamo la nausea , l'indifferenza e naturalmente il calcio .
E'vero,hai ragione,ci si abitua a tutto,agliomicidi,ai suicidi,alle violenze,ai morti ammazzati..a tutto ed è vero che moltisono indifferenti.legati alle loro quotidianità e ai loro interessi,ma è pur vero che ci sono moltissime persone,impegnate nel dare voce ai perseguitati,alle vittime di violenze,di estorsioni.di minacce,di atti intimidatori,di attentati...guai se così non fosse.Lo Stato appartiene alla categoria degli indifferenti,apatici,inefficienti e...collusi
EliminaSono circa tre anni che la testimone di giustizia Valeria Grasso ha intrapreso la sua battaglia pubblica contro il racket di cosa nostra ed allo stesso modo contro lo stato. da lei lo stato ha voluto le denunce contro la famiglia di Salvino Madonia, nota famiglia mafiosa del quartiere san Lorenzo, denunce che ne hanno permesso l'arresto e la condanna a pene variabili intorno ai dieci anni In tutto questo lo stato ha utilizzato la tecnica del braccio corto, ponendo Valeria e la sua famiglia in una situazione tale farle pensare di abbandonare il programma di protezione.
RispondiEliminaNon ho parole e ritengo inutile inveire, ma come dicono la ricci e la scelsi lo stato siamo noi e noi dobbiamo dire "mea culpa". Da poco abbiamo espresso il nostro voto che doveva cambiare i comportamenti e invece abbiamo dato forza ai complotti affinché tutto resta allo stato quo. non ci sono valori nella nostra società, abbiamo perso il senso della vita specie nei posti di comando. oggi anche Papa Francesco ci sta ammonendo dando mandato ai giovani, solo la nuova generazione se si allontana da dall'essere manualanza può sollevare le istituzioni, perché con i nuovi mezzi di comunicazioni ha la possibilità di essere trasparente e di denunciare i privileggi ingiusti.
RispondiEliminaAngelo,è necessaria una rivoluzione etica che rinnovi le coscienze e ribalti la scala dei valori.Dov'è finito il rispetto per la vita?Dov'è finita l'onestà,l'educazione,il rispetto del prossimo,il senso della giustizia e l'elenco è lungo...quanti atteggiamenti mafiosi si sopportano nella quotidianità,senza che ci siano le giuste reazioni....ci vuole una rivoluzione etica e questi giovani coraggiosi hanno bisogno del sostegno di tutti,considerato che questo Stato è l'espressione di quell'assenza di sani valori..
RispondiEliminaInteressante l’articolo di Carmen Scelsi, alla quale dò il benvenuto per essere ora nella famiglia di Politica prima, ma sopratutto per il coraggio dimostrato nell’affrontare e portare a conoscenza un tema di notevole interesse, il caso di Valeria Grasso.
RispondiEliminaIeri sera vedevo un dibattito su “la 7”, in cui era presente il giornalista Da Milano dell’Espresso e la ministra all’immigrazione Cecile Kienge e nel quale il giornalista faceva notare come in Italia, il tema dei diritti venga sempre ….dopo. Così è stato per la legge sull’omofobia, come per la legge che abolisce il finanziamento ai partiti, che sono state …rimandate a Settembre. Si tratta appunto di diritti dei cittadini, e come tali, si possono affrontare in un secondo tempo...
Per fortuna che, forse per riacquistare credibilità, proprio oggi in “zona cesarini”, considerato che domani chiudono le Camere per ferie, il governo di Enrico Letta ha approvato il decreto legge sul “femminicidio”, che stabilisce pene pesanti per gli omicidi nei confronti delle donne, nonché per gli omicidi di genere.
Grazie quindi a Carmen Scelsi se noi parliamo oggi della situazione della testimone di giustizia Valeria Grasso, delle disavventure vissute da questa donna e dalla sua famiglia, mentre questo nostro stato li abbandona al loro destino, togliendo quelle garanzie, anche di carattere assistenziale e sociale, che le aveva concesso prima. Auguri Valeria Grasso!
Per la vicenda di Valeria Grasso il mio pur fornito vocabolario deve dare forfait, insufficiente a descrivere i sentimenti di rabbia verso questo stato idiota, caino, senza intelligenza, senza cuore e senza giustizia.
RispondiEliminaPiù leggo i dettagli della vicenda e più mi convinco di essere in un pozzo senza fondo di iniquità, di malvagità e scelleratezza.
Diventando testimone di giustizia, a Valeria Grasso
viene assegnata una abitazione in località protetta, e per legge le spetta un contributo da testimone pari a 2.640 € mensili.
Ma nei mesi di settembre, ottobre, novembre 2012 e aprile 2013, ci sono state delle trattenute rispettivamente di 350, 500, 500 e 450 €, dovute a contribuiti "extra", cioè non previsti dal programma.
Peccato che le uniche spese riconosciute dalla Grasso siano state pari a 360 €, per tre transfert e per l'acquisto di un film su Sky da parte del figlio.
Restano quindi immotivate trattenute per circa 1400€.
Come se non bastasse, nel mese di Aprile, è stato tolto a Valeria un contributo di 500 € mensili destinati al mantenimento della figlia.
Una storia inspiegabile, senza logica. La storia di una famiglia che sceglie la strada della legalità, che piuttosto che essere facile da percorrere è tortuosa e in salita.
Io francamente non capisco il senso di questo comportamento da parte dello Stato.
Ma a questo punto io voglio sapere chi è il funzionario che ha firmato i provvedimenti per i quali sono stati sottratti a Valeria i fondi previsti dalla legge. Io voglio sapere, noi tutti vogliamo sapere chi è il testa di cazzo in questione, anche se in Italia, nella pubblica amministrazione nessuno è mai responsabile di nulla, tutti fanno a scaricabarile. Si deve trovare il responsabile, quello che materialmente ha operato le sottrazioni di denaro, lo si deve mettere con le spalle al muro e quando ci dirà chi ha dato l’ordine bisogna mettere anche quello con le spalle al muro, fin quando si arriva al losco figuro megagalattico dal quale discende tutta la questione.
Non trovo altra soluzione.
Abbiamo qualche politico nostrale nostro amico? Ebbene, dimostri di essere nostro amico e si attivi in tal senso.
L’articolo di Carmen Scelsi lascia sgomenti, ammiro il coraggio di Valeria Grasso, un coraggio che deve far riflettere sulla necessità di non arrendersi, di non mollare, perché l’unica strada che può farci uscire dalla grave piaga mafiosa è quella scelta da Valeria e di tanti altri coraggiosi che non vogliono arrendersi.
RispondiEliminaDispiace vedere lo Stato assente, non si può fare antimafia in questo modo, è necessario dare garanzie, altrimenti si rischia di tornare indietro, rendendo vani i sacrifici di tanti coraggiosi che lottano ogni giorno mettendo a rischio la propria vita.
Molto bello l'articolo di Carmen Scelsi. Nuova arrivata tra gli amici di PoliticaPrima. E inizia bene. Una riflessione amara su una questione delicata, seria, e vergognosa nello stesso tempo. Valeria Grasso è un esempio di cittadina onesta che ha creduto nelle istituzioni, che ha voluto dare il suo contributo per una causa così importante come la lotta alla mafia e a tutte le ingiustizie. E su questo andrebbero alzate barricate e tanto altro. Ma siamo diventati un popolo stanco, apatico, frastornato dalle chiacchiere di politici indegni che hanno devastato la Politica e il senso dello Stato. Brava ancora a Carmen per averci ricordato anche Emanuele Feltri, questo giovane siciliano, imprenditore agricolo, che ama la sua terra e conduce un'altra personale battaglia in nome della legalità.
RispondiEliminaBasta tutto questo? Temo di no. C'è troppo da fare, c'è da ricostruire una coscienza civile, c'è da riparare anni e anni di sottocultura, di superficialità, di finto benessere, di privilegi indecorosi a fronte di disagi sociali e ingiustizie vergognose.
Ne usciremo. Forse. Sarà durissima e quando lo capiremo spero non sia troppo tardi.
Esprimo grande tristezza per l'argomento trattato.
RispondiEliminaQualcuno disse che la Sicilia è una terra irredimibile. Lo Stato Italiano dimostra di esserlo ancora di più.
Non trovo altre parole da aggiungere.
E' confermata la solitudine del cittadino per bene di fronte all'illegalità ed al crimine.
C'è forse qualcosa di peggio di questo?
Ho seguito la vicenda della signora Grasso sulla stampa, ricordo di averla ascoltata e vista anche in televisione.
RispondiEliminaHo fatto e faccio tifo per lei e per tutti quelli come lei, però è anche giusto dire che un piano di protezione ha delle regole che vanno rispettate per non renderlo inutile.
Spero che la questione venga ripresa ed in un qualche modo rimodulata.
Sergio, è vero che le regole vanno rispettate ma ogni regola ha la sua eccezione. Il programma protezione si chiama così perché dovrebbe proteggere i testimoni di giustizia e garantirne la sopravvivenza in tutti i sensi anche quello economico. Molti testimoni hanno perso tutto a causa delle estorsioni e del pagamento dei "pizzi"... il caso di VALERIA POI è PARTICOLARE in quanto se cambiamenti di regole ci sono stati sono stati tutti autorizzati dagli organi competenti...
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