di Giorgio Bisagna - La vicenda dell’espulsione dall’Italia della signora Alma Shalabayeva e della figlia di sei anni, ha suscitato il clamore mediatico, a seguito delle legittime e doverose critiche nell’operato delle Forze di Polizia.
Tuttavia, appare opportuno, per potere emettere valutazioni e giudizi, cercare di comprendere quale sia il quadro normativo, internazionale ed italiano, di riferimento, per il caso concreto.
Con una premessa, ed un avvertimento doveroso: la normativa ed, in generale, il diritto dell’immigrazione è materia assai complessa, in continua evoluzione, spesso frutto di ratifiche di normative internazionali ed europee, talvolta di interpretazioni amministrative e giurisprudenziali, non di rado contraddittorie o di difficile applicazione.
La disciplina sullo Status di Rifugiato, a livello internazionale, è regolamentata dalla Convenzione di Ginevra del 1951, recepita dal legislatore nazionale Italiano con la legge n.722 del 24 luglio 1954.
A livello nazionale, la disciplina organica delle procedure da adottare per i soggetti che versano nelle condizioni di chiedere ed ottenere asilo politico, si ricava, principalmente, da alcune norme presenti nel D.L.vo 286/1998, Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, da alcuni articoli “superstiti” ed integrati successivamente, della Legge 39 del 28 Febbraio 1990 (la c.d. legge Martelli), e soprattutto, dal Decreto Legislativo 251/2007Attuazione della direttiva 2004/83/CE recante norme minime sull'attribuzione, a cittadini di Paesi terzi o apolidi, della qualifica di rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonché norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta (c.d. Decreto Qualifiche) e dal Decreto Legislativo 25/2008 Attuazione della direttiva 2005/85/CE recante norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato (c.d. Decreto Procedure ).
Il già citato testo unico dell’immigrazione, prevede poi le procedure ed i presupposti per emettere i provvedimenti di espulsione dal territorio dello stato, il trattenimento nei Centri di Identificazione ed Espulsione, nonché l’accompagnamento coattivo alla frontiera. Non sappiamo bene cosa è accaduto nel caso concreto, ma possiamo ricostruire, dal punto di vista strettamente giuridico, cosa sarebbe dovuto accadere.
Dalle informazioni comparse sui media, sappiamo che la signora era presente in Italia, in maniera apparentemente “non legale” in quanto non provvista di un permesso di soggiorno valido per la permanenza in Italia.
Fattispecie che di per sé legittima l’espulsione dal territorio dello stato Italiano. Né risulta che la signora, moglie di un noto dissidente, già riconosciuto titolare di status di rifugiato in Gran Bretagna, abbia formalizzato, al momento dell’ingresso in Italia, domanda di asilo politico nel nostro Paese, ove però, pare che abbia vissuto per oltre nove mesi. Il governo Italiano, per converso, sapeva, e questo pare ormai incontrovertibile, che la signora Shalabayeva e la figlia di sei anni, fossero congiunti stretti di un rifugiato politico, ancorché riconosciuto tale in un altro stato.
È accaduto, però che, almeno stando a quanto sin qui appreso, che la signora sia stata colpita da un decreto di espulsione dal territorio dello stato, in quanto illegalmente presente nel territorio dello stato, (provvedimento emesso dal Prefetto territorialmente competente, e non dal Questore), poi trattenuta in un Centro di Identificazione ed Espulsione, e successivamente rimpatriata con un jet noleggiato ad hoc.
In queste fasi, la signora dovrebbe avere avuto la possibilità:
1. Di proporre ricorso al Giudice di Pace avverso l’espulsione, anche se tale impugnativa non sospende l’efficacia dell’espulsione.
2. Di esporre la propria posizione, assistita da un avvocato di fiducia, innanzi ad un Giudice di Pace, nella fase della convalida del trattenimento nel Centro di identificazione ed espulsione, (da effettuarsi entro 48 ore dall’invio della richiesta di trattenimento).
3. Di essere sottoposta ad una convalida, sempre in contraddittorio, e con l’assistenza di un difensore di fiducia, dinanzi al Giudice di Pace, per l’accompagnamento coattivo.
In ogni caso, la signora avrebbe dovuto, dal momento del suo trattenimento, essere stata messa in condizione di potere esercitare, ai sensi della normativa sopra citata, la possibilità di formulare richiesta di asilo.
Noi non sappiamo se:
1. L’espulsione sia stata tempestivamente impugnata.
2. Se le convalide siano avvenute, con l’assistenza di un difensore di fiducia e di un interprete
3. Se la signora sia stata messa in condizione di presentare domanda di asilo politico.
Stando a quello che viene riferito in un blog, almeno l’ultima delle condizioni non si è verificata:
Alla Shalabayeva è stato impedito di presentare tempestiva domanda di asilo, una volta colpita da trattenimento. Eppure la signora è rimasta in un Centro di Identificazione ed Espulsione per almeno due giorni, tempo sufficiente a formulare tale istanza, e comunque l’avrebbe potuta verbalizzare in fase di convalida del trattenimento, ove assistita, oltre che da un difensore, da un interprete capace di tradurre correttamente…
Qualora avesse formalizzato, in qualunque maniera, non essendo previste formule sacrali, la domanda di asilo politico, l’autorità di polizia avrebbe dovuto, senza indugio, acquisirla e trasmetterla all’autorità competente per l’esame, la Commissione Territoriale per il riconoscimento della Protezione Internazionale, e nelle more della decisione, la signora sarebbe potuta rimanere legalmente in Italia.
Ma c’è di più, anche qualora la signora non avesse esplicitamente formulato domanda di asilo, le Autorità procedenti avrebbero dovuto/potuto applicare l’art.19 comma 1 del Testo Unico sull’immigrazione, il quale testualmente recita . “In nessun caso può disporsi l’espulsione o il respingimento verso uno stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, di sesso, di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali, ovvero possa rischiare di essere inviato verso un altro Stato nel quale non sia protetto dalla persecuzione”.
Fermo restando, che, ormai appare indiscutibile l'illegittimità dell'operato delle forze di Polizia, è stranamente rimasto fuori dai riflettori mediatici, l'operato dei Magistrati, chiamati ad interloquire sulla vicenda.
In primo luogo il Giudice di Pace della convalida, che, stando a quanto avrebbe dichiarato la signora, non avrebbe consentito di verbalizzare la domanda di asilo, ed avrebbe così sbrigativamente consentito il rimpatrio coattivo della stessa, pur in pendenza di una evidente condizione di inespellibilità prevista dall'art.19 del Testo Unico sull'immigrazione.
E qualche interrogativo sul ruolo del Tribunale dei Minori e della relativa Procura, sorge spontaneo, considerate le modalità abbastanza “crude” della “rendition”, in presenza di una bambina di sei anni, anche in considerazione che, lo stesso Testo Unico impone che l’espulsione dei minori sia adottata, e non meramente autorizzata, dal Tribunale dei Minorenni, su richiesta del Questore, e comunque che l’esecuzione avvenga con “modalità compatibili con le singole situazioni personali, debitamente accertate”.
Anche qua, stando a quello che sembrerebbe essere accaduto, dall’irruzione notturno di uomini armati, allo “sballottolamento” della piccola da un affidatario all’altro, il “superiore interesse del fanciullo” previsto da una Convenzione Internazionale, quella di New York sui Diritti del Fanciullo, del 20 novembre 1989 e pure ratificata dall’Italia, pare che sia stata “temporaneamente accantonata”.
Insomma la vicenda desta molti inquietanti interrogativi, ma non suscita particolari meraviglie, perché, in assenza di una attività difensiva attenta, magari supportata dai media, tanti anonimi richiedenti asilo, con bambini al seguito, sono stati espatriati, respinti, accompagnati coattivamente nei paesi di provenienza, con il rischio ben più serio di vita, proprio perché anonimi, ed ignorati da tutti.
L’auspicio è quindi che questo caso, singolarmente ignorato dai media peraltro durante le fasi cruciali, possa sensibilizzare l’opinione pubblica sui tanti, troppi casi, che si concludono nel silenzio… soffocante.
Giorgio Bisagna
24 luglio 2013
Quando nacque il governo Letta,mi sforzai di trovare qualche nota positiva, e per la verità la nomina della ministra di colore e la presenza della Bonino, furono da me considerati due segnali politici importanti.
RispondiEliminaTornando alla ultima vergognosa vicenda, devo confessare che la cosa che mi ha più sconfortato è il comportamento della ministra degli esteri, credo che sostanzialmente si sia comportata come Angelino Alfano, ma di certo Alfano non può deludere nessuno,lei ha tradito la sua storia e se stessa,tutto questo per una sgangherata poltrona che a mio avviso non merita.
L'articolo dell'avv. Bisagna conferma e specifica la gravità di quanto accaduto, e credo dia bene l'idea di come si sia ridotta l'Italia.
Apprezzando l'analisi del Sig. Volpe sulla questione in essere, ma del grande "rivoluzionario" Crocetta che ne pensate, alla luce di quanto: "Crocetta fa marcia indietro sul Muos". Il Movimento 5 stelle contro il governatore. L'AMERICA E' LA NOSTRA PADRONA. ALTRO NON AGGIUNGO !
RispondiEliminaIl MUOS, checchè ne dicono un pò tutti, NON E' DANNOSO, ci sono a testimoniarlo gli altri MUOS, che non è vero siano stati costruiti in luoghi desertici e lontanissimi dai centri abitati. Lo ha anche affermato uno dei massimi esperti mondiali nel campo delle onde elettromagnetiche, il prof. Antonio Zichichi che ne sa un pò più di Grillo e di tutti quelli che non vogliono il MUOS. L'accordo era tra gli Stati Uniti e il governo italiano; la Regione Sicilia non aveva la facoltà di intervenire sulla realizzazione del MUOS.
RispondiEliminaIl Muos non e’ uno strumento militare di attacco ma di difesa contro proiettili lanciati da centri terroristici.
Le posizioni anti MUOS sono pretestuose e non c'è un vero supporto scientifico a sostegno della tesi che faccia male alla popolazione. Ci sono troppi "si dice" e troppi pareri di persone incompetenti. Ma siccome in politica la verità è una delle cose che è meglio non dire, ognuno straparla e pretende che gli altri credano alle sue verità, che tali non sono. E' fin troppo facile cavalcare l'onda dello scontento popolare per potere in seguito lucrare qualche voto in più, ma le cose non stanno come i tanti, troppi SIGNOR NO ad oltranza vogliono farci intendere. Il Movimento 5 stelle farebbe bene ad andare a studiare prima di prendere posizioni contrarie a prescindere.
Poi, come dice Clint Eastwood, le opinioni sono come le palle, ognuno ha le sue.
Bisogno comunque, e per amore di verità dire qualche altra cosa sul MUOS. “Le onde elettromagnetiche di bassa energia non fanno male alla salute quindi il Muos non è pericoloso per la vita. Combattere il Muos dicendo che fa male è da Hiroshima Culturale, dice Zichichi. LA VERITA' E' CHE SERVE A POCO E FORSE ANCHE A NULLA, in quanto il terrorismo si deve combattere non con l’alta tecnologia del Muos ma andando alle sue radici, quindi con potenti sistemi di servizi segreti; non usando satelliti che non sapranno mai dire cosa complottano gruppi di terroristi”.
RispondiEliminaQuesta è la vera ragione per cui il MUOS a Niscemi non avrebbe ragione di esistere, non tutte le sciocchezze che invece si sentono dire continuamente da tutti quelli che, per motivi di bassa politica, non vogliono questo MUOS.
Che il caso in oggetto abbia trascinato il decoro e l'immagine dell'Italia a livelli pietosi, è fuor di dubbio. Alfano e Bonino hanno fatto una figura di incompetenti e dilettanti. Il Kazakistan, che nessuno sa dove si trovi geograficamente questo stato, governato da un satrapo dalle sembianze mongoliche, discendente di Attila e Gengis Kan. Ci minacciano pure se espelliamo il loro ambasciatore di subire delle conseguenze. Da qualsiasi punto di vista, si guardi la faccenda, politico, diritto internazionale etc. la nostra credibilità come moderna democrazia è zero! L'autore dell'articolo si aspetta che l'opinione pubblica possa condizionare i responsabili del misfatto. Ma se il popolo è impegnato nello slalom di tasse e multe e cercare di mettere assieme il "pranzo e la cena", cosa vuoi che interessi al cittadino della porta accanto che un sig.ra kazaka dal nome impronunciabile è stata trasferita in modo fraudolento al suo paese? Questa cosa ormai è roba da intellettuali con la pancia piena. Chi è senza lavoro e sommerso dai debiti ha altre priorità. Su questo contano certi politici che hanno commesso montagne di reati, che l'opinione pubblica Italiana perda i progressivamente i valori su cui è stata fondata la nostra repubblica. Non si spiegherebbero altrimenti, i milioni di voti che prende il satrapo nostrano.
RispondiEliminaMi pare che Vullo abbia ragione, almeno fino alla parola priorità.
RispondiEliminaLe ultime cinque righe...beh, lasciamo perdere...le solite banalità
Anche se in presenza di una gravissima ed ingravescente crisi socio-economica, quanto accaduto avrebbe dovuto portare una immediata sfiducia dei ministri Interni ed Esteri, e di conseguenza, dato il gravissimo "vulnus" internazionale alla credibilità dello Stato Italiano, condurre alle dimissioni dell'interno governo ed alla nomina di un nuovo esecutivo più attento e concreto.
RispondiEliminaE invece niente di tutto questo, sbandierando che questo governo non ha alternative e che pertanto con la sua caduta si andrebbe alle elezioni.
Ma non è vero! D'accordo che in questo momento non si può andare a nuove elezioni, ma non soltanto perchè non si è fatta la riforma elettorale, ma perchè bisogna riformare i partiti, la loro organizzazione interna ed il loro finanziamento, nonchè pacificare gli animi dei cittadini armati "l'un contro l'altro".
L'alternativa c'è : NUOVO GOVERNO !
Che volete che vi dica? Pensate che si possa fare un nuovo governo? Pensatelo pure! Quello che manca, a tutti i livelli, è il dialogo, ognuno monologa con se stesso, pensando di sapere tanto o sapere tutto.Comunque,anche se con i poteri di sempre, cioè nulli, il capo del governo è Letta, non Alfano, non Bonino. E poi lasciatemelo dire: non si può parlare così di Emma Bonino!FGM
RispondiEliminaEmma Bonino avrebbe potuto fare di più. Molto di Più. Perchè è il Ministro degli Esteri. E perchè è Emma Bonino. Quella radicale combattente che abbiamo conosciuto e, spesso, ammirato. Come Marco Pannella. E su questo mi trovo pienamente d'accordo con il prof Gallo. Aiutiamoli nella raccolta delle firme per i referendum. l'unica arma che abbiamo al nostro arco per cercare di cambiare qualcosa. Per il resto, per il governo, per le larghe intese è tutta una pantomima per mantenere il potere nelle mani di chi lo ha sempre avuto.
RispondiEliminaPurtroppo il popolo italiano stenta a capirlo...