di Davide Di Bernardo - Vorrei condividere con tutti i lettori una piccola riflessione fatta con un amico qualche sera fa parlando delle vicinissime elezioni che ci aspettano tra poco.
Il tutto al di sopra dei conflitti tra partiti, movimenti e liste che siano, un po’ per tornare all’origine di tutto questo meraviglioso meccanismo chiamato politica.
Il titolo di Onorevole venne dato agli inizi dell’avventura politica italiana a coloro che passavano intere giornate a lavorare per gli interessi del popolo solo ed esclusivamente per un obolo. La stessa moneta senza valore che veniva messa sotto la lingua dei defunti per pagare il pedaggio a Caronte, era utilizzata, metaforicamente, per risarcire quegli uomini tanto nobili d’animo da lavorare non per il loro interesse, ma per quello di tutti.
Il Popolo vedeva quelle figure al pari degli eroi, con un rispetto ed un senso di riconoscenza tale da non essere nemmeno confutabile con un qualsiasi sentimento di simile impatto oggi esistente. I cittadini iniziarono a definirli Onorevoli proprio per via dell’onore che il loro comportamento trasmetteva, verso tutti. Oggi, come tantissime altre parole della lingua in uso, il significato insito nel termine si è perso e a rimanere è “solamente” un titolo vuoto di significato e pieno di identificazione per una classe sociale in continuo aumento che più non rispecchia l’antico valore trasmesso.
Eppure il titolo esiste ed è talmente ambito “da costare” tempo e fatica per essere accaparrato e custodito, ma, ahimè, non per essere rispettato. Forse oggi nemmeno Caronte si accontenterebbe di un obolo raccolto sotto una lingua e magari lascerebbe che l’anima dei defunti vagasse senza pace nel regno delle tenebre se la ricompensa non divenisse più cospicua di un pezzo di ferro tondo e storto, ma quello che è certo è la differenza di compenso per gli onorevoli oggi, ed è evidente la mancanza di gratuità di certe azioni.
Se leggerete prima del voto, spero che decidiate con coscienza partendo dalle basi che dovrebbero essere il fondamento di questa democrazia e che gli “onorevoli” dovrebbero rappresentare. In caso il grande passo fosse già stato compiuto, vorrei portaste con voi l’immagine di un periodo in cui onore e passione bastavano e venivano trasmessi con gesti quotidiani dando, a chi ogni giorno sudava il pane, la speranza in un mondo giusto e pieno di Onore.
Davide Di Bernardo
22 febbraio 2013
Credo che il titolo ''Onorevole''riferito ai parlamentari,ed in sicilia anche ai consiglieri regionali,sia giusto ed appropriato.
RispondiEliminaGiusto, perchè sono e sono stati l'esatta proiezione,forse un pò migliorata del popolo italiano.
Gente che ha ricevuto decine di migliaia di voti di preferenza da cittadini liberi e consapevoli,vuoi che non siano''onorevoli''?
Scorro idealmente la lista dei nostri rappresentanti siciliani,sia all'ars che a camera e senato,ma perbacco, se non sono onorevoli quelli chi puo' esserlo allora?
Mi passano per la mente i nostri rappresentanti del recente passato politico,penso agli omorevoli ministri siciliani,agli onorevoli presidenti,agli onorevoli assessoeri, che belle persone,come non si può non esserne fieri ed orgogliosi.
Gente che ha scelto la politica come estremo gesto d'amore verso tutti noi,gente che ha sacrificato tutto pur di stare vicina al popolo che li voluti e votati.
A volte penso a quanti anni felici e spensierati abbiamo vissuto noi cittadini siciliani grazie ai nostri ''ONOREVOLI'' che si sacrificavano,rinunziando ad ogni piacevolezza e ad ogni frivolezza, pur di vederci felici e realizzati'.
Chiudo con un grande ''Grazie'' a tutti gli ''ONOREVOLI''siciliani che hanno reso possibile questo nostro sogno.
La politica come impegno sociale a favore del bene pubblico. L'interesse dei più al posto dell'interesse personale. La trasparenza di governo al posto dei traffici per gli affari. La passione, lo spirito di sacrificio e la ricerca continua di scelte per migliorare le condizioni dei più deboli. La visione del futuro per guidare e favorire lo sviluppo. Questo e altro è il compito degli "onorevoli", dei nostri rappresentanti nelle istituzioni. Nelle assemblee legislative e negli organi di governo.
RispondiEliminaMa, ormai da tempo e in maniera evidente, il termine ha assunto una connotazione negativa. Anni e anni di mala politica hanno condizionato e stravolto la percezione dell'uomo politico da parte dei cittadini. E probabilmente, oltre ai necessari cambiamenti del sistema, è arrivato il tempo di cambiare pure gli appellativi.
Socrate si riconobbe debitore di un obolo ad Esculapio per la cicuta che gli consentì di morire, secondo coerenza.
RispondiEliminaUna grande figura, non solo per il suo pensiero filosofico, ma anche per la sua fermezza "politica" nei confronti di Alcibiade; una coerenza "del sè" fino alla morte!
Un alto senso morale, che il filosofo attingeva dal divino, dal suo dàimon; e a cui, soltanto, riteneva di dover rispondere!
E non fu il solo...!
Figure straordinarie di un tempo, che nulla hanno in comune con gli "obolanti-obolati" di oggi, più propensi a riscuotere che a saldare conti "di riconoscenza".
...Innanzitutto verso il popolo!
Più inclini a prendere, senza pudore alcuno e con scarso merito rispetto al guadagno percepito; cifre da vergogna, considerando le condizioni in cui versa quello stesso popolo, che dicono di voler "governare".
E sì, c'è obolo e obolo!
E quello dei nostri politici è un obolo molto consistente rispetto al passato!
Quando il politico ci rimetteva pure di tasca propria, e versava il 50% dei suoi proventi al partito!
....Anche questa percentuale si sono ridotta!
E poi ci sono gli "oboli" dei finanziamenti, quelli dei rimborsi...!
Un'industria da smontare sicuramente al più presto!
Molto interessante l'articolo dell'amico Davide, che non solo ci riporta ai tempi dell'onore e della passione della politica, quella degli onorevoli con la O, maiuscola, ma, si augura anche un ritorno alla purezza di un servizio che dovrebbe essere riconoscente verso lo "elettore": per giusto motivo, in base ai meriti di coloro che dovrebbero essere gli aristòi, i migliori, gli affidabili!
Per una politica di vocazione, che riconosca davvero chi, con rettitudine si appresti a una fatica, che, se fatta con coscienza, sicuramente è anche dura: da ripagare con obolo d'onore!
Per realizzare il bene comune, un'Italia giusta: lavoro, assistenza, cultura!
Onorevoli senza più "prenome" altisonante, senza più quel brutto "onorevole": Rosario, Pierluigi, Magda, Fabrizio, Giuseppe, Nichi....!
Persone consapevoli del compito che il Paese gli sta affidando, pronte a riformare, a ridurre le spese, a fare leggi giuste, per ridistribuire oneri e onori; senza più "riserve" di privilegio, quelle dove tutto è concesso per il solo fatto di ricoprire una carica, troppo spesso quella del profitto personale!
Basta con gli oboli infangati di vergogna!
Onestà! Una parola in disuso da tempo! Quasi da vergognarsi anche a pronunciarla, perché fa troppo diversi dagli altri;
meglio...coerenza, opportuno, male minore....!
Proprio l'onestà, al contrario, e da subito, deve tornare al centro della politica di domani, se vogliamo ricostruire un'Italia che, ormai da tempo, è stata portata allo sbando da nocchieri "senza timone" e, ciò che è peggio, senza onore!
.....E che il dàimon ci benedica tutti!
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