di Giangiuseppe Gattuso - Ottanta articoli per il “decreto fare”. Il provvedimento del governo Letta-Alfano varato sabato 15 giugno scorso per le prime urgenze del Paese.
Un tentativo per rimettere in cammino il sistema economico dando ossigeno alle imprese.
Il Parlamento, nei prossimi giorni, dovrà fare la sua parte e in quella sede si leggeranno le posizioni di tutte le forze politiche nei confronti di questa prima iniziativa governativa degna di rilievo. Resta ancora da affrontare la madre di tutte le emergenze rappresentata dalla disoccupazione giovanile per la quale il governo spera nella collaborazione dell’Europa. Vedremo.
Intanto, però, si fa fatica a trovare le risorse per non aumentare di un punto l’IVA, dal 21 al 22%, e per la questione IMU. Quest’ultima appare più come una battaglia di bandiera che una effettiva esigenza delle famiglie italiane. Basterebbe, infatti, prevederne un equilibrato ritocco proporzionalmente al reddito effettivo per risolvere definitivamente il problema che interessa tutti i possessori di prima casa. Per le seconde case e per tutto il resto le cose continuano come prima. E, per chi ha già una seconda casa, realizzata con sacrifici e magari affittata a equo canone, la mazzata è notevole.
Ma uno sforzo forte e anche coraggioso il governo dovrebbe riservarlo all’individuazione di risorse da destinare, per l’appunto, al problema più grave che affligge milioni di famiglie. Il lavoro che manca, la povertà incombente, le piccole imprese che chiudono, e le tante esigenze che attraversano trasversalmente ampi strati della società.
E se per i pochi miliardi che servono, per IMU e IVA, non si riescono ad attivare meccanismi adeguati e proporzionati all’entità delle risorse da trovare, come si pensa di affrontare tutto il resto? E come può essere possibile, a fronte di una spesa pubblica di circa 800 miliardi (compresa la spesa per le pensioni), non riuscire a effettuare tagli e risparmi per recuperare le risorse da destinare alle emergenze?
Il problema è solo di ordine politico. E cioè di scelte coraggiose e pesanti. Che metterebbero, però, a nudo le difese corporative che ancora oggi, e forse ancor più di prima, i partiti con le loro lobby e la massa di privilegiati da garantire, pongono con una forza tale da risultare vincente.
Ne ricordiamo qualcuna: tetto massimo alle pensioni. Limiti precisi agli stipendi dei vertici della burocrazia pubblica, dai ministeri al più piccolo comune. Ivi compresa la magistratura. Eliminazione dei privilegi del personale delle assemblee elettive. Come l’ARS in Sicilia, il Senato, la Camera dei Deputati. Riduzione delle indennità e dei compensi al personale politico eletto ad ogni livello e dimezzamento del loro numero.
Abbattimento dei compensi degli amministratori e dei vertici amministrativi di banche e istituti finanziari pubblici; società ed enti (RAI, Finmeccanica, Eni, Enel, etc.). Abolizione immediata di ogni forma di finanziamento pubblico ai partiti (e non come è stata prevista nell’ipotesi governativa). Diminuzione dei finanziamenti e dei benefit ai sindacati. Riduzione delle spese militari per armamenti (F35) e avvio della fase di ritiro delle presenze italiane all’estero.
Alle obiezioni, prevedibili, poste da giuristi e illuminati pensatori (quasi sempre in conflitto di interesse) vanno contrapposti: la grave situazione di difficoltà economica e sociale del Paese; l’emergenza povertà; la disoccupazione al massimo livello mai raggiunto.
Ciò detto, quando uno Stato non è in grado di risolvere i problemi in altro modo e con interventi e provvedimenti “normali”, ha il dovere di avviare, coinvolgendo il parlamento, una fase politica e di governo di “emergenza” (se questa effettivamente è). Stabilire un arco di tempo, ad esempio di 3 anni, entro il quale potranno essere adottati provvedimenti in deroga alle norme vigenti anche intaccando privilegi, diritti acquisiti e altre forme di sostegno al reddito oltre una certa soglia. Tali diritti, alla fine del periodo emergenziale, potranno essere gradualmente ripristinati.
Altro che trastullarsi sul sacro mantra del 3%, il limite del debito pubblico in rapporto al PIL.
Si tratta, quindi, di decisioni difficili, di grande coraggio, dirompenti, che possono destare preoccupazione e allarme per la tenuta del sistema nel suo complesso. Ma, sono fermamente convinto che, senza interventi forti e immediati, le conseguenze potranno essere ancora più gravi. Per tutti.
Giangiuseppe Gattuso
18 giugno 2013
Il problema è, assolutamente di ordine politico. Certamente coraggio ce ne vuole tanto da parte di questi politici, a diminuire i loro privilegi e decidere di farlo anche per tutti i loro amici dislocati in tutti i punti nevralgici istituzionali del paese.
RispondiEliminaLa maggior parte dei cittadini, visto come sono andate le cose dopo le politiche hanno sperato in questo governo, convinti che avrebbero avuto la capacità di individuare i reali problemi della nostra società cercando di creare meccanismi tali per poterli risolvere.
Ma purtroppo, ancora siamo in una fase interlocutoria. Speriamo comprendano che non possiamo più permetterci il lusso di perdere tempo. Ne va del futuro delle nuove generazioni e anche di chi non arriva alla fine del mese.
Nell'analisi sono d'accordo con te.Nelle proposte non sono d'accordo, perché, per realizzarle, tu adombri l'adozione di un regime autoritario che io non condivido, neanche se ci trovassimo ad affrontare una crisi ancora più profonda di quella attuale.
RispondiEliminaPOLITICA DOPO.it - IL DISASTRO!
RispondiEliminail blog che racconta come andò a finire.
Sempre ottimista io, non sarebbe un'idea pellegrina se ne avessi la voglia, ma non ce l'ho.
Caro signor Mancuso ma quando si decide di licenziare centinaia di lavoratori, quando si decide di allungare il periodo lavorativo, quando si decide di diminuire il periodo necessario a che i deputati e i senatori anche in caduta di governo possano vantare il diritto alla pensione con solo 2 anni da deputato, tutto questo non è regime autoritario. Non giriamoci attorno e diciamo che le cose proposte da Giangiuseppe sono fattibili a breve. Io penso che dobbiamo ringraziare Grillo che col suo movimento poteva dare una mano a che le cose cambiassero e invece ha fatto di tutto affinché i partiti pur di non perdere la poltrona si compattassero nel prendere tempo e nel corrodere la ventata di novità del M5S. Sono sicuro che faranno di tutto per arrivare al periodo minimo stabilito dal governo Prodi per non perdere i diritti al pensionamento e di tutte le emergenze se ne fanno un baffo.
RispondiEliminaI nostri vicini Arabi ci hanno dimostrato in questi ultimi anni come la guerra civile non è cosa di altri tempi e dopo essere passati da questo tunnel oggi stanno ripartendo a costruire una società. Vogliamo unirci a loro? o buttiamo fuori questi signori che ci opprimo democraticamente.
La legge è uguale per tutti allora applichiamola.
Certo otto miliardi sono difficili da trovare ,ed è realmente un problema.
RispondiEliminaLa situazione è grave, e purtroppo governa il PD che già lo sosteneva in campagna elettorale.
Partendo dalla precisazione che ritengo persone serie sia Berlusconi che Grillo,i quali ricordo avevano progetti ben più ambiziosi per tutti noi, dalla eliminazione ovvia dell'IMU e relativa restituzione.avevano promesso anche l'abolizione graduale dell'Irap,avevano promesso aumenti delle retribuzioni,avevano promesso un reddito di 1.200 euro per tutti, giovani e non giovani, avevano detto che il debito pubblico non era un problema,insomma,un programma completo ed esaltante.
Ricordo che a ''BALLARO' '' dissero che i 500 miliardi li avrebbero trovati senza problemi, adesso questo Letta non ne sa trovare otto.
Allora perchè non si mettono insieme i due che sanno come e cosa fare?
Io credo realmente che tutto sarebbe stato diverso,invece ci tocca soffrire.
Caro direttore, secondo me, questo governo ha cominciato bene con i provvedimenti del “fare”, che sono stati riconosciuti da tutti i commentatori giusti e validi. Occorre precisare, però, che le cose vanno fatte con raziocinio e in piena regola, osservando le leggi, gli impegni presi con l’Europa, e ricordandoci che non si può ottenere tutto in un una volta, perché la fretta fa i gattini ciechi.
RispondiEliminaE proprio perché siamo in stato di emergenza dobbiamo anche capire che questo non è un governo normale, ma è un governo di transizione, e gli sforzi che Letta sta facendo sono immani, perché deve combattere un nemico (si un nemico!) in casa, Berlusconi ed i suoi accoliti che cercano di disfare la notte ciò che egli costruisce di giorno, proprio come la tela di Penelope.
Infatti, da uomo infido Berlusconi, mentre Letta è impegnato in Irlanda in incontri importanti al G8, dopo che aveva dichiarato che l’Italia rispetterà gli impegni presi, e tra questi ci sono anche gli impegni presi con l’Europa proprio dallo stesso Berlusconi, diceva che si può sfondare il limite del 3%, tanto nessuno può permettersi di buttarci fuori dall’Europa. Ora a parte che non è educato contraddire il capo del governo su temi così importanti mentre questi si trova all’estero, egli non si rende conto che scredita se stesso smentendo ciò che aveva sottoscritto quando era lui premier.
Quanto ai giudizi sul governo vediamolo alla prova dei fatti, con i provvedimenti che saranno approvati in settimana sul lavoro e sulla semplificazione della Pubblica Amministrazione e con le grandi sfide che dovrà affrontare con l’Europa a fine giugno. Allora forse si potrà dare un giudizio sereno sul governo di Enrico Letta!
Il torto di Berlusconi non è quello di dire le cose che tutti pensano, che pensa anche il governo e il popolo tutto e che nessuno ha il coraggio di dire, tranne qualche economista illuminato, ma di essere Berlusconi, per cui, tutto quello che dice è sempre oggetto di polemiche. La questione del 3% e di tutto quello che ci fa confrontare con l'Europa è stata affrontata da tutti quelli che si intendono un pò di economia, e sono in moltissimi a sostenere più o meno quello che ha detto Berlusconi. Ma tant'è...fin quando lo dice tutto il mondo non succede niente, appena lo dice Berlusconi scoppiano le polemiche.
RispondiEliminaQuesto governo delle larghe intese è nato dalla eccezionalità politica verificatisi dopo le elezioni nazionali del 24 febbraio u.s.: una legge elettorale nata per consacrare il bipolarismo e dare al paese una maggioranza che avrebbe potuto votare ed una opposizione che poteva vigilare e contrastare è stata vanificata dalla nascita di un inedito e impensabile tripolarismo, con un terzo polo che non è stato quello annunciato del cd. Terzo Polo (invece naufragato per l'ennesima volta nel ludibrio generale) ma il M5S di Grillo.
RispondiEliminaL'incapacità o l'impossibilità di fare un governo CX-M5S ha condotto all'inevitabilità di dare vita anche in Italia all'esperienza governativa tedesca della cd. Grossa Coalizione.
E sia.
Ma a cosa doveva, o dovrebbe, servire un governo così eccezionale? Tutti pensavamo a fare cose eccezionali, cioè prendere decisioni eccezionali, fare tagli e riforme eccezionali che solo un governo che ingloba in se stesso maggioranza ed opposizione può o potrebbe fare.
E invece, niente di tutto questo.
Siamo ancora alle grandi attese, ai grandi proclami, alle grandi grida di dolore, ai grandi numeri della crisi, alle grandi commissioni di saggi ed esperti.
Diciamocelo con franchezza: troppo poco.
Il paese ha bisogno di un grande colpo d'ali, un grande sussulto di orgoglio e di volontà nazionale,cioè di tutti e su tutto.
Se questo non è possibile, allora dobbiamo seguire altre strade, nuove e più coraggiose.
Sì, proprio così, ci vuole più coraggio e determinazione.Ma subito, e senza aspettare gli altri o chi sa che cosa.
Direttore, hai detto tutto tu. Man mano che scorrevo l'articolo, andavo leggendo anche quello che avrei voluto dire io in sede di commento, soprattutto sul tetto alle pensioni e sul mantra del 3 per cento. Insomma, sottoscrivo tutto.
RispondiEliminaCerto, un governo definito "di servizio" dal segretario PD Epifani la dice lunga sulla considerazione che ne hanno quelli del Partito democratico, sul poco entusiasmo che ci mettono, sugli sforzi continui e a volte ridicoli di comunicare al proprio elettorato che non vanno dietro ai diktat di Berlusconi, sul fastidio di non potere sparare a palle incatenate proprio sul loro nemico degli ultimi venti anni.
Ma insomma, anche questa cosa fra poco sarà acqua passata, perchè contro la magistratura italiana (scritta di proposito con l'iniziale minuscola) nemmeno un danaroso come il Berlusca può far niente. Fra un tot di mesi arriverà la sentenza definitiva sul processo Mediaset, per cui i democratici, sic, potranno finalmente papparsi l'Italia, le nostre pensioni, i nostri risparmi e potranno avere tutte le banche che vogliono. Ma dubito che potranno papparsi anche le nostre anime.
Mio caro Nino, non essere così lugubre e pessimista, la sinistra non è abituata a papparsi niente. Come se non conoscessi le qualità di Silvio Berlusconi, egli l'asso nella manica ce lo ha già, lui ha le soluzioni per tutto, anche per i problemi giudiziari.
RispondiEliminaQuesta ancora non è una repubblica democratica, hai ragione tu, Nino. Nella democrazie, di solito, la legge è uguale per tutti, in Italia è uguale solo per i ladri di pollo, ed io non considero Berlusconi un ladro di polli. Uno che riesce, nei momenti di maggiore difficoltà del paese come sono quelli che viviamo, a guadagnare in un solo mese 600 milioni con le azioni Mediaset e Mediolanum ti può sembrare mai ladro di polli e tu pensi ai risparmi dei poveri pensionati, ai nostri risparmi. Ma hai mai pensato con tutto quello che ha evaso ed evade dalle tasse, per le leggi fatte in suo favore (ad personam) quante volte ha decuplicato illegalmente il suo patrimonio.
E lo sai perchè? l'Italia non è ancora una democrazia. Per la legge sul conflitto di interessi, che ancora non è stata fatta. Berlusconi avrebbe meritato veramente di trascorrere gli anni che gli restano da vivere nelle patrie galere, già da tempo. E tu pensi alla sinistra, pronta a papparti l'anima? Ma non mi fare ridere, caro Nino, questo purtroppo è ancora il tempo delle lacrime!
Caro Filippo, dici a Nino Pepe: "non essere così lugubre e pessimista". E nello stesso tempo difendi la sinistra perché "non è abituata a papparsi niente”. Berlusconi, invece, ha l'asso nella manica perché questa nostra repubblica non è ancora democratica, non c’è una legge seria sul conflitto d’interessi e via dicendo. Bene. Anzi benissimo.
RispondiEliminaE allora a cominciare dal 9 luglio prossimo, questa sinistra, e il PD in particolare, così virtuosa e lineare, rispettosa delle leggi e con il senso dello stato nelle vene, in Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari quando si inizierà a esaminare i ricorsi che riguardano l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi, dimostri che vuole veramente cambiare l’Italia. Lo so che è difficile dopo che proprio il PD lo ha salvato altre volte in precedenza. Adesso però può riscattarsi, dia al popolo italiano un messaggio forte e chiaro e si schieri per l’ineleggibilità . Semplice. Un atto di coraggio per ristabilire in questo paese quei principi fondamentali che stanno alla base di qualsiasi sistema democratico. Tutto il resto sono chiacchiere e fanno parte degli equilibrismi per il mantenimento del potere. Quello che piace tanto a tutti. Compresa la sinistra.
La Giunta è composta da 23 Senatori. Il PD ha 8 componenti, SEL 1, il M5S 4. Totale 13. Maggioranza assoluta. Utopia?
Caro Giangiuseppe,
Eliminami pare che sei rimasto come l’unico giapponese che, ancora pensava di dover combattere, non sapendo che la guerra era finita da un pezzo. Dopo che anche Travaglio ha preso le distanze da Beppe Grillo sei rimasto solo ormai a difenderlo , a spada tratta, dopo gli errori commessi, la caduta inesorabile dei voti , dei sondaggi e le piazze vuote ai suoi comizi. Ma tant’è.
Io difendo il PD, come ben sai, non per l’alleato Berlusconi, che è stato e rimane sempre il nostro nemico e che, secondo me, dovrebbe non solo essere ineleggibile, ma stare come nei paesi dove c’è vera giustizia nelle patrie galere, ma perché il M5S immotivatamente non ha accettato di far parte del governo Bersani, per cui l’unica soluzione possibile era questo governo (di servizio), che a malincuore, abbiamo accettato per fare le stesse cose per cui il M5S ci aveva detto che non intendeva partecipare.
Ma per non uscirmene, per il rotto della cuffia caro Giangiuseppe, la mia posizione è per la soluzione che sceglierà il PD, pur se personalmente sono per l’inelegibilià, ma ora comunque il sig Grillo non ci può chiedere, dopo aver fatto fallire un governo possibile, di votare per ciò che più gli conviene, ossia fare cadere un altro governo che sta facendo qualcosa di buono per il paese. Il governo del paese è una cosa seria. Ai grillini interessano i giochini di potere, al PD interessano cose più serie! Un abbraccio ed a presto.