di Pasquale Nevone - Tutti oggi in Italia dovremmo fare una pausa di riflessione, astenerci dal continuare a ritenere di avere ragione nei giudizi che diamo sulla cosa pubblica,
e quindi smetterla, per un po’ almeno, ad arrabbiarci con il nostro interlocutore non appena questo comincia a dirci che non è d’accordo con noi. Subito lo aggrediamo, non gli diamo nemmeno il tempo di spiegarci le sue motivazioni. Il suo dissenso è già sufficiente per metterci in guardia, anzi peggio, per dargli addosso fino allo sterminio. E già, non vogliamo ascoltarlo, e nemmeno convincerlo. Vogliamo che la smetta subito di parlare, e subito dopo che ci dia ragione su tutta la linea. Il nostro interlocutore, non importa se istituzionale (genitore, superiore, governante) o occasionale (sia pure un avventore sconosciuto al bar).
Non lo dico io adesso, ma da diversi anni, ormai, molti politologi e sociologi denunciano e descrivono che in Italia, la crisi politica ed economica-sociale, insieme all’introduzione malsana del maggioritario nella nostra mappa del potere (quanto di più estraneo poteva esserci nella nostra cultura civile e politica), ha disorientato e tramutato in un “cannibale dialettico” il nostro io. L’avversario e/o il dissidente dalle nostre idee, scelte o progetti, va neutralizzato definitivamente.
Questo andazzo ha oggi determinato l’imbarbarimento della società italiana, ha corrotto e deteriorato l’anima e la mente dell’italiano, degradandolo ad un essere invidioso, rancoroso, geloso, incapace e indifferente a trovare una armonia o quanto meno una pacifica ed operosa convivenza delle diverse sensibilità. La solidarietà è stata sostituita dalla complicità. La competenza dalla “prostituzione” professionale. Insomma, imperano il pragmatismo ed il cinismo.
Non c’è da meravigliarsi, pertanto, se con le elezioni del febbraio scorso siamo arrivati, direi quasi finalmente, al capolinea. Cioè siamo arrivati dove era inevitabile che si arrivasse, e cioè allo stallo più assoluto e perfino inestricabile, alla palude più immobilizzante possibile. Un’Italia divisa in tre tronconi, di pari forza ma ognuna “armata” l’una contro l’altra, nessuna disposta ad allearsi con una sola delle altre. Ciascuna convinta di essere depositaria della piena legittimità popolare ad affermare la propria superiorità “ariana” sugli altri.
È proprio così. Ai miei occhi tutti, dal M5S al PD, da Scelta Civica al PDL, hanno e usano parole, comportamenti e ragionamenti, nonché pretese, di sopraffazione su tutti glia altri, tutte cose che dipingono una tendenza, quanto meno, al fascismo mentale e relazionale.
Per grande fortuna, il nostro paese in questo momento può contare su una grande risorsa: quel grande vecchio ricco di esperienza, competenza e fantasia che è il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L’unico al quale tutti hanno chiesto di farsi riconfermare per un secondo mandato, sia pure a tempo ridotto considerata la sua veneranda età. Per me, in questo momento non è sostituibile, non vi sono personalità di uno spessore simile al suo.
E così, l’Italia politica in questi giorni si trova tra i Vaffa di Grillo, lanciati in quantità industriale a 360 gradi e la sberla, paterna ma meritata, di Napolitano a tutte le forse politiche presenti in Parlamento, che dopo oltre un mese dal voto non sono ancora capaci di dare un governo al paese. Credo che la decisione di oggi, geniale oltre che assolutamente inedita, di dare un “altolà, fermi tutti” e pretendere prima un programma minimo di governo, condiviso da una maggioranza assoluta, prima di riprendere la prassi del conferimento dell’incarico per la formazione del nuovo governo, incombenza addirittura da consegnare al nuovo Presidente, sia l’atto politico più alto, nobile ed elegante, quanto vigoroso ed efficace che ci si poteva aspettare. È un gesto che ridato il “primato” alla politica. Adesso sono più fiducioso ed ottimista.
Pasquale Nevone
30 marzo 2013
Caro Pasquale ti ribadisco gli auguri. Ho avuto ed ancora non superato problemi fisici. In merito al tuo articolo: quella vecchia volpe del migliorista, o il bolscevico, come lo chiama berlusconi, costretto a fare le nozze con i fichi secchi, tuttavia ha è estratto il solito coniglio dal suo vecchio cappello. Provvisoriamente ha disinnescato le pistole cariche puntate alle tempia, dei 2 mali, grillo, berlusconi. Innanzitutto ha chiarito che lui non si dimette. Poi ha rileggittimato il governo Monti per rassicurare l'europa, poi ha preso tempo con i cosidetti saggi, poco graditi a berlusconi. Infatti si procederà all'elezione del presidente della repubblica senza che quest'ultimo sia determinante. Dopo il nuovo presidente procederà con un governo a bassa intensità politica per fare poche cose subito, in primis la riforma elettorale in senso presidenziale con doppio turno di collegio. Infatti G. Napolitano ha dimostrato ripetutamente che egli è la dimostrazione e l'anticipatore della repubblica presidenziale che verrà. Cosi sia.
RispondiEliminaCaro Pino, mi compiaccio di rileggerti e ti auguro di riprenderti al 100% al più presto.
EliminaCondivido il tuo convincimento che Napolitano, da "vecchia volpe" della politica italiana come lo definisci, ha "disinnescato le pistole" delle tre maggiori forze politiche che hanno una voglia matta di spararsi addosso a qualunque costo pur di restare unici protagonisti del governo della nazione.
Speriamo bene. Auguri e Buona Pasqua.
Credo che le riflessioni di Pasquale Nevone siano più che condivisibili.
RispondiEliminaGli ultimi 20 anni di storia italiana hanno lasciato solo macerie.
Ci affidiamo impotenti e speransosi a Napolitano ,in verità non sapendo neppure cosa possa o voglia realmente fare.
Incredibilmente oggi il Presidente appare un vero gigante della politica italiana.
Gigante in quanto cresciuto a dismisura o sono gli altri molto rimpiccioliti?
Che io ricordi,qualche decennio fa, i giganti della politica erano altri, ed il buon Giorgio di quella squadra non faceva parte, e non certo per età visto che allora era già ultra adulto. era un uomo molto alto questo si, come Alfano oggi per intenderci.
Ma i tempi cambiano,ed oggi è cosi,tutto è relativo, ed oggi Napolitano è il gigante politico italiano.
Condivido con pasquale il giudizio sulle regole elettorali,se vogliamo riprenderci storia e dignità,occorre tornare ad un sano e democratico proporzionale puro,senza sbarramenti senza premi e senza leaders tossici ammazza-politica.
Caro Sergio, leggo sempre con ammirazione i tuoi commenti, oltre che per il contenuto, anche per la tua capacità di esprimere in poche parole concetti pesantissimi per valore di analisi culturale e politica. A me una tale efficace sintesi non riesce nemmeno se mi "alleno" per secoli.
RispondiEliminaAdatta ai nostri giorni, direi perfino a queste ore, è l'immagine che tu dai del nostro Paese: un cumulo di macerie su cui danzano dei nani.
Per fortuna, lo dici anche tu, in questo sconfortante scenario Napolitano appare un gigante, lui che, in effetti, non lo è mai stato nella prima repubblica. Pur tuttavia Io dico: meno male che, almeno, "Giorgio c'è".
Napolitano non è certo un capo carismatico che sa indicare la strada giusta, ma ha dimostrato di essere per tutti l'unico punto di riferimento certo e utile, anche se poco sopra la sufficienza, per l'indirizzo politico dell'Italia.
Non è molto, ma finora questo ci ha salvato. Speriamo che, fra poco più di un mese e mezzo, a maggio p.v. potremo avere un nuovo Presidente adatto alle sfide che ci attendono.Credo che questo uomo nuovo, però, attualmente non ci sia tra i banchi del Parlamento. Forse, giusto per continuare con le novità politiche, verrà da fuori dai palazzi, almeno formalmente.
Auguri per te e famiglia.
Irrituale e a sorpresa è arrivata la decisione di Napolitano: una commissione, anzi due, per sbrogliare la matassa delle contrapposizioni. Dieci personaggi, più o meno conosciuti e più o meno legati alle forze politiche, da martedì daranno i giusti consigli per uscire dall'impasse. Ma a quando il nuovo governo? Non è dato sapere. Le scadenza però sono precise, e per quanto possano fare in fretta si andrà prima all'elezione del nuovo presidente della repubblica che avrà il compito di indicare il presidente del consiglio e nominare il nuovo governo. Un risultato notevole.
RispondiEliminaLe forze politiche hanno così il tempo di smussare gli angoli delle loro rigide posizioni e prepararsi alle scelte che dovranno essere fatte.
E inoltre, a conferma delle tesi grilliane tanto bistrattate, il parlamento può impegnarsi ad approvare alcune leggi importanti a cominciare dalla legge elettorale e non solo. E, se vogliono lavorare sul serio, compongano con urgenza le commissioni permanenti senza badare a scambi di poltrone. Non è più il tempo.
Dopo, si potrà andare a rivotare e gli italiani valuteranno e puniranno (spero) chi dovrà essere punito.
I progetti a lunga scadenza dovranno essere posticipati
Semplice e chiaro.
Beh, a quanto pare, caro Gianni, sembra proprio, più passano le ore, che la nomina della commissioni di saggi sia l'ultimo atto di Napolitano. Il nuovo governo sarà la prima gatta da pelare del nuovo Presidente.
EliminaDunque mi auguro, ma forse dovrei dire temo, che il nuovo Presidente dovrà essere una vecchia, esperta e navigata "volpe".
Che Dio ce la mandi buona.
condivido quasi tutto l'articolo tranne quella piccola parte ove sembra attribuire le responsabilità in parti uguali , o quasi , u tutti . ciò detto, credo che l'analisi è lucida e precisa e mi unisco nel plauso alla capacità del nostro presidente di saper trovare strade nuove per riconciliare e salvaguardare il vero bene della nazione e non delle parti . Grazie Giorgio
RispondiEliminaProprio in parti uguali non mi sento di dividerla, però non c'è dubbio, ritengo, che un partito (qualunque sia il suo programma ed il risultato elettorale conseguito) dopo l'esito del voto ha una sua percentuale di responsabilità soggettiva (verso i suoi elettori ed il Paese) nella gestione della sua forza per concorrere alla formazione del governo e delle leggi.
EliminaIntanto un mio saluto ed un augurio per la Pasqua e di pronta guarigione all’amico Pino Vullo, che speriamo ritorni sul blog al 100% delle sue possibilità, con le sue analisi che ci sono mancate.
RispondiEliminaTornando al tema, la mia simpatia per il “re Giorgio” era dovuta al fatto di aver sbloccato una situazione, che si andava sempre più incancrenendo, sperando che questi cosiddetti “saggi” dessero una svolta alla crisi.
Ma se, come appare anziché per una svolta od una collaborazione al Presidente, questi saggi considerano la loro nomina solo portatrice d’acqua al mulino dei partiti di appartenenza, francamente la cosa mi convince poco, ed anche se la parola inciucio, a me non piace e la adoperi poco, queste nomine mi sanno proprio di inciucio.
E leggendo attentamente i nomi qualche dubbio in effetti viene.
Ma ricordiamoci che se Napoletano è arrivato a questo, la colpa è dei partiti, ed ancor più dalla legge elettorale, chiamata “porcellum”.
E tornando a questo argomento, considerato a questo punto, che si impone una seria riforma dello stato, del sistema paese, che disfunzioni ne annovera già troppe. Molte cose andrebbero riformate, tra le quali la costituzione medesima, soprattutto per adeguarla all’Europa, ed alle sue leggi, della quale siamo un partner importante. Ed esaminando questo aspetto, mi sarebbe sembrato opportuno che più, della, o delle commissioni dei saggi venisse nominata una commissione bicamerale per le riforme politico-istituzionali che vedevano d’accordo, nel precedente tentativo Bersani, sia il movimento di Grillo che il PD, ai quali successivamente mostrava di
essere interessatoe anche il PDL.
Anche la disquisizione tra Parlamento eletto con il proporzionale o con il maggioritario andrebbe risolta in quella sede, non dimenticandoci che abbiamo votato qualche anno addietro un referendum sulla legge maggioritaria.
Ciao Filippo. Dall'orario di inserimento del tuo commento mi rendo conto che le tue osservazioni sono maturate dopo l'apprendimento delle notizie che si sono rincorse nel corso di tutta la giornata di ieri.
EliminaIn effetti, hai ragione ad avanzare dei dubbi sull'operato do "Re Giorgio". Anch'io, a distanza di 24 ore, ci sono rimasto male ad avere sentito, su TG 24 di Sky, che, secondo voci di corridoio (vedi "gole profonde"), la scelta dei saggi e di temporeggiare sarebbe un "suggerimento" di Massimo D'Alema.
Inoltre, a ben ripensarci, alcuni nomi di saggi (vedi Quagliarello e Violante) non mi sembrano proprio "super partes", come invece si richiederebbe a dei saggi.
Ultima notizia, sembrerebbe che nel'ultima notte di riflessione Draghi in persona abbia telefonato a Napolitano per pregarlo di non dimettersi perchè l'Europa ed i mercati sarebbero entrati in fibrillazione.
Dunque, sembra che sotto il candore dela neve anche di Napolitano ci sia, se non proprio del marcio, qualcosa che sa di congettura. La chiamiamo "inciucio"? Non lo so, vedremo. Ma comunque è qualcosa che vorrebbe andare in quella direzione.
Grazie Filippo del pensiero gentile. Ti leggo sempre volentieri.
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