Elenco pagine statiche

mercoledì 3 aprile 2013

IL GOVERNO C’È. IL PARLAMENTO PURE. INIZIA IL DOPO NAPOLITANO

Laura-Boldrini-Giorgio-Napolitano-Pietro-Grassodi Giangiuseppe Gattuso - E chi se l’aspettava. Tutti in attesa delle decisioni di Napolitano dopo l’incontro con Bersani sull’esito infruttuoso delle consultazioni.
Si pensava ad un nuovo incarico per comporre, questa volta sul serio, il nuovo governo del Paese.  E invece è arrivata la novità. Una sorpresa per tutti che, per certi versi, ha messo fuorigioco i partiti almeno per qualche giorno. Otto, o dieci compreso le feste. Ma il 15 aprile 2013 parte il contatore per l’elezione del successore di Giorgio Napolitano e già il 18 potrebbe esserci la prima votazione. Il Presidente che avrà il compito di incaricare il Presidente del Consiglio con l’autorevolezza e la forza che gli deriva dal “potere” di scioglimento delle Camere.
Adesso i 10 saggi sono al lavoro. Dovranno individuare alcuni punti di convergenza tra le forze politiche da inserire nell’agenda di governo e sulle quali si dovrebbe iniziare un percorso comune. Una collaborazione nell’interesse dell’Italia (!). Di quelle collaborazione che altrove, nei paesi moderni, e forse più civili del nostro, sono quasi la consuetudine. Quelle intese che trasformano le battaglie elettorali e gli scontri frontali su tutto in opportunità per lavorare insieme e per contribuire a risolvere i problemi.
In Italia no. Non si può. Si continua come se niente fosse. Si riparte sempre da Nabucodonosor per giustificare le intenzioni e le posizioni immodificabili. Mentre il Paese soffre.
Stiamo perdendo tempo. Stiamo sciupando energie e non stiamo risolvendo nulla.
La mossa di Napolitano, però, crea una situazione nuova. Un dato di fatto che mette le forze politiche con le spalle al muro. Una opportunità che non può passare inosservata e che deve spingere tutti a lavorare da subito per avviare la macchina parlamentare. Perché, per adesso, il governo c’è ed è pienamente operativo e il parlamento pure. Ed è pure legittimato dal voto popolare. Ci sono tantissime energie fresche che hanno voglia di fare e anche tra i più maturi serpeggia uno spirito nuovo.
I presidenti di Senato e Camera non abbiano indugi, propongano l’insediamento delle commissioni permanenti, anche senza un accordo per il nuovo governo, lo possono fare. Basta la loro volontà e la volontà dei parlamentari. La spartizione delle poltrone fa parte del passato e, eventualmente, se questo dovesse rappresentare un impedimento, si potrà rimediare in seguito. Esiste sempre l’istituto delle dimissioni e della ricomposizione. Per adesso si può iniziare. Il resto sono scuse e contorsioni mentali.
Presidente Grasso e Presidente Boldrini: forza, fate valere il vostro prestigio e la vostra volontà di fare per il bene del Paese. Nessuno avrà il coraggio di fermarvi. Napolitano è d’accordo con voi e il popolo ve ne sarà grato. Legge elettorale, emergenze economiche e sociali, provvedimenti per la crescita e le riforme urgenti. Insomma, nell’attesa che si creino le condizione per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, ci sono tutte le condizioni per mettere in campo alcune leggi importanti per garantire un percorso più agevole alle istituzioni e per scongiurare, nel caso di nuove elezioni, un risultato come quello sul quale la politica si è impantanata.
E lasciamo stare di chi sono le responsabilità, evitiamo di accusare continuamente l’altro, cogliamo invece le opportunità, la voglia di cambiamento che cresce sempre di più nel Paese, le urgenze che affliggono milioni di cittadini. Insomma, cari politici: mettetevi al lavoro e ridate speranza all’Italia.
Giangiuseppe-Gattuso  Giangiuseppe Gattuso
  03 aprile 2013







57 commenti:

  1. Un paio di anni fa Berlusconi ebbe a sostenere.che il parlamento non servisse a nulla,anzi per il paese era un danno,disse anche che fosse perfettamente inutile e dannoso dare la parola in aula a deputati e senatori.
    Al limite disse,la parola per pochi minuti la si potrebbe concedere solo ai capi-gruppo.
    Furono belle affermazioni ,a me come ai più diedero un senso di conforto e speranza.
    Oggi Grillo,persona altrettanto stimabile,afferma le stesse cose nei confronti del governo,io sono d'accordo con lui, cosi come lo fui allora con Berlusconi.
    Allora io mi chiedo,visto che abbiamo la fortuna in Italia di avere due persone che il mondo ci invidia,perchè non spingerli a fare un ultimo sforzo,un accordo a due, visto che già rappresentano la maggioranza assoluta del popolo?
    Un accordo di ferro che potrebbe vedere Grillo rappresentare il governo e Berlusconi l'unità nazionale.
    Senza più pletore di parlamentari e di ministri.
    Due persone bastano ed avanzano,pensate alla diminuzione dei costi della politica,alla ritrovata stabilità,senza contare che i due ruoli potrebbero essere scambiabili.
    Abbiamo un tesoro,anzi due tesori,e non sappiamo apprezzarli a pieno.
    Le rispettive basi dell'uno e dell'altro dovrebbero già muoversi e spingere in tal senso.
    Forse si potrebbe iniziare già dal nostro blog,per poi via via estendere il concetto.

    RispondiElimina
  2. Francamente non mette allegria leggere il commento di Sergio Volpe, commento da cui traspare una contrazione, un rimpicciolimento, una drastica riduzione delle dimensioni di un pensiero che ha dato tanto al nostro blog, una volontà di ridurre la realtà della nostra politica al niente, anzi al poco, pochissimo rappresentato dai due protagonisti evocati, Berlusconi e Grillo. Leggendo bene l’articolo del direttore, ci vuole fantasia e pervicacia nel farci entrare a forza Berlusconi e Grillo per sviluppare una tesi che nell’articolo non è contemplata affatto. Purtroppo da questo commento si evince soltanto una certa incomprensione dei contenuti dell’articolo del direttore. Io vorrei capire cosa c’entrano i magnifici due, la cui alleanza viene caldeggiata, anche se ironicamente, da Volpe.
    Ci rendiamo conto, o no, che troppo tempo è passato dalle elezioni e il parlamento non ha partorito nemmeno il topolino di un governo di scopo, quattro leggi urgenti, tra cui quella elettorale e poi al voto? Se Bersani non vuole fare il governo, perché di questo si tratta, la colpa forse è di Berlusconi? , oppure della maledetta pretesa di sentirsi moralmente superiori (senza per altro esserlo) e di considerare appestati più di dieci milioni di elettori e i loro rappresentanti al parlamento? Quel che è stato è stato, ognuno si assuma le sue colpe e le sue responsabilità, ma subito dopo si collabori insieme per il bene dell’Italia. Anche chi ha agito in modo non irreprensibile può in futuro essere utile al bene nazionale. Ovviamente il mio personale pensiero è che ad agire in modo non irreprensibile siano stati TUTTI i politici in blocco, nessuno escluso.
    Venendo all’articolo di Giangiuseppe Gattuso, assodato che Berlusconi e Grillo c’entrano come i cavoli a merenda, mi pare che sia interessante l’ipotesi del governo Monti ancora in carica che possa essere legittimato ad agire dal nuovo parlamento, magari a tempo determinato e per fare quelle quattro cose urgenti e necessarie prima di tornare al voto. Le mosse del presidente Napolitano, anche se non esattamente costituzionali al mille per mille sono giustificate dall’estremo bisogno che il Paese ha di risolvere al più presto i suoi problemi che sono tanti e che incombono sul prosieguo della sua stessa vita democratica.
    Prego l’amico Volpe di non prendersela se praticamente l’ho accusato di non aver capito niente dell’articolo di cui stiamo parlando, premetto che questa è soltanto una mia impressione e siccome non mi nascondo dietro frasi ipocrite e sibilline, ho detto la mia in maniera chiara. Felice, caso mai, di essere smentito dallo stesso Volpe

    RispondiElimina
  3. Io credo che tutto c'entri eccome.
    Ma insomma non si era deciso che il governo non serve,visto che tra le altre cose c'è già?
    Sulla inutilità del parlamento siamo o non siamo D'accordo con Berlusconi?
    Bersani é stato o non è stato sconfitto dal voto?
    I veri vincitori sono o non sono stati Grillo e Berlusconi?
    Sono o non sono gli unici ad avere in mano la maggioranza del popolo?
    Sono o non sono gli unici a non avere vincolo di mandato ne obbligo di rendiconto a nessuno?
    Allora cosa ci trova di strano l'amico Pepe sul fatto che io auspichi realmente che si mettessero assieme e facciano le cose che hanno o non hanno in mente?
    Poi non è affatto vero che io e Pepe non ci si comprenda,anzi ci si comprende benissimo,proviamo infatti le medesime ed opposte repulse verso le parti ''Politiche'' a cui facciamo teoricamente riferimento.

    RispondiElimina
  4. Calogero Dolcimascolo3 aprile 2013 alle ore 17:00

    Condivido pienamente l’articolo di Gattuso nell’auspicare che i Presidenti dei due rami del Parlamento provvedano con urgenza ad insediare le Commissioni permanenti di camera e Senato al fine di provvedere a dare corso alle iniziative legislative, anche se in assenza di un governo legittimato dalla ultime elezioni. L’inizio delle attività Parlamentari sarebbe il primo luogo dove le varie forze politiche mettano in atto quelle utili iniziative post-elettorali e darebbero un segnale forte al paese di come vorranno affrontare le imminenti e non procrastinabili esigenze del paese sia quelle economiche che le riforme istituzionali ivi compresa la legge elettorale.
    La situazione è gravissima e non ci sono spazi per trincerarsi dietro logiche di partito e/o interessi di parte; l’unico interesse è il bene della Nazione.
    Non potranno essere le elezioni anticipate a farci uscire dalla situazione incresciosa in cui ci troviamo, semmai prendiamo questa legislatura come se fosse una legislatura Costituente e che si affrontino le riforme istituzionali e i provvedimenti di carattere generale con un eventuale governo che chiamerei governo della non sfiducia andando avanti valutando provvedimento per provvedimento come dice il signor Grillo e pulsiamo il senso di responsabilità sia del PD e del PDL. Altre strategie all’orizzonte non credo che c’è ne siano altre.

    RispondiElimina
  5. La coalizione di cui fa parte il PD ha la maggioranza relativa, dunque ha il dovere di fare il governo. Questo significa che fare il governo non è un optional, ma un dovere stringente, direi gravemente limitativo della volontà di azione dello stesso PD, in quanto si tratta di un dovere coercitivo, che non ammette rifiuti o deroghe. Detto in altri termini, constatato che il movimento 5 stelle, per sua stessa natura, non può allearsi con i partiti politici chiunque essi siano, il PD ha il dovere di fare il governo anche col PDL e con Monti, perchè questa è la necessità dell'Italia, nonostante la cosa potrebbe recare futuri danni elettorali allo stesso PD.
    Se non si ha l'intelligenza di capire questo NON si è degni di occupare le poltrone al parlamento, per manifesta incapacità.
    Il mio sospetto, anzi più che un sospetto è una certezza, è che l'insistenza da parte di Bersani a cercare a tutti i costi il sostegno di Grillo, pur sapendo che non lo avrà mai, denota il tentativo surrettizio di scaricare, di fronte all'opinione pubblica, la responsabilità della mancata nascita del governo sulle spalle del Movimento 5 stelle, come se fosse colpa sua.
    Questo denota, ancora una volta, la disonestà intellettuale e l'ipocrisia di cui solo i discendenti del Partito Comunista continuano ad essere preda in modo così totale. Quello di scaricare sugli altri le proprie responsabilità è sempre caratteristica dei dittatori e degli antidemocratici, antidemocratici che nel nostro parlamento si fanno chiamare ILLEGITTIMAMENTE democratici.

    RispondiElimina
  6. Il governo del cambiamento che non si vede, la voglia di fare dei deputati nuovi e vecchi che si sentono parcheggiati, un parlamento uscito dalle elezioni con tre forze uguali o quasi, un Capo dello Stato che è in scadenza di mandato e siamo quindi nel semestre bianco, le Camere convocate per il 18 Aprile per eleggere il sostituto di “re Giorgio”, a questo aggiungiamo i 10 saggi che la prolifica fantasia del Presidente ha partorito e chi più ce ne ha, più ce ne metta.

    Riepiloghiamo: il presidente della Repubblica affida un mandato al capo del Partito di maggioranza assoluta alla camera e di maggioranza relativa al Senato, Pierluigi Bersani.

    Una volta conclusosi, con esito negativo, il tentativo di Bersani, secondo me, Napolitano avrebbe dovuto invitare Bersani a presentare la lista dei ministri ed inviarlo in Parlamento per ottenere la fiducia.

    Nel caso non l’avesse ottenuta, avrebbe dovuto rimanere in carica per gli affari correnti e fare la nuova legge elettorale per andare a votare il più presto possibile, oppure avrebbe dato l’incarico ad un altra persona per formare il governo, ed in questo caso avrebbe dovuto scegliere tra Berlusconi e Grillo e dare l’incarico ad uno dei due.

    Quindi mi spiego il commento di Sergio Volpe.Non vedo niente di strano che anche Belusconi si attivi per convincere Grillo a scendere dal piedistallo in cui si trova e pensare agli interessi del paese, non capisco perché la colpa, se non si è fatto il governo, sia solo di Bersani che ha fatto di tutto per convincere Grillo, e non lo sia anche di Berlusconi..

    Ben venga quindi l’aiuto dell’on.le Berlusconi; non dica solamente che spetta a lui scegliere il prossimo presidente della Repubblica, perché nessun altro gli potrà dare garanzie sulla sua situazione penale. In Italia. Per fortuna i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario sono separati, grazie alla nostra costituzione.

    RispondiElimina
  7. L'anatema di Grillo: «Accordo col Pd?
    Chi voleva questo non doveva votarci» Questo il titolo del Corriere della Sera on line. Quindi qualsiasi altra disquisizione lessicale mi pare inutile, come inutile è stato il voto dato a Grillo da tutti quegli incoscienti che lo hanno dato. Adesso il caos. Purtroppo lo devo dire: si stava meglio quando si stava peggio. Spero presto che si ritorni alle URNE !!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. nerone chi ? l'incendiario?

      Elimina
    2. Spero ci siano pochi NERONE in giro, che tristezza leggere che si stava meglio prima, non ho parole, forse è inciucciato con la politica,allora capisco il suo dire, io ho votato M5S e lo rifari.

      Elimina
    3. "Stiamo perdendo tempo. Stiamo sciupando energie e non stiamo risolvendo nulla."
      Scrive il direttore, ma se c'è ancora chi pensa che aver votato qualcuno che pubblicamente, per la prima volta, dice:"Vuoi la fiducia?Intanto non prenderti i rimborsi elettorali e poi ne parliamo!"
      Allora il tempo lo stiamo perdendo restando in Italia!

      Elimina
  8. Proviamo a fare un pò d'ordine.
    Il Parlamento è il potere legislativo (deve fare le leggi), il Governo è il potere esecutivo (deva "eseguire" la volontà della maggioranza del Parlamento che lo sostiene, cioè deve applicare le sue leggi), Il Presidente della Repubblica rappresenta l'unità nazionale (è la sintesi di tutti poteri e di tutte le aspettative dei cittadini).
    Cosa vuol dire tutto questo?
    Per me è semplice: ognuno deve fare,e quindi faccia, il suo dovere istituzionale. Ognuno faccia quello per cui è stato istituito ed eletto. La smettessero ognuno di fare quello che deve fare l'altro. Questi soggetti si rubano i ruoli fra di loro. Si comportano proprio come ogni singolo e anonimo cittadino fa da 20 a questa parte: "si fà i cavoli degli altri", invece di fare il proprio dovere.
    In verità, per dirla propria tutta, "l'elemento inquinante" delle istituzioni repubblicane è costituito, inorridisco a pensarlo e a dirlo, proprio dai partiti (tutti), che per costituzione dovrebbero essere il collante che tiene insieme le istituzioni. Invece le "scollano", le smembrano, le sbranano,le tengono in ostaggio, le dilapidano.
    Ciò accade, a mio parere, perchè in fondo in fondo oggi in Parlamento non abbiamo "partiti" (socialisti, popolari, liberali ), ma delle "macedonie rancide", delle "accozzaglie variamente populiste" che mettono insieme brandelli culturali e di apparato di quelli che furono i partiti politici italiani per darsi l'apparenza di essere i loro eredi, mentre si sono dimostrati i loro cannibali.
    Concludo.
    Forse, oltre alla riforma elettorale, è più importante ripristinare in Italia i partiti storici che oggi sono vivi e vitali in tutta Europa: socialisti, socialdemocratici, popolari, liberali.

    RispondiElimina
  9. Qunado la casa brucia si chiamano i pompieri ...purtoppo uno dei mali endemici della nostra cara Italia è la smemoratezza .. riusciamo a dimenticare le tappe fondamentali .. ddella nostra Nazione .. solo qualche anno fa .. si è dovuti ricorrere ad un aggiustamento di conti .. sotto l'emergenza .... dei richiami dell'Europa .. .. e della pressione dei mercati internazionali .. .. che non erano affatto convinti di .. investire ancora in Italia ,., ed ora .. con queste contrapposizioni drastiche ... tra i partiti presi a due a due ... si rischia di ritornare di nuovo sotto l'occhio dei riflettori internazionali , pronti a ritirarcio la fiducia ..!Ben venga questa idea in extremis del Presidente Napolitano , atta a far sedere al tavolo .. uomini di entrambi gli schieramenti e senza schiera,menti .. per stendere nero su bianco alcune prioprità su cui i Partiti .. successivamente potranno esser chiamati ad esprimere le proprie valutazioni .. una questione di metodo .. con un unico obiettivo .. il bene della nostra nazione .... quindi vada ancora una volta un largo plauso al nostro Presidente Napolitano .!!!

    RispondiElimina
  10. Guardo Grillo , e non mi pare vero che non si allei con Bersani, a mio avviso sembra quasi voglia far ritornare il pdl.Ho scritto sul loro blog.. oservatorio monitoraggio m5s , e sono proprio convinti che vada distrutto tutto,per ricostruire.
    Ho cercato di capirli, un'occasione cosi' non ricapita, e parlando con chi li ha votati comunque noto malcontento. In quanto all'alleanza pd-pdl ,potrebbero anche farla , per non far cambiare niente in questo paese.
    Non cambiera' nulla in questo paese .Sono veramente demoralizzata .Spero anch'io nelle urne ma con un altro popolo .

    RispondiElimina
  11. Quanto era bello quando i partiti esistevano e formavano un arcobaleno di colori,oggi tutto è plumbeo e triste.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. nicolò graffagnini3 aprile 2013 alle ore 23:01

      Bravo all'anonimo ... perchè non ti firmi .. guarda che la pensiamo in molti come te ... .. purtroppo oggi siè vrifivcato un corto circuito costituzionale .. su tre Partiti grandi contrapposti .. due sono d o m i n a t i ... da un DOMINUS ... che tira i fili e tiene tutti i parlamentari sotto il ricatto della eventuale non ricandidabilità e quel che è peggio .. dell'espulsione dal gruppo !!! !!!Questo non è giusto perchè ogni deputato viene eletto senza obbligo di mandato ovvero di esclusiva di un Partito ...


      Elimina
  12. Bellissimo e tristissimo l'ultimo commento.
    Un peccato che sia anonimo, devo dire che mi ha toccato.
    Purtroppo il cielo oggi è proprio ''Nero''.

    RispondiElimina
  13. Alla fine, Grillo ha smosso le acque tanto da condizionare, da congelato, la politica del momento.
    Tutti, di qualunque parte siano, scoperti nelle loro magagne, fanno atto di contrizione per ritrovarsi, miracolosamente rigenerati, sulle stesse linee programmatiche.
    Una sinfonia: lavoro, ripresa economica, diminuzione degli stipendi dei parlamentari, tutti a piedi, niente più auto blu.
    Su un punto non si è d’accordo: sul destino di Berlusconi. La destra vuole il salvacondotto e di più. Magari la presidenza della repubblica, per il loro santo.
    Napolitano si sta dimostrando un presidente che renderà illustri gli annali della nazione.
    Instancabile auriga del platonico cocchio, fermo nel tenere a bada i due scalpitanti cavalli, cerca la strada della buona ragione per terminare con successo il cammino di politico antico.
    Le commissioni di saggi stanno lavorando su punti importanti, quelli voluti dalla gente e che dovrebbero ridare dignità ad un paese che non sta uscendo dalla sua storia migliore.
    Il Governo c’è, faccia il governo. Il Parlamento vanta due presidenti di valore già seriamente all’opera.
    Ora tocca ai partiti tornare a fare i partiti, dopo essersi depravati dietro fiumi di soldi, a cominciare dai troppo generosi rimborsi elettorali.
    Tornino ad essere officine di idee e centri di aggregazione di quelle parti di popolo, soprattutto delle fasce giovanili, che vogliono crederci ancora.
    Su tutti Grillo, fustigatore solerte!

    RispondiElimina
  14. La figura dell'arcobaleno bella, ma del plumbeo e triste non sono d'accordo e nemmeno del nero di volpe.
    L'italiano se non arriva al fondo non sa e non vuole risalire, per cui non mi preoccupa questo momento, dove tutti i valori sono stati calpestati. La mia speranza che i cattolici seguendo gli insegnamenti di Papa Francesco che non dice parole ma fa fatti, possano ridare onorabilità a quei valori che portano rispetto alla dignità umana e a quei valori che ridanno significato alla famiglia (la cellula della società).

    RispondiElimina
  15. Aspettiamo di toccarlo il fondo,e poi speriamo bene.
    Forse con il ''nero'' ho esagerato.
    Mi correggo allora,è nero per due parti su tre.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Viva il bello della politica, il positivo e coloratissimo PD, tutto proteso verso il sol dell'avvenire, smacchiatore di giaguari, il PD, partito di politici immacolati dalla moralità indiscussa e dal biancore accecante, in grado di rischiarare il cielo plumbeo, anzi nero che c'è al di fuori dell'area "Democratica". W il PD !!!!!!!!

      Elimina
  16. Purtroppo i cattolici nella politica italiana non esistono, e gli stessi che provengono dalle file cattoliche di un tempo hanno perduto i loro ideali, non sono capaci di sostenere un'idea, nemmeno una, che faccia parte del bagaglio culturale e morale del cattolicesimo. La maggior parte si è "accasata" nel PD dove si accontentano di esserci anche senza contare un piffero. Li conosciamo tutti per nome e per cognome, e conosciamo come si siano appiattiti su posizioni che ipocritamente chiamano "laiche" anzichè con il loro nome esatto, perchè di posizioni "atee" si tratta, come, ad esempio, tutte quelle che riguardano i cosiddetti temi etici e riguardo ai quali le loro posizioni sono esattamente contrarie a quelle della Chiesa.
    Mi spiace dirlo, ma i partiti che sostengono, anche per convenienza politica, le posizioni della chiesa sono i partiti di destra, e non è un bel vedere come queste posizioni siano sostenute da tanti che nella vita privata non forniscono esempi di virtù cristiane.
    Allora è difficile sperare che nella nostra politica ci siano cattolici che possano ridare onorabilità a quei valori che portano rispetto alla dignità umana e ridanno significato alla famiglia come cellula della società.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quest'ultimo pensiero mi piace tanto. Anche perché nel nostro mondo si è diffuso un certo "pudore" a volerne parlare, quasi ad evitare di sentirsi fuori delle righe, poco aperti.
      Non sono cattolica, sono metodista, ma anche la mia chiesa, sui valori, è piuttosto intransigente; e soprattutto per quanto riguarda la stabilità della famiglia.
      Il divorzio è stato un disastro. Doveva essere un istituto per risolvere situazioni di emergenza e invece è diventato il supermercato delle separazioni facili.
      Si divorzia ad ogni soffio di vento.....E i figli ne risentono per primi: sempre!
      E non solo, le separazioni creano un sacco di difficoltà, anche economiche, per entrambi gli ex coniugi: donne che tirano ad alzare "il prezzo", uomini sempre più avviliti e demotivati.
      Non si tratta solo di fatti privati, lo sfascio riguarda l'intera società; pure perché la mancanza di stabilità familiare si porta dietro una serie di disvalori "aperti al tutto possibile".
      Grazie!

      Elimina
  17. Allora lei è contro la legge che permette il divorzio?
    Se potesse la cancellerebbe?
    Io spero veramente che lei non intendesse questo.
    Ho parenti vicinissimi che grazie al divorzio hanno ridato serenità alla propria ed alla altrui vita,figli compresi.
    I convincimenti religiosi vanno tenuti per se,non si propongono o impongono a nessuno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come volevasi dimostrare. Appena si accenna a qualcosa di etico, subito qualcuno si incazza e tira il ragionamento all'estremo. Il divorzio è un dato di fatto, ma NON è un tabù, NON è un argomento da non potere parlarne, cavolo. Per qualcuno che tramite il divorzio ha ridato serenità alla propria ed alla altrui vita, figli compresi, ce ne sono tanti altri che hanno visto la loro famiglia disgregarsi e sfasciarsi. Allora se ne può parlare oppure ci si devono stracciare per forza le vesti?

      Elimina
    2. Riconosco di essere stata un po'troppo "d'attacco". Mi scuso.

      Elimina
    3. Ma di cosa ti devi scusare? Che facciamo, ci autocensuriamo perchè qualcuno non è d'accordo o chiede spiegazioni su quello che scriviamo?
      Cosi rii pazzi!!!

      Elimina
    4. Ritiro le scuse.

      Elimina
    5. Mi ero fatto l'idea della sigra Fabri di una donna tutta d'un pezzo. Perciò non mi spiego come sia caduta nella trappola di Nino Pepe. Dare le scuse è un segno di umiltà...ma ritirarle dietro l'incitamento di un sobillatore mi sembra a dir poco inelegante.

      Elimina
    6. Un po' d'ironia non guasta.....Mon dieu!

      Elimina
    7. Vullo, perchè ogni tanto non ti fai i fatti tuoi? E' vero quello che tu dici, che cioè dare le scuse è segno di umiltà, ma in questo caso Fausta non aveva niente di cui scusarsi. Piuttosto, sull'essere sobillatore, mi sorge la vaga idea che tu pensi degli altri quello che non osi pensare su di te! Io sobillatore, ma de che?????????????

      Elimina
  18. Calogero Dolcimascolo4 aprile 2013 alle ore 11:34

    Se la casa brucia, se l’arcobaleno non ha quei spettacolari colori dopo la pioggia, se il tempo si è oscurato etc. la colpa non può essere addossata al signor Grillo con il suo M5S.
    Sicuramente molti che scrivono in questo blog si ricordano della prima Repubblica e dei partiti che la formavano: alcuni di questi partiti che nel bene e nel male hanno rappresentato la Nazione hanno cercato di affrontare le questioni cruciali del paese e consentito un grado di benessere generalizzato anche con l’ausilio di una grande forza politica come quella del PCI.
    Avevamo al Governo il pentapartito composto da DC-PSI-PRI-PLI-PSDI e dall’altra una grande forza di opposizione il PCI che si poneva come forza alternativa.
    Quest’ultima forza politica fino a quando è stata guidata da Enrico Berlinguer da sempre rappresentava in Parlamento quelle fasce più deboli del paese e credeva in un comunismo lontano da Mosca.
    Tempo fa qualcuno in questo blog ha parlato di Berlinguer e della questione morale ma non ha parlato quando questo leader ha rischiato la propria vita il 3 ottobre 1973, al termine di una visita ufficiale a Sofia, la limousine su cui viaggia Berlinguer, è investita da un camion militare. Berlinguer si salva miracolosamente, l'interprete ufficiale muore e gli altri due passeggeri (esponenti della dissidenza nel Partito Comunista Bulgaro) rimangono gravemente feriti.
    All'epoca dei fatti né Berlinguer né alcun altro dirigente comunista disse pubblicamente di sospettare che l'incidente fosse in realtà un attentato.
    Nel 1991 Emanuele Macaluso, senatore del Partito Democratico della Sinistra ed ex dirigente comunista, rilascia un'intervista al settimanale Panorama dichiarando che il segretario del PCI, appena rientrato a Botteghe Oscure, gli avrebbe rivelato il sospetto che si fosse trattato in realtà di un "falso incidente", orchestrato ad arte dal KGB e dai servizi segreti bulgari per porre fine allo scomodo alleato italiano.
    Dalla morte di Berlinguer il PCI ha perso la sua identità non solo cambiando denominazione: PDS-DS-PD ma ha perso soprattutto quella sua indole naturale di partito vicino a quella classe sociale dei lavoratori e avvicinandosi sempre maggiormente alle classi borghesi e ai potentati economici.
    Questo leader va ricordato per una questione che ancora oggi è un male Italiano: la questione morale. Questione ripresa da un altro grande uomo politico del partito socialista Bettino Craxi.
    Oggi parlare della seconda Repubblica e dei partiti che l’hanno governato significa parlare di persone poco responsabili.
    Se Grillo critica entrambi PD-PDL ha tutte le sue ragioni e per coerenza ha il dovere di non appoggiare alcun Governo perché il mal costume dei partiti non è finito.
    Dovremmo prendere atto che il M5S sta dando uno scossone al quadro politico nazionale richiamando tutte le forze politiche ai contenuti di quei 20 punti presentati da Grillo e che con qualche modesta (vedasi la TAV) eccezione auspichiamo un po’ tutti.
    Se Grillo oggi accomuna il PD al PDL per la responsabilità di quello che è successo, direi che questa vada equamente distribuita al 50% ciascuno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dolcimascolo, parliamo di tutto, ma per favore, diamo a Cesare quel che è di Cesare e diamo al PD quello che è del PD. Che cosa è del PD, a cosa mi riferisco?, Al fatto che è diventato un partito incoerente con i suoi stessi principi, popolato da politici piccoli piccoli che, come dice Cacciari, conoscono solo Botteghe Oscure, il Nazareno e il Parlamento, che si trovano a gestire un'eredità (quella del partito comunista) troppo grande per loro, un partito in cui continua a bivaccare gente che è da una vita al parlamento e che non smonta nemmeno a cannonate, nonostante il regolamento interno al PD sulle candidature, vedi Bindi, Finocchiaro e compagnia, un partito che contrasta l'avvento del nuovo (Renzi) preferendo andare avanti sempre con il vecchio apparato. Ma io che sono molto sospettoso, ho l'idea che Renzi sia stato boicottato perchè una sera andò a trovare l'allora premier Berlusconi ad Arcore e l'indomani non disse peste e corna dello stesso Berlusconi, e questo, si sa, è una colpa gravissima e imperdonabile.
      Allora, quelli di sinistra, rassegnatevi, il Partito Comunista non esiste più, non per motivi storici o cronologici, ma per manifesta inferiorità politica e intellettuale di questo PD che non vale un centesimo del vecchio PCI.
      Mi dispiace se qualche affezionato elettore del PD possa magari offendersi con me perchè metto il dito sulla piaga, ma...insomma, cosa c'entra, le mie sono soltanto analisi politiche e opinioni personali che nulla c'entrano con le singole persone che, a mio parere, hanno la sfortuna di tifare per un partito del genere.

      Elimina
    2. Calogero Dolcimascolo4 aprile 2013 alle ore 13:51

      Il PD è ormai un partito senza una leadership e una classe dirigente all’altezza della situazione.
      Ha ragione Massimo Cacciari.

      Elimina
  19. Lo dico senza ironia, se non ci fossero Pepe e Volpe bisognerebbe inventarli, per quanto sono creativi e dialettici, capaci di analisi e di sintesi, provvisorie quanto interessanti. Se scrivo questo testo è per ringraziarli della loro vivacità e presenza, mentre altri si sono definitivamente eclissati e mi dispiace. Io mi sono preso un pò di vacanza nello scrivere, ma non nel leggere e seguire quanto accade, perchè voglio capire meglio dove vuole arrivare questo piccolo ceto politico( e parlo nella più assoluta trasversalità) prima incapace persino di avere corrette previsioni elettorali ed ora schizzinosi, come le zitelle di una volta che dicevano di non essersi sposate perchè non avevano voluto e non perchè nessuno le aveva cercate. L'unico che sta avendo una certa coerenza è il capo dello stato, gli altri, pdl pd, 5 stelle, montiani, ballano sul titanic che ha già toccato l'iceberg, ma loro non lo sanno ancora. Le elezioni hanno premiato tre schieramenti che se la tirano, in quanto si sentono, tutti e tre coalizzanti, ma non hanno nessuno da coalizzare, vedi pdl e pd,oppure non vogliono mettere in gioco la loro purezza, vedi 5 stelle. Di Monti no so cosa dire, nel giro di pochi mesi ha percorso tutto il percorribile e adesso e arrivatp oltre il tramonto. Di Beppe Grillo, che non ascolta neanche Celentano e Fo, non so proprio dire nulla, quando auspica una Italia che faccia come il Belgio, una cosa incomprensibile, anche perchè il Belgio ha misure che corrispondono a poco più della Sicilia come territorio e poco più della Lombardia come popolazione. Pensare un gigante, seppure in declino, come l'Italia, allo stesso modo di un piccolo stato artificiale come il Belgio con tre etnie e tre lingue, per il cui centro storico è stata creata la parola "brussellizzare" non proprio elogiativa, mi sembra proprio non pensare. Dire che si voterebbero le leggi corrispondenti al proprio programma, mi sembra pleonastico e conseguenziale, per non essere considerati fuori di testa, che altrimenti non capirei che ci sta a fare questa affermazione. Non mi viene affatto il vomito a pensare alla prima repubblica: anzi mi viene la nostalgia di La Malfa, di Saragat, di Pertini, di La pira, di Leone, di Malagodi, di Berlinguer, di Bufalini, di Terracini, di Leonilde Iotti, di Lelio Basso, di Luciano Lama, di Zaccagnini, di Fanfani e potrei andare all'infinito, risalendo a Croce, De gasperi e Togliatti. Questo non significa niente, neanche auspicarne un ritorno, anche perchè non torna niente, mentre tutto si trasforma continuamente. Dobbiamo avere senso della storia e smetterla con queste storielle dei "mal di pancia" dei "lacci e lacciuoli" e con l'orrida invenzione dell'"inciucio" che starebbe per compromesso. Ma cosa sarebbe mai una politica che non sapesse fare compromessi, una lotta all'ultimo sangue. Ma non facciamo ridere. Continuiamo a scrivere a riflettere, perchè questo abbiamo dimostrato di saperlo fare e facciamolo, senza pensare in maniera ultimativa, perchè questo è il fondamento della democrazia e della libertà, senza di esse non ci sarebbe, nè presente, nè futuro. Per cui caro Gattuso, cari Pepe e Volpe, andiamo avanti.FGM
    ps. Qualcuno mi ha chiesto se esistono ancora destra e sinistra: la mia risposta è sì, sì sì.

    RispondiElimina
  20. Complimenti per l'articolo di Gian Giuseppe e ai commentatori, mi piacerebbe dire la mia sulla situazione politica odierna, ma francamente non ho le idee chiare e preferisco non pronunciarmi.
    In merito aglii ultimi commenti dove si parla di religione e di divorzio, sento di dire come la penso, premetto di essere un marito fortunato, perché dopo 27 anni di matrimonio amo mia moglie 1000 volte di più di quando ci siamo sposati, ma voglio centrare l'attenzione sul divorzio, che a mio avviso, da quando la legge lo ha permesso se ne è fatto un uso modato, sapendo che se le cose non vanno per il verso giusto, una volta sposati, ci si può divorziare, bene, a questi io dico, se non siete sicuri non sposatevi in chiesa e soprattutto non promettete davanti a Dio di essere fedeli sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarvi e onorarvi tutti i giorni della vostra vita.

    RispondiElimina
  21. Cardinale Richelieu4 aprile 2013 alle ore 12:22

    Il cerchio si chiude ! E' iniziata la campagna elettorale di Silvio Berlusconi per ritornare a Palazzo Chigi. Guardate e riflettete. L'Italia è questa. Quella che gli italiani si meritano ! "Tutto il resto è noia" !
    http://video.corriere.it/sfogo-ruby-al-tribunale-milano/9378b898-9d08-11e2-a96c-45d048d6d7eb

    RispondiElimina
  22. Ma dico io, siamo quelli di politica prima così terrorizzanti da spingere tanti commentatori a non palesarci i loro nomi e cognomi? A volte vengono fuori esilaranti dibattiti come quello sulle farmacie, dove anonimo rispondeva ad anonimo e anonimo si intrometteva ai due primi anonimi, e così via, fino a non capirci più niente. Cari Dantes, Richelieu, Nerone, volete continuare con queste forme di anonimato, fate pure, ma non mi sembra il massimo della vita partecipare ai dibattiti nascondendosi, per altro senza che ve ne sia una ragione.

    RispondiElimina
  23. Penso che la questione politica nazionale sia ad una svolta molto delivcata che potrebbe creare tristi precedenti. Ormai è chiaro che il m5s non cambierà idea e non farà accordi e alleanze con nessun partito e quindi la fiducia deve essere cercata tra gli altri partiti. io non so se è giusto ma è così e si sta perdendo solo tempo come per esempio sulle commissioni parlamentari che potrebbe lavorare invece di stare ferme. forse basterebbe un pochino di buon senso e chiuderla con le contrapposizioni sterili e inutili anzi dannose

    RispondiElimina
  24. Vorrei riprendere il riferimento del Prof. FGM al Titanic, sul quale la politica italiana continua a ballare nel salone delle feste non sapendo che la nave ha già toccato l'iceberg.
    Ebbene, insistendo nel riferimento, voglio ricordare che in un recente documentario su questo celeberrimo naufragio ho ascoltato che, sia per la mole gigantesca della nave rispetto allo stesso iceberg , sia perchè non vi fu collisione frontale ma soltanto una "scrisciata" dello scafo su una punta sommersa del ghiaccio che aprì lo scafo come una scatoletta (vedi la Concordia di Schettino), i passeggeri continuarono a danzare perchè non avvertirono nessuno scossone, al punto che se una persona aveva in mano un calice pieno di champagne non sarebbe uscita neanche una goccia dal bicchiere.
    Questo aneddoto, a mio parere in linea con il pensiero del Prof., rispecchia veramente l'incapacità della politica attuale a comprendere la gravità della crisi, o per meglio dire, degli squarci nello scafo della nave "Italic".
    La crisi bancaria di Cipro (risolta con un inedito e pesantissimo prelievo forzoso governativo sui depositi), l'analoga crisi bancaria in corso in Slovenia (ancora da risolvere), la "tacitata" crisi bancaria italiana (sono tutte in rosso perchè aumentano le mancate restituzioni di mutui e prestiti), 1/3 delle imprese ha chiuso per mancati rimborsi da parte della P.A. e prestiti dalle banche, l'aumento dei disoccupati, l'aumento dei giovani inoccupati, il calo dei consumi perfino alimentari, etc..., non inducono minimamente i partiti a fare l'unica cosa che dovrebbero:
    una grossa coalizione (tutti dentro) per non più di 1 anno, per poi ritornare alle urne con nuova legge elettorale(ripristino del proporzionale e del voto di singola preferenza del candidato), eliminazione di una camera, riduzione all'essenziale di emolumenti dei parlamentari e dei finanziamenti pubblici dei partiti, scomposizione di queste due "stupide e mefitiche" coalizioni PD e PDL e ripristino dei principali partiti politici tradizionali (4 o 5 al massimo), con nuovi leaders, classe dirigente e programmi concreti.
    Non è impossibile. Credo sia l'unica via di uscita seria e concreta. Mi auguro che i 10 saggi diano, alla fine del loro mandato, indicazioni di questo genere.

    RispondiElimina
  25. Miei cari amici,
    avevo deciso di non intervenire su questo articolo di Gianni Gattuso, poiché tutto mi sembra inutile mentre si vive questa situazione di stasi e tuttavia di tensione palpabile.

    Ma non ce ho fatta. Mi espongo dunque alla lapidazione virtuale.

    - Primo: dopo vent'anni che è in Parlamento, si ritiene davvero che la questione dell'ineleggibilità di Berlusconi sia un tema fondamentale?

    - secondo: Si pensa davvero che Berlusconi possa arginare del tutto le iniziative giudiziarie contro di lui?

    - terzo: Se quello che desidera è un salvacondotto del tutto teorico (perché di altri non possono concretamente dargliene), che gli si dia pure (sottobanco, in passato, sono state concesse ben altre cose)! Tanto poi andrà come deve andare...

    - quarto: stando così le cose, anche Berlusconi sembra disposto a transigere su alcuni aspetti importanti!

    - quinto: Vogliamo davvero andare a nuove elezioni lasciando che, a quel punto, Grillo (che pure ha fatto tante cose buone per la politica italiana)orienti la barra verso un'autoritarismo che non si sa dove può condurre?

    Benedetto Croce ha scritto cose molto importanti. Tuttavia qualche volta si esprimeva anche su fatti quotidiani con molta naturalezza. Una volta ebbe a dire: "I liberali? Brava gente! Peccato che si tocchino il 'coso' con la pezza..." Mi sembra chiara la parabola.

    Diano allora il via a questo benedetto/maledetto governo PD-PDL (pur con tutti gli accorgimenti del caso), e, se necessario, poi si troverà la maniera
    di tornare indietro.

    Dite di no? Ma guardate tutto ciò che è avvenuto in questo periodo (ed intendo da Monti in poi), e cioè come abbiano tenuto in conto Istituzioni e Costituzione!

    Suvvia, amici... un po' di sano pragmatismo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non credo che qualcuno possa iniziare la lapidazione. Dici cose molto vere e condivisibili. I due partiti maggiormente responsabili giocano sulla pelle dei cittadini e non si riesce a trovare la soluzione. E i saggi di Napolitano rischiano di servire veramente a perdere tempo...

      Elimina
  26. Non so se a Salvo, per la considerazione degli amici del blog, convenga un mio endorsement, tuttavia condivido il senso del ragionamento del nostro presidente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi sembra veramente triste e scandaloso, per questo blog, che il nostro presidente Geraci abbia timore di esprimere il prorprio pensiero liberamente per paura di essere lapidato seppur virtualmente. Coraggio Salvo! Non aver paura di nessuno perchè qui non ci sono ne fascisti ne stalinisti.

      Elimina
    2. Pino... era solo una battuta!

      Elimina
  27. In questo sfascio generale anche il Presidente Napolitano ha perso la bussola. Ha deciso di prendere tempo perché non sa cosa fare, quale indirizzo dare, quale decisione prendere, pertanto insedia i saggi affinché studino i problemi, propongono soluzioni per uscire dello stallo istituzionale e indichino le priorità e si possa riaprire la discussione tra i partiti.
    Il presidente Napolitano ha fatto una scelta sensatamente indicata per una Repubblica di tipo semi- presidenziale e non adeguata per una Repubblica di tipo parlamentare com’è la nostra, pertanto palesemente incostituzionale. Eminenti costituzionalisti si chiedono se questa iniziativa rientri nel ruolo di mediazione e di garanzia del Capo di Stato, oppure si tratti di abuso del potere. Nel rileggere la norma costituzionale non si trova alcun cenno alla prassi adottata dal Presidente.
    Bersani avrebbe dovuto presentare la sua lista di ministri e presentarsi in Parlamento, luogo deputato per legge al dibattito e ad ottenere la fiducia.
    Ciononostante Napolitano ha fatto altro. Il mandato esplorativo affidato alle due commissioni di saggi ha lo scopo principale di permettere a Bersani di prendere tempo per riorganizzarsi e affidargli un altro incarico. Ma altre potrebbero essere le intenzioni non secondarie e non meno importanti per il destino dell’Italia e riguardano , l’apertura a nuove elezioni nel caso che il secondo incarico a Bersani si conclude con un definitivo fallimento con la possibilità per il Pd di rottamare definitivamente Bersani e schierare Renzi, avversario ben più consistente e concreto ed infine mantenere il governo Monti che governerà, fino a nuove elezioni parlamentari, senza aver avuto la fiducia del nuovo Parlamento, concedendosi in tal maniera le simpatie e il gradimento della Germania e delle centrali finanziarie e bancarie internazionali che con Monti si sono trovati benissimo.
    Per Napolitano è prassi ormai consolidata. Lo stesso ha fatto quando insediò Monti e il governo dei tecnici.
    Ma nel frattempo l’economia ristagna e il paese va incontro alla Grecia e a Cipro.

    RispondiElimina
  28. Ancora non vedo tirare la prima pietra. Aspettiamo domani....

    RispondiElimina
  29. Mi piace il ragionamento di Salvo Geraci, così come il suo invito al pragmatismo che, tradotto, vuol dire onestà culturale e messa la bando di residui vetero ideologici e di velenose faziosità surreali.
    Quasi l' 86% dei voti è andata a 3 soli forze politiche. Il PD e il PDL sono alternativi l'uno all'altro. Il M5S è alternativo a tutti e due. Dunque sono inconciliabili tra loro al fine della formazione di un governo che abbia una omogeneità politica di programma.
    Dunque c'è poco da menar il cane per l'aia.
    Le prospettive sono solo due: o un governo che riconfermi la vecchia maggioranza del governo tecnico Monti (PD-PDL-Scelta Civica), lasciando all'opposizione M5S perchè questo ha sempre detto e ripete di voler fare; oppure si aspetta il nuovo Presidente della Repubblica che indica nuove elezioni anticipate incaricando un governo a questo scopo che prima faccia quelle cose estremamente indispensabili (riforma elettorale e finanziaria 2014).
    Trovo inaccettabile e pretestuoso gridare allo scandalo e al pericolo di non si sa bene quale catastrofe per una soluzione del genere che sarebbe l'applicazione più efficace della democrazia reale.

    RispondiElimina
  30. No, nessuno ha scagliato la prima pietra.
    Tutti con lo stesso “peccato” sul modo di leggere le cose a venire?
    Non proprio. Nino Pepe invia un criptico messaggio, ma non lancia la pietra neanche lui.
    Molti gli illustri silenzi, poche le condivisioni del verbo magistrale.
    Allora: perché?
    Che gli eventi vadano volgendo veramente da “quella parte” e lo sgomento prevalga sulla logica invocata, lasciandoci silenti?
    Può non piacere, ma la storia spesso segue le sue strade, contro auspici e passioni degli umani.
    Inquietanti, il ritorno in primo piano di Renzi, di più, le sue dichiarazioni.
    Napolitano cerca, nel silenzio al pubblico, una “saggia”ricomposizione delle parti.
    Brunetta, implorante, sostiene la causa della ragionevolezza possibile.
    Berlusconi preme per l’accordo, e, nello stesso tempo, in vista di un ritorno alle urne, arringa nella piazza per “rinfuocare” le cieche passioni degli italiani.
    Intanto, invia la giovane Rubi, adultera, lei sì sotto rischio di lapidazione, sulla scalinata del sinedrio:
    in gramaglie, capelli raccolti, voce alterata, a tutta velocità, tremante, come lo fu l’evangelica donna, nell’imbarazzo di dover leggere ciò che va capendo solo in parte, scritto da qualche avvocato della squadra.
    Grillo, indomito profeta, chiama a raccolta i suoi zeloti: stessa strategia, stesso silenzio alla stampa.
    I partiti, al limite della decenza, tacciono sgomenti: quale la linea vincente?
    Mandano qualche neo/a baronetto/a ai vari tavoli di confronto in TV: preparati “a discorre”, tentano di tracciare linee, con incertezza di idee e di accenti.
    In tutto questo, non può che essere accolto l’aristoltelico “ipse dixit”: pronunciamento inoppugnabile del sommo sacerdote del pragmatismo. Di chi di logica ne sa….. E arpeggia le parole con assoluta maestria: ora, in tono cupo, bacchetta in mano, nell’indulgenza del buon maestro, conoscitore di debolezze umane.



    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ruby ha anche detto qualcosa di vero, non sono tutte sciocchezze le sue.

      Elimina
    2. Sicuramente....

      Elimina
  31. Da dopo le elezioni abbiamo assistito a discussioni varie tra i leader dei partiti a coalizioni si o no per formare un governo, ma non si è arrivati a nulla. Ora per ultimo la nomina dei 10 saggi, che devono lavorare per dieci giorni su problemi economico-sociali. E in così poco tempo riescono a risolvere qualcosa o è solo una perdita di tempo messa in atto dal nostro Presidente della Repubblica, per arrivare alla fine del suo mandato. Anche perché Valerio Onida ha affermato che il loro contributo serve a poco e solo a coprire il periodo di stallo creato dal Parlamento e niente più.

    La saggezza può venire fuori anche dai neo eletti, non c’è bisogno di utilizzare altra gente, oltre a tutti i deputati e senatori che abbiamo. La saggezza può venire fuori dagli uomini di partito e movimenti se lavorassero seriamente per il bene del Paese e per l’interesse dei cittadini.
    Ma tutto ciò, non mi sembra stia accadendo. Anzi, tutti questi, perdono solo tempo per capire quali postazioni di potere devono ricoprire, fregandosene che la Nazione è al collasso.
    L’articolo del nostro direttore è molto concreto. Lui non si è arenato dietro discorsi inutili di partiti o di prime e seconde Repubbliche, con responsabilità e colpe da dare a qualcuno. Ma la sua sempre positività lo spinge ad andare oltre alle dietrologie che non portano a nulla cercando di utilizzare quello che si ha.
    In un momento così grave si deve pensare un modo per poter dare respiro al paese. E quale cosa migliore si può fare se non quello di insediare le Commissioni permanenti di Camera e Senato in modo da dare il via a proposte utili per le esigenze immediate del Paese. Tutto il resto è solo spettacolo.

    RispondiElimina
  32. Fuori tema: per ciò che attiene i requisiti dei candidati ad elezioni importanti (ARS, CAMERA E SENATO, U/E), credo che si dovrebbe stabilire un 'curriculum' minimale... sia amministrativo che tecnico-politico (giuridico-economico)! Per esempio: un corso serio di formazione politica e l'aver ricoperto la carica di Consigliere di Circoscrizione o Comunale.

    RispondiElimina
  33. Sarebbe auspicabile, ma dovrebbe essere cambiata la costituzione.

    RispondiElimina
  34. Su una questione all’ordine del giorno mi va di essere molto chiaro. E non me ne vogliano gli amici che intravedono nei grillini la fonte di ogni male per l’Italia. È ormai da diversi giorni, da settimane, che da un personaggio “vicino” al M5S è venuta la proposta di far lavorare il Parlamento insediando formalmente le Commissioni parlamentari permanenti, anche perché un governo, quello di Monti, è ancora in carica. E da quell’idea, ritenuta da molti bislacca, Grillo ha rilanciato proponendo di andare avanti con l’approvazione di alcune leggi importanti di cui i partiti, chi più che meno, hanno espresso la loro condivisione. Ma le resistenze sono state da subito enormi. Così come le reazioni anche di eminenti costituzionalisti e opinionisti che avevano definito il prof. Becchi un “ubriaco”. Ma vedi caso, Napolitano ha confermato la tesi: l’Italia un governo ce l’ha, il Parlamento è nella pienezza delle sue funzioni.
    Da ultimo c’è da registrare la resistenza di Grasso, il neo presidente del Senato, che ritiene impossibile insediare le commissioni perché non essendoci un nuovo governo non si sa chi è maggioranza e chi opposizione. In questo c’è già una differenza di vedute con la sua dirimpettaia della Camera.
    Insomma, il M5S è pronto a lavorare e così pare anche SEL e la Lega. Ma i grandi partiti no! C’è da spartire la torta delle poltrone. Io, ma s’era capito, sono perfettamente d’accordo con le tesi dei grillini e di chi condivide l’idea. Chi dice che non si può fare mente, sapendo di mentire, e ha altri interessi che non sono le emergenze del Paese!

    RispondiElimina
  35. Con l'incarico esplorativo che Napolitano aveva conferito, legittimamente, a Bersani, era iniziata una nuova fase politica, di complessa ed incerta soluzione.
    La strada per la formazione di un nuovo governo era tutta in salita e Bersani ha voluto lo stesso percorrerla in nome della crisi economica e richiamando i partiti alla loro responsabilità nazionale. Responsabilità a lui più conveniente in quanto il PD: non aveva vinto le elezioni, non aveva i numeri in parlamento, voleva l'appoggio esterno dei partiti e nello steso tempo amministrare con Grillo che dichiarava, tra l'altro, la non disponibilità.
    Dalle dichiarazioni dei vari rappresentanti politici emergevano demagogicamente segnali di saggezza, di responsabilità e di auspicio per arrivare alla definizione di un "governo stabile, autorevole e solido che sappia rispondere ai problemi del Paese e sappia mettere in atto le riforme di cui ha bisogno."
    i due presidenti di camera e senato, Boldrini e Grasso, ribadivano la necessità di arrivare il “prima possibile” alla definizione di un governo.
    Vendola, chiedeva a Bersani un governo e che sia nella forma più innovativa possibile;
    Vito Crimi, bocciava qualunque ipotesi di appoggio ad un governo che non era "a cinque stelle"; Silvio Berlusconi chiedeva un governo di larghe intese Pd-Pdl, mentre, Scelta Civica di Mario Monti proponeva un governo delle principali forze politiche “responsabili” presenti in Parlamento.
    In buona sostanza, i partiti, eccetto Grillo, manifestavano l'urgente necessità di un governo a termine di larghe intese, che avviasse, prima del volto, i provvedimenti più urgenti per la crescita e si occupasse della riforma elettorale.
    Le consultazioni di Bersani non hanno prodotto effetto politico e Napolitano, in attesa di tempi migliori, ha "congelato" l'incarico.
    Se si fosse dimesso Napolitano, sono convinto, si sarebbe creata ancora di più l'ansia politica che attualmente prevale in parlamento; oggi, piaccia o non piaccia, l'unico punto di riferimento degli italiani è il presidente della repubblica che, con la nomina dei "saggi", persone obiettivamente preparate a prescindere del loro pensiero o appartenenza politica, ha voluto dare segnali di continuità amministrativa per effetto dello stallo istituzionale che si è creato e, purtroppo, continua a tutt'oggi a prodursi. Non è stato il massimo delle soluzioni, soprattutto con Monti al governo, che personalmente non apprezzo, ma, in questo momento, considerata la irresponsabilità dei partiti, è stata l'unica alternativa. Si, quest'idea l'aveva lanciata Grillo e ha avuto ragione.
    Auspichiamo al più presto, che i saggi diano delle soluzioni economiche finanziarie condivise dai partiti, diversamente si creerà ancora di più un imprudente e grave vuoto amministrativo .
    Relativamente alle commissioni, attualmente, solo Movimento 5 stelle, Sel e Lega Nord hanno indicato i loro rappresentanti, mentre Pdl, Pd e Scelta civica, sostengono, tra l'altro, che le commissioni di controllo devono essere presiedute da un membro dell'opposizione e che quindi l'operazione è impossibile prima della nascita di un governo. Si, questo è vero ma, se c'è la volontà di farle funzionare e non bloccare il parlamento, si può trovare, come dice qualcuno " la soluzione di compromesso": si formano le commissioni, in base alla rappresentanza politica, senza eleggere un presidente "politico" e facendo presiedere,temporaneamente, il componente più anziano tra i deputati designati.

    RispondiElimina
  36. L'approvazione di nuove leggi da parte di questo Parlamento, anche senza nuovo governo, è giuridicamente possibile, e quindi legittimo, perchè l'esercizio del potere legislativo viene assegnato dalla Costituzione esclusivamente al Parlamento, che è chiamato ad esercitare tale potere in assoluta autonomia ed indipendenza, senza ricevere condizioni o condizionamenti da altri soggetti, chiunque essi siano, fosse anche lo stesso Presidente della Repubblica.
    Non vi è dubbio, quindi, che negare questa evidenza è una "violenta menzogna", manifestazione plateale di "volontà stragista" degli ltimi brandelli di democrazia.
    Purtroppo, però, dobbiamo anche ammettere che se è vero che la politica oggi è invisa alla quasi totalità dei cittadini, e che invece va recuperato al più presto l'interesse e la passione per la politica, insomma il ripristino del suo primato in una società che vuole essere ancora democratica, allora dobbiamo dire onestamente che far funzionare "tecnicamente" a pieno regime un Parlamento considerando e rendendo di fatto "irrilevante" l'attesa della formazione al suo interno di una maggioranza e di una opposizione tra i partiti (che comunque "unici" rappresentano la sovranità popolare), ed altresì del nuovo Governo e del nuovo Capo dello Stato, ebbene, tutto ciò sarebbe forse un colpo mortale ai partiti, dunque alla rappresentanza dei cittadini, infine alla democrazia.
    Insomma, si può ma non si "deve" fare per salvare la democrazia che in Italia alla deriva, è un naufrago, ma è ancora viva.
    Il problema più forte, rimane quello che denunciava il vecchio Marco Pannella: la "partitocrazia", la voracità e la dittatura delle sue classi dirigenti.

    RispondiElimina
  37. Condivido interamente le considerazioni di Nevone. Non solo giusta teoria ma anche sana prassi.

    RispondiElimina