di Giangiuseppe Gattuso - È un ritornello che sembra piacere a tutti. Aboliamo le province e saremo tutti più felici e più ricchi. Non sappiamo come finirà a livello nazionale.
Il loro destino è rimasto a metà e bisognerà aspettare che il nuovo governo e il nuovo parlamento decidano cosa fare.
In Sicilia, ne abbiamo parlato su PoliticaPrima l'11 agosto e il 22 ottobre 2011 e poi anche il 2 febbraio 2012, le cose stanno molto diversamente. L’Assemblea Regionale Siciliana, con la legge regionale n.9 del 1986, ha istituito le Province Regionali che sono, in sintesi, l'articolazione territoriale amministrativa prevista dall'art. 15 dello Statuto Speciale del 1948 che prevedeva: “1. Le circoscrizioni provinciali e gli organi ed enti pubblici che ne derivano sono soppressi nell'ambito della Regione siciliana. 2. L'ordinamento degli enti locali si basa nella Regione stessa sui Comuni e sui liberi Consorzi comunali, dotati della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria. 3. Nel quadro di tali principi generali spetta alla Regione la legislazione esclusiva e l'esecuzione diretta in materia di circoscrizione, ordinamento e controllo degli enti locali”. Tale “Ordinamento amministrativo”, ai sensi del successivo art. 16, sarebbe dovuto essere regolato “dalla prima Assemblea regionale”(!).
La legge regionale n. 9, del 1986, art. 3, stabilisce infatti: “L'amministrazione locale territoriale nella Regione Siciliana è articolata, ai sensi dell'art. 15 dello Statuto regionale, in comuni ed in liberi consorzi di comuni denominati "province regionali".
In buona sostanza, anche se con un enorme ritardo (solo 38 anni…), la Regione ha posto fine alla questione dell’abolizione delle province in Sicilia istituendo i liberi consorzi di comuni, definendoli “province regionali”. Che sono un’altra cosa rispetto alle province del resto d’Italia. Dove, per esempio, ancora esistono le “comunità montane”, qui assorbite dalla province (art. 45 l.r.9/86).
Per volere essere ancora più chiari. In Sicilia la faccenda “province” è stata risolta nel 1986. Solo che, per un caso lessicale, i “liberi consorzi” sono stati denominati “province regionali”. Probabilmente, con un nome diverso, oggi non saremmo qui a discutere del problema.
Adesso si ritorna daccapo. Il buon Crocetta, con la spinta e il pieno accordo del M5S, le vuole abolire per sostituirle con i liberi consorzi di comuni. Ritorniamo, quindi, al 1948. Una operazione per cancellare l’intera classe politica delle province. Un esercito di oltre 400 tra consiglieri, assessori, e presidenti, che non ha fatto sostanzialmente nulla, nel tempo, per spiegare all’opinione pubblica, e ai membri dell’ARS vecchi e nuovi, la bontà delle ragioni per mantenere questo ente intermedio. Probabilmente, molti di questi, non hanno avuto piena consapevolezza del ruolo loro assegnato.
I nuovi organismi, chiamiamoli come vogliamo, dovranno dotarsi di una struttura burocratica, e dovranno avere compiti e funzioni in raccordo con i comuni. E, i nuovi “amministratori”, forse nominati dai sindaci, dovranno fare tutto questo con compensi, ovviamente, inferiori.
C’era bisogno di fare tutto questo? Non sarebbe stato molto più semplice rideterminare e ridurre al minimo i compensi degli attuali organi di governo? E poi, magari, con calma, adeguarne le competenze e le funzioni, e rendere la loro presenza sul territorio più significativa. Troppo facile?
Giangiuseppe Gattuso
04 marzo 2013
Bene l'abolizione delle Province, se il governatore siciliano riesce davvero a farla passare, non solo e non tanto per i risparmi, sia pur importanti, ma soprattutto per l'effetto che avrebbe di arginare il riciclo di tanti politici, che - o perchè Sindaci a fine mandato e impossibilitati a ricandidarsi o perchè trombati a precedenti elezioni comunali, regionali o nazionali - sono pronti a rituffarsi nella competizione con l'unico obiettivo di rimanere a galla, con le loro clientele. Ben venga un limite temporale all'attività politica per chiunque. Due mandati in Parlamento, due mandati al Consiglio Regionale, due mandati al Comune. E poi basta, con impossibilità di ricandidarsi per quella determinata carica, a vita!! Che la politica sia una staffetta, che ci si passi il testimone e non diventi mai un lavoro, per nessuno!!!
RispondiEliminae le città metropolitane dove sono finite ?????
RispondiEliminacredo che bisogna capire meglio a cosa si va incontro con questa presa di posizione , comunque senza le città metropolitane non mi convince.
Aspetterei di capire meglio per dare un giudizio articolato
SIAMO STANCHI DI CHIACCHIERE
RispondiEliminaTecnicamente ha certamente ragione l'estensore dell'articolo,conosco abbastanza la materia per poterlo affermare.
RispondiEliminaDetto questo debbo purtuttavia guardarne l'aspetto politico,è la politica dice che questo sarebbe il primo goal del M5S,e bene ha fatto il presidente Crocetta a sposarne la causa.
Scusate per la ''E'' accentata.
RispondiEliminaPenna "tecnica" ben documentata quella del nostro direttore nello scrivere questo articolo così preciso nei riferimenti e nelle indicazioni delle operazioni da fare.
RispondiEliminaNel quale viene anche ricordato, parte forte del discorso, che già nell'art.9 della legge regionale del l986,almeno sulla carta, erano stati istituiti i liberi consorzi di comuni, chiamati poi, indebitamente, province regionali; e per questo, oggi, ci troviamo a riparlarne come di una novità.
E' grave, anzi gravissimo, visto che ho insegnato per tanti anni Storia, che io non conosca affatto questo articolo dello Statuto.
E ciò che è peggio, temo di non essere la sola!
Ben venga chi ci richiama ad una migliore preparazione, quali "addetti ai lavori" della scuola; non esclusa una migliore conoscenza delle cose, queste "nostre" davvero, da parte di tutti i cittadini!
Superata la vergogna, personale e collettiva, vado al secondo punto, quello centrale, quello del "buon senso".
Infatti, sarebbe bastato, come scrive l'autore, "rideterminare e ridurre al minimo i compensi degli attuali organi di governo" (qui le province), per poi passare "con calma" all'adeguamento delle competenze e delle funzioni,e, dunque, per dare, successivamente, consistenza anche di contorno alla loro presenza sul territorio.
E sì, si invoca il buon Crocetta, col suo gagliardo esercito a 5 stelle! E chi altri se non lui?
Ci voleva questo presidente, così coraggioso, per risvegliare gli interessi reali e le coscienze dei troppo spesso "sonnolenti" siciliani!
Quali le reazioni dei tanti funzionari, non più tanto liberi, quando si vedranno ridurre i grassi compensi di un tempo?
Questa la nota dolens!
Chi vivrà vedrà!
Buon lavoro Presidente!
Quanto a me (urget!), vado a studiare....lo Statuto!
Una volta l'annuncio di una riforma apriva un dibattito, oggi l'avvio di un processo cos' delicato al massimo diventa commento infarcito da ricordi e nostalgie. Una domanda a Giangiuseppe perchè ne sottoponga la questione ad un livello adeguato: l'approdo del nuovo consorzio sarà un ente territoriale oppure un ente associativo???? Abbiamo avuto esperienza dele due fattispecie e non saprei tracciare una graduatoria dei meriti di entrambe ma l'appello all'applicazione dello Statuto autonomistico avrà già risposto a questa domanda?.
RispondiEliminaCome al solito anziché curare il malato e cercare di riabilitarlo per fargli continuare ad espletare i compiti assegnategli dalla ottima legge regionale n. 9 del 1986 la politica dello spettacolo dell’asse Crocetta-Grillini si appresta a celebrare la morte delle Province come se le speranze dovessero arrivare dall’istituzioni sui liberi Consorzi dei Comuni.
RispondiEliminaDei liberi consorzi oggi abbiamo un’idea più chiara rispetto a quando il legislatore siciliano ha pensato bene di istituire le Province Regionali e al riguardo basta ricordare il libero consorzio per lo smaltimento dei rifiuti di una trentina di comuni del Palermo, il COINRES nonché la gestione degli ATO idrico e rifiuti.
Macchine mangia soldi e non solo per i risvolti che hanno interessato la Magistratura amministrativa e penale.
Oggi il problema non è come dice qualcuno di stabilire il vincolo del numero di mandati politici ai vari livelli istituzionali, semmai il problema che sta emergendo è la superficialità nell’affrontare temi così complessi e delicati. Direi che il Governatore farebbe meglio ad affrontare prima la questione nella sua essenza legislativa e poi magari esplicarle nelle sue apparizioni mediatiche. E tutto ciò per farci comprendere se il vero problema dell’abolizione delle Province sono i costi della politica oppure l’apparato burocratico.
Sono dall’idea che facendo piccoli passi e tagliando i costi della politica il Governo regionale può dare davvero risposte concrete; dubito, invece, sulla mera abolizione dell’Ente intermedio che andrebbe rilanciato in competenze sovracomunali.
Rosario Crocetta,un siciliano di cui esser fieri.
RispondiEliminaBravo presidente,vai avanti,facci sperare.
Il Presidente Crocetta ha fretta di incorporare nella Giunta di governo un gruppo omogeneo e innovativo di parlamentari. Ha fretta, perché ha capito che sicuramente di questi giovani potrà fidarsi in misura maggiore del gruppo politico che in atto lo sostiene. E’ persona lungimirante. Per tale motivo ha ceduto a una delle tante pretese del M5S. Aveva bisogno di riflettere su come attuare la riforma delle provincie ma la pressione politica non glielo ha consentito. Il Governatore è andato avanti con le comunicazioni, cambiando continuamente opinione, annunciando prima il mantenimento, dopo quello del rinvio del voto, dopo ancora quello della riforma ed infine l’abolizione. Ha urgenza. L’urgenza è cattiva consigliera. Il Presidente Crocetta intende abolire le Province creando i liberi consorzi, ma non si è accorto che questi già esistono. Ovvero s’è accorto, ma l’esigenza di adescare il gruppo dei grillini lo induce ad una manovra demagogica finalizzata solo alla gestione del potere senza avere l’esigenza effettiva di una riforma essenziale nell’interesse della collettività . il mantenimento degli organismi intermedi tra Regione e Comuni è essenziale. I compiti svolti dalle Provincie, non possono, per motivi diversi, essere svolti dai Comuni. Sarà necessario il rinvio delle elezioni in attesa di scrivere una legge organica, che mantiene le attuali Province ma che ne modifichi i compiti e le funzioni, in particolare gli articoli inseriti nel Capo II della legge regionale n. 9 del 6/03/1986 riguardanti gli organi collegiali, prevedendone altre forme di composizione. Questi potrebbero essere non più eletti, ma nominati fra i membri dei Consigli dei Comuni ricadenti nel territorio; oppure, nominati dai Consigli comunali tra personalità della società civile, attribuendo loro diversi altri compiti, svolti al momento da enti e carrozzoni vari, dagli Ato Rifiuti e Idrico, dagli Iacp, dai Consorzi di bonifica che costano alla Regione una marea di denaro, oltre che si potranno ridurre al minimo i compensi e i rimborsi spese. Con tale manovra, anziché con l’abolizione, Crocetta farà piazza pulita di una classe politica a lui non confacente ed eliminerà tutte quelle spese inutili e non produttive come le spese elettorali, i costi eccessivi delle indennità per presidenti, assessori e consiglieri e in contemporanea renderà servizi alla collettività e felici i grillini.
RispondiEliminaSintesi perfetta e veritiera!. Complimenti.
RispondiEliminaL’altro giorno avevo detto al Direttore: aspetto che rendano noto questo decreto sulle province, vediamo le novità che vengono proposte, e dopo preparo un commento.
RispondiEliminaTutto mi potevo aspettare: che si parlasse di provincia sì o provincia no, nel senso che con la legge dell’86, sembrava essere stato già introdotto il principio dei “liberi consorzi fra Comuni”, come diceva Giangiuseppe, per cui sarebbe stato più semplice diminuire i compensi agli amministratori anzichè fare una legge ex novo.
Però che il Presidente Governatore Crocetta se ne uscisse con una miriade di provvedimenti, tutti importanti, che egli stesso credo definisce “Tsunami”, non ce lo aspettavamo proprio. E di “Tsunami” si tratta!
Se si vanno sistemando in ordine i provvedimenti esposti, e si inviano alle varie Commissioni, per definire questo lavoro, con i tempi della nostra burocrazia, non basterebbe un programma di legislatura.
E sono tutti provvedimenti che, a quanto pare, sono stati concordati con Grillo. Si tratta di una decina di provvedimenti. Ma veniamo al dettaglio per vedere meglio di che si tratta:
1) Abolizione delle province e sostituzione con liberi consorzi di Comuni. Istituzione delle Aree Metropolitane per le città di Palermo, Catania e Messina
una serie di competenze verranno trasferite ai Comuni ed alla Regione, così come il personale delle Province verrà trasferito, oltre che ai futuri consorzi di Comuni, anche a Comuni e Regioni. Le città metropolitane, a se stante, non faranno parte dei Consorzi. Questa riforma dovrebbe essere accompagnata da quella dei rifiuti e dell’acqua (gli ATO).
2) Taglio dell’appalto per la gestione dell’impianto faunistico (la cura degli uccelli di palazzo d’Orleans in affitto per 500 mila euro l’anno), dal 1954,
3) Attuazione dell’art.37 dello Statuto Siciliano che prevede L’Alta Corte per la Sicilia,
4) Fondo per la povertà. Sarebbe finanziato con i risparmi che deriveranno dall’abolizione delle province. Alla fine il risparmio complessivo sarebbe di circa 50 milioni di euro l’anno. Questi soldi saranno utilizzati per finanziare l’introduzione del salario di sussistenza, che è molto diverso dal reddito di cittadinanza previsto nel programma di Grillo e costerebbe alla Regione molto di più.
5) Società partecipate della Regione,
6) tagli per 20 milioni per gli Enti di Formazione,
7) Equiparazione degli stipendi dei dirigenti dell’Assemblea Regionale Siciliana ai dirigenti Regionali,
8) Taglio delle spese per il CERISDI per l’ammontare di 1 milione
9) I “Trinacria bond” che sono titoli convertibili che verranno emessi dall’IRFIS- FINSICILIA. L’emissione di questi titoli avranno un rendimento e serviranno a pagare i debiti con le imprese che vantano crediti nei confronti degli Enti Locali siciliani. Questi titoli saranno garantiti da parte del patrimonio della Regione Siciliana ed in particolare dalla dismissione degli immobili, sedi delle società partecipate delle ASL. Comunque è in corso un verifica di fattibilità del progetto.
Finora sono queste le notizie.
Sono tutte cose importanti e significative, da fare. Dobbiamo abituarci agli “tsunami” oltre quelli di Grillo anche a quelli di Crocetta. Ma ce la farà?
Se ho ben capito, questi provvedimenti saranno presi in un ottica regionalista ed autonomista, nell’interesse della Sicilia. E questo mi sta bene. Ma ce la farà?. Ora si: auguri Crocetta!
Questi non sono tagli, ma giuste riduzioni della folle politica anni '80 e '90.
RispondiEliminaCrocetta è l'unica figura politica che sta riuscendo a sorprendermi, il fatto che stia all'interno di un vecchio partito come il PD lo penalizza solamente e spero che "il megafono project" vada avanti.
Citando e criticando un neo "deputato" siciliano che disse "Mio padre è stato il primo a parlare di spending review", ma vedi poco caro Toti, una cosa e parlarne per prendere i voti, un'altra metterla in pratica.
Condivido pienamente l'articolo.
RispondiEliminaSarebbe sufficiente una nuova legge regionale con la quale cambiare la denominazione di questi enti territoriali: da "Province Regionali" a "Liberi Consorzi di Comuni" ed abolire i Consigli e Giunte Provinciali e relativi consulenti ed emolumenti per sostituirli con un Comitato Consortile ed un Presidente tutti a titolo gratuito.
E semplice e possibile.
Tutto il resto è squallida operazione mediatica per fare in Italia i primi della classe..
Mi pare che Crocetta ha dimenticato di avere ricevuto dagli elettori un mandato su un programma preciso, non "carta bianca".
Temo che queste "estemporaneità" sono solo all'inizio.
Non mi permetto di criticare il mio amico Gianni Gattuso perchè al 99 per cento sono d'accordo con lui. Ma già il titolo non mi piace...aboliamo le province e saremo tutti felici? Il problema non è la felicità... mi sembra che lui liscia il pelo per il verso giusto, nel verso di coloro che trasudano scetticismo, "gattopardismo" , velata e franca opposizione nei confronti di Crocetta. Allora io dico aboliamole perchè è un atto dovuto! Anzi siamo di una spanna in ritardo, ed è grazie alla valanga grillina che gli eventi non si possono più fermare e più si ritarda e più la frana del sistema casta diventa irreparabile. Perciò diciamo, pane al pane e vino al vino, le province saranno solo l'inizio. La rivoluzione democratica è iniziata.
RispondiEliminaCerto che a fare le pulci a Crocetta ci vuole coraggio e faccia di cemento,qualcuno ha provato a ricordare volti ed operato dei suoi recenti predecessori?
RispondiEliminaCrocetta con i pentastellati o anche senza,dimostra nei fatti e nella sua storia politica e personale di essere una grande risorsa per tutti.
Se Crocetta vuole veramente abolire la province e ridurre subito i deputati regionali a 70 come prevede la legge, deve dimettersi subito. Poi potrà andare alle elezioni per fare pulizia definitiva.
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