di Nunzia Sapienza - Ovvero, via libera ai Certificati di Malattia dei medici curanti per giustificare le assenza dal lavoro dipendente senza “l’assillo” della Visita Fiscale!
BASTA impedimenti alla libera fruizione di una disinvolta assenza dal lavoro! BASTA ai vincoli orari!
BASTA all’improvvisazione teatrale di poco talentuosi attori costretti ad interpretare i più svariati ruoli (depresso, asmatico, artritico, dissenterico, cefalalgico, sciatalgico, etc...)!
L’INPS, con iniziativa unilaterale e senza alcun preavviso, dal 1° maggio ha sospeso su tutto il territorio nazionale le Visite Mediche di Controllo Domiciliare e ciò a beneficio di tutti quanti, realmente ammalati o non, invieranno un certificato di malattia. Ma ciò sicuramente ed immediatamente a danno degli oltre 1.000 medici fiscali dell’INPS che in tutti Italia svolgevano fino al 30 aprile u.s. questo importante servizio sanitario, 7 giorni su 7, in regime di liberi professionisti in regime di convenzione (cioè precari, alcuni da oltre 25 anni) che pertanto, senza nessun preavviso, sono stati di fatto “licenziati in tronco” con un “clic” sulla rete.
Ciò forse irriterà il lavoratore che in passato è stato sanzionato, per ingiustificata assenza o per decurtazione dei giorni di malattia, da parte di un medico fiscale veramente intransigente e rigoroso. Non è prevista infatti, al momento, la retroattività del suddetto provvedimento di “sanatoria“ che così gli darebbe magari un risarcimento per il “danno ingiusto” subito, per quanto non si possa escludere che si possa trovare “un giudice a Berlino”. Mai scoraggiarsi, siamo in Italia che, per dirla con Crozza, è il Paese delle Meraviglie!
Non si può non pensare , tuttavia, a quella maggioranza silenziosa di cittadini e lavoratori giusti, onesti, leali, che in quanto colleghi di lavoro, o familiari di disoccupati o contribuenti, sono sempre e comunque danneggiati dal comportamento dei FALSI MALATI.
Entrando poi nel merito della motivazione del provvedimento attuato dall’Inps, e cioè il contenimento delle spese per pareggiare il bilancio, i motivi di preoccupazione e di irritazione sono ancora maggiori: per risparmiare il costo del compenso da erogare ai medici di controllo, infatti, si sceglie di retribuire tutte le giornate di malattia e per l’intero periodo a tutti gli oltre 15 milioni di lavoratori dipendenti. Qualcuno a Roma ha ritenuto più conveniente questa soluzione. Meglio abolire “ipso facto” un servizio sanitario pubblico che, fra l’altro, si autofinanzia con il recupero delle giornate tagliate, e fare schizzare alle stelle il monte giornate malattie retribuite per la certezza che nessun medico fiscale suonerà dietro la porta di casa.
È come scegliere di lasciare la porta aperta al ladro piuttosto che dover ripagare il danno dello scasso!
Se questo è un esempio di come si amministra un ente… si salvi chi può.
Nunzia Sapienza
05 maggio 2013
P.S. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo interessante contributo sulla problematica delle assenze per malattie dei lavoratori. Una questione sempre all’ordine del giorno che ha scatenato, da sempre, reazioni contrastanti. Nunzia Sapienza è Medico, specialista in diabetologia e malattie del ricambio, autrice di articoli su riviste specializzate italiane e internazionali, medico di controllo dell’INPS. Benvenuta su PoliticaPrima e buon lavoro.
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La decisione dell'INPS è di una irragionevolezza esemplare, per i motivi molto bene esposti da Nunzia Sapienza, alla quale porgo il saluto mio e il benvenuto in questo sito di matti, di scafati e di persone inclini ai dibattiti e, perchè no, alle polemiche, ma appassionati Politica, cioè della Politica come dovrebbe essere. Saluto e benvenuto che mi permetto di fare anche a nome di tutto il blog, essendo il primo che scrive un commento a questo articolo.
RispondiEliminaSiccome le cose non avvengono per caso, dobbiamo andare all'origine del guasto.
Fino a poco più di un anno fa, l'INPS aveva dei bilanci senz'altro migliori di quelli di cui dispone adesso. Non è che stessa proprio bene, ma insomma, l'Ente si barcamenava in maniera tutto sommato plausibile. La pensata geniale del governo MONTI di creare la cosiddetta Super Inps comprendente anche l'Inpdap, alla luce dei fatti si sta rivelando una tragedia di cui ancora non abbiamo l'esatta contezza. Proprio oggi leggo da cadoinpiedi.it una notizia clamorosa che mi corre l'obbligo di riportare tale e quale:
Inps è oggettivamente al collasso:
"L'istituto di previdenza, infatti, aveva a inizio 2011 un patrimonio di 41 miliardi, come detto, il quale si è ridotto a soli 15 in 24 mesi. Ma è a livello tendenziale che le cose peggiorano e destano ancora più preoccupazione."
I motivi sono essenzialmente 2:
"Il primo motivo principale di questo calo del patrimonio, è relativo alla fusione recente di Inpdap e Inps, cioè il fatto che il sistema pensionistico del settore pubblico sia stato fatto confluire all'interno di quello del settore privato (operazione datata appunto 2012) [...]. Questo matrimonio ha portato in dote al sistema pensionistico del settore privato oltre 10 miliardi di rosso, contribuendo ad affossare ancora di più le riserve originarie dell'Inps conteggiate a fine 2011."
Il secondo motivo è un buco di 30 miliardi:
"Le pubbliche amministrazioni, da tempo e in modo diffuso, non stanno pagando del tutto i contributi pensionistici dovuti dei propri dipendenti. Si tratta di una somma stimata in circa 30 miliardi, che grava ovviamente sul bilancio già fortemente compromesso dello Stato ma che, attenzione, non è ancora stato messo agli atti, visto che proprio mediante la fusione con l'Inps è stato, per il momento, occultato."
Conseguenze? Disastrose, quando le persone che attendono di andare in pensione ci andranno.
"Se questa massa di persone fosse messa in grado di andare dritta in pensione così come giustamente previsto, l'Inps crollerebbe in modo definitivo nel giro di qualche anno appena. Ribadiamo, infatti, che già a fine 2013 il bilancio complessivo dell'Inps è atteso a poco oltre 15 miliardi. Dai 41 di fine 2011."
I giovani poi "non saranno comunque in grado di versare contributi in quantità bastante a pagare le pensioni di chi, via via, in ritardo e alla fine, comunque (per ora: almeno secondo le norme attuali) in pensione poco alla volta ci sta andando."
La conclusione chiarisce ogni dubbio:
"L'Inps sta finendo nel buco nero statale e dunque le pensioni non potranno essere più erogate a breve."
Il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps (Civ) ha confermato tutto: "in due anni con l'incorporazione dell'ex Istituto di previdenza dei dipendenti pubblici si sono persi 26 miliardi di euro".
Conseguewnza: per risparmiare sulle spese l'INPS non spedisce il CUD e adotta questo provvedimento osceno dell'eliminazione della visita fiscale.
Ecco le delizie nascoste del governo MONTI e della sua banda di "sfasciallitti".
L'argomento trattato dall'autrice alla maggior parte dell'opinione pubblica può apparire di scarsa rilevanza, riservato ai soli addetti ai lavori. Purtroppo non è così.
RispondiEliminaQuesta problematica è scoppiata il 1° maggio u.s. La stampa e la tv, quelle che contano, non hanno dato alcun risalto. Le notizie e i dettagli si apprendono da organi di stampa minore e dai comunicati dei sindacati di categoria sulla rete. Insomma, questa notizia è forse il primo caso di criticità su cui si sta esercitando il silenzio stampa.
Le visite fiscali ai lavoratori in malattia , pubblici e privati, vengono svolti da medici esterni, cioè liberi professionisti con contratto di collaborazione esterna, cioè non sono dipendenti di ruolo e neanche precari dell'INPS, devono infatti avere la partita IVA, non hanno nessuna garanzia, lavorano anche da oltre 25 anni esclusivamente per l'Ente.
Il loro compenso viene pagato dai datori di lavoro che chiedono il controllo e dal recupero dell'importo delle giornate lavorative che chiudono in sede di visita domiciliare. Un lavoro che svolgono 7 giorni su 7, dunque anche nelle domeniche e feste comandate.
L'INPS svolge questo compito di istituto a costo zero. Consegue notevoli risparmi di spesa. Basta pensare che il costo annuale degli oltre 1.000 medici fiscali impegnati in Italia costa al massimo 500 milioni. Però solo lo 0,1% di lavoratori in malattia costa 100 milioni, dunque l'1% va oltre 1 mld. Tenuto conto che la media nazionale annua di lavoratori ammalati è ben al di sopra del 10%, dunque oltre i 10 mld. , è facile comprendere come i medici di controllo siano “una gallina dalle uova d'oro”. Invece l'INPS, all'improvviso e senza comunicazioni, sospende il servizio fiscale.
La conseguenza è che i lavoratori "furbi" ricevono "la manna "dal cielo. Si possono mettere in malattia per lunghi periodi con la certezza che non riceveranno mai la visita fiscale perchè anche se il loro datore di lavoro la dovesse chiedere, questa non sarà mai eseguita. Il Datore pagherà le prime 2 giornate, mentre dalla terza in poi paga l'INPS. Dunque una istigazione all’aumento del lavoro nero.
Di più, le stesse imprese possono "sfruttare" l'abolizione della fiscalità invitando essi stessi i lavoratori a mettersi in malattia (pagata dall'INPS) e continuare a lavorare ugualmente per il proprio datore che magari gli può anche dare qualche piccolo bonus in nero che gli fa arrotondare lo stipendio.
Pertanto, è davvero impossibile non definire "stolto" tagli di spesa interna come quelli della medicina di controllo, produttiva di risparmi consistenti, causando fra l'altro il sostanziale licenziamento in tronco di 1.000 medici professionisti, quasi tutti con famiglia a carico e parecchi pure monoreddito.
Brutto e inquietante segnale. C’è da sudare freddo. Chi sarà il prossimo?
Dalla pubblicazione di questa articolo seguo con più attenzione le notizie reperibili sull'assenteismo dei lavoratori per malattia.
RispondiEliminaIl risultato è davvero inquietante.
Si da pubblica notizia solo di dati superficiali e scollegati fra di loro, ma non si da conto dei motivi profondi che li legano fra di loro in un unico vero grande problema economico e sociale del deficit finanziario dell'INPS, e in definitiva dello Stato.
Per saperne di più bisogna fare gli "investigatori informatici", navigare sulla rete a caccia di notizia utili per poi fare il mosaico generale con le piccole tessere che si rintracciano. L'informazione maggior e ufficiale, quella che seguono effettivamente la totalità degli italiani (TV e maggiori quotidiani) tacciono.
L'abolizione improvvisa e inaspettata dell'INPS di sospendere "sine die" uno dei suoi compiti istituzionali fondamentali quale ente "colosso" della previdenza nazionale, ancora "secretata" sulla scena politica nazionale, è una cartina di tornasole emblematica.
L'abolizione dell'unico strumento idoneo a contrastare la piaga dell'assenteismo per "falsa malattia", e cioè le visite fiscali di controllo, non solo è ingiustificabile ed aberrante perchè azzerando le quasi 900.000 visite annuali "istigano" lavoratori ed imprese a scaricare sull'INPS spese astronomiche di false malattie ( 1% di malati costano 1mld, mentre l'assenteismo va sopra le due cifre), ma ci dicono che l'INPS è a dir poco al collasso, e questo all'insaputa dell'opinione pubblica.
INPS è in rosso profondo non solo perchè dando attuazione al cd. progetto di SuperInps si è incorporato in questo Ente altri enti pensionistici "falliti" per erogazioni di elevate pensioni retributive e non contributive e per mala gestione (ad es. acquisti di derivati con i contributi versati), ma soprattutto per l'astronomico ricorso alla cassa integrazione (a totale carico dell'INPS) che a fine aprile 2013 ha registrato un aumento del 92% rispetto ad 1 anno fa. E il trend continua ad aumentare.
Risultato l'INPS può pagare solo i suoi impiegati e le pensioni. Gli stessi cassintegrati, soprattutto da quest'anno, non percepiscono nemmeno questa indennità (ieri sera lo denunciavano a Piazza Pulita i lavoratori di una azienda che non la percepiscono da 5 mesi).
Il leader CISL Bonanni da giorni chiede al governo almeno 1,5 mld "subito" soldi per i cassintegrati. Letta giovedi deve emanare un decreto per trovare 6 mld entro 20 gg.
Dunque si capisce che INPS dovendo decidere se licenziare in tronco 1.000 medici fiscali oltre ad altri tagli di spesa non ancora resi pubblici, oppure non pagare 700.000 cassintegrati (ad oggi), abbia deciso questa seconda strada.
Ieri Draghi dalla BCE fa sapere che se l'Europa non da priorità alla soluzione o, quanto meno, ad un sollievo alla disoccupazione giovanile si rischia il disordine pubblico su larga scala in quasi tutti gli stati.
Dunque siamo in presenza di uno scontro frontale tra la crisi reale dei cittadini e la politica parlata delle istituzioni che tace, nasconde, depista per non dire che "non ha soluzioni" per la crisi di cui essa sola è responsabile per i suoi ritardi a riformare per tempo la struttura dello Stato, del lavoro e delle imprese, dello stato sociale, delle pensioni e della sanità, per "inconffessabili motivi" che comunque ogni giorno di più sono noti pure all'ultimo uomo della strada.
quello che hanno fatto in realtà è solo un'istigazione al crimine!!!
RispondiEliminavolendo solo analizzare gli aspetti psicologici (bah!)del problema mi viene da chiedersi,Riprendo la dichiarazione del Dott. Nori " doloroso ma necessario"
ma in tempi eccezionali misure eccezionali vale solo per gli altri, o si potrabbe in realtà diminuire del 40-50% (indennità-pensioni-stipendi) alcuni privilegi dorati molto spesso frutto solo di " scambio politico" ? in attesa che i tempi migliorino un po' per tutti e distribuire un dividendo essenziale "pro vita" a quanti hanno perso il salario "essenziale"? " CHIARAMENTE STO SOGNANDO DI VIVERE IN UNA COMUNITA' CHE FA DELLA SOLIDARIETA' E DELL'AMORE PER IL PROSSIMO LA LINEA GUIDA. CIAO