di Giangiuseppe Gattuso – Domenica 7 ottobre 2012. Con un titolo inequivocabile dichiaravo la mia preferenza per il candidato Presidente della Regione alle elezioni del 28 ottobre 2012:
<<IO VOTO ROSARIO CROCETTA. PERCHÈ…>> - Una scelta precisa, motivata, convinta. Che ha coinvolto tanti amici, e anche autori e collaboratori di PoliticaPrima. Il sondaggio di quei giorni confermò in pieno le previsioni.
Venivamo da una gestione disastrosa, una confusione politica ineguagliabile, una balcanizzazione dell’Assemblea Regionale mai vista prima. Un Governo, quello di Raffaele Lombardo e compagni, da dimenticare. Da ogni punto di vista.
Il 2012, per la Sicilia e per Palermo, è stato l’anno del cambiamento. Il 6 e 7 maggio Leoluca Orlando ha sostituito Diego Cammarata e sei mesi dopo la rivoluzione di Rosario Crocetta. Confermata dall'avanzata incredibile e imprevista del Movimento 5 Stelle. Ciò che c’era prima sembra preistoria.
Crocetta ha esordito con un governo totalmente nuovo. Sganciato da appartenenze parlamentari, mettendo in campo personalità del calibro di Franco Battiato e Antonino Zichichi, per poi, però, cambiarli in corso d’opera. Ha iniziato la “sua” rivoluzione spesso in solitudine. Una battaglia difficile, aspra, piena di ostacoli veri e presunti.
Ha dovuto affrontare problemi pesanti, urgenti, delicati. Il lavoro, i disoccupati, i cassintegrati nuovi e quelli di lungo corso. E i precari degli enti locali, una storia infinita. Così come quelli che, da 14 anni a carico del bilancio regionale, non riescono neppure ad esserlo. E gli ex PIP del Comune di Palermo, (oltre tremila soggetti) che Lombardo ha voluto fortemente sotto la diretta competenza regionale con l’invenzione della Social Trinacria. E poi, ancora, la Formazione professionale. Una guerra impari, difficile, che mette a repentaglio il lavoro di migliaia di uomini e donne in tutta la Sicilia.
Una battaglia, quasi, vinta la norma sulle province. La spinta del M5S e l’opinione pubblica nazionale hanno fatto il risultato. Una via di mezzo tra lo scioglimento e il consolidamento dello statu quo. Un periodo commissariale in attesa della vera legge di riordino. Che determinerà il futuro di questi enti, così tanto vilipesi molto al di la del loro effettivo demerito.
E, ancora, l’apparato regionale. L’insieme della pletorica amministrazione centrale e periferica. Le società, gli enti, le collegate, il mare magnum di strutture che ha determinato una situazione di overbooking di personale e di spesa oltre ogni limite. Come un elefante, vecchio, pigro, stanco, sfiduciato. Crocetta ha iniziato con le rotazioni di interi apparati burocratici, spostamenti di funzionari da un dipartimento all'altro, suscitando reazioni e proteste. E qualche volta a ragione. Adesso la battaglia per il risparmio. Su tutto. Dalla luce per illuminare gli uffici a quella per i condizionatori, fino a quella per le macchinette per il caffè. E poi gli ascensori, meglio salire a piedi così si fa ginnastica. Insomma un’operazione in grande stile predisposta dall’ufficio speciale guidato dal volenteroso e bravo ing. Salvo Cocina, in nome della razionalizzazione della spesa. Giusto, bisogna continuare così.
Ma non dimentichi il nostro Presidente le promesse sulla riduzione dei compensi dei parlamentari. E il dimezzamento degli stipendi e delle pensioni d’oro dei dipendenti dell’ARS. Una vergogna indicibile, consolidata nei decenni trascorsi, sol perché si è legata la spesa prevista per i dipendenti a quelle del Senato della Repubblica. Un’altra vergogna. Uno schiaffo alla povertà.
Ma forse l’impresa è più ardua, le incrostazioni più resistenti di quel che Crocetta poteva immaginare. E per questo c’è bisogno della collaborazione fattiva dei parlamentari di buona volontà, a cominciare dalla maggioranza che lo ha sostenuto e voluto Presidente.
Dalla sua parte ha il successo mediatico. È riuscito a creare un “effetto Crocetta”, un “metodo Sicilia” che in qualche modo ha coinvolto il Movimento 5 Stelle. Ha pure inserito nella sua segreteria particolare, una scelta molto originale, un senegalese, Moussa Djibril Ndoye. Insomma, il suo modo di governare, finora, è apprezzato dai siciliani.
A sette mesi dalla sua elezione, Rosario Crocetta non ha perso l’entusiasmo. Anzi. Continua la sua azione con coraggio e, nonostante i turbamenti del PD, le liste del Megafono sono presenti in tutta la Sicilia.
I problemi, le esigenze, le difficoltà, però, restano soltanto scalfite. E le risorse necessarie sempre più inadeguate.
Ma continuiamo a sperare. Per lui, e ancor di più per la Sicilia.
Giangiuseppe Gattuso
31 maggio 2013
In effetti il Presidente Crocetta ha trovato una situazione veramente difficile con tanti problemi urgenti da affrontare. La battaglia più ardua riguarda il lavoro in bilico di tante categorie di lavoratori che si ritrovano a vivere momenti di ansia per il loro futuro. Precari, che sono stati per anni bacino di voti per la politica.
RispondiEliminaCrocetta, ha sempre detto che proteggerà le fasce più deboli garantendo loro il necessario per vivere. Sembra che ci stia riuscendo, anche spazzando via chi ha speculato per anni alle spalle di tanta gente bisognosa.
Ma c’è ancora molto da fare per cercare di risollevare un po’ le sorti di famiglie ridotte al collasso economico. Le amministrazioni pubbliche tutte, il governo e l’ARS hanno il dovere di impegnarsi con forza per trovare le giuste soluzioni.
Continua ad essere offensivo e intollerabile per coloro che non hanno nemmeno il minimo per vivere, l’eccesso di privilegi di doppi incarichi e doppie retribuzioni, che tanti personaggi del sottobosco politico hanno tuttora.
La maggior parte degli impiegati pubblici, invece, si sono adeguati ai tagli della spending review, i cittadini stringono giornalmente la cinghia, mentre la classe dirigente Siciliana continua normalmente come se nulla fosse.
Caro Presidente, vai avanti con la tua rivoluzione, tanti cittadini hanno fiducia in lei!
A prescindere dell’innovazione normativa dell’elezione del Presidente della Regione, il Presidente Crocetta sembra che si sia da sempre ispirato nella sua politica agli slogan non affrontando le problematiche con senso di responsabilità e competenza.
RispondiEliminaRivestire la carica di Presidente della Regione impone sia regole etiche che morali che non sono disgiunte dal raggiungimento dei fini politici personali e tanto meno dall’indirizzo politico dell’azione di governo della propria coalizione.
Le promesse elettorali nonché i provvedimenti legislativi, come l’abolizione delle Province senza avere ancora chiare le idee di quello che si vuole fare in futuro, appartengono a quella politica che dello spettacolo ne fa uno stile di vita.
Pertanto le osservazioni dell’autore dell’articolo si scontrano con una classe politica poco attenta ai bisogni dei cittadini; e nemmeno il Presidente sembra preoccuparsi dei continui richiami di allarme economico lanciato da Confindustria Sicilia.
A tempi antichi prima di tirare un giudizio definitivo sull'operato di un politico o di un governante, si aspettava almeno che svolgesse una intera legislatura, qualche volta anche di più.
RispondiEliminaAdesso, ma proprio in questi mesi dal novembre 2011 ad oggi, complice il precipitare ed avvitarsi di una crisi nazionale ed internazionale su se stessa alla velocità della luce, si può dare un giudizio molto attendibile dopo solo i fatidici 100 giorni.
Certamente Orlando e Crocetta sono state due grandissime novità per Palermo e la Sicilia nel 2012. Ma oggi, ad 1 anno dalla vittoria del primo e a 7 mesi de secondo, essendo ben oltre i faticidi 100 giorni, possiamo dire che, nonostante l'impegno ed i buoni propositi dei due politici, dia il Comune di Palermo che la Regione Sicilia si sono avvicinate ulteriormente all'orlo del baratro, della bancarotta finanziaria.
Allora, con buona pace di tutto e di tutti, asteniamoci dal fare "santini" e riflettiamo su come influire sui partiti,a partire dal livello locale, per cambiare mentalità ed obiettivi nell'affrontare le riforme della politica, della P.A. e del costume sociale.
Utopia? Molto probabile, ma non vedo alternative civili e democratiche.
Non posso esprimere un parere sull'operato di Crocetta perchè mi trovo lontana dalla mia Sicilia da almeno 30 anni. Seguo però molto volentieri le vicende politiche siciliane e so che all'Ars molte cose si stanno muovendo in senso positivo per i cittadini anche per merito del MoVimento 5Stelle. Dall'osservatorio laziale la Sicilia in questo momento è vista come un interessante laboratorio politico all'avanguardia dove si sta realizzando ciò che, ahimè, su scala nazionale sembra destinato a fallire.
RispondiEliminaDiceva Pasquale Nevone, nel suo commento, che una volta bisognava aspettare la fine di una legislatura per dare un giudizio, mentre ora si può dare molto prima, considerando quello che ha fatto in sette mesi Rosario Crocetta da Presidente della Regione Siciliana.
RispondiEliminaAppena eletto si presentò in Assemblea con una squadra di assessori con nomi altisonanti (vedi Battiato e Zichichi) che, messi alla prova, si dimostrarono non all’altezza del compito loro affidato ed egli, senza pensarci due volte, li ha sostituiti con persone più efficienti.
E cominciò allora a rivoluzione tutto ciò che incontrava, mettendo a soqquadro la Regione, sciogliendo le società partecipate, sostituendo apparati dell’Ente con altro personale, cambiando direzioni di Assessorati considerati inamovibili, in meno di 24 ore. E sciogliendo, in men che non si dica, le Provincie, arrivando primo in Italia in tale sconvolgimento istituzionale.
Ma egli non si ferma qui. Sconvolge anche la geopolitica siciliana, facendosi eleggere Presidente, prima da un raggruppamento composto da P.D., dall’U.D.C. e da una sua piccola lista “IL MEGAFONO”, seguendo uno schema che si voleva sperimentare poi in campo nazionale.
Travolti dagli eventi, avendo il Movimento 5 Stelle preso una valanga di voti in Sicilia e poi, a Febbraio alle elezioni politiche, egli non si perde d’animo e contando sulla disponibilità del suddetto Movimento, cominciò la sperimentazione di un “laboratorio Siciliano” che avrebbe anche esportato anche in campo nazionale, se Beppe Grillo lo avesse consentito.
Ma egli non si ferma e comincia un’azione di acquisizione di deputati di altri schieramenti che lo porteranno ad avere una maggioranza autosufficiente e, cerca di sviluppare il suo partitino “IL MEGAFONO”, dandogli una struttura provinciale e regionale.
Ma si chiedono i siciliani e ci chiediamo noi tutti: che vorrà fare da grande Rosaio Crocetta?
Vuole restare in Sicilia e continuare a fare il Presidente della Regione, o ha invece ambizioni politiche nazionali? Ed ancora, con il Partito Democratico o con il Megafono?
Una cosa è certa, come dicevano i nostri antenati, Rosario Crocetta una ne pensa e cento ne fa.
Noi se potessimo dargli un consiglio, gli diremmo di interessarsi un po’ più dei fatti di casa nostra ed un po’ meno di politica. La Sicilia ha bisogno ancora e molto di lui, i nostri giovani (e sappiamo quanto grave è la disoccupazione giovanile) hanno bisogno di un lavoro.
E’ necessario che continui quel filo diretto, portato avanti bene con l’Europa, e con lo Stato occorre continuare il discorso per l’applicazione integrale dello Statuto Siciliano (vedi art. 36, 37 e seguenti).
Presidente Crocetta, ancora c’è molto da fare in Sicilia per lei ed è ancora presto e giovane per pensare a cosa fare da grande!
La rivoluzione genera cambiamenti visibili e onestamente in Sicilia non se ne vedono. Vuol dire che Crocetta ha ripiegato sul riformismo? No, anche in questo campo non mi pare che si vedano grandi idee. Ci sono operazioni minimali che opportunamente pubblicizzate sembrano grandi cose per cui la fama del nostro presidente resta su buoni livelli. Le condizioni di vita del cittadino siciliano sono uguali a quelle precedenti le elezioni, come se queste non fossero avvenute.
RispondiEliminaGiangiuseppe, la tua schiettezza e la tua coerenza ti fanno onore! Grazie per avermi citato nell'articolo sebbene proprio io giornalmente viva la difficoltà di riuscire ad essere efficace nel mio lavoro in questa attuale confusione della p.a. regionale. Condivido le tue conclusioni, cerco di vedere gli aspetti positivi e non demordo continuando a sperare per la Sicilia e per i nostri figli ...
RispondiEliminaUn tempo in sicilia esisteva ed imperava la mafia,una organizzazione criminale con forte radicamento sociale.
RispondiEliminaPensate che la mafia invadeva quasi ogni spazio economico della sicilia condizionando la vita economica e non di quasi tutta la popolazione.
Poi la mafia venne sconfitta dalle classi politiche ed i governanti che hanno preceduto il presidente Crocetta,il quale per fortuna sua e nostra si trova oggi nella piena libertà di agire e portare l'isola ai livelli che realmente le competono.
Quindi anch'io mi stupisco della lentezza di Crocetta,da me sostenuto e votato,nel fare decollare
tutto il sistema,visto che le difficoltà,quelle serie,le hanno risolto i suoi predecessori.
E poi a suo vantaggio esiste anche una classe politica di primo piano a sostenerlo ed aiutarlo.
Allora caro presidente Crocetta non hai alcun alibi,hai tutte le condizioni favorevoli per farci sognare,fallo e basta e possibilmente entro luglio prossimo.
E poi una cosa importante, anzi la più importante, fai un decreto per il ritorno in seria A del Palermo.
Ma dai!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiElimina"Picchì, Ninuzzu, chi è, 'un nu' po' fari??"
RispondiEliminaCredo che ciascuno di noi abbia a cuore questa bellissima Regione e spero che la politica rimuova gli ostacoli per una ripresa economica e sociale.
RispondiEliminaIo non ho creduto nel progetto dell’On.le Crocetta ma voglio credere a coloro i quali hanno condiviso il suo progetto politico perché ne riconosco l’onestà intellettuale.
Per prima cosa l’on.le Crocetta sbandierava che avrebbe diminuito la sua indennità e si sarebbe fatto promotore di ridurre le indennità del parlamentari; ad oggi sono passati oltre 7 mesi da quando è stato eletto e gli unici che hanno fatto qualcosa, a prescindere dall’assenza di apposita normativa, sono stati di deputati del M5S.
Mi sarei aspettato, inoltre, che il Presidente avesse affrontato non solo la questione della formazione professionale e dello scioglimento delle società partecipate ma anche le altre criticità dei diversi rami della burocrazia regionale in particolare quella delle OO.PP. incompiute e di notevole interesse per l’Amministrazione Regionale.
Vedere la Regione assente su questioni così importanti, e non pubblicizzare le misure dei fondi europei al fine di consentire agli enti Locali di fare una propria programmazione, mentre alcuni Deputati si battono per il no MUOS, in contrasto con gli interessi dei nostri alleati, oppure le battaglie populiste dell’on.le Giovanni Panepinto sulla questione dell’acqua, come se sconoscesse la normativa comunitaria in materia, mi sembra un’azione politica molto debole e priva di quel vero rinnovamento che si aspetta con trepidazione.
Non vedo grandi novità politiche rispetto al passato degli ultimi governi Cuffaro-Lombardo; le uniche novità che ho visto finora sono i cambiamenti di casacca di molti burocrati che sono passati armi e bagagli al governo Crocetta-Lumia, figli di un rinnovato conservatorismo di matrice PD-MEGAFONO.
Voglio comunque precisare che la critica politica nei confronti del Presidente Crocetta è lontana da aspetti personali, e dalla mia visione della politica che ha come obiettivo gli interessi del popolo siciliano.
Temo che Calogero abbia tanta di quella ragione da poterla vendere in un negozio al dettaglio
RispondiEliminaTrovo l'articolo assolutamente filo-governativo e non corrispondente alla realtà dei fatti (ne corrono di km tra i proclami di Crocetta e quello che poi ha realmente fatto...) e tu che sei stato in un ufficio di gabinetto dove tanto si è operato e troppo poco pubblicizzato... dovresti conoscerne le differenza tra il "dire" e il "fare". Ma rimane cmq una tua opinione...(e mi interessa anche poco il perché proprio tu possa parlare di questo NON governo in questi termini) ma la rispetto. Non ne condivido una singola parola (per i motivi sopra esposti) ma la rispetto. Non leggo motivi per "rompere" un rapporto... al massimo ne leggo un motivo per sorridere, fare spallucce, prenderne atto e andare avanti.
RispondiEliminaTi saluto con un affettuosa frase di un mio Grande Amico: tutto passa passerà anche Crocetta... soltanto l'Amore di Dio, che è eterno, non passa mai!